lunedì 17 giugno 2024

L’UTILIZZO DEL TITANIO NEI SOTTOMARINI NUCLEARI D’ATTACCO: L’Unione Sovietica ha sperimentato il titanio per costruire scafi sottomarini, a partire dal Progetto 705 Lira (classe ALFA). Il titanio ha offerto vantaggi come bassa densità, alta resistenza e resistenza alla corrosione, consentendo agli SSN ALFA di raggiungere alte velocità e immersioni profonde.






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L'Unione Sovietica ha sperimentato il titanio per costruire scafi sottomarini, a partire dall’SSN ALFA, Progetto 705 Lira. Il titanio ha offerto vantaggi come bassa densità, alta resistenza e resistenza alla corrosione, consentendo alla Lira di raggiungere alte velocità e immersioni profonde.

Tuttavia, le sfide dell'approvvigionamento e della saldatura del titanio lo hanno reso un materiale difficile con cui lavorare.

Mentre i sovietici abbracciavano il titanio, la Marina statunitense ha ritenuto che lo sforzo e il costo dell'uso dei sottomarini in titanio non ne valesse la pena, dimostrando una rara moderazione nello sviluppo di nuove armi e tecnologie nell’epoca della Guerra Fredda.

La Guerra Fredda, come noto, è stata un periodo di innovazione militare-tecnologica accelerata e dilagante. L'ordine mondiale bipolare ha motivato le due superpotenze, gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica, ad investire pesantemente nello sviluppo delle armi. Il risultato ha comportato una spesa militare pluridecennale che ha migliorato le conoscenze distruttive e scientifiche dell'umanità.

Sono stati sviluppati velivoli che potevano viaggiare a tre volte la velocità del suono. I missili sono stati sviluppati con sistemi di tracciamento computerizzati. Sono stati sviluppati veicoli spaziali in grado di raggiungere la Luna e ritornarvi. Vitale, per gran parte dello sviluppo delle armi della Guerra Fredda, è stata l'innovazione nella scienza dei materiali. Lo sviluppo di materiali assorbenti le onde radar, utili a smorzare la firma radar di un velivolo, per esempio. Sofisticate corazzature multi-materiali per mezzi corazzati. Combustibili allo stato solido per razzi.

Nel caso dell'Unione Sovietica, l'utilizzo del titanio per costruire scafi sottomarini.

Prima che i sovietici iniziassero a sperimentare negli anni '60, il titanio non era mai stato usato per costruire lo scafo di un sottomarino nucleare.

Il titanio non era la scelta più naturale o più facile per assemblare un sottomarino. L'approvvigionamento di titanio è difficile. E anche la saldatura del titanio è complessa. L'acciaio, che era (ed è) tipicamente usato per costruire scafi sottomarini, era semplicemente più facile da trovare e più facile da saldare. Ma i sovietici erano comunque interessati al titanio (che avevano in grandi quantità).

Il titanio aveva una bassa densità e un'alta resistenza - proprietà che erano e sono, in teoria, attraenti per gli ingegneri che speravano di realizzare un sistema d'arma veloce e altamente resistente agli attacchi.

“La lega di titanio è di solito più forte dell'acciaio, ma pesa la metà. “È più costoso, fino a tre o cinque volte di più dell'acciaio. E’ anche meno soggetto alla corrosione nell'acqua di mare. Può sopportare più pressione durante le immersioni profonde, fino a 2.200 piedi.”

Attratti dai benefici e disposti a trascurare i difetti, i sovietici iniziarono a costruire scafi sottomarini in titanio, a partire dal Progetto 705 Lira.

La classe ALFA (Lira) venne progettata con una serie di requisiti specifici e impegnativi, che l'uso del titanio ha facilitato.

La classe di SSN fu costruita per essere abbastanza veloce da inseguire qualsiasi nave; per avere una bassa rilevabilità e grande manovrabilità per evitare armi ASW; dislocamento minimo; e un equipaggio minimo. Fondamentalmente, la classe Lira è stata costruita per essere veloce, furtiva, veloce e piccola. Un lavoro per il titanio. E in effetti, il prototipo originale del Lira pesava solo 1.500 tonnellate, con una bassa resistenza. Il risultato è stato un sottomarino estremamente veloce, in grado di raggiungere velocità superiori a 40 nodi. Con una velocità così impressionante, era possibile utilizzare gli SSN come intercettore, tenuti in porto fino a quando non erano necessari per affrontare un sottomarino nemico il più rapidamente possibile.

La classe ALFA "era all'avanguardia negli anni '60", ha scritto Eastwood. “Stava per raggiungere velocità precedentemente irraggiungibili e sarebbe stato il sottomarino più sicuro della marina russa. Il titanio sarebbe stato usato per gli scafi della classe Lira e un nuovo reattore raffreddato al piombo avrebbe alimentato la nave per permetterle di immergersi e spostarsi rapidamente”. Con velocità massime superiori a 40 nodi, la classe LIRA “era in grado di raggiungere rapidamente quella velocità e cambiare abilmente direzione quando necessario".

Ma come i sovietici appresero presto, lavorare con il titanio aveva i suoi svantaggi. In particolare, i sovietici hanno scoperto che la saldatura con il titanio era difficile, con un margine di errore minimo, che "il minimo errore durante la fase di saldatura poteva rendere il titanio fragile e meno forte".

Spesso durante la Guerra Fredda, le innovazioni sovietiche o statunitensi si sono incontrate con reciprocità; le due superpotenze si sono inseguite e hanno reagito l'una all'altra, in un duello ancora in corso per ottenere o negare un vantaggio strategico.

Se i sovietici lanciavano un uomo in orbita, gli americani correvano per lanciare un proprio uomo in orbita. Se gli americani presentavano un bombardiere supersonico, i sovietici correvano per sviluppare un proprio bombardiere supersonico. E così via. Ma quando i sovietici resero pubblico il loro sottomarino con scafo in titanio, gli americani non si precipitarono a contrastarli e glissarono.

"Gli Stati Uniti erano consapevoli della potenza, della velocità e della furtività della classe Lira e diedero subito un'occhiata da vicino alla costruzione in titanio", ha scritto Eastwood. Ma “il titanio è raro e costoso rispetto al ferro. Anche il titanio non è facile da modellare... Qualsiasi passo sbagliato da parte dei saldatori creerebbe un sub che sarebbe pericoloso per affrontare immersioni profonde.”

Alla fine, gli statunitensi "hanno determinato che lo sforzo e il costo non ne sarebbe valsa la pena". Il risultato è stato un raro esempio di moderazione dello sviluppo di armi nell'era frenetica della Guerra Fredda.











Classe Alfa, nome in codice NATO dei SSN del Project 705 Lyra


La classe Alfa (codice NATO), o Project 705 Lyra, sono una serie di battelli costruiti per la marina militare sovietica, ed entrati in servizio tra la fine degli anni '70 ed i primi anni '80. Per la loro epoca, furono i mezzi con i valori più alti nella velocità in immersione e nella profondità operativa per la relativa tipologia. Complessivamente, ne furono completati sette esemplari, tutti probabilmente radiati entro la metà degli anni novanta.

Le origini del Progetto 705 si possono ritrovare in un requisito, emesso dalla marina sovietica (VMF) nel 1957, riguardante un sottomarino da 1.500 tonn con velocità superiore ai 75 km/h (40 nodi). Questo avrebbe dovuto essere in grado di intercettare e contrastare le grandi portaerei statunitensi.

Fin dall'inizio, per ottenere prestazioni simili, si pensò di utilizzare il titanio, in modo da ridurre il più possibile i pesi. Tuttavia, già nel 1963, si rese necessario rivedere il progetto, e lo stesso dislocamento venne portato a 2.300 t.

La costruzione di un primo esemplare con queste caratteristiche fu avviata già dalla fine del 1963. Si trattava del Progetto 661 - Ankar, che divenne noto in Occidente con il nome in codice NATO di classe Papa. A causa degli elevati costi di costruzione, e venne costruito un solo esemplare, chiamato K-162. Si trattava tuttavia di un SSGN, equipaggiato con 10 missili antinave SS-N-9 Siren.

Il primo esemplare di sottomarino nucleare da attacco, con tali caratteristiche di dislocamento e velocità, venne impostato nella seconda metà degli anni '60 con il nome di Progetto 705 - Lyra. Completato nel 1969 presso il cantiere navale dell'Ammiragliato, a San Pietroburgo, entrò in servizio nel 1971. Il prototipo, chiamato K-64, dopo essere stato sottoposto ad alcune valutazioni, dovette essere sottoposto ad estese modifiche. Nel 1972, tuttavia, durante alcune prove, si verificò un grave incidente al reattore, che costrinse i sovietici a ritirare dal servizio il K-64, che venne demolito successivamente. Il battello, tuttavia, si dimostrò in grado di raggiungere una velocità di punta di 83 km/h (44,7 nodi).

Nel corso degli anni '70, comunque, i Progetto 705 entrarono in servizio con la marina sovietica.


Impiego operativo


I Progetto 705 ricevettero la codifica NATO di classe Alfa. Gli altri sei esemplari costruiti, entrati in servizio tra il 1977 ed il 1981, servirono la marina sovietica nella Flotta del Nord. Dal punto di vista operativo, si trattava di mezzi estremamente veloci e con un'alta profondità operativa per la loro epoca. In particolare, alla massima velocità erano in grado di effettuare un'inversione a 180° in soli 42 secondi: questo li rendeva estremamente efficaci nelle manovre elusive e negli (eventuali) contrattacchi. Queste caratteristiche portarono la NATO a sopravvalutare molto questi mezzi, almeno all'inizio. Infatti, convinti dell'inefficienza dei propri sistemi ASW, gli occidentali iniziarono ad investire in modo massiccio, in modo da creare una nuova generazione di armamenti antisommergibile. In questo modo, si ebbe un incremento notevolissimo delle prestazioni, che si concretizzò in siluri ad alte velocità, come gli statunitensi Mk. 46 ed Mk.48 ADCAP — quest'ultimo capace di una velocità di ben 63 nodi (117 km/h) — oppure il britannico Spearfish.

In realtà, l'allarme rappresentato dagli Alfa fu esagerato. Si trattava di mezzi estremamente rumorosi, soprattutto alle alte velocità, con armamento piuttosto scarso ed inaffidabili: alcuni esemplari rimasero vittima di incidenti piuttosto gravi all'impianto propulsivo). Inoltre, i loro costi di gestione e manutenzione erano estremamente elevati, a causa del fatto che utilizzavano una componentistica "dedicata" e delle caratteristiche dell'impianto propulsivo, costituito da un reattore a metallo liquido. Infatti, il metallo liquido del raffreddamento doveva essere sempre tenuto alla giusta temperatura, anche quando i battelli erano ormeggiati in porto (cosa che presentava notevoli problemi). Dunque, era necessario tenere sempre attivo il reattore, oltre che svolgere frequenti e particolari controlli per la rimozione degli ossidi del fluido metallico.

Tutti gli esemplari furono ritirati dal servizio operativo nella prima metà degli anni novanta.


Incidenti:

  • 1972: in febbraio, danni al K-64 durante le prove.
  • 1972: in aprile il reattore del K-64 rimase praticamente distrutto in seguito alla solidificazione del metallo liquido del sistema di raffreddamento. In seguito all'incidente, il battello venne radiato e demolito sei anni dopo.
  • 1978: durante le prove, il K-316 ebbe un guasto al sistema di controllo del sottomarino. Il battello non era in grado di rallentare sotto i 75 km/h (40 nodi). Il problema fu comunque risolto senza gravi conseguenze.
  • 1980: il 4 settembre il K-316, durante una crociera operativa, presso la baia di Kandalakhsha, mentre andava a più di 70 km/h si ritrovò fuori rotta e raggiunse una profondità eccessiva. Costretto a riemergere ed a tornare alla base per riparazioni.
  • 1982: allagamento del primo compartimento del K-463 durante una crociera operativa. Costretto a riemergere e tornare alla base dopo soli 19 giorni dalla partenza.
  • 1982: l'8 aprile, durante una crociera operativa, si verificò la fuoriuscita di metallo liquido dal reattore del K-123. Il sottomarino fu posto in riserva e rimase in riparazione fino al 1992. Fu necessario sostituire l'intero compartimento reattore.
  • 1983: incendio a bordo del K-316, senza gravi conseguenze.
  • 1984: il K-473 ebbe il sistema di riciclo dell'aria danneggiato.
  • 1984: il 22 giugno, il K-373 ebbe una collisione con il K-140, rimanendo danneggiato.
  • 1984: il 27 dicembre il K-316 fu costretto a tornare alla base per un guasto al sistema di riciclo dell'acqua.
  • 1985: il K-473, prima della sua seconda crociera operativa, ebbe un guasto al reattore (fuoriuscita del metallo liquido del raffreddamento, che penetrò nel quarto compartimento).


Descrizione tecnica


Caratteristiche generali


All'epoca della sua entrata in servizio, i battelli della classe Alfa, rispetto ai pari-tipo, avevano la più alta velocità e la maggiore profondità operativa. Prestazioni così efficienti si dovevano all'impiego di una particolare miscela refrigerante (costituita da piombo e bismuto) che garantiva il corretto processo di raffreddamento dei reattori e, di conseguenza, un potenziale energetico erogabile elevato. Si trattava di sottomarini progettati per contrastare non solo i battelli nemici (sia in trasferimento, sia in procinto di sferrare un attacco ad installazioni costiere), ma anche le unità di superficie.

Il progetto risaliva al 1957, e nella sua formulazione originale prevedeva la realizzazione di un SSN da 1.500 t con sei tubi lanciasiluri da 533 mm a caricamento rapido, che fosse in grado di raggiungere i 75 km/h (40 nodi). Come detto precedentemente, tali requisiti furono rivisti, e si arrivò ad un aumento di dimensioni e dislocamento.

Per raggiungere le prestazioni richieste, comunque, fu necessario utilizzare delle soluzioni particolari, soprattutto in relazione allo scafo ed all'impianto propulsivo.


Scafo


I classe Alfa erano costruiti facendo ampio ricorso alla lega di titanio, che era stata sviluppata grazie al lavoro del complesso metallurgico TsNII sotto la guida dell'accademico I.V.Gorynin. In particolare, si trattò dei primi sottomarini per i quali venne previsto l'utilizzo di questo materiale per la realizzazione dello scafo. I vantaggi dell'utilizzo di questo materiale consistevano nel fatto che sarebbe aumentata la resistenza del sottomarino, e sarebbe diminuito il dislocamento. Inoltre, la traccia magnetica risultò notevolmente diminuita.

Il problema fu la traccia sonora, che risultò estremamente elevata. Per questo motivo, vennero adottate una serie di misure per migliorare l'idrodinamica del sommergibile. Nonostante questi accorgimenti, però, gli Alfa rimasero sempre piuttosto rumorosi, soprattutto alle alte velocità.

Internamente, lo scafo era stato suddiviso in sei compartimenti stagni (aumentati rispetto ai tre del progetto originale, del 1957), che erano in grado di ospitare un equipaggio di 29 elementi. Si trattava di un numero piuttosto basso, che era stato possibile ottenere grazie ad un'elevata automazione interna, ma comunque superiore rispetto ai 16 previsti inizialmente dal progetto. Successivamente, inoltre, l'equipaggio venne portato a 32 unità.

Il basso numero di uomini di equipaggio, comunque, portò a requisiti molto stringenti per quanto riguardava l'affidabilità dei vari componenti. Le strutture necessarie per la vita a bordo degli uomini erano situate nel terzo compartimento. Inoltre, si trattò del primo sottomarino al mondo ad essere equipaggiato con una capsula di salvataggio, in grado di riportare l'intero equipaggio in superficie in caso di emergenza. La profondità operativa massima era compresa tra i 400 ed i 1.000 m, a seconda delle stime.


Propulsione


Per raggiungere i 75 km/h di velocità i progettisti decisero di abbinare ad uno scafo in titanio (quindi relativamente leggero) un LMFR, con cui calcolarono di poter risparmiare 300 tonnellate rispetto ai tradizionali LWR.

Complessivamente, furono sviluppati contemporaneamente due reattori, entrambi da 155 MWt che alimenavano turboalternatori da 30-35 MWe.

OK-550: sviluppato da I.I.Afrikanov del Gorki OKBM.

BM-40A: sviluppato da V.V.Stekolnikov dell'OKB Hydropress.


Un paio di esemplari, comunque, vennero modificati anche con dei normali PWR VM-4, dei classe Victor. I reattori erano raffreddati tramite una lega eutettica di piombo e bismuto.

Oltre al reattore, vi erano anche due motori elettrici ausiliari, che erano sistemati in gondole ermetiche, con due ulteriori generatori diesel da 1 MW. Ogni generatore era in grado di assicurare il funzionamento di tutte le funzioni vitali di bordo. Infine, vi era anche un motore diesel ausiliario da 500 kW, con batterie di emergenza.

L'impianto propulsivo, in relazione alle ridotte dimensioni, consentiva agli Alfa delle velocità di oltre 40 nodi, con un massimo di 44,7 raggiunto durante le prove.


Armamento


L'armamento dei classe Alfa era costituito da sei tubi lanciasiluri da 533 mm, sistemati a prua. La dotazione comprendeva un massimo di 21 missili SS-N-15 Starfish o 12 SS-N-16 Stallion. Tuttavia, era possibile imbarcare anche siluri convenzionali (da 18 a 21) o mine (24-36).


Versioni


I classe Alfa vennero costruiti in due versioni, che si differenziano per il reattore utilizzato, oltre che per alcune caratteristiche fisiche.

Progetto 705: costruiti presso il cantiere navale dell'Ammiragliato, a San Pietroburgo, ne vennero realizzati quattro esemplari (più un quinto mai completato). Montavano il reattore OK-550. Le caratteristiche tecniche sono quelle inserite in tabella.

Progetto 705K: realizzati in tre esemplari presso il cantiere navale Sevmash, a Severodvinsk, si caratterizzavano per l'utilizzo del reattore BM-40A. Rispetto ai 705, avevano un dislocamento leggermente inferiore (2.280 t in emersione e 3.125 in immersione) ed una lunghezza di 79,6 m. La velocità era leggermente superiore (74,63 km/h in immersione, contro i 74,45 del Progetto 705).

Progetto 705D: si trattava di un ammodernamento mai realizzato, che prevedeva un numero maggiore di siluri.


Caratteristiche generali:

  • Dislocamento: 2.300 tonn in superficie, 3.200 tonn in immersione;
  • Lunghezza: 81,4 m
  • Scafo: 9,5 m
  • Profondità: Funzionamento abituale: 350 m - Profondità di prova: 400 m - Profondità di schiacciamento: forse oltre 1300 m, figura di profondità contraddetta da un'autorevole pubblicazione russa.
  • Compartimenti stagni: 6
  • Equipaggio: 27 ufficiali, 4-18; fonte russa: 32
  • Reattore: reattore OK-550 o reattore BM-40A, reattore raffreddato al piombo-bismuto, reattore moderato al berillio, 155 MW
  • Turbine a vapore: OK-7K, 40.000 shp (30.000 kW)
  • Propulsione: 1 elica
  • Velocità (sommersa): ~40 nodi (46 mph; 74 km/h)
  • Armamento: 6 × 533 mm tubi di siluro: 18-20 siluri SET-65A o SAET-60A (o) - 18–20 missili da crociera SS-N-15 (o) - 20-24 mine o un mix di quanto sopra;
  • Sistemi: Radar di ricerca di superficie Topol MRK.50 (Snoop Tray) - Sozh sistema di navigazione radar - MG-21 Rosa comunicazioni subacquee - Comunicazioni satellitari Molniya - Antenne di comunicazione radio Vint & Tissa - Sistema di controllo del combattimento Accord - Sistema di controllo del fuoco Leningrad-705 - Sonar attivo/passivo oceanico - Sonar di rilevamento delle mine MG-24 luch - Ricevitore di intercettazione del sonar Yenisei - Bukhta ESM/ECM - Chrome-KM IFF.



Ripensare la guerra, e il suo posto

nella cultura politica europea contemporanea,

è il solo modo per non trovarsi di nuovo davanti

a un disegno spezzato

senza nessuna strategia

per poterlo ricostruire su basi più solide e più universali.

Se c’è una cosa che gli ultimi eventi ci stanno insegnando

è che non bisogna arrendersi mai,

che la difesa della propria libertà

ha un costo

ma è il presupposto per perseguire ogni sogno,

ogni speranza, ogni scopo,

che le cose per cui vale la pena di vivere

sono le stesse per cui vale la pena di morire.

Si può scegliere di vivere da servi su questa terra, ma un popolo esiste in quanto libero, 

in quanto capace di autodeterminarsi,

vive finché è capace di lottare per la propria libertà: 

altrimenti cessa di esistere come popolo.

Qualcuno è convinto che coloro che seguono questo blog sono dei semplici guerrafondai! 

Nulla di più errato. 

Quelli che, come noi, conoscono le immense potenzialità distruttive dei moderni armamenti 

sono i primi assertori della "PACE". 

Quelli come noi mettono in campo le più avanzate competenze e conoscenze 

per assicurare il massimo della protezione dei cittadini e dei territori: 

SEMPRE!

….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace, 

devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….

La difesa è per noi rilevante

poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.

Dopo alcuni decenni di “pace”,

alcuni si sono abituati a darla per scontata:

una sorta di dono divino e non, 

un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…

…Vorrei preservare la mia identità,

difendere la mia cultura,

conservare le mie tradizioni.

L’importante non è che accanto a me

ci sia un tripudio di fari,

ma che io faccia la mia parte,

donando quello che ho ricevuto dai miei AVI,

fiamma modesta ma utile a trasmettere speranza

ai popoli che difendono la propria Patria!

Violenza e terrorismo sono il risultato

della mancanza di giustizia tra i popoli.

Per cui l'uomo di pace

si impegna a combattere tutto ciò 

che crea disuguaglianze, divisioni e ingiustizie.

Signore, apri i nostri cuori

affinché siano spezzate le catene

della violenza e dell’odio,

e finalmente il male sia vinto dal bene…

Come i giusti dell’Apocalisse scruto i cieli e sfido l’Altissimo: 

fino a quando, Signore? Quando farai giustizia?

Dischiudi i sette sigilli che impediscono di penetrare il Libro della Vita 

e manda un Angelo a rivelare i progetti eterni, 

a introdurci nella tua pazienza, a istruirci col saggio Qoelet:

“””Vanità delle vanità: tutto è vanità”””.

Tutto…tranne l’amare.


(Fonti: https://svppbellum.blogspot.com/, Web, Google, The National interest, Wikipedia, You Tube)



























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