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mercoledì 13 dicembre 2023

US NAVY SEAL: per le reclute dei Navy SEAL, una delle parti meno preferite dell'addestramento BUD/S è la ricognizione idrografica….






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Blog dedicato agli appassionati di DIFESA, storia militare, sicurezza e tecnologia. 




Per i tirocinanti dei Navy SEAL, una delle parti meno preferite dell'addestramento BUD/S è la ricognizione idrografica. Considerate le ore trascorse tremando nel freddo Oceano Pacifico facendo ripetute immersioni per mappare la costa su di una data spiaggia bersaglio per un futuro sbarco anfibio, non c'è da meravigliarsi che i tirocinanti del BUD/S manchino di entusiasmo per questa missione. 
È freddo, faticoso, lungo e comporta una complessa documentazione dei risultati della ricognizione al termine dell'esercizio. E, oh sì, si svolge anche subito dopo la Settimana Infernale, rendendo ancora più difficile rimanere svegli mentre si cerca di disegnare una carta di ricognizione idrografica.
Al contrario, l’addestramento alla demolizione subacquea durante la terza fase del BUD/S – svoltosi sull’isola di San Clemente – è (e perdonate il gioco di parole) un vero spasso. I tirocinanti effettuano numerose immersioni in apnea per fissare gli zaini pieni di esplosivi su ostacoli sottomarini artificiali, per poi farli esplodere una volta che tutte le cariche sono state posizionate. Ancora una volta, lo scopo di questa formazione è preparare i futuri SEAL a liberare le spiagge per gli sbarchi anfibi.














LA MISSIONE

La ricognizione idrografica e la demolizione subacquea sono le prime di quelle che costituiranno l'insieme delle missioni Navy SEAL. In effetti, la necessità di tali capacità durante la seconda guerra mondiale è ciò che ha portato alla creazione delle squadre di demolizione subacquea (UDT) della Marina, i precursori dei SEAL. Gli UDT furono utilizzati per ripulire le spiagge che sarebbero state invase dall'esercito e dai marines statunitensi.
Immagina una spiaggia tranquilla che offra un punto facile su cui far sbarcare una forza d'invasione per prendere il controllo di un'isola strategicamente preziosa. Ora, se sei la forza che difende quell'isola dall'invasione, farai tutto il possibile per rendere estremamente pericoloso per il nemico sbarcare sulla spiaggia. Ciò probabilmente comporterebbe l’installazione di postazioni di mitragliatrici affacciate sulla spiaggia e ostacoli di acciaio o cemento nell’acqua vicino alla riva per impedire un facile accesso alla barca. In questo modo, trasformeresti la spiaggia in un poligono di tiro mortale per le forze anfibie che rimangono impiccate agli ostacoli mentre scendono a terra.
In risposta a questo tipo di difese, i leader militari nella Seconda Guerra Mondiale decisero che avevano bisogno di unità per fare una ricognizione delle spiagge prese di mira, mappare il fondale marino e il terreno della spiaggia vicino alla costa, gli ostacoli naturali e artificiali vicino alla costa e sulla riva, e quindi rimuovere tali ostacoli prima di un'invasione. Nacquero così gli UDT, e la missione continua ancora oggi; ora nelle mani dei Navy SEAL.

LA PIANIFICAZIONE

Le reclute addetti alla demolizione subacquea di base/SEAL guadano la riva sull'isola di San Clemente durante un'esercitazione sulla spiaggia. La formazione è pensata per preparare gli studenti BUD/S a condurre missioni che iniziano in mare aperto e passano alle operazioni di terra. Durante la terza fase del BUD/S gli studenti studiano le armi, le demolizioni, la navigazione terrestre e le tecniche di pattugliamento. 
Per un'operazione di ricognizione idrografica è necessaria un'ampia pianificazione della missione. Occorre innanzitutto individuare la spiaggia target e poi la modalità di inserimento più opportuna scelta per gli elementi SEAL. L'inserimento potrebbe essere effettuato dall’aria, da unità navale di superficie, un midget o anche un sottomarino a grandezza naturale, o attraverso una combinazione di questi metodi. Nel mondo di oggi, è anche possibile che questa missione di ricognizione possa impiegare sistemi e veicoli automatizzati (XLUUV, UUV etc…) che sostituiscano alcuni dei compiti precedentemente svolti dagli esseri umani.
Una volta eseguita con successo una ricognizione e identificati gli ostacoli target, le unità SEAL dovrebbero quindi pianificare ed eseguire la missione di demolizione subacquea. Ciò comporterebbe probabilmente l’identificazione delle “corsie” desiderate attraverso le quali la forza d’invasione raggiungerebbe le spiagge e la suddivisione degli elementi SEAL in unità più piccole, ciascuna responsabile della pulizia di una o più di quelle corsie.
Idealmente, la ricognizione e il posizionamento degli esplosivi vengono effettuati in modo clandestino, e la demolizione vera e propria coglie il nemico alla sprovvista e dà il via all'invasione. Nello scenario peggiore, gli elementi SEAL dovrebbero piazzare esplosivi mentre sono sotto il fuoco dei cannoni costieri e mentre sono supportati dal fuoco navale che cerca di eliminare quei cannoni. Come si può immaginare, la missione può diventare estremamente pericolosa durante un'invasione anfibia in pieno stile Seconda Guerra Mondiale.

LA RICOGNIZIONE IDROGRAFICA E LA DEMOLIZIONE SUBACQUEA

I marinai della US NAVY con il Naval Oceanography Mine Warfare Center conducono un'indagine idrografica del litorale utilizzando un veicolo sottomarino autonomo in Norvegia il 16 agosto 2023. La Task Force 61/2.5 fornisce ai comandanti delle forze navali e congiunte attività di ricognizione e contro-ricognizione multidominio dedicate (RXR ) capacità. 
Alcuni potrebbero obiettare che queste missioni sono irrilevanti nel mondo odierno dei droni e delle piattaforme avanzate di ricognizione senza pilota. Questi sono argomenti che vanno oltre l’autore, che non è più a conoscenza delle tecnologie più all’avanguardia degli Stati Uniti o dei suoi alleati. Quello che penso, però, è che sembra miope escludere la possibilità di sbarchi anfibi in un futuro grande conflitto peer-to-peer. La ricognizione idrografica e le demolizioni subacquee sono capacità che i comandanti militari statunitensi senza dubbio vogliono avere a loro disposizione, e finché ciò rimane vero, i Navy SEAL continueranno a tenerli nella loro borsa dei trucchi.
Non è una missione che le forze statunitensi hanno dovuto eseguire nel recente passato, ma è una capacità che rimane importante per possibili conflitti futuri in cui le invasioni anfibie potrebbero nuovamente diventare necessarie.


Con il termine Navy SEAL si indicano le forze speciali della United States Navy. 

Vengono impiegati soprattutto in conflitti e guerre non convenzionali, difesa interna, azione diretta e azioni anti-terrorismo nonché in missioni speciali di ricognizione in ambienti operativi prevalentemente marittimi e costieri.
Il nome di questo corpo è un acronimo che racchiude in sé gli ambienti in cui i membri sono stati addestrati ad operare (SEa, mare - Air, aria - Land, terra). Dipendono dal United States Naval Special Warfare Command.
All'interno dei SEALs è presente una componente specializzata in antiterrorismo, comunemente nota come SEAL Team 6 ma ufficialmente chiamata United States Naval Special Warfare Development Group (DEVGRU).

Addestramento

L'addestramento delle reclute, conosciuto come BUD/S - SQT (Basic Underwater Demolition/SEALs - SEAL Qualification Training), ha una durata di quarantatré settimane ed è suddiviso come segue:
  • venticinque settimane - Addestramento base Basic Underwater Demolition/SEALs (BUD/S) presso il Naval Special Warfare Center a Coronado (San Diego, California);
  • tre settimane - Addestramento di paracadutismo static-line presso lo U.S. Army a Fort Benning, Georgia;
  • quindici settimane - SEAL Qualification Training (SQT) a Coronado.

Alla fine di questo periodo le reclute sono ufficialmente nominate SEAL e ricevono un distintivo speciale, lo Special Warfare Badge, conosciuto anche come "Tridente dei SEAL" (e soprannominato Budweiser dai membri dei Team). Prima di poter essere assegnati ai Team operativi, però, ciascun SEAL deve superare l'ultima fase di addestramento di base comune: tre settimane di addestramento per i climi rigidi (Winter Warfare / Cold Weather and Cold Water Survival Course) a Kodiak, Alaska. Al termine di quest'ultimo periodo i nuovi SEALs ricevono le assegnazioni al loro nuovo TEAM, ad un SDV Team (SEAL Delivery Vehicles, i minisommergibili per il trasporto tattico subacqueo) o per ulteriori corsi specialistici di formazione avanzata (tiratori scelti, comunicazioni, assistenza medica in combattimento eccetera).
Gli ufficiali devono superare anche lo Junior Officer Course, di cinque settimane, a Coronado. Tutti i SEALs, prima di essere inviati in uno scenario operativo, devono inoltre superare un impegnativo corso SERE (Survival, Evasion, Resistance, Escape) di tre settimane.

BUD/S

Per poter accedere all'addestramento vero e proprio è necessario superare il PST, che richiede almeno:
  • 500 iarde (circa 455 metri) a nuoto a rana o in "sidestroke" in meno di 12 minuti e 30 secondi;
  • Almeno 50 piegamenti sulle braccia in 2 minuti;
  • Almeno 50 addominali (sit-up) in 2 minuti;
  • Almeno 10 trazioni alla sbarra (da posizione distesa);
  • 1,5 miglia (circa 2,4 chilometri) di corsa con anfibi e pantaloni lunghi in meno di 10 minuti e 30 secondi.

Tali valori sono i minimi per poter essere considerati idonei all'inizio dell'addestramento; i valori considerati competitivi sono:
  • 500 iarde (circa 455 metri) a nuoto a rana o in "sidestroke" in meno di 10 minuti;
  • 100 piegamenti in 2 minuti;
  • 80-100 addominali (sit-up) in 2 minuti;
  • 15-20 trazioni alla sbarra (da posizione distesa);
  • 1.5 miglia (circa 2.4 chilometri) di corsa con anfibi e pantaloni lunghi in meno di 10 minuti.

Dopo la prova di nuoto vengono concessi dieci minuti di riposo; dopo i piegamenti sulle braccia e i sit-ups sono concessi due minuti di riposo; dopo le trazioni sono concessi dieci minuti di riposo.
Il BUD/S, conosciuto per essere uno dei più duri e brutali regimi di addestramento militare di tutte le forze armate NATO, ha un tasso di abbandono solitamente superiore all'80%. Il suo obiettivo è selettivo oltre che formativo, soprattutto per quanto riguarda l'Indoc e le prime due fasi.
Questo regime è composto da quattro fasi distinte: Indoc (indottrinamento di base), Prima Fase (Physical Training, comprendente la cosiddetta Hell Week); Seconda Fase (addestramento acquatico); Terza Fase (combattimento terrestre e demolizioni). Il tasso maggiore di abbandoni avviene durante la Hell Week e durante certe prove selettive di acquaticità estrema della Seconda Fase. Durante tutto il BUD/S è notevolmente elevata la percentuale di ritiri per motivi medici: allievi che hanno riportato lesioni traumatiche, infezioni o fratture da stress e che devono essere esclusi dal corso o rinviati ai corsi successivi. In ogni momento un allievo può abbandonare il corso dicendo semplicemente "I Quit" ("rinuncio", "mi arrendo") ad un istruttore e suonando per tre volte una piccola campana vicino al centro addestrativo; chi si ritira volontariamente dal corso viene definito "DOR" (Drop on Request).
L'Indoc è una breve fase preliminare, della durata di due settimane, finalizzata ad effettuare alcuni screening fisici, tecnici e sanitari di base nonché a fornire agli allievi un assaggio di quello che li aspetta nelle settimane successive in termini di fatica e stress addestrativo. Questo periodo serve anche a predisporre alcune competenze tecniche elementari, che saranno poi ampiamente utilizzate nelle fasi successive degli addestramenti.

La Prima Fase, della durata di otto settimane, ha come scopo principale quello di selezionare in maniera massiccia il pool di aspiranti SEALs attraverso un condizionamento fisico estremamente duro e continuativo. Per le prime quattro settimane gli allievi vengono suddivisi in Boat Crew (equipaggi di barca) e sottoposti a lunghissime sessioni di PT (physical training, consistente in cicli di piegamenti, addominali e trazioni alla sbarra, corse di resistenza sulla sabbia per circa 12-24 chilometri al giorno e corse di resistenza portando in gruppo una barca sopra la testa), Log PT (esercizi fisici effettuati con pali telefonici dal peso di oltre 150 kg usati come carichi aggiuntivi), O-Course (un percorso di guerra di particolare difficoltà tecnica e fatica fisica), swimming evolutions (lunghe prove di nuoto sulla costa oceanica, fino ad otto chilometri), surf torture (prove di resistenza fisica al freddo con lunghe permanenze immobili in acqua fredda) e sessioni di canottaggio oceanico su piccole barche. Questa fase è finalizzata sia a sviluppare la resistenza fisica degli allievi che soprattutto a testarne la forza di volontà. Sempre durante la prima fase vengono verificate le attitudini di acquaticità degli allievi attraverso le sessioni di drown proofing svolte in piscina: gli allievi vengono legati mani e piedi e devono essere in grado di nuotare in quelle condizioni per 400 metri, recuperando poi con i denti delle maschere subacquee buttate a cinque metri di profondità. La quinta settimana della Prima fase è la cosiddetta Hell Week, la settimana che da sola vede normalmente il 50% degli abbandoni del corso: durante tale settimana, che ha un ruolo fondamentale nella cultura interna dei SEALs, gli allievi sono sottoposti a cinque giorni ininterrotti di addestramento fisico intensivo con una media di 2-4 ore di sonno in tutta la settimana. Durante la Hell Week è considerato normale esercitarsi ininterrottamente e senza dormire anche per 72 ore di fila, con lunghe ore in acque fredde, correndo nel complesso per circa 150 chilometri sulla sabbia e ripetendo serie di migliaia di piegamenti, sit-ups e trazioni alla sbarra. Durante le corse e i percorsi di guerra della Hell Week, le squadre portano quasi ininterrottamente con loro, sollevate sopra la testa, delle pesanti barche da addestramento (IBS). I rischi di incidenti, lesioni e ipotermia sono molto elevati e infatti ogni evoluzione addestrativa è seguita da squadre di istruttori e personale medico; ogni sera, inoltre, gli allievi vengono visitati dal personale medico militare per verificare il loro stato di salute e ricevono una profilassi antibiotica continuativa. Al termine della Hell Week gli allievi ricevono due giorni di riposo totale e vengono inviati alla seconda parte della prima fase, dove il ritmo addestrativo, per quanto intenso, viene opportunamente ridotto per permettere di recuperare le forze dopo la settimana precedente. In tale parte si continua con l'addestramento fisico e si introducono i concetti di base della ricognizione idrografica.

La Seconda Fase consiste nell'addestramento acquatico e nella preparazione di base alle immersioni con autorespiratori, a circuito chiuso e aperto. Si svolge in gran parte in piscina e torri di immersione, ma prevede anche numerose sessioni di nuoto oceanico e canottaggio. Vengono condotte prove di riparazione di urgenza degli apparati di auto-respirazione, svolte sott'acqua e in condizioni realistiche, e si sperimenta la resistenza degli allievi a condizioni di acquaticità estrema, come decompressioni rapide da due atmosfere e nuoto subacqueo in apnea per 50 metri.
La Terza Fase, che si svolge in gran parte sulla San Clemente Island, in California, prevede l'approfondimento di tecniche, tattiche e procedure operative di movimento e combattimento terrestre, tecniche di pattugliamento e di predisposizione imboscate nonché un'ampia introduzione teorico-pratica all'uso degli esplosivi e delle demolizioni controllate. È considerata la fase col minore numero di abbandoni.

Al termine della Terza Fase gli allievi ricevono l'attestazione di superamento del BUD/S e vengono avviati alla tappa formativa successiva: prima a Fort Benning per conseguire il brevetto di paracadutismo militare e poi a Coronado per frequentare l'SQT (precedentemente denominato STT - SEAL Teams Training).

SQT

Il SEAL Qualification Training è finalizzato a formare gli allievi che hanno appena terminato il BUD/S in ordine all'esecuzione dei principali compiti operativi propri delle forze speciali navali. Il suo scopo è quindi prevalentemente formativo, essendo la fase selettiva sostanzialmente limitata al BUD/S (si stima che il tasso di abbandoni nell'SQT sia limitato solo al 10-15% di coloro che lo iniziano).
L'attenzione quindi si sposta dall'ambito dell'efficienza fisica e delle tecniche di base della fase precedente a quello della competenza tattica e tecnico-operativa avanzata; il regime addestrativo rimane nondimeno intenso ed impegnativo e prevede ancora lunghe sessioni di addestramento fisico e natatorio.
Al termine dell'SQT, per qualificarsi SEALs e ottenere l'ambito Tridente, gli allievi devono pianificare ed eseguire una lunga e complessa esercitazione operativa di squadra, per completare la quale devono dimostrare di essere in grado di usare ed integrare correttamente tutte le diverse competenze acquisite precedentemente nel corso del BUD/S e dell’SQT.

Struttura operativa del Naval Special Warfare Command

Il Naval Special Warfare Command ha quattro gruppi operativi o "Echelon III Major Commands" sotto il suo controllo operativo e amministrativo. Sono il 1, 2, 3 e 4. Ogni Gruppo è comandato da un Capitano della Marina (O-6). Ogni singolo gruppo è incaricato di supervisionare e supportare l'addestramento, l'equipaggiamento, il dispiegamento e il dispiegamento operativo dei suoi comandi subordinati. I suoi dipartimenti, composti da personale in servizio attivo e civile, comprendono Intelligence, Pianificazione delle operazioni, Comunicazioni, Personale, Ricerca/Sviluppo/Test e Ingegneria.
Nello specifico questi sono i vari gruppi con i team o squadroni appartenenti:
  • Naval Special Warfare Group 1 Coronado, California
  • SEAL Team 1 Area di responsabilità: Pacifico occidentale Ambiente operativo: Giungla,deserto, urbano;
  • SEAL Team 3 Area di responsabilità : Medio Oriente Ambiente operativo: Deserto e urbano;
  • SEAL Team 5 Area di responsabilità : Corea Ambiente operativo: Artico, deserto e urbano;
  • SEAL Team 7 Area di responsabilità : Pacifico occidentale Ambiente operativo: Giungla, deserto e città;
  • Naval Special Warfare Group 2 Little Creek, Virginia;
  • SEAL Team 2 Area di responsabilità : Europa settentrionale Ambiente operativo: Deserto e urbano;
  • SEAL Team 4 Area di responsabilità : Sud e Centro America Ambiente operativo: Deserto e urbano;
  • SEAL Team 8 Area di responsabilità : Mediterraneo/Europa meridionale Ambiente operativo: Deserto e urbano;
  • SEAL Team 10 Area di responsabilità : Mediterraneo/Europa meridionale Ambiente operativo: Deserto e urbano;
  • Naval Special Warfare Group 3 Coronado, California;
  • SDVT-1 Area di responsabilità: Pacifico (ASDS / mondiale) Ambiente operativo: sottomarino;
  • SDVT-2 Area di responsabilità: Atlantico e Mediterraneo Ambiente operativo: sottomarino;
  • Naval Special Warfare Group 4 Little Creek, Virginia;
  • SBT-12 Area di responsabilità: Pacifico e Medio Oriente Ambiente operativo : Marittimo e costiero;
  • SBT-20 Area di responsabilità: Europa, Mediterraneo e Medio Oriente Ambiente operativo: Marittimo e costiero;
  • SBT-22 Area di responsabilità: In tutto il mondo Ambiente operativo: Fluviale;
  • Naval Special Warfare Group ONE;
  • NSWG-1 ha sede a Coronado, in California. Comanda, addestra, equipaggia e schiera i SEAL Team 1, 3, 5 e 7. Esercita anche il controllo amministrativo sull’unità di guerra speciale navale 1 (NSWU-1) a Guam e dell'Unità di guerra speciale navale 3 (NSWU-3) nel Bahrein. Ha la responsabilità geografica per il Medio Oriente, la Corea e il Pacifico occidentale.

Gruppo di guerra speciale navale DUE

NSWG-2 ha sede a Little Creek, in Virginia. Comanda le squadre SEAL 2, 4, 8 e 10. Ha anche il controllo amministrativo sull’unità di guerra speciale navale 2 (NSWU-2) a Stoccarda, in Germania, e dell'Unità di guerra speciale navale 10 (NSWU-10) a Rota, in Spagna. La sua responsabilità geografica è tutta l'Europa, l'America centrale e meridionale e il Mediterraneo.

Gruppo di guerra speciale navale TRE

NSWG-3 ha sede a Coronado, in California. Comanda il SEAL Delivery Vehicle Team 1 (SDVT-1) a Pearl Harbor, Hawaii, e il SEAL Delivery Vehicle Team 2 (SDVT-2) a Little Creek, VA. Questo Comando Maggiore ha la responsabilità della mobilità sottomarina del NSW in tutto il mondo.

Gruppo di guerra speciale navale QUATTRO

NSWG-4 ha sede a Little Creek, in Virginia. Comanda lo Special Boat Team 12 (SBU-12) di Coronado, CA, lo Special Boat Team 20 (SBU-20) di Little Creek, in Virginia, e lo Special Boat Team 22 (SBU-22) di Stennis, MS.

Task Group di guerra speciale navale

Durante un dispiegamento operativo, il Comandante di un qualsiasi gruppo NSW può schierarsi all'estero con elementi dei suoi dipartimenti operativi, di intelligence, comunicazioni, e stabilire e guidare un gruppo operativo NSW. In alternativa, può essere incaricato di dirigere una Joint Special Operations Task Force (JSOTF) di SOF della Marina, dell'Esercito e dell’Aeronautica.

Team e struttura operativa

Le unità SEALs dipendono dal Naval Special Warfare Command di Coronado. Sono suddivisi in quattro Naval Special Warfare Group: il primo gruppo East Coast, con sede a Little Creek, Virginia, il secondo gruppo West Coast, con sede a Coronado, il terzo gruppo “SDTV“ con sede Coronado California, e il quarto gruppo “Special boat / SWCC” con sede a Little Creek, Virginia.
Ogni gruppo, oltre ad una pedina di comando e supporto, ha alle proprie dipendenze quattro SEALs Teams (i team 1, 3, 5, 7 sono assegnati al Gruppo West Coast mentre i team 2, 4, 8, 10 sono assegnati al Gruppo East Coast).
Ogni team è a sua volta suddiviso in otto o dieci plotoni, ciascuno dei quali è composto da sedici uomini (due ufficiali e quattordici soldati, anche se occasionalmente viene aggregato un terzo ufficiale), e che rappresentano l'unità operativa fondamentale dei SEALs. Ogni plotone può essere rapidamente suddiviso in due squadre da otto operatori, in quattro nuclei da quattro o in otto "swim pairs" da due, in caso di necessità e per maggiore flessibilità operativa.
Ogni ciclo di vita operativo dei team è di due anni ed è suddiviso in quattro fasi di sei mesi ciascuna. Le prime tre fasi (diciotto mesi) sono di ulteriore preparazione e integrazione, mentre la quarta è di dispiegamento attivo nel teatro operativo.

Le fasi di preparazione sono:
  • PRODEV (6 mesi): Approfondimento della formazione tecnico-professionale individuale dei singoli operatori. Il focus è sul "singolo SEAL";
  • ULT (6 mesi): Addestramento tattico ed operativo di Plotone. Riguarda il Plotone nel suo insieme e il "lavoro di squadra", con l'integrazione professionale delle varie competenze;
  • Squadron Integration (6 mesi): Addestramento pre-dispiegamento di Squadrone. Le attività sono focalizzate sulla pianificazione dell'intervento in teatro operativo e l'integrazione funzionale dei vari elementi (SEAL e non SEAL) che compongono il NSW Squadron.

I team, durante la fase di dispiegamento operativo e nel periodo immediatamente precedente, si riconfigurano funzionalmente e strutturalmente come NSW (Naval Special Warfare) Squadron, comprendenti, oltre ai plotoni operativi SEAL in servizio attivo, anche assetti e pedine operative di complemento (Special Boats, EODs, assetti aggiuntivi di intelligence, comunicazione, amministrazione, etc.), addestrati insieme per poter interagire efficacemente.
Nel complesso, in ogni momento sono attivamente dispiegati in teatro operativo tra i 250 ed i 500 SEALs, più altri piccoli contingenti o squadre minori di supporto e collegamento.
Il NSWG-3 ha sede a Coronado, in California. Da esso dipendono il SEAL Delivery Vehicle Team 1 (SDVT-1) con sede a Pearl Harbor, Hawaii, la cui area di responsabilità è il Pacifico inoltre gestisce e mantiene l'unico Advanced SEAL Delivery System (ASDS) e il SEAL Delivery Vehicle Team 2 (SDVT-2) con sede a Little Creek, VA la cui area di responsabilità è l’oceano atlantico è il mar mediterraneo. Il NSWG-3 ha la responsabilità della mobilità sottomarina nel NSW in tutto il mondo.




Ripensare la guerra, e il suo posto
nella cultura politica europea contemporanea,
è il solo modo per non trovarsi di nuovo davanti
a un disegno spezzato
senza nessuna strategia
per poterlo ricostruire su basi più solide e più universali.
Se c’è una cosa che gli ultimi eventi ci stanno insegnando
è che non bisogna arrendersi mai,
che la difesa della propria libertà
ha un costo
ma è il presupposto per perseguire ogni sogno,
ogni speranza, ogni scopo,
che le cose per cui vale la pena di vivere
sono le stesse per cui vale la pena di morire.
Si può scegliere di vivere da servi su questa terra, ma un popolo esiste in quanto libero, 
in quanto capace di autodeterminarsi,
vive finché è capace di lottare per la propria libertà: 
altrimenti cessa di esistere come popolo.
Qualcuno è convinto che coloro che seguono questo blog sono dei semplici guerrafondai! 
Nulla di più errato. 
Quelli che, come noi, conoscono le immense potenzialità distruttive dei moderni armamenti 
sono i primi assertori della "PACE". 
Quelli come noi mettono in campo le più avanzate competenze e conoscenze 
per assicurare il massimo della protezione dei cittadini e dei territori: 
SEMPRE!
….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace, 
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a darla per scontata:
una sorta di dono divino e non, 
un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…
…Vorrei preservare la mia identità,
difendere la mia cultura,
conservare le mie tradizioni.
L’importante non è che accanto a me
ci sia un tripudio di fari,
ma che io faccia la mia parte,
donando quello che ho ricevuto dai miei AVI,
fiamma modesta ma utile a trasmettere speranza
ai popoli che difendono la propria Patria!
Signore, apri i nostri cuori
affinché siano spezzate le catene
della violenza e dell’odio,
e finalmente il male sia vinto dal bene…

(Fonti: https://svppbellum.blogspot.com/, Web, Google, SANDBOXX, Wikipedia, You Tube)






























 

venerdì 3 novembre 2023

Regia Marina italiana 1943 - 1944: il Murena è stato un sommergibile della classe Tritone, varato nel 1943 e affondato il 4 settembre 1944.






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Il Murena è stato un sommergibile della Regia Marina, appartenente alla classe Tritone, varato nel 1943 e affondato il 4 settembre 1944.
Nel corso della costruzione fu presa la decisione di adattarlo al trasporto di mezzi d'assalto, con l'applicazione di quattro contenitori cilindrici per SLC o barchini MTR (tali contenitori erano collocati ai lati del ponte, due all'altezza della torretta e due leggermente a proravia di essa): il Murena fu varato con i contenitori già ai loro posti.
Impostato presso i cantieri OTO del Muggiano, durante l'allestimento fu adattato per il trasporto dei mezzi d'assalto, con l'applicazione in coperta di 4 cilindri per SLC, con notevoli perfezionamenti.
L'8 settembre 1943 il Murena, al Comando del CC Luigi LONGANESI CATTANEI, si trovava pronto per eseguire un attacco alla fortezza di Gibilterra.
Fu sabotato e autoaffondato dall'equipaggio presso la diga foranea di La Spezia.
Recuperato in seguito dai tedeschi, denominato U.IT.16, fu quindi trasferito a Genova dove rimase inattivo; il 4 settembre 1944 venne affondato durante un bombardamento aereo.


CARATTERISTICHE TECNICHE DEL SOMMERGIBILE “MURENA”:
  • Cantiere: O.T.O.- La Spezia;

  • Impostato:01-04-1942;

  • Varato: 11-04-1943;

  • Consegnato: 25-08-1943;

  • Catturato: ??-09-1943;

  • Affondato: 04-09-1944;

  • Radiato: 27-03-1947;
  • Dislocamento in superficie 866 t - in immersione 1068 t.;

  • Lunghezza 63,15 m;

  • Larghezza 6,98 m;

  • Pescaggio 4,87 m;

  • Profondità operativa:80 mt.;

  • Profondità di collaudo: 130 mt.;

  • Propulsione motore diesel FIAT da 2.400 CV; elettrico C.R.D.A. da 800 CV;

  • Velocità in superficie: 16 nodi - in immersione: 8 nodi;

  • Autonomia in superficie:2000 nm a 12 nodi, 13.000 nm a 8,5 nodi;

  • Autonomia in immersione: 7 nm a 8 nodi, 74,5 a 4 nodi;

  • Equipaggio 5 ufficiali 44 sottufficiali e comuni;
Armamento artiglieria: 1 cannone da 100/47mm - 2 mitragliere binate da 13,2mm - siluri: 4 tubi lanciasiluri da 533mm a prora - 2 tubi lanciasiluri da 533mm a poppa.

A settembre era pressoché pronto per la sua prima missione come mezzo avvicinatore: al comando del capitano di corvetta Luigi Longanesi Cattani, a inizio ottobre 1943 (entro il 2 del mese) avrebbe portato quattro barchini MTR per attaccare la base britannica di Gibilterra.
L'8 settembre 1943, il Comandante Longanesi Cattani si trovava in mare con il Murena per un ulteriore collaudo e, quando rientrò, trovò la base in stato di allarme. Superate le iniziali perplessità, e tentato inutilmente di contattare i comandi, diede ordine di rifornire il Murena e di prepararsi a prendere il mare. Ma, giunse l'ordine dall'ammiraglio Maraghini di autoaffondarsi erroneamente convinto che così come gli altri sommergibili della Classe Tritone Grongo e lo Sparide, non fosse in grado di prendere il mare. Con l'aiuto del Comandante Junio Valerio Borghese, ottenne l'annullamento dell’ordine.
Il direttore di macchina del Murena, capitano del Genio Navale Pier Marietti, scomparve con il sommergibile mentre dirigeva le manovre di autoaffondamento.
In seguito, recuperato dai tedeschi, il Murena ricevette la nuova denominazione di U. IT. 6 e fu trasferito da La Spezia a Genova per le riparazioni, ma il 4 settembre 1944, nel corso di un violento bombardamento aereo statunitense su Genova, fu colpito e affondato, così come i gemelli Sparide e Grongo.

LA TRAGICA FINE DEL SOMMERGIBILE “MURENA” - LA VERSIONE DEL C/TE LUIGI LONGANESI CATTANI:
“”””In effetti gli avvenimenti che portarono all'autoaffondamento del Murena, ed alla dolorosissima perdita del capitano Marietti, si svolsero in modo completamente diverso da come furono riportati sul "Notiziario". Come si può rilevare nell'opera Decima Flottiglia MAS del comandante Junio Valerio Borghese, il giorno 8 settembre 1943 il regio sommergibile Murena, al mio comando, era pronto per eseguire un attacco a Gibilterra, previsto per il 2 ottobre 1943. Preciso che il giorno 8 settembre 1943 facemmo con il Murena l'ultima uscita in mare, che concludeva la preparazione della suddetta operazione d'assalto, con risultati pienamente soddisfacenti sia nei riguardi del grado di addestramento raggiunto dal personale, che del funzionamento dei materiali.
Rientrammo alla nostra base presso la Decima Flottiglia MAS nella notte poiché avevamo concluso quest'ultima giornata di preparazione con un'esercitazione di tiro notturno che ci aveva impegnati in mare per le prime ore di oscurità dopo il tramonto. Al nostro rientro ci colse del tutto impreparati ed increduli la notizia dell'armistizio trasmessa dall' emittente radiofonica civile. Tale notizia appariva del tutto inverosimile a noi che, proprio quel giorno, avevamo appena ultimato la preparazione di un'imminente azione di attacco particolarmente impegnativa.
Nell'incertezza della situazione decisi di approntare il battello per una missione prolungata, imbarcando siluri, munizioni, viveri, carburante, e di uscire appena possibile in mare aperto, ove avrei potuto prendere le migliori decisioni a ragion veduta, con le indispensabili garanzie di legittimità degli ordini ed in piena libertà.
Diedi quindi gli ordini conseguenti all'ufficiale in seconda ed al direttore di macchina che avevano entrambi condiviso, senza alcuna riserva, la linea di condotta da me adottata in quell'incerta situazione. Nelle prime ore del mattino successivo, 9 settembre, mentre erano in corso le operazioni per l'approntamento del battello, d'accordo con il comandante della Decima Flottiglia MAS, C.F. Junio Valerio Borghese, dal quale dipendevo direttamente, mi recai a Lerici con l'intento di ottenere da Generalmas qualche chiarimento sulla situazione che a noi appariva tuttora incerta e confusa.
Al mio rientro alla Decima Flottiglia MAS, al Muggiano, ove avevo lasciato il mio sommergibile ormeggiato alla banchina, in fase di approntamento, fui informato dal comandante della flottiglia che, per ordine del comandante in capo dell'Alto Tirreno, il mio Murena, insieme ai sommergibili gemelli Sparide e Grongo, era stato inviato verso una zona interna alla diga foranea con l'ordine di autoaffondarsi. Operazione che veniva svolta sotto la direzione del maggiore del genio navale Sanna, capo dell'ufficio di sorveglianza della Marina presso i cantieri O.T.O. Melara.
Evidentemente, per le rigorose norme di assoluta riservatezza, sempre strettamente osservate anche verso i Comandi del livello più elevato, nel caso di missioni di sommergibili trasportatori di mezzi d'assalto, al comandante in capo dell'Alto Tirreno, era stato deliberatamente celato che il Murena (a differenza del Grongo e dello Sparide in corso di allestimento) era già pronto ed addestrato per un'imminente missione di assalto. Ignorando la situazione, il comando in capo dell'Alto Tirreno aveva emanato un ordine di autoaffondamento unico per i tre battelli che gli risultavano tutti in corso di allestimento.
Appena chiarita telefonicamente la nostra diversa situazione rispetto agli altri due sommergibili gemelli, il comando in capo dell'Alto Tirreno accettò la mia richiesta di annullare, per il Murena, il suo ordine di autoaffondamento, ed io diressi immediatamente con un velocissimo M.T.S., messomi a disposizione dal comandante della Decima Flottiglia MAS, verso il mio battello (che vedevo fermo, insieme ai due sommergibili gemelli Grongo e Sparide, in prossimità della diga foranea), per comunicare l'annullamento dell'ordine di autoaffondamento e confermare gli ordini di approntamento all'uscita in mare aperto.
Quando ero ormai a poche centinaia di metri dal mio sommergibile lo vidi immergersi scomparendo repentinamente dalla superficie.
Dal pontone che forniva la necessaria assistenza ai tre battelli per le operazioni di autoaffondamento, sul quale si trovava il sergente mitragliere Italo Tarca, mi fu comunicato che il capitano del genio navale Marietti, capo servizio G.N. del Murena, che stava eseguendo personalmente le operazioni di autoaffondamento del nostro battello, sotto la direzione del maggiore G.N. Sanna, era rimasto nell'interno del sommergibile affondato. Fu chiaro, in seguito, che la causa di tale imprevisto, repentino affondamento del Murena, era stata l'apertura degli imbarchi siluri predisposta dai siluristi in attesa dei siluri da imbarcare che l'ufficiale in seconda stava cercando di procurare in Arsenale, mentre il battello era ancora ormeggiato alla banchina.
Tali aperture degli imbarchi siluri erano sfuggite all’attenzione del personale che successivamente aveva compiuto i preparativi per l'autoaffondamento, perché erano nascoste dal pagliolato che era stato rimesso a posto per consentire il traffico degli altri materiali da imbarcare.
Con ogni probabilità, il capitano Marietti, per non essere travolto dall'ingente violento afflusso di acqua, che entrava nel battello in modo del tutto imprevisto dagli imbarchi siluri aperti, si era rifugiato nella camera motori, adiacente alla camera di manovra in cui si trovava, chiudendo dietro di sé la porta stagna. Da quel locale, infatti, il capitano Marietti continua lungamente ad indicare la sua presenza battendo colpi sullo scafo, colpi ai quali rispondevano, con colpi dall'esterno i migliori sommozzatori della Decima Flottiglia MAS, guidati dal T.V Massano, prontamente accorsi su nostra urgente chiamata per procedere ai tentativi di salvataggio dello stesso capitano Marietti. Tentativi resi molto difficili dal fatto che la camera motori ove si era rifugiato il capitano Marietti non aveva garitte di fuoriuscita in corrispondenza della porta stagna che la divideva dalla camera di manovra, allagata su un fondale di 18 metri per cui, quando finalmente fu possibile ai sommozzatori aprire quella porta stagna, raggiungere il capitano Marietti e riportarlo alla superficie, questi era già senza vita ed a nulla valsero, purtroppo, i prolungati tentativi di rianimazione che il servizio sanitario della Decima Flottiglia MAS, accorso insieme ai sommozzatori, iniziò immediatamente.
Il sergente Italo Tarca ed io seguimmo dall'inizio tutti gli avvenimenti successivi all’affondamento del Murena: i tentativi di salvataggio, e quelli di rianimazione del mio sventurato Capo Servizio Genio Navale, al quale ero legato da profondo affetto, così come lo ero a ciascun uomo del nostro equipaggio.
L'equipaggio del Murena era composto esclusivamente da volontari, ed in larga misura da sommergibilisti che avevano operato con me per tutta la durata del conflitto, prima sul Brin (in Mediterraneo ed in Atlantico), subito dopo sul Da Vinci (in Atlantico) ed infine (dopo una breve parentesi in Mar Nero) si erano offerti per costituire l'equipaggio di un sommergibile destinato alle missioni con i mezzi d' assalto, del quale io ero il comandante designato.
Di questo nuovo battello curammo l'allestimento in tutti i dettagli, sulla base delle esperienze che avevamo maturato insieme in tre anni di operazioni di guerra sui diversi fronti; uno dei più valorosi era proprio il sergente mitragliere Italo Tarca (nella foto pubblicata sul "Notiziario" è il quarto da destra della prima fila in basso) intrepido combattente nelle azioni di fuoco in superficie che determinarono alcuni successi.
Più di ogni mia parola, l'espressione che si può cogliere sul volto di ciascuno, in questa foto scattata alla vigilia della nostra prima missione di assalto, esprime qual era lo spirito del nostro equipaggio composto di uomini animati dallo stesso ideale, ed uniti tra loro assai più di quanto lo si possa essere in qualsiasi altra famiglia umana.
Essi non avrebbero mai tollerato che uno di loro venisse soppresso con la barbara azione ingiustamente attribuita ai tedeschi nella versione riportata sul "Notiziario". A differenza di quanto viene erroneamente asserito in tale versione, né prima, né durante le operazioni di autoaffondamento, né successivamente durante i tentativi di salvataggio e di rianimazione del capitano Marietti, prolungatisi complessivamente per alcune ore, si verificò mai alcun intervento, né si delineò alcuna minaccia di intervento, da parte dei tedeschi.
L'unico portello aperto, quello della torretta non fu mai chiuso, né dal maggiore G.N. Sanna, che dirigeva le operazioni di autoaffondamento, né dal sergente Tarca che dava diretta assistenza al capitano Marietti, mentre io stavo sopraggiungendo con un M.T.S., unità di un tipo di dotazione alla Decima Flottiglia MAS, di cui facevamo parte, ben noto a ciascuno di noi, sicuramente identificabile come Unità italiana dal personale che dirigeva o eseguiva le operazioni di autoaffondamento.
Ed infatti il Sergente Tarca mi ha recentemente confermato che non solo l'Unità con la quale io sopraggiungevo era stata da loro riconosciuta quale appartenente alla nostra flottiglia, ma che avevano notato la mia presenza a bordo”””. Comandante Longanesi Cattani, Roma 1987.


Il relitto, recuperato nel 1947, fu avviato alla demolizione.



Ripensare la guerra, e il suo posto
nella cultura politica europea contemporanea,
è il solo modo per non trovarsi di nuovo davanti
a un disegno spezzato
senza nessuna strategia
per poterlo ricostruire su basi più solide e più universali.
Se c’è una cosa che gli ultimi eventi ci stanno insegnando
è che non bisogna arrendersi mai,
che la difesa della propria libertà
ha un costo
ma è il presupposto per perseguire ogni sogno,
ogni speranza, ogni scopo,
che le cose per cui vale la pena di vivere
sono le stesse per cui vale la pena di morire.
Si può scegliere di vivere da servi su questa terra, ma un popolo esiste in quanto libero, 
in quanto capace di autodeterminarsi,
vive finché è capace di lottare per la propria libertà: 
altrimenti cessa di esistere come popolo.
Qualcuno è convinto che coloro che seguono questo blog sono dei semplici guerrafondai! 
Nulla di più errato. 
Quelli che, come noi, conoscono le immense potenzialità distruttive dei moderni armamenti 
sono i primi assertori della "PACE". 
Quelli come noi mettono in campo le più avanzate competenze e conoscenze 
per assicurare il massimo della protezione dei cittadini e dei territori: 
SEMPRE!
….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace, 
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a darla per scontata:
una sorta di dono divino e non, 
un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…
…Vorrei preservare la mia identità,
difendere la mia cultura,
conservare le mie tradizioni.
L’importante non è che accanto a me
ci sia un tripudio di fari,
ma che io faccia la mia parte,
donando quello che ho ricevuto dai miei AVI,
fiamma modesta ma utile a trasmettere speranza
ai popoli che difendono la propria Patria!
Signore, apri i nostri cuori
affinché siano spezzate le catene
della violenza e dell’odio,
e finalmente il male sia vinto dal bene…

(Fonti: https://svppbellum.blogspot.com/, Web, Google, Issu, Grupsom, BETASOM, Wikipedia, You Tube)























 

DUE VELIVOLI STRAORDINARI, ACCOMUNATI DA UN MEDESIMO DESTINO: l’Avro Canada CF-105 Arrow (1953 - 1959) e il BAC TSR-2 (1957 - 1965).

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