venerdì 14 novembre 2025

MARINA MILITARE ITALIANA 2040: come riportato dagli autorevoli siti web esteri Interestengineering e NavyRecognition, Fincantieri si starebbe preparando a iniziare gli studi di progettazione nel 2026 per una nuova portaerei munita di apparato di propulsione nucleare. Il programma, denominato “Minerva”, funge da quadro istituzionale per lo sviluppo della propulsione nucleare navale. La fase iniziale di Minerva si concentrerà su sottomarini e DDG, mentre una portaerei a propulsione nucleare rimarrebbe in fase di valutazione per una futura implementazione. L’italiana Fincantieri partecipa da tempo a progetti internazionali di ricerca nucleare e partnership volte a ridurre la dipendenza navale dai combustibili fossili.









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Si vis pacem, para bellum 
(in latino: «se vuoi la pace, prepara la guerra») è una locuzione latina.









Come riportato dagli autorevoli siti web esteri Interestengineering e NavyRecognition, la Marina Militare Italiana si sta preparando a iniziare gli studi di progettazione nel 2026 per una nuova portaerei, che potrebbe, per la prima volta, impiegare la propulsione nucleare. Il progetto, noto come Portaerei di Nuova Generazione, potrebbe anche integrare catapulte elettromagnetiche (EMALS) e sistemi avanzati di controllo ciber-protetti come parte di un piano strategico più ampio che si estende fino al 2040.
L'Italia inizierà a studiare il progetto esecutivo della prima portaerei a propulsione nucleare del paese entro il 2026; sarà un passo importante nella modernizzazione della Marina italiana e inserirà la nazione tra le poche che hanno in servizio portaerei munite di apparato di propulsione nucleare: il concetto prevede la propulsione nucleare, le catapulte elettromagnetiche, i sistemi avanzati di protezione informatica e la piena integrazione di piattaforme con equipaggio (GCAP?) e prive di equipaggio (UAV - UCAV).
L'ammiraglio Enrico Credendino ha confermato all'inizio del 2025 che la fase di progettazione per una portaerei a propulsione nucleare è in fase di valutazione nell’ambito del futuro piano di forza della Marina. Lo stesso capo di Stato Maggiore ha tenuto a precisare che tutte le nuove unità navali da guerra italiane saranno in un prossimo futuro progettate per integrare sistemi senza equipaggio e dotate di maggiori capacità di difesa informatica.
Le opzioni del futuro velivolo pilotato imbarcato includerebbero l'F-35C, un futuro aereo da trasporto di sesta generazione della US NAVY o una variante imbarcata del velivolo trinazionale Global Combat Air Program (GCAP).

Se realizzata, la nuova portaerei affiancherebbe nave Cavour e la LHD Trieste, che operano con i caccia F-35B Stov/L.


Nel 2026 la "Portaerei di Nuova Generazione”, come già evidenziato, dovrà essere alimentata da un apparato ad energia nucleare e forse con il sistema EMALS. La scelta del velivolo pilotato imbarcato sarà interessante.
La portaerei Cavour è entrata in servizio nel 2009, mentre la nave d'assalto anfibia LHA Trieste alla fine del 2024. Insieme, sono indispensabili per l'interoperabilità in ambito NATO.
Come già detto sopra, gli studi di fattibilità saranno condotti nell'ambito del programma denominato “Minerva”, uno sforzo di ricerca posto in cantiere nel 2023 dalla Direzione degli armamenti navali per esplorare la fattibilità per la realizzazione in Italia e l'utilizzo di reattori navali compatti, ognuno dei quali produrrà una energia di circa 30 megawatt; gli apparati potranno essere imbarcati in vario numero sui sottomarini, sui DDG ed anche sulla portaerei.

Il consorzio preposto al programma “Minerva” comprende: Fincantieri, Cetena, Ansaldo Nucleare, Rina Services e l'Università di Genova. 

Gli studi mirano a garantire la sicurezza chimica e ambientale, consentendo alle navi a propulsione nucleare di attraccare nei porti della penisola. Come noto agli addetti ai lavori, la propulsione nucleare migliorerebbe significativamente l’autonomia operativa, ridurrebbe la dipendenza dal carburante e supporterebbe sistemi ad alta energia come le catapulte elettromagnetiche (EMALS), le armi ad energia diretta (LASER) e i sistemi radar AESA di nuova generazione.
Nel contempo, i giganti italiani dell'energia e della difesa, Enel, Ansaldo Energia e Leonardo, hanno fondato una joint venture chiamata “Nuclitalia” nel maggio 2025 per valutare le tecnologie dei piccoli reattori modulari (SMR) per applicazioni civili e militari. La società studierà progetti SMR maturi e valuterà le opportunità di coproduzione per rafforzare le competenze italiane in ambito nucleare.

Storicamente, l’interesse dell'Italia per la propulsione nucleare navale risale agli anni '50. 


La Marina Militare mise a punto il progetto del sottomarino nucleare Guglielmo Marconi, alimentato da un reattore ad acqua pressurizzata da 30 megawatt dotato ampiamente di sistemi statunitensi. Come noto, lo sforzo fu abbandonato nel 1963 dopo che Washington ritirò la cooperazione tecnica.

Il progetto Minerva farà rivivere quell'ambizione in condizioni geopolitiche e tecnologiche molto diverse.

Una portaerei a energia nucleare consentirebbe alla Marina Militare italiana di operare a livello globale nel cosiddetto Mediterraneo-allargato per decenni senza rifornimento, fornendo maggiore autonomia e flessibilità operativa.
Tale apparato - come noto - libera spazio interno per munizioni, carburante, aree di manutenzione, consentendo possibilità di uscita in mare aperto più elevati.
Inoltre, i vertici della M.M hanno sottolineato l'importanza di difese aeree a prezzi contenuti idonee ad affrontare le future minacce aeree a basso costo.
Mentre le tensioni aumentano, le unità nucleari pianificate potrebbero offrire una presenza affidabile e rafforzare la cooperazione con gli alleati della NATO.
Le prime valutazioni si concentreranno sulle opzioni di propulsione, compresa la possibilità di un reattore navale compatto nell'ambito dell'iniziativa di ricerca nucleare Minerva, poiché l'unico vettore attivo italiano, il Cavour, e la sua nave d'assalto anfibia Trieste, appena entrata in servizio, rimangono a propulsione convenzionale.
L'Italia inizierà gli studi preliminari nel 2026 e la fase di progettazione delle navi a propulsione nucleare è in fase di valutazione nell'ambito del piano strategico della Marina che si estende fino al 2040. Tutte le nuove navi navali italiane saranno progettate per integrare sistemi senza equipaggio e capacità di difesa informatica migliorate. 
Le forze navali italiane sono sempre più integrate con i comandi alleati, con il DDG Caio Duilio che coordina le operazioni con gli Stati Uniti. L'ammiraglio Credendino ha caratterizzato la missione come prova della partnership in evoluzione della Marina italiana con la US Navy, passando dalla semplice coordinazione alla piena intercambiabilità.
Il programma Minerva fungerà da quadro istituzionale italiano per lo sviluppo della propulsione nucleare navale e definisce tre fasi distinte:
  • gli studi di fattibilità per l'integrazione di reattori nucleari di nuova generazione nelle navi da guerra;
  • la progettazione concettuale di una nave da combattimento a propulsione nucleare; 
  • il confronto tra le prestazioni operative e i costi tra imbarcazioni convenzionali e nucleari. 

Il programma è finanziato con 2,1 milioni di euro ed è gestito da un consorzio temporaneo guidato da Fincantieri, tra cui Cetena, Ansaldo Nucleare, Rina Services e l'Università di Genova. Il CEO di Fincantieri Pierroberto Folgiero ha dichiarato che gli studi stanno esplorando reattori compatti di circa 30 megawatt di potenza termica, progettati con misure di sicurezza chimica che consentono l'attracco nei porti civili. 





Come già detto, un'iniziativa complementare, denominata “Nuclitalia”, è stata creata nel maggio 2025 da Enel, Ansaldo Energia e Leonardo, che detengono rispettivamente il 51, 39 e il 10% di partecipazioni. Nuclitalia sta valutando le tecnologie nucleari avanzate applicabili sia ai settori civile che a quello della difesa, con un focus iniziale sui piccoli reattori modulari (SMR) raffreddati ad acqua. Il mandato dell'organizzazione include la valutazione dei progetti di reattori maturi, l'identificazione dei requisiti tecnici per le applicazioni nazionali e lo sviluppo di partnership per la coproduzione e il ridimensionamento industriale. La società opera sotto la supervisione del Ministero dell'Economia e delle Finanze, in quanto tutti e tre gli azionisti sono controllati dallo Stato. Un comitato tecnico coordinerà l'analisi e la selezione della tecnologia.
Già nel 1959, l'ammiraglio Ernesto Giuriati propose il sottomarino nucleare Guglielmo Marconi, progettato attorno a una piattaforma da 3.400 tonnellate utilizzando un reattore ad acqua pressurizzata da 30 megawatt statunitense Mod. S5W. Il reattore alimentava le turbine che fornivano 15.000 CV ad un'elica a cinque pale. Il suo sviluppo fu assegnato al centro inter-servizio CAMEN, creato nel 1962 per la ricerca nucleare militare. Il progetto venne interrotto nel 1963 quando la collaborazione degli Stati Uniti terminò ufficialmente a causa delle restrizioni all’export di tecnologia nucleare militare. In realtà, la sospensione era legata alle preoccupazioni strategiche della NATO dopo la crisi dei missili cubani e alla resistenza politica interna al riarmo. 



L'Italia aveva anche considerato di equipaggiare l'incrociatore Giuseppe Garibaldi con i missili balistici Polaris (o una versione italiana) e il Vittorio Veneto con tubi di lancio verticali a centro nave: entrambi i progetti furono abbandonati. 

La rinnovata esplorazione della tecnologia della propulsione nucleare fa quindi rivivere un'ambizione sospesa tanto tempo fa.

Una portaerei a propulsione nucleare fornirebbe all'Italia una maggiore resistenza e autonomia operativa; l’ammiraglio Credendino ha sottolineato che intercettare minacce aeree a basso costo con missili multimilionari è insostenibile, quindi la Marina continua a perfezionare la difesa aerea basata sulle armi in modo conveniente utilizzando i radar ed i cannoni di Leonardo. L'assenza di grandi riserve di carburante per la propulsione libererebbe anche il volume interno per il carburante aeronautico, le munizioni e le aree di manutenzione degli aeromobili, consentendo tassi di uscita più elevati e tempi prolungati in stazionamento.
Come le attuali discussioni in Corea del Sud e Giappone, unità navali a propulsione nucleare porterebbero diversi vantaggi per la Marina italiana: l’assenza di stoccaggio convenzionale del carburante renderebbe disponibile spazio per array di sensori aggiuntivi, caricatori di munizioni e strutture di controllo dei droni. Con la partecipazione del paese a missioni come l'Operazione Aspides nel Mar Rosso e il monitoraggio dell'attività navale russa nel Mediterraneo. 
Gli attuali piani navali prevedono futuri aumenti del personale e la continua modernizzazione delle risorse aeree e marittime italiane, compresa l'integrazione di nuovi sottomarini, fregate, DDX e FREMM EVO. Dal 2040 in poi, la futura portaerei di Nuova Generazione inserirà l'Italia tra le poche in grado di progettare e gestire portaerei a propulsione nucleare.







Si vis pacem, para bellum 
(in latino: «se vuoi la pace, prepara la guerra») è una locuzione latina.

Usata soprattutto per affermare che uno dei mezzi più efficaci per assicurare la pace consiste nell'essere armati e in grado di difendersi, possiede anche un significato più profondo che è quello che vede proprio coloro che imparano a combattere come coloro che possono comprendere meglio e apprezzare maggiormente la pace.
L'uso più antico è contenuto probabilmente in un passo delle Leggi di Platone. La formulazione in uso ancora oggi è invece ricavata dalla frase: Igitur qui desiderat pacem, praeparet bellum, letteralmente "Dunque, chi aspira alla pace, prepari la guerra". È una delle frasi memorabili contenute nel prologo del libro III dell'Epitoma rei militaris di Vegezio, opera composta alla fine del IV secolo.
Il concetto è stato espresso anche da Cornelio Nepote (Epaminonda, 5, 4) con la locuzione Paritur pax bello, vale a dire "la pace si ottiene con la guerra", e soprattutto da Cicerone con la celebre frase Si pace frui volumus, bellum gerendum est (Philippicae, VII, 6,19) tratta dalla Settima filippica, che letteralmente significa "Se vogliamo godere della pace, bisogna fare la guerra", che fu una delle frasi che costarono la vita al grande Arpinate nel conflitto con Marco Antonio.

Blog dedicato agli appassionati di DIFESA, 
storia militare, sicurezza e tecnologia. 


La bandiera è un simbolo che ci unisce, non solo come membri 
di un reparto militare 
ma come cittadini e custodi di ideali.
Valori da tramandare e trasmettere, da difendere
senza mai darli per scontati.
E’ desiderio dell’uomo riposare
là dove il mulino del cuore non macini più
pane intriso di lacrime, là dove ancora si può sognare…
…una vita che meriti di esser vissuta.
Ripensare la guerra, e il suo posto
nella cultura politica europea contemporanea,
è il solo modo per non trovarsi di nuovo davanti
a un disegno spezzato
senza nessuna strategia
per poterlo ricostruire su basi più solide e più universali.
Se c’è una cosa che gli ultimi eventi ci stanno insegnando
è che non bisogna arrendersi mai,
che la difesa della propria libertà
ha un costo
ma è il presupposto per perseguire ogni sogno,
ogni speranza, ogni scopo,
che le cose per cui vale la pena di vivere
sono le stesse per cui vale la pena di morire.
Si può scegliere di vivere da servi su questa terra, ma un popolo esiste in quanto libero, 
in quanto capace di autodeterminarsi,
vive finché è capace di lottare per la propria libertà: 
altrimenti cessa di esistere come popolo.
Qualcuno è convinto che coloro che seguono questo blog sono dei semplici guerrafondai! 
Nulla di più errato. 
Quelli che, come noi, conoscono le immense potenzialità distruttive dei moderni armamenti 
sono i primi assertori della "PACE". 
Quelli come noi mettono in campo le più avanzate competenze e conoscenze 
per assicurare il massimo della protezione dei cittadini e dei territori: 
SEMPRE!
….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace, 
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a darla per scontata:
una sorta di dono divino e non, 
un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…
…Vorrei preservare la mia identità,
difendere la mia cultura,
conservare le mie tradizioni.
L’importante non è che accanto a me
ci sia un tripudio di fari,
ma che io faccia la mia parte,
donando quello che ho ricevuto dai miei AVI,
fiamma modesta ma utile a trasmettere speranza
ai popoli che difendono la propria Patria!
Violenza e terrorismo sono il risultato
della mancanza di giustizia tra i popoli.
Per cui l'uomo di pace
si impegna a combattere tutto ciò 
che crea disuguaglianze, divisioni e ingiustizie.
Signore, apri i nostri cuori
affinché siano spezzate le catene
della violenza e dell’odio,
e finalmente il male sia vinto dal bene…
Come i giusti dell’Apocalisse scruto i cieli e sfido l’Altissimo: 
fino a quando, Signore? Quando farai giustizia?
Dischiudi i sette sigilli che impediscono di penetrare il Libro della Vita 
e manda un Angelo a rivelare i progetti eterni, 
a introdurci nella tua pazienza, a istruirci col saggio Qoelet:
“””Vanità delle vanità: tutto è vanità”””.
Tutto…tranne l’amare.

(Fonti: https://svppbellum.blogspot.com/, Web, Google, Interestengineering, NavyRecognition, Wikipedia, You Tube)



















 

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