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Si vis pacem, para bellum
(in latino: «se vuoi la pace, prepara la guerra») è una locuzione latina.
Aeronautica militare dell'esercito imperiale giapponese
Il Dai-Nippon Teikoku Rikugun Kōkū Hombu, in giapponese 大日本帝国陸軍航空本部 (Servizio Aeronautico dell'Esercito Imperiale Giapponese), è stato, dal 1919 al 1945, l'aeronautica militare dell'Impero giapponese e parte integrante dell'Esercito imperiale giapponese non essendo una forza armata autonoma.
Proprio come l'Esercito, anche il Servizio Aeronautico fu sviluppato secondo le linee della corrispettiva tedesca, la Luftstreitkräfte; infatti il suo obiettivo primario fu di dare supporto aereo ravvicinato alla fanteria mantenendo comunque una capacità limitata di interdizione aerea. Il Servizio Aeronautico diede inoltre un importante supporto nelle operazioni di ricognizione aerea per l'Esercito. Tuttavia, esso di solito non controllava i velivoli leggeri o gli aerostati spiegati e utilizzati dai battaglioni d'artiglieria per l'osservazione.
Il Servizio Aeronautico fu impiegato limitatamente nei bombardamenti strategici delle maggiori città cinesi come Shanghai e Chongqing nelle prime fasi della seconda guerra sino-giapponese; questa infatti non era la sua missione primaria ed esso mancava dei bombardieri strategici pesanti, come quelli introdotti in seguito dall'United States Army Air Force, l'aviazione militare statunitense del periodo.
Il Dai-Nippon Teikoku Kaigun Kōkū Hombu (Servizio Aeronautico della Marina Imperiale) era responsabile degli attacchi a lungo raggio e della difesa aerea strategica e fu non prima delle ultime fasi della guerra del Pacifico che entrambi i Servizi lavorarono come un organo unito per la difesa aerea.
Nakajima G10N Fugaku (富岳 o 富嶽, Fuji)
Il Nakajima G10N Fugaku (富岳 o 富嶽, Fuji) era un progetto per un bombardiere pesante esamotore a lungo raggio sviluppato dall'azienda giapponese Nakajima Hikōki KK durante la seconda guerra mondiale.
Il progetto si deve ad una specifica emessa nel 1942 per fornire le forze aeree giapponesi di un nuovo velivolo da combattimento. Il progetto, col nome in codice "Progetto Z", si prefiggeva di realizzare un bombardiere strategico pesante a lungo raggio in grado di colpire il territorio continentale statunitense decollando dalle Isole Curili, allora occupate dai giapponesi, bombardando gli Stati Uniti e, continuando il suo volo, atterrare sul suolo francese occupato dall'alleata Germania nazista. Una volta atterrato sarebbe stato rifornito, quindi avrebbe eseguito un'altra missione bombardante nel viaggio ritorno.
Il Progetto Z prevedeva tre varianti per l'aereo: 4 000 bombardieri, 5 000 trasporti (con capacità di portare 600 militari di truppa), e 2 000 aerei per attacco al suolo, che sarebbe stato equipaggiato con 40 mitragliatrici nella fusoliera, per un intenso attacco al suolo con una cadenza di 6 400 colpi al secondo.
Benché il progetto fosse stato concepito dal direttore della Nakajima, Chikuhei Nakajima, anche la Kawanishi Aircraft Company e la Mitsubishi fecero proposte per il nuovo velivolo che aveva intanto acquisito la denominazione ufficiale Fugaku. Il progetto della Nakajima aveva le ali dritte ed eliche quadripala controrotanti; l'idea della Kawanishi aveva ali ellittiche e semplici eliche quadripala. Per risparmiare peso, alcuni ingranaggi del carrello d'atterraggio erano espulsi dopo il decollo (essendo non necessari durante l'atterraggio a magazzino bombe svuotato). Entrambi i progetti avevano sei motori.
Lo sviluppo iniziò nel 1943, con il progetto e la fabbricazione a Mitaka, Tokyo. Il motore Ha-54 della Nakajima, un radiale quadrupla stella a 36 cilindri raffreddato ad aria, fu abbandonato perché troppo complesso, la Mitsubishi realizzò con successo il suo motore Ha-50, un più semplice 22 cilindri a doppia stella; la Kawanishi, testò tre unità nel maggio del 1944. Un esemplare di questo motore venne alla luce nel 1979 durante l'espansione dell'aeroporto di Haneda ed è ora in mostra al Narita Aerospace Museum.
Progettazione e sviluppo
Il Fugaku ha avuto le sue origini nel "Progetto Z (progetto bombardiere)", una specifica dell'esercito imperiale giapponese del 1942 per un bombardiere intercontinentale che poteva decollare dalle isole Curil, bombardare gli Stati Uniti contigui, quindi continuare ad atterrare nella Francia occupata dai tedeschi. Una volta lì, sarebbe stato rifornito e riarmato e avrebbe fatto un'altra uscita di ritorno.
Il progetto Z prevedeva tre varianti sulla cellula: un bombardiere pesante, un trasporto (in grado di trasportare 300 soldati) e una cannoniera armata di quaranta mitragliatrici che sparano verso il basso nella fusoliera per intensi attacchi a terra alla velocità di 640 colpi al secondo (cioè 38.400 colpi al minuto).
Il progetto è stato concepito dal capo della Nakajima Aircraft Company Chikuhei Nakajima. Il design aveva ali dritte ed eliche a quattro pale controrotanti. Per risparmiare peso, parte del carrello di atterraggio doveva essere sganciata dopo il decollo (non essendo necessario all'atterraggio con il carico di bombe svuotato), come era stato pianificato su alcuni dei progetti concorrenti tedeschi di bombardieri Amerika più sviluppati. Ha usato sei motori, come con i successivi concorrenti di design Amerikabomber, per compensare quasi tutti i motori aeronautici tedeschi limitati a livelli massimi di potenza di 1.500 kW (2.000 CV) a testa.
Lo sviluppo è stato avviato nel gennaio 1943 e un impianto di progettazione e produzione è stato costruito a Mitaka, Tokyo. Il motore Ha-54 (Ha-505) a 4 file da 36 cilindri di Nakajima da 5.000 CV è stato abbandonato in quanto troppo complesso.
Il progetto Z fu cancellato nel luglio 1944 e il Fugaku non fu mai costruito.
Operatori (pianificato)
Giappone - Servizio aereo della Marina imperiale giapponese – (Fugaku)
Aeronautica dell'esercito imperiale giapponese – (Progetto Z).
Specifiche (Progetto Z / Fugaku proiettato) - Caratteristiche generali:
- Equipaggio: da 6 a 10
- Lunghezza: 44,98 m (147 piedi 7 in)
- Apertura alare: 64,98 m (213 piedi 2")
- Altezza: 8,77 m (28 piedi e 9 in)
- Superficie dell'ala: 352,01 m2 (3.789,0 piedi quadrati)
- Proporzioni: 12,1
- Peso a vuoto: 65.000 kg (143.300 libbre)
- Peso lordo: 122.000 kg (268.964 libbre)
- Peso massimo al decollo: 160.000 kg (352.740 libbre)
- Centrale elettrica: 6 × Nakajima Ha-54 36 cilindri a pistoni radiali raffreddati ad aria, 3.700 kW (5.000 CV) ciascuno al decollo
- Eliche: eliche a velocità costante controrotanti a 6 pale, diametro di 4,5 m (14 piedi e 9 pollici).
- Velocità massima: 679 km/h (422 mph, 367 kn) a 10.000 m (32.808 piedi)
- Autonomia: 17.999 km (11.184 miglia, 9.719 nmi) massimo
- Massimato del servizio: 15.000 m (49.000 piedi)
- Carico dell'ala: 456,99 kg/m2 (93,60 lb/sq ft)
- Potenza/massa: 0,103 kW/kg (0,063 CV/lb)
- Cannoni: 4× 20mm Tipo 99 cannone
- Bombe: 20.000 kg (44.092 libbre) di bombe
- Fugaku: da 7 a 8
- Fugaku: 39,98 m (131 piedi)
- Fugaku: 62,97 m (207 piedi)
- Fugaku: 330 m2 (3.552,09 piedi quadrati)
- Fugaku: 33.800 kg (74.516,24 libbre)
- Fugaku: 42.000 kg (92.594,15 libbre)
- Fugaku: 70.000 kg (154.323,58 libbre).
Si vis pacem, para bellum
(in latino: «se vuoi la pace, prepara la guerra») è una locuzione latina.
Usata soprattutto per affermare che uno dei mezzi più efficaci per assicurare la pace consiste nell'essere armati e in grado di difendersi, possiede anche un significato più profondo che è quello che vede proprio coloro che imparano a combattere come coloro che possono comprendere meglio e apprezzare maggiormente la pace.
L'uso più antico è contenuto probabilmente in un passo delle Leggi di Platone. La formulazione in uso ancora oggi è invece ricavata dalla frase: Igitur qui desiderat pacem, praeparet bellum, letteralmente "Dunque, chi aspira alla pace, prepari la guerra". È una delle frasi memorabili contenute nel prologo del libro III dell'Epitoma rei militaris di Vegezio, opera composta alla fine del IV secolo.
Il concetto è stato espresso anche da Cornelio Nepote (Epaminonda, 5, 4) con la locuzione Paritur pax bello, vale a dire "la pace si ottiene con la guerra", e soprattutto da Cicerone con la celebre frase Si pace frui volumus, bellum gerendum est (Philippicae, VII, 6,19) tratta dalla Settima filippica, che letteralmente significa "Se vogliamo godere della pace, bisogna fare la guerra", che fu una delle frasi che costarono la vita al grande Arpinate nel conflitto con Marco Antonio.
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altrimenti cessa di esistere come popolo.
Qualcuno è convinto che coloro che seguono questo blog sono dei semplici guerrafondai!
Nulla di più errato.
Quelli che, come noi, conoscono le immense potenzialità distruttive dei moderni armamenti
sono i primi assertori della "PACE".
Quelli come noi mettono in campo le più avanzate competenze e conoscenze
per assicurare il massimo della protezione dei cittadini e dei territori:
SEMPRE!
….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace,
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a darla per scontata:
una sorta di dono divino e non,
un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…
…Vorrei preservare la mia identità,
difendere la mia cultura,
conservare le mie tradizioni.
L’importante non è che accanto a me
ci sia un tripudio di fari,
ma che io faccia la mia parte,
donando quello che ho ricevuto dai miei AVI,
fiamma modesta ma utile a trasmettere speranza
ai popoli che difendono la propria Patria!
Violenza e terrorismo sono il risultato
della mancanza di giustizia tra i popoli.
Per cui l'uomo di pace
si impegna a combattere tutto ciò
che crea disuguaglianze, divisioni e ingiustizie.
Signore, apri i nostri cuori
affinché siano spezzate le catene
della violenza e dell’odio,
e finalmente il male sia vinto dal bene…
Come i giusti dell’Apocalisse scruto i cieli e sfido l’Altissimo:
fino a quando, Signore? Quando farai giustizia?
Dischiudi i sette sigilli che impediscono di penetrare il Libro della Vita
e manda un Angelo a rivelare i progetti eterni,
a introdurci nella tua pazienza, a istruirci col saggio Qoelet:
“””Vanità delle vanità: tutto è vanità”””.
Tutto…tranne l’amare.
(Fonti: https://svppbellum.blogspot.com/, Web, Google, Wikipedia, You Tube)

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