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lunedì 24 marzo 2025

Strategic Air Command (SAC) - NORAD 1950 - 1980: il Combat Management Systems computerizzato “I.B.M. SAGE”, acronimo di Semi Automatic Ground Environment, fu un sistema automatico di rilevamento, inseguimento e intercettazione di aerei nemici del NORAD utilizzato tra gli anni cinquanta e gli anni ottanta.










https://svppbellum.blogspot.com/

Blog dedicato agli appassionati di DIFESA, 
storia militare, sicurezza e tecnologia. 
La bandiera è un simbolo che ci unisce, non solo come membri 
di un reparto militare 
ma come cittadini e custodi di ideali.
Valori da tramandare e trasmettere, da difendere
senza mai darli per scontati.
E’ desiderio dell’uomo riposare
là dove il mulino del cuore non macini più
pane intriso di lacrime, là dove ancora si può sognare…
…una vita che meriti di esser vissuta.








Strategic Air Command (SAC)


Lo Strategic Air Command (SAC) era un comando specificato dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti e un Comando Maggiore dell'Aeronautica degli Stati Uniti (USAF) responsabile del comando e del controllo del bombardiere strategico e dei componenti missilistici balistici intercontinentali delle forze nucleari strategiche dell'esercito degli Stati Uniti dal 1946 al 1992. Il SAC era anche responsabile degli aerei da ricognizione strategica; dei posti di comando aerei; e della maggior parte degli aerei di rifornimento aereo dell'USAF.
Il SAC consisteva principalmente nella Seconda Forza Aerea (2AF), nell'Ottava Forza Aerea (8AF) e nella Quindicesima Forza Aerea (15AF), mentre il quartier generale del SAC (HQ SAC) includeva le Direzioni per le Operazioni e i Piani, l'Intelligence, il Comando e il Controllo, la Manutenzione, la Formazione, le Comunicazioni e il Personale. A un livello inferiore, le divisioni della sede centrale del SAC includevano Aircraft Engineering, Missile Concept, e comunicazioni strategiche.
Nel 1992, come parte di una riorganizzazione generale post-Guerra Cold degli Stati Uniti Air Force, SAC è stato sciolto sia come comando specifico che come aMAJCOM, e il suo personale e le sue attrezzature sono stati ridistribuiti tra il Comando di combattimento aereo (ACC), il Comando di mobilità aerea (AMC), le forze aeree del Pacifico (PACAF), le forze aeree degli Stati Uniti in Europa (USAFE) e il comando di educazione e addestramento dell'aria (AETC), mentre il complesso del quartier generale centrale del SAC a Offutt AFB, Nebraska, è stato contemporaneamente trasferito al nuovo Comando strategico degli Stati Uniti (USSTRATCOM), che è stato istituito come comando combattente unificato congiunto per sostituire il ruolo di comando specificato del SAC.
Nel 2009, il SAC è stato riattivato e rinominato come Air Force Global Strike Command (AFGSC). L'AFGSC alla fine acquistò tutti gli aerei bombardieri USAF e la forza missilistica balistica intercontinentale.











SAGE, ovvero Semi-Automatic Ground Environment

Nel lontano 1956 un giovane pilota del Team di gestione di un sistema militare da 238milioni di dollari (equivalente più o meno all’intero budget del ministero della difesa USA), decide di ispirarsi alle pin-up dell’epoca per realizzare un programma di diagnostica: in pratica riproduce la sagoma di una donna sexy sul minuscolo display a tubo catodico di cui era dotato il calcolatore centrale.
E’ doveroso evidenziare che una pin-up è una specie di “cartoon sex simbol” degli anni 50/60, molto in voga negli Stati Uniti.

Ma andiamo con ordine e vediamo di ricostruire sia il contesto di riferimento che lo specifico evento.

Nei primi anni della guerra fredda gli Stati Uniti decidono di investire diversi milioni di dollari in sistemi automatizzati che permettano di tenere sotto controllo costantemente il proprio spazio aereo e, possibilmente, anche quello ostile. La principale preoccupazione militare è infatti legata al timore di un attacco da parte di bombardieri Sovietici dotati di ordigni nucleari, spingendo l’US Air Force, in collaborazione con il MIT ed IBM, a dar vita al sistema SAGE: Semi-Automatic Ground Environment: un progetto mastodontico, paragonabile, da un punto di vista finanziario e scientifico, al progetto Manhattan e all’Apollo, anche se, incredibilmente, non particolarmente noto.
Una volta reso operativo, il SAGE è in grado di combinare le informazioni in tempo reale provenienti dai radar con le informazioni pre-caricate dei voli di linea. In tal modo è stato possibile monitorare costantemente lo stato del traffico aereo nazionale, evidenziando eventuali anomalie che, una volta verificate, consentivano di far alzare in volo i caccia per intercettare l’intruso.
Nel 1958, l’US AIR Force ultimò ben 21 centri SAGE, sparsi sul territorio, e con un cuore informatico basato su 2 computer IBM AN/FSQ-7, dal costo (per unità) di circa 2 miliardi di dollari odierni, 2 metri quadrati di dimensione, 250 tonnellate di peso e composti da circa 60.000 valvole cadauno. Si trattava di un calcolatore elettronico eccezionale per l'epoca, il secondo sistema real-time con display grafico (in senso lato) dopo il Whirlwind I del 1950, sviluppato al MIT su commissione della US NAVY.
La dislocazione sull’intero territorio nazionale demanda ad ogni centro la gestione di una ben specifica porzione di spazio aereo, mentre la presenza in ognuno dei 2 calcolatori gemelli consentiva di effettuare attività di manutenzione pianificate, lasciando operativo il centro.
Il sistema disponeva di più postazioni video con CRT da 19 pollici in grado di disegnare vettori o caratteri alfanumerici che a differenza dei comuni televisori CRT, in grado di visualizzare un’immagine raster in modalità top-to-bottom (ovvero cominciavano a “disegnarla” dall’alto verso il basso), potevano disegnare una linea partendo da qualsiasi punto dello schermo.
Tipicamente sul display erano tracciate le rotte note che poi venivano sovrapposti ai dati ottenuti dai Radar. A questo punto un operatore, utilizzando una “light gun”, poteva selezionare uno dei velivoli ed ottenerne i dati identificativi.
Il SAGE diventa subito un sistema fondamentale per i piani dell’USAF; il corretto funzionamento del suo elaboratore elettronico, l’AN/FSQ-7, è fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi prefissati. Così l’Aviatore di Prima Classe e Senior Programmer Lawrence A. Tipton, si trova si trova difronte alla necessità di realizzare un programma di test che permetta di verificare il corretto trasferimento di informazioni tra i due calcolatori gemelli del centro, al fine di garantirne il corretto funzionamento in occasione di uno shutdown programmato per le attività di manutenzione. In pratica: se la console del calcolatore A visualizza una tracciatura che al suo spegnimento viene trasferita al calcolatore B e correttamente visualizzata dal relativo display, allora il sistema funziona correttamente. In caso contrario si rileva un problema che va prontamente risolto.
Tale programma, involontariamente, passerà alla storia come la prima rappresentazione grafica mai realizzata con un calcolatore (o quanto meno la prima nota).
Tipton, sfruttando circa 97 schede perforate, decide di rifarsi ad una pin-up per definire la rappresentazione che il programma di diagnostica dovrà trasferire tra i due calcolatori al fine di visualizzarla sui relativi display. La realizzazione del programma è databile tra il 1956 e il 1958, ma anche lo stesso autore non riesce a collocarlo con un delta ridotto. Nel 1958 il programma è sicuramente già stato sviluppato perché ex tecnici SAGE ricordano di averlo visto in funzione. Il 1956, invece, è la data in cui Geroge Petty presenta il suo secondo calendario pin-up based, contraddistinto dal proprio stile vedo-non vedo che lascia spazio a personali fantasie.
In particolare la “Petty” pin-up di dicembre del 1956 (figura precedente), corrisponde 1:1 alla SAGE pin-up, come se qualcuno avesse tracciato il suo profilo con un gessetto sul display. Il calendario viene stampato intorno alla seconda metà del 1955, ma arriva presso gli appassionati tra la fine dello stesso anno e l’inizio del successivo. Ciò rende molto plausibile l’ipotesi che il programma sia stato sviluppato durante il 1956, soprattutto verso dicembre quando l’immagine specifica è comparsa sul muro dove il calendario era affisso.
Nel momento in cui il sistema fu completamente operativo, la minaccia degli aerei sovietici era oramai totalmente sostituita dalla minaccia degli ICBM, i missili balistici intercontinentali sovietici.

Il SAGE è stato un sistema molto innovativo, era un sistema on-line basato su computer, gestito in tempo reale che comunicava tramite modem. Generalmente il sistema viene considerato uno dei più avanzati e estesi sistemi informatici mai sviluppati.

Il lavoro di IBM per il progetto SAGE (il progetto e la realizzazione dei computer AN/FSQ-7, le valvole termoioniche e i nuclei di ferrite delle memorie alla base del computer Whirlwind II) fu un importante fattore di successo della società e sicuramente rafforzò il ruolo di leader della IBM nel settore dell’informatica.
Quando l'Unione Sovietica fece esplodere la sua prima bomba atomica, nel 1949, spinse il governo degli Stati Uniti a chiedere al Massachusetts Institute of Technology (MIT) di creare un sistema di difesa aerea in tempo reale e all'avanguardia che coprisse l'intero Nord America. Proprio come il moderno controllo del traffico aereo scansiona i cieli, il sistema avrebbe avuto bisogno di osservare le minacce aeree in arrivo, valutarle e coordinare i dati per produrre un'immagine unificata dello spazio aereo. Realizzare una tale impresa richiese lo sviluppo di molte tecnologie che non esistevano ancora.
Il risultato fu il più grande progetto informatico del mondo all'epoca e forse il progetto informatico più ambizioso della storia. 

Chiamato SAGE, per Semi-Automatic Ground Environment, ha riunito alcune delle entità statunitensi più innovative sotto l'egida dei Lincoln Laboratories del MIT, che avrebbero gestito l'integrazione del sistema: 
  • IBM si è occupata dello sviluppo e della produzione di hardware; 
  • Burroughs ha supervisionato le comunicazioni inter-site; 
  • Western Electric ha contribuito alla costruzione di edifici; 
  • e SDC (parte della RAND Corporation) ha fornito il software.

Il progetto sarebbe diventato di fondamentale importanza per i profitti di IBM durante gli anni '50 e avrebbe fornito un punto d'appoggio nei futuri sforzi informatici. Tra il 1952 e il 1955, l'80% delle entrate informatiche dell'azienda proveniva dal sistema SAGE e il sistema ha derivato diverse innovazioni tecnologiche, tra cui il sistema automatizzato di prenotazione dei voli noto come Sabre. Il SAGE ha confermato la IBM come leader in una nuova classe di informatica online e ha attirato l'interesse di altre agenzie governative e dell’industria.
Oltre ad essere vitale per la sicurezza nazionale, SAGE è stato un banco di prova per il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti. Ha dimostrato la capacità del governo di coordinare la ricerca e lo sviluppo di computer su larga scala, diversificati e altamente sofisticati.
Fin dalle sue prime conversazioni con il MIT, il vicepresidente dell'ingegneria di IBM John McPherson, che sarebbe diventato il punto di riferimento dell'azienda su SAGE, riconobbe rapidamente l'entità dell'opportunità di elaborazione dati, la più grande per IBM da quando era stata incaricata di sviluppare il sistema di contabilità e tracciamento per l'amministrazione della sicurezza sociale a metà degli anni '30. Thomas Watson Jr., all'epoca presidente di IBM, era d’accordo: "Ho lavorato di più per vincere quel contratto di quanto ho lavorato per qualsiasi altra vendita nella mia vita", ricordava nelle sue memorie.
IBM ha vinto i diritti per costruire il computer al centro del sistema digitale, noto come AN/FSQ-7, a causa del "grado molto più elevato di determinazione, integrazione e spirito di corpo" dell'azienda, secondo il leader del progetto MIT Jay W. Forrester e legami più stretti tra ricerca, fabbrica e manutenzione sul campo. Circa 300 IBMer a tempo pieno furono assegnati a SAGE alla fine del 1953, principalmente nelle strutture dell'azienda a Poughkeepsie e Kingston, New York, e nella città natale del MIT di Cambridge, Massachusetts.

Quando il prototipo AN/FSQ-7 fu presentato nel 1956, fornì ai comandanti militari una visione di una battaglia aerea e dimostrò la capacità di calcolare automaticamente l'utilizzo più efficace di missili e aerei per respingere un'attacco. 

Nel 1958, più di 7.000 tecnici IBM erano coinvolti nel progetto, tra cui ingegneri, personale di vendita e senior management, nonché i collegamenti tecnici che hanno collaborato con accademici e personale militare sull'installazione, il funzionamento e la manutenzione.
Quando è stato completamente implementato nel 1963, il SAGE ha incluso più ridondanze per consentire la manutenzione senza tempi di inattività. Il sistema è stato distribuito in 27 centri nordamericani, ognuno con il proprio sistema AN/FSQ-7 che comprendeva due macchine completamente funzionali, una delle quali fungeva da backup. Il costo totale del SAGE è comunemente stimato in circa 8 miliardi di dollari, tra cui 56 computer IBM a 30 milioni di dollari ciascuno. Il sistema AN/FSQ-7 pesava 250 tonnellate e occupava un acro di superficie.

Il SAGE ha incorporato nuove tecnologie e metodi che hanno fornito le basi per i progressi nel calcolo per gli anni a venire.  Tra questi: 
  • memorie a nucleo magnetico, che funzionavano più velocemente e contenevano più dati rispetto alle tecnologie precedenti; 
  • il primo sistema operativo in tempo reale; 
  • metodi di programmazione altamente disciplinati; 
  • operazioni di calcolo e I/O sovrapposte; 
  • trasmissione in tempo reale di dati tramite linee telefoniche; 
  • il primo utilizzo di terminali CRT e penne luminose; 
  • e nuovi metodi e componenti di ridondanza e backup. 

Il SAGE aveva anche la più alta affidabilità di qualsiasi sistema informatico all’epoca.

SAGE ha anche prodotto una serie di invenzioni nell'elaborazione dei dati e nell'hardware di comunicazione utilizzato attraverso un nuovo sistema distribuito di informazioni in tempo reale, ora noto come rete. Quando è stato completamente distribuito, SAGE ha operato in 27 sedi tramite modem e 25.000 linee telefoniche (utilizzando conversioni digitale-analogica e analogico-digitale). Il sistema mostrava una nuova grafica computerizzata interattiva, spesso eseguita da una pistola leggera puntata su uno schermo. Alla fine, sono stati installati 54 sistemi, tutti coordinati tra loro.

In definitiva, SAGE è diventato una piattaforma per una serie di prodotti IBM innovativi: 
  • l'IBM 704, che ha migliorato la memoria del nucleo magnetico in SAGE; 
  • l'archiviazione su nastro; 
  • Fortran, il primo linguaggio di programmazione per computer commerciale di alto livello; 
  • e l'IBM System/360.

SAGE è rimasto in servizio negli Stati Uniti fino al gennaio 1984, quando è stato sostituito con una rete di difesa aerea di nuova generazione. 

Il SAGE divenne un'icona del suo tempo in parte a causa delle sue enormi dimensioni, del potere impressionante (per l'epoca) e per il suo ruolo nella Guerra Fredda. I componenti del sistema sono stati spesso utilizzati nella televisione e nel cinema, tra cui apparizioni cameo su Battlestar Galactica negli anni '70 e Lost negli anni 2000, contribuendo a commemorare il SAGE come simbolo di come la tecnologia ha salvaguardato il mondo.




IL SUPER-COMPUTER I.B.M. “AN/FSQ-7”

L'AN/FSQ-7 era un modello di supercomputer sviluppato dall'IBM verso la fine degli anni Cinquanta del Novecento, in collaborazione con l'US Air Force. 


Ne furono costruiti cinquantadue esemplari per essere usati per il comando e controllo del sistema di difesa aerea SAGE (Semi Automatic Ground Environment).
Ogni sistema AN/FSQ-7 impiegava più di 55.000 valvole termoioniche e occupava più di 2.000 metri quadrati di spazio. Il sistema pesava 275 tonnellate e consumava 3 megawatt di potenza. Il computer era in grado di eseguire 75.000 istruzioni al secondo ed era, all'epoca, il più grande supercomputer mai costruito dall'uomo.

I concetti che portarono allo sviluppo del sistema erano già stati sperimentati nel sistema Whirlwind I al Massachusetts Institute of Technology di Cambridge (Massachusetts) analizzando i dati ricevuti da un radar a lunga distanza e da diversi radar a corto raggio situati a Cape Cod. La chiave del successo del sistema fu lo sviluppo delle memorie a nucleo magnetico che permisero di realizzare macchine molto più affidabili, più veloci (circa due volte più rapide) e con minori tempi di risposta (circa 4 volte) rispetto a quelle basate sui tubi Williams del Whirlwind I.
Dopo che il Whirlwind I fu completato e reso operativo, fu avviato lo sviluppo di un sistema più veloce e complesso chiamato Whirlwind II, che fu però abbandonato perché richiedeva troppe risorse al MIT. Il team si concentrò allora sul Whirlwind I, mentre l'IBM, impresa capofila nell'appalto del sistema AN/FSQ-7, basò lo sviluppo del suo computer sui progetti iniziali del Whirlwind II più che su quelli del Whirlwind I. Difatti, a volte il sistema AN/FSQ-7 viene erroneamente indicato come Whirlwind II sebbene non sia la stessa macchina ma ne condivida solo alcune scelte di progetto.

Diverse componenti della console del AN/FSQ-7 sono in mostra al Computer History Museum di Mountain View (California).







"La Bandiera non sventola a causa dei venti che la soffiano,
La Bandiera sventola a causa dell'ultimo respiro di ogni soldato che soffia.
Per coloro che hanno combattuto e sono morti per questo,
la libertà ha un sapore che i protetti non sapranno mai.
Il vero soldato combatte non perché odia quello che ha davanti,
ma perché ama ciò che c'è dietro di sé. "
Chi sa comprende, il resto non conta.
Ripensare la guerra, e il suo posto
nella cultura politica europea contemporanea,
è il solo modo per non trovarsi di nuovo davanti
a un disegno spezzato
senza nessuna strategia
per poterlo ricostruire su basi più solide e più universali.
Se c’è una cosa che gli ultimi eventi ci stanno insegnando
è che non bisogna arrendersi mai,
che la difesa della propria libertà
ha un costo
ma è il presupposto per perseguire ogni sogno,
ogni speranza, ogni scopo,
che le cose per cui vale la pena di vivere
sono le stesse per cui vale la pena di morire.
Si può scegliere di vivere da servi su questa terra, ma un popolo esiste in quanto libero, 
in quanto capace di autodeterminarsi,
vive finché è capace di lottare per la propria libertà: 
altrimenti cessa di esistere come popolo.
Qualcuno è convinto che coloro che seguono questo blog sono dei semplici guerrafondai! 
Nulla di più errato. 
Quelli che, come noi, conoscono le immense potenzialità distruttive dei moderni armamenti 
sono i primi assertori della "PACE". 
Quelli come noi mettono in campo le più avanzate competenze e conoscenze 
per assicurare il massimo della protezione dei cittadini e dei territori: 
SEMPRE!
….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace, 
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a darla per scontata:
una sorta di dono divino e non, 
un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…
…Vorrei preservare la mia identità,
difendere la mia cultura,
conservare le mie tradizioni.
L’importante non è che accanto a me
ci sia un tripudio di fari,
ma che io faccia la mia parte,
donando quello che ho ricevuto dai miei AVI,
fiamma modesta ma utile a trasmettere speranza
ai popoli che difendono la propria Patria!
Violenza e terrorismo sono il risultato
della mancanza di giustizia tra i popoli.
Per cui l'uomo di pace
si impegna a combattere tutto ciò 
che crea disuguaglianze, divisioni e ingiustizie.
Signore, apri i nostri cuori
affinché siano spezzate le catene
della violenza e dell’odio,
e finalmente il male sia vinto dal bene…
Come i giusti dell’Apocalisse scruto i cieli e sfido l’Altissimo: 
fino a quando, Signore? Quando farai giustizia?
Dischiudi i sette sigilli che impediscono di penetrare il Libro della Vita 
e manda un Angelo a rivelare i progetti eterni, 
a introdurci nella tua pazienza, a istruirci col saggio Qoelet:
“””Vanità delle vanità: tutto è vanità”””.
Tutto…tranne l’amare.

(Fonti: https://svppbellum.blogspot.com/, Web, SAFARI, Google, IBM, Wikipedia, You Tube)






























 

lunedì 17 marzo 2025

Regia Aeronautica 1939: il SAI Ambrosini S.S.4 fu un prototipo di caccia italiano, sviluppato nei tardi anni trenta, ma mai entrato in produzione di serie.









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Il SAI Ambrosini S.S.4 fu un prototipo di caccia italiano, sviluppato nei tardi anni trenta, ma mai entrato in produzione di serie. Il progetto era all'avanguardia per l'epoca, caratterizzato da alette canard e con il motore in configurazione spingente. Anche se era inteso come intercettore, l'S.S.4 non entrò mai in servizio a causa della valutazione negativa della Regia Aeronautica che ritenne il velivolo troppo poco maturo per l'impiego operativo.





Storia del progetto

La designazione dell'S.S.4 deriva dalle iniziali di Sergio Stefanutti, il progettista dell'aereo. Stefanutti era un ufficiale ingegnere del Genio Aeronautico che focalizzò molta della sua attenzione sull'efficienza aerodinamica per ottimizzare le prestazioni. La SAI (Società Aeronautica Italiana)-Ambrosini era una società di produzione di velivoli con sede a Passignano sul Trasimeno in Umbria.
Stefanutti non immaginò le innovative caratteristiche dello S.S.4 da zero: le alette canard erano già state usate sin dagli albori dell'aviazione ed anche la configurazione "spingente" del motore era ben conosciuta (il Wright Flyer adottava già questa soluzione). La sua prima esperienza progettuale fu il modello S.S.2, un aereo leggero con ali canard, costruito presso lo Stabilimento di Costruzioni Aeronautiche della Direzione Superiore Studi ed Esperienze di Guidonia, vicino a Roma. Era un progetto semplice, ma originale, di aereo leggero che utilizzava un motore a 2 cilindri Keller da 16 cavalli. Non era stato concepito come aereo da combattimento, ma piuttosto come dimostratore tecnologico. L'S.S.2 volò per la prima volta nel 1935, ed uno dei due prototipi venne trasformato in un modello biposto con un motore CNA di 38 CV. L'esperienza maturata e la conseguente conoscenza dell'aerodinamica acquisita, consentì a Stefanutti di ideare una nuova versione, questa volta da utilizzare per compiti operativi: intercettazione e superiorità aerea. La configurazione base del nuovo modello manteneva il propulsore a elica spingente installata nella parte posteriore, le alette canard e il carrello d'atterraggio triciclo anteriore che era già stato messo a punto nei precedenti S.S.2 e S.S.3. Con l'assenso dell'ingegner Ambrosini, il titolare dell'azienda, il nuovo modello venne costruito tra il 1938 e il 1939 e denominato S.S.4.

Tecnica

Facendo seguito alle esperienze condotte nel 1935 con il moto aliante ligneo SS.2, ed il successivo SS.3 Anitra (MM.372) biposto del 1937, l'SS.4 (MM.387) era un aereo da caccia monoposto interamente metallico con ali a freccia in configurazione canard e carrello triciclo retrattile. L'ala innovativa aveva una freccia di 20 gradi e non era presente un impennaggio di coda.
L'S.S.4 era piccolo a causa della sua configurazione canard, che necessitava di un muso aerodinamico e privo di motore per un controllo ottimale. Il flusso aerodinamico si dirigeva verso la parte posteriore dove era installato il motore e doveva essere deviato dal movimento degli elevoni, cioè appendici che fungono allo stesso tempo da elevatori e da alettoni. In queste condizioni, i comandi di volo sarebbero risultati molto pesanti da manovrare e la precisione di controllo difficile. Per correggere questo inconveniente, il motore venne spostato il più indietro possibile e questo rese necessario abolire le strutture di coda convenzionali. Gli stabilizzatori verticali vennero raddoppiati e installati sulle ali, che a loro volta vennero spostate verso il retro della fusoliera per consentire ai timoni di coda di operare più efficacemente. La presenza del propulsore in posizione arretrata forzò il progettista dell'aereo ad adottare un carrello triciclo per evitare l'urto tra il suolo e le pale dell'elica. Infatti, altri aerei in configurazione spingente come il Do-335 hanno avuto complicazioni simili nel progetto. Davanti all'ala, erano posti i canard, molto grandi e dotati di superfici di controllo in grado di compiere grosse escursioni. Iniziavano dal muso e si estendevano fino a dietro l'abitacolo. L'insieme di tutte queste caratteristiche innovative portò ad avere un progetto non convenzionale e diverso da qualsiasi standard dell'epoca.
L'aereo aveva un muso basso e corto, che forniva una eccellente visibilità al pilota, che era ulteriormente migliorata dal fatto che il tettuccio aveva una struttura semplice e con l'unica parte metallica sopra la testa. La caratteristica costituiva una grossa differenza rispetto ad altri caccia convenzionali dell'epoca, dotati di un grosso muso necessario per ospitare i motori a configurazione trainante, a terra rivolti verso l'alto a causa del carrello d'atterraggio.
L'aereo era armato con due cannoni Mauser da 20 mm e un cannone da 30 mm sistemati nel muso del caccia. anticipando di 4 anni l'impiego nella Regia Aeronautica di armi da 20 mm. Inoltre rilevante il fatto che tutti i pezzi montati sul velivolo non dovevano essere sincronizzati con elica posta anteriormente favorendo così una più alta cadenza di colpi da parte dell'arma.
La visibilità non era disturbata dai controlli canard, che erano posizionati in basso, né dall'armamento che sarebbe stato installato nel muso. In realtà, la doppia coda e l'alta fusoliera erano molto più problematiche per la visione posteriore.

Impiego operativo

Il prototipo S.S.4 venne costruito nello stabilimento della SAI-Ambrosini a Passignano sul Trasimeno, ma successivamente l'aereo venne spostato all'aeroporto Eleuteri, a Castiglione del Lago, sempre nell'area del Trasimeno. L'aereo decollò la prima volta il 7 marzo 1939. Il giorno seguente, era pianificato un trasferimento del prototipo alla base aerea di Aviano da compiersi per treno e non in volo, ma il capo collaudatore, l'ingegnere Ambrogio Colombo, volle effettuare un secondo volo di prova. Dopo un normale volo di 45 minuti, a causa di un difetto di montaggio si staccò un alettone, il che costrinse il pilota collaudatore a cercare immediatamente di atterrare. Anche se era a soli due chilometri dall'aeroporto di Eleuteri, non riuscì ad arrivare alla pista e toccò terra in piena campagna. L'atterraggio di emergenza si trasformò in incidente fatale perché l'aereo si schiantò contro un albero. Il pilota morì in quanto il motore nell'impatto venne proiettato in avanti nella cabina di pilotaggio, schiacciando l'occupante contro la parte anteriore. Un monumento a ricordo dell'incidente è ancora visibile in prossimità di una delle strade nella zona dove avvenne lo schianto.
Le indagini conclusero che l'incidente era dovuto a un difetto di fabbricazione che portò all'installazione sbagliata dell'alettone. Lo studio evidenziò inoltre le eccessive vibrazioni trasmesse dal motore alle ali.
Anche se questo insolito caccia era molto più avanzato nel progetto di qualunque aereo avesse avuto la Regia fino a quel momento e anche se era ancora elogiato per le sue caratteristiche uniche, lo sviluppo fu interrotto e gli sforzi si concentrarono sul SAI 207.

Aspetti tecnici

Il muso libero dal motore era liberamente occupabile dalle armi di bordo. Anche se teoricamente le superfici canard facevano prevedere un'alta agilità ed altrettanto buone caratteristiche di velocità, le prestazioni dell'S.S.4 non erano significativamente diverse da quelle di un aeroplano con configurazione classica e con un motore in linea 12 cilindri Isotta Fraschini Asso XI R.C.40 da 1000 CV.
Le caratteristiche di velocità minima e massima dell'S.S.4 erano tali da giustificare la riprogettazione per reggere il confronto con altri caccia italiani. Le alette canard in questo caso dimostrarono di essere più una difficoltà che un beneficio per le prestazioni dell'aereo, e ancora una volta affiorò il dubbio dell'epoca circa l'utilizzazione di ali canard per scopi militari.
Anche le caratteristiche di sopravvivenza furono oggetto di rilievo. In caso di avaria al motore, il pilota sarebbe stato in grossa difficoltà: se si fosse lanciato fuori dall'abitacolo avrebbe rischiato di essere tagliato dall'elica posteriore, ma se avesse tentato di atterrare sarebbe stato esposto al rischio di rimanere schiacciato tra il suolo e il motore, come in effetti avvenne con il prototipo. Il motore da 600 chili non avrebbe protetto il pilota in atterraggi d'emergenza o dal fuoco antiaereo, ma invece avrebbe svolto il ruolo di un pericoloso ariete. Altri aerei a propulsione posteriore che avevano gli stessi difetti di progetto, come il Dornier Do 335, vennero per esempio equipaggiati con dei seggiolini eiettabili.
Le migliorie apportate all'S.S.4 durante la messa a punto prima del primo volo, furono compromesse da alcuni problemi di fondo e da altre più gravi difficoltà, come il surriscaldamento del motore dovuto ad un elevato angolo di attacco, che causava interferenze aerodinamiche tra il flusso che avrebbe dovuto investire le prese d'aria e i canard posti davanti alla superficie di controllo. Un altro problema, evidenziato anche dalle indagini successive all'incidente occorso al prototipo, era costituito dalle vibrazioni trasmesse dal motore alla struttura posteriore.
La visibilità posteriore era un altro punto a svantaggio e la protezione offerta dal motore in caso da attacco da dietro, era comunque da considerare meno accettabile del pericolo rappresentato per la sopravvivenza del pilota in caso di abbandono del velivolo o di atterraggio forzato.
Solo le nuove generazioni di aerei da caccia con motore a reazione come il Saab 37 Viggen ed l'Eurofighter Typhoon sono equipaggiati con adeguati sistemi di controllo per sfruttare pienamente i vantaggi dei controlli canard.

Le altre esperienze di Stefanutti

Dopo questa esperienza, Stefanutti si dedicò ad un aereo estremo, sebbene più convenzionale, il SAI 207. La sorte non fu favorevole neppure con questo aereo. L'S.S.4 fu solo il primo di altri caccia progettati dal Stefanutti che uccisero il pilota collaudatore. Gli altri furono lo S.107, il 207 e il 403.
Altri aerei simili all'S.S.4 furono lo Shinden giapponese e lo XP-55 statunitense. Anche se erano molto più avanzati, rimanevano progetti pieni di problemi. Più grossi e più potenti dell'S.S.4, erano assillati dalle stesse prestazioni non soddisfacenti. La tecnologie per il sistema di propulsione e per la gestione dei controlli di volo non erano ancora sufficientemente sviluppate per consentire un'efficace adozione della configurazione canard. Il sistema di propulsione ideale sarebbe stato un motore a getto e infatti vennero fatte prove con un motore di questo tipo con lo Shinden. Sarebbero stati necessari decenni prima che fossero disponibili adeguati controlli di volo gestiti da computer e in grado di gestire con il massimo del risultato la configurazione canard.

Caratteristiche generali S.S.-4:
  • Equipaggio: 1
  • Lunghezza: 6,74 m (22 piedi 1 in)
  • Apertura alare: 12,32 m (40 piedi 5 in)
  • Altezza: 2,49 m (8 piedi 2 in)
  • Superficie alare: 17,5 m2 (188 piedi quadrati)
  • Peso lordo: 2.449 kg (5.400 libbre)
  • Potenza: 1 × Isotta Fraschini Asso XI R.C.40 V-12 motore a pistoni raffreddato a liquido, 720 kW (960 CV)
  • Eliche: elica a spinta in metallo a 3 pale.
Prestazioni:
  • Velocità massima: 571 km/h (355 mph, 308 kn)
  • Velocità di stallo: 110 km/h (68 mph, 59 kn)
  • Armamento: 2 cannoni da 20 mm, cannone da 1 × da 30 mm (montato nel muso).



Ripensare la guerra, e il suo posto
nella cultura politica europea contemporanea,
è il solo modo per non trovarsi di nuovo davanti
a un disegno spezzato
senza nessuna strategia
per poterlo ricostruire su basi più solide e più universali.
Se c’è una cosa che gli ultimi eventi ci stanno insegnando
è che non bisogna arrendersi mai,
che la difesa della propria libertà
ha un costo
ma è il presupposto per perseguire ogni sogno,
ogni speranza, ogni scopo,
che le cose per cui vale la pena di vivere
sono le stesse per cui vale la pena di morire.
Si può scegliere di vivere da servi su questa terra, ma un popolo esiste in quanto libero, 
in quanto capace di autodeterminarsi,
vive finché è capace di lottare per la propria libertà: 
altrimenti cessa di esistere come popolo.
Qualcuno è convinto che coloro che seguono questo blog sono dei semplici guerrafondai! 
Nulla di più errato. 
Quelli che, come noi, conoscono le immense potenzialità distruttive dei moderni armamenti 
sono i primi assertori della "PACE". 
Quelli come noi mettono in campo le più avanzate competenze e conoscenze 
per assicurare il massimo della protezione dei cittadini e dei territori: 
SEMPRE!
….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace, 
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a darla per scontata:
una sorta di dono divino e non, 
un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…
…Vorrei preservare la mia identità,
difendere la mia cultura,
conservare le mie tradizioni.
L’importante non è che accanto a me
ci sia un tripudio di fari,
ma che io faccia la mia parte,
donando quello che ho ricevuto dai miei AVI,
fiamma modesta ma utile a trasmettere speranza
ai popoli che difendono la propria Patria!
Violenza e terrorismo sono il risultato
della mancanza di giustizia tra i popoli.
Per cui l'uomo di pace
si impegna a combattere tutto ciò 
che crea disuguaglianze, divisioni e ingiustizie.
Signore, apri i nostri cuori
affinché siano spezzate le catene
della violenza e dell’odio,
e finalmente il male sia vinto dal bene…
Come i giusti dell’Apocalisse scruto i cieli e sfido l’Altissimo: 
fino a quando, Signore? Quando farai giustizia?
Dischiudi i sette sigilli che impediscono di penetrare il Libro della Vita 
e manda un Angelo a rivelare i progetti eterni, 
a introdurci nella tua pazienza, a istruirci col saggio Qoelet:
“””Vanità delle vanità: tutto è vanità”””.
Tutto…tranne l’amare.

(Fonti: https://svppbellum.blogspot.com/, Web, SAFARI, Google, Wikipedia, You Tube)



































 

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