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venerdì 30 maggio 2025

US ARMY 1967: in quel periodo storico, l’US ARMY era impantanato nella guerra del Vietnam e gli elicotteri iniziavano a giocare un ruolo estremamente importante. Dei circa 12.000 elicotteri utilizzati dalle forze armate statunitensi in Vietnam, più di 5.600 andarono persi. La Sikorsky iniziò quindi ad esaminare il progetto dell'Aerial Armored Reconnaissance Vehicle (AARV), un esploratore biposto e l’AAPC, poi abbandonati; ma l'Advancing Blade Concept ha fatto un potente ritorno, molti anni dopo.








https://svppbellum.blogspot.com/

Blog dedicato agli appassionati di DIFESA, 
storia militare, sicurezza e tecnologia. 
La bandiera è un simbolo che ci unisce, non solo come membri 
di un reparto militare 
ma come cittadini e custodi di ideali.
Valori da tramandare e trasmettere, da difendere
senza mai darli per scontati.
E’ desiderio dell’uomo riposare
là dove il mulino del cuore non macini più
pane intriso di lacrime, là dove ancora si può sognare…
…una vita che meriti di esser vissuta.






Dopo la loro introduzione su larga scala sul campo di battaglia negli anni '50 e '60, gli elicotteri hanno avuto un grande impatto sul modo in cui sono state combattute le guerre. Allo stesso tempo, fu subito chiaro che erano velivoli intrinsecamente vulnerabili; poi sono stati sviluppate tecnologie per renderli più resilienti alle offese nemiche. Da allora, nuove tattiche, alta velocità, un'ampia varietà di contromisure e persino tecnologia stealth, sono state adottate in diverse applicazioni e a vari livelli. Tuttavia, uno sforzo degli Stati Uniti per mettere a punto un elicottero protetto che fosse essenzialmente un veicolo da combattimento corazzato volante non ha avuto successo: questa è la sua storia.
Nel 1967, l’US ARMY era impantanato nella guerra del Vietnam e gli elicotteri stavano da poco giocando un ruolo estremamente importante. Dei circa 12.000 elicotteri utilizzati dalle forze armate statunitensi in Vietnam, più di 5.600 sono stati persi, secondo i dati della Vietnam Helicopter Pilots Association. Nel frattempo, i produttori statunitensi stavano cercando i modi più svariati per mettere a punto elicotteri che avrebbero avuto maggiori possibilità di sopravvivere sia nel sud-est asiatico che su campi di battaglia ancora più contestati dell’Europa.
In quel periodo, la Sikorsky stava sviluppando un nuovo tipo di corazzatura aeronautica che avrebbe fornito protezione agli elicotteri contro alcune temibili minacce balistiche. In Vietnam, gli elicotteri furono ripetutamente sottoposti a colpi di arma da fuoco quando operavano dentro e fuori le zone di atterraggio "calde". A terra, furono spesso obiettivi di attacchi di mortaio o razzi.
La nuova armatura in acciaio a doppia durezza di Sikorsky era abbastanza robusta e leggera da poter essere utilizzata come base per assemblare la struttura primaria dell'elicottero, piuttosto che aggiungerla in seguito.
Allo stesso tempo in cui stava lavorando a questa corazzatura innovativa, la Sikorsky stava sviluppando il suo Advancing Blade Concept (ABC), che prometteva elicotteri che sarebbero stati molto più veloci rispetto all'utilizzo dei rotori tradizionali.


Il sistema di rotori ABC era solo uno dei tanti sforzi in quel momento storico per migliorare notevolmente le prestazioni dei motori a rotore; furono ideati elicotteri con propulsione composita, che combinavano i rotori classici con un'ala e una sorta di propulsione ausiliaria per generare velocità più elevate.
L'ABC messo a punto dalla Sikorsky era un'alternativa all'elicottero “compound” e coinvolgeva un rotore principale controrotante alleato alla propulsione ausiliaria per spingere l'aereo in volo in avanti. L'utilizzo di questa disposizione del rotore evitava il problema dello stallo delle pale, che altrimenti limitava la velocità degli elicotteri convenzionali, e aveva finalmente eliminato la necessità di un rotore di coda.
Per un elicottero pesantemente corazzato, Il sistema ABC prometteva diversi vantaggi: era più robusto e più semplice di una configurazione convenzionale, rendendo gli aeromobili maggiormente in grado di resistere ai danni, soprattutto perché il rotore di coda molto vulnerabile e la sua trasmissione erano stati eliminati. L'alta velocità era un problema minore, poiché l'elicottero blindato era destinato a sopravvivere agli attacchi balistici, almeno fino a un certo livello, piuttosto che eluderli. Ma la tecnologia ABC era anche notevolmente agile, il che sarebbe stato utile per le manovre in combattimento.

Sikorsky iniziò a esaminare due opzioni di elicotteri corazzati

Il primo di questi era l'Aerial Armored Reconnaissance Vehicle (AARV), che era un esploratore biposto, immaginato come un successore degli Hughes OH-6 Cayuse e Bell OH-58 Kiowa dell'esercito. Questi erano stati acquistati nell'ambito del programma Light Observation Helicopter (LOH) e hanno visto un ampio uso in Vietnam.

Il programma AARV è stato finanziato da Sikorsky e dall’US ARMY per un periodo di due anni e mezzo. A giocare un ruolo significativo FU l'Army Materials & Mechanics Research Center, che aveva contribuito a sviluppare la corazzatura a doppia durezza di mezzo pollice di spessore necessaria per la cellula dell’elicottero. Dal suo peso totale di 6.800 libbre, l'armatura a doppia durezza rappresentava circa 1.800 libbre.
Dal momento che questo stava davvero sfondando nuovi orizzonti tecnologici, venne fatto uno sforzo per elaborare il modo migliore per tagliare, unire, formare e finire l'elicottero usando questo materiale. Dopo questa valutazione, fu costruito un mock-up della fusoliera e poi sottoposto a test balistici.
Nella configurazione generale, e a parte la sua disposizione del rotore ABC, l'AARV era abbastanza convenzionale e semplice. La fusoliera era particolarmente spigolosa, con una prominente linea di chine e un aspetto sfaccettato. Mentre questo tipo di design sarebbe riapparso sui concetti stealthy dell'elicottero, qui venne utilizzato per una migliore protezione contro il fuoco balistico.
Mentre la fusoliera principale era costruita con armature a doppia durezza, la fusoliera era realizzata in alluminio. La coda presentava una configurazione a V invertita.
Con una lunghezza di 25,4 piedi e un'altezza della fusoliera di 4,5 piedi, l'AARV era ancora più compatto del minuscolo OH-6, che era lungo 30,3 piedi e alto 8,1 piedi fino alla parte superiore dell'albero del rotore.
A differenza delle altre proposte ABC dell'azienda, l'AARV non aveva una propulsione ausiliaria, essendo alimentato da un singolo albero turbo Pratt & Whitney Canada PT6. Valutato a 1.175 CV, questo avrebbe dato all'elicottero una velocità massima di 150 nodi.
Nelle prove, la cellula dell'elicottero fu in grado di resistere a proiettili calibro 7,62 mm a distanza ravvicinata; a distanze più lunghe, anche i proiettili calibro 12,7 x 99 (.50) non erano riusciti a penetrarlo. Oltre all'armatura della cellula, fu utilizzata una "armatura trasparente" avanzata in vetro balistico per le trasparenze della cabina di pilotaggio.
L'AARV avrebbe anche avuto in dotazione proprie armi, con la possibilità di installare un Minigun da 7,62 mm su un montaggio telescopico sotto la fusoliera, mentre i POD di razzi non guidati potevano essere montati su di un pilone sul lato della fusoliera.
Sebbene un sistema di rotori ABC su larga scala fosse stato testato con successo nella galleria del vento della NASA Ames nel 1970, il progetto AARV non andò avanti nello sviluppo, con l’US ARMY che ha invece concluso che questa tecnologia sarebbe stata utilizzata meglio su di una piattaforma ad alta velocità.
La Sikorsky ha poi completato un dimostratore munito di sistema ABC ad alta velocità, l'S-69, ma senza a portare nessun aeromobile alla produzione di serie.

In seguito, lo stesso pensiero di "elicottero corazzato" che aveva portato all'AARV è stato utilizzato anche come base per un altro progetto Sikorsky, l'Aerial Armored Personnel Carrier (AAPC).

Essenzialmente una versione in scala dell'AARV, l'AAPC fu costruito attorno ad una cabina blindata a forma di scatola con alloggi per 12 soldati. Il diametro del rotore era stato aumentato a 40 piedi, rispetto ai 35,4 piedi per l'AARV. Furono studiate almeno due diverse disposizioni degli impennaggi, una è una V invertita in cui le code erano attaccate alla parte posteriore dei pattini di atterraggio e l'altra munita di un piano di coda orizzontale più convenzionale con piastre terminali verticali.
L'AAPC è poi progredito fino a un mockup su larga scala, ma l’Us Army non fu interessato a perseguire ulteriormente con il progetto. 
Così com’era ideato, l'AAPC era un confronto molto interessante con il Mi-24 Hind, che era stata la risposta sovietica a un simile tipo di requisito, anche se veniva preferita la velocità e la potenza di fuoco alla protezione balistica.

L'AARV e l'AAPC sono svaniti nel nulla, ma l'Advancing Blade Concept ha fatto un potente ritorno, molti anni dopo.


La Sikorsky è tornato al concetto con il suo dimostratore X2, che volato per la prima volta nel 2008; era destinato a dimostrare la tecnologia, ancora una volta. E ancora una volta, il sistema ABC è stato visto come un modo per sbloccare la velocità e la manovrabilità e aumentare la sopravvivenza dell'elicottero nelle severe condizioni del campo di battaglia.



L'X2 ha portato all'S-97 Raider, che era un aeromobile più rappresentativo della produzione, andato in volo nel 2015.
L'S-97, a sua volta, ha aperto la strada al promettente RaiderX, che era ampiamente visto come un potenziale favorito per il programma Future Attack Reconnaissance Aircraft (FARA), che mirava a fornire all’esercito statunitense un elicottero da ricognizione e attacco di nuova generazione ad alta velocità. Il programma FARA è stato cancellato all'inizio dell'anno scorso.




Nel frattempo, il RaiderX si è evoluto nell'ingrandito SB>1 Defiant, che ha perso la gara d'appalto Future Long-Range Assault Aircraft (FLRAA) a favore di un design basato su di un tilt-rotor di nuova generazione V-280 Valor di Bell. Come noto, è stata una competizione ad altissimo rischio.
Mentre la tecnologia APC potrebbe dover aspettare ancora un po' per trovare la sua strada in un elicottero di produzione per l’US ARMY, ci sono pochi dubbi sul suo potenziale. Anni di test hanno dimostrato una velocità impressionante, agilità e prestazioni calde ed elevate, con la capacità di impacchettare tutto questo in un ingombro relativamente piccolo.
In definitiva, l'AARV e la sua controparte che trasportavano truppe erano destinate ad essere inserite nella storia colorata dei progetti di elicotteri statunitensi della Guerra Fredda. Tuttavia, hanno svolto un ruolo altamente didattico durante un periodo di rapido sviluppo nella tecnologia dei rotorcraft, e uno che indica continue preoccupazioni sul modo migliore per garantire la sopravvivenza una volta lanciati nelle durissime battaglie dei giorni correnti e, purtroppo, di quelle future che ci attendono nei ritagli della storia.




"La Bandiera non sventola a causa dei venti che la soffiano,
La Bandiera sventola a causa dell'ultimo respiro di ogni soldato che soffia.
Per coloro che hanno combattuto e sono morti per questo,
la libertà ha un sapore che i protetti non sapranno mai.
Il vero soldato combatte non perché odia quello che ha davanti,
ma perché ama ciò che c'è dietro di sé. "
Chi sa comprende, il resto non conta.
Ripensare la guerra, e il suo posto
nella cultura politica europea contemporanea,
è il solo modo per non trovarsi di nuovo davanti
a un disegno spezzato
senza nessuna strategia
per poterlo ricostruire su basi più solide e più universali.
Se c’è una cosa che gli ultimi eventi ci stanno insegnando
è che non bisogna arrendersi mai,
che la difesa della propria libertà
ha un costo
ma è il presupposto per perseguire ogni sogno,
ogni speranza, ogni scopo,
che le cose per cui vale la pena di vivere
sono le stesse per cui vale la pena di morire.
Si può scegliere di vivere da servi su questa terra, ma un popolo esiste in quanto libero, 
in quanto capace di autodeterminarsi,
vive finché è capace di lottare per la propria libertà: 
altrimenti cessa di esistere come popolo.
Qualcuno è convinto che coloro che seguono questo blog sono dei semplici guerrafondai! 
Nulla di più errato. 
Quelli che, come noi, conoscono le immense potenzialità distruttive dei moderni armamenti 
sono i primi assertori della "PACE". 
Quelli come noi mettono in campo le più avanzate competenze e conoscenze 
per assicurare il massimo della protezione dei cittadini e dei territori: 
SEMPRE!
….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace, 
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a darla per scontata:
una sorta di dono divino e non, 
un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…
…Vorrei preservare la mia identità,
difendere la mia cultura,
conservare le mie tradizioni.
L’importante non è che accanto a me
ci sia un tripudio di fari,
ma che io faccia la mia parte,
donando quello che ho ricevuto dai miei AVI,
fiamma modesta ma utile a trasmettere speranza
ai popoli che difendono la propria Patria!
Violenza e terrorismo sono il risultato
della mancanza di giustizia tra i popoli.
Per cui l'uomo di pace
si impegna a combattere tutto ciò 
che crea disuguaglianze, divisioni e ingiustizie.
Signore, apri i nostri cuori
affinché siano spezzate le catene
della violenza e dell’odio,
e finalmente il male sia vinto dal bene…
Come i giusti dell’Apocalisse scruto i cieli e sfido l’Altissimo: 
fino a quando, Signore? Quando farai giustizia?
Dischiudi i sette sigilli che impediscono di penetrare il Libro della Vita 
e manda un Angelo a rivelare i progetti eterni, 
a introdurci nella tua pazienza, a istruirci col saggio Qoelet:
“””Vanità delle vanità: tutto è vanità”””.
Tutto…tranne l’amare.

(Fonti: https://svppbellum.blogspot.com/, Web, SAFARI, Google, TWZ, Wikipedia, You Tube)



























 

martedì 11 febbraio 2025

ESERCITO ITALIANO 2027: il programma degli elicotteri da combattimento di nuova generazione AW249 FENICE dell'esercito italiano sta procedendo secondo i tempi previsti, con 17 unità già sotto contratto su di un totale previsto di 48. Le prime consegne dovrebbero iniziare nel 2027.









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Il programma di elicotteri da combattimento di nuova generazione AW249 FENICE dell’E.I. sta procedendo secondo i tempi previsti; 17 unità sono già sotto contratto su di un totale previsto di 48. Le prime consegne dovrebbero iniziare già nel 2027.
Secondo i rapporti parlamentari, 4 prototipi sono attualmente sottoposti a rigorosi test a fuoco e valutazioni operative. Tra questi, solo uno è classificato come prototipo primario, mentre gli altri 3 sono elicotteri di pre-produzione. Questi aeromobili, sebbene ufficialmente di proprietà dell'esercito italiano, rimarranno nella disponibilità dell’azienda Leonardo, il produttore, per facilitare l'ulteriore sviluppo delle capacità, compresa l'integrazione di ulteriori sistemi d'arma avanzati e avionica allo stato dell’arte.
I test sulle armi per l'AW249 sono in corso da novembre 2023, con prove incentrate sui suoi sistemi di cannoni Gatling da 20 mm e razzi non guidati. Queste valutazioni sono fondamentali per garantire l'efficacia dell'elicottero nelle operazioni di combattimento, in particolare nelle missioni di supporto aereo ravvicinato e di scorta. Progettato in sostituzione del vecchio A129 Mangusta, l'AW249 presenta avionica avanzata, una migliore sopravvivenza e due propulsori più potente, che lo rendono una formidabile aggiunta alla flotta dell'esercito italiano.
Il programma AW249 si allinea con gli sforzi più ampi dell'Italia per modernizzare la sua flotta di aviazione ad ala rotante, garantendo la superiorità operativa nelle condizioni in evoluzione del campo di battaglia. Con la sua capacità di operare in scenari di combattimento complessi, tra cui la guerra asimmetrica e gli impegni ad alta intensità, il nuovo elicottero d'attacco dovrebbe svolgere un ruolo vitale nelle future missioni italiane e della NATO.
Man mano che i test e la produzione progrediscono, l'attenzione rimane sul perfezionamento dei suoi sistemi d'arma, migliorando le sue capacità di consapevolezza situazionale e garantendo l'interoperabilità con le forze alleate.









L'elicottero presenta un'architettura aperta che consente una crescita significativa e un adattamento del sistema "per soddisfare le richieste del mercato". 

L'AW249 offre alte prestazioni in termini di velocità, portata, margine di potenza, carico utile, condizioni calde e alte e manovrabilità per il volo nap-of-the-earth.
L'AW249 è progettato per essere completamente integrato e interoperabile attraverso i domini aria, terra, mare, spazio e cyber.
Le caratteristiche principali includono un'interfaccia uomo-macchina avanzata con display di grande area, dispositivi di riconoscimento touch screen/gesti nella cabina di pilotaggio e il sofisticato sistema di gestione della battaglia di Leonardo.

L'AW249 potrà svolgere missioni come: 
  • la scorta aerea, 
  • il supporto aereo ravvicinato, 
  • l'attacco ravvicinato, 
  • l'interdizione aerea,
  • può anche fungere da elemento di acquisizione di informazioni di un sistema C4 (ISTAR), scansionando il territorio e identificando le unità di terra per uso proprio o per diffondere informazioni a un centro di comando e controllo.

L'AW249 è dotato di un sistema d'arma flessibile, tra cui: 
  • razzi guidati e non guidati da 70 mm, 
  • missili guidati a infrarossi aria-aria, 
  • missili guidati a radiofrequenza aria-terra o a fibra ottica, 
  • un cannone Gatling da 20 mm a 3 canne. 

Leonardo ha anche notato le caratteristiche di sopravvivenza dell’elicottero fanno leva su di un'avanzata Integrated Defensive Aids Suite (IDAS), sedili blindati, serbatoi di carburante balistici tolleranti, resistenza agli urti e bassa rilevabilità.

L’AW249 FENICE è un elicottero da combattimento di ultima generazione progettato per operare negli scenari di battaglia moderni ed in continua evoluzione. 

Rappresenta l'unico elicottero attualmente in fase di progettazione che combina tecnologie all'avanguardia, prestazioni eccezionali e capacità di sopravvivenza con bassi costi operativi.
Il progetto deriva dall'AgustaWestland AW149, con cui condivide trasmissione, rotori e parte degli impianti. Sono richieste un'autonomia minima di 3 ore (rispetto alle 2h e 30 min attuali) con carico utile di 1800 kg, peso totale di 7–8 t e velocità che va dai 213 a 259 km/h. Dati ampiamente superati dai prototipi secondo le dichiarazioni pubblicate dal produttore. Autonomia e velocità sono necessarie anche per cooperare con l'NH-90 e il CH-47. L'elicottero dovrà avere capacità di gestire sciame di droni, capacità di riduzione della visibilità ai radar, anche se non completamente stealth, e resistenza alla corrosione di sabbia o salsedine.
L’AW249 è un elicottero da combattimento di ultima generazione con capacità di intervento nei contesti operativi del futuro e rispondente alla crescente necessità di collaborare con altre piattaforme. Interattivo con tutte le risorse aeree e di terra, inclusi Uncrewed Aircraft Systems (UAS), l'AW249 coniuga la capacità di integrare ed evolvere nuovi equipaggiamenti, comunicazioni all'avanguardia e un sistema avanzato di gestione dell’arena di ingaggio operativo. Avanzati sistemi avionici e di missione potenziano la conoscenza operativa riducendo il carico di lavoro del pilota a beneficio della sicurezza.
È dotato di un'avanzato apparato di ausili difensivi integrati, la trasmissione ha la capacità di continuare a funzionare anche dopo la perdita del lubrificante per 50 minuti, è equipaggiato con sedili corazzati, serbatoi di carburante con tolleranza balistica e garantisce resistenza a forti impatti e bassa rilevabilità.
Con un peso massimo al decollo di 8,3 tonnellate, l'AW249 può operare con altri velivoli senza pilota, garantisce alta velocità e autonomia per poter soddisfare missioni di scorta armata, supporto aereo ravvicinato e interdizione aerea oltre a ricognizione, sorveglianza, acquisizione target. I potenti motori consentono operazioni nelle condizioni più estreme con capacità operative a bordo della nave già incluse nel progetto iniziale.
 L'AW249 è dotato di un sistema d'arma flessibile che include razzi guidati e non guidati da 70 mm, missili guidati a raggi infrarossi aria-aria e missili aria-terra a radiofrequenza o a fibra ottica guidati da 20 mm con comprovata efficacia e precisione.
Il nuovo elicottero è stato realizzato grazie a un processo "agile" - che ha consentito di apportare miglioramenti e innovazioni tecnologiche direttamente nella fase di sviluppo - ed è il frutto di una stretta sinergia tra il Ministero della Difesa italiano e Leonardo.
La rapidità delle evoluzioni tecnologiche e il mutamento degli scenari, con la combinazione sempre più frequente di minacce convenzionali, asimmetriche e ibride, rendono necessaria la capacità di integrare le informazioni provenienti da tutti i domini (terra, mare, cielo, Spazio, cyber). In questo contesto nasce l’elicottero AW249, pensato per essere impiegato in operazioni dalla complessità elevata.  Denominato FENICE dall’Esercito Italiano, si caratterizza per un processo di sviluppo “agile”, che ha reso possibile un aggiornamento continuo nelle diverse fasi di realizzazione.
Il suo sviluppo è frutto di una sinergia e di un confronto costante tra il Ministero della Difesa italiano e Leonardo, che ha consentito di definire le soluzioni tecniche a partire da esigenze operative reali, quali minacce ibride e non convenzionali. Decisiva, in tal senso, è stata la collaborazione tra i piloti degli AW129 dell’Aviazione dell’Esercito (AVES) e dei test pilot di Leonardo.

SVILUPPO 

In una prima fase, lo sviluppo dell’elicottero ha beneficiato di un mock-up in scala 1:1, per valutare l’accessibilità, gli spazi e la posizione dei pannelli di controllo EDCU (Enhanced Display Control Unit) e del LAD (Large Area Display) nel cockpit dell’elicottero.
È stato poi utilizzato il Mission Task Simulator (MTS) – simulatore di missione, per ottimizzare la Human Machine Interface (HMI) – l’interfaccia che consente l’interazione tra l’operatore e la macchina – e minimizzare il carico di lavoro dell’equipaggio, grazie a un sistema di monitoraggio dello stress nella simulazione delle missioni in diversi contesti operativi.
L’AW249 è pensato per operare in scenari complessi e congestionati, in ambienti sempre più interconnessi dal punto di vista dell’informazione e della comunicazione, e caratterizzati da un alto profilo di minaccia (cinetica, cyber e cognitiva). Scenari – cosiddetti peer o near peer, in cui la minaccia è rappresentata da un livello di organizzazione e capacità comparabile – in cui sono presenti aree geografiche strategiche di difficile accesso, le cosiddette bolle A2/AD (Anti Access/Area Denial)
Da questo tipo di esigenze deriva la necessità del FENICE di essere impiegato secondo la logica e il concetto delle operazioni multi-dominio. In quest’ottica, l’elicottero è stato dotato by-design di una serie di capacità “native”, presenti sulle macchine che saranno consegnate all’Esercito Italiano a partire dal 2027.
Rispetto all’AW129, l’elicottero è caratterizzato da raggio d’azione e velocità superiori, maggiore persistenza in area operativa, oltre che da elevata reattività, manovrabilità e maneggevolezza in ogni condizione. Che cosa significa, nel concreto? Ad esempio, avere la possibilità di nascondersi dietro a ostacoli o file di alberi, effettuare rapidamente manovre evasive e allontanarsi sfruttando le pieghe del terreno. O, ancora, di operare agevolmente avendo maggiore consapevolezza delle condizioni ambientali, grazie ai sensori e ai sistemi anticollisione, in condizioni di quota elevata e ad alte temperature ambientali.
Il cuore del sistema è un Battlefield Management System (BMS) – software che integra l'acquisizione e l'elaborazione delle informazioni, per migliorare il comando e il controllo di un'unità militare – di nuova generazione, in grado di gestire, elaborare e fondere un'enorme quantità di dati e trasmetterli all’equipaggio in maniera friendly e intuitiva, attraverso un cockpit moderno dotato di LAD o sull’Integrated Helmet Display System (IHDS), ovvero su un sistema di presentazione dei dati e delle informazioni direttamente sul casco del pilota.
Elemento centrale per l’AW249, l’IHDS è un casco dotato del sensore Low Light Level TV, che garantisce la proiezione di immagini e simbologia direttamente sulla visiera, con una nitidezza delle immagini elevata anche in assenza di luminosità notturna.
Il casco è in grado di operare in condizioni Degraded Visual Environment (DVE), in presenza di limitazioni della visibilità dovuta a polvere o sabbia (brown out), alla neve (white out), a pioggia o nuvole. In che modo? Attraverso una ricostruzione tridimensionale dell’ambiente circostante, sulla base dei dati raccolti da tutti i sensori.
L’immagine 3D del terreno proiettata nella visiera consente a pilota e copilota, muovendo la testa, di vedere anche in assenza di visuale o con condizioni degradate, potendo così operare, atterrare in sicurezza ed evitare eventuali ostacoli.
Il modello del BMS consente di alleggerire il carico di lavoro di pilota e copilota – le cui postazioni sono identiche e intercambiabili – e di accelerare il processo decisionale, elemento sempre più essenziale in contesti multi-dominio. Attraverso il LAD o la EDCU, è possibile assumere il controllo dei velivoli senza pilota (Uncrewed Aerial Vehicle - UAV), dirigerli in maniera semplice nella zona di interesse e gestire i loro sensori elettro-ottici per l’acquisizione di immagini e video. Tramite i due pannelli è possibile, inoltre, controllare e gestire i parametri di volo, di missione e di status della macchina.
L’AW249 è dotato di una serie di apparati e sensori – tecnologia LIDAR, sensore IR e radar a microonde – che ne garantiscono un’eccellente situational awareness, ovvero la consapevolezza della condizione operativa, fondamentale per operare a bassa quota ed eludere la minaccia.
Questi strumenti consentono di scansionare e ricostruire il terreno e le immagini degli ostacoli (ad esempio pali o cavi elettrici), oltre che di volare in condizioni di scarsa visibilità. All'occorrenza, il radar a microonde può essere utilizzato per rilevare droni. Grazie alla cosiddetta “sensor fusion” – combinazione dei dati provenienti da sensori o fonti diverse, per una maggiore accuratezza delle informazioni – e a un database digitale, l’elicottero possiede l’esatta consapevolezza dell’ambiente circostante e può muoversi agilmente tra gli ostacoli.
L’AW249 dispone di sistemi predittivi in grado di ottimizzare le attività di manutenzione, con l’obiettivo di ridurre i tempi e il peso logistico dei fermi tecnici. Grazie all’introduzione dell’intelligenza artificiale, sarà possibile passare a una manutenzione di tipo prescrittivo, valutando molteplici opzioni sulla base di simulazioni. Ad esempio, nel caso di componenti usurate, la manutenzione prescrittiva consentirà di calcolare i diversi possibili guasti conseguenti o il mantenimento dello stato di efficienza, sulla base di specifici parametri e condizioni.
Combinandosi con le capacità di calcolo e memoria del velivolo, l’AI consentirà poi di calcolare, correlare e aggiornare in tempo reale parametri quali altezza, velocità e presenza di ostacoli, garantendo così all’elicottero la possibilità di identificare le rotte più sicure da seguire.
In quest’ottica, l’integrazione con il drone riveste un’importanza strategica, in quanto quest'ultimo, grazie alla sua posizione avanzata, è in grado di estendere la capacità di intelligence dell'elicottero.  Questo consente alle formazioni composte da AW249 e relativi gregari non pilotati di ottimizzare e rendere più efficaci le operazioni.

CARATTERISTICHE GENERALI

A partire dalle caratteristiche generali, l'AW249 ha un peso totale di 8300 kg, quasi il doppio delle dimensioni dell'A129, e ha anche 2800 kg di carico utile, più del doppio delle dimensioni dell'A129.
Nel reparto motori, l'elicottero è dotato di due Avio Aero CT7-8E6, rendendo l'AW249 circa 30 km/h più veloce del Mangusta.
Nel reparto avionica, l'elicottero sarà dotato dell'ultima generazione di sensori che renderanno i piloti in grado di controllare droni e munizioni in agguato. Sarà inoltre dotato di un nuovo casco integrato che genererà una vista 3D dell'area sotto e vicino all'elicottero, dando ai piloti una visione migliore del terreno vicino, anche con condizioni meteo sfavorevoli.
Passando al dipartimento della difesa, l'Aw249 sarà caratterizzato da un classico sistema automatico per il lancio di razzi guidati e non, lws, rwr e apparecchiature ECM-ECCM-ESM; si vocifera che l'Aw249 sarà dotato di un rivestimento stealth per ridurre la sua traccia radar e IR.

ARMAMENTO

Nel reparto armi, l'AW249 è molto ben equipaggiato con un'ottima quantità di moderni missili anticarro. Userà principalmente i missili anticarro Spike ER2 e LR2, realizzati dalla società israeliana Rafael, ma è anche possibile che in futuro sarà dotato dello Spike NLOS se l'EI lo adotterà. Saranno disponibili anche razzi non guidati e guidati come l'Hydra 70 mm e il CIRIT, così come missili antiaerei come lo Stinger e il Peraphs, il nuovo sostituto dello Stinger italiano. Inizialmente, l'EI voleva riutilizzare il sistema optronico Toplite III in uso sull’A129D, ma quella possibilità è stata presto scartata a favore di una nuova ottica sviluppata da Leonardo. Non si sa molto su questa nuova ottica e nemmeno il nome è ad oggi disponibile. La torretta è rimasta la stessa e utilizza il cannone Gatling OTO TM197B da 20 mm; in futuro è possibile che l'AW249 sia dotato del Leonardo Gatling 20 (la versione italiana) o del nuovo cannone Blaze da 30 mm in fase di sviluppo da parte di Leonardo.

VARIANTI

Al momento, è stata realizzata solo la versione del carro armato anti-tank, quella attualmente ordinata dall'Esercito italiano. Ma è possibile che, come l'A129, in futuro verranno realizzate altre versioni:
  • Versione navale (versione dotata di radar di ricerca navale, siluri e missili antinave);
  • Versione drone (versione anticarro senza equipaggio);
  • Versione export.

POSSIBILI ESPORTAZIONI

L'AW249 è già agli occhi di varie nazioni che hanno mostrato interesse per il suo sviluppo e potrebbero ordinare l'unità quando sarà pronta.
La nazione più interessata per ora è l'Algeria, che ha espresso il suo interesse per la piattaforma sin dal 2019. Si dice anche che l'esercito algerino abbia già ordinato sette unità.
Abbiamo poi l'Ungheria, che ha mostrato interesse nel 2024.
Voci non ufficiali confermano che altre nazioni come la Romania, il Brasile e la Germania siano fortemente interessate.




Ripensare la guerra, e il suo posto
nella cultura politica europea contemporanea,
è il solo modo per non trovarsi di nuovo davanti
a un disegno spezzato
senza nessuna strategia
per poterlo ricostruire su basi più solide e più universali.
Se c’è una cosa che gli ultimi eventi ci stanno insegnando
è che non bisogna arrendersi mai,
che la difesa della propria libertà
ha un costo
ma è il presupposto per perseguire ogni sogno,
ogni speranza, ogni scopo,
che le cose per cui vale la pena di vivere
sono le stesse per cui vale la pena di morire.
Si può scegliere di vivere da servi su questa terra, ma un popolo esiste in quanto libero, 
in quanto capace di autodeterminarsi,
vive finché è capace di lottare per la propria libertà: 
altrimenti cessa di esistere come popolo.
Qualcuno è convinto che coloro che seguono questo blog sono dei semplici guerrafondai! 
Nulla di più errato. 
Quelli che, come noi, conoscono le immense potenzialità distruttive dei moderni armamenti 
sono i primi assertori della "PACE". 
Quelli come noi mettono in campo le più avanzate competenze e conoscenze 
per assicurare il massimo della protezione dei cittadini e dei territori: 
SEMPRE!
….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace, 
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a darla per scontata:
una sorta di dono divino e non, 
un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…
…Vorrei preservare la mia identità,
difendere la mia cultura,
conservare le mie tradizioni.
L’importante non è che accanto a me
ci sia un tripudio di fari,
ma che io faccia la mia parte,
donando quello che ho ricevuto dai miei AVI,
fiamma modesta ma utile a trasmettere speranza
ai popoli che difendono la propria Patria!
Violenza e terrorismo sono il risultato
della mancanza di giustizia tra i popoli.
Per cui l'uomo di pace
si impegna a combattere tutto ciò 
che crea disuguaglianze, divisioni e ingiustizie.
Signore, apri i nostri cuori
affinché siano spezzate le catene
della violenza e dell’odio,
e finalmente il male sia vinto dal bene…
Come i giusti dell’Apocalisse scruto i cieli e sfido l’Altissimo: 
fino a quando, Signore? Quando farai giustizia?
Dischiudi i sette sigilli che impediscono di penetrare il Libro della Vita 
e manda un Angelo a rivelare i progetti eterni, 
a introdurci nella tua pazienza, a istruirci col saggio Qoelet:
“””Vanità delle vanità: tutto è vanità”””.
Tutto…tranne l’amare.

(Fonti: https://svppbellum.blogspot.com/, Web, Google, DefenceBlog, UKDefenceJournal, SecretProject, Wikipedia, You Tube)



















 

venerdì 31 gennaio 2025

“Messerschmitt-Bölkow-Blohm BO-115” 1973 - 1978: il progetto era uno studio su di un elicottero da combattimento leggero della classe delle 2,5 tonn che avrebbe adottato i sistemi completi di propulsione e il rotore del BO-105 riducendo significativamente i costi di sviluppo rispetto allo sviluppo di un nuovo progetto. Gli accordi con l’italiana Agusta e con la britannica Westland.








https://svppbellum.blogspot.com/

Blog dedicato agli appassionati di DIFESA, 
storia militare, sicurezza e tecnologia. 
La bandiera è un simbolo che ci unisce, non solo come membri 
di un reparto militare 
ma come cittadini e custodi di ideali.
Valori da tramandare e trasmettere, da difendere
senza mai darli per scontati.
E’ desiderio dell’uomo riposare
là dove il mulino del cuore non macini più
pane intriso di lacrime, là dove ancora si può sognare…
…una vita che meriti di esser vissuta.






Molto prima che il Bo-105P (alias PAH-1 - Panzerabwehrhubschrauber, elicottero anticarro) venisse adottato in servizio, le forze armate tedesche ritennero necessario avviare lo sviluppo di un elicottero di nuova generazione, considerando il Bo-105P come un elicottero temporaneo. Nel 1973 fu stilata una lista di carenze del PAH-1: mancanza di corazzatura, sistemi di sorveglianza non ottimali, mancanza di cannoni. Alla Messerschmitt-Bölkow-Blohm fu proposto di sviluppare un nuovo elicottero basato sui componenti principali del Bo-105; il progetto fu chiamato Vo-115.




Gli ingegneri della Messerschmitt-Bölkow-Blohm intrapresero la stessa strada per cui furono progettati e realizzati il “Cobra” e il Mi-24. 

La base dell'elicottero era il progetto del Bo-105 quasi invariato; vi era installata una cabina di pilotaggio blindata biposto con sedili in tandem, simile a quella del “Cobra”. È interessante notare che nella parte anteriore non era collocato il mitragliere, ma il pilota. Nel muso erano collocati il sistema di guida dei missili e la termocamera. A causa dell'aumento del peso del muso dell’elicottero, il cannone di bordo dovette essere spostato al centro della carlinga e, poiché i militari volevano mantenere il carrello munito di pattini, lo resero retrattile. Per mantenere le caratteristiche di volo dell'elicottero più pesante al livello del Vo-105, furono installati nuovi motori.
L’esercito tedesco approvò il progetto: l'elicottero era pienamente conforme a tutti i requisiti e poco costoso, persino più economico dell'acquisto dei Cobra statunitensi. La Messerschmitt-Bölkow-Blohm ricevette i fondi per costruire un prototipo entro il 1975. Inoltre, fu proposto di lavorare sulla possibilità di collocare sotto le alette altre armi oltre ai missili anti-carro e ai serbatoi di carburante sospesi. Per il resto, il prototipo non differiva molto dal progetto del 1973.

Nell'estate del 1974 fu completata una serie preliminare di test sui singoli componenti. 

Fu condotta una serie di voli di ricerca su di un Vo-105 modificato. Per elaborare il layout dell'elicottero venne costruito un mock-up a grandezza naturale. Il problema principale del progetto era il cannone da 20 mm: anche il posizionamento sotto il centro di gravità dell'elicottero non aiutava a contrastare il forte rinculo, che avrebbe fatto oscillare senza limiti tollerabili un elicottero leggero solo 2,5 tonn quando sparava. Per risolvere questo problema, l’azienda costruttrice era orientata a sostituire il cannone da 20 mm con una mitragliatrice. 

Nel complesso, tutto era pronto per la costruzione di un prototipo completo.

Nell'autunno del 1975, i finanziamenti per il progetto Vo-115 furono interrotti. Alla fine, l’Esercito tedesco sostenne che l'elicottero non era sufficientemente protetto e l'equipaggio era mal posizionato in quanto il pilota oscurava la visuale del mitragliere. Contemporaneamente fu lanciato il programma RAN-2, che prevedeva una gara tra diverse aziende per la costruzione di un elicottero d'attacco.
È difficile dire se sia stato un errore abbandonare il Vo-115, che poteva essere adottato quasi contemporaneamente al Vo-105 e aveva buone prospettive sul mercato export, a favore di un programma che si sarebbe trascinato per quasi 15 anni. Ma l'MVV non aveva intenzione di arrendersi così facilmente: nel 1975 era già pronta una nuova versione del Vo-115, che soddisfaceva i requisiti del programma RAS-2. L'elicottero fu progettato in stretta collaborazione con l’azienda elicotteristica italiana Agusta.
Entrambe le aziende svilupparono propri progetti, prendendo in prestito alcuni componenti e soluzioni dall'altra. In futuro era in progetto una competizione tra elicotteri tedeschi e italiani. Il progetto tedesco era ancora basato sul Vo-105, ma esternamente la macchina era cambiata molto.
L'elicottero divenne molto più stretto, la corazzatura proteggeva tutti i componenti importanti, non solo la cabina di pilotaggio, ed era incorporata nella struttura portante. L'equipaggio era disposto in tandem, ma il mitragliere era rialzato rispetto alla cabina di pilotaggio, per garantirgli una buona visuale. Il sistema di puntamento rimase nel muso, ma ricevette ampi angoli di visuale. Per quanto riguarda l’elicottero LTX Vo-115 principale non era cambiato ma fu presa in considerazione la possibilità di dotare l'aeromobile di motori più potenti.
La nuova versione del Vo-115 non arrivò nemmeno alle forze armate prima che l'esercito tedesco cambiasse nuovamente i requisiti per il programma RAN-2 dopo la comparsa dello YAH-64. Uno dei nuovi requisiti era l'elevata manovrabilità dell'elicottero e l'esecuzione di manovre evasive complesse. Inoltre, furono modificati i requisiti per l'elettronica e il sistema di avvistamento. A causa di questo ritardo, l'MBV ebbe un disaccordo con l’Agusta. Nel periodo 1975-1977, l'MVV sviluppò diverse nuove varianti del Vo-115, con motori più potenti e aerodinamica migliorata. Ma gli ingegneri tedeschi non riuscivano a tenere il passo con il proprio esercito, che quasi ogni anno rivedeva di continuo i requisiti del programma RAN-2.
Nel 1977, dopo la partenza definitiva degli italiani, su suggerimento del governo della RFT iniziò la cooperazione con l'azienda francese Aerospatiale. Inizialmente, la cooperazione si espresse nel solo scambio di tecnologie. Nel 1978, il Vo-115 ebbe finalmente fortuna: la Bundesweer scelse questa variante, scartando gli altri concorrenti. Il primo prototipo del Vo-115 avrebbe dovuto essere costruito nel 1982. Ma nel 1979 si decise di unire gli sforzi di Francia e Germania nello sviluppo di un unico elicottero d'attacco. La MVV fu costretta a collaborare più strettamente con l’Aerospatiale, unendo gli sviluppi del Vo-115 a quelli francesi. 

Questa è la fine della storia dell'elicottero tedesco Vo-115 e l'inizio della storia dell'Eurocopter Tiger europeo.

Già nel 1974, il consorzio VFW Fokker iniziò a lavorare alla progettazione di un nuovo elicottero d'attacco. Nel 1975 divenne chiaro che l'esperienza di progettazione esistente non era sufficiente per sviluppare il progetto nei tempi richiesti e che il consorzio non aveva la capacità produttiva necessaria per produrre un elicottero così complesso.
Pertanto, la direzione del consorzio si rivolse all'azienda britannica Westland Helicopters, anch'essa impegnata nello sviluppo di elicotteri d'attacco, proponendo di unire le forze. I britannici avevano già esperienza nello sviluppo di elicotteri d'attacco, ma il loro progetto WG-13 non interessava ai loro militari, che non avevano fondi sufficienti, e ai francesi, che si affidavano solo ai propri produttori.

In questa situazione, unire le forze era favorevole a Westland Helicopters e nell'estate del 1975 iniziò lo sviluppo congiunto dell'elicottero d'attacco P277.

Nel 1975, i militari della VFW formularono i requisiti per un futuro elicottero anticarro RAN-2, un aeromobile leggermente corazzato e altamente specializzato. Dopo alcune discussioni, VFW Fokker e Westland si resero conto che l'elicottero in fase di sviluppo poteva avere un significativo potenziale export, per cui valeva la pena di sviluppare un elicottero più vicino per prestazioni al Bell AH-1 Cobra che ai requisiti tedeschi.
Per semplificare e ridurre i costi di produzione, l'elicottero venne in parte sviluppato sulla base meccanica-motoristica del Westland Lynx. L'aspetto generale e alcune soluzioni di layout, come la collocazione dell'equipaggio e dei motori, furono presi in prestito dall'AH-1.
A differenza dei progetti tedeschi, il mitragliere era posizionato davanti al pilota, in modo da poter utilizzare più efficacemente il cannone e i razzi non guidati. Grazie all'utilizzo di materiali di ultima generazione, fu possibile blindare tutti i componenti importanti dell'elicottero dal fuoco delle mitragliatrici di grosso calibro, mantenendo il peso a vuoto a 2400 Kg (peso massimo al decollo 4500 Kg). Il veicolo doveva essere spinto da due motori Rolls-Royce 960-WPS-Turbinen, che consentivano una velocità massima di 290 Km/h.
Sul campo di battaglia, il P277 doveva essere in grado di distruggere carri armati, fornire supporto di fuoco alle forze alleate e combattere elicotteri nemici e bersagli a bassa quota. A questo scopo, il sistema di avvistamento e i sistemi di controllo delle armi furono inizialmente adattati per utilizzare l'intera gamma di armi sospese: missili aria-terra guidati e non guidati, missili aria-aria, vari cannoni e contenitori per mitragliatrici.
L'elicottero aveva un totale di due punti d’attacco esterni dell'armamento sui lati delle gondole del carrello d'atterraggio. La torretta girevole era spostata più vicino al centro di gravità dell'elicottero per ridurre l'effetto del rinculo. Vi si poteva installare una serie di mitragliatrici convenzionali e di grosso calibro, cannoni da 20 o 30 mm, lanciagranate automatici. Si prevedeva di dotare il cannone di un mirino separato che, in combinazione con il supporto retrattile, avrebbe consentito di ottenere un settore di tiro di 360 gradi.

Lo sviluppo dell'elicottero proseguì fino al 1977. In primavera fu presentato all'esercito tedesco con il nome di P277 “Fledermaus” (pipistrello) e in estate furono presentati alcuni modelli dell'elicottero all'esposizione di Le Bourget. 

In generale, il progetto attirò l'attenzione di diversi Paesi, per cui, in caso di finanziamento del programma da parte della RFT, alcuni Paesi del Nord Europa e dell'America Latina erano pronti a considerare l'opzione di acquistare le macchine.
Nell'autunno del 1977, Westland Helicopters completò la costruzione di un modello a grandezza naturale del P277. Per la presentazione furono invitati i militari di Germania e Francia, ma già allora fu chiaro che il progetto non suscitava particolare interesse nei principali clienti proposti. I tedeschi ritenevano superfluo l'armamento con cannoni e l'adattamento dell'elicottero a qualcosa di diverso dalle ATGM, e non erano disposti a finanziare di tasca propria un simile progetto. Inoltre, nel 1977 era iniziata una stretta cooperazione tra MBV e Aerospatiale, che per Francia e Germania era molto più interessante del progetto anglo-tedesco.
All'inizio del 1978, la Germania informò ufficialmente VFW Fokker e Westland Helicopters che non vedeva la necessità di finanziare il loro progetto, e un alto funzionario militare tedesco disse addirittura ai giornalisti che considerava il P277 un'inutile perdita di tempo. Nessuno dei possibili clienti export, inoltre, era pronto ad accollarsi tutti i costi di costruzione di questa costosa macchina, e non riuscì a tentare di vendere il progetto alle forze armate britanniche: non avevano ancora i fondi necessari. 

Nel febbraio 1978, il progetto P277 fu cancellato.






Ripensare la guerra, e il suo posto
nella cultura politica europea contemporanea,
è il solo modo per non trovarsi di nuovo davanti
a un disegno spezzato
senza nessuna strategia
per poterlo ricostruire su basi più solide e più universali.
Se c’è una cosa che gli ultimi eventi ci stanno insegnando
è che non bisogna arrendersi mai,
che la difesa della propria libertà
ha un costo
ma è il presupposto per perseguire ogni sogno,
ogni speranza, ogni scopo,
che le cose per cui vale la pena di vivere
sono le stesse per cui vale la pena di morire.
Si può scegliere di vivere da servi su questa terra, ma un popolo esiste in quanto libero, 
in quanto capace di autodeterminarsi,
vive finché è capace di lottare per la propria libertà: 
altrimenti cessa di esistere come popolo.
Qualcuno è convinto che coloro che seguono questo blog sono dei semplici guerrafondai! 
Nulla di più errato. 
Quelli che, come noi, conoscono le immense potenzialità distruttive dei moderni armamenti 
sono i primi assertori della "PACE". 
Quelli come noi mettono in campo le più avanzate competenze e conoscenze 
per assicurare il massimo della protezione dei cittadini e dei territori: 
SEMPRE!
….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace, 
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a darla per scontata:
una sorta di dono divino e non, 
un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…
…Vorrei preservare la mia identità,
difendere la mia cultura,
conservare le mie tradizioni.
L’importante non è che accanto a me
ci sia un tripudio di fari,
ma che io faccia la mia parte,
donando quello che ho ricevuto dai miei AVI,
fiamma modesta ma utile a trasmettere speranza
ai popoli che difendono la propria Patria!
Violenza e terrorismo sono il risultato
della mancanza di giustizia tra i popoli.
Per cui l'uomo di pace
si impegna a combattere tutto ciò 
che crea disuguaglianze, divisioni e ingiustizie.
Signore, apri i nostri cuori
affinché siano spezzate le catene
della violenza e dell’odio,
e finalmente il male sia vinto dal bene…
Come i giusti dell’Apocalisse scruto i cieli e sfido l’Altissimo: 
fino a quando, Signore? Quando farai giustizia?
Dischiudi i sette sigilli che impediscono di penetrare il Libro della Vita 
e manda un Angelo a rivelare i progetti eterni, 
a introdurci nella tua pazienza, a istruirci col saggio Qoelet:
“””Vanità delle vanità: tutto è vanità”””.
Tutto…tranne l’amare.

(Fonti: https://svppbellum.blogspot.com/, Web, Google, SecretForum, DCS Forums, Wikipedia, You Tube)





























 

Voenno-morskoj flot o VMF: il BS-64 è un SSBN della Marina russa, classe Delfin progetto 667BDRM (codice NATO Delta IV). Originariamente l’unità era stata designata K-64.

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