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mercoledì 4 ottobre 2023

REGIO ESERCITO ITALIANO 1942 - 1954: Fiat-SPA AS42 “Sahariana".





https://svppbellum.blogspot.com/

Blog dedicato agli appassionati di DIFESA, storia militare, sicurezza e tecnologia. 



La Fiat-SPA AS42 "Sahariana" o SPA-Viberti AS42 era un veicolo blindato da esplorazione utilizzato dalle truppe italiane che combatterono durante la campagna del Nordafrica durante la seconda guerra mondiale, sviluppato sulla base della Autoblindo Fiat-Ansaldo.







L'AS.42 (Africa Settentrionale = Nord Africa) venne sviluppata dalla "SPA - Viberti" utilizzando lo stesso telaio dell'autoblindo AB 41, comprese le quattro ruote sterzanti, ma con una trasmissione 2x4 specifica per le operazioni desertiche, principalmente nel ruolo da ricognizione. Le sue origini risalgono a richieste provenienti da unità operanti sul fronte nordafricano per un veicolo a lungo raggio e altamente manovrabile, simile a quelli ampiamente utilizzati dalla forza britannica di ricognizione e incursione di grande successo, il Long Range Desert Group (LRDG).
 
Progetto

L'AS.42 era un veicolo 4x2 non blindato con scafo da barca basato sul telaio dell'autoblindo AB 41, ma con trasmissione 2x4. Il motore a benzina SPA ABM 3 a 6 cilindri da 100 cavalli (75 kW) era situato nella parte posteriore.  L'unica protezione superiore dello scomparto aperto era un telo di tela impermeabile. Oltre al posto di guida, l'equipaggio che serviva le armi di bordo era seduto su quattro sedili ribaltabili ai lati. L'AS 42 aveva serbatoi interni di carburante da 145 litri con ulteriori 20 taniche montato esternamente su entrambi i lati tra le ruote più 4 sui parafanghi anteriori; trasportava complessivamente 80 litri di acqua e 400 litri di carburante. Una fonte afferma che un serbatoio pieno di carburante e le taniche di carburante aggiuntive consentivano un'autonomia massima di 1.400 km (870 mi), e un'altra fonte afferma un'autonomia massima di 2.000 km (1.200 mi).  L'equipaggio era composto da 3-6 soldati. 
Un secondo modello, lo SPA 43, denominato Camionetta II o Metropolitana, entrò in servizio in Italia nel 1943. Si differenziava dal primo modello per l'assenza delle due file laterali superiori di taniche di benzina, sostituite da due grandi cassoni per munizioni e la presenza di un piano in tela. Inoltre, questa versione montava nuovi pneumatici Pirelli Artiglio, Sigillo Verde o Raiflex adattati al fango e alla neve della terraferma, a differenza dei precedenti pneumatici Pirelli Tipo Libia o Superflex sabbia. 

Servizio 

Da settembre a novembre 1942 fu consegnato al Regio Esercito il primo lotto di 14 veicoli. L'unità che diede il battesimo del fuoco all'AS 42 nel novembre 1942 fu il " Raggruppamento Sahariano AS ". I buoni risultati conseguiti dal "Raggruppamento Sahariano AS" portarono rapidamente alla formazione di almeno altre quattro " Compagnie Arditi Camionettisti ": la 103a, 112a, 113a e 123a. 
I reparti Sahariani erano di stanza in Nord Africa, Sicilia e Roma.  Il basso profilo del veicolo gli permetteva di nascondersi dietro le dune del deserto e attendere invisibile l'arrivo del nemico, e la sua grande capacità di azione autonoma gli permetteva di inseguire le forze nemiche per lunghi periodi. L'AS.42 ha partecipato alle fasi finali della campagna di Libia e all'intera campagna in Tunisia. Fu assegnato principalmente alle compagnie aeree della Compagnia Auto-Sahariana e al 103° Battaglione. 
I veicoli sopravvissuti furono successivamente utilizzati dal 2° Battaglione del 10° Reggimento nella difesa della Sicilia e dell'Italia meridionale. La stessa unità e il Battaglione d'Assalto Motorizzato impiegarono i modelli "Sahariana" e "Metropolitana" nella difesa di Roma l'8 settembre 1943. Successivamente alcune “sahariane” rimasero nel Nord Italia con la Repubblica Sociale Italiana di Mussolini. Sette veicoli combatterono sul fronte orientale come parte della 2. Divisione Fallschirmjäger. Furono in servizio tra il 1944 e il 1945 come veicoli da ricognizione sul fronte orientale, in Francia, Belgio e Paesi Bassi. Nel 1943 la Polizia dell'Africa Italiana, comprendente il battaglione "Barbarigo"Xª Flottiglia MAS, utilizzò la Sahariana per pattugliamenti a Roma.  Il 4 giugno 1944 un AS.42 si imbatté in un M4 Sherman che lanciò un proiettile attraverso il veicolo, distruggendo sia le ruote di scorta anteriori che quelle posteriori. 
Nel dopoguerra sette veicoli furono forniti alla Polizia di Stato. Furono modificati rimuovendo armi, strumenti pionieristici e taniche e dipinti di rosso amaranto. A Udine e Bologna furono utilizzati fino al 1954. Una quantità sconosciuta fu prodotta appositamente per la Polizia di Stato italiana nel 1946.

Sviluppo

Per contrastare le micidiali incursioni del Long Range Desert Group, il Regio Esercito italiano richiese un veicolo veloce, bene armato e adatto ad operare nelle località desertiche per poter dare la caccia agli incursori inglesi e permettere eventuali colpi di mano. Il risultato fu una camionetta derivata dallo scafo dalla autoblindo AB41 caratterizzata da ruote di grande diametro e da un profilo laterale basso. Il telaio era caratterizzato da un passo di 3,2 m, carreggiata di 1,75 m ed altezza dal suolo di 0,35 m; la capacità di guado era di 0,7 m. La trazione era integrale ma, a differenza della blindo, solo le ruote anteriori erano sterzanti ed era abolito il secondo posto di guida. Il motore, lo stesso della AB41, era collocato al posteriore mentre all'anteriore trovava posto la ruota di scorta; sulle fiancate erano predisposti degli attacchi per 20 taniche di benzina da 20 l, su due file da 5 su ogni lato. Il serbatoio del carburante da 145 l consentiva un'autonomia di 300 km, c (1200 km con i 400 l delle taniche). Sui parafanghi anteriori vennero collocate 4 taniche d'acqua mentre su quelli posteriori trovarono posto 2 lamiere per il disinsabbiamento.
Il prototipo fu presentato il 9 luglio 1942 e, in seguito all'esito positivo delle prove di valutazione, in agosto iniziò la produzione del primo lotto di 140 mezzi (ma ne furono consegnate poche decine di esemplari). Dotata del solo sedile del conducente, accompagnato dai serventi delle armi di bordo che prendevano posto su 4 strapuntini laterali, la "Sahariana" era stata pensata per il trasporto di uomini e materiale/e incursioni. La sua sagoma bassa le permetteva di nascondersi dietro le dune e la grande autonomia le consentiva di inseguire a lungo le truppe avversarie.

La Fiat-SPA AS42 “Metropolitana"

Un secondo modello, chiamato Sahariana II o Metropolitana, entrò in servizio a 1943 inoltrato e differiva dalla Sahariana per l'assenza delle due file superiori di taniche di benzina sulle fiancate, sostituite da due grandi cassoni per le munizioni, e per la presenza di una telonatura pieghevole. Inoltre questa versione montava pneumatici Pirelli "Artiglio", adatti ai terreni continentali, a differenza del primo modello che montava le gomme da sabbia Pirelli “Libia".

Impiego Operativo

Entrata in servizio nel dicembre 1942, partecipò alle fasi finali della campagna d'Africa. In particolare prestò servizio nella campagna di Libia e Tunisia, assegnata principalmente alle compagnie auto-avio sahariane del Raggruppamento sahariano "Mannerini" ed alla 103ª Compagnia arditi camionettisti del I Battaglione speciale arditi. Fu impiegata dal II Battaglione del 10º Reggimento arditi nella difesa della Sicilia e del sud d'Italia. Lo stesso reparto ed il Battaglione d'Assalto Motorizzato impiegarono le "Sahariane" e le "Metropolitane" nella difesa di Roma l'8 settembre 1943. Al momento dell'armistizio le compagnie di camionettisti furono sciolte a parte un gruppo di 46 arditi del 10º che con 7-9 AS42 venne aggregato alla 2. Fallschirmjäger-Division tedesca per cui effettuò compiti di ricognizione sui fronti russo e francese nonché in Belgio e Paesi Bassi. Alcuni mezzi furono recuperati ed impiegati anche dal Battaglione "Barbarigo" della Xª Flottiglia MAS.
Una decina di "Metropolitane" date in dotazione alla Polizia dell'Africa italiana nel dopoguerra vennero integrate nei ranghi dei Reparti Celeri e dei Reparti Mobili della Pubblica Sicurezza, per cui prestarono servizio fino a metà anni ’50.

Armamento

L'arma principale montata era un cannone automatico Breda Modello 35 da 20 mm (0,79 pollici), un fucile anticarro Solothurn S-18/1000 da 20 mm o un Breda M35 da 47 mm (1,9 pollici). I mezzi erano inoltre dotati di una o tre mitragliatrici Breda M37 o Breda 38 da 8 mm. Il secondo modello non utilizzava l'S-18/1000. La protezione aveva uno spessore di 17 mm attorno all'intero telaio, con tre lastre di vetro antiproiettile da 12 mm per il parabrezza. 

Il tipo di armamento poteva variare a seconda del modello combinando le seguenti armi:
  • Breda Mod.37: mitragliatrice media (usa caricatori da 24 colpi).
  • Solothurn S-18/1000: fucile anticarro da 20 mm (caricatori da 10 colpi).
  • Breda 20/65 Mod. 1935: mitragliera antiaerea da 20 mm (caricatori da 12 colpi).
  • Cannone 47/32 Mod 35: cannone anticarro da 47 mm.




Ripensare la guerra, e il suo posto
nella cultura politica europea contemporanea,
è il solo modo per non trovarsi di nuovo davanti
a un disegno spezzato
senza nessuna strategia
per poterlo ricostruire su basi più solide e più universali.
Se c’è una cosa che gli ultimi eventi ci stanno insegnando
è che non bisogna arrendersi mai,
che la difesa della propria libertà
ha un costo
ma è il presupposto per perseguire ogni sogno,
ogni speranza, ogni scopo,
che le cose per cui vale la pena di vivere
sono le stesse per cui vale la pena di morire.
Si può scegliere di vivere da servi su questa terra, ma un popolo esiste in quanto libero, 
in quanto capace di autodeterminarsi,
vive finché è capace di lottare per la propria libertà: 
altrimenti cessa di esistere come popolo.
Qualcuno è convinto che coloro che seguono questo blog sono dei semplici guerrafondai! 
Nulla di più errato. 
Quelli che, come noi, conoscono le immense potenzialità distruttive dei moderni armamenti 
sono i primi assertori della "PACE". 
Quelli come noi mettono in campo le più avanzate competenze e conoscenze 
per assicurare il massimo della protezione dei cittadini e dei territori: 
SEMPRE!
….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace, 
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a darla per scontata:
una sorta di dono divino e non, 
un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…
…Vorrei preservare la mia identità,
difendere la mia cultura,
conservare le mie tradizioni.
L’importante non è che accanto a me
ci sia un tripudio di fari,
ma che io faccia la mia parte,
donando quello che ho ricevuto dai miei AVI,
fiamma modesta ma utile a trasmettere speranza
ai popoli che difendono la propria Patria!
Signore, apri i nostri cuori
affinché siano spezzate le catene
della violenza e dell’odio,
e finalmente il male sia vinto dal bene…

(Fonti: https://svppbellum.blogspot.com/, Web, Google, Wikipedia, You Tube)










































 

lunedì 18 settembre 2023

REGIO ESERCITO WW2: Autoblindo Fiat-Ansaldo AB40, AB41 ed AB43






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Blog dedicato agli appassionati di DIFESA, storia militare, sicurezza e tecnologia. 






La serie delle autoblindo Fiat-Ansaldo fu progettata e usata dal Regio Esercito durante la seconda guerra mondiale, utilizzata in particolare nei reparti da ricognizione: vide uso esteso durante la campagna del Nordafrica e, in generale, apparve in quasi tutti i teatri bellici nei quali combatté l'Italia. Fu fornita nelle tre versioni AB40, AB41 ed AB43, via via migliorate soprattutto nella dotazione offensiva.
L'autoblinda Fiat-Ansaldo AB41 era del tipo a telaio rigido con sospensioni indipendenti sulle quattro ruote ed aventi tutte quattro le ruote stesse motrici e direttrici, motore posteriore e torretta anteriore dotata di cannoncino da 20mm e di mitragliatrice calibro 8 (entrambe disattivate). L'autoblinda era provvista di una guida anteriore e di una posteriore sempre collegate fra loro, in modo che si renda possibile la istantanea inversione di marcia. Il motore è sistemato nella parte posteriore del telaio. La frizione era incorporata tra il volante e la tromba della scatola del cambio. Il cambio di velocità formava un blocco con il motore. L'inversore, nel tipo definitivo, formava un blocco con il cambio di velocità essendo attaccato alla parte anteriore della scatola del cambio stesso. La scatola centrale di trasmissione conteneva il differenziale e da essa partivano i quattro alberi di trasmissione che andavano alle ruote. 




DATI TECNICI:
  • Aziende: Fiat-Ansaldo (costruttori);
  • Datazione: post 1941 - ante 1941;
  • Materia e tecnica: metallo; ferro; ghisa; gomma;
  • Categoria: militare;
  • Trazione: Endotermica;
  • Motore a sei cilindri; alesaggio mm.96; corsa mm.115; cilindrata totale cmc.4995; rapporto di compressione 5,5; regime di potenza massima giri 2700; regime di coppia massima giri 1500; potenza al regime di potenza massima HP 80; potenza al regime di coppia massima circa HP 52; peso del motore (senza olio di lubrificazione Kg. 430; funzionamento a benzina a quattro tempi;
  • Prestazioni: Autonomia a pieno carico su strada piana in buone condizioni di manutenzione: circa Km. 400;
  • Autonomia a pieno carico nella marcia su terreno vario: circa 8 ore;
  • Funzione: veicolo blindato da combattimento e da esplorazione per il trasporto di personale militare (3 uomini) in aree belliche;
  • Notizie storiche: l'autoblinda venne impiegata dai reparti esploranti della polizia coloniale italiana nel deserto occidentale dell'Africa, in Tunisia e su altri fronti durante la Seconda Guerra Mondiale;
  • Misure: 193 cm x 520 cm x 248 cm;
  • Peso: 7400 Kg.

Sviluppo

Lo sviluppo dell'autoblinda Fiat Ansaldo ebbe inizio nel 1938, stante la necessità di un mezzo da impiegare nelle colonie da parte della PAI (Polizia dell'Africa Italiana) e la contestuale richiesta da parte del Regio Esercito di un mezzo per la Cavalleria che sostituisse le vecchie Lancia IZ. Fu utilizzando allo scopo il telaio con sospensioni indipendenti e quattro ruote motrici sterzanti che era stato messo a punto per il trattore d'artiglieria Fiat-SPA TM40. Lo scafo era costituito da piastre balistiche imbullonate sul telaio.
In vista del suo impiego come mezzo da ricognizione l'autoblinda venne dotato di doppi comandi, con una postazione di guida anteriore ed una posteriore; ciò permetteva di invertire rapidamente il senso di marcia. Un'altra caratteristica peculiare del mezzo e che ne distingueva la linea erano le due ruote di scorta alloggiate a mezza fiancata; tali ruote, poste in folle, nella guida fuoristrada fungevano da ausilio per il superamento di ostacoli.

Modelli

L'AB40, dotata di 3 mitragliatrici Breda Mod. 38 da 8 mm di cui due in torretta ed una in casamatta nello scafo, risultò fin dall'inizio carente sul piano dell'armamento (fatto comune alla produzione bellica italiana del periodo).
Venne pertanto messo in produzione rapidamente un nuovo modello, l'AB41: tale modello differiva dal precedente per l'armamento, essendo dotato di una torretta con alloggiati un cannone leggero Breda 20/65 Mod. 1935 ed una mitragliatrice coassiale Breda Mod. 38 da 8 mm (la stessa torretta equipaggiava i carri leggeri L6/40); inoltre per sopperire all'aumento di peso era stato sostituito il motore da 78 hp con uno da 88 hp.
La necessità di disporre di un armamento maggiore portò allo sviluppo di prototipi denominati ufficiosamente AB42 ed AB43, armati tutti con un cannone da 47/32 (lo stesso dell'M13/40), ma differenti per forme della torretta e dello scafo, alcuni dotati di doppia guida ed altri di guida singola. Il modello che doveva esser definitivo, denominato AB43, consegnato nel maggio 1943, fu omologato soltanto nell'agosto a causa di difetti riscontrati, ma la produzione venne impedita dall'armistizio ed il veicolo non entrò in servizio con il Regio Esercito. L'innovazione principale era l'adozione del cannone 47/32 Mod. 1935 da 47 mm, con 63 colpi disponibili. Nello scafo, in casamatta, ospitava la solita mitragliatrice Breda Mod. 38 cal. 8 mm con una dotazione di 756 colpi. Nonostante la motorizzazione con un 6 cilindri in linea a benzina da 108 cavalli invece che da 88 hp come nella AB41, l'aumento del peso ad 8 tonnellate dovuto alla nuova torretta riduceva l'autonomia a 350 km.
Nel 1944 i tedeschi, che occupavano le industrie del nord, ne avviarono la produzione adottandola come PzSpWg AB43 203 e l'assegnarono ai reparti della Wehrmacht impegnati nella lotta anti-partigiana. Probabilmente anche per questi compiti di seconda linea, l'armamento fu ridotto alla solita Breda da 20 mm ma stavolta in una torretta leggermente più bassa. Un ulteriore modello prodotto per le forze tedesche era dotato di cannone da 50mm (per adattarlo al munizionamento tedesco) e carrozzeria scoperta. Nel dopoguerra le poche unità sopravvissute furono assegnate ai reparti celeri della Polizia di Stato.

Impiego

Le AB, per quanto dotate di una corazzatura leggera che le rendeva vulnerabili alla maggior parte delle armi, trovarono impiego nei reparti esploranti in tutti i fronti nei quali fu impegnato il Regio Esercito: Africa Settentrionale, dove nella variante AB 41 si dimostrò elemento prezioso sotto Rommel, nei Balcani, in Francia e in Russia.
Fu impiegata durante la battaglia per la conquista tedesca di Roma, ed alcuni esemplari schierati a difesa della capitale dai militari italiani furono distrutti in combattimento alla Montagnola sulla via Laurentina dai paracadutisti tedeschi il 10 settembre 1943. Dopo l'armistizio, preda bellica, molte vennero impiegate dai tedeschi (col nome di Panzerspähwagen AB41 201 e alcune trovarono impiego nella Repubblica di Salò.
Una versione particolare, detta Ferroviaria, aveva l'apparato di trazione adattato a viaggiare sui binari con speciali cerchioni di acciaio. Venne utilizzata prevalentemente nei Balcani assieme con i treni armati del Regio Esercito in attività anti-partigiane.

Esemplari superstiti

Sono attualmente conservati sedici esemplari dell'autoblinda. Gli esemplari indicati in neretto sono meccanicamente funzionanti:
  • AB.41 - ASPHM Association (La Wentzenau, Francia)
  • AB.41 - Caserma "Babini" - Reggimento "Nizza Cavalleria" (1º) (Bellinzago Novarese)
  • AB.41 - Caserma "Brunner" - Reggimento "Piemonte Cavalleria" (2º) (Villa Opicina)
  • AB.41 - Caserma "Beraudo di Pralorno" - Reggimento "Savoia Cavalleria" (3º) (Grosseto)
  • AB.41 - Caserma "Zappalà" - Scuola di cavalleria dell'Esercito Italiano (Lecce)
  • AB.41 - Museo storico dell'Aeronautica Militare (Vigna di Valle)
  • AB.41 - Museo dell'industria e del lavoro (Brescia)
  • AB.41 - Museum of Military History (Johannesburg, Sud Africa)
  • AB.41 - Museo della Battaglia di Alamein (el Alamein, Egitto)
  • AB.43 - Museo storico della motorizzazione militare (Roma-Cecchignola)
  • AB.43 - Museo storico dell'Arma di Cavalleria (Pinerolo)
  • AB.43 - Museo di guerra per la pace Diego de Henriquez (Trieste)
  • AB.43 - Museo memoriale della libertà (Bologna)
  • AB.43 - Caserma "Beraudo di Pralorno - Reggimento "Savoia Cavalleria" (3º) (Grosseto)
  • AB.43 - Collezione privata Sig.Fabio Teméroli (Repubblica di San Marino)
  • AB.43 ferroviaria - Museo storico della motorizzazione militare (Roma-Cecchignola).

Utilizzatori:
  • Italia - Regio Esercito - Polizia dell'Africa italiana
  • Germania - Heer - Waffen-SS
  • Repubblica Sociale Italiana
  • Italia - Polizia di Stato - Arma dei Carabinieri.




Ripensare la guerra, e il suo posto
nella cultura politica europea contemporanea,
è il solo modo per non trovarsi di nuovo davanti
a un disegno spezzato
senza nessuna strategia
per poterlo ricostruire su basi più solide e più universali.
Se c’è una cosa che gli ultimi eventi ci stanno insegnando
è che non bisogna arrendersi mai,
che la difesa della propria libertà
ha un costo
ma è il presupposto per perseguire ogni sogno,
ogni speranza, ogni scopo,
che le cose per cui vale la pena di vivere
sono le stesse per cui vale la pena di morire.
Si può scegliere di vivere da servi su questa terra, ma un popolo esiste in quanto libero, 
in quanto capace di autodeterminarsi,
vive finché è capace di lottare per la propria libertà: 
altrimenti cessa di esistere come popolo.
Qualcuno è convinto che coloro che seguono questo blog sono dei semplici guerrafondai! 
Nulla di più errato. 
Quelli che, come noi, conoscono le immense potenzialità distruttive dei moderni armamenti 
sono i primi assertori della "PACE". 
Quelli come noi mettono in campo le più avanzate competenze e conoscenze 
per assicurare il massimo della protezione dei cittadini e dei territori: 
SEMPRE!
….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace, 
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a darla per scontata:
una sorta di dono divino e non, 
un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…
…Vorrei preservare la mia identità,
difendere la mia cultura,
conservare le mie tradizioni.
L’importante non è che accanto a me
ci sia un tripudio di fari,
ma che io faccia la mia parte,
donando quello che ho ricevuto dai miei AVI,
fiamma modesta ma utile a trasmettere speranza
ai popoli che difendono la propria Patria!
Signore, apri i nostri cuori
affinché siano spezzate le catene
della violenza e dell’odio,
e finalmente il male sia vinto dal bene…

(Fonti: https://svppbellum.blogspot.com/, Web, Google, lombardiabeniculturali, Wikipedia, You Tube)















































 

UAV (Unmanned Aerial Vehicle) VTOL (Vertical Take Off and Landing) ad ala rotante operativi presso alcune marine militari occidentali e alleate.

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