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domenica 29 settembre 2024

Marine Nationale: la società di costruzioni navali Exail sta mettendo a punto una rivoluzione nelle operazioni speciali subacquee con l'introduzione di un “SDV PSM3G (Propulseur sous-marin de 3ème Génération)”. Questa innovativa soluzione sarà parte integrante degli SSN classe Barracuda ed è specificamente progettata per soddisfare le esigenze dei commando marini, migliorando così significativamente le capacità delle forze speciali della Marina francese.







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Blog dedicato agli appassionati di DIFESA, 
storia militare, sicurezza e tecnologia. 
La bandiera è un simbolo che ci unisce, non solo come membri 
di un reparto militare 
ma come cittadini e custodi di ideali.
Valori da tramandare e trasmettere, da difendere
senza mai darli per scontati.
E’ desiderio dell’uomo riposare
là dove il mulino del cuore non macini più
pane intriso di lacrime, là dove ancora si può sognare…
…una vita che meriti di esser vissuta.






Dalla seconda guerra mondiale, la Francia è stata tra i principali utenti delle forze speciali e degli incursori navali e delle capacità dei veicoli di trasporto nuotatori d’assalto (SDV). Tuttavia, i vincoli di bilancio e gli impegni esterni hanno portato ad una graduale perdita di questa capacità nel tempo. Il ritiro dal servizio operativo dei sottomarini classe Agosta nel 2001 ha segnato un importante punto di svolta, con conseguente perdita di capacità SDV globali.
Attualmente, le forze speciali francesi come il Commando Hubert e il DGSE hanno dovuto fare affidamento su di un sommergibile monoposto Stidd DPD. Tuttavia, con l’entrata in servizio operativo dei sottomarini classe Barracuda, la Marina francese riacquisterà la sua capacità SDV. Questi sottomarini sono progettati per trasportare un riparo di coperta a secco più grande, consentendo ai subacquei l'accesso diretto quando è asciutto, fornendo un vantaggio operativo significativo.
Il DDS è lungo circa 11 metri, largo 3 metri e pesa circa quaranta tonnellate, fissato saldamente alla parte posteriore del sottomarino. La sua costruzione robusta assicura che possa resistere alle forti pressioni delle profondità in cui operano i sottomarini della classe Barracuda. Durante i periodi di transito e preparazione, l'interno del modulo sarà tenuto asciutto e i commando vi accederanno attraverso un collegamento dall'interno del sottomarino.
Uno dei principali vantaggi del DDS sarà la sua capacità di facilitare il dispiegamento di commando-incursori con facilità, superando il tradizionale metodo del tubo lancia-siluro. Quando i sottomarini saranno immersi, l'hangar sarà allagato per consentire il rilascio senza soluzione di continuità di attrezzature e personale. Il DDS sarà avvolto in una carena composita, accuratamente progettata per mantenere l'idrodinamica e la furtività del sottomarino, garantendo la minima interruzione delle prestazioni complessive della nave.


La versatilità del Dry Deck Shelter gli consente di ospitare vari carichi utili, tra cui droni e il sistema PSM3G (Propulseur sous-marin de 3ème Génération) all'avanguardia. Questa integrazione consente ai sottomarini nucleari di trasportare e lanciare una vasta gamma di attrezzature, fornendo capacità senza precedenti per i commando marini nelle operazioni speciali e nelle missioni di ricognizione. Lo sviluppo e l'implementazione del DDS sottolineano l'impegno di Exail Group a spingere i confini della tecnologia marittima e a consentire alle forze navali di eseguire missioni con maggiore efficienza, precisione e sicurezza.
Il nuovo SDV, che equipaggerà il prossimo SDV per il Commando Hubert, è il SWUV (Special Warfare Underwater Vehicle) di Exail, noto anche come PSM3G nelle forze francesi. Misura circa 8,5 metri di lunghezza e può trasportare sei uomini, offrendo una capacità più grande e potente rispetto ai precedenti SDV francesi. 
Sfortunatamente, sono disponibili poche informazioni su questi SDV francesi.
Concentriamoci su un SDV della US NAVY attualmente in costruzione da parte di Lockheed Martin per illustrare il nostro punto e fornire maggiori informazioni.


Il Dry Combat Submersible (DCS) è un sottomarino attualmente in fase di test per i Navy SEAL. È dotato di sistemi di navigazione inerziale, misurazione della velocità Doppler, sonar e un fatometro. Con un interno asciutto, consente missioni prolungate in acque più fredde. Il DCS misura 12 metri di lunghezza, 2,4 metri di larghezza e altezza, con un peso totale di 14 tonnellate (31.000 libbre) quando caricato e un dislocamento di 28 tonnellate (62.000 libbre). Trasportabile in un container di spedizione standard da 40 piedi, può ospitare un equipaggio di due e otto Navy SEAL completamente equipaggiati. La sua profondità massima è di 100 metri (330 piedi), con una profondità operativa per l'inserimento e il recupero di 30 metri (98 piedi). Le sue batterie forniscono un'autonomia di 60 miglia nautiche ad una velocità di 5 nodi. La velocità massima non è stata resa nota, ma la sua autonomia di oltre 24 ore supera quella dell'attuale SEAL Delivery Vehicle e del Lowlow Water Combat Submersible con cui opererà.
Equipaggiati con il DDS, i sottomarini della classe Barracuda sono pronti a diventare una forza formidabile in alto mare, offrendo flessibilità e potenza senza pari per la Marina francese. Mentre il PSM3G inaugura una nuova era di operazioni speciali sottomarine, l'Exail continua a consolidare la sua posizione di innovatore leader nel settore della difesa marittima globale. Il primo sottomarino classe Barracuda equipaggiato con Dry Deck Shelter dovrebbe essere qualificato entro la fine dell'anno, promettendo un cambiamento di paradigma nelle capacità di guerra navale per la Francia e i suoi alleati.
Sei nuovi sottomarini d'attacco formano l'avanguardia della Marine Nationale per i prossimi decenni. Sviluppata come programma Barracuda, l’unità principale della nuova classe, Suffren, dovrebbe unirsi formalmente alla flotta l'anno prossimo. 
I nuovi sottomarini offriranno un enorme salto di capacità rispetto alle attuali barche di classe Rubis.
Tra i miglioramenti, la classe Suffren sarà armata di un più ampio spettro di armi. I siluri F-21 forniranno il nucleo antisommergibile e antinave. Queste armi elettriche possono utilizzare batterie ricaricabili agli ioni di litio per i colpi di addestramento e batterie di ossido d'argento di alluminio in guerra. Con una velocità di oltre 50 nodi può raggiungere obiettivi a oltre 27 miglia nautiche (50 km) di distanza.
L'altra nuova arma imbarcata è il Naval Cruise Missile (NCM). Questo è generalmente equivalente al missile da crociera da attacco terrestre Tomahawk (LACM). I missili da crociera forniranno alla classe Suffren una capacità di attacco strategico della prima notte. Questo raggiungerà il profondo del territorio nemico, una capacità che poche altre marine avranno.
Il carico delle armi può essere completato con la mina FG-29 e il missile antinave Exocet SM39. Entrambi sono già trasportati dai sottomarini Marine Nationale.
In futuro, potrebbero anche essere trasportati UUV delle dimensioni di un siluro (veicoli subacquei senza equipaggio). Il nuovo tipo D-19 di Naval Group potrebbe essere l’ideale. Questi possono svolgere una vasta gamma di missioni tra cui intelligence, sorveglianza e ricognizione (ISR), guerra elettronica (EW), guerra antisommergibile (ASW), contromisure sulle mine (MCM) e guerra in mina.
Non è solo l'ampia gamma di armi che distinguerà questi SSN. Gli alberi sensori ultramoderni di Safran Electronics & Defence sono un'altra modernizzazione chiave. Sono tutti non penetranti, il che significa che non vanno all'interno dello scafo a pressione. Questo renderà il sottomarino più sicuro in caso di collisione del periscopio. Significa anche che la sala di controllo non deve essere nella sua posizione tradizionale direttamente sotto la vela. Nel caso dei Suffren è spostata più a poppa dietro la vela.
La sala di controllo è molto più grande che sui sottomarini più vecchi. Il capitano è seduto contro la parete posteriore, offrendogli un'eccellente vista delle dieci console multifunzione. Il centro della stanza, dove si trovavano i pozzetti del periscopio, è ora dominato da un tavolo tattico touch-screen. E la sala operativa è lì, parte integrante del centro di comando.
Tra le missioni che possono essere eseguite dalla sala operazioni c'è lo sbarco delle forze speciali. La Marine Nationale ha una forte tradizione di forze speciali navali e ha aperto la strada a molti aspetti di queste operazioni. Ad esempio, hangar staccabili per i veicoli di consegna nuotatori d’assalto (SDV).
La Marine Nationale si è allontanata da questa capacità con il ritiro dei sottomarini della classe Agosta vent'anni fa. Ma la classe Suffren fa parte di una nuova generazione di sottomarini occidentali con capacità di operazioni speciali progettate fin dall'inizio. Hanno una grande camera di blocco per i nuotatori da combattimento e l'hangar può essere montato direttamente sopra di essa. All'interno può essere stipato l'ultimo veicolo di consegna di nuotatori PSM3G.



La classe Suffren è più di un miglioramento iterativo sulla classe Rubis. Consente una capacità più ampia ed è in grado di assumere una gamma più ampia di missioni.






Ripensare la guerra, e il suo posto
nella cultura politica europea contemporanea,
è il solo modo per non trovarsi di nuovo davanti
a un disegno spezzato
senza nessuna strategia
per poterlo ricostruire su basi più solide e più universali.
Se c’è una cosa che gli ultimi eventi ci stanno insegnando
è che non bisogna arrendersi mai,
che la difesa della propria libertà
ha un costo
ma è il presupposto per perseguire ogni sogno,
ogni speranza, ogni scopo,
che le cose per cui vale la pena di vivere
sono le stesse per cui vale la pena di morire.
Si può scegliere di vivere da servi su questa terra, ma un popolo esiste in quanto libero, 
in quanto capace di autodeterminarsi,
vive finché è capace di lottare per la propria libertà: 
altrimenti cessa di esistere come popolo.
Qualcuno è convinto che coloro che seguono questo blog sono dei semplici guerrafondai! 
Nulla di più errato. 
Quelli che, come noi, conoscono le immense potenzialità distruttive dei moderni armamenti 
sono i primi assertori della "PACE". 
Quelli come noi mettono in campo le più avanzate competenze e conoscenze 
per assicurare il massimo della protezione dei cittadini e dei territori: 
SEMPRE!
….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace, 
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a darla per scontata:
una sorta di dono divino e non, 
un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…
…Vorrei preservare la mia identità,
difendere la mia cultura,
conservare le mie tradizioni.
L’importante non è che accanto a me
ci sia un tripudio di fari,
ma che io faccia la mia parte,
donando quello che ho ricevuto dai miei AVI,
fiamma modesta ma utile a trasmettere speranza
ai popoli che difendono la propria Patria!
Violenza e terrorismo sono il risultato
della mancanza di giustizia tra i popoli.
Per cui l'uomo di pace
si impegna a combattere tutto ciò 
che crea disuguaglianze, divisioni e ingiustizie.
Signore, apri i nostri cuori
affinché siano spezzate le catene
della violenza e dell’odio,
e finalmente il male sia vinto dal bene…
Come i giusti dell’Apocalisse scruto i cieli e sfido l’Altissimo: 
fino a quando, Signore? Quando farai giustizia?
Dischiudi i sette sigilli che impediscono di penetrare il Libro della Vita 
e manda un Angelo a rivelare i progetti eterni, 
a introdurci nella tua pazienza, a istruirci col saggio Qoelet:
“””Vanità delle vanità: tutto è vanità”””.
Tutto…tranne l’amare.

(Fonti: https://svppbellum.blogspot.com/, Web, Google, ARMYRECOGNITION, Wikipedia, You Tube)






























 

giovedì 12 settembre 2024

Al-Bahriyya al-Qatariyya, Marina del Qatar o Qatar Emiri Navy: una nuova classe di sottomarini “Midget M23 C-Series” della società M23 di Bergamo è attualmente in fase di test a La Spezia.










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Al-Bahriyya al-Qatariyya, Marina del Qatar o Qatar Emiri Navy

La Al-Bahriyya al-Qatariyya, Marina del Qatar nota internazionalmente come Qatar Emiri Navy, è la forza navale del Qatar. In passato è stata una forza molto piccola rispetto alle esigenze di protezione del paese e dotata di mezzi molto leggeri, tra cui tre battelli d'attacco Classe Combattante III. A tutto il 2010 la marina disponeva di 21 pattugliatori costieri o motovedette e di una nave anfibia; la presenza della US Navy è stata fortemente incentivata, in modo da avere in area forze amiche in grado di ottenere un effetto dissuasivo ma si sono avute anche visite amichevoli nel febbraio 2010 da parte di una nave scuola iraniana, nonostante il vicino paese sia una delle possibili minacce per il Qatar.

Midget M23 C-Series

Emergono sui media nuovi dettagli sui nuovi midget del Qatar: sono stati rivelati alla MSPO International Defense Industry Exhibition in Polonia.  Sono due i midget per la Marina Qatariota e sono costruiti dalla società M23 SRL di Bergamo, in Italia. La mostra riguardava un modello della serie C, mostrato per la prima volta al pubblico.



La società M23 Srl con sede centrale a Ciserano (Bergamo) è una new entry dell’inossidabile mercato bellico: operativa dal giugno 2018, ha come oggetto sociale la “progettazione, costruzione e vendita di veicoli subacquei ed in particolare di sottomarini, apparati di propulsione e scafi”. M23 ha una ventina di dipendenti ed è finanziariamente legata ad altre due aziende con sede legale a Bergamo, la SPH Srl (società di consulting industriale) e la GSE Trieste Srl (settore cantieristico navale).

La società M23 Srl si occupa della progettazione e realizzazione di sottomarini Midget avanzati e relativi sottosistemi e camere iperbariche fisse e portatili. Svolge preminentemente le seguenti attività: 
  • la costruzione e la vendita di veicoli subacquei ed in particolare di sottomarini; 
  • la progettazione di veicoli subacquei ed in particolare di sottomarini e la vendita dei relativi progetti; 
  • la costruzione e la vendita di apparati di propulsione per veicoli subacquei ed in particolare per sottomarini e dei relativi componenti ed accessori; 
  • la progettazione di apparati di propulsione per veicoli subacquei ed in particolare per sottomarini, dei relativi componenti ed accessori e la vendita dei relativi progetti; 
  • la costruzione e la vendita di scafi per veicoli subacquei ed in particolare per sottomarini, dei relativi componenti, equipaggiamenti, apparecchiature; 
  • la progettazione e la vendita dei relativi progetti, l'attivita' di studio e ricerca, per conto proprio o di terzi; 
  • la progettazione, costruzione e vendita di apparecchiature subacquee in genere e dei loro componenti; 
  • i servizi relativi all'esecuzione di campagne oceanografiche e per la conservazione e protezione dell'ambiente marino; 
  • i servizi subacquei relativi all'assistenza alle costruzioni marittime ed i lavori subacquei in genere; 
  • l'addestramento, manutenzione e conduzione dei veicoli subacquei in genere ed in particolare dei sottomarini; 
  • la progettazione e costruzione delle basi per i veicoli subacquei in genere e dei sottomarini in particolare, inclusi i lavori di ingegneria civile e le opere marittime; 
  • la progettazione, costruzione, noleggio e/o vendita dei mezzi navali di superficie, e/o parti di essi, relativi all'appoggio ed all'assistenza dei veicoli subacquei…

Di recente è stato segnalato che il sottomarino “M23 C-Series” viene testato a La Spezia, la casa fisica e spirituale del Comando Subacquei Incursori della Marina Militare italiana. 
Il porto ha una lunga e leggendaria tradizione di costruzione di mini-sottomarini, sia per le forze speciali italiane che per l'export.
I sottomarini qatarioti sono stati ordinati nel gennaio 2020 nell'ambito di un accordo associato al principale costruttore navale della difesa italiano, Fincantieri. L’accordo prevedeva "la fornitura di navi e sottomarini da guerra all'avanguardia". Ora sta diventando più chiaro quali saranno quei sottomarini che sono stati costruiti a Ciserano, Bergamo, lontano nell'entroterra, 100 km (60 miglia) a est di Milano. Saranno stati trasportati su strada per oltre 250 km (150 miglia) fino alla costa. I confini fisici della fabbrica di Ciserano, insieme alla necessità di trasportare il midget su strada, limitano le dimensioni del sottomarino.
Le immagini del sottomarino, danno alcuni suggerimenti sulla capacità del mezzo subacqueo: ha una sovrastruttura liscia e una chiglia di cursori non vista nelle illustrazioni precedenti. Questa sovrastruttura è tipica delle unità progettate dal famoso architetto navale Giunio Santi.
Santi ha iniziato a costruire sottomarini negli anni '70 e si è guadagnato una reputazione per l'alta qualità e per l’innovazione tecnologica. Ha aperto la strada al sistema di propulsione indipendente dall’aria (AIP) negli anni '80 ed ha sviluppato nuove tecniche di costruzione sottomarina. Più recentemente ha costruito un sommergibile sperimentale da combattimento a secco (DCS) per i Navy SEAL.
Il midget avrebbe una lunghezza complessiva di 23 metri (75 piedi) e una larghezza di 5 metri (16 piedi). Può immergersi a 200 metri (650 piedi) e raggiungere una velocità di 12 nodi. L'equipaggio di 6 persone può essere accompagnato da altri 6 nuotatori da combattimento delle forze speciali che possono bloccarsi fuori dal sottomarino attraverso uno speciale portello per condurre operazioni occulte.
I tipi comparabili, in termini di dimensioni, includono la classe Ghadir iraniana (in realtà il design Yono nordcoreano) e la Cos.Mo.S MG-110 di costruzione italiana.
Il Midget M23 è armato, con due tubi lanciasiluri alloggiati sotto lo scafo. E’ possibile imbarcare siluri pesanti standard da 553 mm (21 pollici). Il midget può anche trasportare mine marine intelligenti “Murena” e rilasciare munizioni “vagabonde”.

La compagnia italiana M23 S.R.L. ha messo a punto due sottomarini per la Marina degli Emiri del Qatar (QEN); anche se è stato accennato negli annunci relativi al più ampio accordo navale italiano con il Qatar, i dettagli sono emersi solo lentamente. Al momento della scrittura il modello esatto del sottomarino non era stato rivelato. Tuttavia, i suggerimenti si sono combinati per dipingere un quadro decente (vedi l'impressione dell'artista sopra).
L'accordo contrattuale ammonterebbe a circa 190 milioni di euro e copre due sottomarini e un sistema di addestramento, un certo livello di formazione e supporto continuo. Significativamente la M23 S.R.L. è menzionata al posto di Fincantieri.
Il design è descritto come MIDGET AUTONOMUS SUBMARINE P / N M232017023. Potrebbe esserci un forte suggerimento in questo numero, e anche il nome dell'azienda: potrebbe essere lungo 23 metri. E’ possibile anche dedurre che è stato progettato nel 2017. È noto per avere un motore diesel da 200 kW, un motore elettrico da 70 kw e un sonar.
M23 S.R.L. ha sede in una fabbrica a Ciserano, Bergamo, Italia. Questo sito esatto era in precedenza la sede di GSE Trieste, un rinomato costruttore di sottomarini italiani. M23 è un recente spin-off di GSE ed è stato segnalato come avente 22 dipendenti. 
L’analista militare H.I. Sutton, fondatore del sito specializzato Covert Shores, ha dedicato ai due minisommergibili made in Italy un lungo articolo dal titolo “Italy’s Secretive Submarine Deal With Qatar: New Intelligence”. Sutton ritiene che le due unità destinate al “programma di modernizzazione e potenziamento della flotta del Qatar” corrispondano al modello raffigurato in una slide proiettata nel corso di un’audizione della Commissione Difesa della Camera dei deputati.
A presentare le slide è stato il presidente e amministratore delegato della C.A.B.I. Cattaneo S.p.A, Alberto Villa, che ha riferito in particolare l’avvio di una collaborazione con una società terza per la realizzazione di “due midget, costruiti per un cliente estero”. “L’aspetto del sommergibile, con scafo levigato, idrovolanti a spalla e niente vela sembra confermare ciò che gli osservatori sospettano, cioè che si tratti del modello realizzato dalla M23 Srl”, una società spin-off del comparto militare che, con i cantieri navali GSE Trieste, costruttori di sottomarini, condivide uno stabilimento a Ciserano, Bergamo a un centinaio di Km di distanza dall’hub industriale di Milano dove ha sede la  C.A.B.I. Cattaneo. Il sottomarino che compare nella presentazione dell’amministratore delegato di C.A.B.I. somiglia tantissimo all’unica linea di GSE Trieste, progettata nel 2017”.
Stando ancora all’analista militare, i due minisommergibili destinati al Qatar saranno armati ognuno con due siluri e avranno “una notevole capacità operativa per le Forze speciali”. “La GSE Triste sta per Giunio Santi Engineering, in ricordo del suo omonimo fondatore, ingegnere navale”, aggiunge Sutton. “In passato la GSE Srl era denominata Maritalia. L’ingegnere Santi, negli anni ’80 stava realizzando un sistema di propulsione per mini-sottomarini sotto il marchio di Maritalia. Il più conosciuto di questi sub era il 3GST9, lungo appena 9.5 metri e molto simile all’aspetto di un pesce, il quale catturò l’attenzione generale come possibile mezzo di trasporto per le forze speciali. Nel 2000 la società di Giulio Santi prese il nome di GSE Trieste è si dedicò prioritariamente alla costruzione di mini-sub di lusso per clienti privati, anche se è stato progettato un modello a scopi militari, il Button 5.60 Dry Combat Submersible che fu testato dalla US Navy”.
Molto più nota è invece la storia industriale-militare della C.A.B.I. Cattaneo di Milano, una delle principali società produttrici al mondo di veicoli subacquei, motori navali e attrezzature pesanti per il trasporto dei team delle forze speciali. Tra i sistemi bellici prodotti dall’azienda lombarda compaiono tra gli altri pure i MAS (motoscafi armati siluranti) utilizzati dalla Regia Marina durante la prima guerra mondiale e i cosiddetti “maiali” impiegati dalle unità speciali d’assalto comandate da Julio Valerio Borghese nel corso della seconda guerra mondiale.
Con i nuovi midget venduti dall’Italia, il Qatar diventa il primo Stato arabo del Golfo Persico e il primo membro del Consiglio di Cooperazione del Golfo a disporre di una componente subacquea convenzionale.




Ripensare la guerra, e il suo posto
nella cultura politica europea contemporanea,
è il solo modo per non trovarsi di nuovo davanti
a un disegno spezzato
senza nessuna strategia
per poterlo ricostruire su basi più solide e più universali.
Se c’è una cosa che gli ultimi eventi ci stanno insegnando
è che non bisogna arrendersi mai,
che la difesa della propria libertà
ha un costo
ma è il presupposto per perseguire ogni sogno,
ogni speranza, ogni scopo,
che le cose per cui vale la pena di vivere
sono le stesse per cui vale la pena di morire.
Si può scegliere di vivere da servi su questa terra, ma un popolo esiste in quanto libero, 
in quanto capace di autodeterminarsi,
vive finché è capace di lottare per la propria libertà: 
altrimenti cessa di esistere come popolo.
Qualcuno è convinto che coloro che seguono questo blog sono dei semplici guerrafondai! 
Nulla di più errato. 
Quelli che, come noi, conoscono le immense potenzialità distruttive dei moderni armamenti 
sono i primi assertori della "PACE". 
Quelli come noi mettono in campo le più avanzate competenze e conoscenze 
per assicurare il massimo della protezione dei cittadini e dei territori: 
SEMPRE!
….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace, 
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a darla per scontata:
una sorta di dono divino e non, 
un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…
…Vorrei preservare la mia identità,
difendere la mia cultura,
conservare le mie tradizioni.
L’importante non è che accanto a me
ci sia un tripudio di fari,
ma che io faccia la mia parte,
donando quello che ho ricevuto dai miei AVI,
fiamma modesta ma utile a trasmettere speranza
ai popoli che difendono la propria Patria!
Violenza e terrorismo sono il risultato
della mancanza di giustizia tra i popoli.
Per cui l'uomo di pace
si impegna a combattere tutto ciò 
che crea disuguaglianze, divisioni e ingiustizie.
Signore, apri i nostri cuori
affinché siano spezzate le catene
della violenza e dell’odio,
e finalmente il male sia vinto dal bene…
Come i giusti dell’Apocalisse scruto i cieli e sfido l’Altissimo: 
fino a quando, Signore? Quando farai giustizia?
Dischiudi i sette sigilli che impediscono di penetrare il Libro della Vita 
e manda un Angelo a rivelare i progetti eterni, 
a introdurci nella tua pazienza, a istruirci col saggio Qoelet:
“””Vanità delle vanità: tutto è vanità”””.
Tutto…tranne l’amare.

(Fonti: https://svppbellum.blogspot.com/, Web, Google, Navalnews, Italiandefencetechnologies, Covertshores, Wikipedia, You Tube)





M23 di Bergamo






 

martedì 2 aprile 2024

Kriegsmarine 1942 - 1944: il Biber ("castoro") era un midget tedesco della seconda guerra mondiale. Armati con due siluri o mine da 533 mm montati esternamente, erano destinati ad attaccare le navi costiere. Erano tra i sommergibili più piccoli della Kriegsmarine.







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La bandiera è un simbolo che ci unisce, non solo come membri 
di un reparto militare 
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Valori da tramandare e trasmettere, da difendere
senza mai darli per scontati.





Il Biber fu sviluppato frettolosamente per contribuire a far fronte alla minaccia di un'invasione alleata dell'Europa. Ciò diede vita a difetti tecnici di base che, combinati con l'addestramento inadeguato dei loro operatori, fecero sì che non rappresentassero mai una vera minaccia per le navi alleate, nonostante fossero stati consegnati 324 sottomarini. Uno dei pochi successi della classe fu l'affondamento della nave mercantile Alan-A-Dale.
Molti sopravvivono nei musei, incluso uno in condizioni operative.



















Sviluppo

Proposto originariamente da Kapitänleutnant Bartels nel 1942, ma non venne attuato finché la necessità di difesa costiera in caso di invasione non divenne fondamentale. La costruzione del primo prototipo iniziò nel febbraio 1944, presso il cantiere navale Flender a Lubecca, e fu completata in meno di 6 settimane. L’unità capoclasse iniziale, ufficialmente intitolato Bunteboot (ma meglio conosciuto come Adam), fu fortemente influenzato dal sottomarino britannico Welman. Differiva dal progetto finale sotto diversi aspetti, ad esempio essendo più corto di quasi 2 m. Dopo i test sul fiume Trave il 29 maggio furono ordinati ventiquattro Biber. 

Progetto

Lo scafo veniva costruito in tre sezioni composte da acciaio spesso 3 millimetri con una torre di collegamento in lega di alluminio imbullonata alla parte superiore. La torre di comando conteneva finestre di vetro blindate per consentire al pilota di vedere all’esterno. Le timonerie erano in legno e il tentativo di controllarli mentre si tracciava il profondimetro, la bussola e il periscopio rendeva l'imbarcazione difficile da manovrare. In aggiunta alle difficoltà del pilota, il mezzo era privo di serbatoi di compensazione e di assetto, rendendo quasi impossibile rimanere alla profondità periscopica. Il Biber aveva due vasche da immersione, una a prua e una a poppa. 
Il sottomarino poteva essere armato con due siluri TIIIc con galleggiabilità neutra (ottenuta limitando il numero di batterie a bordo), mine o un mix dei due. I siluri o le mine erano alloggiati in rientranze semicircolari sul lato dello scafo. Questi avevano ridotto la larghezza complessiva dell'imbarcazione carica, rendendo più facile il trasporto via terra e ridotto la resistenza in acqua, ma al costo di indebolire lo scafo.
Il Biber era alimentato in superficie da un motore a benzina Otto Blitz da 32 CV (24 kW), utilizzato nonostante le preoccupazioni per i rischi posti dal monossido di carbonio emesso dal motore. Il motore aveva il vantaggio di essere economico e disponibile in gran numero. La propulsione in immersione era fornita da un motore elettrico da 13 cavalli (9,7 kW), alimentato da tre vasche per batterie di tipo T13 T210. 

Operazioni

Le operazioni dei Biber furono condotte sotto gli auspici della K-Verband, un'unità navale tedesca che operava con un misto di mini-sommergibili e motoscafi esplosivi. Inizialmente era prevista una durata di otto settimane per la formazione degli operatori Biber, ma il primo gruppo di piloti fu addestrato in sole tre settimane. La pianificazione prevedeva anche flottiglie di 30 barche e piloti con poco meno di 200 membri dell'equipaggio di supporto a terra.
Le operazioni duravano generalmente da uno a due giorni con i piloti che utilizzavano un farmaco noto come D-IX per rimanere svegli durante missioni più lunghe o cioccolato arricchito con caffeina. La scarsa qualità del periscopio del Biber fece sì che gli attacchi notturni dovessero essere condotti in superficie. 

Porto di Fécamp

La prima operazione dei Biber avvenne in data 30 agosto 1944 dal porto di Fécamp. Furono messe a mare ventidue imbarcazioni ma solo quattordici riuscirono a lasciare il porto e di queste quattordici solo due riuscirono a raggiungere la zona operativa. Affondarono due trasporti, uno dei quali era una nave Liberty. I Biber furono poi ritirati a Mönchengladbach. 

Operazioni nell'estuario della Schelda

Nel dicembre 1944 si decise di schierare i Biber contro il traffico verso Anversa nell'estuario della Schelda. La forza aveva sede a Rotterdam con basi avanzate a Poortershaven e Hellevoetsluis. Il primo attacco ebbe luogo nella notte tra il 22 e il 23 dicembre. Diciotto Biber furono coinvolti e solo uno ritornò alla base. L'unica perdita alleata causata dall'operazione fu Alan-A-Dale. Ulteriori operazioni tra il 23 e il 25 non ottennero alcun successo e nessuno dei 14 sottomarini schierati sopravvisse. Il 27 il lancio accidentale di un siluro nella Voorneschen provocò l'affondamento di 11 Biber (anche se furono successivamente recuperati). I tre Biber intatti poi salparono di nuovo; nessuno fece ritorno. 
Un'operazione nella notte tra il 29 e il 30 gennaio provocò danni (in gran parte dovuti al ghiaccio) o la perdita della maggior parte dei Biber rimanenti. Le perdite combinate con i bombardamenti della RAF impedirono l'organizzazione degli attacchi nel febbraio 1945. I bombardamenti avevano danneggiato le gru utilizzate per spostare i Bibers dentro e fuori dall'acqua. I rinforzi permisero che le operazioni continuassero fino all'aprile 1945 ma non furono ottenuti successi e le flottiglie Biber continuarono a subire un tasso di perdite molto elevato. 
L'ultima missione Biber è stata un tentativo di posa di mine ed ha avuto luogo la notte del 26 aprile. Dei quattro Biber che presero parte, uno si incagliò e tre furono attaccati dai Thunderbolts, che ne affondarono due. 

Tentativo di attacco a Vaenga Bay

Nel gennaio 1945 fu fatto un tentativo di attaccare la baia di Vaenga nell'insenatura di Kola.  La speranza era o di attaccare uno dei convogli che vi si fermavano per fare rifornimento e imbarcare munizioni oppure di attaccare la corazzata sovietica Arkhangelsk (HMS Royal Sovereign in prestito all'URSS).  Si dà il caso che né la corazzata né il convoglio si trovassero nel porto al momento dell'attacco pianificato. Il piano prevedeva che gli U-Boot trasportassero i Bibers entro il raggio d'azione del porto.  Gli U-295, U-318 e U-716 partirono da Harstad il 5 gennaio con i Biber montati sui trasportatori. Le vibrazioni dei motori degli U-Boot causarono la perdita dei ghiandole di poppa del Bibers consentendo all'acqua di raggiungere lo spazio macchine e di conseguenza la missione fu abbandonata. 

Attacco al ponte stradale di Nijmegen

Il 12 gennaio 1945 i midget Biber furono impiegati in un attacco notturno al ponte stradale sul fiume Waal a Nijmegen. L'attacco prevedeva innanzitutto il rilascio di 240 mine nel fiume per liberare la rete difensiva. I Bibers attaccarono quindi in due ondate: il primo era un gruppo di 20 che lanciò i siluri contro il ponte; il secondo era un gruppo con 4 cariche esplosive al traino. L'attacco non ebbe successo, almeno in parte, a causa del livello di fuoco dell'artiglieria alleata. 

Ulteriori sviluppi

La progettazione per le versioni biposto (Biber II e Biber III) iniziò ma non lasciò mai il tavolo da disegno. 

Esemplari sopravvissuti

Ci sono 22 mini-sommergibili Biber sopravvissuti conosciuti in tutto il mondo, tra cui quello denominato Biber n. 90.
Questo mezzo è stato esposto all'Imperial War Museum di Londra. Attualmente esposto all'IWM Duxford. Era uno dei tre Biber varati dal canale di Hellevoetsluis alla fine di dicembre 1944. Fu trovato affondato a 49 miglia (79 km) a NE di Dover il 29 dicembre 1944; il suo membro dell'equipaggio non era riuscito a chiudere adeguatamente il sistema di scarico del motore ed era deceduto per il conseguente avvelenamento da monossido di carbonio. Il dragamine HMS  Ready lo prese al seguito e, anche quando affondò vicino all'ingresso del porto di Dover, la Royal Navy lo portò a galla e lo sottopose a approfondite prove. Una stranezza scoperta durante la ricerca iniziale della barca era:
una bottiglia nascosta sotto il sedile e all'interno c'era un documento in inglese che, per quanto romantico fosse, sembrava avere qualche relazione con la cattura del midget, e forse la spiegazione del motivo per cui il pilota aveva incontrato la sua fine. 
Questo è tutto ciò che il rapporto dice riguardo a tale constatazione; ogni ulteriore dettaglio sembra essere andato perduto. 
Il pilota del Biber fu successivamente identificato come Joachim Langsdorff, figlio del capitano Hans Langsdorf dell'ammiraglio Graf Spee. 
L'imbarcazione fu donata all'Imperial War Museum il 3 aprile 1946. 

Biber n. 105

Questo Biber è conservato al Royal Navy Submarine Museum, Gosport. È funzionante e si ritiene che sia l'unico mini-sommergibile pienamente operativo della Seconda Guerra Mondiale esistente. Venne stato riportato in condizioni di lavoro da apprendisti della Fleet Support Limited in un corso sandwich nel 2003 sotto la guida di Ian Clark. Il restauro è stato presentato nella terza serie del programma televisivo di Channel 4, Salvage Squad, durante la quale l'imbarcazione venne sottoposta con successo a un'immersione di prova in un bacino di carenaggio allagato.

Biber al Forte aan den Hoek van Holland   Hook of Holland

Questo esemplare fu scoperto nel 1990 durante le operazioni di dragaggio nel Nieuwe Waterweg, nei Paesi Bassi. Da allora è stato restaurato.
Altri tre Biber possono essere visti nei Paesi Bassi: uno a Vlissingen, a Fort Rammekens, e un altro all'Overloon War Museum. Il terzo Biber è di proprietà privata ed è esposto all'aperto all'ingresso del Siegerpark ad Amsterdam; è stato dipinto di rosso e bianco e funge da insegna pubblicitaria.
Altri Biber sono esposti al Deutsches Museum di Monaco, al Technikmuseum Speyer di Speyer e al Rheinmuseum di Emmerich am Rhein, in Germania.
Circa 130 Biber erano rimasti in Norvegia al momento della resa tedesca. Oggi, 5 di questi sono conservati in condizioni originali o restaurati in vari musei: uno al Museo reale della marina norvegese, uno alla base navale di Haakonsvern, uno presso la fortezza costiera di Kvalvik fuori Kristiansund, uno presso la fortezza costiera di Tellevik fuori Bergen e uno al vicariato di Søgne fuori Søgne. 
Altri esemplari sono esposti al Blockhaus d'Éperlecques nel nord della Francia e al parco divertimenti Potts Park a Minden, in Germania.




Ripensare la guerra, e il suo posto
nella cultura politica europea contemporanea,
è il solo modo per non trovarsi di nuovo davanti
a un disegno spezzato
senza nessuna strategia
per poterlo ricostruire su basi più solide e più universali.
Se c’è una cosa che gli ultimi eventi ci stanno insegnando
è che non bisogna arrendersi mai,
che la difesa della propria libertà
ha un costo
ma è il presupposto per perseguire ogni sogno,
ogni speranza, ogni scopo,
che le cose per cui vale la pena di vivere
sono le stesse per cui vale la pena di morire.
Si può scegliere di vivere da servi su questa terra, ma un popolo esiste in quanto libero, 
in quanto capace di autodeterminarsi,
vive finché è capace di lottare per la propria libertà: 
altrimenti cessa di esistere come popolo.
Qualcuno è convinto che coloro che seguono questo blog sono dei semplici guerrafondai! 
Nulla di più errato. 
Quelli che, come noi, conoscono le immense potenzialità distruttive dei moderni armamenti 
sono i primi assertori della "PACE". 
Quelli come noi mettono in campo le più avanzate competenze e conoscenze 
per assicurare il massimo della protezione dei cittadini e dei territori: 
SEMPRE!
….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace, 
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a darla per scontata:
una sorta di dono divino e non, 
un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…
…Vorrei preservare la mia identità,
difendere la mia cultura,
conservare le mie tradizioni.
L’importante non è che accanto a me
ci sia un tripudio di fari,
ma che io faccia la mia parte,
donando quello che ho ricevuto dai miei AVI,
fiamma modesta ma utile a trasmettere speranza
ai popoli che difendono la propria Patria!
Violenza e terrorismo sono il risultato
della mancanza di giustizia tra i popoli.
Per cui l'uomo di pace
si impegna a combattere tutto ciò 
che crea disuguaglianze, divisioni e ingiustizie.
Signore, apri i nostri cuori
affinché siano spezzate le catene
della violenza e dell’odio,
e finalmente il male sia vinto dal bene…

(Fonti: https://svppbellum.blogspot.com/, Web, Google,  Wikipedia, You Tube)