giovedì 6 dicembre 2018

L’AWHERO di Leonardo





Il Leonardo “Awhero” è un elicottero a pilotaggio remoto, un sistema aereo unmanned ad ala rotante (Ruas) del peso di 200 Kg. E’ il risultato dell’esperienza dell’azienda italiana nei due segmenti (elicotteristico ed unmanned). 



Sviluppato per operazioni terrestre e navali, l’Awhero è pensato soprattutto per la sorveglianza marittima e dei confini, per la protezione di infrastrutture critiche, per il monitoraggio di obiettivi sensibili, per il supporto a operazioni di salvataggio, e per la valutazione del danno in caso di disastri naturali. Leonardo ha confermato recentemente  la tabella di marcia per il sistema; sviluppo e test sono in corso per ottenere la certificazione; due nuovi prototipi sono stati assemblati presso lo stabilimento di Sistemi Dinamici di Leonardo a Pisa, mentre attività di volo di collaudo continuano insistentemente.

L’ultima versione dell’Awhero è dotata del radar di sorveglianza Gabbiano TS Ultra Light (soli 24 Kg), lo stesso montato sui velivoli utilizzati nell’ambito dell’esercitazione Ocean 2020. L’iniziativa europea prevede l’integrazione di sistemi senza pilota nelle missioni di sorveglianza e interdizione. Il progetto è il più importante del primo bando di gara nel settore Difesa emanato dall’Unione europea, nell’ambito del programma “Preparatory Action on Defence Research”. Ad aggiudicarselo è stata Leonardo, che guiderà un team di 42 partner.

Nei settori dell’aerospazio, difesa e sicurezza, il mercato dei velivoli a pilotaggio remoto è certamente caratterizzato da una crescita costante e destinato ad aumentare la propria quota nel prossimo futuro. Un incremento che comprende sia lo sviluppo tecnologico nel suo complesso, in special modo nel campo dell’elettronica e dei microprocessori, sia l’interesse da parte di numerose agenzie nazionali e internazionali per l’impiego di questi sistemi a supporto delle operazioni nei campi civile e della sicurezza. Si stima, infatti, che il valore del mercato globale dei velivoli a pilotaggio remoto nel settore civile possa raggiungere nel 2026 una cifra di circa 14 miliardi di dollari, con aumenti del 300% rispetto al 2017. 

Inizialmente concepiti per soddisfare esigenze militari, le nuove potenziali applicazioni degli Unmanned in campo civile sono, tra le altre, la sorveglianza delle frontiere terrestri e marittime, il monitoraggio dei flussi migratori e la lotta ai trafficanti di esseri umani, il contrasto alla pirateria e al contrabbando o, ancora, la protezione delle infrastrutture critiche e il supporto ad operazioni in caso di calamità naturali.

Con l’acquisizione della società Sistemi Dinamici nel dicembre 2016 e dunque del programma AWHERO per un nuovo elicottero a pilotaggio remoto, si è rafforzato ulteriormente l’impegno di Leonardo nel settore degli Unmanned. È aumentato, così, il portafoglio dei velivoli senza pilota di Leonardo Elicotteri che già include l’SW-4 Solo, unico nel suo genere perché progettato per operare con o senza pilota a bordo. Ciò, rende Leonardo anche l'unico Original Equipment Manufacturer in Europa, disponendo di una completa competenza nelle piattaforme senza pilota e nell'integrazione di sistemi.

Delle differenti tipologie di UAV (Unmanned Aerial Vehicle), l’AWHERO fa parte degli UAV tattici, rientrando nella classe di peso dei 200 kg; può compiere operazioni di terra in ambienti particolarmente difficili, mentre, impiegato in mare, l’elicottero è in grado di operare in condizioni meteo e marine particolarmente critiche. Dalle prime fasi della progettazione, il sistema è stato infatti sviluppato anche per soddisfare l’impegnativo requisito delle operazioni da unità navali. 

L’AWHERO, che unisce l’esperienza di Leonardo nello sviluppo delle piattaforme ad ala rotante e quella di Sistemi Dinamici nei velivoli senza pilota, può essere impiegato in missioni svolte nel campo di battaglia o in missioni marittime per la protezione e supporto del contingente, rifornimento merci, lotta antisommergibile e antipirateria. Può, inoltre, svolgere funzioni di sicurezza nazionale, sorveglianza costiera e delle frontiere, missioni ISTAR (Intelligence, Surveillance, Target Acquisition and Reconnaissance), rilevazione, identificazione e monitoraggio delle imbarcazioni, monitoraggio delle infrastrutture critiche, ricerca e monitoraggio ambientale. 

Le Divisioni di Leonardo Elettronica per la Difesa Terrestre e Navale e Sistemi Avionici e Spaziali forniscono al programma AWHERO una vasta gamma di sensori, rendendolo, così, uno degli esempi di prodotto integrato realizzato dalla Società. E’ inoltre possibile, grazie alle elevate capacità di customizzazione, installare sull’AWHERO anche  altri sistemi e sensorii. 

L’AWHERO è dotato di un radar Gabbiano Ultra-Light e di sensore EO/IR.

(Web, Google, Leonardo)




























Uno dei prototipi incidentato nei pressi di Siena.




mercoledì 5 dicembre 2018

Fiat AR 59 Campagnola: il fuoristrada della mia naja!




All'inizio degli anni '50 il Ministero della difesa indisse un bando di concorso per la fornitura di un fuoristrada leggero, per sostituire le infaticabili Jeep ereditate dagli alleati, ormai logore e sempre più difficili da mantenere efficienti. In realtà già da tempo la FIAT in gran segreto aveva cominciato lo studio, sotto la direzione dell'ingegner Giacosa, di un mezzo a quattro ruote motrici, ispirato al fuoristrada americano, dietro suggerimento dello stesso Ministero.

Alla pubblicazione del bando risposero la FIAT e l'Alfa Romeo, rispettivamente con i modelli 1101 (Alpina) e 1900M (Militare). Il nome del progetto FIAT venne successivamente cambiato in Campagnola per rimarcare il suo impiego civile, in quanto la parola Alpina richiamava troppo l'omonimo reparto dell'esercito ed un tale mezzo non avrebbe trovato consensi nelle maestranze FIAT e nell'opinione pubblica; la guerra era finita solo pochi anni prima ed il ricordo era ancora troppo forte.



Il fuoristrada torinese alla data di pubblicazione del bando era già in avanzato stato di costruzione ed aveva già accumulato centinaia di ore di test, mentre l'Alfa Romeo dovette recuperare il tempo con un notevole sforzo progettuale, riuscendo in pochi mesi a realizzare un valido mezzo, utilizzando una Land Rover, da poco tempo entrata in produzione, come base di partenza per il suo prototipo. La gara fu vinta dalla FIAT, anche se durante le prove dimostrative, la AR1900M Matta (per la capacità di andare ovunque) si dimostrò in alcuni casi superiore. A vantaggio della Campagnola giocò il costo notevolmente inferiore rispetto al prototipo Alfa Romeo.

Per preparare il campo al nuovo mezzo militare di lì a poco vincitore della fornitura, la FIAT preparò un'imponente campagna pubblicitaria, volta a far conoscere il primo fuoristrada italiano all'opinione pubblica, cercando di evidenziare il più possibile le sue capacità rurali, stimolando la fascia clientelare più popolosa in quel periodo, quella degli agricoltori. L'occasione per presentare ufficialmente la nuova macchina fu la fiera del levante di Bari nel 1951, una scelta dovuta al fatto di essere una manifestazione prevalentemente dedicata al settore agricolo. Immediatamente dopo la fiera del Levante, iniziarono le prime consegne della versione militare, battezzata ufficialmente AR51 (autoveicolo da ricognizione modello 1951). Le due vetture erano meccanicamente identiche e differivano esclusivamente per il diverso allestimento della carrozzeria, più spartano nella versione militare.

La Campagnola 1101 si dimostrò da subito un buon veicolo, dotato di un robusto telaio in acciaio a longheroni, sul quale era montato un collaudato motore (tipo 105) di 1901 cm³, derivato dal modello installato sulle berline 1400-1900, ma depotenziato per poter funzionare anche con benzina normale e nello stesso tempo per migliorarne l'affidabilità. A tale scopo fu anche aggiunto un generoso radiatore olio per migliorarne il raffreddamento alle basse velocità. Le sospensioni posteriori erano classiche a balestre e ponte rigido, mentre all'anteriore furono previste delle sofisticate sospensioni indipendenti, innovative per l'epoca ma che risultarono purtroppo il punto debole di queste vetture. Il propulsore era accoppiato ad un cambio a 4 marce insieme ad un inedito riduttore a due rapporti. La trasmissione era sulle ruote posteriori con la possibilità di innestare la trazione anteriore, solo dopo però aver inserito le marce ridotte; in pratica non era possibile viaggiare con la sola trazione integrale.

Per accrescere la popolarità del proprio fuoristrada, la Fiat preparò due particolari esemplari di Campagnola, concepiti per battere il record di un raid molto popolare all'epoca l'Algeri-Città del Capo. Il pilota Paolo Butti e la sua squadra nel viaggio di ritorno impiegarono 11 giorni, 4 ore e 54 minuti, stabilendo un record tuttora imbattuto (anche a causa dell'odierna instabilità sociopolitica in Africa centrale). Le gesta del fortunato raid non ebbero comunque l'effetto sperato sulla popolarità della Campagnola, principalmente per l'elevato costo di acquisto del mezzo, paragonabile a quello di una lussuosa berlina dell'epoca (costava oltre due 500C Topolino) ed anche per gli eccessivi consumi del motore benzina, tali da renderlo economicamente non conveniente.

Per avvicinare maggiormente il pubblico al fuoristrada torinese, nel 1953 debuttò una nuova versione della Campagnola, alimentata da un motore a gasolio, denominata Diesel 1102. Il propulsore tipo 305 derivava dal modello a benzina, ottenuto semplicemente sostituendo la testata ed altri minimi particolari. In questo modo con poco sforzo, la Fiat realizzò un onesto propulsore che però non brillava in potenza, erogava infatti appena 40Cv. Per ovviare alla modeste prestazioni offerte dal motore 305.007, furono adottati rapporti del cambio più corti ed un rapporto al ponte di 8/37 (al posto di 9/40 dei modelli benzina).

La versione diesel anche se nettamente sottopotenziata, si rivelò comunque un successo; il motore a gasolio consentiva di percorrere mediamente 15 km/l, più del doppio rispetto alla sorella a benzina, ed i quasi 90 km/h di velocità massima, le consentivano comunque una discreta mobilità su strade asfaltate. L'impianto elettrico aveva una tensione di 24V con due batterie in serie Gli aggiornamenti tecnici introdotti con Campagnola diesel, furono riportati anche su entrambi i modelli a benzina (civile e militare). I più importanti erano, la trazione anteriore separata dalle marce ridotte, l'adozione di nuovi lamierati della carrozzeria, con le classiche bugne di rinforzo, paraurti anteriore ridisegnato e maggiorato, oltre a miglioramenti nella meccanica e nell'impianto elettrico. Nella AR 51 inoltre comparvero gli schienali posteriori in legno ed un nuovo impianto di illuminazione con luci attenuate e commutatore fari separato con chiave non estraibile.

Nel 1955 avvenne un nuovo importante aggiornamento nella gamma, comparvero infatti le nuove AR55, Campagnola 1101A e la 1102A diesel, tutte sostanzialmente con aggiornamenti nel propulsore. Nel 1958 con l'entrata in vigore del nuovo codice della strada, fu necessario modificare l'impianto d'illuminazione di tutti i modelli in produzione; la Fiat con l'occasione, aggiornò lievemente anche la carrozzeria, introducendo per le versioni civili una nuova fanaleria ridisegnata.

Sempre quell'anno entrò in produzione un nuovo modello militare in sostituzione della AR55 denominato AR51B. Il nome di questa versione ha confuso per anni, gli specialisti del settore, definendola erroneamente come un aggiornamento della AR51, mentre di fatto non solo era un modello completamente diverso, rimasto in produzione meno di un anno, ma dotato di molte soluzioni tecniche inedite, quali l'impianto elettrico a 24 volt, la predisposizione per l'aviolancio, il riscaldatore interno per l'abitacolo ed un nuovo motore tipo 105b.017. Queste caratteristiche, saranno riportate nella successiva ed ultima evoluzione della versione militare che di li a poco entrerà in produzione.

Nel 1959 infatti, appare la AR59, denominata ufficialmente 1101B.200, dotata di un inedito impianto elettrico immergibile provvisto di filtri antidisturbo, spinterogeno, dinamo, e regolatore di carica stagno; successivamente verranno dotate anche di uno speciale set di fanaleria stagno prodotto dalla Carello, con cui verranno aggiornate anche le versioni precedenti ancora in servizio. Come la precedente AR51B manteneva l'impianto elettrico a 24 Volt con due batterie in serie sotto il sedile passeggero.

Da questo modello, furono sviluppate anche alcune sottoversioni specifiche, la B202 aviolanciabile, dotata di un supporto speciale applicato al paraurti anteriore per l'aggancio delle funi di lancio e sospensioni anteriori rinforzate e la 206 cannoniera, predisposta con un kit dedicato, per alloggiamento nel cassone posteriore del cannone senza rinculo da 106 mm, comprendente degli speciali supporti da montare sul telaio parabrezza e sul cofano motore, per bloccare la canna durante gli spostamenti e spalliere posteriori reclinabili. Nel 1960 apparve la nuova Campagnola diesel B (1102B) equipaggiata con un'evoluzione del solito motore diesel, denominato tipo 305D.007, più altri lievi aggiornamenti alla pompa iniezione lineare ed all'impianto elettrico.

Nel 1961 entrò in produzione un modello realizzato specificamente per il Corpo delle Guardie di P.S. (l'odierna Polizia di Stato) denominato AR55PS, un ibrido tra una Campagnola civile e una AR59 militare. L'allestimento di serie comprendeva alcune soluzioni particolari, quali le gomme speciali “Sicurezza” a spalla rigida, cerchioni antistallonamento che permettevano di poter viaggiare anche con le gomme forate e sirena a soffio tipo “Marelli” o La sonora.

Le AR55PS furono protagoniste nei difficili anni delle contestazioni politiche che insanguinarono le città italiane sul finire degli anni '60 con i Reparti Celeri, in Sardegna, per contrastare il fenomeno del banditismo ad opera dei celebri Baschi Blu, ma furono presenti anche durante le operazioni di soccorso alle popolazioni colpite dall'alluvione di Firenze nel '66, nella catastrofe della diga del Vajont, nell'Irpinia dopo i devastanti terremoti. Nel 1969 si ebbe l'ultima evoluzione della Campagnola, con la nuova Diesel C (1102C), dotata di un inedito motore tipo 237.007 derivato da quello montato sul furgone 241TN; altre migliorie riguardavano la nuova mascherina fari senza foro per la manovella. Tali modifiche furono applicate contestualmente anche alla versione militare ed alla Campagnola benzina; fu inoltre adottato un efficiente alternatore sempre a 24V al posto della dinamo. La catena di montaggio chiuderà definitivamente nell'agosto del 1973, dopo oltre 22 anni di produzione ininterrotta e un totale di oltre 33.000 vetture prodotte a benzina (civile e militare) e circa 8.500 diesel.

Durante la sua lunga vita è stata adattata e costruita in numerose versioni specializzate, soprattutto per servizi civili e militari (spazzaneve, con luci fotoelettriche, chiamata anche "faronata", carro attrezzi, ambulanza, Vigili del Fuoco), che in alcuni casi prevedevano la variazione dell'interasse e/o lo sbalzo posteriore. Alcuni carrozzieri dell'epoca (es. Savio e Boneschi) utilizzarono il telaio della Campagnola per allestire proprie versioni (tra queste la più nota è la versione hard top allungata della Savio di Torino; da segnalare anche quella realizzata per la Rai), prodotte anche in discrete quantità. Sono note anche gli allestimenti della ditta Isoli di Fontaniva (PD) in versione carro attrezzi, molto apprezzate all'epoca e tuttora utilizzate.

La Campagnola è lunga 3.775 m, larga 1.600 m e alta 1.945 m. L'interasse delle ruote è di 1.365 m per un passo di 2.300 m. L'altezza minima dal suolo è di 0.27 m.

Era dotata inizialmente di un motore a benzina a 4 cilindri Fiat da 1900 cm³ (105.007) che sviluppava 39 kW, affiancato a partire dal 1953 da un motore diesel da soli 29 kW. a 4600 giri/min (305.007). Nel 1955 sono stati montati un nuovo motore benzina da 45Kw e un diesel da 31,5 kW. Le versioni benzina potevano arrivare a 116 km/h, mentre le motorizzazioni diesel potevano arrivare a soli 85 e 95 km/h.

Nel 1955 viene introdotta la nuova versione AR55 e contemporaneamente la Campagnola 1101A con motore 105A.007 e la Diesel A. Nel 1960 entra in produzione la Diesel B con motore 305D.007 (lo stesso del furgone 615N1). Nel 1969 avviene l'ultimo aggiornamento con l'introduzione della Diesel C con il nuovo motore 237a.007 derivato dal furgone 241tn.

La versione ar59 prodotta a partire dal 1959, veniva prodotta con il motore 105B.017 ed impianto elettrico immergibile a 24V, così da favorirne l'utilizzo anche in situazioni estreme. Il motore di 1900 cc era un 4 cilindri benzina alimentato da un carburatore SOLEX 32 CBI poi SOLEX 32x30 ad aspirazione invertita; filtro a bagno d'olio, la potenza è passata dai 53 Cv iniziali fino ai 64 Cv delle versioni finali. Il motore diesel derivava direttamente dal blocco benzina (sostituendo la testata con una a camera di turbolenza tipo Comet); sviluppava inizialmente 40 Cv poi arrivati nell'ultima versione a 48 Cv.




La trasmissione era sulle ruote posteriori ed inseribile su quelle anteriori, con sospensioni indipendenti all'avantreno e a ponte rigido al retrotreno.

Venne prodotta su licenza anche nella ex Jugoslavia dalla Zastava con le sigle AR51/V e AR55/V in varie versioni anche con tetto metallico e con sbalzo posteriore allungato.

Il record di attraversamento dell'Africa

Nel dicembre 1951, due Fiat Campagnola allestite dalla sezione Allestimenti Speciali della Fiat in versione lunga torpedo, guidata da Cesare Butti, compì la traversata Algeri-Città del Capo andata e ritorno in 11 giorni 4 ore e 54 minuti, stabilendo un record mondiale tuttora mai eguagliato.

(Web, Google, Wikipedia)










































US ARMY - US MARINES - Comando Operazioni Speciali degli Stati Uniti (USSOCOM): il Corpo dei marines statunitensi ha raggiunto la piena capacità operativa per il fucile da “sniper” BARRETT ASR MK 22 Mod.0.

https://svppbellum.blogspot.com/ Blog dedicato agli appassionati di DIFESA,  storia militare, sicurezza e tecnologia.  La bandiera è un simb...