mercoledì 9 gennaio 2019

L.H.D. TRIESTE - NEWS!!!



Prosegue spedita la costruzione a Castellammare di Stabia presso Fincantieri dell’unità più grande mai costruita in Italia dal dopoguerra. E’ una nave da guerra multiruolo, tra la portaerei e l’unità d’assalto anfibia. Più grande anche dell’attuale ammiraglia Cavour della quale potrebbe anche prendere il ruolo. 

La nuova unità rientra nel piano di rinnovamento delle linee operative delle unità navali della Marina militare deciso dal governo e dal parlamento e avviato nel maggio 2015. Avrà una lunghezza di circa 200 metri, un dislocamento a pieno carico di oltre 33.000 tonnellate, una velocità massima di 25 nodi.

Il Trieste sarà una Nave d'assalto anfibio della Marina Militare italiana, classificata ufficialmente come Landing Helicopter Dock (LHD).
Il ponte di volo avrà una lunghezza di 230 metri ed una larghezza di 36 metri, con un totale di 9 spot per mezzi aerei. Su di esso saranno posizionati 2 elevatori per aeromobili (15 m x 15 m) per un peso massimo di 42 tonnellate.
Per i dati dichiarati la nave è dotata di un bacino di sbarco allagabile al di sotto dell'hangar che consente di utilizzare mezzi anfibi tipo LCM, battelli semirigidi a scafo gonfiabile (RHIB), L-CAC e i più innovativi L-CAT in dotazione alle Marine NATO ed europee.


A differenza della portaerei Cavour, che ha un unico hangar trasformabile in ponte veicoli non allagabile, la nave avrà al di sotto del ponte di volo due ponti, di cui un hangar di 2300 m² (e 530 metri lineari di corsia per parcheggio mezzi) con paratie rimovibili come nel Cavour (in modo da raggiungere i 2600 m²), collegato ad un ponte inferiore di 2200m², diviso in un garage da 700m² con 253 metri lineari per parcheggio mezzi e un bacino allagabile (55 m x 15 m) dimensionato per l'ingresso di 4 LCM-1E o 1 LCAC.


Il gruppo motore ha due assi con turbine Rolls Royce MT 30 e due timoni con eliche a cinque pale a passo variabile, un doppio bow thruster intubato a prua ed uno stern truster a poppa che garantiscono una maggiore manovrabilità negli spazi ristretti rispetto all'accoppiata timoni/eliche.
La nave entrerà in servizio nel 2022 e sostituirà il Giuseppe Garibaldi (che sarà dismesso di conseguenza) e una delle 3 navi della classe San Giorgio (che saranno dimesse nel 2019, 2020 e 2022).
L'unità, presenta sistemi d'arma offensivi e difensivi di ultima generazione.


Per quanto riguarda il comparto d'artiglieria sono presenti:
3 cannoni multiruolo Otobreda 76/62 (due a prua e uno a poppa) del tipo Super Rapido MF Davide, con munizionamento guidato e predisposizione per il nuovo munizionamento Vulcano;
3 torrette mitragliere a controllo remoto OTO Melara da 25/80 mm;


2 lanciarazzi OTO Melara ODLS-20, per il lancio di ingannatori subacquei ed aerei.
Il comparto missilistico, comprende invece:
predisposizione per 2 lanciatori verticali (VLS Sylver) da 8 celle (uno a prua e uno a poppa) per una capacità totale di 16 missili Aster 15/30 o per 32 missili CAMM ER.


Anche la sezione sensoristica, può vantare tecnologie avanzatissime:
PAR SPN-720, radar di approccio di precisione, radar volumetrico 3D capace di tracciare 300 tracce e 12 bersagli contemporaneamente, portata superiore ai 200 km;
Radar Kronos Power Shield (AESA in banda L), radar di sorveglianza multifunzione, con una portata di 1500-2000 km;
IFF, radar d'identificazione dei bersagli;
Radar Kronos Dual Band (DBR AESA 4FF): banda C (Kronos Quad - Fitted For) e banda X (Kronos StarFire);
TACAN AN-553/N, per avvicinamenti di precisione ed invio di informazioni agli aerei in volo;
Sistema EWS "Zeus", è dotato di un sottosistema di attacco elettronico estremamente potente basato su moduli GaN TRX a stato solido. La duite EW integrata fornisce RESM (Intercettatore di emissioni Radar), RECM (Ingannatori radar) e CESM (Intercettatore di comunicazioni radio) efficaci sia in blue water che in littoral, con una sorveglianza marittima e valutazione della situazione avanzate tramite ELINT e COMINT avanzati caratteristiche, fino ad un innovativo algoritmo SEI.
Sistema di comando e controllo SADOC Mk4;
L'unità presenta un ponte di volo 230m x 32m coprendo così un'area di circa 7400 m² con 9 punti di decollo per elicotteri pesanti o 4 F35B.
Inoltre, il ponte potrà ospitare su di esso, in condizioni di piena operatività circa 14/20 aeromobili in diverse configurazioni (presumibilmente 4/6 F35B a poppa e 8/10 elicotteri a prua). 


L'aviorimessa di 2600 m², è dimensionato per l'ingresso di massimo 14 aeromobili, anch'essi in diverse configurazioni. Sono infine presenti a poppa due elevatori 15m x 15m per un carico massimo di 42 tonnellate.


Tutte le operazioni di volo sono controllate dall'isola di poppa.
Le capacità anfibie della nave sono molto avanzate, essendo queste la principale arma dell'unità.
Il secondo ponte, sotto l'hangar, con un'area di 2300 m², presenta infatti un bacino allagabile 55m x 15m dimensionato per l'ingresso di 4 LCM, denominati LC23, o 1 LCAC / LCAT.
Gli LCM, saranno in grado di trasportare: 1 Ariete, 2 veicoli d'assalto anfibio AAV7 (o 2 esemplari dei futuri SuperAv 8x8), o 5 Iveco LMV Lince, oppure 1 Centauro, 1 Freccia o 300 soldati.


La nuova unità avrà in dotazione il nuovissimo apparato radar di Leonardo KRONOS Power Shield, un radar di allerta precoce per la difesa contro missili balistici tattici (ATBM) e minacce Aerea (ABT). È stato progettato per applicazioni navali ed è capace di operare in modalità rotante e fissa.


Il KRONOS che sarà imbarcato sulla LHD TRIESTE è un radar multifunzionale, multiruolo, a medio raggio, in banda C, per la sorveglianza dello spazio aereo, realizzato per intercettare, tracciare e identificare obiettivi e fornire al sistema d’arma la precisa collocazione del bersaglio. La famiglia di radar KRONOS include due tipologie di sensori navali e due terrestri. Il KRONOS supporta ruoli operativi sempre più impegnativi grazie alla capacità di passare dalla funzione di rilevamento a quella di monitoraggio e identificazione dei bersagli in tempi brevissimi. Il sensore, basato sulla tecnologia AESA (Active Electronically Scanned Array), è costituito da una antenna rotante a faccia singola phased array attiva, completamente a stato solido. Il KRONOS è basato su una architettura radar modulare, che garantisce la copertura attraverso una scansione di fase in azimuth ed elevazione, grazie a tecniche avanzate per la cancellazione dei falsi allarmi causati da jamming e contromisure elettroniche. L’elevata agilità di frequenza in banda larga garantisce eccellenti contro-contro misure elettroniche e la bassa potenza di picco rende trascurabile la possibilità di essere intercettato. L’unità di tracciamento può gestire più di 300 tracce tridimensionali attraverso l’avvio sia manuale sia automatico e permette un rapido aggiornamento della segnalazione (tracciamento), consentendo massima accuratezza, specialmente contro bersagli ad elevata mobilità. Queste caratteristiche permettono l’utilizzo del radar in ogni tipo di ambiente. Nella versione navale il sistema è offerto in due configurazioni: la prima, ad antenna più piccola, può essere installata su navi a partire da 400 tonnellate, come pattugliatori, corvette e piccole fregate, mentre la seconda, dotata di un’antenna più grande (nota come MFRA), è destinata a fregate e porterei. 

(Web, Google, Wikipedia, You tube)


Turbina Rolls Royce MT 30
















 RADAR LEONARDO KRONOS POWER SHIELD


















Il primo F35 B STOV/L della Marina Militare Italiana.

martedì 8 gennaio 2019

L'U-Boot tipo XXI, il primo passo verso il sottomarino.



Derivato dal tipo XVIII, l'U-Boot tipo XXI (conosciuto anche come "Elektroboot") era una classe di U-Boot della Kriegsmarine progettata per operare stabilmente in immersione, piuttosto che come un battello di superficie che si immergeva temporaneamente per non essere individuato o sferrare un attacco.
Per questa caratteristica e per le sue prestazioni, il tipo XXI rimane la classe di sottomarini tecnologicamente più avanzata della seconda guerra mondiale (pur avendo servito solo per pochi giorni prima della fine del conflitto) ed è considerato il progenitore dei moderni sottomarini: diversi sommergibili realizzati nel dopoguerra dalle maggiori potenze mondiali (in particolare dagli Stati Uniti d'America) furono sviluppati proprio a partire da questo modello.


Caratteristiche tecniche

Le eccezionali prestazioni in immersione erano merito di un disegno dello scafo fortemente idrodinamico e di batterie elettriche ad alta capacità (circa 3 volte superiore a quelle montate sul tipo VIIC) che garantivano un'autonomia dai 2 ai 3 giorni in immersione prima di dover essere ricaricate tramite snorkel (operazione che prendeva circa 5 ore di tempo). A livello di progettazione, un'evidente conseguenza di questo profilo operativo fu la rimozione del cannone sul ponte, considerato comunque un'arma ausiliaria anche nelle classi precedenti; altre migliorie rilevanti furono l'incremento dello spazio interno destinato alle scorte di siluri e, soprattutto, l'installazione di un sistema idraulico per la ricarica rapida contemporanea di tutti e sei i tubi lanciasiluri che garantiva al tipo XXI un volume di fuoco di 18 siluri in meno di 20 minuti.
Il battello era dotato, inoltre, di un rivelatore di minacce radar, il FuMB-35 Athos, realmente affidabile e versatile, poiché dotato anche di un visore a tubo catodico e non solo di allarmi sonori come i modelli precedenti.


Impiego operativo

La notevole velocità in immersione (17 nodi, quasi il doppio rispetto alle classi precedenti) grazie all'utilizzo del motore diesel anche in questa circostanza operativa e l'ampio raggio d'azione rendevano i sottomarini di questa classe particolarmente difficili da individuare e distruggere, fornendo alla marina tedesca un innegabile vantaggio tattico. Ma, di contro, la tecnologia rivoluzionaria e il complesso processo di produzione ebbero come conseguenza che soltanto 2 (l'U-2511 e l'U-3008) delle 118 unità costruite sarebbero divenute operative prima della fine del conflitto.


L'ammiraglio Dönitz - comandante della flotta sottomarina tedesca - contava molto su questi mezzi per riequilibrare le sorti delle operazioni in Atlantico, ma diverse imbarcazioni furono distrutte subito dopo il completamento: 17 battelli furono distrutti in porto tra il dicembre 1944 e il maggio 1945. Per gli altri sottomarini, ci fu appena il tempo di racimolare gli equipaggi ed iniziare le prime crociere di addestramento, prima che i battelli venissero catturati dagli Alleati, i quali li analizzarono accuratamente mettendo a frutto le conoscenze acquisite nella progettazione di nuove classi di sommergibili. Per esempio, i sovietici impostarono la loro classe W proprio sul Type XXI.
Solo l'U-2511, comandato da Adalbert Schnee, riuscì a salpare per l'Atlantico, il 30 aprile 1945, ma appena quattro giorni dopo, il 4 maggio, ricevette l'ordine di cessare le operazioni di guerra e arrendersi. Il giorno successivo, l'U-2511 raggiunse il porto di Bergen in Norvegia dove si consegnò agli Alleati. Il comandante del sottomarino non mancò comunque di segnalare nel diario di bordo di esser riuscito, la notte prima, ad arrivare a soli 600 m di distanza da un incrociatore inglese (l'HMS Suffolk) scortato da suoi cacciatorpediniere; il tutto senza minimamente esser individuato grazie alle nuove capacità del tipo XXI. Un altro sottomarino della stessa classe, l'U-3008 del capitano Helmut Manseck, condusse invece un pattugliamento avvicinandosi ad un convoglio e simulando un attacco senza essere rilevato, prima di tornare in porto.

Dopoguerra


Bundesmarine:
  • U-2540 Wilhelm Bauer


Marine nationale:
  • U-2518 Roland Morillot


Voenno-morskoj flot:
  • U-3515 B-27
  • U-2529 B-28
  • U-3035 B-29
  • U-3041 B-30


Royal Navy:
  • U-3017 HMS N41


U.S. Navy:
  • U-2513
  • U-3008.


(Web, Google, Wikipedia, You tube)