giovedì 18 marzo 2021

Il missile stealth “Storm Shadow / SCALP”, due TYPHOON della RAF e l’Operazione SHADER


Secondo l’autorevole sito di R.I.D., il missile aria-superficie standoff land attack MBDA STORM SHADOW sarebbe stato usato per la prima volta in combattimento da un Eurofighter TYPHOON. L’arma è stata utilizzata da 2 TYPHOON della RAF contro bersagli “in una cava” dello Stato Islamico nel nord dell’Iraq nell’ambito dell’Operazione SHADER). Il raid era partito dalla base cipriota di Akrotiri ed è stato effettuato in supporto di elementi del CTS (Counter Terrorism Service) iracheno (le truppe di elite di Baghdad).


Il missile stealth “Storm Shadow / SCALP” è un'arma da attacco a lungo raggio, armata convenzionalmente, progettata per soddisfare le esigenti esigenze di attacchi pre-pianificati contro bersagli fissi di alto valore.
E’ in grado di operare in condizioni estreme; l'arma di che trattasi offre agli operatori una capacità di attacco profondo altamente flessibile, basata su un sofisticato sistema di pianificazione della missione.
Lo Storm Shadow / SCALP è stato messo in servizio con la Royal Air Force e la French Air Force nel 2003 ed è stato utilizzato nel Golfo, in Iraq e in Libia. L'arma è ora in servizio con numerose altre nazioni che offrono una capacità di attacco profondo senza pari. Lo Storm Shadow / SCALP è gestito da Tornado, Rafale, Mirage 2000 e dall'Eurofighter Typhoon.
Lo SCALP, acronimo di Système de croisière conventionnel autonome à longue portée, è un missile da crociera aviolanciabile a lungo raggio, sviluppato fin dal 1994 dalla Matra ed attualmente commercializzato dalla MBDA. La versione britannica in dotazione alla RAF è stata rinominata Storm Shadow.
È derivato dal missile antipista APACHE: la differenza principale è la realizzazione di una testata, invece di submunizioni. Proprio come l'APACHE, l'arma può colpire il nemico in profondità, a prescindere dalla difesa aerea (grazie alle sue caratteristiche stealth).
Il missile è disponibile in versione aria-superficie (Scalp-EG/Storm Shadow) e mare-superficie (Scalp Naval o Missile de croisière naval (MdCN)).




LO "SCALP-EG"

Lo SCALP EG è un'arma strategica. I bersagli tipici sono posti di comando, infrastrutture aeroportuali e portuali, ponti, depositi di munizioni, navi e sottomarini attraccati.
E’ stato adottato da Regno Unito (variante chiamata Storm Shadow), Francia, Italia, Grecia ed Emirati Arabi Uniti (variante chiamata Black Shaheen) per essere utilizzato da vari tipi di aerei. Risulta effettuata l'integrazione su: Tornado GR4, Tornado IDS, Eurofighter, Harrier II, Mirage 2000, Rafale e potrà anche essere montato sotto le ali degli F-35 Lightning II, non nella stiva interna a causa delle dimensioni.
Il missile è stato progettato con tecnologie che ne limitano la sezione radar equivalente, in inglese Radar Cross Section (RCS) e quella infrarossa. La configurazione aerodinamica prevede alette alte ripiegabili, un'unica presa d'aria posta nella parte inferiore e un'ogiva con sportellino a perdere che accoglie i sensori di tipo ottico.
Lo Storm Shadow è spinto da un motore turbogetto Turbomeca (gruppo SAFRAN) Microturbo TRI 60-30 da 5,4 kN di spinta. I motori Turbomeca della serie Microturbo, alimentano un vasto numero di armi, come i droni bersaglio Mirach 100 e C22, il missile antinave SAAB Dynamics RBS15 e il missile sempre antinave NSM della Kongsberg Defense. 
Lo Storm Shadow raggiunge una velocità massima di Mach 0,8. La gittata dichiarata da MBDA è superiore a 250 km, il dato esatto è chiaramente classificato e varia in base a molteplici fattori, come la quota di lancio o il profilo di volo del missile, molti osservatori militari concordano nel dire che la gittata sia molto superiore a quella dichiarata.
Il sistema di guida fire and forget del missile è molto sofisticato e basato su varie tipologie di sensori, nella fase di crociera il missile è guidato sul bersaglio da un sistema INS e GPS coadiuvato da un apparato TERPROM basato su un radar altimetrico che consente allo Storm Shadow di seguire il profilo del terreno. Nella fase finale la guida è gestita da un sistema IIR che compara l'immagine vista dal sensore con quella del bersaglio immagazzinata nella memoria. Il missile è completamente autonomo, si dirige sulle coordinate impostate prima del volo e una volta sganciato vi si dirige senza ulteriori controlli. Il retargeting non è possibile.
Il missile dispone di una testata di tipo BROACH a due stadi, una carica cava consente al missile di penetrare nel bersaglio, successivamente la spoletta ritardata fa detonare la carica principale.




Gli attuali utilizzatori dello Scalp EG/Storm Shadow:
  • Regno Unito: 900 Storm Shadow per la Royal Air Force;
  • Francia: 500 SCALP EG per l'Armée de l'air; 200 Scalp Naval ordinati per la Marine nationale;
  • Italia: 200 Storm Shadow per l'Aeronautica Militare;
  • Grecia: 34 SCALP EG per la Polemikí Aeroporía;
  • Emirati Arabi Uniti: Black Shaheen per l'Al Imarat al Arabiyah al Muttahidah.


IMPIEGO OPERATIVO

Nel dicembre 2000 un Mirage 2000 Francese è stato il primo aereo ad effettuare lo sgancio di uno SCALP EG presso il poligono di Biscarosse.
Il 25 maggio del 2001 un Tornado GR4 è il primo aereo Inglese ad effettuare un lancio sempre all'interno del programma di qualifica presso il poligono di Warton.
Nel 2003 i Tornado GR4 Inglesi sono i primo aerei ad utilizzare lo Storm Shadow a livello operativo nella seconda guerra in Iraq.
Il 12 settembre 2006 tre Tornado IDS del 154º Gruppo del 6º Stormo con un C-130J della 46ª Aerobrigata partono per il poligono sudafricano di Overberg dove verrà portato a termine il programma di integrazione del missile sui Tornado Italiani.
La notte del 19 marzo 2011 la RAF impiega i missili del modello Storm Shadow su obbiettivi libici, nell'ambito dell'operazione Odyssey Dawn.
Il 28 aprile 2011 l'Aeronautica Militare utilizza per la prima volta i missili SCALP, tramite i suoi cacciabombardieri Tornado IDS, nell'ambito dell'operazione Unified Protector contro la Libia.
Il 14 Aprile 2018 i Tornado GR4 della Royal Air Force, i Dassault Rafale della Armée de l'air e la Fregata classe FREMM "Aquitaine" della Marine Nationale, hanno lanciato missili Storm Shadow/SCALP contro obbiettivi governativi siriani a Homs e Damasco durante la guerra civile siriana in reazione al presunto attacco chimico contro civili di Duoma da parte delle forze armate siriane.




MISSILE “STORM SHADOW / SCALP EG”:
  • Genere- Missile aria-superficie a lungo raggio;
  • Luogo d’origine - Francia, Regno Unito;
  • In servizio - dal 2002;
  • fabbricante - MBDA;
  • Costo unitario - € 850.000  - £ 790.000;
  • Massa - 1.300 chilogrammi (2.900 lb);
  • Lunghezza - 5,1 metri (16 ft 9 in);
  • Diametro - 0,7 metri (28 in) stimato;
  • Testata - 450 chilogrammi;
  • Motore - Turbomeca Microturbo TRI 60-30 turbojet, che produce una spinta di 5.4 kN;
  • Apertura alare - 3 metri (9 ft 10 in);
  • Raggio d’azione - Profilo Lo-Lo 300 + nm (560 + km);
  • Altitudine di volo - 30-40 metri (100-130 piedi);
  • Velocità - 1.000 km / h Mach 0.8-0.95 (a seconda dell’altitudine);
  • Sistema di guida - Inerziale, GPS e TERPROM. Guida terminale mediante DSMAC a infrarossi per immagini;
  • Piattaforme: Tornado Italia, Typhoon UK-Tornado, Typhoon e  Rafale, Mirage 2000, Fregate Aquitaine, sottomarini Barracuda;
  • Autonomia di circa 560 km (300 miglia nautiche); 
  • è alimentato da un turbogetto a Mach 0.8; 
  • essere trasportato dall’aereo RAF Tornado GR4, dall'Italian Tornado IDS, dal Saab Gripen e dal Dassault Mirage 2000;
  • è stato integrato con l' Eurofighter Typhoon come parte del Phase 2 Enhancement (P2E) nel 2015, ma non sarà montato sull'F-35 Lightning II una volta entrato in servizio l'aeromobile. 
La testata BROACH presenta una carica iniziale penetrante per eliminare il terreno o perforare un bunker, quindi un timer a ritardo variabile per controllare la detonazione della testata principale. Il missile pesa circa 1.300 chilogrammi, ha un diametro massimo del corpo di 48 centimetri e un'apertura alare di 3 metri. Gli obiettivi previsti sono il comando, il controllo e le comunicazioni; aerodromi; porti e centrali elettriche; Stoccaggio AMS / munizioni; navi di superficie e sottomarini in porto; ponti e altri obiettivi strategici di alto valore. 
È un  missile “lancia e dimentica”, programmato prima del lancio. Una volta lanciato, il missile non può essere controllato o comandato per autodistruggersi e le sue informazioni sul bersaglio non possono essere modificate. I pianificatori delle missioni programmano il missile in funzione delle difese nemiche poste a difesa del bersaglio. Il missile segue un percorso semi-autonomo, su un percorso di volo basso guidato da GPS e dalla mappatura del terreno nell'area di destinazione. Vicino al bersaglio, il missile sale in verticale per poi lanciarsi in picchiata sul target. L'arrampicata in quota ha lo scopo di ottenere la migliore probabilità di identificazione e penetrazione del bersaglio. Durante il volo il cono del naso viene espulso per consentire a una termocamera ad alta risoluzione (homing a infrarossi) di osservare con precisione l'area target. Il missile cerca quindi di localizzare il suo bersaglio in base alle sue informazioni di targeting. Se non può, e c'è un alto rischio di danno collaterale, volerà verso un punto di impatto invece di rischiare l'inaccuratezza. 
I recenti miglioramenti includono la capacità di trasmettere le informazioni sui bersagli poco prima dell'impatto, l'uso di un collegamento dati unidirezionale (link-back), per ritrasmettere le informazioni sulla valutazione dei danni da combattimento all'aereo ospite. Questo aggiornamento è già in fase di sviluppo con un contratto DGA francese. Un'altra funzionalità prevista per l'inserimento nell'arma è la capacità di retargeting in volo, utilizzando un collegamento dati a due vie.  Lo Storm Shadow verrà rinnovato nell'ambito del progetto missilistico Selective Precision Effects Range 4 (SPEAR 4). 
Alcuni rapporti suggeriscono che per l'esportazione è stata creata una versione a capacità ridotta conforme alle restrizioni Missile Technology Control Regime (MTCR), (ad esempio negli Emirati Arabi Uniti).

STORIA DEL PROGETTO EUROPEO

La British Aerospace e la Matra erano in competizione con McDonnell Douglas, Texas Instruments / Short Brothers, Hughes / Smiths Industries, Daimler-Benz Aerospace / Bofors, GEC-Marconi e Rafael. Il BAe / Matra Storm Shadow fu selezionato il 25 giugno 1996.  Un contratto di sviluppo e produzione fu firmato l'11 febbraio 1997, momento in cui Matra e BAe avevano completato la fusione delle loro attività missilistiche. La Francia ha ordinato 500 missili SCALP nel gennaio 1998.
Il primo lancio a guida completamente riuscito del Storm Shadow / SCALP EG ha avuto luogo presso la linea CEL Biscarosse in Francia alla fine di dicembre del 2000 da un Mirage 2000N. Il primo lancio britannico è avvenuto il 25 maggio 2001 da un Tornado decollato da BAE Warton.
Lo Storm Shadow è entrato in servizio con la Royal Air Force (RAF) alla fine del 2001.  Fu usato per la prima volta durante l' invasione dell'Iraq del 2003 dal 617 Squadron.
L'integrazione del missile con l'aereo Tornado fu anticipato come requisito operativo urgente. Durante l'invasione, la RAF ha lanciato 27 Storm Shadows. 
Durante l'intervento della NATO nella Guerra Civile Libica, la Storm Shadow / SCALP-EG è stato lanciato contro obiettivi pro-Gheddafi da parte dell'Air Force francese Rafales e dell'Aeronautica Militare e di Tornado della Royal Air Force. I bersagli includevano la base aerea di Al Jufra e un bunker militare a Sirte, la città natale del leader libico, Muammar Gheddafi.  
Il 14 dicembre 2011, i funzionari della Difesa italiani hanno confermato che gli aerei IDS Tornado italiani avevano lanciato con successo tra i 20 e i 30 Storm Shadows durante la campagna libica. Questa è stata la prima volta che un aereo italiano ha lanciato il missile in combattimento dal vivo con una percentuale di successo del 97%. 
Un aereo francese ha sparato 12 missili SCALP contro agli obiettivi dell’ ISIS in Siria come parte dell'operazione Chammal. Questi lanci si sono svolti il 15 dicembre 2015 e il 2 gennaio 2016. Si ritiene che questi licenziamenti possano essere stati approvati dopo una decisione della MOD francese di ridurre il proprio inventario di missili SCALP per ridurre i costi.  Domenica 26 giugno 2016 la RAF ha usato quattro missili Storm Shadow contro un bunker ISIS in Iraq. I missili Storm Shadow sono stati lanciati da due aerei Tornado. Tutti e quattro i missili hanno confermato colpi diretti, penetrando in profondità nel bunker. 
Il primo volo di missili Storm Shadow sull'Eurofighter Typhoon si è svolto il 27 novembre 2013 presso la base aerea di Decimomannu in Italia, ed è stato eseguito da Leonardo utilizzando un velivolo di produzione strumentato 2. 
A luglio 2016, il MOD del Regno Unito ha assegnato un contratto da 28 milioni di sterline per supportare lo Storm Shadow nei prossimi 5 anni. 
Nell'ottobre 2016 il governo britannico ha confermato che i missili forniti dal Regno Unito sono stati utilizzati anche dall'Arabia Saudita nel conflitto in Yemen. 
Nell'aprile 2018 il governo del Regno Unito ha annunciato di aver usato i missili Storm Shadow schierati dal Panavia Tornado GR4 per colpire un impianto di armi chimiche in Siria.  L'impianto di stoccaggio di armi chimiche Him Shinshar vicino a Homs è stato colpito da 22 "armi": Stati Uniti, Regno Unito e Francia. Nove US Tomahawks, otto British Storm Shadows, tre missili da crociera francesi MdCN e due missili da crociera francesi SCALP sono stati lanciati.  
Le immagini satellitari hanno mostrato che il sito è stato distrutto durante l'attacco. Sergey Rudskoy, capo dello Stato maggiore russo, nel suo briefing per i media il 14 aprile 2018, ha annunciato che tutti gli otto missili lanciati dai Tornado sono stati abbattuti dalle forze armate della Siria, un reclamo negato dal Stati Uniti, Regno Unito e Francia. Il Pentagono disse che nessun missile era stato intercettato e che i raid erano "precisi e travolgenti".  In risposta, il Ministero della Difesa russo, durante una conferenza stampa a Mosca, ha presentato alcune parti di quello che sostenevano essere un missile Storm Shadow abbattuto. 




IL CACCIA “EUROFIGHTER TYPHOON”

L'Eurofighter Typhoon, il cui prototipo era designato EFA (European Fighter Aircraft), è un velivolo multiruolo (Swing Role) di quarta generazione, bimotore, con ruolo primario di caccia intercettore e da superiorità aerea. Progettazione e produzione del Typhoon fanno carico a un consorzio di tre società, Alenia Aermacchi (confluita in Leonardo, nuovo nome di Finmeccanica dal 2017) Airbus Group e BAE Systems, attraverso una holdingcomune, Eurofighter GmbH, costituita nel 1986. Il progetto è gestito dalla NETMA (NATO Eurofighter and Tornado Management Agency), che agisce anche come primo cliente.
Lo sviluppo del velivolo è iniziato nel 1983 con il programma Future European Fighter Aircraft, una collaborazione multinazionale tra il Regno Unito, Germania, Francia, Italia e Spagna. A causa di disaccordi sulle autorità costruttive e funzionali, la Francia ha lasciato il consorzio per sviluppare indipendentemente il Dassault Rafale. Un primo aereo di dimostrazione tecnologica, il British Aerospace EAP (Experimental Aircraft Programme), ha effettuato il primo volo il 6 agosto 1986; il primo prototipo dell'Eurofighter ha invece avuto il battesimo del volo il 27 marzo 1994. Il nome del velivolo, Typhoon, è stato formalmente adottato nel settembre 1998 e nello stesso anno sono stati firmati i primi contratti di produzione.
Questioni politiche avvenute nei paesi partner hanno causato il protrarsi in modo significativo dello sviluppo del velivolo; la fine improvvisa della Guerra Fredda ha ridotto la domanda europea di aerei da combattimento e mancavano accordi sulla condivisione dei costi e sulla divisione della produzione. Il Typhoon è stato introdotto in servizio operativo nel 2003. Attualmente, al 2015, è in servizio presso le Forze aeree austriache, l'Aeronautica Militare, l'Aeronautica militare tedesca, la Royal Air Force, l'Aeronautica Militare Spagnola e la Royal Saudi Air Force. L'Aeronautica Militare Reale dell'Oman ha confermato la volontà di acquistarne alcuni esemplari, portando il totale di aerei venduti a 571 aeromobili al 2013.


L'Eurofighter Typhoon è un velivolo estremamente agile, progettato per un combattimento aria-aria estremamente efficace contro altri aeromobili, ed è stato descritto come secondo solo all'F-22 Raptor, anche se il Raptor costa quasi il doppio.  In seguito, i velivoli prodotti hanno beneficiato di diverse migliorie, come attrezzature atte ad intraprendere missioni di attacco aria-superficie e la compatibilità con un numero altrettanto crescente di diversi armamenti ed equipaggiamenti, tra cui il missile da crociera SCALP e il Brimstone della RAF. L'aereo ha visto il suo debutto in combattimento durante l'intervento militare in Libia del 2011 con la Royal Air Force e l'Aeronautica Militare, eseguendo missioni di ricognizione e bombardamento a terra. Il Typhoon ha anche assunto la responsabilità primaria per le funzioni di difesa aerea per la maggior parte delle nazioni coinvolte nel progetto.
I primi velivoli di questo tipo sono entrati in servizio, nell'Aeronautica Militare, presso la base aerea di Grosseto, tra le file del 4º Stormo caccia, il 20 febbraio 2004. In AMI la denominazione ufficiale è F-2000A per i monoposti e TF-2000A per i biposti.
Inizialmente i membri del consorzio internazionale che avrebbe portato al Typhoon erano Regno Unito, Germania, Italia, Spagna e Francia, che nel 1985 ne uscì per sviluppare in proprio il progetto: l'ACX, cioè il Rafale.
Il lavoro fu diviso: 33% per la British Aerospace, 33% per la DaimlerChrysler Aerospace (DASA) tedesca, 21% per Alenia Aeronautica e 13% per la CASA spagnola. Tuttavia al momento della firma dell'ultimo contratto, le quote furono il 37%, 29%, 20% e 14%.
Il 2 luglio 2002 il governo austriaco annunciò la decisione di acquistare Typhoon, ma il contratto non fu firmato per cause legate alla politica interna del Paese.
L'affare fu concluso un anno dopo per un costo di 943.500.000 €: fornitura di 15 aerei, addestramento di piloti e tecnici, logistica, manutenzione, un simulatore, per un costo unitario di 62 900 000 €.
Il nome del progetto ha subito numerosi cambiamenti: da EFA (European Fighter Aircraft), Eurofighter, EF2000 e infine Typhoon.
È uno degli aerei in dotazione all'Aeronautica Militare, che ne ha dichiarato la «capacità operativa iniziale» e lo ha immesso in servizio d'allarme il 16 dicembre 2005. Il primo reparto ad averlo in dotazione è stato il 4º Stormo Amedeo D'Aosta con base a Grosseto; l'arrivo del primo esemplare fu il 16 marzo 2004. Il Typhoon ha sostituito gli ultimi F-104S come caccia per superiorità aerea, nonché i Tornado (nella versione ADV) ed i caccia F16.
Gli esemplari acquistati sono 96, (82 monoposto+14 biposto). Un F-2000A (MM7278/RS-23) appartenente al Reparto Sperimentale di Volo, si è schiantato in mare il 24 settembre 2017 a largo di Terracina durante un'esibizione, morto il pilota. Ne sono attualmente in servizio 73 come caccia intercettore e 12 in configurazione d'addestramento. Sono in dotazione al 4º Stormo di Grosseto, al 36º Stormo di Gioia del Colle (Bari) ed al 37º Stormo di Trapani Birgi.
Il Typhoon adotta una configurazione aerodinamica con ala a delta e alette canard a calettamento regolabile, come numerosi altri caccia recenti. Questa configurazione esalta la stabilità longitudinale a velocità subsonica e, grazie a un sistema di controllo digitale fly-by-wire della stabilità, garantisce elevata maneggevolezza nel combattimento manovrato a distanza ravvicinata, che però non avviene mai. L'ottima combinazione di agilità e avionica comprendente anche il nuovo sistema Euroradar CAPTOR lo rendono attualmente uno dei velivoli più efficienti. Ha una RCS frontale pari a 0,5 metri quadrati, dunque è considerato semi-stealth. Una versione per portaerei è stata proposta dal consorzio Eurofighter all'India senza esito.


Una caratteristica particolare dell'Eurofighter è quella di essere l'unico aereo militare moderno costruito in quattro linee di montaggio diverse, al contrario dell'F-16 che è semplicemente prodotto al di fuori degli Stati Uniti sotto licenza limitata. I quattro Paesi che hanno dato origine al progetto, infatti, producono componenti comuni a tutti gli esemplari ma sono responsabili dell'assemblaggio finale dei propri velivoli.
L'Euroradar CAPTOR è un radar Doppler ad impulso meccanico multimodale di nuova generazione progettato per l'Eurofighter Typhoon. Lo sviluppo del CAPTOR ha portato al progetto Airborne Multirole Solid State Active Array Radar (AMSAR) che alla fine ha prodotto il CAESAR (CAPTOR Active Electronically Scanned Array Radar), ora conosciuto come CAPTOR-E.
Lo sviluppo è iniziato come ECR-90 presso i laboratori radar Ferranti di Edimburgo, sede di molti sistemi radar britannici. L'ECR-90 era basato sul radar Blue Vixen, sviluppato per il BAE Sea Harrier FA2. La selezione del radar era diventata un grosso ostacolo nel progetto EFA, dato che l'Eurofighter Typhoon era conosciuto come l'epoca. La Gran Bretagna, l'Italia e la Spagna hanno appoggiato l'ECR-90 guidato da Ferranti, mentre la Germania occidentale ha preferito l'MSD2000, basato sulla famiglia di radar AN/APG-65 degli Stati Uniti, sviluppato in collaborazione tra Hughes, AEG e GEC.
Un accordo fu raggiunto dopo che il Segretario della Difesa britannico Tom King assicurò al suo omologo tedesco dell'Ovest Gerhard Stoltenberg che il governo britannico avrebbe sottoscritto il progetto e permesso a GEC di acquisire Ferranti Defence Systems dalla sua travagliata casa madre.  I laboratori di Ferranti divennero il nuovo GEC Ferranti nel 1990, e poi BAE Systems Avionics quando le varie divisioni di elettronica militare di GEC - Ferranti, Marconi ed Elliott Brothers - furono fuse.
Hughes ha citato in giudizio GEC per 600 milioni di dollari per il suo ruolo nella selezione dell'EFA e ha affermato di aver usato la tecnologia Hughes nell'ECR-90 quando ha rilevato Ferranti. In seguito abbandonò questa accusa e ricevette 23 milioni di dollari; la corte giudicò che l'MSD-2000 "aveva una reale o sostanziale possibilità di successo se GEC non fosse intervenuto tortuosamente..... e se le compagnie, che erano vincolate dall'Accordo di Collaborazione, avessero adempiuto fedelmente e diligentemente ai loro continui obblighi in virtù di tale accordo per premere e promuovere il caso dell'MSD-2000".
Dopo questi eventi, sono state effettuate ulteriori fusioni nel settore. BAE Systems Avionics si è fusa con Galileo Avionica per formare SELEX Galileo nel 2005, che a sua volta si è fusa nel 2013 con altre aziende Finmeccanica del settore dell'elettronica per la difesa per creare Selex ES (a sua volta fusa in Finmeccanica, ribattezzata Leonardo dal 2017). Lo sforzo di sviluppo è ora organizzato sotto il consorzio Euroradar, composto principalmente da Leonardo, Airbus e Indra.
L'ECR-90 è stato rinominato CAPTOR quando il progetto ha superato la pietra miliare del contratto di produzione.
Nel 1993 è stato lanciato un progetto di ricerca europeo per la creazione del radar multiruolo a schiera attiva allo stato solido (AMSAR), gestito dal consorzio britannico, francese e tedesco GTDAR ("GEC-Thomson-DASA Airborne Radar") (ora Selex ES, Thales e Airbus rispettivamente). Questo si è evoluto nel CAESAR (CAPTOR Active Electronically Scanned Array Radar), ora conosciuto come CAPTOR-E Active electronic scananned array.
Nel maggio 2007, Eurofighter Development Aircraft 5 ha effettuato il primo volo con il prototipo del CAPTOR-E. Il CAPTOR-E si basa sul radar CAPTOR attualmente in servizio sugli aerei di produzione Eurofighter. La nuova generazione di radar è destinata a sostituire le antenne a guida meccanica e i trasmettitori ad alta potenza utilizzati sugli attuali aerei Eurofighter con un array a guida elettronica, consentendo nuove capacità di missione per aerei da combattimento, quali funzionalità radar simultanee, sorveglianza aerea, controllo aria-suolo e controllo delle armi. Il nuovo radar migliora la portata effettiva dei missili aria-aria dell'aeromobile e consente un rilevamento e un inseguimento più rapido e preciso di più aeromobili con costi del ciclo di vita inferiori. Nel luglio 2010 è stato riferito che il consorzio Euroradar ha presentato un'offerta formale per fornire una soluzione AESA per l'Eurofighter. Il consorzio prevede di mantenere il maggior numero possibile di apparecchiature "back-end" durante lo sviluppo del nuovo radar e ha inoltre dichiarato che l'inclusione di un radar AESA è importante per assicurare gli ordini provenienti da nazioni straniere.
Il 19 novembre 2014, presso la sede di Edimburgo di Leonardo, il consorzio europeo Eurofighter GmbH e l'agenzia intergovernativa NETMA (NATO Eurofighter and Tornado Management Agency) hanno firmato un contratto del valore di 1 miliardo di euro per lo sviluppo del radar Captor-E a scansione elettronica per il Typhoone.

(Web, Google, Wikipedia, You Tube)













































 

mercoledì 17 marzo 2021

Dall'OTOMAT Mk1, al MILAS ASW, FINO al TESEO MK2/Evolved, noto anche come "TESEO EVO"


Da informazioni ANSA e dell’autorevole sito internet della Rivista Italiana Difesa, si rileva che è STATO sottoscritto il contratto tra MBDA Italia e l’Amministrazione Difesa: si procederà quindi allo sviluppo, integrazione ed alla qualifica del nuovo missile antinave pesante, con capacità di light strike secondaria e di attacco a bersagli terrestri, TESEO MK2 / Evolved, noto anche come "TESEO EVO".

La prima fase ha un valore di 150 milioni di €, alla quale seguirà una seconda fase per valorizzare ulteriormente il missile, acquisire un certo numero di esemplari ed un pacchetto di supporto logistico pluriennale. Per la Marina Militare italiana il TESEO-EVO sarà imbarcato sui nuovi cacciatorpediniere DDX, sulle fregate FREMM (come sostituzione delle armi obsolete); equipaggerà sicuramente anche la versione “Full” dei Pattugliatori polivalenti d’altura classe Paolo Thaon di Revel che risultano già predisposti.


Questo sistema di nuova generazione si basa sulla vecchia famiglia Teseo, conosciuta in tutto il mondo come OTOMAT, e porterà un sostanziale miglioramento delle capacità anti-nave:
  • Teseo Mk2 / E attaccherà efficacemente bersagli sia marini che terrestri a lunghissima distanza, con il pieno controllo della missione durante il volo missilistico. Il sistema avrà un'innovativa pianificazione della missione integrata e un nuovo cercatore RF, con opzioni per funzionalità e capacità aggiuntive in futuro.
  • Teseo Mk2 / E è la risposta alle minacce in evoluzione che generano la necessità di evolvere i requisiti operativi. Questa soluzione è il risultato delle attività tecniche e programmatiche congiunte di MBDA e Marina Militare Italiana negli ultimi tre anni che hanno maturato il concetto di questo sistema avanzato.

Da informazioni del sito “FORUMFREE”, si sarebbe diffusa di recente la notizia che la M.M. avrebbe deciso, "per ragioni di economia" di riutilizzare i lanciatori-contenitori esistenti dei datati missili Teseo anche per l’ultima versione “EVO” di prossima acquisizione: tale opzione sembra abbastanza inverosimile, considerando le forme più compatte della nuova arma. Inoltre, in aggiunta al nuovo motore turbofan della Williams, la nuova versione presenterebbe una cellula con efficienza aerodinamica migliorata, un incremento della manovrabilità ed una maggiore sopravvivenza della munizione grazie alla ridotta segnatura radar (stealth) determinata anche dall’utilizzo di materiali particolari. Secondo alcune fonti, MBDA starebbe valutando la possibilità di una cellula diversa, simile a quella per intenderci dello “SCALP NAVAL”, che offrirebbe il vantaggio della possibilità di lancio multipiattaforma (SOTTOMARINI U-212 N.F.S.).

Il sistema missilistico Teseo Mk2 / E equipaggerà il cacciatorpediniere di nuova generazione (DDX) e potrebbe sostituire la precedente versione Mk2 / A a bordo delle fregate di classe FREMM e Horizon. I nuovi Pattugliatori Polivalenti d'Altura (PPA - Pattugliatori Polivalenti d'Altura), attualmente in produzione, sono già predisposti per l'installazione futura del Teseo Mk2 / E. Nel mercato delle armi anti-nave Teseo Mk2 / E rappresenterà un nuovo standard con le sue altissime prestazioni, e sarà pronto per essere adattato alle esigenze internazionali.

Eric Béranger, CEO di MBDA, ha dichiarato: “Voglio qui rendere un ringraziamento speciale alla Marina Militare Italiana, al governo ea tutti i team MBDA che hanno lavorato duramente, anche contro tutte le interruzioni create dalla pandemia, per dare vita a questo importante contratto. Il gruppo MBDA considera Teseo Mk2 / E un programma importante e sarà pienamente impegnato per il buon esito di questo nuovo sviluppo. Il nuovo Teseo Mk2 / E si basa su una linea di prodotti riconosciuta in tutto il mondo e supporterà a lungo nel futuro l'attrattiva dei nostri prodotti navali sui mercati di esportazione ”.
Lorenzo Mariani, Executive Group Director Sales and Business Development e Managing Director MBDA Italia, ha dichiarato: “Il Teseo Mk2 / E è stato definito e progettato grazie ad un'intensa collaborazione tra la Marina Militare Italiana e MBDA. Questo nuovo missile anti-nave segnerà un cambiamento radicale nella famiglia OTOMAT / Teseo, starà al passo con le minacce in continua evoluzione e presenterà funzioni avanzate a supporto delle operazioni della Marina italiana che aumenteranno significativamente la flessibilità e il valore operativo delle navi di superficie della Marina Militare italiana che ne sarà dotato. Questo contratto aiuterà anche a sostenere competenze di alto livello in un dominio di eccellenza dell'industria italiana della difesa e contribuirà a garantire la sostenibilità della nostra azienda e dei suoi fornitori, nonché i suoi livelli occupazionali italiani negli anni a venire il Teseo Mk2/E:
  • attaccherà efficacemente bersagli sia marini che terrestri a lunghissima distanza, con il pieno controllo della missione durante il volo missilistico. Il sistema avrà un'innovativa pianificazione della missione integrata e un nuovo cercatore RF, con opzioni per funzionalità e capacità aggiuntive in futuro;
  • è la risposta alle minacce in evoluzione che generano la necessità di evolvere i requisiti operativi. Questa soluzione è il risultato delle attività tecniche e programmatiche congiunte di MBDA e Marina Militare Italiana negli ultimi tre anni che hanno maturato il concetto di questo sistema avanzato;
  • equipaggerà il cacciatorpediniere di nuova generazione (DDX) e potrebbe sostituire la precedente versione Mk2 / A a bordo delle fregate di classe FREMM e Horizon. I nuovi Pattugliatori Polivalenti d'Altura (PPA - Pattugliatori Polivalenti d'Altura), attualmente in produzione, sono già predisposti per l'installazione futura del Teseo Mk2 / E. Nel mercato delle armi anti-nave Teseo Mk2 / E rappresenterà un nuovo standard con le sue altissime prestazioni, e sarà pronto per essere adattato alle esigenze internazionali;
  • Avrà principalmente la finalità di salvaguardare la capacità missilistica superficie-superficie della Marina Militare, attraverso un piano di sviluppo, qualifica, industrializzazione, produzione e sostegno decennale del Teseo Mk2/E Evolved”.  

Al progetto del nuovo missile si sommerà la definitiva risoluzione delle obsolescenze della versione Mk2/A attualmente in servizio.
Tale fase è finanziata con 150 milioni di euro distribuiti in 8 anni a partire dal 2018. Si tratta di un’evoluzione dell’attuale sistema Otomat/Teseo Mk2/A, con portata significativamente maggiorata ed avanzate capacità operative che, oltre a consentire il rimpiazzo progressivo dell’attuale sistema missilistico, consentirà ad MBDA Italia ed alla Difesa di mantenere capacità strategiche da mettere sul tavolo di prossimi e futuri programmi europei o multinazionali.
La Difesa italiana ha di recente stanziato i fondi indispensabili per sviluppare ed acquisire il missile navale di lungo raggio subsonico Teseo MK2 Evolved di Mbda. Il nuovo missili anti-nave e contro-costa è una evoluzione del missile Otomat MK2 Block IV. 
Il programma di sviluppo incontra i requisiti delle Forze Armate in operazioni costiere e in acque ostili. 
La nuova versione del missile, che la società partecipata al 25% da Leonardo aveva inserito tra le priorità per il 2018, condivide svariati elementi con un altro programma chiave di Mbda, l’antinave Marte ER, di cui la Marina del Qatar è il cliente di lancio; l’aeronautica del Paese del Golfo lo utilizzerà a bordo dei suoi elicotteri NH90 in versione NFH, da poco acquisiti.
Il Teseo MK2 Evo rappresenta una necessità per sostenere le capacità operative della Marina Italiana e l’avvio del suo sviluppo in sinergia con il Marte Extended Range permetterà di “evitare duplicazioni di costo”.


A differenziarlo dalla versione precedente: 
  • range esteso ad oltre 500 Km, 
  • struttura, 
  • propulsione Williams in sostituzione del turbogetto TR-281 ARBIZON III, 
  • seeker AESA Leonardo, 
  • sistema di guida e controllo. 
Il missile equipaggerà i nuovi pattugliatori polivalenti d’altura in allestimento per la Marina militare italiana, che già dispongono dei lanciatori. Le consegne sono previste tra il 2022 e il 2023.

Il Teseo MK2A/Otomat è stato esibito a Doha all’ultima edizione del salone Dimdex, integrato a bordo della FREMM della Marina “Margottini”, assieme al sistema anti aereo SAAM-ESD (Surface Anti-Air Missile – Extended Self Defence), basato sul missile Aster.
Le versioni dei P.P.A. Light+ e Full, potranno vantare un impianto missilistico di ultima generazione VLS Sylver per il lancio di 16 missili Aster 15, Aster 30 e Aster 30 B1NT. 

Tutte le versioni avranno la predisposizione per un sistema di 4 lanciatori binati per il lancio di 8 missili anti-nave e land attack OTOMAT TESEO Mk-2 Evolved. 

La Marina Militare ha chiesto per il nuovo missile antinave pesante MBDA TESEO MK/2E (TESEO "EVO") anche una capacità land attack strategica per l'attacco di bersagli a terra (capacità, quest’ultima, al momento posseduta solo dall’Aeronautica Militare con il missile STORM SHADOW). 

A tal proposito si sta valutando la possibilità di dotare il missile di una nuova "testa" terminale con seeker duale RF (Radio Frequency) e, presumibilmente, data la necessità appunto di attaccare pure bersagli a terra, IIR (Imaging IR). 
Rispetto al predecessore Otomat/Teseo, il TESEO EVO" avrà anche una portata estesa ad oltre 500 Km. 

La vecchia versione dell’Otomat iniziò ad essere progettata nel lontano 1967, ai tempi della Guerra dei Sei giorni tra Israele ed i Paesi Arabi. 

Era di fatto un missile a lungo raggio antinave, paritetico Italia-Francia, inizialmente sviluppato dal consorzio Oto Melara-Matra (da cui il nome Otomat) successivamente confluito nel gruppo MBDA, società partecipata di Leonardo. Il missile è stato largamente impiegato dalla Marina Militare Italiana.
La caratteristica principale del missile, la lunga gittata, è ottenuta con un motore francese a turbina Microturbo, che consente una gittata di oltre 180 km con una testata da 210 kg, per un peso totale di circa 800 kg. Si tratta di un missile molto potente, ma non adatto per aerei o sottomarini.
Il missile cominciò ad essere progettato attorno al 1967, e ben presto, per quest'arma nacque un accordo internazionale tra OTO-Melara e Matra, che diede al missile il nome definitivo: OTOMAT, in quanto si trattava di una collaborazione paritetica. Il missile venne sperimentato tra il 1971 e il 1972, con il primo lancio di un missile completo già il 28 febbraio. Lo sviluppo, iniziato ufficialmente nel 1969 terminò nel 1974. A quel punto il missile era pronto per la produzione in serie e i primi missili, designati OTOMAT Mk 1 vennero messi in servizio nel 1976. Per metterli in servizio con una classe di navi adatta la MMI dovette attendere almeno un altro anno, con l'arrivo delle Lupo. L'evoluzione non si era però arrestata in quanto venne ben presto sviluppato un missile più moderno, dato il grande sviluppo della microelettronica in quegli anni, con il passaggio allo stato solido dei circuiti.
Il tipo Mk I era un missile con ridotte capacità, ma costituiva una valida base per ulteriori perfezionamenti. La gittata era di 60 km e non poteva essere controllato dopo il lancio, pertanto le sue capacità di ingaggio oltre l'orizzonte non potevano essere aiutate da update con operatori esterni. Nondimeno, offriva una gittata maggiore dell'Exocet e una testata da 210 kg. Ma l'Exocet, pur non essendo meno pesante era più compatto e soprattutto, interamente francese, così divenne il sistema per la Marine Nationale, mentre il binazionale franco-italiano OTOMAT venne prodotto in entrambi i Paesi per la MM e l'export. Che l'OTOMAT fosse capace di superare, principalmente per il tipo di motore, l'Exocet sarebbe ben presto stato dimostrato con il successivo sviluppo.
La nuova arma, la Mk 2 venne sviluppata a partire dal 1973 e il primo lancio venne eseguito nel 1974. Lo sviluppo arrivò al compimento nel 1976, in linea con l'entrata in servizio del modello 1, ma il primo lancio oltre l'orizzonte, probabilmente dal poligono sardo di Salto di Quirra, avvenne solo nel 1978. Ben presto anche quest'arma arrivò in servizio con la MM, ma inizialmente non fu offerta all'export.
Tecnicamente, il missile si presentava come un'arma di grosse dimensioni, non tanto per la lunghezza, ma per la larghezza dovuta ad una fusoliera larga 40 cm dotata di due impulsori a razzo laterali ROXEL e un turbogetto TR-281 ARBIZON III, 400 kg/s che offre una spinta circa il 50% maggiore che nel caso del similare Harpoon. 
La testata, 210 kg è appena davanti alla sezione motore che comprende un totale di 90 litri, sufficienti per almeno 10 minuti di autonomia. 
La testa di ricerca è ancora avanti e comprende un radar di ricerca autonomo, ospitato dietro un muso in materiale dielettrico. In definitiva, lo schema della fusoliera, realizzata in lega leggera di alluminio verte quindi, da prua a poppa, nelle sezioni: guida, elettronica, testata, carburante, motore. Le superfici di controllo sono quattro grosse ali stabilizzatrici al centro fusoliera e quattro alette mobili alla sua estremità posteriore.
La sequenza di lancio e funzionamento è eseguita nel seguente modo: acquisiti dai sensori della nave i dati relativi al bersaglio, questi vengono comunicati al missile tramite il sistema di controllo del lancio, il contenitore lanciatore in vetroresina, di forma caratteristica e piuttosto grande e squadrata, pesante circa 1700 kg, apre la propria sezione frontale e viene lanciato il missile che non richiede alla nave di cambiare rotta: è infatti capace di cambiare rotta esso stesso per un massimo di almeno 200 gradi. Lasciata la nave sotto la spinta dei due ROXEL, capaci di 6 t di spinta per circa 5 secondi, il missile accelera a circa 1000–1100 km/h con il turbogetto seguendo la rotta programmata secondo i dati precedentemente ricevuti mentre il radar altimetro di bordo controlla la quota portandola da 200 a 20 metri (non è chiaro quando la transizione ha luogo). Giunto a circa metà gittata, sempre che sia previsto, viene aggiornato da un elicottero con il data-link, dopodiché, in avvicinamento all'obiettivo, aziona il radar e colpisce a volo radente, con una testata che contiene 65 kg di ECTOTAL e un involucro semi-perforante che, grazie alla velocità di circa 1100 km/h raggiungibile con il missile progressivamente alleggerito dal carico di carburante, sfonda fino a 90 mm di acciaio e tende a deviare l'esplosione verso il basso, colpendo quindi la nave anche sotto la linea di galleggiamento e rendendo ulteriormente pericoloso questo missile perché non si limita a mettere fuori uso la nave ma, con il carburante in eccesso, spesso la incendia e comunque tende a danneggiarne anche la carena. La testata può causare uno squarcio anche di 6 metri di larghezza.
La guida a mezza corsa è un plus del missile, con la possibilità di attaccare bersagli navali oltre l'orizzonte. In genere la gittata massima per missili capaci di eseguire lanci sull'orizzonte è di circa 40 km, come nel caso dell'MM.40 Exocet. La gittata con lanci oltre l'orizzonte che si può sviluppare praticamente arriva sui 100 km con i missili Harpoon ma, per distanze superiori, vi è la necessità o di costosi missili supersonici, oppure di missili con un sistema di aggiornamento-datalink. L'operazione di correzione di mezza corsa è però delicata. L'elicottero AB212 ASW dotato di apposito datalink TG-2, deve scoprire la nave e aspettare poi il missile che deve passargli sotto per ricevere i segnali. Questo, ovviamente, con distanze pratiche di scoperta dell'ordine dei 40–50 km se l'elicottero vola a bassa quota, può essere molto pericoloso se il nemico ha velivoli da intercettazione o anche altri elicotteri, poiché un Lynx o un Dauphin è assai più veloce e maneggevole di un AB-212ASW e lo spostamento dell'elicottero, anche solo di alcune centinaia di metri, può portare al mancato aggancio. Inoltre può essere ingaggiato un solo bersaglio per volta, anche se con più missili.
Un sistema di questo tipo, il TESEO, è installato sulle navi italiane. Per le navi Saudite vi è invece l'ERATO. Qui è la nave che riceve i dati e li ritrasmette ai missili, cosicché il rendez-vous con l'elicottero non è più necessario. Ma i missili devono sollevarsi fino a 900 m di quota per ricevere i dati, compromettendo teoricamente la furtività della manovra d'attacco. Tuttavia, gli elicotteri che restano in vicinanza di una nave per minuti non sono meno evidenti e la traccia radar di un missile è tale che difficilmente possa essere avvistato da oltre 50 km. Il sistema ERATO può controllare fino a 16 missili su 10 bersagli, il che consente di controllare simultaneamente tutti i missili di due navi attaccando navi di una intera formazione.
Il turbogetto francese era la chiave di questo missile, in termini di forza: consente la realizzazione di una gittata molto maggiore di quanto possibile con un motore a razzo di analoga massa, anche se costa di più ed è più complesso.
La prima versione dell’OTOMAT non fu sviluppata per lanci da sottomarini e aerei, ma per navi e batterie costiere.
Gli sviluppi sono stati parecchi: le alette ripiegabili hanno consentito di raddoppiare il numero di missili da uno a due per ciascuna rampa, mantenendo però il limite dei pesi in alto per le navi. Così, se il Vittorio Veneto aveva 4 missili, il Garibaldi ne aveva 8 (poi rimossi). Anche le Maestrale possono imbarcare le stesse armi delle Lupo, cosa talvolta fatta parzialmente con due lanciatori singoli e due binati sovrapposti, questi ultimi dalla caratteristica sezione di forma ovale. Infatti i missili OTOMAT, anche con alette ripiegabili, hanno ancora i razzi laterali e quindi non possono essere ospitati in tubi di lancio perfettamente circolari di ridotto ingombro frontale come nel caso degli Harpoon. Questi, infatti, hanno un unico booster posteriore che negli OTOMAT non potrebbe essere usato se non allungando parecchio la struttura complessiva dell'arma.
Altre modifiche sono state studiate durante gli anni ottanta: l'OTOMACH venne pensato come missile supersonico, ma venne abbandonato perché costoso e perché la migliore misura per minimizzare la vulnerabilità dell'arma e massimizzare le possibilità di colpire il bersaglio fu ritenuta quella di rendere l'arma maggiormente stealth. L'ULISSE venne pensato come aggiornamento in tale senso e suscitò l'interesse della US Navy che però finì per comprare le ultime versioni dell'Harpoon. L'ULISSE era aggiornato nella componente elettronica, costruito con tecnologia stealth e con un ottimo sensore IR, realmente provato su missili normali, che consentiva il riconoscimento di bersagli anche costieri, ma il ritiro della US Navy portò alla fine del programma.
In termini di guida, i missili italiani, dotati di testata di guida prodotta dalla SMA di Firenze, hanno una traiettoria d'attacco radente mentre i missili francesi hanno una traiettoria d'attacco con picchiata finale da 175 metri di quota per confondere le difese aeree. Per quanto causa di problemi, sia per la riflessione dalla superficie del mare che per complesse manovre sui tre assi, questo sistema consente di ingannare abbastanza agevolmente le difese aeree. Un sistema simile venne inizialmente applicato anche agli Harpoon che, però, hanno poi utilizzato una traiettoria interamente a volo radente che consente maggiore semplicità e la possibilità teorica di riattaccare in caso le ECM ingannassero il missile: in effetti vi sono dei pro e contro in tale applicazione. In quanto al sistema motore, l'MM 40 Exocet Block 3 ha cambiato il motore a razzo con lo stesso apparato dell'OTOMAT ed è singolare che proprio questo componente, che fornisce le prestazioni di gittata richieste, sia di produzione francese ma non sia stato usato dalla Marine Nationale per tutti questi anni. Il totale di missili OTOMAT costruiti a partire dal 1975 è di circa 1000 esemplari. La loro carriera ha visto lanci in esercitazione oltre i 120km e l'uso contro le difese aeree della US Navy, superate dalla maggior parte dei missili di un piccolo lotto comprato per valutazione e dotati di una particolare manovra d'attacco finale che sembra simile all'attacco in picchiata delle armi francesi.
L'OTOMAT non è stato usato mai in combattimenti reali ma è stato esportato in diverse nazioni, anche a rischio, come la Libia e l'Iraq.

IL TESEO

Il sistema missilistico Teseo è stato l'ultima evoluzione dei missili antinave OTOMAT, prodotti e commercializzati da MBDA, società partecipata di Leonardo-Finmeccanica
Il 31 ottobre 2006 è riuscito un test di lancio del nuovo Teseo Mk2/A (OTOMAT Mk2 Block IV), ultima evoluzione del programma, avvenuto presso il Poligono Sperimentale e di Addestramento Interforze di Quirra, con un volo di 300 secondi per una distanza di circa 80 km , con un missile privo di testata. Il 19 novembre 2007 è avvenuto il lancio di un missile completo lanciato da parte del cacciatorpediniere Durand de La Penne. Il loro impiego è previsto nelle nuove fregate italiane Classe FREMM e nei cacciatorpediniere classe Andrea Doria.
La ultima versione del missile è disponibile con nuova elettronica e capacità, in parte ricavate dagli studi per l'ULISSE e in parte dallo sviluppo del Marte Mk.2. L'ammodernamento ha visto la rimozione del sistema datalink TG-2 per elicotteri, poiché la nave è in grado di guidare da sola il missile, che è stato dotato di navigazione tridimensionale a punti programmabile, coordinate di attacco, capacità di operare in ambiente costiero con l'aggiunta del GPS per poter attaccare anche bersagli terrestri, e di attaccare con manovre evasive e di riattaccare.

LA VERSIONE A.S.W.: il Milas

Il MILAS è la versione ASW del missile OTOMAT MK2, con il missile che ha la funzione di vettore per carichi come il siluro leggero MU 90 o simili, che vengono sganciati dal vettore nei pressi di un sottomarino come indicato dal sonar della nave e dalla cooperazione con l'elicottero ASW.
Il programma venne sviluppato in cooperazione tra Italia e Francia a partire dal 1986 per trasportare su lunghe distanze entro pochi minuti un'arma antisommergibile leggera come l'A244, ma i francesi, dopo la fine della Guerra Fredda, non si dimostrarono molto interessati alla sostituzione dei vecchi MALAFON mentre l'Italia ha proseguito nello sviluppo e, dopo molti problemi legati alle risorse finanziarie disponibili, sono entrati in servizio equipaggiando i cacciatorpediniere Durand de la Penne.
Il Milas ha una gittata che va da 5 a oltre 35Km in tutte le direzioni. Il sistema può aggiornare in modo continuativo, durante il volo del missile, la traiettoria e il punto di rilascio del siluro, con in più il vantaggio di poter modificare le istruzioni riguardo al bersaglio.
Con i suoi rapidi tempi di reazione e il suo raggio d'azione, il sistema garantisce alle navi che ne sono equipaggiate e alle formazioni navali scortate da queste, una difesa effettiva e permanente dai sottomarini, sia convenzionali che nucleari.
Il missile costruito da MBDA può essere usato in simbiosi con l'Otomat MK2, con cui è intercambiabile nei lanciamissili, in operazioni combinate ASuW/ASW e verrà installato sulle nuove fregate multiruolo FREMM.

IL PROGETTO POI CANCELLATO DEL “TESEO MK.3 o ULISSE”

I primi anni ’90, la italiana OTO-Breda aveva pubblicizzato un'alternativa stealth (forse un co-sviluppo con la Matra francese), chiamato TESEO Mk 3 o "ULISSE". 
Quest'arma soddisfaceva un requisito della Marina Militare Italiana per la sostituzione di TESEO (Otomat) Mk.2. 
Il progetto fu annunciato al Salone dell'aria di Parigi del 1993 e un modello fu esposto per la prima volta al Bourget Euronaval nell'ottobre 1994. 
Una parte della tecnologia stealth derivava dal missile Apache ASM della Matra. 
Il missile a turbogetto era progettato per ottenere un’alta velocità subsonica e doveva avvicinarsi all’obiettivo a velocità transonica. 
La guida a medio percorso era inerziale, con radar terminale e sensori IR. 
La RAM è utilizzata nella cellula mista con naso tipo “squalo”, utilizzava i sensori accoppiati e le ali cruciformi del corpo centrale che si estendevano da quattro prese d’aria.
Le alette posteriori erano cruciformi, con due booster di spinta. La portata massima avrebbe dovuto superare i 300 km, quasi il doppio di quella diell’Otomat Mk.2.
Nel marzo 1996, anche la US Navy stava considerando la possibilità di uno sviluppo congiunto del missile di nuova generazione “Ulisee", basato sulla tecnologia TESEO 3: una decisione era attesa nell'autunno del 1996. 
Fu inoltre firmato un memorandum d'intesa tra Italia e Stati Uniti nel novembre 1995. 
Si era progettata l’entrata in servizio del missile stealth ULISSE intorno al 2003-2005. 
Il nuovo missile doveva essere il successore dello SLAM-ER, e doveva essere trasportato a bordo di aerei militari. 
La versione italiana avrebbe equipaggiato sia le navi che gli aerei, compresi il futuro MPA e il Tornado; avrebbe dovuto anche equipaggiare gli AV-8B, gli Eurofighter e gli AMX. 
La variante avio-lanciata avrebbe dovuto avere una portata di oltre 300 km (160 nm), mentre la variante navale imbarcata di 250 km. La velocità di crociera doveva raggiungere Mach 0,88 e Mach 0,95 in fase di attacco finale. 
Il peso totale dell’arma andava da 700 a 800 kg. 
Il missile antinave e contro-costa Ulisee avrebbe dovuto essere un'alternativa all'Harpoon 2000.
Il programma fu cancellato dopo l'uscita dal programma congiunto della US Navy nel 1999, nonostante lo sviluppo stesse procedendo senza intoppi. Per evidenti problemi finanziari, le aziende italiane non potevano permettersi di continuare il programma da soli.

IL SITO DI LASPEZIA DI “M.B.D.A. - ITALIA”

Il sito di La Spezia di M.B.D.A. ITALIA, dove verrà prodotto il Teseo Mk2 Evo, impiega circa 200 persone, ha un ruolo centrale per tutta la parte antinave, uno dei settori attualmente al centro di importanti evoluzioni tecnologiche per il gruppo missilistico europeo, partecipato al 25% da Leonardo e da un paritetico 37,5% da Airbus Group e Bae Systems. A livello di gruppo, Mbda Italia, rappresenta il 12% della forza lavoro e realizza il 15% del fatturato totale (nel 2017 sono stati realizzati ordini per 4,2 miliardi di euro), partecipando alla realizzazione di 21 prodotti. Sia per l’antinave pesante, il Teseo, che per quello leggero, rappresentato dal Marte, sono in programma evoluzioni per andare incontro da un lato alle esigenze operative delle Forze Armate italiane e per rispondere dall’altro ad un mercato export, che richiederà sistemi missilistici con capacità sempre più “spinte”, a cominciare da range e letalità.  
Per quanto riguarda l’antinave pesante, sul fronte domestico vi è la necessita e l’interesse da parte della Marina Militare italiana per il sistema evoluto, il Teseo MK2/E, che, al pari del predecessore (circa 180 km di range) verrà sviluppato, testato e prodotto nello stabilimento ligure. 
Tra le novità pensate per aumentare le prestazioni del nuovo Teseo, la cui missione può essere aggiornata in volo tramite revectoring, una testa in guerra di nuova generazione e un nuovo seeker dual mode, capace di gestire anche il requisito land attack a cui il cliente nazionale è molto interessato. 
Mbda sta inoltre studiando l’integrazione sul missile, che incontra i requisiti delle Forze Armate in operazioni costiere e in acque ostili, di un nuovo motore turbofan prodotto dalla Williams (la stessa che equipaggia il Marte), che permetterà un raddoppio del range rispetto alla versione attuale. 
Gli studi interni – per il solo sito di La Spezia gli investimenti ammontano a circa 7 milioni di euro l’anno per mantenere elevati gli standard in termini di tecnologie sovrane e che coinvolgono piccole e medie imprese, università e centri di eccellenza – portati avanti per i programmi Marte e Teseo guardano oltre. I loro sviluppi infatti potranno permettere a Mbda e all’Italia di avere un ruolo al tavolo con Francia e Regno Unito, da cui usciranno a presto i requisiti governativi della futura generazione di missili di cui si sta discutendo in Europa (progetto FCASW – Future Cruise and Anti-Ship Weapon). 
Al di là dell’antinave, buone notizie potrebbero arrivare presto dal programma italo-britannico Emads-Camm ER (Enhanced Modular Air Defence Solutions – Common Anti-air Modular Missile Extended Range), i cui fondi per lo sviluppo sono già stati allocati. La versione ER, per la quale la Difesa ha in programma (si attende la firma dell’implementation agreement con Terrarm) l’avvio della prima fase di sviluppo e qualifica e acquisizione della munizione per 95 milioni di euro, differisce dal Camm per range, 40 km quello del secondo, elemento questo ritenuto fondamentale per il mercato export. Il sistema per la difesa aerea di corto raggio incontra i requisiti di Esercito e Aeronautica, alla luce della dismissione dell’Aspide prevista nel 2021, mentre potrebbe avere un suo ruolo anche nelle nuove unità PPA Light della Marina. 

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