giovedì 17 febbraio 2022

JAGUAR: il sensore italo-anglo-giapponese per il TEMPEST e il caccia stealth F-3


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Per il suo peso politico nell’ambito del “Team Tempest”, allo scopo di tenere bassi il più possibile i costi inerenti lo sviluppo di nuove avanzatissime tecnologie (meta-materiali, metalli mono-cristallini, sistemi elettronici e nuove antenne AESA), la Gran Bretagna sta iniziando a lavorare congiuntamente anche con il Giappone per l’“universal radio frequency sensor technology”, cioè un nuovo sensore denominato “JAGUAR”, che potrebbe essere utilizzato sul caccia stealth di 6^ generazione “TEMPEST” e su quello giapponese “Mitsubishi F-3”.





Il Team tempest e il Giappone uniscono le forze e serrano i ranghi per sviluppare anche un dimostratore di motori a reazione  per la prossima generazione di caccia, ha annunciato il Ministero della Difesa britannico.  Il Regno Unito, insieme a  Svezia e Italia, sta attualmente lavorando al Tempest, mentre un team guidato da Mitsubishi sta sviluppando l'FX, il caccia stealth giapponese di prossima generazione. 
I nostri partner in Giappone hanno compiuto enormi progressi sulle tecnologie che possono integrare le nostre capacità avanzate e potrebbero aiutare a garantire che entrambe le nostre forze armate rimangano in prima linea nell'innovazione militare.  I lavori al progetto congiunto dovrebbero iniziare nel 2022.
Saranno necessari circa 5 anni per la maturazione tecnologica di questo nuovo sensore: sono previsti 2 dimostratori, 1 per ciascun paese. Per il Regno Unito l’industria leader è l’italiana Leonardo, che recluterà 40 nuovi specialisti per la sua sede di Edinburgo; per il Giappone allo stato non sono state date indicazioni ai media su quale sarà l’azienda coinvolta. 










I MOTORI A CICLO VARIABILE

Nel frattempo, la Rolls-Royce, le altre aziende del Team (AVIO-GE, GKN Sweden) e le aziende giapponesi Mitsubishi e IHI, stanno mettendo a punto e collaborano a un nuovo sistema di combustione per i motori a ciclo variabile che alimenteranno il Tempest e che svilupperanno più energia elettrica rispetto ai modelli precedenti. Ciò aumenterà l'efficienza del motore e ridurrà le emissioni di anidride carbonica. Inoltre, l'azienda sta esplorando l'uso di parti stampate in 3D e materiali compositi avanzati che renderanno i motori più leggeri, più potenti e in grado di funzionare a temperature più elevate.
Rolls -Royce, BAE Systems e i partner del Team lavoreranno al progetto, mentre Mitsubishi Heavy Industries e IHI lavoreranno come partner giapponesi. Il Tempest e l'FX sono solo due delle numerose iniziative che prevedono lo sviluppo di un jet da combattimento di sesta generazione.: il Next Generation Air Dominance (NGAD) negli Stati Uniti e il Future Combat Air System (FCAS) sviluppato da Francia, Germania e Spagna hanno lo stesso obiettivo e l’anno 2035. 

I SENSORI DEL TEMPEST

La multinazionale Leonardo è già da tempo al lavoro per sviluppare nuove tecnologie avanzate per i sensori del TEMPEST: 
  • in particolare un Radar Warning Receiver 4 volte più sensibile degli attuali, pur essendo al contempo grande un decimo rispetto agli RWR in uso, e un Multi Function Radio Frequency System, cioè un sistema capace di svolgere funzioni radar a lungo raggio, ECM-ECCM-ESM e attacco elettronico; 
  • il sensore AESA sarà caratterizzato da antenne conformali basate su materiali ancora più performanti del GaN (nitruro di gallio). L’accordo con il Giappone verterà con molta probabilità proprio su questo innovativo sistema avionico multifunzionale che, quasi sicuramente, dovrebbe derivare dal sistema attualmente in fase di avanzato sviluppo “CAPTOR-E Mk2”. 
Questi sensori saranno inoltre parte di un più ampio sistema, battezzato ISANKE (Integrated Sensing And Non-Kinetic Effect), che garantirà integrazione, gestione, fusione ed elaborazione dei dati provenienti da tutti i sensori: sia quelli a radio frequenza sia quelli elettro-ottici ed all’infrarosso. 
Questo accordo rafforza ulteriormente la cooperazione del Team Tempest con il Giappone nel campo dei sistemi di combattimento aerei del futuro e segue l’intesa formalizzata di recente, per lo sviluppo di un dimostratore di un nuovo motore per caccia di Sesta Generazione, e l’attività sul Joint New Air to Air Missile, cioè un’evoluzione del METEOR di MBDA con seeker radar AESA sviluppato unendo le nostre tecnologie con quelle avanzatissime del Giappone.

L’italiana “LEONARDO”, per il futuro caccia di sesta generazione “TEMPEST”, sta alacremente lavorando in sinergia con gli alleati britannici, svedesi e giapponesi nelle:

Flight Technologies - La trasformazione digitale è un fenomeno pervasivo che sta interessando anche il settore dell’aeronautica. La diffusione delle tecnologie 4.0, insieme alla digitalizzazione dei sistemi e delle apparecchiature di bordo, sta consentendo nuovi metodi di progettazione che integrano tecniche di intelligenza artificiale, big data, gestionali, simulatori e interfacce uomo-macchina sempre più avanzate. Alcune soluzioni tecniche si basano su  nuovi materiali o nuove applicazioni di materiali esistenti e sono volte a migliorare il confort in cabina, ad aumentare le proprietà di resilienza e le caratteristiche di autoriparazione di un aeromobile, sottoposto a sollecitazioni. Insieme a nuovi materiali, sono state introdotte nuove soluzioni aerodinamiche che vanno dallo studio per la riduzione del rumore all’efficienza nel consumo del carburante. La combinazione di tutte queste innovazioni migliora non solo la sicurezza del volo e l'efficienza del velivolo, ma consente anche di ridurre significativamente l’impatto ambientale. Nell’ambito dei sistemi senza pilota, della mobilità aerea urbana, della propulsione ibrida/elettrica l’attenzione è rivolta allo sviluppo di nuove soluzioni nei campi dell’elettrificazione, dell'automazione del volo, dell’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale applicata al controllo di volo/missione, dell’utilizzo di complessi sistemi di comunicazione e navigazione; delle tecnologie che intervengono sull’intero ciclo di vita del prodotto aeronautico (digitalizzazione del design, testing, produzione, certificazione e formazione virtuale). Elevato interesse anche nello studio della tecnologia del “morphing”, che integra aerodinamica, controlli attivi e comportamento aero-elastico del velivolo, comportando benefici e prestazioni migliori, ridotta resistenza aerodinamica, maggiore efficienza, minore peso della struttura e minori costi di produzione. Le piattaforme aeronautiche sono caratterizzate da una crescente collaborazione tra i veicoli pilotati e quelli autonomi, con integrazione delle informazioni provenienti da diversi sistemi (ADS-B, ACAS e ATC) inclusi nelle innovative interfacce uomo-macchina, che hanno l’obiettivo di fornire al pilota tutti i servizi di supporto. Questi includono un’overview completa dello stato corrente di missione, gli esiti dei comandi inviati dal pilota e un monitoraggio dello stato stesso del pilota. Tutte queste tecnologie devono essere integrate e gestite in sicurezza.

Reti di comunicazioni - La capacità di garantire comunicazioni sicure in ogni contesto rappresenta una delle risorse tecnologiche  fondamentali nell’attuale scenario civile e militare. L’obiettivo è quello di garantire una superiorità nella ricerca, elaborazione, disseminazione e sfruttamento delle informazioni in modo da poter agire in base al miglior livello informativo possibile.
In ambito militare ed emergenziale questo approccio è garantito dal Network Enabled Capability (NEC), la capacità (Enable Capability) di combinare in un’unica rete (Network) fonti differenti, elaborarando l’informazione con il più alto livello di consapevolezza. Le tecnologie che abilitano questo approccio vanno dalle SDR - Software Defined Radio, alle applicazioni 4 e 5G a soluzioni ibride (Radio Access Technology). Le Software Defined Radio consentono di avere a disposizione piattaforme portatili, orientate alle comunicazioni radio, dove i principali parametri sono riconfigurabili via software in funzione della modalità di comunicazione selezionata e con interoperabilità delle forme d’onda. La garanzia della situation awareness nei teatri più complessi, è data da tecnologie cognitive in grado di ottimizzare le forme d’onda in modo dinamico, eliminando qualsiasi forma di disturbo, mantenendo disponibilità del canale, delle distanze o delle caratteristiche dei segnali da trasmettere.
Il 4G e 5G stanno permettendo l’integrazione delle reti di comunicazione in chiave sistemica, con la possibilità di sostanziali miglioramenti in termini di banda, copertura ed efficienza energetica ed economica. L’accesso al 5G - evoluzione delle tecnologie wireless esistenti LTE, HSPA, GSM e WiFi – in combinazione con la Radio Access Technology (RAT) è possibile attraverso l’uso di bande sopra i 6 GHz ancora da allocare e di bande al di sotto dei 6 GHz ancora non utilizzate. La frontiera più avanzata delle reti di comunicazione è quella dello Spazio. L’ambito applicativo va dal trasferimento dati tra i satelliti e le stazioni a terra, dalle comunicazioni tra satelliti alle applicazioni di tecnologie Internet of Things (IoT) nella gestione Industria 4.0, nel Digital Twin e nella sorveglianza delle infrastrutture critiche. L’IoT è una piattaforma tecnologica di ultima generazione che combina basso consumo energetico, Intelligenza Artificiale (AI), dispositivi intelligenti, come sensori o attuatori, reti di comunicazione. L’integrazione di più dispositivi eterogenei in questo unico framework consente la conversione di big data in dati “smart” e una elevata fruibilità di servizi e sicurezza informatica attraverso il cloud.

Intelligenza Artificiale - L’Intelligenza Artificiale (IA) è una tecnologia essenziale in molti domini ed è importante continuare a studiarla per cogliere nuove opportunità da applicare ai nostri prodotti e servizi. Quest’area tecnologica per Leonardo si traduce nello studio e sviluppo di nuove soluzioni di Intelligenza Artificiale applicata in molteplici campi tecnologici: dall’autonomia dei sistemi tramite tecniche di Swarm Intelligence (intelligenza dello sciame), agli algoritmi per sistemi unmanned, dai sistemi di comando e controllo, ai sensori cognitivi e ai sistemi di resilienza, dai sistemi di cyber security al signal processing radar (sistema di elaborazione del segnale nei radar), tramite sistemi di war-gaming e simulazione, fino all’ottimizzazione dei processi industriali e la manutenzione predittiva.
Quest’area di ricerca è dedicata allo studio di:
  • nuovi modelli di IA e tecniche di analisi per monitorare le infrastrutture critiche, attraverso l’analisi dei dati derivanti dai satelliti e dai sensori sul campo (audio, video, e IoT); per applicazioni di sicurezza, utilizzando immagini, flussi video, audio (es. analisi video avanzata, rilevamento anomalie della folla di persone, classificazione audio), e per applicazioni di comando e controllo basate sull’integrazione di dati da sensori avanzati, sistemi di supporto decisionale adattabili a vari contesti operativi;
  • comportamenti delle reti neurali per abilitare IA in contesti critici per la sicurezza, come i sistemi soggetti a certificazione (velivoli, elicotteri sistemi ad alta affidabilità);
  • reti neurali ad alte prestazioni con particolare attenzione a modelli di grandi dimensioni e in grado di elaborare enormi quantità di dati;
  • modelli leggeri da eseguire su dispositivi aventi poca potenza di calcolo (Embedded AI o On the Edge AI);
  • argomenti come l’apprendimento con pochi dati a disposizione, l’apprendimento continuo e l’adattamento ai diversi domini applicativi.

I Leonardo Labs che si occupano di sviluppare competenze trasversali alle aree di business aziendali nel campo dell’Intelligenza Artificiale sono: 

Future Aircraft Technologies - Il laboratorio ha l’obiettivo di individuare, esplorare e sviluppare soluzioni tecnologiche per le prossime generazioni di velivoli. Soluzioni basate sull’Intelligenza Artificiale applicata alle piattaforme, per renderle autonome e per facilitarne la gestione di missioni complesse, e per accelerare la digitalizzazione delle fasi di progettazione, sviluppo e produzione.  Nel laboratorio vengono svolte attività di ricerca sull’elettrificazione dei sistemi di propulsione, per la sostenibilità dei futuri velivoli manned e unmanned.

Elettrificazione - L’unità di ricerca investiga sull'elettrificazione della propulsione delle prossime generazioni velivoli del futuro. Le attività di studio si focalizzano sulla gestione dell’energia elettrica (distribuzione, condizionamento, controllo e stoccaggio) e sulle macchine elettriche. Si analizzano moduli tecnologici relativi all’immagazzinamento di energia (es. batterie, supercap, fuel cell, H2, etc.), alla distribuzione elettrica, agli aspetti di controllo del power management, alle architetture propulsive, fino alle configurazioni velivolo "out of the box" abilitate dall’elettrificazione stessa.

HMI e monitoraggio pilota - L’unità si occupa di studiare nuove interfaccia uomo-macchina (HMI - Human Machine Interface), che consentono di monitorare lo stato psico-fisico del pilota, migliorarne il carico di lavoro e fornirgli una completa consapevolezza dello scenario operativo.

Sistemi autonomi - L’unità di ricerca studia metodi e applicazioni per l’autonomia dei velivoli del futuro e la collaborazione tra sistemi manned e unmanned basandosi su tecniche di Intelligenza Artificiale.

Digital Twin - L’unità di ricerca studia tecnologie e metodi per realizzare, attraverso computer ad alte prestazioni, il gemello digitale di un velivolo che evolve durante tutto ciclo di vita, dalla fase di progettazione, alla produzione, fino alla fase operativa.

Fabbrica digitale - L’unità è impegnata in attività di ricerca sull’Intelligenza Artificiale applicata ai processi di produzione e assemblaggio dei velivoli, per far evolvere i siti industriali verso modelli di fabbrica digitale.

Produzione digitale - L’unità è impegnata in attività di ricerca sull’Intelligenza Artificiale applicata alle aerostrutture per sviluppare metodi e strumenti di analisi e simulazione delle proprietà e prestazioni, che consentono di efficientare la produzione.

Le società facenti parte del team che progettano il Tempest hanno rivelato di recente alcuni dei concetti tecnologici che incorporerà il nuovo velivolo, incluso un sistema radar progettato per gestire la quantità di dati al secondo di una città. Il Tempest sarà uno dei primi caccia di sesta generazione progettato per integrare gli attuali caccia come l'F-35 Lightning II e Typhoon a partire dalla metà degli anni 2030 fino a quando i vecchi aerei da combattimento non verranno ritirati neo primi anni 2040. Il caccia stealth sarà in grado di trasportare missili ipersonici e controllare sciami di droni, oltre a produrre grandi quantità di elettricità, consentendogli di alimentare armi laser ad energia diretta. Il bimotore Tempest con ala delta avrà un'intelligenza artificiale riconfigurabile e comunicazioni cyber-hard che gli consentiranno di agire come un centro di comando e controllo volante, dove il pilota agisce più come un ufficiale esecutivo che come un dog-fighter. I principali partner della partnership con Team Tempest sono BAE Systems, Leonardo, MBDA, Rolls-Royce, con centinaia di altre aziende high-tech e istituzioni accademiche coinvolte. Come parte di questo sforzo di sviluppo, il team sta esaminando una miriade di concetti tecnologici avanzatissimi.

IL NUOVO SISTEMA RADAR DI LEONARDO “Multi-Function Radio Frequency System”

Uno di questi è un nuovo sistema radar sviluppato da Leonardo, chiamato Multi-Function Radio Frequency System, che dovrà essere in grado di gestire 10.000 volte più dati rispetto ai sistemi esistenti, elaborando tanti dati al secondo quanto l'intero traffico Internet di una città delle dimensioni di Edimburgo. Alcuni dei suoi sottosistemi sono già stati costruiti e si prevede di assistere ai test in volo tra pochi anni.  Il team sta lavorando a oltre 60 dimostrazioni tecnologiche nei settori del rilevamento, della gestione dei dati e dell'autonomia e sta utilizzando nuovi metodi collaborativi che hanno ridotto del 25% i costi di sviluppo della nuova tecnologia radar. 

IL COCKPIT INDOSSABILE

Un altro è un cockpit indossabile di BAE Systems che sostituisce la maggior parte dei controlli fisici con display di realtà aumentata e virtuale all'interno della visiera di un casco. Un tale cockpit non solo riduce il peso e la complessità del posto di pilotaggio, ma consente anche di configurarlo rapidamente per adattarsi a ogni particolare missione. Quando sarà completamente sviluppato, dovrà persino includere un copilota virtuale che appare come un avatar per interagire con il pilota.

ASPETTANDO IL 2035

Il BAE Systems Tempest è un caccia multiruolo stealth, di sesta generazione, in sviluppo per conto della Royal Air Force del Regno Unito e dell'Aeronautica Militare italiana. Il progetto prevede l'entrata in servizio per il 2035 ed è sviluppato da un consorzio di enti ed aziende conosciuto come "Team Tempest," tra i quali figurano il Ministero della difesa britannico, BAE Systems, Rolls-Royce, Leonardo S.p.A. e MBDA. Il Tempest è stato annunciato dal Segretario della Difesa Britannico Gavin Williamson il 16 luglio 2018 al Farnborough Airshow come parte della Combat Air Strategy. Una volta entrato in piena operatività il nuovo caccia sostituirà l'Eurofighter Typhoon in servizio presso la RAF. Il governo britannico ha intenzione di investire nel progetto 2 miliardi £ fino al 2025. Il 7 luglio 2019 è stato annunciato l'ingresso nel programma della Svezia con un piano di investimento di altri 2 miliardi £, facendo supporre la possibile futura sostituzione del Gripen E proprio con il Tempest. Il 10 settembre 2019 a Londra, il Segretario Generale della Difesa e Direttore Nazionale degli Armamenti Gen. Nicolò Falsaperna ha firmato una lettera di intenti che sancisce l'ingresso dell'Italia nel programma con la partecipazione delle industrie italiane nello sviluppo. Il 22 luglio 2020, aziende delle tre nazioni coinvolte nel progetto (Regno Unito, Italia, Svezia) hanno formalmente avviato la collaborazione internazionale per lo sviluppo del Tempest. Le società coinvolte nella cooperazione industriale comprendono: BAE Systems, Rolls-Royce, Leonardo, Avio Aero, MBDA, Saab, GKN Aerospace Sweden. Ora si attendono novità dal Giappone. Essendo ancora in una fase iniziale di sviluppo, non si hanno dati certi sulle caratteristiche tecniche che avrà il velivolo. Il mockup mostrato al Farnborough Air show è caratterizzato da ali a delta, stabilizzatori verticali inclinati verso l'esterno e due motori incassati all'interno della cellula in una configurazione tipica dei caccia stealth. Altre caratteristiche annunciate sono la capacità di operare con o senza equipaggio a bordo, l'equipaggiamento con armi ad energia diretta non cinetica (laser, microonde, ad impulsi elettromagnetici ecc.), la possibilità di lanciare missili ipersonici per attaccare bersagli in volo o a terra, e la capacità di guidare e coordinare uno sciame di droni.

IL TEAM TEMPEST

Il Team Tempest è composto da un gruppo di partner industriali: BAE Systems, Rolls Royce, Leonardo e MBDA. Stanno lavorando insieme al Rapid Capabilities Office della RAF e al Ministero della Difesa britannico.  Ci sono oltre 1.800 persone che lavorano come parte del Team Tempest. Si prevede che crescerà fino a oltre 2.500 entro il 2021.

IL “LANCA”

Il concetto di Lightweight Affordable Novel Combat Aircraft (LANCA) cerca di offrire maggiori capacità, protezione, sopravvivenza e informazioni quando viene schierato insieme agli aerei da combattimento. Potrebbe persino fornire una "flotta" aerea da combattimento senza equipaggio in futuro. Il concetto innovativo mira anche a ridurre drasticamente i costi tradizionali e le tempistiche di sviluppo per i sistemi aerei da combattimento. Lo spazio di battaglia in cui opereranno le forze aeree in futuro continua a cambiare ed evolversi. Per far fronte a minacce di cui ancora non siamo a conoscenza, dobbiamo creare un sistema di combattimento aereo di nuova generazione che sia agile, flessibile, connesso, rapido da aggiornare e conveniente. Il Tempest porterà un approccio "plug and play", in cui il software e l'hardware possono essere facilmente modificati dentro e fuori a seconda delle capacità e delle funzioni necessarie per una missione. Potrebbe trattarsi di diversi tipi di armi, sensori o serbatoi aggiuntivi di carburante. Questa innovazione rimuove le solite strutture rigide di assemblaggio e renderà la produzione più economica e flessibile di prima.

REALIZZARE IL CONCETTO

Tempest fornirà diverse modalità di funzionamento, combinando piattaforme con equipaggio, senza e con equipaggio opzionale, con elaborazione dei dati a bordo e fuori bordo e una serie di aiuti alle decisioni del pilota quando viene condotto il volo con equipaggio. Questa si chiama autonomia scalabile. L'autonomia scalabile sarà fondamentale in futuro poiché gli ambienti operativi diventeranno più complessi e le minacce diventeranno più sofisticate e pericolose. Anche la velocità, la manovrabilità e il carico utile saranno fondamentali in futuro. Gli aerodinamici e ingegneri stanno ottimizzando le prestazioni aerodinamiche del concetto Tempest per ottenere quello che si chiama design equilibrato di sopravvivenza.

ALIMENTARE LA PROSSIMA GENERAZIONE DI AEREI DA COMBATTIMENTO

Il Tempest ha bisogno di una gamma di potenza ad alta densità e sistema di propulsione per battere la concorrenza ostile. Per raggiungere questo obiettivo, si stanno sviluppando materiali compositi avanzati e produzione additiva per produrre configurazioni leggere e ad alta densità di potenza in grado di funzionare a temperature più elevate. Il Team sta inoltre sviluppando una tecnologia di generazione elettrica leader a livello mondiale e una gestione energetica integrata intelligente per alimentare i sensori e le armi ad energia diretta del Tempest, in particolare quelli basati sul laser. Si necessiterà di molta più energia elettrica rispetto alle precedenti generazioni di aeromobili. Questo approccio di alimentazione integrato riduce il numero di scambi di energia, massimizzando il potenziale della turbina a gas come fonte di energia primaria. Si prevede che lo sviluppo di queste tecnologie elettriche apporterà vantaggi anche all'aerospazio civile e ad altri settori nella loro spinta verso un futuro sostenibile.

COCKPIT INDOSSABILE

Si sta alacremente lavorando al concetto di cabina di pilotaggio senza un singolo quadrante o schermo fisico: i piloti indosseranno un casco di realtà virtuale e aumentata di nuova generazione che proietterà i display ed i controlli interattivi della cabina di pilotaggio direttamente davanti ai loro occhi. Sono in fase di sviluppo e test anche altri concetti di supporto pilota come assistenti virtuali. Questo lavoro continua e sono attualmente in programma prove di volo per testare alcune di queste innovazioni in un ambiente reale.

SENSORI AVANZATI ED ALTAMENTE INTEGRATI

Il pilota del Tempest (cioè il sensore più avanzato), sarà in grado di pensare e agire due o tre passi avanti rispetto al proprio avversario grazie ai sensori avanzati e altamente integrati, agli effetti non cinetici e ai sistemi di comunicazione. Questo enorme vantaggio consentirà loro di affrontare gli avversari ostili ed una serie di missioni tra cui la difesa e la sorveglianza della squadra aerea. Tutti questi sistemi saranno altamente integrati e progettati per funzionare perfettamente insieme, a differenza degli attuali jet da combattimento che tendono ad essere pezzi separati di equipaggiamento, come radar e sensori elettro-ottici separati. Gli operatori saranno in grado di prendere decisioni con maggiore sicurezza perché non si affidano a singoli sensori: più tipi di sensori lavoreranno assieme per raccogliere informazioni che verranno automaticamente controllate e referenziate dal sistema Tempest che coordinerà costantemente i dati rivenienti da più fonti, come altri velivoli, per fornire informazioni estremamente affidabili e utilizzabili, che a loro volta saranno condivise con altri velivoli in una "nuvola di combattimento".

LA FABBRICA DEL FUTURO

La struttura Factory of the Future di BAE Systems, nel nord-ovest dell’Inghilterra e quelle ubicate in Italia e Svezia, stanno già approntando capacità di produzione avanzate per rivoluzionare il modo in cui verranno costruiti, manutenuti, supportati e aggiornati gli aerei del futuro prossimo. Le tecnologie, come la realtà aumentata, la produzione additiva ed i robot collaborativi garantiranno una qualità di costruzione costante e perfetta, riducendo notevolmente i tempi ed i costi di assemblaggio e costruzione. Risulta già testata la costruzione di una fusoliera di un aereo da parte di robot che sono già utilizzati ampiamente da parte dell'industria automobilistica. Si sta anche lavorando per sviluppare versioni completamente distribuibili di tecnologie di manutenzione e supporto che possano essere distribuite facilmente e rapidamente alle basi operative ed alle sedi di spedizione.

UN FUTURO DIGITALE

Un futuro sistema di combattimento aereo digitale produrrà volumi di dati senza precedenti che potranno essere utilizzati per trasformare la fornitura di supporto alla missione e per nuove capacità. Ad esempio, si potranno creare "gemelli digitali" per testare nuovi componenti. La creazione di un futuro digitale aiuterà a sperimentare, innovare, testare e dimostrare idee e tecnologie più velocemente che mai e a sviluppare sistemi più connessi, agili e adattivi di quanto possibile in precedenza.

EFFETTORI DI NUOVA GENERAZIONE

I sistemi di armi e gli effettori innovativi sono al centro del design e delle tecnologie d'avanguardia del Tempest che dovrà essere in grado di supportare le armi esistenti, le armi pianificate e le armi del futuro: la prossima generazione di missili aria-aria Beyond Visual Range “Meteor” e la rete abilitata missili di attacco di superficie di precisione della famiglia di armi “SPEAR”, saranno ottimizzati per il Tempest. Gli effettori verranno utilizzati per proteggere il Tempest aiutando a valutare e valutare le minacce in arrivo e quindi a gestire il dispiegamento del metodo appropriato per sconfiggerlo. Si sta anche lavorando per rendere gli effettori parte della rete di sensori del Tempest, per migliorare ulteriormente le informazioni a disposizione di piloti e operatori.

VANO DI CARICO FLESSIBILE

Il Tempest avrà la capacità di trasportare armi internamente, piuttosto che esternamente, per essere meno il meno visibile possibile nel ruolo di caccia-bombardiere. Gli operatori dovranno essere in grado di trasportare diversi carichi utili, come serbatoi di carburante e telecamere, per adattare il Tempest a una vasta gamma di ruoli di combattimento e sorveglianza. Si sta progettando una baia di carico utile in grado di gestire il rumore, le vibrazioni e altre sfide delle velocità supersoniche. Vengono già eseguiti test su questa capacità in impianti a terra.

SISTEMI DI MISSIONE

Il Team sta contribuendo al PYRAMID Open Mission System sfruttando le tecnologie sviluppate nel dominio di comando e controllo della difesa aerea da terra. Ciò migliorerà l'efficacia operativa del Tempest negli impegni aria-aria.
Il Team Tempest è composto da un gruppo di partner industriali: BAE Systems, Rolls Royce, Leonardo e MBDA. Stanno lavorando insieme al Rapid Capabilities Office della RAF, al Ministero della Difesa britannico ed ai Ministeri della Difesa svedese ed italiano.  Ci sono oltre 1.800 persone che lavorano come parte del Team Tempest. Si prevede che crescerà fino a oltre 2.500 entro il 2021.
Il team si avvale dell'esperienza tecnica delle nostre università e aziende di ricerca di livello mondiale. Il team Tempest fornirà una crescita sostenibile di competenze ed esperienza alla forza lavoro accademica e industriale delle tre nazioni partner. Il caccia stealth bimotore vanterà presumibilmente una lunga lista di tecnologie di sesta generazione come l’utilizzo di un equipaggio opzionale, montare armi a energia ipersoniche o dirette e capacità di schierare e controllare sciami di droni.  Con BAE System alla guida  del programma insieme alla Royal Air Force, Rolls Royce fornirà motori, mentre l'azienda europea MBDA integrerà armi e la società italiana Leonardo svilupperà sensori e avionica.
Il progetto del Tempest presenta una fusoliera più lunga e più ampia rispetto all'F-35, che migliora il carico interno di carburante e consente più spazio per vani per armi e altri sensori interni e / o carichi utili da combattimento che potranno includere i condensatori ed il refrigerante indispensabile per le armi laser. I due motori con prese d’aria supersoniche senza deviatore miglioreranno le prestazioni in alta quota rispetto all'F-35 che è un monomotore. Il caccia "con equipaggio opzionale" consente di usarlo anche come drone. Da un lato, i caccia senza pilota consentono la furtività eliminando la necessità di un equipaggio a bordo e dei sistemi richiesti per la sicurezza, tuttavia, la maggior parte dei vantaggi di progettazione ottenuti eliminando la necessità di un equipaggio a bordo sono chiaramente inutili con un equipaggio opzionale che richiede ancora una cabina di pilotaggio, sistemi di supporto vitale, controlli fisici e un sistema di visualizzazione di strumentazione / informazioni per il pilota, che aggiungono peso, complessità, riducono lo spazio disponibile per carburante, armi e sensori e la necessità di una carenatura del tettuccio che limita il grado di furtività della cellula.

(Fonti delle notizie: Web, Google, RID, Leonardo, Wikipedia, You Tube)






































 

mercoledì 16 febbraio 2022

29 luglio 1967: il disastro della USS Forrestal nel Golfo del Tonchino


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Il disastro della USS Forrestal avvenne durante la guerra del Vietnam il 29 luglio 1967 a bordo della portaerei USS Forrestal. Causò 134 morti e 161 feriti. Il disastro fu provocato dall'innesco accidentale di un missile Zuni che incendiò un aereo sul ponte di volo. Ciò provocò un'esplosione che incendiò anche munizioni e altri velivoli presenti sul ponte. Il grande incendio proseguì anche sotto il ponte di volo e poté essere spento solo dopo molte ore.
L'incidente provocò la distruzione di 21 aerei (sette F-4B Phantom II, undici A-4E Skyhawk, tre RA-5C Vigilante) e il danneggiamento di altri 40, su un totale di 72 velivoli imbarcati.




La USS Forrestal (CV-59) fu la prima nave dell'omonima classe. 

Contribuì molto all'evoluzione delle portaerei, poiché su di essa vennero applicate concezioni nuove. Benché a propulsione convenzionale, presentava dimensioni enormi per l'epoca: 80.000 tonnellate a pieno carico. (Le portaerei classe Essex pesavano quasi la metà). Con l'adozione di un nuovo tipo di ponte si guadagnò molto spazio per gli aerei imbarcati: la nave arrivò a portarne più di 90. Furono introdotte due nuove catapulte, posizionate su una seconda rampa di lancio, con un'angolatura di 30° rispetto a quella principale, permettendo così a 4 aerei di decollare contemporaneamente.
Prestò servizio nell'Oceano Atlantico fino al 1965, quando fu rimodernata e mandata in Vietnam. La Forrestal è stata demolita a Brownsville, Texas, nel 2014.





Svolgimento del disastro

La portaerei USS Forrestal si era portata in posizione nel Golfo del Tonchino. Da quattro giorni gli aerei da caccia decollavano contro obiettivi nel Vietnam del Nord. Il quinto giorno, mentre erano in corso i preparativi per una seconda ondata di attacchi, è avvenuto l’incidente:
  • 10:50 - Un missile Zuni viene innescato per errore da un F-4 Phantom parcheggiato sul ponte di volo. L'innesco è causato da una concatenazione di eventi, oltre che da negligenze legate alla sicurezza. Il razzo innescato colpisce il serbatoio del carburante di un A-4 Skyhawk armato. Viene coinvolto nell'esplosione anche l'aereo del capitano di corvetta John McCain che riesce a fuggire dal velivolo in fiamme. Si innesca una reazione a catena che coinvolge buona parte della parte posteriore del ponte di volo della USS Forrestal incendiando numerosi aerei parcheggiati in questa zona. L'equipaggio della nave addetto allo spegnimento degli incendi viene colpito dall'esplosione spontanea delle munizioni presenti a bordo, causando morti e feriti. Il personale della nave chiamato a sostituire l'equipaggio specializzato, non avendo sufficiente preparazione si ostacola a vicenda. Il cacciatorpediniere USS Rupertus accorre per sostenere gli sforzi di spegnimento dell'incendio.
  • 11:47 - L'incendio sul ponte superiore viene dichiarato spento. Detriti e materiale infiammabile vengono gettati in mare, in modo anche avventato.
  • 12:45 - Il vento e l'infiltrazione di carburante causano incendi nel 1° e 2° ponte sottocoperta. Vie di fuga irraggiungibili causano la morte di diversi membri dell'equipaggio per asfissia o a causa delle fiamme.
  • 13:48 - Viene comunicato che il fuoco si è diffuso sul 1°, 2° e 3° ponte sottocoperta, ma che i sistemi di propulsione e controllo è operativo.
  • 14:12 - Il reparto radio posteriore deve essere evacuato a causa della presenza di fumo e acqua. Tutti gli incendi sul 1° ponte vengono spenti.
  • Durante le attività di spegnimento nei ponti inferiori la USS Forrestal incrociò la nave ospedale USS Repose.
  • Il comandante in capo del gruppo d'intervento ordinò al Capitano della USS Forrestal di prendere corso in direzione della Baia di Subic nelle Filippine. Gli incendi nel 2° e 3° ponte sottocoperta furono spenti completamente solo con molte difficoltà verso le 3.00 del 30 luglio a causa della presenza di forte fumo e calore.

Arrivo nel Golfo del Tonchino

La Forrestal lasciò il suo porto di origine a Norfolk, in Virginia, all'inizio di giugno 1967. Dopo aver completato le ispezioni richieste per la crociera nel Pacifico occidentale, salpò per il Brasile per una dimostrazione di forza. Si diresse verso est intorno al Corno d'Africa e visitò la Naval Air Station Cubi Point nelle Isole Filippine prima di salpare per la Yankee Station nel Golfo del Tonchino il 25 luglio.
Dopo l'arrivo alla Yankee Station, gli aerei dell'Attack Carrier Air Wing 17 svolsero circa 150 missioni contro obiettivi nel Vietnam del Nord in quattro giorni.

Campagna aerea sul Vietnam

La campagna di bombardamenti navali in corso nel 1967, originatasi alla Yankee Station, rappresentò di gran lunga l'operazione di attacco aereo più intensa e prolungata nella storia della Marina degli Stati Uniti. La richiesta di bombe per uso generale (le cosiddete "bombe di ferro") superava di gran lunga la produzione. L'inventario delle bombe diminuì per tutto il 1966 e divenne criticamente basso nel 1967. Ciò era particolarmente vero per il nuovo Mark 83 da 1.000 libbre (450 kg), che la Us Navy preferiva per il suo rapporto potenza-dimensioni. Un A-4 Skyhawk lanciato da una portaerei, l'aereo da attacco leggero / attacco al suolo standard della Marina, poteva trasportare una singola bomba da 2.000 libbre (910 kg) o due bombe da 1.000 libbre. Quest'ultima gli dava la capacità di colpire due bersagli rinforzati separati in un'unica sortita, in maniera più efficace nella maggior parte dei casi.
Il principale aereo da attacco al suolo della US Air Force in Vietnam era l' F-105 Thunderchief, molto più pesante, con base a terra. Poteva trasportare contemporaneamente due bombe M118 da 3.000 libbre (1.360 kg) e quattro bombe M117 da 750 libbre (340 kg). L’US Air Force aveva una grande scorta di queste bombe e non faceva così tanto affidamento sulla fornitura limitata di bombe da 1.000 libbre come faceva la Marina.

Problemi con i razzi Zuni

Oltre alle bombe, l'aereo da attacco al suolo trasportava razzi "Zuni" Mk-32 da 5 pollici (127 mm) non guidati. Questi razzi erano ampiamente utilizzati sebbene avessero la reputazione di difficoltà elettriche e spari accidentali. Era comune che gli aerei si lanciassero con sei o più pacchetti di razzi, ciascuno contenente quattro razzi.

Squadre antincendio specializzate

Sulla base delle lezioni apprese durante gli attacchi giapponesi alle navi durante la seconda guerra mondiale, la maggior parte dei marinai a bordo delle navi dopo la seconda guerra mondiale ricevette una formazione per affrontare gli incendi a bordo delle navi. Queste lezioni andarono gradualmente perse e nel 1967 la Marina degli Stati Uniti era tornata al modello giapponese di Midway e faceva affidamento su squadre antincendio e antincendio specializzate e altamente addestrate.
La squadra di controllo danni specializzata nella lotta antincendio sul ponte per Forrestal era la squadra di controllo dei danni n. 8, guidata da Gerald Farrier del capo dell'aviazione Boatswain. Durante l'addestramento dei test degli ordigni della Marina erano stati mostrati filmati che dimostravano come una bomba da 1.000 libbre potesse essere direttamente esposta a un fuoco di carburante per aerei per dieci minuti interi ed essere comunque estinta e raffreddata senza un cook-off esplosivo. Tuttavia, questi test erano stati condotti utilizzando le nuove bombe Mark 83 da 1.000 libbre, che presentavano una composizione H6 esplosiva relativamente stabile e bossoli più spessi e resistenti al calore, rispetto ai loro predecessori. Perché le bombe erano insensibili per calore, shock ed elettricità, la composizione H6 è ancora utilizzata al 2022 in molti tipi di ordigni navali. Era anche progettata per deflagrare invece di detonare quando raggiungeva il suo punto di accensione in un incendio, sciogliendo la custodia e non producendo alcuna esplosione o, al massimo, una detonazione subsonica di basso ordine a una frazione della sua potenza normale.

Ordigni instabili ricevuti

Il 28 luglio, il giorno prima dell'incidente, la Forrestal fu rifornita di ordigni dalla nave di munizioni USS  Diamond Head. Il carico includeva sedici bombe "grass boy" AN / M65A1 da 1.000 libbre (così soprannominate per la loro forma corta e rotonda), che la Diamond Head aveva imbarcato dalla base navale di Subic Bay ed erano destinate alla seconda sortita di bombardamento del giorno successivo. Alcuni dei lotti di AN-M65A1 ricevuti da Forrestal avevano più di un decennio, avendo trascorso una parte del periodo esposti al calore e all'umidità di Okinawa o Guam; alla fine erano state conservate in modo improprio all'aria aperta o nelle Capanne di Quonset in un deposito di munizioni in disuso alla periferia della base navale di Subic Bay. A differenza delle bombe Mark 83 a bosso spessore riempite con Composizione H6, le bombe AN/M65A1 erano dal rivestimento sottile e riempite con Composizione B, un esplosivo più vecchio con maggiore sensibilità agli urti e al calore.
La composizione B aveva anche la pericolosa tendenza a diventare più potente (fino al 50% in peso) e più sensibile se era vecchia o conservata in modo improprio. Gli addetti agli ordigni della Forrestal non avevano mai visto prima un AN/M65A1 e, con loro grande sorpresa, le bombe imbarcate dalla Diamond Head erano in condizioni terribili: ricoperte da "decenni di ruggine e sporcizia accumulata" e ancora nelle casse di imballaggio originali (ammuffite e marce); alcune erano contrassegnate con date di produzione del 1953. Più pericoloso di tutti, si era visto che diverse bombe perdevano agente flemmatizzante di paraffina liquida dalle loro cuciture, un segno inequivocabile che il riempitivo esplosivo della bomba era degenerato con l'età eccessiva e l'esposizione a calore e umidità.
Secondo il tenente RR "Rocky" Pratt, un aviatore navale assegnato al VA-106, la preoccupazione degli addetti agli ordigni della Forrestal era sorprendente, con molti che temevano persino di maneggiare le bombe; un ufficiale chiese ad alta voce se sarebbero sopravvissuti allo shock di un lancio assistito da catapulta senza esplodere spontaneamente, e altri suggerirono di gettarle immediatamente a mare. Ufficiali d’artiglieria della Forrestal riferirono la situazione lungo la catena di comando all'ufficiale in comando della nave, il capitano John Beling, e lo informarono che le bombe erano, secondo la loro valutazione, un pericolo imminente per la nave e avrebbero dovuto essere immediatamente gettate in mare.
Di fronte a questo, ma avendo ancora bisogno di bombe da 1.000 libbre per le missioni del giorno successivo, Beling richiese a Diamond Head di riprendersi gli ordigni AN-M65A1 in cambio di nuove Mark 83, ma Diamond Head gli rispose che non ne avevano da dare lui. Le bombe AN-M65A1 erano state rimesse in servizio proprio perché non c'erano abbastanza Mark 83 da utilizzare. Secondo un membro dell'equipaggio sul Diamond Head, quando erano arrivati a Subic Bay per ritirare il carico di ordigni per le portaerei, il personale della base che aveva preparato le bombe AN-M65A1 per il trasferimento presumeva che alla Diamond Head era stato ordinato di scaricarle in mare sulla via del ritorno alla Yankee Station. Quando venne informato che le bombe erano effettivamente destinate al servizio attivo nella flotta di portaerei, l'ufficiale in comando del distaccamento di ordigni navali a Subic Bay rimase così scioccato e inizialmente aveva rifiutato il trasferimento, credendo che fosse stato commesso un errore burocratico. A rischio di ritardare la partenza della Diamond Head, aveva rifiutato di firmare i moduli di trasferimento fino a quando non avesse ricevuto ordini scritti dal CINCPAC sulla telescrivente, assolvendo esplicitamente il suo distacco dalla responsabilità per le pessime condizioni delle bombe.

Bombe instabili immagazzinate sul ponte

Con l'ordine di condurre missioni di attacco sul Vietnam del Nord il giorno successivo e senza bombe sostitutive disponibili, il capitano Beling concluse con riluttanza che non aveva altra scelta che accettare le bombe AN-M65A1 nelle loro condizioni attuali. In una concessione alle richieste degli addetti agli ordigni, la Beling accettò di immagazzinare tutte le 16 bombe da sole sul ponte nell'area "bomb farm" tra la rotaia di tribordo e l'isola del vettore fino a quando non fossero state caricate per le missioni del giorno successivo. La procedura standard era di conservarle nel caricatore della nave con il resto degli ordigni dell'ala aerea; se fossero stati immagazzinati come standard, una detonazione accidentale avrebbe facilmente potuto distruggere la nave.

Incendi ed esplosioni

Mentre si preparava per la seconda sortita della giornata, la parte poppiera del ponte di volo era gremita da dodici A-4E Skyhawk, sette F-4B Phantom II e due Vigilante. Un totale di 27 aerei erano sul ponte, completamente carichi di bombe, razzi, munizioni e carburante. Diverse tonnellate di bombe erano state immagazzinate su pallet di legno sul ponte della fattoria delle bombe. Un F-4B Phantom II (n. 110, BuNo 153061), pilotato dal tenente comandante James E. Bangert e dal tenente (JG) Lawrence E. McKay dal VF-11, era posizionato sull'angolo di dritta di poppa del ponte, che puntava a circa 45 gradi attraverso la nave. Era armato con pod di razzi sub-alari LAU-10, ciascuno contenente quattro razzi Mk-32 "Zuni" non guidati da 5 pollici (127,0 mm). Lo Zuni era protetto dal lancio da una spilla che doveva essere rimossa solo prima del lancio dalla catapulta.

Lanciato il razzo Zuni

Intorno alle 10:51 (ora locale) del 29 luglio, si era verificata una sovratensione elettrica nel Phantom n. 110 durante il passaggio dall'alimentazione esterna a quella interna. L'impulso elettrico aveva causato il fuoco di uno dei quattro razzi non guidati Mk-32 Zuni da 5 pollici in una capsula sulla stazione 2 dei magazzini esterni (stazione interna di babordo). Successivamente fu determinato che al razzo mancava la spilla di sicurezza, consentendo al razzo di attivarsi. Il razzo volò per circa 100 piedi (30 m) attraverso il ponte di volo, probabilmente recidendo il braccio di un membro dell'equipaggio, e aveva rotto un serbatoio esterno del carburante montato sull'ala da 400 galloni USA (1.500 l; 330 imp gal) su un Skyhawk dell'Attack Squadron 46 ( VA-46 ) in attesa del lancio.

Aereo colpito

L'indagine ufficiale della Marina aveva identificato lo Skyhawk colpito dallo Zuni come l'aereo n. 405, pilotato dal tenente comandante Fred D. White. Il tenente comandante John McCain ha dichiarato nel suo libro Faith of My Fathers del 1999 che il missile aveva colpito il suo aereo, insieme all'A-4 Skyhawk di White. "Quel sabato mattina di luglio, mentre ero seduto nella cabina di pilotaggio del mio A-4 per prepararmi al decollo, un razzo ha colpito il serbatoio del carburante sotto il mio aereo". Resoconti successivi basati sul suo libro affermano anche che il razzo aveva colpito il suo A-4 Skyhawk.
Il meccanismo di sicurezza della testata del razzo Zuni ne aveva impedito la detonazione. Il razzo si era rotto all'impatto con il serbatoio esterno del carburante. Il carburante altamente infiammabile JP-5 si era diffuso sul ponte sotto gli A-4 di White e McCain, incendiato da numerosi frammenti di propellente di razzi in fiamme, e provocando una conflagrazione istantanea. Un marinaio in piedi a circa 100 piedi in avanti venne colpito da un frammento dello Zuni o dal serbatoio del carburante che esplose. Un frammento aveva anche perforato il serbatoio del carburante esterno della linea centrale dell'A-4 #310, posizionato appena dietro il deflettore dell'esplosione del jet della catapulta numero 3. Il fuoco risultante era stato alimentato da venti a 32 nodi (59 km/h; 37 mph) e il scarico di almeno tre getti. L’allarme dei vigili del fuoco suonò alle 10:52 e alle 10:53. La condizione ZEBRA venne dichiarata alle 10:59, richiedendo a tutti gli uomini di proteggere la nave per la massima sopravvivenza, inclusa la chiusura delle porte in acciaio ignifugo che separava i compartimenti della nave. 
Il rapporto ufficiale afferma che una bomba AN-M65 dell'era della guerra di Corea da 1.000 libbre è caduta da uno Skyhawk A-4 sul ponte;  altri rapporti dicono due. La bomba cadde in una pozza di carburante in fiamme tra l'aereo di White e quello di McCain.
Il team di controllo dei danni n. 8, guidato dal capo Gerald W. Farrier, fu il primo a rispondere a qualsiasi incidente sul ponte di volo. Erano subito intervenuti e senza prendersi il tempo di localizzare e indossare indumenti protettivi, avevano immediatamente tentato di mettere in sicurezza la bomba con un estintore PKP , tentando di ritardare la propagazione del fuoco di carburante e dare ai piloti il tempo di scappare dal loro aereo. Sulla base del loro addestramento, il team credeva di avere una finestra di dieci minuti per estinguere l'incendio prima che l'involucro delle bombe si sciogliesse provocando un'esplosione di basso ordine.
I piloti, che si preparavano al decollo, erano legati al loro aereo. Quando l'incendio scoppiò e si era rapidamente diffuso, tentarono subito di scappare dal loro aereo. McCain, il pilota dell'A-4 Skyhawk lato n. 416, accanto a quello di White, fu tra i primi a notare le fiamme e fuggì arrampicandosi sul muso del suo A-4 e saltando giù dalla sonda di rifornimento. Il tenente comandante Robert "Bo" Browning, a bordo di un A-4E Skyhawk sul lato sinistro, era scappato attraversando il ponte di volo e abbassandosi sotto la coda degli F-4B Phantom avvistati lungo il lato di dritta. L’ufficiale delle operazioni CVW-17, Lt. Cmdr. Herbert A. Hope del VA-46, era scappato saltando fuori dalla cabina di pilotaggio Skyhawk e rotolando giù dal ponte di volo e nella rete uomo in mare di tribordo. Andò sul ponte dell'hangar e prese il comando di una squadra antincendio.

Le bombe esplodono

Nonostante il costante sforzo di Farrier per raffreddare la bomba caduta sul ponte, l'involucro si aprì improvvisamente e l'esplosivo iniziò a bruciare. Maniscalco, riconoscendo che una cottura letale era imminente, gridò ai suoi vigili del fuoco di ritirarsi, ma la bomba esplose, un minuto e 36 secondi dopo l'inizio dell'incendio. L'instabile Composizione B nelle vecchie bombe aumentò la potenza delle esplosioni. Trentacinque membri del personale erano nelle immediate vicinanze dell'esplosione. Due squadre di controllo del fuoco furono praticamente annientate; Maniscalco e tutti i suoi uomini tranne tre furono uccisi sul colpo. Ventisette uomini rimasero feriti.
"Ho visto una dozzina di persone correre... nel fuoco, appena prima che la bomba si spegnesse", il tenente comandante, disse Browning in seguito. McCain vide un altro pilota in fiamme e si voltò per aiutarlo, quando la prima bomba esplose. McCain venne scaraventato all'indietro di 10 piedi (3,0 m), colpito da schegge e ferito. White era riuscito a uscire dal suo aereo in fiamme ma rimase ucciso dalla detonazione della prima bomba. Non tutti i piloti erano riusciti a scendere in tempo dal loro aereo. Il tenente Ken McMillen era scappato. LT(JG) Don Dameworth e LT(JG) David Dollarhide erano rimasti feriti mentre scappavano dal loro aereo. Il tenente comandante Gerry Stark e Dennis Barton erano scomparsi.

Il fuoco entra nei ponti inferiori

La prima detonazione di una bomba distrusse l'aereo di White e McCain, fece esplodere un cratere nel ponte di volo corazzato e spruzzò il ponte e l'equipaggio con frammenti di bombe e schegge dell'aereo distrutto. Il carburante in fiamme si riversava attraverso il foro del ponte nei compartimenti di ormeggio occupati sottostanti. Nella fitta formazione sul ponte di poppa, tutti gli aerei, completamente riforniti di carburante e carichi di bombe, furono danneggiati. Tutti e sette gli F-4 presero fuoco.
Il tenente James J. Campbell indietreggiò per alcuni istanti con sbalordito sgomento mentre torce accese cadevano verso di lui, finché le loro urla non lo spinsero all'azione. Diversi uomini erano saltati o sospinti nell'oceano. Le navi vicine si affiancarono e tirarono fuori gli uomini dall'acqua. Quando Browning tornò sul ponte, ricordò: "Il quartiere di babordo del ponte di volo dove mi trovavo non c'è più".
Altre due delle instabili bombe da 1.000 libbre erano deflagrate 10 secondi dopo la prima e una quarta era esplosa 44 secondi dopo. Un totale di dieci bombe erano esplose durante l'incendio. Corpi e detriti furono scagliati fino alla prua della nave.
In meno di cinque minuti, sette o otto bombe da 1.000 libbre, una bomba da 750 libbre, una bomba da 500 libbre (227 kg) e diverse testate missilistiche e missilistiche riscaldate dal fuoco erano esplose con vari gradi di violenza. Si stima che molte delle esplosioni delle bombe della Composizione B AN-M65 dell'era della guerra di Corea da 1.000 libbre fossero fino al 50% più potenti di una bomba standard da 1.000 libbre, a causa della Composizione B gravemente degradata. La nona esplosione venne attribuita ad una detonazione simpatica tra un AN-M65 e nuove bombe M117 da 500 libbre H6 posizionate una accanto all'altra. Le altre bombe basate sull'H6 avevano funzionato come previsto e bruciarono sul ponte o vennero lanciate in mare, ma non erano esplose sotto il calore degli incendi. Le esplosioni avevano impedito gli sforzi di soppressione degli incendi durante i primi minuti critici del disastro.
Le esplosioni avevano squarciato sette buchi sul ponte di volo. Circa 40.000 galloni USA (150.000 l; 33.000 imp gal) di carburante in fiamme dai serbatoi degli aerei rotti si erano riversati sul ponte e attraverso i fori del ponte nell'hangar di poppa e nei compartimenti di ormeggio. Le esplosioni e il fuoco avevano ucciso cinquanta membri dell'equipaggio notturno che dormivano negli scompartimenti di ormeggio sotto la parte di poppa del ponte di volo. Quarantuno membri dell'equipaggio aggiuntivi rimasero uccisi nei compartimenti interni nella parte poppiera di Forrestal.
Il personale di tutta la nave si era radunato per combattere gli incendi e controllare ulteriori danni e spinsero aerei, missili, razzi, bombe e frammenti in fiamme oltre il lato. I marinai lanciarono manualmente numerose bombe da 250 e 500 libbre facendole rotolare lungo il ponte e fuori dal ponte. I marinai senza addestramento antincendio e controllo dei danni avevano preso il posto delle squadre di controllo dei danni esaurite. Inconsapevolmente, squadre di manichette inesperte che usavano l'acqua di mare avevano spazzato via gli sforzi degli altri che tentavano di soffocare il fuoco con la schiuma.

Incendi controllati

Il cacciatorpediniere USS  George K. MacKenzie aveva tirato fuori gli uomini dall'acqua e aveva diretto le sue manichette antincendio sulla nave in fiamme. Un altro cacciatorpediniere, l' USS  Rupertus, manovrò ad una distanza di 6,1 m (20 piedi) dalla Forrestal per 90 minuti, dirigendo le proprie manichette antincendio di bordo al ponte di volo in fiamme ed al ponte dell'hangar sul lato di dritta e sul lato sinistro a poppa supporto per i cannoni da 127/54. Il contrammiraglio e comandante del gruppo di lavoro Harvey P. Lanham, a bordo della Forrestal, definì le azioni dell'ufficiale comandante di Rupertus, il comandante Edwin Burke un "atto di magnifica abilità di marinaio". Alle 11:47, la Forrestal confermò che l'incendio del ponte di comando era sotto controllo. Circa 30 minuti dopo, avevano spento gli incendi del ponte di comando. Le squadre antincendio avevano continuato a combattere gli incendi sottocoperta ancora per molte altre ore.
Nel pomeriggio furono continuamente trovate bombe inesplose. Il LT(JG) Robert Cates, l'ufficiale addetto alla demolizione di ordigni esplosivi della portaerei, raccontò in seguito di aver "notato che c'erano una bomba da 500 libbre e una bomba da 750 libbre nel mezzo del ponte di volo... che stavano ancora fumando. Non erano esplosi o altro; stavano semplicemente fumando. Quindi sono salito e le ho disinnescate e gettate via". Un altro marinaio si offrì volontario per essere calato con la linea attraverso un buco nel ponte di volo per disinnescare una bomba viva che era caduta al livello 03, anche se il compartimento era ancora in fiamme e pieno di fumo. Più tardi, Cates si fece calare nello scompartimento per attaccare una cima alla bomba in modo che potesse essere tirata sul ponte e gettata via.
Per tutto il giorno, il personale medico della nave aveva lavorato in condizioni pericolose per assistere i propri compagni. Il numero di vittime aveva rapidamente sopraffatto le squadre mediche della nave; la Forrestal fu scortata dalla USS  Henry W. Tucker all'appuntamento con la nave ospedale USS  Repose alle 20:54, consentendo all'equipaggio di iniziare a trasferire i morti e i feriti alle 22:53. Il pompiere Milt Crutchley disse: "Il peggio è stato tornare nelle aree bruciate più tardi e trovare i tuoi compagni di bordo morti e feriti". Fu estremamente difficile rimuovere corpi carbonizzati e anneriti rinchiusi nel rigor mortis "pur mantenendo una sorta di dignità per i tuoi compagni caduti".
Alle 17:05 era iniziata una riunione di membri dell’equipaggio della USS Forrestal, sia nella portaerei che a bordo di altre navi. Ci vollero molte ore per rendere conto dell'equipaggio della nave. Feriti e morti erano stati trasferiti su altre navi e alcuni uomini erano dispersi, bruciati in modo irriconoscibile o gettati in mare. Alle 18:44 i fuochi erano ancora attivi nei compartimenti di poppa. Alle 20:33 gli incendi nei livelli 02 e 03 erano stati contenuti, ma le aree erano ancora troppo calde per potervi accedere. La lotta antincendio era stata notevolmente ostacolata a causa del fumo e del calore. I membri dell'equipaggio avevano praticato ulteriori fori nel ponte di volo per aiutare a combattere gli incendi nei compartimenti sottostanti. Alle 00:20 del 30 luglio, 14 ore dopo l'inizio degli incendi, tutti gli incendi erano sotto controllo. I membri dell'equipaggio avevano notato ulteriori punti caldi, fumo chiaro e acciaio caldo freddo nei livelli 02 e 03. Gli incendi furono dichiarati spenti alle 4:00.

Conseguenze

L'incendio aveva provocato la morte di 134 uomini e altri 161 feriti. Fu la più grande perdita di vite umane su di una nave della Marina degli Stati Uniti dalla seconda guerra mondiale. Dei 73 aerei a bordo della portaerei, 21 furono distrutti e 40 danneggiati.
Ventuno aerei furono colpiti dall'inventario navale: sette F-4B Phantom II, undici A-4E Skyhawk e tre RA-5C Vigilante.
I cappellani della nave tennero un servizio funebre nell'Hangar Bay One per i membri dell'equipaggio a cui parteciparono più di 2.000 membri dell'equipaggio della USS Forrestal.

Riparazioni temporanee

Il 31 luglio, la Forrestal giunse alla Naval Air Station Cubi Point nelle Filippine, per intraprendere le riparazioni sufficienti per consentire alla nave di tornare negli Stati Uniti. Durante le cerimonie di benvenuto, un segnale di allarme antincendio aveva allertato gli equipaggi di un incendio nei materassi all'interno degli scompartimenti bruciati.

Indagine iniziata

Un gruppo speciale, l'Aircraft Carrier Safety Review Panel, guidato dal contrammiraglio Forsyth Massey, venne convocato il 15 agosto nelle Filippine. A causa della necessità di riportare la nave negli Stati Uniti per le riparazioni: la giuria agì rapidamente per interrogare il personale a bordo della nave.

Problemi di ordigni trovati

Gli investigatori identificarono problemi con la tensione vagante nei circuiti dei lanciarazzi LAU-10 e dei missili Zuni e anche problemi con le vecchie "bombe grasse" da 1.000 libbre trasportate, che si scoprì risalire alla guerra di Corea nel 1953.

Procedure di sicurezza ignorate

La commissione d'inchiesta dichiarò: "La scarsa e obsoleta documentazione dottrinale e tecnica degli ordigni e delle attrezzature e delle procedure degli aerei, evidente a tutti i livelli di comando, era stata la causa-concausa del lancio accidentale dei razzi". Tuttavia, la dottrina e le procedure impiegate non erano esclusive della Forrestal. Altri vettori avevano già avuto problemi con i razzi Zuni.
L'indagine rilevò che le norme di sicurezza avrebbero dovuto impedire il lancio del razzo Zuni. Una spilla di sicurezza elettrica a triplo espulsore (TER) fu progettata per impedire a qualsiasi segnale elettrico di raggiungere i razzi prima del lancio dall'aereo, ma era anche noto che i venti forti a volte potevano catturare le etichette attaccate e liberarle. Oltre al perno, una "treccia" collegava il cablaggio elettrico del missile alla capsula del razzo. Le normative della Marina degli Stati Uniti richiedeva che il codino fosse collegato solo quando l'aereo era sulla catapulta e pronto per il decollo, ma gli ufficiali di artiglieria scoprirono che questo rallentava il rateo di lancio.
L'indagine della Marina aveva rilevato che quattro settimane prima dell'incendio, il Consiglio di coordinamento delle armi di Forrestal, insieme ai membri del Consiglio di pianificazione delle armi, aveva tenuto una riunione per discutere la questione dell'attaccare il codino alla catapulta. I lanci a volte venivano ritardati quando un membro dell'equipaggio aveva difficoltà a completare la connessione. Concordarono quindi una deviazione dalla procedura standard. In un memorandum della riunione, scelsero di "consentire al personale degli ordigni di collegare le trecce prima del lancio. La nota, scritta l'8 luglio 1967, fu fatta circolare all'ufficiale operativo della nave. Ma il promemoria e la decisione non furono mai comunicati al capitano Beling, l'ufficiale in comando della nave, che doveva approvare tali decisioni.

Cause identificate

L'inchiesta ufficiale aveva stabilito che l'equipaggio dell'artiglieria aveva agito immediatamente in base alla decisione del Consiglio di coordinamento delle armi scoprendo che il codino era stato collegato in anticipo, che il pin TER sul missile Zuni difettoso era stato probabilmente liberato e che il missile era stato sparato quando si era verificato un aumento di potenza mentre il pilota aveva trasferito i suoi sistemi dall'alimentazione esterna a quella interna.  Il loro rapporto concludeva che un razzo ZUNI a babordo TER-7 sui magazzini esterni stazione 2 dell'F-4B n. 110 del VF-11, avvistato nell'estremo quarto di tribordo del ponte di volo, aveva colpito l'A-4 n. 405, pilotato dal tenente comandante Fred D. White, sul lato sinistro del ponte di poppa. L'accensione accidentale era dovuta al malfunzionamento simultaneo di tre componenti: sezionatore elettrico del pilone CA42282, interruttore di sicurezza TER-7 e dispositivo di cortocircuito LAU-10/A. Si concluse che il sezionatore elettrico del pilone CA42282 aveva un difetto di progettazione e che la spilla di sicurezza TER-7 era mal progettata, rendendo facile confonderla con le spille usate nel lanciatore di passeri AERO-7, che se usato per errore non lo avrebbe fatto operare in modo efficace.

Riparazioni in bacino di carenaggio

Quando le riparazioni temporanee nelle Filippine furono completate, la Forrestal partì l'11 agosto, arrivando alla Naval Station Mayport in Florida il 12 settembre per sbarcare il restante gruppo aereo imbarcato e il personale del gruppo aereo di stanza in Florida. Due giorni dopo, la Forrestal tornò a Norfolk per essere accolta a casa da oltre 3.000 familiari e amici dell'equipaggio, riuniti al molo 12.
Dal 19 settembre 1967 all'8 aprile 1968, la Forrestal fu sottoposta a riparazioni nel cantiere navale navale di Norfolk, iniziando con la rimozione dell'ascensore sul bordo del ponte di dritta, che era bloccato in posizione. Doveva essere tagliato dalla nave mentre era supportato dalla gru martello del cantiere. La portaerei occupò il bacino di carenaggio numero 8 dal 21 settembre 1967 al 10 febbraio 1968, spostando la USS  John King, una petroliera e un dragamine che stavano occupando il bacino di carenaggio. Durante il refitting post-incendio, 175 piedi (53 m) del ponte di volo furono sostituiti, insieme a circa 200 scomparti sui ponti 03, 02, 01. I quattro cannoni a poppa da 127 Mark 42 calibro 5"/54 della nave vennero rimossi. I quattro cannoni anteriori erano stati rimossi prima del 1962. La riparazione era costata circa 72 milioni di $ (pari a oltre 602 milioni di $ nel 2019) e ci vollero quasi cinque mesi per essere completata.

Beling riassegnato

Il capitano Beling, in qualità di ammiraglio selezionato, ricevette l'ordine di presentarsi a Washington, DC, come Direttore dei programmi di sviluppo nelle operazioni navali, riportando al capo delle operazioni navali ammiraglio Thomas H. Moorer. Il 18 settembre 1967, il capitano Robert B. Baldwin assunse il comando della Forrestal. Dall'8 al 15 aprile 1968, fece navigare la nave lungo il fiume Elizabeth e nelle acque al largo dei Virginia Capes per le prove post-riparazione, la prima volta in mare della nave in 207 giorni. Durante l'esecuzione delle prove, la nave registrò il suo primo atterraggio dall'incendio, quando il comandante Robert E. Ferguson, comandante, CVW-17, atterrò a bordo.

Beling assolto da ogni responsabilità

I risultati della commissione investigativa navale furono pubblicati il 18 ottobre e conclusero che Beling sapeva che i missili Zuni avevano una storia di problemi e avrebbe dovuto fare più sforzi per confermare che l'equipaggio dell'artiglieria stava seguendo la procedura nella gestione degli stessi. Fu stabilito che non era responsabile del disastro, ma fu comunque trasferito al lavoro del personale e non è mai più tornato al comando attivo.
A Beling fu assegnato un servizio temporaneo nello staff dell'ammiraglio Ephraim P. Holmes, comandante in capo della flotta atlantica degli Stati Uniti. Holmes non era d'accordo con molte parti del rapporto della Marina sul disastro della Forrestal, inclusa la sezione che assolveva Beling. Aveva assegnato Beling al suo staff in modo da poter emettere una lettera di rimprovero. Ritenendo Beling responsabile, avrebbe effettivamente posto fine alla sua carriera. Holmes allegò il rimprovero al rapporto finale, ma quando l'ammiraglio Moorer approvò il rapporto, ordinò all'ammiraglio Holmes di annullare e rimuovere il rimprovero. 
La commissione investigativa aveva raccomandato diverse modifiche alle procedure di sicurezza a bordo dei vettori. Ciò includeva lo sviluppo di un sistema antincendio telecomandato per la cabina di pilotaggio, lo sviluppo di ordigni più stabili, il miglioramento dell'equipaggiamento di sopravvivenza e una maggiore formazione sulla sopravvivenza al fuoco.  La Marina degli Stati Uniti implementò revisioni di sicurezza per i sistemi d'arma portati a bordo delle navi per l'uso o per il trasbordo. Questa valutazione è ancora effettuata dal Weapon System Explosives Safety Review Board. L'incendio a bordo della Forrestal era stato il secondo di tre gravi incendi che avevano colpito le portaerei americane negli anni '60. Un incendio del 1966 a bordo della USS  Oriskany con 44 morti e 138 feriti e un incendio del 1969 a bordo della USS  Enterprise con 28 morti e 314 feriti. La più grande perdita di vite umane su di una nave della Marina degli Stati Uniti dalla seconda guerra mondiale è stata quando il cacciatorpediniere USS  Hobson si era scontrato con la portaerei USS  Wasp il 26 aprile 1952, spezzandosi a metà e uccidendo 176 persone.

Rapporto NASA errato

Un rapporto del 1995, la pubblicazione di riferimento della NASA 1374, descriveva erroneamente l' incendio di Forrestal come risultato di un'interferenza elettromagnetica. Affermava che "un jet della Marina che era appontato sulla portaerei USS Forrestal aveva subito il rilascio non comandato di munizioni che avevano colpito un caccia completamente armato e rifornito sul ponte... Questo incidente era stato causato dall'aereo in atterraggio illuminato dal radar basato sulla portaerei e la risultante EMI aveva inviato un segnale indesiderato al sistema d'arma".
Questa descrizione errata venne citata come un avvertimento sull'importanza di evitare le interferenze elettromagnetiche. Il rapporto stesso mancava di un riferimento accurato all'incendio. Sebbene il testo contenesse un apice che puntava all'elemento 12 nella sezione dei riferimenti, l'elemento 12 nella sezione dei riferimenti è "Von Achen, W.: The Apache Helicopter: An EMI Case History. Compliance Engineering, Fall, 1991”.

Eredità

Diciotto membri dell'equipaggio furono sepolti al Cimitero Nazionale di Arlington. I nomi dei morti sono elencati anche nel Vietnam Veterans Memorial.
Il 29 luglio 2017, la USS Forrestal Association ha commemorato il 50° anniversario dell'incidente. Membri dell'esercito, sopravvissuti al disastro e familiari si sono riuniti per commemorare le persone perse in questo incidente. Il personale in servizio attivo ha presentato bandiere americane per rappresentare ogni marinaio morto.
La USS Forrestal Association senza scopo di lucro è stata costituita nel 1990 per preservare la memoria dei perduti nella tragedia.

Fondazione della scuola antincendio

Il sito di apprendimento della scuola antincendio Farrier a Norfolk, in Virginia, prende il nome dal capo Gerald W. Farrier, il comandante del Damage Control Team 8, ucciso nell'esplosione iniziale. La scuola ospita un memoriale annuale in ricordo dei marinai che persero la vita a bordo della Forrestal.

Lezioni apprese

L'incendio ha rivelato che a Forrestal mancava un carrello elevatore corazzato per impieghi gravosi necessario per gettare a mare gli aerei, in particolare gli aerei più pesanti come l'RA-5C Vigilante, nonché ordigni pesanti o danneggiati.
La Marina degli Stati Uniti utilizza il fuoco di Forrestal e le lezioni apprese da esso quando insegna il controllo dei danni e la sicurezza delle munizioni. Il film sul ponte di volo delle operazioni di volo, intitolato " Learn or Burn ", è diventato una visione obbligatoria per i tirocinanti dei vigili del fuoco. A tutte le nuove reclute della Marina è richiesto di visualizzare un video di addestramento intitolato Trial by Fire: A Carrier Fights for Life, prodotto da filmati del fuoco e degli sforzi di controllo dei danni, sia riusciti che infruttuosi.
Il filmato ha rivelato che le squadre di controllo dei danni avevano spruzzato schiuma antincendio sul ponte per soffocare il carburante in fiamme, che era la procedura corretta, ma i loro sforzi furono vanificati dai membri dell'equipaggio dall'altra parte del ponte che avevano spruzzato acqua di mare, lavando via la schiuma. L'acqua di mare aveva peggiorato la situazione facendo riversare il carburante in fiamme attraverso i fori nella cabina di pilotaggio e nei ponti sottostanti. In risposta, un sistema di "lavaggio", che inonda il ponte di volo con schiuma o acqua, è stato incorporato in tutte le portaerei, con la prima installata a bordo della Franklin D. Roosevelt durante il suo refitting del 1968-1969. Anche molti altri miglioramenti della sicurezza antincendio derivano da questo incidente.
A causa della prima esplosione di una bomba, che ha ucciso quasi tutti i vigili del fuoco addestrati sulla nave, il restante equipaggio, che non aveva una formazione antincendio formale, è stato costretto a improvvisare. Tutte le attuali reclute della Marina ricevono un addestramento di una settimana sull'identificazione dei compartimenti, estintori fissi e portatili, abiti da battaglia, autorespiratori e dispositivi di respirazione di emergenza. Le reclute vengono messe alla prova sulle loro conoscenze e abilità dovendo utilizzare estintori portatili e manichette cariche per combattere gli incendi, oltre a dimostrare la capacità di uscire da compartimenti riscaldati e pieni di fumo.

Media

Il disastro fu una notizia importante ed è stato descritto sotto il titolo "Inferno at Sea" sulla copertina del numero dell'11 agosto 1967 della rivista Life. 
L'incidente è stato descritto nel primo episodio di Shockwave di History Channel e nel terzo episodio della seconda stagione di Seconds From Disaster del National Geographic Channel.

(Fonti delle notizie: Web, Google, Wikipedia, You Tube)