giovedì 24 gennaio 2019

"DARDO 2", la vendetta!




Il VCC “Dardo” è un veicolo blindato impiegato dai reparti della fanteria pesante dell’Esercito Italiano.
È prodotto in Italia dal Consorzio Iveco – OTO Melara ed è destinato al trasporto tattico di una squadra fucilieri.
È stato introdotto in servizio a partire dal 2002 e, grazie al suo scafo dotato di cingoli, esprime eccellente mobilità su ogni tipo di terreno.
L’armamento in dotazione, la strumentazione di bordo e l’elevata protezione derivante dalla corazzatura gli conferiscono sia potenza di fuoco che adattabilità ai moderni scenari operativi di impiego, oltre ad una spiccata interoperabilità con le unità carri.
E' stato impiegato operativamente, fuori dal territorio nazionale, nell’ambito della missione Antica Babilonia in Iraq, ISAF in Afghanistan e LEONTE in Libano.



La Direzione degli Armamenti Terrestri ha pubblicato un capitolato di spesa per l’upgrade dei veicoli da combattimento per la fanteria VCC-80 DARDO.

Tale esigenza è giustificata dal continuo evolversi della situazione internazionale, che negli ultimi tempi ha visto moltiplicarsi le aree di crisi, ha reso sempre più impellente la necessità di essere pronti.



Sulla scorta dell'attuale quadro finanziario di riferimento e delle sempre più ridotte disponibilità disponibilità economiche e per le condizioni di necessità e urgenza, lo Stato Maggiore dell’Esercito ha reso noto la necessità di ricostruire adeguate scorte di parti di ricambio, attrezzature, componenti e sottoassiemi del VCC “DARDO”.
Nel contempo è sorta l’urgenza di risolvere gli evidenti problemi di obsolescenza delle pastiglie freno di stazionamento, dei dischi, pinze, pastiglie freni di servizio, al fine di garantire l'efficienza e la pronta disponibilità operativa del carro.
La spesa complessiva del triennio 2018-2020 sarà complessivamente pari a circa 2.400.000,00 €.





E’ appena il caso di precisare che si continuano ad investire le modeste risorse disponibili nel comparto difesa su dei mezzi oramai obsoleti e privi di reali capacità operative. 
Si dà il caso che le esigenze dell’Esercito Italiano sono legittime, ma il V.C.C. Dardo del C.I.O. è un mezzo non più proiettabile in tempi rapidi in ambito internazionale perché ha un peso in ordine di combattimento di 24 tonnellate mentre i vettori aerei con maggiori capacità di cui disponiamo (C-130J-30 Hercules), hanno un carico massimo trasportabile di 20 tonnellate.
Inoltre, si dà il caso che il Dardo è protetto da una corazzatura principale in alluminio, sicuramente non più in grado, anche con l’aggiunta di blindature composite, di affrontare gli infidi teatri operativi dello scacchiere euro-asiatico-africano.




Ricapitolando, il Dardo è un Veicolo da combattimento della fanteria, prodotto in Italia, da Leonardo (ex OTO Melara), azienda centenaria specializzata nella costruzione di armamenti di ogni genere (prevalentemente terrestri), il Dardo ha sostituito gli obsoleti M113 in dotazione all'Esercito, e le versione da esso derivate (portamortaio M106 e posto comando M577).
Esso rappresenta il modello base di una nuova famiglia di A.F.V. in corso di sviluppo e che comprenderà la versione portamortaio, la versione carro comando e la versione portaferiti. Esso è designato anche con la sigla VCC-80.
Il mezzo, del peso in ordine di combattimento intorno alle 24 tonnellate, può trasportare una squadra di sei fanti oltre ai tre uomini di equipaggio. E, dotato di torretta Oto Melara Hit Fist, dotata di un cannone OERLIKON KBA da 25/80 mm con mitragliatrice coassiale MG 42/59. Il cannone, grazie al settore di tiro in verticale particolarmente ampio e a un sistema di condotta del tiro piuttosto sofisticato, può essere efficacemente impiegato anche nella difesa contro elicotteri.



Armamento

Il Dardo è equipaggiato con un cannone da 25/80mm OERLIKON KBA, il cui rateo di fuoco è di 600 colpi al minuto, con 200 colpi presenti nella torretta e pronti al fuoco. 
L'Oerlikon KBA da 25 x 137 mm è un cannone automatico di progettazione svizzera Oerlikon-Bührle e ora prodotto dalla Rheinmetall Defence. Spesso è usata come Arma antiaerea impiegata in sistemi come il sofisticato DIANA trainato, in installazione binata, o in blindati come l'AIFV Dardo, il semovente d'artiglieria contraerea SIDAM 25 ed altre in installazioni singole, binate o quadrinate ed anche imbarcato su unità navali dove viene usato anche come CIWS.
La versione per i cannoni CIWS Seaguard, presente in montatura quadrinata, ha invece una cadenza di 800 colpi al minuto per canna, 3200 totale.
L'Affusto Spallaccia è stato scelto come successore del vecchio Affusto da 20mm, rispetto al quale il modello KBA è dotato di caratteristiche di potenza superiori, come il proiettile da 180 grammi anziché 120, mentre la munizione nel suo complesso pesa certamente 300 grammi più rispetto al tipo precedente. L'arma ha nervature laterali di rinforzo e per aumentare la superficie a contatto con l'aria, accorgimento che aiuta a raffreddarne la canna, priva di un sistema ad acqua o altro liquido.
La mitragliera KBA da 25mm oltre ad essere più potente ha anche una cadenza di tiro quasi uguale (inferiore appena del 5%) rispetto alla mitragliera da 20mm risultando così più potente in maniera rimarchevole, ma non avendo sistemi di controllo del tiro particolarmente sofisticati, è relegata alle stesse distanze di tiro e inoltre l'alzo è limitato da 60 ad appena 50 gradi per cui essa è più idonea al tiro contro bersagli di superficie o quantomeno a basse quote. Il peso è se non altro solo marginalmente maggiore, essendo di 1.050 kg senza munizionamento e di 1.200 kg pronta al fuoco. Le dimensioni sono di 1,60 m di larghezza, 3,844 metri di lunghezza e 1,8 metri di altezza massima. La cadenza tiro è di 550 proiettili al minuto e con 272 proiettili pronti al fuoco senza necessità di ricarica; la scelta tra munizioni perforanti decalibrate od esplosive consente una vasta gamma d'impiego; questo anche grazie alla portata effettiva di tiro che si attesta sui 2.000 metri. Le mitragliere non sono asservite ad alcuna apparecchiatura per la direzione del tiro o radar e per la mira l'operatore, che siede dietro l'affusto, si serve di un puntatore optronico, con possibilità di visione notturna, coassiale rispetto alla canna. La mitragliera, movimentata da servomotori, ha la possibilità di essere alimentata da fonti elettriche diversificate per motivi di ridondanza: normalmente l'alimentazione proviene dall'impianto elettrico della nave ma, in caso di necessita o in emergenza, sono installate delle batterie a 24 V che consentono di avere 30 minuti di autonomia; successivamente i 30 minuti il controllo ed i movimenti sono completamente manuali.
L'Oerlikon KBA 25/80, essendo in servizio sulla classe Comandanti, sui pattugliatori classe Cassiopea I e Cassiopea II, sulle corvette Minerva sulla portaerei Cavour, sulla unità della classe Orizzonte e sulle nuove FREMM, può essere ormai considerata come uno standard assodato per la Marina Militare Italiana, dove viene principalmente utilizzata come arma antiaerea per la difesa di punto e trova posto anche sul pattugliatore Saettia della Guardia Costiera Italiana.
Il più potente cannone Oerlikon KBB da 25/92 spara la cartuccia calibro 25x184.

Una mitragliatrice MG 42/59 calibro 7.62mm NATO è coassiale al cannoncino, un'altra può essere montata sul cielo della torretta, azionata dal capocarro. Tre iposcopi (due laterali ed uno posteriore) permettono alla squadra trasportata di visionare l'esterno del mezzo senza esporsi.
Il controllo del fuoco è controllato dal sistema Leonardo (ex Galileo Avionica) Hitfist il quale è in grado di identificare la distanza del bersaglio e la sua velocità. Il comandante è dotato di sei punti panoramici, che gli permettono una visuale di 360° sul campo di battaglia. È prevista una camera termica e un telemetro laser per il mitragliere. Il comandante è dotato di un monitor che gli permette di acquisire la visione assistita notturna derivata dal cannoniere.
Nella versione anticarro, dotata di un sistema di sorveglianza ed acquisizione obiettivi notevolmente migliorato, due missili Spike-LR anticarro sono installati su entrambe le parti della torretta in contenitori/lanciatori blindati e possiedono un raggio di max 5 km.

Protezione

Lo scafo del Dardo è costruito in lega di alluminio saldato con l'aggiunta di corazze d'acciaio per una maggiore protezione. Inoltre l'arco frontale del veicolo protegge il Dardo dai proiettili APDS da 25mm. La corazza laterale protegge da i proiettili API da 14,5mm. Quattro lanciagranate fumogene da 80 millimetri, sono installati su entrambi i lati della torretta, per un totale di otto.

Propulsione

Il Dardo è propulso da un motore sovralimentato diesel Iveco V6 turbo-compresso da 520 hp (382.2 kW). Questo possiede una trasmissione automatica ZF prodotta su licenza da Iveco Fiat. Il sistema di trasmissione ha 4 marce avanti e 2 marce indietro, e possiede il sistema di sterzo e il freno idraulici.
La sospensione è costituita da una barra di torsione, paraurti e un ammortizzatore idraulico su ogni braccio della sospensione. Freni a disco controllati da un rallentatore di trasmissione forniscono la frenata. Questo permette al Dardo di raggiungere velocità superiori ai 70 km / h, di avanzare su pendenze di oltre il 60%, una autonomia di 600 km e il guado delle acque è possibile fino ad una profondità di 1,5 m.

Future varianti

I Dardo correntemente operativi nell'esercito italiano sono equipaggiati con la torretta "Hitfist". Il telaio è destinato ad essere il modello base di una famiglia di veicoli, che potranno includere una porta mortaio 120 mm, una posto comando (C3I) o una versione ambulanza.
Alcuni Dardo furono impiegati nel 2004 per prendere parte al contributo italiano all'operazione Iraqi Freedom. Inoltre sono stati mandati 10 Dardo nella Guerra in Afghanistan per rinforzare il contingente italiano. Alcuni mezzi sono operativi con il contingente italiano UNIFIL in Libano.

(Web, Google, Wikipedia, You Tube)

































Il Northrop YA-9



Il Northrop YA-9 è stato un prototipo di aereo da attacco al suolo sviluppato per l'USAF, che però venne scartato in favore del prototipo Fairchild YA-10 proposto dalla Fairchild Aircraft ora Northrop Grumman Corporation, dal quale nacque l'A-10 Thunderbolt II.

Confronto con lo YA-10, il futuro Thunderbolt II

Nel confronto tra i due, l'YA-10 che aveva i motori installati in coda, sebbene presentasse una soluzione meno convenzionale, si dimostrò i grado di garantire una maggiore probabilità di sopravvivenza dopo aver ricevuto un colpo nella zona motore. La doppia coda della YA-10, inoltre, si verificò più in grado di nascondere la firma ad infrarossi dei motori, e quindi più sicura contro la minaccia dei missili a guida termica. Infine, la struttura con due impennaggi era più sicura, in quanto in grado di consentire il proseguimento del volo, anche in caso di perdita di una delle superfici.




Le prove comparative tra i due prototipi vennero svolte tra il 10 ottobre e il 9 dicembre 1972 e l'YA-10, venne dichiarato vincitore del bando di gara il 18 gennaio 1973.
I due prototipi YA-9 costruiti vennero ceduti alla NASA per ulteriori attività sperimentali, ma vennero rapidamente ritirati dall'attività di volo. I motori progettati specificamente per gli YA-9 furono rimossi e montati in seguito su di una cellula di un C-8 Buffalo, come parte della NASA-Boeing joint QSRA, uno studio congiunto per la progettazione di aerei commerciali a corto raggio e a bassa generazione di rumore.



La critica che l'aeronautica americana non avesse preso sul serio il supporto aereo ravvicinato spinse i vertici dell’USAF a cercare un aereo d'attacco specializzato. Durante la guerra del Vietnam, un gran numero di aerei d'attacco furono abbattuti da armi leggere, missili terra-aria e armi antiaeree di basso livello, il che spinse allo sviluppo di un aereo meglio in grado di sopravvivere a tali armi. Aerei veloci come il North American F-100 Super Sabre, Republic F-105 Thunderchief e McDonnell Douglas F-4 Phantom II si erano rivelati per la maggior parte inefficaci per il supporto aereo ravvicinato. All’epoca, soltanto lo Skyraider Douglas A-1 era il principale aereo di supporto aereo ravvicinato dell’USAF.




A-X

A metà del 1966, l'Aeronautica Militare degli Stati Uniti formò l'ufficio del programma Attack Experimental (A-X). Il 6 marzo 1967, l’USAF rilasciò una richiesta di informazioni a 21 aziende aeronautiche della difesa per il futuro A-X. 
L'obiettivo era quello di creare uno studio di progettazione per un aereo d'attacco a basso costo. Le discussioni con i piloti degli Skyraider A-1 che operavano in Vietnam e l'analisi dell'efficacia dei velivoli utilizzati nel ruolo indicavano che l'aereo ideale avrebbe dovuto avere una bassa velocità e una maggiore manovrabilità, una potenza di fuoco con il cannone devastante e un'estrema capacità di sopravvivenza; un aereo molto simile all'Ilyushin Il-2, all'Henschel Hs 129 e allo Skyraider. Mentre i motori a turboelica erano stati richiesti nella richiesta iniziale, nel maggio 1969 i requisiti erano cambiati per specificare l'uso di motori a turboventola.




Nel maggio 1970, l'USAF modificò la sua RFP: la minaccia delle forze corazzate sovietiche e le eventuali operazioni di attacco in qualsiasi condizione atmosferica era diventata più grave. L'aereo doveva assolutamente essere progettato specificamente per il cannone Gatling da 30 mm. L'RFP prevedeva anche un aereo con una velocità massima di 740 km/h, una distanza di decollo di 1.200 m, un carico esterno di 7.300 kg, un raggio di missione di 460 km e un costo unitario di 1,4 milioni di dollari. Semplicità e basso costo erano requisiti vitali, con un costo massimo di 1,4 milioni di dollari per una produzione di 600 velivoli. Le prestazioni dovevano essere sacrificate dove necessario per tenere sotto controllo i costi di sviluppo e di produzione. Durante questo periodo, fu emessa una RFP separata per il nuovo cannone da 30 mm dell'A-X con requisiti per un'elevata velocità di fuoco (4.000 colpi al minuto) e un'elevata velocità del proiettile all’uscita dalla canna. Sei aziende presentarono proposte all'USAF, con Northrop e Fairchild Republic selezionate il 18 dicembre 1970 per costruire prototipi: rispettivamente lo YA-9A e lo YA-10A. Nel frattempo, General Electric e Philco-Ford furono scelte per costruire e testare i prototipi dei cannoni GAU-8.



Design

L'A-9 era un monoplano ad ala alta in lega di alluminio con struttura a nido d'ape e superfici fresate chimicamente. Le turboventole richieste erano montate in gondole alle radici alari dell'aereo. Northrop selezionò il motore Lycoming YF102 da 32 kN per lo YA-9 e non il più potente da 41,3 kN. Il General Electric TF34 fu utilizzato dall'A-10, anche se entrambi i motori potevano essere utilizzati. Il motore YF-102 era di nuova concezione, basato sul turboalbero T55 che equipaggiava l'elicottero CH-47, scelto per ridurre al minimo i costi. Il velivolo era dotato di un grande stabilizzatore a croce per migliorare la stabilità direzionale per i voli a bassa quota. Furono installati alettoni separati utilizzabili come aerofreni. Quando questi freni aerei venivano azionati asimmetricamente in combinazione con il timone dell'aereo, si potevano applicare forze di controllo laterali (e l'aereo si muoveva lateralmente) senza imbardata o inclinazione, facilitando il puntamento dell'arma.
Il pilota sedeva letteralmente in una bolla corazzata davanti al bordo d'attacco alare. La cabina di pilotaggio era circondata da una corazzatura in titanio, mentre i serbatoi di carburante montati sull'ala erano autosigillanti e riempiti di schiuma per ridurre al minimo il rischio di incendi o massicce perdite di carburante. Furono installati doppi sistemi idraulici ridondanti di controllo del volo, con un ulteriore backup manuale per evitare che un singolo colpo provocasse un guasto irreparabile. Con queste caratteristiche progettuali si sperava di ridurre le perdite in combattimento fino al 90% nelle operazioni di tipo vietnamita. Un’unico cannone Gatling da 30 mm doveva essere installato nella carlinga dell'aereo, con le canne poste sotto il muso. Quando il cannone fu montato sulla linea centrale dell'aereo, la ruota anteriore del carrello fu spostata di un piede (0,30 m) a sinistra. Poiché il cannone Avenger GAU-8 non era pronto, entrambi i prototipi YA-9 (così come i due YA-10) furono equipaggiati inizialmente con il più piccolo M61 Vulcan da 20 mm. Erano previsti dieci punti d’attacco che avrebbero permesso di trasportare fino a 7.300 kg di armi, comprese le bombe e i missili aria-terra Maverick AGM-65.

Lo YA-9 volò il 30 maggio 1972, mentre il secondo prototipo il 23 agosto. Il test di volo del Northrop ebbe successo: il pilota collaudatore dichiarò di avere un pilotaggio "da caccia" e di essere una buona piattaforma di tiro per le armi. Tra il 10 ottobre e il 9 dicembre 1972 si svolse un volo di prova dei due prototipi in gara da parte dei piloti collaudatori USAF. Anche se lo YA-9 soddisfaceva pienamente i requisiti dell'USAF, lo YA-10 fu dichiarato vincitore il 18 gennaio 1973. L'uso del collaudato motore TF34 al posto dell’F102 da parte dello YA-10 era stato preferito dall’USAF.
I due prototipi dell'YA-9 furono successivamente relegati alla NASA per continue prove in volo prima di essere ritirati dal servizio. 
Quando sono stati ritirati, i motori costruiti su misura dello YA-9 sono stati rimossi e successivamente accoppiati ad una cellula di Buffalo C-8 come parte dello studio QSRA (Quiet Short-haul Research Aircraft) della NASA-Boeing per lo studio di un aereo commerciale a breve raggio.

Ubicazione degli aeromobili sopravvissuti:
  • 71-1367 - deposito in attesa di restauro presso Edwards AFB, California.
  • 71-1368 - in mostra al Field Air Museum di marzo, base della March Air Reserve Base, California.


(Web, Google, Wikipedia, You Tube)