giovedì 21 febbraio 2019

Il Main battle tank T-72



Il T-72 è un carro armato da combattimento prodotto in Unione Sovietica a partire dal 1971. Sviluppo del T-62, con alcune caratteristiche del T-64A, è stato migliorato fino ad arrivare al carro T-90. In termini cronologici il T-72 è della stessa generazione di carri come l'americano M60 Patton, il francese AMX-30, il tedesco Leopard 1 e l'inglese Chieftain.
Il T-72 venne mostrato in pubblico per la prima volta nella Parata per la Rivoluzione d'Ottobre del 7 novembre 1977 e inizialmente venne considerato dagli esperti della NATO un carro molto temibile che, fornito in grandi quantità all'Esercito sovietico, avrebbe potuto cambiare a sfavore dell'alleanza occidentale, l'equilibrio delle forze corazzate in Europa. In realtà il T-72 era una evoluzione più economica del T-64 e sui campi di battaglia del Medio Orientale si sarebbe dimostrato un mezzo efficace e ben armato ma vulnerabile di fronte ai più moderni carri occidentali.



Le origini

Il T-64 era uno dei più avanzati carri del mondo quando venne introdotto, ma i primi problemi con il suo motore L60, i rulli, e il cannone carente in precisione fecero richiedere al comando sovietico la creazione di un carro alternativo a bassa tecnologia con performance simili, specialmente dopo che gli alti costi unitari e l'alta qualità dei lavori del T-64 diventarono evidenti. Il carro era troppo costoso per equipaggiare tutte le unità corazzate sovietiche, e tanto meno quelle degli alleati sovietici del patto di Varsavia.
Un carro "economico" dotato del propulsore V-46 fu sviluppato a partire del 1967 alla fabbrica di Uralvagonzavod a Nizhny Tagil. L'ingegnere capo Leonid Kartsev creò l'"Object 172", il modello iniziale, ma il prototipo, denominato "Object 172M" fu migliorato e finito da Valeri Venediktov. Le prove sul campo durarono dal 1971 al 1973 e una volta accettato il progetto la fabbrica di carri Čeljabinsk cessò immediatamente la produzione dei T-55 e T-62 per iniziare quella del nuovo carro T-72.
È risaputo che alcune caratteristiche tecniche del T-72 furono inviate alla CIA dal colonnello polacco Ryszard Kuklinski tra il 1971 e il 1982.



Il progetto

Il T-72 (a volte chiamato T-72 "Ural", in quanto la Uralvagonzavod o "UVZ", la società produttrice dei T-72, ha sede nella città di Nizhny Tagil che si trova negli Urali) può essere considerato come un'ulteriore evoluzione dei precedenti T-54/55 e T-62, dei quali mantiene il profilo basso e una torretta arrotondata. Proprio per limitare l'altezza del mezzo e in questo modo renderlo meno vulnerabile, le sue dimensioni sono compatte e l'equipaggio è stato ridotto a soli tre uomini, dato che l'addetto alla ricarica del cannone è stato sostituito da un caricatore automatico, che riesce a caricare un nuovo proiettile in un tempo che varia dai 6,5 ai 15 secondi e richiede che la canna del cannone sia alzata di tre gradi sull'orizzontale per permettere la ricarica. Questo dispositivo, ad azionamento meccanico, soffre di problemi di affidabilità e richiede molta manutenzione. La scelta di ricorrere al caricatore automatico in un carro armato è molto discussa: i suoi sostenitori lo ritengono superiore perché consente di diminuire l'equipaggio del carro e perché spesso è più veloce della ricarica manuale, mentre i detrattori affermano che i suoi problemi di affidabilità limitano la sua capacità operativa, ritenendo inoltre che il caricatore umano possa in certi frangenti ricaricare il cannone in tempi decisamente più brevi rispetto a quello che può fare una macchina.



La compattezza del mezzo ha però, secondo alcuni analisti occidentali, anche i suoi svantaggi: lo spazio dedicato all'equipaggio infatti è ridotto e l'ergonomia dell'abitacolo è carente, favorendo l'affaticamento degli uomini. Altro aspetto fondamentale, le dimensioni ridotte portano ad avere una minima distanza tra carristi e stiva delle munizioni (40-45 colpi, 22 dei quali nel meccanismo che alimenta il caricatore e il restante in torretta): un singolo colpo subito può facilmente far esplodere il munizionamento e uccidere l'equipaggio (sono noti numerosi episodi accaduti durante la Guerra del Golfo del 1991 nei quali la torretta dei T-72 colpiti letteralmente saltava in aria staccandosi dallo scafo e uccidendo gli uomini dell'equipaggio). Altri MBT moderni come l'Abrams americano sono dotati di pannelli che deviano verso l'esterno l'onda d'urto di un'eventuale esplosione nelle munizioni limitando così i danni ai carristi. La cosa innovativa del progetto è proprio il caricatore automatico, che è costituito da una "giostra" con in proiettili separati; quando il cannone deve essere caricato, un elevatore preleva il proiettile, lo inserisce nella carica di lancio, e lo mette in posizione, qui un altro meccanismo lo inserisce nel cannone e chiude la culatta. A questo punto il carro è pronto al fuoco. Una volta sparato il colpo, un meccanismo apre la culatta, estrae il bossolo e lo riporta nel suo spazio all'interno della "giostra" del caricatore. Questo meccanismo si è dimostrato in passato pericoloso per l'equipaggio, in quanto provoca in caso di disattenzione lesioni agli arti dei carristi.



Il T-72 gode di una maggiore mobilità del T-62, grazie a ruote di grandi dimensioni e al motore V12 diesel V-46-6 da 780 CV con cambio a sette rapporti; nelle versioni migliorate del carro (dal T-72B in poi) è stato sostituito da un più potente V-84-1 da 840 CV che può essere alimentato da diversi tipi di carburante (gasolio, benzina, cherosene); il motore è collegato a un generatore di fumogeni che servono a "mascherare" il carro sul campo di battaglia. Le sospensioni sono del tipo a barra di torsione. Il guado di corsi d'acqua profondi fino a circa 5 metri è possibile grazie a uno snorkel che normalmente viene trasportato fissato al retro della torretta. Senza lo snorkel il T-72 può guadare fino a 1,2 metri d'acqua.
L'autonomia del veicolo può essere aumentata con l'aggiunta di barili agganciabili alla parte posteriore. Come tutti gli MBT moderni, il T-72 è dotato di apparati di protezione NBC.

Versioni principali:
  • T-72 Ural (1973): versione originale, dotata di cannone ad anima liscia da 125 mm e telemetro a coincidenza;
  • T-72A (1979): aggiunti un sistema del controllo del fuoco elettronico e telemetro laser. Il frontale della torretta e la parte superiore sono stati rinforzati con corazza composita (chiamata Dolly Parton negli Stati Uniti), dispositivi per attaccare corazza reattiva (ERA), lancia fumogeni, "pinne" corazzate montate sulla parte anteriore dei parafanghi e altre variazioni interne. È anche dotato di un generatore di fumo che inietta il carburante nel sistema di scarico per creare una cortina fumogena.
  • T-72M (1980): versione da esportazione, simile al T-72A ma senza corazza composita e generalmente meno spessa rispetto alla versione originale, sistema per la condotta del tiro di vecchia generazione. È stato costruito principalmente in Polonia e nella ex Cecoslovacchia.
  • T-72B (1985): nuovo cannone, stabilizzatore, ottiche e controllo del fuoco. È capace di sparare missili anticarro guidati AT-11 Sniper. La corazza Super Dolly Parton include 20 mm di corazza aggiuntiva sulla parte frontale dello scafo. Ha un motore migliorato da 840 hp;
  • T-90 (1989 - 1992): modernizzazione del T-72, include caratteristiche del più complesso T-80. Chiamato in precedenza T-72UB, esso ha cambiato nome dopo le brutte figure del T-72 in Kuwait e in Iraq per non danneggiare possibilità future d'esportazione.




Armamento

Cannone

L'armamento primario del T-72 è il cannone 2A46M a canna liscia da 125 mm, arma standard di tutti gli MBT russi contemporanei. È dotato di un sistema di stabilizzazione 2E42-2 Zhasmin, che consente di fare fuoco in movimento. I sistemi di controllo del tiro comprendono il puntatore/telemetro 1K13-49, che ha una portata utile di 4000 metri e un margine di errore del 3-5% sulla distanza, il sistema 1A40-1 per la guida dei missili Svir, un visore notturno TPN-3-49 e un illuminatore IR del tipo "Luna". I dati forniti da dispositivi vengono forniti a un calcolatore balistico 1V528 che determina la traiettoria di fuoco ottimale. Le versioni meno moderne e la maggior parte dei T-72 destinati all'esportazione, oltre ad avere sistemi meno sofisticati, non monta telemetri laser e visori termici, uno standard per i carri occidentali. La canna del cannone ha un'elevazione compresa tra -5° 30' e +14° e ha una gittata utile che è compresa tra i 2100 e i 4000 metri a seconda delle munizioni usate. 



È certificato che può sfondare fino a quaranta centimetri di cemento armato, tuttavia con ovvi rischi di una drastica diminuzione della precisione di tiro causa danneggiamento. Il 2A46 può utilizzare diversi tipi di munizioni:
  • Munizionamento APFSDS: I proiettili perforanti di tipo APFSDS sono progettati per la distruzione dei carri nemici. I primi modelli avevano un corpo in acciaio, ed erano giudicati sufficientemente efficaci contro i contemporanei carri occidentali. Tali proiettili si rivelarono totalmente inefficaci nei combattimenti in Iraq del 1991, trovatisi di fronte a moderne corazze composite. Nell'URSS erano tuttavia già impiegati nuovi APFSDS utilizzanti materiali più performanti, necessari per contrastare la nuova generazione di MBT occidentali.I modelli attualmente più usati sono il 3BM32 con nucleo a uranio impoverito e il 3BM42 in tungsteno: il nuovo 3B42M ha una diffusione molto minore, ma è pericoloso anche per i carri più moderni. La velocità dei colpi può raggiungere anche i 1800 m/s.
  • Munizionamento HEAT: le munizioni High Explosive Anti-Tank vengono usate contro carri armati e obiettivi meno corazzati, come i veicoli da trasporto truppe: secondo la dottrina sovietica i proiettili HEAT erano l'arma controcarro primaria. Il modello standard è il 3BK29.
  • Munizionamento HE-FRAG: Le munizioni a frammentazione HE-FRAG come la 3OF26 usata dal T-72 hanno soprattutto un funzione anti-fanteria.
  • Missili: Il T-72 può sparare il missile anticarro a guida laser 9M119 Svir (codice NATO AT-11 Sniper). Ha una portata di circa 4000 metri e viene guidato sul bersaglio da un fascio laser emesso dal carro armato. Può anche essere usato contro gli elicotteri, a condizione che siano a bassa quota e a velocità angolare non elevata.




Armamento secondario

L'armamento secondario comprende la mitragliatrice coassiale PKT e la mitragliatrice contraerea NSVT. Il carro ha anche a disposizione dei lancia fumogeni 902B sulla torretta:
  • Mitragliatrice Coassiale PKT: La PKT è una mitragliatrice calibro 7,62 mm con a disposizione 2000 colpi ed è posta sul fianco destro del cannone. È alimentata da nastri di 250 colpi ciascuno.
  • Mitragliatrice contraerea NSV: La NSV è una mitragliatrice contraerea calibro 12,7 mm, posta accanto alla cupola del comandante. Non può essere comandata dall'interno del carro, il comandante per usarla deve esporsi. Dispone di 300 colpi in due nastri da 150.

Operatori
  • URSS (ora paesi dell'ex Urss)
  •  Albania
  •  Algeria
  •  Angola
  •  Bulgaria
  •  Cuba
  •  Cecoslovacchia (ora Repubblica Ceca e Repubblica Slovacca)
  •  Finlandia
  •  Germania Est
  •  India
  •  Iran
  •  Iraq: Al-Quwwat al-Barriyya al-ʿIrāqiyya nel 2005 l'Ungheria ha donato all'Iraq 77 T-72 ricondizionati, che sono stati presi in carico dalla 9ª Divisione Meccanizzata del nuovo esercito iracheno aggiungendosi a Lion of Babylon di fabbricazione locale.
  • Paesi dell'ex Jugoslavia (variante M-84)
  •  Libia
  •  Malaysia
  • Marocco: Armée royale 136 T-72B e 12 T-72BK. Tutti i T-72B sono stati rinnovati e modernizzati tra 1999 e il 2001 da tank repair plant No. 140 in Barysaŭ. Aggiornamenti sono stati fatti dalla società "Peleng JSC" con un nuovo FCS.
  •  Polonia
  •  Romania
  •  Siria
  •  Ungheria
  • Venezuela: Ejército Nacional de la República Bolivariana de Venezuela 92 T-72B1 consegnati nel 2011-2013, aggiornati allo standard M1M ed in servizio al settembre 2018.

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mercoledì 20 febbraio 2019

Nuove portaerei giapponesi nascono: KAGA e IZUMO e...



Sotto il codice di Operazione Z, il 7 dicembre del 1941 sei grandi portaerei nipponiche (Akagi, Kaga, Soryu, Hyryu, Shokaku, Zuikaku) fecero rotta da Nord, a latitudini sferzate dal maltempo pur di sfuggire agli americani, e lanciarono 350 aerei sulle navi statunitensi ancorate nella baia hawaiana del porto di Pearl Harbor. Il resto, è guerra (la Seconda Mondiale) e storia. 

Cosa c’entra tutto questo con il nuovo super cacciatorpediniere porta-elicotteri (così l’han chiamato per raggirare il divieto americano di possedere portaerei) varato poche ore fa dal Giappone? 



Nulla, se non fosse per il nome, uno sberleffo alla Costituzione pacifista imposta dagli Usa alla fine della Seconda Guerra Mondiale: Kaga. Direttamente dalla flotta che attaccò Pearl Harbor, appunto.

Implicazioni politiche a parte, la nave va ad affiancare la gemella Izumo, varata a marzo 2015, con cui condivide la mole ingente – la maggiore di cui il Giappone si sia mai dotato dai tempi della Seconda Guerra Mondiale – e le notevoli caratteristiche tecniche: 248 metri di lunghezza, un dislocamento di 27mila tonnellate, può accogliere un equipaggio di 470 marinai  – 970 in caso di missioni di attacco a terra – ed è stata studiata per trasportare elicotteri e convertiplani (aerei a decollo/atterraggio verticale). Ma presto saranno i benvenuti anche i caccia-bombardieri stealth Usa, gli F-35. Ce ne stanno 38. Il tutto sarà operativo a partire dal 2017.




La gemella Izumo. 

Il Giappone ha fatto sfoggio della sua forza militare già a marzo di quest’anno, quando è stata varata l’imponente Izumo. Per costruirla ci sono voluti cinque anni ed è costata un miliardo di dollari. Si è detto, con le stesse caratteristiche della gemellina neonata Kaga, porta il nome di un incrociatore della Prima Guerra Mondiale affondato nella Seconda. E da qualche mese è in servizio nelle acque della base navale di Yokohama. Anche la Izumo, pur essendo per ora sprovvista della catapulta per lanciare i caccia e dello sky-jump per il decollo corto, è di fatto una portaerei d’assalto anfibio a tutti gli effetti, ma anche lei ha finto di essere “soltanto” un’innocua portaelicotteri. E invece, oltre agli elicotteri e a 50 mezzi da sbarco, l’ammiraglia della flotta giapponese ha un ponte di volo capace di far operare gli aerei a decollo verticale e gli F35.




Addio alla Costituzione pacifista? 

Dalla fine della Seconda Guerra mondiale mai il Giappone ha stanziato tanti soldi per le spese militari (ne avevamo parlato qui), andando contro la Costituzione pacifista imposta al Paese del Sol Levante dagli Stati Uniti nel 1945. Esattamente 70 anni fa, con la resa incondizionata di Tokyo e l’occupazione alleata, la nuova Costituzione nipponica, elaborata in parte dal generale americano MacArthur, afferma che «il popolo giapponese rinuncia per sempre alla guerra come diritto sovrano della nazione e alla minaccia dell’uso della forza come mezzo per risolvere le dispute internazionali». Nel 2005 la svolta: il Giappone dapprima istituisce un ministero della Difesa, e poi modifica la sua Costituzione in merito alle modalità di intervento delle forze armate nipponiche. Da allora la corsa agli armamenti non si è più fermata. Oggi il premier Shinzo Abe sta cercando l’approvazione legislativa per ricostruire le capacità di difesa del Paese ed allentare la Costituzione pacifista.
Il costo delle spese militari nipponiche. Per l’anno 2015 il bilancio delle spese militari ammonta a circa 36 miliardi di dollari, toccando il 5 percento del bilancio statale. Per il terzo anno consecutivo il premier Shinzo Abe, che a dicembre ha vinto le elezioni anticipate, ha aumentato il budget della difesa, questa volta del 2 percento rispetto al 2014. 
Nei 36 miliardi stanziati per le spese militari rientrano 20 aerei da pattugliamento antisommergibile P-1, tre droni Global Hawk prodotti dalla Northrup Grumman, cinque apparecchi V-22 Osprey e sei caccia F-35 stealth. 




La Marina avrà due cacciatorpediniere con sistema radar Aegis e 30 mezzi per operazioni anfibie che equipaggeranno una nuova unità modellata sul corpo dei Marines americani.

Una flotta, quella giapponese, che, pur essendo già tra le più grandi del mondo, con le sue circa 120 navi da combattimento tra cui 20 sottomarini e i suoi 180 aerei e 135 elicotteri, renderà ancora più forte e preparato l’esercito nipponico. Il ministro della Difesa giapponese Gen Nakatani ha sottolineato che la Izumo potrà «servire in un vasto arco di ruoli, dalle operazioni di peace keeping ai soccorsi in caso di calamità naturali». Questa corsa agli armamenti preoccupa la Cina, che con il Giappone ha questioni irrisolte nel mar cinese meridionale. Una tra tutte la disputa per le isole Senkaku, che in Cina chiamano Dyaou.
Corsa agli armamenti anche per la Cina. Se il Giappone ha ripreso ad armarsi, la Cina non è da meno. Lo scorso 5 marzo l’agenzia cinese Xin-Hua ha riferito che per il 2015 il budget annuale della difesa verrà aumentato del 10,1 percento portandolo così, in termini assoluti, a un valore dichiarato di 144,2 miliardi di dollari corrispondenti, sempre secondo le fonti ufficiali cinesi, al 2,6 percento del Pil. Una cifra che pone la Cina al secondo posto su scala mondiale nella classifica delle spese militari. Prima di lei solo gli Stati Uniti, che nel 2013 hanno speso 600 miliardi di dollari, pari al 17 percento dell’intero bilancio federale e al 4,1 percento del Pil.



Il varo delle ultime navi portaeromobili della Marina Militare Giapponese ha suscitato qualche malumore a livello internazionale, soprattutto da parte della Cina, con cui il Giappone ha questioni aperte per quanto riguarda alcune isole del Mar cinese meridionale.

Anche la Corea del Nord potrebbe sentirsi minacciata. 

In effetti la flotta giapponese è attualmente una delle più grandi del mondo, certamente rientra tra le prime dieci, con le sue circa 120 navi da combattimento tra cui 20 sottomarini.



Con la flotta operano anche 180 aerei e 135 elicotteri. 

Il ministro della Difesa nipponico recentemente ha messo l’accento sul fatto che questa nave potrà essere utilissima nelle operazioni di peace-keeping e in caso di aiuti tempestivi nelle calamità naturali. 



Il Giappone, alleato della Nato, ha già partecipato e partecipa a diverse operazioni internazionali di pace tra cui Enduring Freedom e alla missione nati-pirateria nelle acque somale.

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US ARMY - US MARINES - Comando Operazioni Speciali degli Stati Uniti (USSOCOM): il Corpo dei marines statunitensi ha raggiunto la piena capacità operativa per il fucile da “sniper” BARRETT ASR MK 22 Mod.0.

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