giovedì 21 febbraio 2019

L'accordo italo-israeliano e l'up-grade del carro “ARIETE 2”: farà parte degli accordi anche il sistema di difesa attivo (APS) “Trophy”?



Nel 2002 l'Iveco presentò per la prima volta ad un salone estero l'ARIETE ed in questa occasione svelò un kit di aggiornamento delle corazze composite ed altro. 
Inizialmente sembrava potesse trattarsi di un disegno definitivo, in realtà si trattava solo di un mock-up: le vere corazze avevano un disegno ed una distribuzione sul carro completamente diversa.

Cadute apparentemente nell'oblio, le corazze sono improvvisamente ricomparse durante la missione "Antica Babilonia" che l'Esercito Italiano condusse a Nassirija in Iraq. In particolare, a seguito degli scontri avuti tra ribelli filo iraniani e le forze italiane, si decise di inviare un'aliquota di carri ARIETE equipaggiati con corazze spaziate addizionali anti Rpg.
Il montaggio delle corazze aggiuntive comportò la rotazione di 180° del supporto posteriore del cavo di traino in quanto il riposizionamento di quello anteriore avrebbe reso impossibile il fissaggio del cavo.
Per quanto riguarda il paranco per la movimentazione delle piastre questo venne fissato in posizione di riposo sopra il cesto nella parte posteriore della torretta. Era assicurato al carro tramite due cinghie collegate alla maniglia presente sui due boccaporti sopra la torretta, ed al ferro che entra nel foro di scolo centrale del cesto.



In sintesi il carro ARIETE aggiornato sarà dotato di due sistemi di difesa passivi: 

il tipo “WAR”;
il tipo "Peace Keeping". 

Il tipo "WAR" sarà montato stabilmente sui carri, mentre il secondo, in parte già visto in Iraq, verrà installato solo in caso di necessità.

I kit schierati in Iraq, contrariamente a quanto da molti creduto, non sono quelli "WAR" e tanto meno ne costituiscono la base.
Il kit completo sarà sicuramente un assieme tra quello visto ad Eurosatory e quello ora in uso. Sono altresì previste ulteriori corazze sulla piastra frontale dello scafo.
 Nel nuovo Documento programmatico pluriennale 2017-2019 della Difesa, spicca un finanziamento complessivo di 35 milioni di euro in tre anni per modernizzare la punta di diamante delle nostre forze di difesa corazzate e, quindi, il carro da battaglia C1 Ariete.
Il programma prevede, a partire da un esemplare di carro armato “Ariete” tra quelli attualmente in inventario, la realizzazione di un prototipo ammodernato in termini di protezione, sorveglianza e scoperta, comando e controllo, mobilità e sostenibilità logistica.
La realizzazione di tale prototipo funzionale a valutare l’opportunità dell’avvio di una fase successiva d’ammodernamento della linea carri “Ariete” dell’Esercito Italiano.
L’avvio del programma è subordinato ad approvazione per mezzo di Decreto del Ministero della Difesa, il quale, a premessa della sua emanazione, verrà trasmesso alle Camere per l’espressione del parere delle Commissioni competenti (ex art. 536 del D.lgs. 66/2010, Codice dell’Ordinamento Militare). 
In totale circa 181 MBT dovrebbero essere sottoposti ad un programma di aggiornamento che includerà un nuovo motore da 1.500 CV (contro gli attuali 1.300 CV), una migliore optronica ed elementi C2, l'adozione di un RCWS sopra la torretta e ulteriori protezioni sottoscocca contro le mine e gli IED. L'aggiornamento dovrebbe iniziare nel 2019, a condizione che siano disponibili fondi sufficienti e che le priorità non vengano modificate.



Questo carro, interamente sviluppato e prodotto in Italia, entrò in servizio sul finire della guerra fredda nel numero di 200 mezzi costati 4,4 milioni cadauno, in sostituzione di numerosi carri oramai obsoleti. Le prestazioni del carro sono sempre state da alcuni elogiate e condannate da altri; tutto sommato il veicolo di punta delle nostre forze corazzate è un buon carro da battaglia, sufficiente per le nostre esigenze. 
Al giorno d’oggi però, è indispensabile ed improcrastinabile un aggiornamento. 
Nel panorama internazionale sono ormai diversi i paesi che hanno previsto lo svecchiamento e lo sviluppo delle proprie forze corazzate, compresi India e Russia. 

Il finanziamento prevede la creazione di due nuovi prototipi del nostro MBT aggiornato allo stato dell’arte, da dotare con nuovi sistemi di sorveglianza, scoperta, protezione attiva e mobilità migliorata. 



In data 14 febbraio 2019, il Ministero della Difesa Israeliano ha firmato un accordo con la controparte italiana che riguarda l’acquisto di elicotteri di addestramento avanzato per le forze aeree israeliane.
Il Ministero della Difesa israeliano ed il Ministero della Difesa italiano hanno sottoscritto un accordo per quanto riguarda la approvvigionamento di sette elicotteri di addestramento avanzato militare per le forze aeree israeliane.
Secondo l’accordo, il nostro Ministero acquisterà un valore equivalente di tecnologia militare israeliana.
Si attende di conoscere la tipologia di materiale acquistato in contropartita dal nostro Ministero della Difesa, anche se è noto l’interesse anche dell’AISE per nuove piattaforme CAEW ed ELINT/SIGINT (Electronic Intelligence/Signal Intelligence) su cellula Gulfstream 550 di cui Israele è in possesso da diversi anni e che sono impiegate con piena soddisfazione dall’Aeronautica Militare Israeliana.
Questo acquisto si inquadra nel patto di cooperazione militare tra Italia ed Israele, siglato nel 2003, finalizzato “all’interscambio di materiali di armamento, alla formazione ed all’addestramento del personale, ricerca e sviluppo in campo industriale”.
Leonardo ha prodotto il velivolo dell’addestratore M-346 denominato in Israele “Lavi” (Leoncino del deserto), ormai in servizio con l’Aeronautica Militare Israeliana da circa cinque anni. Come parte dell’accordo “Lavi” firmato nel 2011, sono stati acquistati 30 aerei da addestramento. In cambio, il Ministero della Difesa Italiano ha acquistato un valore equivalente di tecnologia aerospaziale israeliana, tra cui un satellite spia OPTSAT 3000 e 2 Gulfstream G550 CAEW (Coformal Airborne Early Warning), sistemi multi-sensore con funzioni di sorveglianza aerea, comando, controllo e comunicazioni, strumentale alla supremazia aerea ed al supporto alle forze di terra nonché navali.
Roma ha acquistato anche materiale per l’Esercito e la Marina Militare, in specie, diversi lotti di missili anticarro Spike MR-LR-ER dell’israeliana Rafael tra il 2004, 2009, 2010 e più recentemente nel 2018 missili LR destinati al GOI (Gruppo Operativo Incursori) della Marina Militare che li impiegherà da apposito supporto a bordo delle due nuovissime UNPAV (Unità Navali Polifunzionali ad Altissima Velocità) di prossima consegna alla Marina che li impiegherà per missioni di supporto agli Incursori.
Avionica e sistemi di contromisure missili di produzione italo-israeliana (Elta-Elettronica) sono in uso presso le principali linee operative delle FF.AA. italiane.
Anche la Guardia di Finanza ha beneficiato di tale accordo con l’acquisto di una decina di impianti fissi e mobili EL/M-2226 ACSR (Advanced Coastal Surveillance Radar) prodotti da Elta Systems, con portata di oltre 50 km, appositamente progettati per individuare bersagli veloci, furtivi di piccole dimensioni, destinati alla Rete di Sensori di profondità per la Sorveglianza Costiera, con gli impianti piazzati tra Sardegna, Sicilia, Calabria e Puglia per il contrasto del fenomeno degli sbarchi di immigrati clandestini, terrorismo e contrabbando di armi, droga e prodotti petroliferi.
Gli elicotteri – da impiegare presso la Scuola di Volo stanziata presso l’Hatzerim AFB (Air Force Base) – sostituiranno gradualmente presso la Heyl Ha’Avir gli attuali elicotteri d’addestramento “Saifan” (Bell 206), che hanno uno stato di servizio ormai quasi cinquantennale. Gli elicotteri AW119Kx, prodotti dalla società italiana “Leonardo”, sono utilizzati in dozzine di forze di polizia e di difesa nel Mondo.
Come detto dal 2013 l’Aeronautica Militare Israeliana ha ricevuto trenta M-346 “Lavi” che fino ad oggi, hanno operato per decine di migliaia di ore con la massima soddisfazione per l’Aeronautica Militare Israeliana. Tra Tel Aviv e Roma è in atto un altro programma, sempre relativo al M-346 “Lavi”, destinato a dare vita ad un avanzatissimo sistema di simulazione virtuale d’addestramento che vede partecipare ELTA/IAI e Leonardo.

Leonardo, attraverso la controllata statunitense Leonardo DRS, si è aggiudicata un nuovo contratto del valore di circa 80 milioni di dollari statunitensi che prevede una fornitura aggiuntiva, destinata all’US ARMY e al Corpo dei Marines, di sistemi TROPHY per la protezione attiva di carri armati Abrams.
Il contratto porta a oltre 200 milioni di dollari statunitensi il valore complessivamente finanziato del programma e consentirà di equipaggiare ulteriori brigate con i sistemi TROPHY.
Il sistema TROPHY, sviluppato da Leonardo DRS in collaborazione con il partner tecnologico israeliano Rafael Advanced Defense Systems, assicura una protezione efficace dalle minacce costituite da razzi e missili anticarro, permettendo nello stesso tempo di localizzare e segnalare l’origine del fuoco ostile per un’immediata reazione.
Il sistema TROPHY APS migliora notevolmente la capacità di sopravvivenza  di un veicolo corazzato. Il sistema APS avanzatissimo utilizza un radar a scansione elettronica attiva AESA per individuare le minacce in condizioni operative anche estreme, fornendo al carro una protezione sui 360 gradi. Un computer di bordo è in grado di registrare e classificare la minaccia rilevata.

A parere dello scrivente il sistema Rafael TROPHY APS co-prodotto con l’italiana Leonardo potrà rientrare negli accordi Italo-Israeliani per modernizzare in maniera finalmente esaustiva il carro medio “ARIETE 2”. Tale sistema di difesa attiva consentirebbe di non appesantire ulteriormente il carro italiano con inutili corazze aggiuntive, soprattutto sulla parte superiore del mezzo, limitando l’up-grade alla parte inferiore (difesa dagli IED).


Il sistema di difesa attivo (APS) “Trophy”, noto anche come ASPRO-A, designazione Israel Defense Forces מעיל רוח רוח, lit. “Windbreaker”.
Il sistema, realizzato da Leonardo in collaborazione con la società Rafael Ltd, intercetta e distrugge i missili e i razzi in arrivo con un'esplosione simile a quella di un fucile da caccia. Il suo scopo principale è quello di integrare la corazzatura passiva dei veicoli da combattimento corazzati leggeri e pesanti.



A partire dal 2012, il sistema è stato integrato nei carri armati israeliani  Merkava. 

Il progetto include il radar Elta EL/M-2133 F/G con quattro antenne piatte montate sulla torretta del veicolo, con un campo visivo a 360 gradi. 

Quando viene rilevato un proiettile, il computer interno calcola un vettore di avvicinamento quasi istantaneamente, prima che arrivi. Una volta che l'arma in arrivo è completamente classificata, i computer calcolano il tempo e l'angolo ottimale per sparare i razzi neutralizzatori. La risposta viene da due lanciatori rotanti installati sui lati del veicolo che neutralizzano le armi offensive lanciando piccoli pallini metallici. Il sistema è progettato per avere una zona di intercetto molto piccola, in modo da non mettere in pericolo il personale adiacente al veicolo protetto.
Il sistema è progettato per funzionare contro tutti i tipi di missili anticarro e razzi, comprese le armi portatili come le granate a razzo ed è in grado di affrontare contemporaneamente diverse minacce provenienti da diverse direzioni; è efficace su piattaforme fisse o in movimento, ed è efficace sia contro le minacce a breve che a lungo raggio. Le versioni più recenti del sistema includono una funzione di ricarica per gli spari multipli. Il piano di sviluppo del Trophy include un'unità di contromisure avanzate che sarà disponibile in futuro per la protezione contro i penetratori di energia cinetica.



Vantaggi

Il ruolo primario del Trophy è la difesa contro gli attacchi missilistici, in particolare per i VCC corazzati più leggeri, che sono molto vulnerabili agli attacchi missilistici. L'uso del Trophy sul veicolo Centauro II eliminerebbe la necessità di armature pesanti a lamelle per difendersi da testate ad alto potenziale esplosivo anticarro (HEAT), e permetterebbe ad un veicolo pronto per la battaglia di essere trasportato da un aereo da trasporto medio C-130 Hercules.

Svantaggi

Anche se provata in combattimento, e nonostante le affermazioni del produttore di "meno dell'uno per cento" di probabilità di danni collaterali o ferite alla fanteria vicina, è stato necessario modificare le tattiche d’impiego e far seguire la fanteria ad una distanza di sicurezza dietro carri armati equipaggiati con il sistema Trophy piuttosto che accompagnarli; un altro punto di critica è il presunto semplice sistema radar. 

Trophy Light

Una nuova versione chiamata "Trophy Light" è stata presentata dalla Rafael Advanced Defence Systems. Mentre il Trophy standard è stato progettato per i carri armati medi, Trophy Light è stato progettato per l'integrazione con veicoli corazzati leggeri e medi. Il sistema è in fase di valutazione anche per la protezione delle motovedette veloci che, come i carri armati, sono esposte ad attacchi di RPG e missilistici. Si prevede che avrà circa la metà del peso e del volume del Trofhy standard e costerà meno.

Trophy LV

Il Trophy LV è un'applicazione più leggera del sistema progettato per offrire protezione ai veicoli militari leggeri (meno di 8 tonnellate) come Lince e 4x4. Pesa 200 chilogrammi, molto meno di altre applicazioni Trophy.




Acquisizione e test da parte dell’US ARMY

Il sistema Trofhy è stato valutato con test approfonditi su un veicolo Stryker dell'esercito americano e un LAV III canadese. Il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti prevede di mettere in campo una brigata di oltre 80 carri armati ed equipaggiati con il Trophy entro il 2020. Un contratto per il Trophy è stato assegnato a Leonardo DRS, partner americano di Rafael, nel giugno 2018.

Testato in combattimento

A seguito della serie di test del sistema Trophy, il comando delle forze terrestri dell'IDF ha dichiarato il Trofhy operativo nell'agosto 2009. L'installazione è stata ultimata in un intero battaglione di corazzati israeliani nel 2010.
Il 1° marzo 2011, al confine di Gaza, un Merkava MK IV equipaggiato con il sistema Trophy ha sventato un attacco missilistico. Il 20 marzo 2011, un missile è stato sparato contro un carro armato Merkava MK IV dotato di sistema Trophy all'interno dell'area israeliana lungo la recinzione perimetrale della Striscia di Gaza. Il sistema ha rilevato l'attacco, ma ha stabilito che il carro armato non era in pericolo e non l'ha intercettato; ha trasmesso le informazioni sullo sparo all'equipaggio, che ha attaccato immediatamente  la fonte di fuoco. Il 1° agosto 2012, Trophy ha intercettato con successo un missile anticarro lanciato dalla Striscia di Gaza vicino all'incrocio di Kissufim.
Il 14 luglio 2014, il sistema Trophy ha intercettato con successo un missile anticarro 9M133 Kornet lanciato da Gaza contro un carro armato IDF. Dall'inizio dell'operazione israeliana Protective Edge al 20 luglio 2014, almeno quattro carri armati israeliani sono stati protetti dal sistema Trophy nella Striscia di Gaza. Secondo i rapporti dal fronte, dall'inizio dell'operazione di terra, il sistema ha intercettato con successo cinque missili anticarro che erano diretti contro veicoli corazzati. Il 22 luglio 2014, secondo un video di un gruppo palestinese, il sistema Trophy installato su un carro Merkava IV ha intercettato con successo un razzo RPG-29. Hamas ha cercato di fermare i carri armati israeliani con due tipi di missili avanzati anticarro: il russo Kornet-E, e il 9M113 Konkurs, ma Trophy li ha intercettati con successo. 
La comparsa di piattaforme mobili terrestri quasi invulnerabili suggerisce che l'attuale paradigma bellico potrebbe richiedere una revisione. Il trofeo è attualmente operativo su tutti i carri armati Merkava Mark-IV della 401a Brigata Armored Brigata IDF, così come sui nuovi carri armati Merkava IV della 7a Brigata Armored Brigade 75th Battalion. 
Il Ministero della Difesa israeliano ha annunciato di aver completato l'integrazione del Trophy nella sua prima compagnia di brigata di NAMER APCs. Nel novembre 2016 è stato annunciato che l'IDF acquisterà centinaia di sistemi Trophy da installare su quasi tutti i suoi Merkava 4 MBTs, NAMER APC/IFVs e NAMER CEVs.

Operation Protective Edge

Nessun carro armato è stato danneggiato durante l'operazione "Operation Protective Edge", con il sistema di protezione attiva Trophy Active Protection che ha effettuato oltre una dozzina di intercettazioni di armi anticarro tra cui Kornet, Metis e RPG-29. Il sistema, identificando la fonte di fuoco, a volte ha anche permesso ai carri armati di annientare la squadra anticarro nemica.
E’ la prima volta nella storia militare che un sistema di difesa attiva si è dimostrato valido in intensi combattimenti. Il sistema Trofhy "Heavy" per la difesa di un carro da battaglia costa circa US$ 300.000.

L’obbiettivo del “restyling” dell’ARIETE 2 sarà principalmente quello di allungarne la vita almeno fino al 2030. 

E’ sicuramente probabile che il costo del progetto leviterà esponenzialmente fino a raggiungere almeno 1 miliardo di euro. 
L’Esercito Italiano prevede di avere circa 181 “Ariete2” entro il 2028, e che ogni ammodernamento costerà 5 milioni ad unità. 

Le principali novità di procurement militare del nuovo Documento programmatico pluriennale 2017-2019 della Difesa – pubblicato con tre mesi di ritardo in modo da ricomprendere i nuovi stanziamenti pluriennali da 12,8 miliardi del “fondo investimenti” approvato dal Parlamento a luglio – riguardano l’avvio di due nuovi impegnativi programmi dell’Esercito.

Esercito che sfrutta il suo turno di incassare di incassare investimenti, dopo quelli concessi ad Aeronautica (F-35) e Marina (Legge Navale). Ricordiamo, infatti, che già nel 2016 l’Esercito ha ottenuto il via libera a due importanti programmi: il nuovo carro ruotato da combattimento Centauro 2 e il nuovo elicottero da attacco Mangusta 2 (EES).

Nel nuovo Dpp si annuncia il rinnovo della “ammiraglia” dell’esercito, il carro armato Ariete entrato in servizio negli anni ’90 (200 esemplari costati 4,4 milioni l’uno, impiegati in Iraq in 6 unità). Per il nuovo Ariete 2, che sarà realizzato dal consorzio Iveco (Fiat) Oto Melara (Leonardo), la Difesa chiede un primo stanziamento triennale di 35 milioni di euro, ma il costo finale si aggirerà intorno al miliardo di euro dato che il profondo “ammodernamento” costerà almeno 5 milioni a unità e l’Esercito prevede di avere 200 Ariete 2 entro il 2028.

L’altro programma di cui il Dpp annuncia l’avvio è quello relativo al nuovo blindato leggero Lince 2 “NEC” (in quanto sviluppato nell’ambito del più ampio progetto di digitalizzazione delle forze terrestri “Forza NEC”, Network Enabled Capability): per l’acquisizione di 34 prototipi prodotti da Iveco (i primi due consegnati a giugno), la Difesa chiede uno stanziamento sessennale di 53 milioni di euro. Anche qui, il costo finale del programma si aggirerà sul miliardo di euro poiché il costo previsionale di ogni mezzo è superiore al mezzo milione di euro e l’Esercito prevede di acquistarne quasi 2.000 entro il 2034 (per arrivare a quota 3.850 sommandoli agli altrettanti Lince 1 entrati in servizio negli ultimi dieci anni e costati mediamente 400 mila euro l’uno).

Della lista “ufficiale” dei desideri dell’Esercito, a questo punto, rimane da realizzare solo il nuovo cingolato da combattimento Dardo 2, che verrà richiesto in 255 unità: se ne parlerà il prossimo anno. Fuori lista, ma già data per scontata, c’è poi la nuova camionetta Iveco MUV 70.20 che rimpiazzerà i 2.000 vecchi VM-90 Torpedo.

Per la sua posizione geografica e storica, la nostra nazione necessita di un parco mezzi degno del suo ruolo nel Mediterraneo come nel mondo. L’industria nazionale, benché fiaccata dalla crisi e dal peso dello Stato, può essere rilanciata grazie ad un intelligente piano di ammodernamento e potenziamento dei mezzi di esercito, aviazione e marina. 
Recente esempio del successo italiano nella produzione di armamenti è stata la presentazione del caccia-carri da esplorazione “Centauro II”.

(Web, Google, Wikipedia, You Tube)























































Lockheed X 27, CL 1200 LANCER e CL 704 VTOL



Il Lockheed X-27 fu una versione ampiamente riprogettata dell'F-104 sviluppata alla fine degli anni 1960. Il nome originale era CL-1200 Lancer (lanciere) e fece parte della "serie X" solo per mantenere in vita il programma, nella speranza che uno "sponsor" estero emettesse una commessa.
La Lockheed avrebbe voluto sviluppare un sostituto dell'F-104 Starfighter, all'epoca in servizio in molte nazioni.
L'obiettivo era quello di creare un aereo con migliori prestazioni ma con forti punti in comune con l'F-104 per facilitare la manutenzione e l'addestramento e aumentare le possibilità di vendita all'estero. Il prototipo del caccia leggero e si basò sul CL-1200 Lancer sviluppato dalla sezione Skunk Works della Lockheed.




Al progetto avrebbe aderito anche Aeritalia, nel caso l'Aeronautica Militare avesse scelto questo caccia come sostituto dell'F104S, ma il programma non riuscì a ottenere alcun significativo supporto da parte del Congresso o del Dipartimento della Difesa e l'unica parte del progetto a vedere la luce fu un simulacro a dimensioni intere.

"Alla fine il programma X-27 fu una lezione di manovre politiche, più che di progressi tecnologici".
Il programma, in pratica, fu affossato dalla mancanza di finanziamenti ufficiali provocati dalla resistenza dei servizi militari, i quali temevano concorrenza coi programmi F-14 e F-15. Il velivolo leggero con cui l'Air Force avrebbe sostituito l'F-5 sarebbe stato l'F-16 e Lockheed non vi avrebbe inizialmente partecipato.

Il Lockheed CL-1200 Lancer era destinato all'esportazione ed era in diretta concorrenza con il Northrop F-5E Tiger II, Dassault Mirage F1, Northrop YF-17 e McDonnell Douglas F-4 Phantom II. Lockheed sperava di capitalizzare l'esperienza di produzione del suo F-104 attraverso la comunanza di parti e sistemi, e di ridurre al minimo i costi riutilizzando attrezzature, strutture e impianti di fabbrica esistenti. 
La Lockheed aveva esperienza anche nella produzione consortile e sperava inoltre di continuare gli accordi con il CL-1200. Si prevedeva che le consegne del CL-1200 avrebbero potuto iniziare nel 1972.
Partendo dal design dell'F-104, il nuovo caccia presentava una nuova ala a campata maggiorata, montata in alto, e piani di coda allargati, montati in basso. Entrambe le caratteristiche furono incorporate per migliorare le caratteristiche di pilotaggio in volo e le prestazioni a bassa quota. 
Il CL1200-1 avrebbe dovuto utilizzare una versione aggiornata del motore dell’F-104, il General Electric J79 con una variante successiva, nota come CL1200-2, alimentata da un turbofan Pratt e Whitney TF-30.
Il CL-1200-1 fu iscritto all'International Fighter Aircraft, ma da quando il Northrop F-5 fu dichiarato vincitore nel novembre 1970, il mercato primario per il Lancer e il progetto fu bloccato definitivamente.
L'X-27 era una designazione sperimentale assegnata dall'USAF ad un velivolo di ricerca ad alte prestazioni proposto, derivato dal progetto CL-1200 Lancer. L'X-27 avrebbe dovuto testare motori e attrezzature ad alte prestazioni di tecnologia avanzata. Anche in questo caso, il progetto X-27 non andò oltre la fase di progetto preliminare.
Un'ulteriore variante proposta per la US NAVY fu denominata CL-1400 o CL-1400N. Si basava sulla fusoliera anteriore, la presa e l'ala del CL-1200-2 con la fusoliera posteriore dell'X-27.

Il design

Concepito come successore dell'F-104, il Lancer era un altro prodotto della Lockheed's Skunk Works che Clarence L. "Kelly" Johnson dirigeva.

Struttura

Il CL-1200 avrebbe dovuto mantenere la struttura di base della fusoliera dell'F-104, aumentata in lunghezza per fornire il 46% di carburante interno in più. L'estensione della fusoliera consisteva in una spina da 76 cm tra le sezioni standard della fusoliera anteriore e centrale dell'F-104. 
A differenza della F-104, la sezione della fusoliera posteriore doveva essere costruita utilizzando una lega di titanio per i telai, i longheroni e la superficie intorno allo scarico del getto. La revisione principale del progetto utilizzava un'ala montata in alto con una superficie maggiore del 53%, e che fu spostata anche più indietro. La nuova ala aveva una apertura di 8,8 m e presentava ancora flaps con bordo d'attacco e d’uscita con nuove estensioni del bordo d'attacco, mentre fu mantenuto il bordo alare di 10° dello Starfighter. Il sistema dei flap era stato progettato con funzioni manuali o automatiche in base al fattore di carico, alla velocità dell'aria e all'altitudine. 
I nuovi pannelli interni dell'ala presentavano un ulteriore bordo d'uscita che raddoppiava la superficie rispetto all'F-104; questo avrebbe migliorato le prestazioni a corto raggio ed abbassato la velocità di atterraggio. Il sistema di controllo dello strato limite dell'F-104 fu ritenuto inutile a causa dell'aumento dell'area dei flap e fu eliminato. I pannelli esterni dell'ala erano praticamente identici a quelli dell'F-104.
Il piano di coda era stato aumentato di superficie, diviso in due, e spostato verso il basso dalla cima della pinna verticale alla fusoliera posteriore inferiore per evitare gli effetti di downwash dell'ala alta con angoli d'attacco elevati che avrebbero potuto causare un profondo stallo. Anche il riposizionamento del piano di coda fu una misura per eliminare i noti problemi di beccheggio dello Starfighter. Il carrello d'atterraggio, il sistema idraulico ed elettrico erano essenzialmente identici a quelli dell'F-104. 
Il parabrezza rinforzato dell'F-104S doveva essere usato per resistere al riscaldamento aerodinamico in volo ad alti numeri di Mach. Era prevista una versione biposto da addestramento, così come una versione da ricognizione e intercettazione ogni tempo. 
Questo sarebbe stato ottenuto semplicemente utilizzando le sezioni di fusoliera anteriore e l'avionica del TF-104G, RF-104G ed F-104S.

Impianto motopropulsore

La variante iniziale del Lancer doveva essere il CL-1200-1, azionato da un singolo turbogetto J79-GE-19 che era una versione aggiornata del motore utilizzato nella F-104. La seconda variante più avanzata, il CL-1200-2, doveva avere sezioni della fusoliera centrale e posteriore ridisegnate che potessero ospitare un moderno motore turbofan come miglioramento rispetto al turbogetto J79. Questo motore a turboventola doveva essere il Pratt & Whitney TF30-P-100 utilizzato nell'F-111F. Il TF-30-P-100 avrebbe fornito un aumento del 60% della spinta alla massima potenza. Le prese d'aria erano posizionate nella stessa posizione dell'F-104, ma dovevano utilizzare coni d'urto variabili con movimento da quattro pollici al posto dei coni fissi dell'F-104 per ottimizzare le prestazioni del motore in un'ampia gamma di velocità.

Armamento

Il Lancer doveva mantenere il cannone General Electric M61A1 da 20 mm come armamento primario, anche se in alternativa poteva essere montato un cannone DEFA da 30 mm. Per il ruolo di attacco al suolo erano previste nove postazioni d'arma: una sotto la fusoliera, tre sotto ogni ala e una per ogni estremità d'ala. Due missili Nord Aviation AS-30 potevano essere trasportati sui tralicci sottostanti interni; fino a 5.450 kg di armamento di caduta potevano essere trasportati in missioni di attacco a terra a corto raggio. 
I missili aria-aria progettati per essere trasportati erano l’AIM-7 Sparrow (massimo di quattro) e l’AIM-9 Sidewinder (tipicamente sei da trasportare con un massimo di 10 possibili). Serbatoi esterni di carburante dello stesso tipo e capacità del F-104 potevano essere trasportati sulle estremità alari e sui piloni sottostanti per aumentare l'autonomia.

Prestazioni

Il peso lordo stimato era di 16.000 kg con carico esterno massimo, ed è stata prevista una velocità massima di 2.720 km/h, Mach 2.5 a 10.700 m. 
La corsa di decollo è stata stimata in 440 m nella configurazione di intercettazione; solo il 52% di quella richiesta per l'F-104G con un miglioramento simile nelle prestazioni di atterraggio a causa della minore velocità di avvicinamento. Il progettista capo di Lockheed "Kelly" Johnson confidava che il CL-1200-2 sarebbe stato superiore in combattimento aria-aria a qualsiasi caccia allora conosciuto.

Costo

La Lockheed condusse un'indagine completa e pensava che nel decennio degli anni '70 vi fosse un mercato mondiale per un aereo da combattimento dal design avanzato e a basso prezzo. Anche altri costruttori di aerei ne riconobbero l'opportunità e questo fu il motivo dell'accanita concorrenza per le vendite dell'epoca. I calcoli di Lockheed dimostrarono che anche una quota del 10% di questo mercato (750 velivoli) sarebbe stata un'impresa proficua; inoltre spiegarono che i costi di sviluppo per il Lancer sarebbero stati di circa 70,5 milioni di dollari USA (1970). I costi unitari dipendono dalle dimensioni della produzione: 2,7 milioni di dollari per una produzione di 500 aerei e 2,4 milioni di dollari per il doppio.
Lockheed concluse che i costi operativi per i primi 10 anni di attività, che comprendevano la fornitura di pezzi di ricambio, attrezzature di terra, manuali tecnici, nonché la manutenzione e l'addestramento al volo. Per una produzione di 500 velivoli, il costo di supporto in 10 anni era dato in 330 milioni di dollari, riducendosi a 180 milioni di dollari per 1.000 aerei prodotti.
Furono calcolati anche i costi operativi in 10 anni. Aggiungendo il totale di tutti questi costi, Lockheed concluse che il loro prodotto offriva risparmi significativi sia sul Dassault Mirage F-1 che sull'F-4F Phantom II.

Cancellazioni di progetti:

CL-1200-1

Nel novembre 1970 il Northrop F-5-21 fu dichiarato vincitore del concorso internazionale per aerei da combattimento; in seguito a ciò non ci fu più  alcun interesse per il CL-1200 da parte degli operatori di F-104 esistenti e il progetto fu quindi cancellato.



CL-704 VTOL

Un altro derivato dello Starfighter fu il poco noto CL-704 VTOL “strike and reconnaissance aircraft” proposto nel 1962 come joint venture tra Lockheed e Short Brothers and Harland Ltd.. 
Progettato esclusivamente per le operazioni VTOL, doveva avere sette motori Rolls-Royce RB181 montati verticalmente in ciascuno dei pod con estremità alare allargata; la principale propulsione anteriore era fornita da un Rolls Royce RB.168R montato nella fusoliera. Il progetto fu annullato a causa delle numerose complessità e dello sviluppo molto avanzato dell'Hawker P.1127.
Come alternativa all'MRCA (Multi-Role Combat Aircraft) fu proposta una variante dell’F-104 con ala più grande, che era stata concepita come progetto europeo multinazionale. Non se ne fece nulla e l'MRCA diventò il Panavia Tornado.

Sviluppo X-27

L'USAF aveva in programma di acquistare almeno un Lancer sperimentale con la denominazione X-27 (chiamato CL-1600 da Lockheed) per il test a Mach 2.6. Il progetto prevedeva l'acquisto di almeno un Lancer sperimentale con la denominazione X-27 (chiamato CL-1600 da Lockheed). L'X-27 doveva essere simile in configurazione generale al Lancer, ma con prese d'aria motore modificate di forma rettangolare. Tuttavia, il programma X-27 non ebbe nessun supporto del Congresso o dell'USAF. A causa della mancanza di finanziamenti, non furono costruiti prototipi in grado di volare. Un mockup in scala reale fu costruito da Lockheed e tre fusoliere furono convertite prima della cancellazione definitiva del progetto.

Specifiche tecniche (CL-1200-2 / X-27 - Dati di NB: si tratta di cifre stimate fornite da Lockheed in quanto nessuno dei due tipi ha volato):

Caratteristiche generali:
  • Equipaggio: Uno
  • Lunghezza:(17.45 / 16.2 m
  • Apertura alare: 8.89 / 8.7 m
  • Altezza: 5.23 / 4.9 m
  • Area delle ali: 28 m²
  • Alesaggio: Bi-convesso
  • Peso a vuoto:8.112 / 7.800 kg
  • Peso a vuoto: 11.061 / 16.000 kg
  • Peso massimo al decollo: 15.900 kg
  • Centrale elettrica: 1 × Pratt & Whitney TF30-P-100 turbofan
  • Spinta a secco: 66,7 kN
  • Spinta con post-combustore: 111,2 kN.

Prestazioni:
  • Velocità massima: Mach 2.57 / 2.19, 2.720 / 2.330 km/h
  • Autonomia: 367 nmi raggio di combattimento con 1.814 kg
  • Quota operativa: Oltre >18.300 m
  • Velocità di salita:300m/s
  • Corsa di decollo: 440 m
  • Corsa di atterraggio: 930 m


Armamento (Solo CL-1200-2):
  • 1 × 20 mm General Electric M61 Vulcan cannone Vulcan con 725 colpi, oppure,
  • 1 cannone DEFA da 30 mm con 400 proiettili
  • Fino a 5.400 kg di armamenti esterni.

(Web, Google, Wikipedia, You Tube)













































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