venerdì 22 marzo 2019

Yak-141 (Яковлев Як-141, codice NATO Freestyle): ci fu collaborazione tra Russia e Stati Uniti per l'F 35 B STOV/L?



Lo Yakovlev Yak-141 (in caratteri cirillici Яковлев Як-141, nome in codice NATO Freestyle) era un aereo da caccia imbarcato VTOL progettato dall'OKB 115 diretto da Aleksandr Sergeevič Jakovlev e sviluppato in Unione Sovietica a partire dalla metà degli anni settanta.
Progettato per sostituire lo Yak-38, non entrò mai in servizio a causa della cancellazione del programma, avvenuta nel 1992. Le attività di sviluppo cessarono definitivamente nel 1993.



Alcuni Paesi, come Cina, India ed Argentina, mostrarono interesse per questa macchina. Il velivolo fu anche proposto in Occidente, ed inizialmente Alenia e British Aerospace si interessarono al Freestyle, vista l'esigenza di sostituire l'Hawker Siddeley Harrier. Lo stesso presidente Boris Yeltsin intervenne con alcuni decreti per favorire le esportazioni dell'aereo, o almeno una collaborazione di un partner estero.  Nonostante ciò, nessun ordine si concretizzò mai.

Successivamente, la documentazione tecnica venne offerta ai costruttori impegnati nel programma ASTOVL (Advanced Short Takeoff and Vertical Landing), e fu acquistata dalla Lockheed-Martin. Tale programma confluì poi nel JSF e quindi nel successivo F-35 lightning.



Negli anni settanta, l'unico caccia imbarcato operativo in Unione Sovietica era lo Yak-38 Forger. Questo velivolo, che all'epoca costituiva la sola componente ad ala fissa dell'aviazione imbarcata della VMF, aveva numerose limitazioni. Nel dettaglio, l'autonomia superava appena i 700 km, il carico bellico trasportabile era scarso e la velocità massima era di circa 1 000 km/h.
Le limitazioni del Forger erano tali che la decisione di intraprendere lo sviluppo di un nuovo caccia VTOL per la VMF venne presa pochi anni dopo l'ingresso in servizio dello Yak-38. Infatti, l'OKB Yakovlev iniziò gli studi sullo Yak-141 nel 1975, appena quattro anni dopo il primo volo del Forger.
I progettisti si resero conto che i problemi dello Yak-38 potevano essere risolti solo ricorrendo ad una macchina di dimensioni maggiori e con un impianto propulsivo più potente. Il risultato del lavoro dei tecnici Yakovlev fu l'Izdelye 48, un aereo in parte basato sul progetto del Forger: lo Yak-41. Il nuovo velivolo risultò il 30% più grande e pesante (a vuoto) del predecessore, con un peso massimo al decollo che era quasi il doppio.
Per spingere il velivolo a velocità adeguate, inoltre, fu necessario sviluppare un sistema propulsivo completamente nuovo.
Nel 1977, fu presa ufficialmente la decisione di procedere con lo sviluppo dell'aereo, e negli anni successivi venne anche intrapresa la costruzione di una Kiev modificata, la Baku, progettata appositamente per operare con lo Yak-41.
Nel 1985 venne deciso di modificarne le attitudini rendendo lo Yak-41 un caccia imbarcato multiruolo piuttosto che un intercettore rigidamente dedicato. La nuova versione (Izdelye 48M) ricevette il nome di Yak-41M. Le modifiche del progetto provocarono però forti ritardi nello sviluppo dell'aereo. Ulteriori ritardi furono anche provocati da limitazioni di budget e problemi nella messa a punto dell'impianto propulsivo: era infatti previsto che lo Yak-41M montasse motori ulteriormente perfezionati rispetto al precedente progetto.
Complessivamente, vennero costruiti quattro esemplari dello Yak-41M. I primi due (48-0 e 48-1) erano modelli non volanti, da utilizzare nelle prove a terra. Nel dettaglio, il 48-0 fu utilizzato per test statici e strutturali, mentre il 48-1 (conosciuto anche come o 48 giallo) venne impiegato per i test sui motori. Gli altri due, 48-2 (75 bianco) e 48-3 (77 bianco), furono usati per le prove in volo.
Un satellite spia occidentale fotografò uno dei prototipi intorno alla metà degli anni ottanta, presso il centro sperimentale Žukovskij. Il nuovo aereo ricevette il nome in codice Nato temporaneo di Ram-T.
Tuttavia, furono necessari ancora diversi anni per la messa a punto definitiva del velivolo. Infatti, il prototipo fu portato in volo per la prima volta solo il 19 marzo 1989. Ai comandi del velivolo c'era il pilota collaudatore Andrei Sinitsin. Il nuovo velivolo ricevette il nome in codice NATO di Freestyle.



Il primo decollo verticale ebbe invece luogo il 29 dicembre 1989.

Lo Yak-41 costituiva un deciso miglioramento rispetto allo Yak-38, sia in termini di prestazioni, sia di dotazioni avioniche.

La cellula dell'aereo era stata costruita facendo un ricorso piuttosto esteso ai materiali compositi. In particolare, il 28% del peso della struttura era costituito da fibra di carbonio. La restante parte dell'aereo, invece, era fatta principalmente in lega di titanio.

Il peso dell'aereo, a vuoto equipaggiato, era di 11 650 kg. Il peso massimo variava invece a seconda del tipo di decollo:
  • Decollo verticale: 15 800 kg.
  • Decollo corto: 19 500 kg.
Il Freestyle era caratterizzato da un disegno aerodinamico pulito, che, insieme ad un motore molto potente, rendeva possibile una velocità altamente supersonica.[5] L'apertura alare era relativamente ridotta, ed il carico bellico esterno poteva essere agganciato a quattro piloni sub-alari. Il fattore di carico massimo era di 7 g.
Il radar ed il sistema d'arma era praticamente identico a quello del MiG-29, con controlli di volo fly-by-wire.
Si trattava di un aereo monoposto, con un seggiolino eiettabile Zvezda K-36V tipo zero-zero.

Lo Yak-141 era un trireattore. I due turbofan per il decollo verticale erano degli RKBM RD-31D-41 da 4 100 kgf, sistemati in tandem direttamente dietro alla cabina di pilotaggio. I due motori, progettati appositamente per il nuovo aereo, erano inclinati in avanti di 5 gradi, ed avevano gli ugelli di scarico che si potevano deflettere per valori compresi tra +/-12,5 gradi.
Il motore principale per il volo "rettilineo" era un turbofan MNPL Soyuz R-79V-300 con ugello di scarico inclinabile. Questo era situato tra i piani di coda, appena dietro le ali. La potenza sviluppata dal motore era di 10.900 kg/s a secco e 15 500 con postbruciatore. Nel corso di un decollo/atterraggio verticale, l'ugello di scarico veniva inclinato di 90 gradi verso il basso, mentre nel caso di decollo convenzionale "corto" l'inclinazione era di 63 gradi.
La grande potenza del motore costituiva anche uno dei maggiori limiti dell'aereo in questione. Infatti, per far funzionare il sistema di sostentamento nei casi di decollo/atterraggio verticale, era necessario accendere il postbruciatore. I gas di scarico giungevano a temperatura elevatissima sulla pista, danneggiandola in modo serio. Quindi, fu necessario rivestire il ponte della portaerei Admiral Gorshkov con un particolare sistema di raffreddamento liquido, in modo da assorbire il calore prodotto dal motore.

Le prestazioni dello Yak-41M erano decisamente superiori a quelle del predecessore Yak-38. La velocità massima raggiungibile era:
  • 1 250 km/h a livello del mare;
  • 1 800 km/h (Mach 1,7) ad 11 000 metri.
La quota di tangenza massima superava i 15 000 metri. La velocità di salita era di 250 metri al secondo.
L'autonomia variava a seconda delle condizioni:

decollo verticale: 650 km senza armi esterne a livello del mare, 690 km con 2.000 kg di armamento (pista da 120 metri). Fino a 1 400 km tra i 10 000 ed i 12 000 metri senza serbatoio supplementare.
decollo corto: 2 100 km con serbatoio supplementare di carburante esterno (1 750 kg massimo).

Il Freestyle era in grado di imbarcare una grande varietà di missili, che potevano essere agganciati a quattro piloni sub-alari. L'armamento fisso era costituito da un cannone GSh-310 da 30 mm, posizionato in un alloggiamento in basso, situato davanti alla fusoliera.
I missili imbarcabili erano sia aria-aria, sia aria-superficie.

Missili aria-aria:
  • AA-8 Aphid
  • AA-10 Alamo
  • AA-11 Archer
  • AA-12 Adder
Missili aria-superficie:
  • AS-10 Karen
  • AS-14 Kedge
A questi, occorre anche aggiungere l'AS-17 Krypton antiradar da guerra elettronica, oltre a bombe a caduta libera, a grappolo e pods lanciarazzi. Il carico complessivo comunque dipendeva dal tipo di decollo. Infatti, nel caso si decollo verticale, il carico bellico ammesso era di 1 000 kg, mentre nel caso di decollo convenzionale raggiungeva il suo valore massimo di 2 600 kg.
Le prove di volo del nuovo aereo iniziarono poco dopo il primo volo. Durante una serie di voli, nell'aprile 1991, lo Yak-41M (che per le esibizioni era stato chiamato Yak-141) conseguì ben 12 record record mondiali per la categoria VTOL, riconosciuti dalla FAI. La designazione Yak-141 fu successivamente riutilizzata per le varianti da esportazione.
Secondo le intenzioni dei vertici delle forze armate sovietiche, lo Yak-41M avrebbe dovuto sostituire lo Yak-38 come caccia imbarcato a bordo delle quattro portaerei classe Kiev (Kiev, Minsk, Novorossijsk e Baku). Il primo appontaggio sulla portaerei Baku (che proprio in quel periodo sarebbe stata rinominata Admiral Gorshkov) ebbe luogo il 26 settembre 1991. Tuttavia, poco più di una settimana dopo, il 5 ottobre, un prototipo, a causa dell'ingestione di gas di scarico, compì un appontaggio piuttosto duro e rimase danneggiato.
Tuttavia, la crisi economica seguita alla dissoluzione dell'Unione Sovietica provocò la cancellazione della quasi totalità dei programmi militari. Questa sorte toccò anche allo Yak-141, che fu cancellato dalla VMF nel 1992.
Poco tempo dopo, iniziò anche la radiazione delle navi che avrebbero dovuto imbarcare il nuovo caccia. Il 30 giugno 1993, le portaerei Kiev, Minsk e Novorossijsk furono ritirate dal servizio, e successivamente vendute per la demolizione. L'unità superstite, l'Admiral Gorshkov, rimase in una situazione di operatività ridotta fino al 1995, anno in cui fu posta in vendita.
Nonostante la cancellazione del programma, l'OKB Yakovlev continuò a portare avanti lo sviluppo dello Yak-41M (o Yak-141) per il mercato estero. In particolare, l'esemplare 75 fu mostrato in volo nel settembre 1992 al Farnborough Air Show con lo scopo di attrarre finanziamenti esteri, ma senza successo. L'aereo, per l'occasione, era stato ridipinto come 141 bianco.

Per quanto riguarda i prototipi, non è chiaro il loro destino. Alcune fonti riferiscono infatti che l'unico esemplare rimasto fu smontato e chiuso in un hangar. Comunque, almeno uno Yak-141 risulta ancora in possesso delle forze armate della Federazione Russa.

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Il Main battle tank Type 96 (in cinese:96 式 Jiǔliù shì) o ZTZ-96



Il Type 96 (cinese:96 式 Jiǔliù shì) o ZTZ-96 è un carro armato da combattimento cinese di seconda/terza generazione. Basato sul Type 88, il carro è entrato in servizio nell'Esercito Popolare di Liberazione (EPL) nel 1997.



Storia

L'evoluzione dei carri cinesi può essere suddivisa in tre generazioni. La prima generazione comprende il Type 59, copia locale del sovietico T-54A, ed i suoi derivati. La seconda generazione inizia con il Type 80 e termina con il Type 88/96. La terza generazione invece origina dal Type 98.
La prima generazione di carri non riuscì a soddisfare i requisiti dell'ELP e, con la comparsa del T-72 nell'arsenale sovietico, la Cina proseguì nello sviluppo di nuovi carri, che portò ai progetti del WZ-122, del Type 80 e del Type 88; di questi, solo l'ultimo entrò in servizio nelle unità dell'ELP. L'esercito realizzò che comunque il Type 88 non era in grado di eguagliare le prestazioni dei progetti coevi della guerra del Golfo, così da questo carro venne realizzato il Type 96 e la sua evoluzione Type 96A.



Biathlon per carri internazionale

Nel 2014 la Cina partecipò con il Type 96A alla competizione detta biathlon per carri armati organizzato dalla Russia, contro i T-72B3 russi, classificandosi al terzo posto. La Cina partecipò nuovamente nel 2015, raggiungendo il secondo posto.

Schieramento

Il Type 96 è l'arma principale dell'ELP nelle zone collinari. Ogni battaglione schiera 36 carri, 10 carri per compagnia.



Varianti:
  • Type 96Versione domestica del Type 85II-AP, denominato anche Type 88C.
  • Type 96A / Type 96G: Il Type 96A o 96G è una versione migliorata di terza generazione, dotata di corazzatura modulare a freccia sulla parte frontale della torretta, simile a quella del Type 99, e di corazzatura reattiva sul piastrone frontale. Anche l'elettronica è portata allo standard Type 99. Questa versione può essere distinta dal Type 99 per la posizione del conduttore, sul lato sinistro dello scafo. e comprende anche una termocamera, un sistema di allarme lasersimile allo Shtora, un jammer elettro ottico capace di ingannare i missili guidati nemici, un telemetro laser ed un designatore. Il motore è potenziato a 800 hp.
  • VT-2: Variante export del Type 96A, presentato alla Defence Services Asia Exhibition del 2012.



Utilizzatori attuali:
  • Cina: Esercito Popolare di Liberazione – 36 battaglioni di Type 96A (1116 mezzi), 31 battaglioni di Type 96 (961 mezzi) al dicembre 2015.
  • Sudan: Esercito sudanese.


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giovedì 21 marzo 2019

Il Dassault Mirage IIIV VTOL



Il Dassault Mirage IIIV, scritto anche Mirage III V, era un velivolo da caccia prototipo e decollo verticale francese (VTOL) della metà degli anni '60 sviluppato e prodotto da Dassault Aviation.
  • Mirage IIIV - Aereo da caccia VTOL
  • fabbricante: Dassault Aviation
  • Primo volo: 12 febbraio 1965
  • Utente principale: Aeronautica francese
  • prodotto: 1965-1966
  • Numeri di esemplari costruiti:2
  • Sviluppato dal Dassault Balzac V.



Il Mirage IIIV era un derivato VTOL di un caccia convenzionale esistente, il Dassault Mirage III; la differenza principale tra i due tipi era l'aggiunta di otto piccoli getti di sollevamento verticali che si trovavano a cavallo del motore principale. Questi sollevatori sarebbero stati utilizzati durante i decolli e gli atterraggi verticali, ma sarebbero stati inattivi durante il volo orizzontale. Il Mirage IIIV era nato come risposta al rilascio di una specifica NATO, il requisito militare di base della NATO 3 (NBMR-3), che cercava un combattente da combattimento VTOL supersonico.
Il Mirage IIIV era un concorrente con il caccia P.1154 VTOL di Hawker Siddeley, cugino di Hawker Siddeley Harrier. Entrambi gli aerei hanno gareggiato per essere selezionati per soddisfare il requisito NBMR-3. Mentre il Mirage IIIV era comunemente considerato più appetibile dal punto di vista politico a causa dell'enfasi posta sullo sviluppo multinazionale e sui piani di produzione, il progetto di P.1154 (che utilizzava un solo motore) era visto come più diretto e pratico. 
Alla fine il P.1154 è stato selezionato per soddisfare il requisito NBMR-3 a scapito del Mirage IIIV. Uno dei due prototipi costruiti fu distrutto in un incidente; poco dopo la sua perdita, l'intero progetto fu abbandonato.
Da allora l'aereo superstite è stato posto in un museo a Parigi.



SVILUPPO E PROGETTAZIONE

Nell'agosto 1961, la NATO pubblicò una revisione aggiornata del suo requisito di combattimento da sciopero VTOL, requisito militare di base NATO 3 ( NBMR-3 ). Le specifiche richiedevano un caccia supersonico V / STOL con raggio di combattimento di 460 chilometri. La velocità di crociera doveva essere Mach 0.92, con alla velocità di Mach 1.5.  L'aeromobile, con un carico utile di 910 kg, doveva essere in grado di superare un ostacolo di 15 metri seguendo un decollo di 150 metri. La vittoria in questa competizione fu considerata di grande importanza in quel momento in quanto all’epoca sembrava potenzialmente il primo vero aereo da combattimento della NATO.
Durante gli anni '50 e '60, entrambi i produttori di aerei  Dassault Aviation francese e la società aerospaziale britannica Hawker Siddeley Aviation (HSA) erano profondamente interessate agli aerei da combattimento a decollo verticale / atterraggio (VTOL). 
HSA era già intenzionata a sviluppare una nuova generazione di aerei da combattimento che fossero capaci di velocità supersoniche. Il capo progettista della HSA, Sir Sydney Camm, decise che l'azienda doveva investigare sulle prospettive di sviluppo e produzione di un aereo da combattimento con capacità di decollo e atterraggio (VTOL) in grado di sostenere un combattimento.  Insieme al caccia subsonico Hawker P.1121 (che sarebbe poi diventato l’Harrier), fu studiato un progetto supersonico, designato come P.1150, tuttavia, il rilascio di NBMR-3, e successive revisioni ad esso, condusse alla proposta P.1150 considerata sottodimensionata e quindi insoddisfacente, cosa che indusse ad una profonda riprogettazione. Il nuovo design di un aeromobile fu inizialmente designato come P.1150 / 3 prima di essere ridesignato con la sigla P.1154 . 
Nel gennaio 1962, HSA sottopose il progetto P.1154 alla NATO tramite il Ministero dell'Aviazione. Il concorso NATO NBMR.3 attirò un totale di undici contendenti, tra cui la proposta Mirage IIIV di Dassault, che sarebbe stata vista come il principale concorrente del P.1154. Il supporto sostanziale per il Mirage IIIV proveniva dalla Gran Bretagna, il lavoro sul programma aveva coinvolto la British Aircraft Corporation (BAC), mentre il design guidato da Dassault aveva anche il favore di diversi membri del British Air Staff. 
Il P.1154 fu subito giudicato tecnicamente superiore; il Mirage IIIV aveva acquisito un maggiore livello di appetibilità politica a causa degli aspetti di sviluppo e produzione cooperativa proposti per il programma, in base al quale il lavoro doveva essere distribuito in un certo numero di nazioni membri della Nato. Il tentativo di assicurare la selezione dei rispettivi progetti fu oggetto di lunghe ed estenuanti manovre politiche da parte delle imprese e dei governi nazionali.
Nel maggio 1962, il P.1154 emerse come vincitore nella competizione per il NBMR.3 sul Mirage IIIV. 
Mentre il Mirage IIIV non fu selezionato per incontrare l'NBMR-3, tuttavia questo non portò a ordini per il concorrente P.1154.  
Il governo francese successivamente si ritirò dalla partecipazione una volta che il progetto Dassault risultò vittorioso. Il Mirage IIIV era stato rifiutato principalmente a causa della sua eccessiva complessità, in quanto utilizzava nove motori rispetto all'approccio monomotore del P.1154. 
Nel 1965, l'intero progetto della NATO fu chiuso senza troppe cerimonie. 



DASSAULT BALZAC V

Poiché i motori di sollevamento Rolls-Royce RB162 che erano stati specificati per il Mirage IIIV non erano previsti prima del 1963, Dassault decise di modificare il primo prototipo Mirage III in un banco di prova VTOL provvisorio; in questa configurazione, divenne Balzac V. Questo era equipaggiato con otto motori di sollevamento Rolls-Royce RB.108 insieme a un unico Bristol Orpheus BOr 3 non controllato come motore principale. 
Un obiettivo chiave per il prototipo Balzac era di mettere a punto il sistema di autopilota, che era identico all'unità che era stata proposta per l'uso con il Mirage IIIV, così come il sistema di sollevamento e transizione. 
I Balzac iniziarono a volare in volo sospeso il 12 ottobre 1962 e raggiunsero il primo hover libero solo sei giorni dopo. Il primo passaggio accelerato dal decollo verticale al volo orizzontale ebbe luogo nella sua 17a sortita il 18 marzo 1963. L'aereo ebbe due incidenti mortali, uno nel gennaio 1964 e uno nel settembre 1965. Dopo l'ultimo incidente l'aereo non fu riparato. 



MIRAGE III V

Nel frattempo, il Balzac aveva portato al Mirage IIIV definitivo, che era grosso modo il doppio del precedente. Una coppia di prototipi Mirage IIIV furono costruiti, il primo dei quali condusse il suo primo trial in volo sospeso il 12 febbraio 1965. L’aereo era spinto da un singolo motore a turbogetto JTF10 di Pratt & Whitney, designato come TF104. Il motore TF104 fu originariamente valutato su un aereo di prova aereo appositamente costruito, il Mirage IIIT, che condivideva molte somiglianze con il progetto di base del design Mirage IIIC, con l'eccezione delle modifiche per ospitare il motore selezionato. 
Il motore TF104 fu presto sostituito da un motore TF106 potenziato, con una spinta di 74,5 kN, prima che il primo prototipo facesse il suo primo passaggio in volo avanti nel marzo 1966. 
Il prototipo conseguì successivamente Mach 1.32 durante i voli di prova.
Nel giugno 1966, il secondo prototipo, che prevedeva un motore a turbogetto TF306 per la spinta in avanti di 82,4 kN, fece il suo primo volo. Nel settembre di quell'anno raggiunse Mach 2,04 in volo livellato, ma fu perso in un incidente il 28 novembre 1966. Il Mirage IIIV non fu mai in grado di decollare verticalmente e raggiungere con successo il volo supersonico durante lo stesso volo.
La perdita del secondo prototipo aveva effettivamente ucciso il programma e, di fatto, ogni prospettiva per un caccia a decollo verticale da Mach 2 operativo. Il concorrente Hawker P.1154 fu cancellato nel 1965 dal governo proprio mentre i prototipi erano in costruzione; tuttavia, il suo cugino subsonico, l'aereo d'attacco Hawker-Siddeley Kestrel VTOL stava volando in prove tri-partite con Regno Unito, Stati Uniti e Germania Ovest. I francesi preferirono il Mirage IIIV e la cooperazione internazionale che sarebbe stata necessaria per portare il P.1154 nella realtà non si materializzò mai.
Alcune tecnologie del P.1154 confluirono nel Kestrel e nell' Harrier di grande successo. Il Mirage IIIV non fu mai stato un aereo da combattimento realistico; gli otto motori di sollevamento sarebbero stati probabilmente un incubo di manutenzione, e certamente il loro peso imponeva una gamma severa e una penalità di carico utile sull’aeromobile.



DESIGN

Il Dassault Mirage IIIV era un velivolo da combattimento decollo / atterraggio verticale supersonico VTOL. Condivide la disposizione generale dei precedenti combattenti Mirage, ma presentava una fusoliera lunga e relativa ampia insieme a un'ala più grande; il Mirage IIIV era considerevolmente più grande degli aerei da combattimento contemporanei della sua era. Simile al precedente banco di prova Balzac V, il Mirage IIIV fu equipaggiato con un totale di nove motori: un singolo turbocompressore modulato Pratt & Whitney JTF10, denominato SNECMA , designato TF104, in grado di produrre fino a 61,8 kN di spinta e otto motori Rolls-Royce RB162 -1, ciascuno in grado di generare una spinta massima di 15,7 kN, montati verticalmente a coppie attorno alla fusoliera centrale.



Una caratteristica fondamentale del Mirage IIIV per migliorare le prestazioni di volo verticale è stata l'installazione di sportelli deflettori di spinta mobili davanti agli ugelli posti nella parte inferiore dell'aeromobile. Questi sarebbero inclinati di 45 ° all'indietro mentre erano a terra, disperdendo sia i detriti che i gas caldi dall'aereo. Con l'accelerazione dei motori a piena potenza, queste porte si sarebbero automaticamente abbassate di 90° per ottenere la massima spinta di sollevamento. Il Mirage IIIV volava a Mach 1.15 a bassa quota e Mach 2.3 in quota.
Durante lo sviluppo, molti elementi dell'abitacolo e dell'elettronica ausiliaria del Mirage IIIV furono in seguito riutilizzati sul convenzionale Mirage IIIF, che in seguito venne nuovamente designato come Mirage F1.



SPECIFICHE TECNICHE:
  • Equipaggio: 1;
  • Lunghezza: 18 m;
  • Apertura alare : 8,72 m;
  • Altezza: 5,55 m;
  • Peso caricato: 12.000 kg;
  • Motopropulsore: 1 × Turbofan Snecma TF104B, 4,725 kg; 8 × Rolls-Royce RB162 lift turbojet, 2.000 kg cad;
  • Velocità massima: Mach 2.04.

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