lunedì 27 maggio 2019

Il Trieste, distintivo ottico L 9890: capacità operative





Il Trieste, distintivo ottico L 9890, è un'unità anfibia multiruolo della Marina Militare, classificata ufficialmente come LHD (portaelicotteri d'assalto anfibio) e ordinata a seguito del programma navale 2014-2015, costruita nei cantieri navali di Castellammare di Stabia della Fincantieri.

Progettazione e costruzione

Facente parte delle unità previste con la legge navale 2014-2015, la nuova portaerei avrà un dislocamento a pieno carico di circa 33.000 tonnellate e una lunghezza, fuori tutto, di circa 245 metri, detenendo così il titolo di unità più grande della flotta. Il progetto innovativo si rifà allo stile adottato anche dalle portaerei britanniche classe Queen Elizabeth. Infatti presenterà due isole distinte, la prima (quella a proravia) per la navigazione, la seconda (a poppavia) per la gestione ed il controllo delle operazioni di volo. Questo assetto ha una triplice funzione, garantendo infatti un maggior raggio visivo, più spazio sul ponte di volo e anche una gestione più fluida ed efficiente delle varie attività.
Il ponte di volo ha una lunghezza di 230 metri ed una larghezza di 36 metri, con un totale di 9 punti per mezzi aerei. È dotato di 2 elevatori per aeromobili (15 m x 15 m) con una portata massima di 42 tonnellate.



Secondo i dati dichiarati, la nave è dotata di un bacino di sbarco allagabile al di sotto dell'hangar, che consente di utilizzare mezzi anfibi tipo LCM (Landing Craft Mechanized), gommoni a scafo rigido (RHIB), aeroscafi LCAC(noti comunemente come hovercraft), L-CAC e i più innovativi mezzi da sbarco anfibio rapido (L-CAT) in dotazione alle marine NATO ed europee.A differenza della portaeromobili Cavour, che ha un'unica aviorimessa riconfigurabile in ponte veicoli non allagabile, questa unità dispone, al di sotto del ponte di volo, di due ulteriori ponti, di cui uno è un'aviorimessa di 2300 m² (e 530 metri lineari di corsia per parcheggio mezzi) con paratie rimovibili come nel Cavour (in modo da raggiungere i 2600 m²), collegata ad un ponte inferiore di 2200m², diviso in un'autorimessa da 700m² con 253 metri lineari per parcheggio mezzi e in un bacino allagabile (55 m x 15 m), dimensionato per l'ingresso di 4 LCM-1E o 1 LCAC.
Rispetto al Cavour questa LHD non avrà, almeno da progetto, il trampolino (ski-jump) sul ponte di volo per facilitare il decollo degli aerei STOVL, benché nella scheda tecnica la presenza di tali mezzi sia certificata.
Il gruppo motore ha due assi con eliche pentapala a passo variabile e due timoni compensati a spada, due pinne stabilizzatrici retrattili, due eliche di manovra prodiere ed un'elica di manovra poppiera intubate, che garantiscono una maggiore manovrabilità in spazi ristretti rispetto alla sola accoppiata timoni/eliche.
Il taglio della prima lamiera è avvenuto il 12 luglio 2017 nello stabilimento Fincantieri di Castellammare di Stabia, mentre, poco più di 7 mesi dopo, il 20 febbraio 2018, ha avuto luogo l'impostazione della chiglia sullo scalo del cantiere navale stabiese, dando il via alla costruzione della nave. Essa è stata varata e contestualmente battezzata il 25 maggio 2019, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, cerimonia cui ha fatto da madrina la figlia.
Si prevede che nave Trieste entri in servizio nel 2022, andando a sostituire il Giuseppe Garibaldi e il San Giusto, che saranno dismessi di conseguenza.



Armamento

L'unità presenta sistemi d'arma di ultima generazione.
Per quanto riguarda il comparto d'artiglieria, sono presenti:
  • 3 cannoni multiruolo Leonardo 76/62 (due a prua e uno a poppa) del tipo Super Rapido MF Davide, con munizionamento guidato e predisposizione per il nuovo munizionamento Vulcano;
  • 3 torrette mitragliere a controllo remoto OTO Melara 25/80 equipaggiate con un cannone Oerlikon KBA da 25 mm (25x137mm);
  • 2 lanciarazzi OTO Melara ODLS-20 per il lancio di ingannatori (esche elettroniche) subacquei ed aerei.

Il comparto missilistico comprende invece:
  • predisposizione per 2 lanciatori verticali (VLS Sylver) da 8 celle (uno a prua e uno a poppa) per una capacità totale di 16 missili Aster 15/30.

Anche la sezione sensoristica potrà vantare tecnologie avanzatissime:
  • PAR SPN-720, radar di approccio di precisione, sistema volumetrico 3D capace di inseguire 300 tracce e 12 bersagli contemporaneamente, portata superiore ai 200 km;
  • Radar Kronos Power Shield (AESA in banda L), un sistema di sorveglianza multifunzione, con una portata di 1 500-2 000 km;
  • IFF SIR-M-PA, radar secondario per l'identificazione di navi ed aeromobili;
  • Radar Kronos bibanda (DBR AESA 4FF): banda C (Kronos Quad - Fitted For) e banda X (Kronos StarFire);
  • TACAN AN-553/N, per avvicinamenti di precisione ed invio di informazioni agli aerei in volo;
  • Sistema EWS "Zeus", dotato di un sottosistema di attacco elettronico estremamente potente basato su moduli GaN TRX a stato solido. La componente elettronica di scoperta (EW) è integrata con un RESM (Intercettatore di emissioni Radar), RECM (Ingannatori radar) e CESM (Intercettatore di comunicazioni radio) efficaci sia in alto mare che in acque costiere, con una sorveglianza marittima e valutazione della situazione avanzate tramite ELINT e COMINT avanzati caratteristiche, fino ad un innovativo algoritmo SEI;
  • Sistema automatico per la direzione delle operazioni di combattimento - SADOC 4.



Il cannone Leonardo 76/62 è caratterizzato da una cadenza di tiro molto elevata, soprattutto nella versione Super Rapido (120 colpi al minuto), che lo rende particolarmente adatto per la difesa antiaerea e anti-missile e per la difesa di punto, anche se, visto il suo calibro, può essere usato anche in altri ruoli come il bombardamento navale e costiero. Il cannone è dotato di munizionamento convenzionale, che varia a seconda del tipo di impiego e la sua polivalenza di usi è data anche dalla gran quantità di tipi di munizionamento che vanno dall'incendiario al perforante, fino ai proiettili a frammentazione con spoletta di prossimità. L'intero sistema è inoltre molto compatto ed è quindi installabile anche su navi di piccole dimensioni come le corvetta o le vedette costiere, oltre ad essere completamente controllabile da remoto. Recentemente è stato aggiunto il nuovo munizionamento guidato DART.
Questo cannone ha rappresentato un notevole successo commerciale, essendo stato adottato da 53 marine: l'ultimo importante successo è stato lo scalzare il cannone navale da 100 mm della marina francese nel progetto Orizzonte.
Nel sistema di controllo del fuoco del cannone nel corso degli anni c'è stata un'evoluzione. Le prime versioni erano dotate del radar RTN-10X Orion della Selenia. A partire della metà degli anni ottanta venne utilizzato il RTN-30X (SPG-73) nel sistema di difesa di punto Dardo-E e poteva essere abbinato oltre che all'Otobreda Compatto e Super Rapido anche al cannone da 127/54, al Breda Dardo e ai missili Sea Sparrow/Aspide. Il sistema Dardo-E fece il suo debutto nella Marina Militare sull'incrociatore portaeromobili Garibaldi, ma il radar RTN-30X era già stato imbarcato sulle Maestrale, dove però alle due torrette binate del CIWS Dardo erano asserviti due radar RTN-20X, mentre le prime unità equipaggiate con sistema Dardo-E con il 76mm Super Rapido sono stati i due cacciatorpediniere lanciamissili Audace dopo gli ammodernamenti e le prime unità ad essere equipaggiate sin dalla costruzione con il Dardo-E abbinato ai 76mm SR furono i due cacciatorpediniere Classe Durand de la Penne.
Il munizionamento guidato anti-missilistico Davide: in pratica si tratta di missili senza motore (proietti), decalibrati rispetto al cannone, che possono correggere la loro traiettoria per controbattere le manovre del missile bersaglio e intercettarlo. Si tratta di un sistema di difesa anti missile delle navi a corto/cortissimo raggio, basato sull'impiego delle nuove centrali di tiro multisensore degli impianti da 76/62 Super Rapido, capace di sparare una munizione guidata e quindi di correggerne la rotta anche in volo indirizzandola sull'obiettivo.
La tecnologia sviluppata da Leonardo è stata montata per la prima volta sulle fregate multimissione italiane del programma italo-francese FREMM.
Il sistema Davide/Strales abbinato al sistema di controllo di tiro Dardo-F, che controlla sia il bersaglio che il proiettile, è installabile anche sulle vecchie torrette con poche modifiche, mediante l'aggiornamento del firmware di controllo, l'aggiunta del radar di guida in banda Ka e scudo stealth. La torretta mediante il radar produce quattro fasci che vengono proiettati sul bersaglio e il proiettile viene radiocomandato nella sua direzione in modo tale che rimanga all'interno dei fasci. I proiettili DART sono un sottocalibro da 42 mm e grazie ad un adattatore raggiungono i 76 mm del calibro del cannone, hanno delle alette canard che gli permettono di manovrare e la sezione di coda ha sei pinne fisse e il ricevitore radio.
All'inizio dell'estate del 2008 NAVARM ha richiesto l'aggiornamento di un cannone al sistema Davide/Strales proveniente da un pattugliatore classe Cigala Fulgosi. Le prove sono state effettuate con successo presso il Poligono Interforze di Salto di Quirra nel marzo 2009 e hanno visto lo sparo contro bersagli a 8 km di due proiettili singoli e di una raffica da tre proiettili, che è quella attualmente nell'impiego antimissile. Il sistema dopo essere stato testato sul pattugliatore Comandante Foscari con prove di tiro con le nuove munizioni guidate in accoppiamento con il radar NA-25X, dopo aver terminato le prove è rimasto pienamente funzionante a bordo della nave.

L'Oerlikon KBA da 25 x 137 mm è un cannone automatico di progettazione svizzera Oerlikon-Bührle e ora prodotto dalla Rheinmetall Defence. Spesso è usata come Arma antiaerea impiegata in sistemi come il sofisticato DIANA trainato, in installazione binata, o in blindati come l'AIFV Dardo, il semovente d'artiglieria contraerea SIDAM 25 ed altre in installazioni singole, binate o quadrinate ed anche imbarcato su unità navali dove viene usato anche come CIWS.
La versione per i cannoni CIWS Seaguard, presente in montatura quadrinata, ha invece una cadenza di 800 colpi al minuto per canna, 3200 totale.
L'affusto Oto Melara 25/80 Spallaccia è stato scelto come successore del vecchio Affusto da 20mm, rispetto al quale il modello KBA è dotato di caratteristiche di potenza superiori, come il proiettile da 180 grammi anziché 120, mentre la munizione nel suo complesso pesa certamente 300 grammi più rispetto al tipo precedente. L'arma ha nervature laterali di rinforzo e per aumentare la superficie a contatto con l'aria, accorgimento che aiuta a raffreddarne la canna, priva di un sistema ad acqua o altro liquido.
La mitragliera KBA da 25mm oltre ad essere più potente ha anche una cadenza di tiro quasi uguale (inferiore appena del 5%) rispetto alla mitragliera da 20mm risultando così più potente in maniera rimarchevole, ma non avendo sistemi di controllo del tiro particolarmente sofisticati, è relegata alle stesse distanze di tiro e inoltre l'alzo è limitato da 60 ad appena 50 gradi per cui essa è più idonea al tiro contro bersagli di superficie o quantomeno a basse quote. Il peso è se non altro solo marginalmente maggiore, essendo di 1.050 kg senza munizionamento e di 1.200 kg pronta al fuoco. Le dimensioni sono di 1,60 m di larghezza, 3,844 metri di lunghezza e 1,8 metri di altezza massima. La cadenza tiro è di 550 proiettili al minuto e con 272 proiettili pronti al fuoco senza necessità di ricarica; la scelta tra munizioni perforanti decalibrate od esplosive consente una vasta gamma d'impiego; questo anche grazie alla portata effettiva di tiro che si attesta sui 2.000 metri. Le mitragliere non sono asservite ad alcuna apparecchiatura per la direzione del tiro o radar e per la mira l'operatore, che siede dietro l'affusto, si serve di un puntatore optronico, con possibilità di visione notturna, coassiale rispetto alla canna. La mitragliera, movimentata da servomotori, ha la possibilità di essere alimentata da fonti elettriche diversificate per motivi di ridondanza: normalmente l'alimentazione proviene dall'impianto elettrico della nave ma, in caso di necessita o in emergenza, sono installate delle batterie a 24 V che consentono di avere 30 minuti di autonomia; successivamente i 30 minuti il controllo ed i movimenti sono completamente manuali.
L'Oerlikon KBA 25/80, essendo in servizio sulla classe Comandanti, sui pattugliatori classe Cassiopea I e Cassiopea II, sulle corvette Minerva sulla portaerei Cavour, sulla unità della classe Orizzonte e sulle nuove FREMM, può essere ormai considerata come uno standard assodato per la Marina Militare Italiana, dove viene principalmente utilizzata come arma antiaerea per la difesa di punto e trova posto anche sul pattugliatore Saettia della Guardia Costiera Italiana.
Il più potente cannone Oerlikon KBB da 25/92 spara la cartuccia calibro 25x184.

Il Decoy Launching System (ODLS-22) è un sistema telecomandato adatto al lancio di diversi tipi di munizioni multiuso. Le versioni speciali possono lanciare razzi di calibro diverso da 105 mm - 118 mm che rappresenta la dimensione standard. L'ODLS è stato progettato per il dispiegamento accurato delle esche, fornendo così una difesa passiva per una nave contro i missili radar e IR homing missili e può anche essere impiegato nel ruolo di bombardamento a terra.
Le caratteristiche principali dell'ODLS sono:
Capacità di caricare contemporaneamente diversi tipi di razzi (Chaff, IR, IR, illuminante);
Selezione automatica del tipo di razzo da sparare;
Azione d'innesto continuo grazie alla rapida ricarica delle unità di lancio;
Controllo automatico completo da parte dell'EWS della nave;
Funzionamento sicuro in tutte le condizioni operative;
Nessuna penetrazione sul ponte.




Il Sylver è un tipo di sistema lanciamissili a lancio verticale per missili progettato e sviluppato dall'industria francese DCNS.
Il Sylver trova posto nelle portaerei Charles De Gaulle e Cavour e nelle nuove unità italo/francesi Orizzonte e FREMM per il lancio di missili MBDA Aster15/30. Il sistema accoppiato ai missili Aster 30 è una componente fondamentale del sistema antiaereo PAAMS. Tra i sistemi a lancio verticale il Sylver è quello che ha la più alta cadenza di tiro, potendo lanciate fino ad 8 missili al secondo ed è in grado di effettuare il lancio di un missile in soli 150 millisecondi.
Il lanciatore ha diverse versioni ognuna distinta dall'altra per l'altezza:
  • La versione A-35 è stata sviluppata per le unità francesi per missili Mica VL e VT1
  • La versione A-43 è stata sviluppata per il lancio di missili a corto raggio superficie-aria
  • La versione A-50 per missili antiaereo a lungo raggio PAAMS
  • La versione A-70 per missili a lungo raggio superficie-superficie Scalp Naval.

La sigla numerica si riferisce alla lunghezza del missile in decimetri. Per esempio la sigla A-70 indica una lunghezza di 7 metri.
Il Sylver è costituito da un modulo di 8 celle che occupa circa 6 metri quadrati.

Aster è una famiglia di missili antiaerei superficie/aria costruiti da Eurosam, un consorzio Europeo formato da MBDA Italia, MBDA Francia e Thales. La famiglia è composta da due varianti Aster 15 con gittata di 30 km e Aster 30 con gittata di 120 km, Il sistema di guida si avvale di un radar attivo nella fase finale, mentre nella fase di crociera il missile riceve aggiornamenti tramite un data-link. I missili Aster sono progettati per essere utilizzati sia da unità navali che da lanciatori terrestri.
La versione 30 differisce dalla 15 per la presenza di un primo stadio (booster)..In entrambi i missili, la parte che effettua l'intercettazione (dardo) è caratterizzata dai sistemi di manovra PIF (dal francese Pilotage en Force) e PAF (Pilotage Aerodinamic Fort). Il PAF è una architettura nella quale parte dei timoni (TVC) viene investita dal flusso aerodinamico generato del motore a razzo, mentre il PIF è basato su getti di aria compressa che modificano rapidamente la traiettoria del missile. Il PIF viene usato soprattutto in prossimità del bersaglio, dove la forza aerodinamica generata dai timoni classici ha un'isteresi più alta e quindi non è in grado di far cambiare traiettoria al missile con sufficiente rapidità, peggiorando le caratteristiche di precisione del sistema d’arma.




La possibilità di imbarcare la futura versione antimissile dell’Aster 30, riflette la volontà e la necessità della Marina di dover gestire un ridotto numero di unità che devono avere le maggiori caratteristiche di flessibilità per poter essere impiegate in tutti gli scenari possibili, dal concorso alle operazioni di protezione civile, grazie all’ospedale completamente attrezzato di standard NATO Role 2E ed alle ampie capacità di carico nel garage, a scenari di guerra complessi con la presenza di pesante minaccia missilistica.

IMPIANTISTICA RADAR

L’apparato KRONOS® Power Shield imbarcato sulla LHD TRIESTE è un radar multifunzione in banda D-Band AESA progettato per la sorveglianza e la difesa dei missili balistici tattici di allarme rapido navale.
KRONOS® Power Shield è stato progettato per applicazioni navali e funziona sia in modalità di rotazione che di puntamento.
La famiglia di radar KRONOS, la caratteristica chiave dell'architettura Power Shield di KRONOS è la sua antenna completamente digitale basata sulla tecnologia già collaudata attraverso i radar multifunzione AESA (Active Electronically Scanned Antenna) in servizio. Il blocco centrale dell'antenna digitale è il DAT, Digital Active Tile, che implementa una catena radar completa per ogni singolo elemento radiante, a partire dalla generazione di forme d'onda fino all'ADC a banda larga.
Il KRONOS Power Shield copre l'intero spettro delle capacità BMD necessarie per un radar di allarme rapido (EWR) in scenari moderni e complessi.
Difesa tattica contro i missili balistici
Elevata velocità di trasmissione dati ed eccellente precisione di rilevamento per un tempestivo avvio della fase discendente dei missili balistici tattici (TBM).
Sorveglianza tattica dei missili balistici
Portata molto estesa per la sorveglianza su vasta area e l'avvio di allarme rapido delle TBM a fase ascendente. Flessibilità di missione per supportare l'aggiornamento tattico dell'immagine o il cueing al FCR per la reazione autonoma contro la respirazione aerea e le minacce balistiche tattiche.
Caratteristiche principali:
  • Eccellente precisione di tracciamento grazie al monopulso digitale bidimensionale basato sull'ingresso a singolo elemento
  • Risoluzione ad alta portata (banda larga) per discriminare il booster TBM dal veicolo di rientro TBM.
  • Funzionalità ECCM avanzate e soppressione dell'ingombro/multipath mediante ADBF (Adaptive Digital Beamforming)
  • Funzionamento dell'antenna fissa per l'estensione delle prestazioni radar




Radar Kronos bibanda (DBR AESA 4FF): banda C
Il nuovo radar bi-banda a quattro facce fisse basato su tecnologia AESA, grazie all'elevato livello di integrazione e scalabilità, è adatto all'installazione su differenti piattaforme navali garantendo migliori performance globali contro minacce aeree altamente manovranti e missili balistici. La re-configurazione e l'allocazione dinamica delle attività permettono di eseguire contemporaneamente funzioni di sorveglianza, tracciamento dedicato, guida missile, supporto al tiro e attacco in tutte le direzioni.




L’importanza della suite elettronica imbarcata dalla LHD TRIESTE la rende in grado di sorvegliare e tracciare in modo multifunzione sino a 1.500 – 2.000 km di distanza bersagli come missili balistici e cruise in arrivo, potendo così attivare le difese antimissile della Squadra Navale e della Difesa Nazionale, grazie al citato sensore Kronos Power Shield AESA in banda L di Leonardo accoppiato con un altro sistema Kronos bi banda C ed X AESA sempre di Leonardo, il tutto posto a servizio dell’avanzatissimo CMS SADOC 4 (Sistema Automatico Direzione Operazioni Combattimento) di manifattura italiana (Leonardo) dove confluiscono anche i dati del potente sistema di guerra elettronica installato EWS “Zeus“ che è il vero valore aggiunto della nave, unitamente, al poter imbarcare uomini e mezzi della forza da sbarco ed alla possibilità di dosare la composizione del gruppo aeromobili imbarcato in rapporto alla missione da compiere, oltre in futuro la possibilità di installare anche i missili antimissile Aster 30 block 1 NT.




Il sistema integrato di combattimento Sadoc 4 della società Leonardo appartiene a una nuova generazione di sistemi di comando e controllo per la Marina Militare Italiana capace di recepire i cambiamenti tecnologici derivanti dall’evoluzione dei paradigmi d’interazione uomo-macchina. Passando dall’uso di dispositivi hardware dedicati (pedali e tastiere) verso una modalità multi-touch, Sadoc 4 ridefinisce le dinamiche di accesso a comandi e informazioni, modifica l’organizzazione dei task degli operatori e applica principi ergonomici, riducendo i tempi decisionali e definendo nuove logiche di lavoro, nel rispetto delle medesime necessità operative. Lo sviluppo del sistema ha coinvolto competenze eterogenee in un arco temporale di due anni: designer, esperti tecnologici, esperti di dominio e utenti, producendo cinque concept evolutivi, 40 workshop di progetto e cinque prototipi coordinati. Leonardo è un'azienda globale ad alta tecnologia, con sede in Italia, leader nei settori aerospaziale, difesa e sicurezza. E' presente in 180 siti in tutto il mondo con oltre 45.000 dipendenti e una significativa presenza industriale nei più importanti mercati internazionali. Leonardo era alla ricerca di un nuovo paradigma per affrontare la progettazione e le interazioni del loro sofisticato sistema di controllo con l'obiettivo generale di ridurre i tempi del processo decisionale. Dopo 2 anni di lavoro, 5 prototipi coordinati e circa 100 persone che lavorano insieme tra progettisti ed esperti di tecnologia e domini, Digital Entity, insieme a professionisti della Marina Militare Italiana e Leonardo, ha fornito SADOC 4, un nuovo sistema di controllo multitouch-based. Il sistema SADOC 4 è caratterizzato da un'architettura aperta, modulare e riconfigurabile: ridefinisce la logica di accesso ai comandi e alle informazioni, applica i moderni principi ergonomici e, allo stesso tempo, mantiene i più elevati standard di prestazioni e sicurezza. Mentre l'utente è sempre un elemento fondamentale per un buon design, per SADOC 4 è stato ancora più rilevante. Digital Entity ha coinvolto intensamente gli utenti finali nella fase di co-design e testing fin dall'inizio del progetto per garantire la fornitura di un prodotto di alta qualità e incentrato sull’utente.

CAPACITA’ AEREE

L'unità presenta un ponte di volo di 230 × 36m, coprendo così un'area di circa 7400 m², con 9 punti di decollo per elicotteri pesanti o per 4 caccia F-35B.
Inoltre, il ponte può ospitare, in condizioni di piena operatività, circa 14-20 aeromobili in diverse configurazioni (presumibilmente anche 4-6 F-35B a poppa e 8-10 elicotteri a prua). L'aviorimessa di 2600 m² è dimensionata per l'ingresso di massimo 14 aeromobili, anch'essi in diverse configurazioni. Sono infine presenti a poppa due elevatori 15 × 15m per un carico massimo di 42 tonnellate.




Il Lockheed Martin F-35 Lightning II è un caccia multiruolo monoposto di 5ª generazione, a singolo propulsore, con ala trapezoidale a caratteristiche stealth. Le sue capacità multiruolo lo rendono utilizzabile per compiti di supporto aereo ravvicinato, bombardamento tattico e missioni di superiorità aerea.
L'F-35 possiede un display di tipo "panoramic cockpit display (PCD)" con dimensioni di 50 x 20 cm. Un sistema di riconoscimento vocale permette di aumentare le capacità del pilota di interagire con il velivolo. L'F-35 sarà il primo aereo ad ala fissa operativo ad usare questo sistema.
Un sistema di visualizzazione sull'elmetto sarà integrato in tutti i modelli dell'F-35. L'F-35 sarà il primo caccia moderno ad essere progettato senza dotazione di HUD. Il pilota può manovrare l'aereo tramite un sidestick sul lato destro e una manetta per il controllo della spinta a sinistra.
In tutte le varianti dell'F-35 sarà impiegato il sedile US16E, costruito dalla Martin-Baker, che soddisfa i requisiti sulle performance ed impiega un sistema a doppia catapulta contenuto in binari laterali.
Il sensore principale è il radar APG-81, progettato dalla Northrop Grumman Electronic Systems. Verrà integrato dal sistema elettro-ottico di puntamento, montato sotto il muso dell'aereo e progettato dalla Lockheed Martin e dalla BAE. Lungo tutto l'aereo sono distribuiti ulteriori sensori elettro-ottici, come parte del sistema AN/AAS-37, che funge da sistema di allerta per il lancio di missili e può aiutare la navigazione e le operazioni notturne.
il sistema software che gestirà l'aereo sarà costituito da 8,3 milioni di linee di codice, che gli consentirà di gestire i controlli di volo, le funzionalità del radar, comunicazioni, navigazione, identificazione, gestire gli attacchi elettronici, integrare i dati dei sensori, dispiegare le armi. Per capire la portata del sistema software basti confrontarlo con l'F22 raptor, primo aereo di quinta generazione, che ha "solo" 2 milioni di righe di codice.
Il cacciabombardiere stealth F-35B è la  versione a decollo corto e atterraggio verticale (STOVL). Questa versione è destinata in particolar modo al Corpo dei Marines, alla Royal Navy, alla RAF, alla Marina Militare Italiana e all'Aeronautica Militare italiana. Il BF-6, primo modello di produzione per il corpo dei Marines, ha effettuato il volo inaugurale il 25 ottobre 2011. Il 31 luglio 2015 è stata dichiarata la IOC (Capacità Operativa Iniziale) per il corpo dei Marines. L'F-35B è quindi la prima versione a entrare in servizio attivo.
Differisce dalla versione base per:
  • 1x Pratt & Whitney F135-PW-600 da 128,1kN a secco e 191,3kN (con postbruciatore), ed ugello di scarico orientabile verso il basso;
  • 1x Lift Fan da 89kN della Rolls-Royce, con flabelli mobili inferiori che permettono di orientare la spinta di 15º-30º in avanti o all'indietro rispetto alla verticale, installato dietro l'abitacolo:
  • 2x ugelli per la stabilizzazione laterale posti nelle ali;
  • riduzione della capacità interna di carburante a 6 045 kg;
  • riduzione del volume utile della stiva armi interna;
  • assenza del cannone interno (previsto in un pod sotto la fusoliera);
  • sonda retrattile per il rifornimento in volo;
  • tettuccio accorciato per la presenza del Lift Fan.
  • struttura riprogettata/alleggerita nella parte posteriore dell'abitacolo al fine di posizionare la ventola aggiuntiva.

Tutte le operazioni di volo sul ponte sono controllate dall'isola di poppa.

Capacità anfibie

Le capacità anfibie della nave sono molto avanzate, essendo queste la principale arma dell'unità.
Il secondo ponte, sotto l'hangar, con un'area di 2300 m², presenta infatti un bacino allagabile 55m x 15m dimensionato per l'ingresso di 4 LCM, denominati LC23, o 1 LCAC / LCAT.
Gli LCM, saranno in grado di trasportare: 1 Ariete, 5 Iveco LMV Lince, oppure 1 Centauro, 1 Freccia o 300 soldati.

Area ospedaliera

La nave sarà dotata anche di un ospedale completamente attrezzato con sale operatorie, laboratori di radiologia e analisi, gabinetto dentistico e zona degenza per 28 ricoverati gravi, per un totale di 700 m²; mentre ulteriori posti letto saranno sistemati in moduli contenitorizzati, all'uopo predisposti.

(Web, Google, Wikipedia, You Tube, RID Portale Difesa)

















































domenica 26 maggio 2019

Il concorrente italiano per il programma statunitense FFG(X) è giunto a Norfolk




Il cacciatorpediniere statunitense USS Gonzalez (DDG 66) e la fregata italiana ITS Alpino (F 594) navigano insieme durante un esercizio di passaggio il 17 maggio. La fregata FREMM della Marina Militare Italiana ITS Alpino (F594) è arrivata a Norfolk, in Virginia, per la prima tappa del suo tour nordamericano.

Il tour aiuterà Fincantieri, e l'industria italiana, a presentare il design della fregata FREMM che Fincantieri sta offrendo per la prossima fregata della US Navy, chiamata FFG(X).

L’Alpino è arrivata a Norfolk Station Norfolk il 17 maggio e rimarrà fino al 24 maggio. Prima di effettuare il primo scalo portuale del suo tour in Nord America, la fregata si è incontrata in mare con il cacciatorpediniere della Us navy USS Gonzalez (DDG 66) per effettuare operazioni combinate dal 16 al 17 maggio. Lo scambio di vedute è stato molto vantaggioso sia per l'equipaggio del Gonzalez che per l’Alpino, dando una rara visione della reciproca routine quotidiana. L’esercitazione congiunta è stata un'opportunità inestimabile per i due partner della NATO.
Oltre all'esercizio di passaggio, il Gonzalez e l’Alpino hanno svolto una visita, a bordo, esercitazioni di ricerca al largo della costa della Virginia, permettendo ad entrambi gli equipaggi di acquisire familiarità e competenza nelle manovre tattiche e nelle comunicazioni.
La tecnologia di nave Alpino e l'SH-90, sono stati fantastici da ammirare da vicino, ha detto Caitlin N. Cannon, specialista delle operazioni di prima classe Caitlin N. Cannon.
Dopo il suo soggiorno a Norfolk, nave Alpino visiterà Baltimora, New York City e Boston. Il viaggio è stato progettato sia per migliorare la cooperazione tra la marina statunitense e quella italiana, sia per sottolineare i potenziali benefici delle nuove fregate di Fincantieri-Marinette-Marine per la marina statunitense.
L'ITS Alpino dispone di 16 celle del Vertical Launch System (VLS) che possono essere aggiornate a 32, possono ospitare due elicotteri e possono combattere le minacce sottomarine, di superficie e aeree.
Commentando l'arrivo della fregata a Norfolk, il vice ammiraglio in pensione Richard Hunt e il chief strategy officer di Fincantieri Marinette Marine ha detto: "L'ITS Alpino dimostra la comprovata versatilità e capacità delle fregata classe FREMM. Fornisce una piattaforma superiore per la competizione FFG(X) della Marina degli Stati Uniti e può fornire grandi capacità di combattimento per la nostra Marina nel breve termine e oltre. Contribuirà alla difesa dell'America e dei nostri alleati".
"La tecnologia all'avanguardia dell'ITS Alpino fornisce le capacità necessarie affinché l'FFG(X) sia altamente letale e allo stesso tempo affidabile e confortevole per i marinai che la gestiscono", ha aggiunto Charles Goddard, ex PEO Ships della US Navy Navy e attuale vicepresidente senior del Fincantieri Marine Group. "Il design del FREMM gli permetterà di crescere nel corso della sua durata di servizio con la Marina Militare degli Stati Uniti con costi di aggiornamento limitati. Questa nave è una meraviglia tecnica".

Fincantieri è una delle cinque società selezionate dalla US Navy per sviluppare progetti concettuali per la fregata FFG(X).

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Il caccia Yugoslavo Novi Avion (Cyrillic serbo: Нови Aвион - Nuovo aeroplano)



Il Novi Avion era un progetto per un caccia multiruolo supersonico di 4 generazione, con ali a delta e canard, che fu progettato in Jugoslavia ma cancellato nel 1991 poco prima dell'inizio della produzione. Il Novi Avion (Cyrillic serbo: Нови Aвион - Nuovo aeroplano) era un programma di aerei da combattimento multiruolo di quarta generazione che doveva essere costruito dal costruttore di aerei della Yugoslavia SOKO. 




Storia del progetto

Il progetto iniziò nel mezzo degli anni '80 per rendere la Jugoslavia completamente autosufficiente nella manifattura di equipaggiamento militare, ed i caccia da superiorità aerea erano l'unica cosa che la Jugoslavia ancora importava, essendo capace di provvedere a tutto l'altro equipaggiamento militare (carri armati, aerei da attacco leggero, sottomarini, ecc). Quando la Jugoslavia si dissolse nel 1991 il progetto venne cancellato, a causa della rottura del paese non ci furono le risorse finanziarie necessarie alla produzione dell'aereo.
Il progetto era approssimativamente ad un anno dal completamento all'epoca della cancellazione. Alcuni impianti di produzione e i prototipi di alcune parti, come la cabina di pilotaggio, erano già stati costruiti. Se non fosse stato cancellato avrebbe eseguito il primo volo nel 1992, e sarebbe entrato in servizio qualche tempo dopo negli anni '90. Il lavoro venne intrapreso dal Vazduhoplovno Tehnicki Institut (VTI, Istituto Tecnico Aeronautico) di Belgrado, il principale istituto tecnico-militare della Jugoslavia.
La Jugoslavia programmava di costruire approssimativamente 150 velivoli per rimpiazzare i MiG-21 e gli J-21 Jastreb, e vendere diverse centinaia di Novi Avion nel mercato mondiale. Il termine Novi Avion, che significa "nuovo aereo" in serbo-croato, era usato per descrivere il progetto ma l'aeromobile avrebbe ricevuto una nuova designazione al momento dell'entrata in servizio.



Sviluppo

Il Novi Avion visto da vicino ricordava il Rafale francese, anche se più piccolo e con un solo motore. Era progettato per ricoprire molti ruoli, inclusa la superiorità aerea, l'intercettazione, ricognizione, attacco al suolo e ruolo anti-nave. La velocità massima che poteva raggiungere era poco al di sotto di Mach 2. La super-manovrabilità a velocità subsonica e supersonica era una priorità del progetto, e la maggior parte della cellula era composta di materiali compositi.
Il progetto era di incorporare una serie di funzionalità in grado di abbassare la traccia radar della sezione trasversale, anche se non si trattava di un vero e proprio velivolo stealth. L'aereo trasportava un avanzato sistema di ECMe ECCM. Era un progetto del tutto jugoslavo, non basato su nessun velivolo straniero, anche se la Francia provvide a fornire qualche assistenza al progetto per le parti più complesse di cui gli jugoslavi non avevano esperienza, come un radar multifunzione.
Il motore doveva essere lo Snecma M88 francese, lo stesso motore usato nel Dassault Rafale. La maggior parte delle armi che avrebbe potuto trasportare sarebbero state armi francesi, o costruite in Francia.




Novi Avion:
  • Ruolo: caccia bombardiere multi ruolo;
  • origine nazionale: Jugoslavia
  • fabbricante: SOKO
  • progettista: Vazduhoplovno Tehnički Institut(VTI) ora chiamato Military Technical Institute Belgrade
  • Primo volo: Previsto per il 1992
  • Stato: Annullato nel 1991
  • Utente principale: SFR Yugoslav Air Force (inteso).




L'Avion presentava una configurazione a delta e doveva essere in grado di raggiungere velocità supersoniche in una configurazione di combattimento.
L’Avion condivideva diverse aree di comunanza con gli aerei da combattimento Rafale della Dassault Aviation; la Francia aveva fornito considerevole assistenza tecnica alla Jugoslavia nel corso del programma Avion. Il lavoro di sviluppo del caccia fu intrapreso dalla Vazduhoplovno Tehnički Institut (VTI) ( Istituto tecnico aeronautico ) di Belgrado, il principale istituto tecnico militare dell'ex Jugoslavia, in collaborazione con Dassault Aviation.
Il suo ingresso in servizio con la SFR Yugoslav Air Force era previsto per la fine degli anni '90 - inizio del 2000.  Nel 1991, l'intero programma fu interrotto a causa della mancanza di finanziamenti disponibili poco prima dell'inizio della produzione e un anno prima della prevista data del primo volo. L'Avion fu terminato in seguito allo scoppio delle Guerre iugoslave e alla successiva disgregazione del paese.
Durante la metà degli anni '80, il programma Avion fu avviato con l'obiettivo di aumentare l'indipendenza politica della Yugoslavia rendendola autosufficiente nella produzione di equipaggiamento militare; a quel punto, i caccia da superiorità aerea erano l'unico elemento principale che legava la ex Jugoslavia alle importazioni, avendo ottenuto la capacità di fabbricare tutte le altre attrezzature militari.  




Il termine Novi Avion fu stato utilizzato per descrivere il progetto; si ritiene che l'aeromobile avrebbe dovuto ricevere una designazione adeguata al momento dell'entrata in servizio.
L'Avion era destinato ad essere usato come sostituto della flotta della Jugoslavia dell'Aeronautica Militare di circa 120 Mikoyan-Gurevich MiG-21.  In servizio, l'aereo avrebbe dovuto soddisfare molteplici ruoli di missione, tra cui difesa aerea, attacco al suolo e ricognizione aerea, essendo progettato per possedere un'elevata manovrabilità oltre che una velocità di penetrazione supersonica. 
L'aereo era un programma prioritario per l'esercito popolare jugoslavo ed era in parte finanziato dal governo nazionale fuori dai fondi generali di ricerca e sviluppo e di ammodernamento, oltre che parzialmente fornito dall'industria.  
Oltre ai MiG-21, negli anni '90, l'Aeronautica jugoslava gestiva una forza di 14 Mig 29 Fulcrum. L'Air Force jugoslava avrebbe dovuto effettuare ulteriori ordini per il MiG-29 durante gli anni ’90; la rimanente flotta di MiG-21 era destinata a essere sostituita dal noi caccia.



La francese Dassault Aviation ebbe una forte influenza sul design dell’Avion.
Il Novi Avion doveva essere il primo velivolo supersonico della Jugoslavia, di conseguenza, l'industria nazionale mancava di esperienza nella progettazione e nella sperimentazione di tali caccia e cercava partner esterni per la necessaria assistenza tecnica. Durante la fine degli anni '80, uno studio preliminare di progettazione, fortemente influenzato dal Rafale, era stato presentato da Dassault. 
Avion condivideva diverse aree di comunanza con il Rafale, come una configurazione quasi del tutto identica a quella del delta-canard e una simile disposizione delle prese d’aria del motore. La maggior parte delle differenze di design tra il Rafale e l'Avion erano dovute alla minore dimensione di quest'ultimo, specialmente in termini di sezione di coda. 
Nel marzo 1990, la scelta di un motore per alimentare l'Avion era imminente. Erano in essere varie proposte da importanti produttori internazionali, tra cui F404 di General Electric, RB199 di Rolls-Royce, PW1120 di Pratt & Whitney e motori di turbofan M88 Snecma. Potenziali disposizioni relative ai motori potrebbero aver incluso un accordo di licenza per produrre il motore scelto in Jugoslavia. 
Durante gli anni '90, i costi di sviluppo relativi al caccia sarebbero stati previsti tra $ 150 milioni e $ 200 milioni all'anno per il resto del decennio.  Ad un certo punto, la Jugoslavia si aspettava di costruire circa 150 di questi aerei per rimpiazzare le sue flotte di MiG-21 e Soko J-21, mentre il paese aveva anticipato anche le vendite all'esportazione di diverse centinaia di Novi Avions sul mercato mondiale.
All'inizio del 1990, il governo della Jugoslavia aveva condotto diverse discussioni con vari paesi, con l'obiettivo di aprire negoziati per sviluppare congiuntamente il velivolo da caccia. La nazione cercò partner esterni per condividere i considerevoli costi di sviluppo dell'aeromobile. Tuttavia, queste aspirazioni per un'ampia collaborazione multinazionale erano spesso complicate da fattori politici, che erano tipicamente dominati dallo scetticismo. 
Nel 1991, la Jugoslavia si disintegrò, il che portò rapidamente all'abbandono del programma Avion a causa delle risorse finanziarie necessarie per avviare la produzione del caccia diventato indisponibile in seguito allo smembramento del paese. Il lavoro fu interrotto a causa della mancanza di fondi, mentre ulteriori sforzi furono fatti per acquisire accordi di partenariato estero. Dopo lo scoppio delle Guerre iugoslave, con conseguente crollo completo della nazione, ogni revival del progetto divenne improbabile. Al momento dell'annullamento di Avion, il progetto era a circa un anno di distanza dal completamento; a questo punto, erano già stati costruiti diversi impianti di produzione e prototipi di alcuni elementi del velivolo come la sua cabina di pilotaggio. Se il cacciabombardiere non fosse stato cancellato, era previsto per il suo primo volo nel 1992 e avrebbe dovuto entrare in servizio operativo a metà degli anni 2000. 

DESIGN

Il Novi Avion era un velivolo da combattimento multiruolo di quarta generazione. In termini di layout di base, presentava una configurazione delta - canard ritagliata. Esternamente, l'Avion assomigliava al Dassault Rafale, costruito in Francia anche se differiva per essere sia più piccolo nonché azionato da un solo motore. Fu progettato per coprire una varietà di ruoli diversi, tra cui la superiorità aerea, l' intercettazione, la ricognizione, l'attacco di terra e le operazioni COIN. Secondo le dichiarazioni di alti funzionari dell'aviazione jugoslava, il progetto prevedeva l'uso estensivo di materiali compositi, che dovevano comprendere una grande percentuale della struttura. Doveva essere fornito con vari sistemi avanzati, come sistemi integrati di navigazione / attacco e un sistema radar multiuso. 
L'Avion doveva incorporare una serie di caratteristiche che erano destinate a ridurre la sua sezione radar (RCS). Doveva essere equipaggiato con una suite di contromisure elettroniche (ECM) avanzate / contromisure elettroniche (ECCM), che doveva essere sviluppata a livello nazionale in Jugoslavia.  Il cockpit era relativamente avanzato per il tempo, funzionalità di integrazione come la capacità di riconoscimento vocale. Spesso si sosteneva che l'Avion era un progetto all-jugoslavo e non era basato su alcun aereo da caccia straniero; tuttavia, la Francia aveva fornito una considerevole assistenza tecnica nella progettazione di molti dei suoi componenti e degli elementi più complessi del velivolo di cui la Jugoslavia non aveva esperienza, come il sistema radar multifunzione. 
Nessun motore era stato selezionato per alimentare l'Avion prima del congelamento del progetto nel 1991; tuttavia, i due candidati più probabili erano l'americano General Electric F404 e i motori turbojet francesi Snecma M88,  lo stesso motore utilizzato successivamente per alimentare il Dassault Rafale. 
La maggior parte degli armamenti che il nuovo caccia avrebbe utilizzato erano armi progettate dalla Francia o sarebbero stati fabbricati con l'assistenza fornita dalla Francia. Si pensava che i requisiti di progettazione per il caccia includessero un rapporto spinta / peso superiore a 1:1. La velocità massima prevista del caccia al livello del mare non doveva essere inferiore a Mach 1.1, mentre la sua velocità massima a 11.000 m. doveva essere di circa Mach 1.8.

Caratteristiche generali:
  • Equipaggio: 1
  • Lunghezza: 13,75 m
  • Apertura alare : 8,00 m
  • Altezza: 4,87 m
  • Superficie alare: 30 m²
  • Peso a vuoto : 6.247 kg
  • Max. peso al decollo : 13.400 kg
  • Motopropulsore : 1 × turbocompressore Snecma M88
  • Spinta a secco: 50,04 kN
  • Spinta con postbruciatore : 75,62 kN.

Prestazioni:
  • Velocità massima : Mach 1.88
  • Distanza : 3,765 km
  • Soffitto di servizio : 17.000 m
  • Velocità di salita : 16.500 m / min
  • Carico alare : 446,67 kg / m².

Armamento :

  • n.1 cannone 1 × 30 mm
  • Punti di armamento: 11 totali (inclusi 2 puntini a punta di ala per i missili aria-aria homing all’infrarosso).

Avionica:

  • Radar di controllo del fuoco
  • Sistema di controllo del volo digitale
  • Sistema di navigazione / attacco multifunzione
  • Monitor LCD.

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