A quanto risulta alla rivista mensile RID, la commessa per la fornitura di 2 fregate tipo FREMM all’Egitto sembra confermata, anche se non è ancora scontato che vada in porto.
Le navi in questione sarebbero la SPARTACO SCHERGAT e la EMILIO BIANCHI (General Purpose) che verrebbero trasferite alla Marina Militare Egiziana.
Sia Fincantieri che la Marina Militare non hanno ancora confermato la notizia. Vedremo se e come la Marina Militare verrebbe compensata qualora la commessa dovesse effettivamente concretizzarsi. Un’ipotesi, che circola da tempo, potrebbe essere l'integrazione della flotta con l’acquisizione di 2 ulteriori FREMM ASW, vista l’esponenziale insidia della minaccia sottomarina in Mediterraneo.
Secondo il sito "ANALISI DIFESA, sarebbero emerse notizie circa l’interesse dell’Egitto a varare un ampio programma navale basato su prodotti Fincantieri che includono la cessione per 1,2 miliardi di euro delle ultime due fregate FREMM multiruolo varate per la Marina Militare Italiana (che riceverebbe in cambio nuove unità di prossima costruzione) e un programma dal valore stimato in una decina di miliardi di euro per l’acquisizione di altre 4 FREMM e di una ventina di pattugliatori da produrre in Egitto.
Inoltre, nei rapporti bilaterali di cooperazione militare c'è l’interesse dell’Aeronautica Egiziana per l’acquisizione di 24 cacciabombardieri Leonardo Eurofighter Typhoon, 24 addestratori Leonardo M-346 ed anche un satellite da ricognizione RADAR, IR e fotografica.
Quindi, a tutt’oggi, nessuna conferma ufficiale da parte del MOD italiano e dai cantieri Fincantieri. Ma anche nessuna smentita. E così le voci di corridoio prendono corpo e inizia a far parlare anche al di fuori dei confini italiani. Le ultime due FREMM costruite tra Riva Trigoso e la Spezia potrebbero finire cedute all'Egitto. Si tratta dello "Spartaco Schergat" e dell'"Emilio Bianchi". La prima arrivata presso il Muggiano nel gennaio 2019 e ormai prossima a prendere il mare nei mesi a venire, la seconda appena terminata per la parte strutturale e in procinto di iniziare i lavori di allestimento nel golfo. Si tratta della nona e decima unità del programma per una fregata europea multi missione sviluppato insieme alla Francia, che a sua volta nel 2015 ha ceduto il suo Normandie al pese nordafricano. La notizia della possibile commessa italiana - si parla di una cifra attorno al 1.2 miliardi di euro - ha presto raggiunto Parigi , definita "uno schiaffo" dal quotidiano La Tribune che sottolinea gli storici rapporti con Il Cairo. Nell'operazione, di cui si starebbero definendo gli aspetti tecnico-finanziari, ci sarebbe il coinvolgimento di Cassa Depositi e Prestiti.
Le fregate in linea nella Marina Militare italiana rimarrebbero dunque otto rispetto alle dieci previste. Non è escluso però che, in caso la cessione alle Forze Marittime Egiziane andasse in porto, da Roma non arrivi il via libera ad un'ulteriore commessa per la marina tricolore per due nuove unità in configurazione antisommergibile. Rimane in ballo infine l'opzione per ulteriori tre Pattugliatori d'altura - sette sono già stati prenotati e in costruzione - e il finanziamento per quattro nuovi sommergibili di nuova generazione U-212 NFS.
Come al solito in Italia, invece di esultare per la vittoria di cantieri e aziende italiane in ambito internazionale (dove è guerra vera per accaparrarsi commesse miliardarie), è polemica dopo le indiscrezioni sulla vendita da parte di Fincantieri di due navi militari all'Egitto. Come già detto, l’operazione riguarderà due fregate di ultima generazione, della classe Fremm, la 'Spartaco Schergat' e la 'Emilio Bianchi’ per un valore di oltre 1,2 miliardi di euro. L’operazione, soggetta a una lunga procedura di autorizzazioni, dovrebbe essere già delineata nella parte finanziaria.
Il consiglio di amministrazione della Cassa Depositi e Prestiti, infatti, ha già accolto la richiesta di concedere una garanzia di 500 milioni coinvolgendo Sace, IntesaSanPaolo, Bnp Paribas e Santander.
Le fregate multimissione “Emilio Bianchi” e la “Spartaco Schergat” sono caratterizzate, come le altre, da un’elevata flessibilità d’impiego e hanno la capacità di operare in tutte le situazioni tattiche. Hanno una lunghezza di 144 metri, una larghezza di 19,7 metri e un dislocamento a pieno carico di circa 6.700 tonnellate. Raggiungono una velocità superiore ai 27 nodi con una capacità massima di personale trasportato pari a 200 persone.
Il programma Fremm rappresenta lo stato dell’arte della difesa italiana ed europea e nasce dall'esigenza di rinnovamento della linea delle unità della Marina Militare della classe Lupo (già radiate) e Maestrale (alcune già in disarmo e le rimanenti prossime al raggiungimento del limite di vita operativo), costruite da Fincantieri negli anni Settanta.
Nel corso del 2013 sono state consegnate “Carlo Bergamini” e “Virginio Fasan”, nel 2014 “Carlo Margottini”, nel 2015 “Carabiniere”, nel 2016 “Alpino”, nel 2017 “Luigi Rizzo”, nel 2018 “Federico Martinengo” e nel 2019 “Antonio Marceglia”. Con l’esercizio dell’opzione, nell’aprile 2015, per la costruzione della nona, “Spartaco Schergat”, e della decima unità, si è data completa attuazione al programma italiano. L’iniziativa vede la partecipazione in qualità di prime contractor per l’Italia di Orizzonte Sistemi Navali (51% Fincantieri, 49% Leonardo) e per la Francia di Armaris (Naval Group + Thales).
Questa cooperazione ha capitalizzato l’esperienza positiva del precedente programma italo-francese Orizzonte che ha portato alla realizzazione di due cacciatorpediniere per la Marina italiana, l’“Andrea Doria” e il “Caio Duilio”, consegnate rispettivamente nel 2007 e nel 2009. Proprio grazie a programmi come Fremm e Orizzonte, Fincantieri "ha raggiunto posizioni di eccellenza e di livello assoluto, e ha dato vita con Naval Group alla joint venture paritaria Naviris, che apre la strada al consolidamento della difesa navale europea in risposta alla crescente pressione dei concorrenti mondiali”.
Inoltre, con il progetto Fremm rimodulato per le esigenze della US NAVY, Fincantieri è in dirittura finale per il progetto statunitense “FFG (X)”.
«Fincantieri produce l'1% del prodotto interno lordo italiano e l'indotto è formato da oltre 3.000 aziende di cui il 75% italiane. Soltanto in Liguria 3.000 maestranze dirette e di queste il 70% nel settore militare». Lo ha detto il presidente di Fincantieri Giampiero Massolo che oggi ha preso la parola in sostituzione dell'ad Giuseppe Bono, per la prima volta assente a un varo per indisposizione: «Il nostro emblema è rappresentato dalla versatilità delle navi, dalla loro flessibilità d'impiego e dalla durata - ha detto Massolo -. Le nuove unità per decenni navigheranno negli scenari militari nel mondo oltre che a supporto della cittadinanza. Ora siamo in attesa per la fine febbraio di concludere il progetto europeo per formare un grande polo cantieristico capace di fronteggiare i competitor asiatici».
(Web, Google, Wikipedia, dr. Giorgio ARRA, Analisi Difesa, Difesa.Forumfree, You Tube)
E’ stato illustrato di recente a Lecce, presso il polo blindato corazzato italiano e presso la Scuola di Cavalleria, l'upgrade del carro armato Ariete.
Il mezzo corazzato sarà il cardine dell'operatività della componente terrestre dell’Esercito Italiano che potrà disporre di una piattaforma tecnologicamente adeguata, all'altezza dei tempi e degli scenari caratterizzati dall'interoperabilità.
Sono tre i prototipi attualmente in lavorazione presso gli stabilimenti della società consortile Cio (Iveco - Leonardo) di La Spezia e di Bolzano; saranno equipaggiati con:
nuova cingolatura, più larga e nuovi gruppi di riduzione finale;
motori più potenti, 1500 cavalli contro gli attuali 1300;
sistemi della trasmissione nuovi;
l’intero impianto freni completamente re-ingegnerizzato;
nuovo calcolatore balistico del tiro;
nuove ottiche di puntamento e osservazione che sostituiranno i sistemi ormai tecnologicamente superati ricercando altresì la comunalità logistica con le piattaforme da combattimento in servizio (blindo CENTAURO II).
Rappresentanti dello Stato maggiore Esercito IV reparto hanno di recente incontrato gli addetti del Reggimento addestrativo di Torre Veneri per fare il punto sul programma di mantenimento dell’operatività e condizioni di sicurezza del carro armato Ariete.
Continua il ciclo di divulgazione dei contenuti del programma di mantenimento dell’operatività e delle condizioni di sicurezza del carro armato Ariete che ha recentemente interessato l’istituto per la formazione e la specializzazione dell'Arma di Cavalleria in Lecce. Rappresentanti dello Stato Maggiore Esercito IV Reparto si sono recati presso la Scuola di Cavalleria di Lecce ed il suo Reggimento Addestrativo di Torre Veneri per illustrare il programma di Mantenimento dell’operatività e condizioni di sicurezza del carro armato “Ariete” per il quale ad agosto 2019 è stato siglato uno specifico contratto per la realizzazione di tre prototipi. L’incontro, voluto dal IV Reparto Logistico dello SME, ha consentito di illustrare il dettaglio del programma del carro Ariete che rientra nella linea programmatica Capacità e Sistemi ed attiene all’adeguamento dei carri armati “Ariete”, cardine dell’operatività della componente terrestre, ed è mirato a disporre di una piattaforma tecnologicamente adeguata che vada a sanare il gap capacitivo creatosi con le piattaforme dei Paesi Alleati e che ne limita l’interoperabilità. Nel cuore del “polo blindo corazzato” nazionale è stato illustrato ai comandanti, equipaggi, personale dei dipartimenti didattici, istruttori e personale specializzato nella manutenzione degli apparati optoelettronici ed elettromeccanici, lo “stato dell’arte” dei lavori per la realizzazione di tre prototipi di Carri ARIETE, attualmente in lavorazione presso gli stabilimenti della società consortile CIO (Iveco – Leonardo) e nello specifico presso gli stabilimenti Leonardo di La Spezia e quelli della Iveco Defence Veichle di Bolzano. I prototipi saranno equipaggiati con motori più potenti, 1500 cavalli contro gli attuali 1300, con sistemi della trasmissione nuovi, l’intero impianto freni completamente re-ingegnerizzato, dotati di componenti all’avanguardia quali il nuovo calcolatore balistico e nuove ottiche che sostituiranno i sistemi ormai tecnologicamente superati ricercando altresì la comunalità logistica con le piattaforme da combattimento in servizio. Il carro disporrà altresì di nuova cingolatura, più larga e nuovi gruppi di riduzione finale.
L'Ariete è il carro armato da combattimento standard delle formazioni corazzate dell'Esercito Italiano. Lo sviluppo di questo progetto ha visto la collaborazione fra OTO Melara e Fiat-Iveco nell'intento di creare un mezzo con potenza di fuoco, mobilità e moderne tecnologie di protezione al pari della concorrenza.
Informazioni ufficiali
Il MBT Ariete è stato sviluppato dal Consorzio Fiat-Iveco - OTO Melara con sede a Roma. La divisione difesa di Fiat-Iveco ha effettuato lo sviluppo principale del carro e la OTO Melara si è incaricata dello sviluppo dei sistemi d'arma e della torretta. L'Ariete è in servizio nell'Esercito Italiano cui il primo carro è stato consegnato nel 1995 e l'ultimo, dei 200 MBT ordinati, nell'agosto 2002. Il carro è distribuito ai due reggimenti carri della Brigata corazzata "Ariete": il 32º Reggimento ed il 132º; dal 2008 il carro è in dotazione anche al 4º Reggimento carri della 8ª Brigata bersaglieri "Garibaldi"; i rimanenti carri sono in carico alle scuole o tenuti in riserva strategica.
Nel 2004 l'MBT Ariete è stato impiegato, per la prima volta, dall'Esercito Italiano in Iraq all'interno della missione "Antica Babilonia".
Storia del progetto
Il progetto che avrebbe portato alla realizzazione del primo carro armato italiano dal dopoguerra mosse i primi passi negli anni ottanta e nel 1984 l'esercito emanò le specifiche tecniche ufficiali per lo sviluppo del nuovo mezzo.
Il primo prototipo, che beneficiava molto dall'esperienza dell'OF-40 (di cui riprendeva le linee generali e la configurazione) venne completato nel 1986, presentato nel 1987 insieme al B1 Centauro, ma il programma fu rallentato dalla mancanza di fondi perciò i tempi di sviluppo e produzione si allungarono.
Quando i primi Ariete prodotti in serie lasciarono le catene d'assemblaggio era ormai il 1995 e le loro caratteristiche tecniche risultavano ormai superate a causa di un power pack inferiore ai concorrenti occidentali. Inoltre il mezzo manca di riservetta corazzata predisposta, al contrario degli altri carri occidentali di pari generazione.
Inizialmente l'esercito italiano aveva deciso l'acquisto di 700 Ariete. Questi 700 veicoli sarebbero dovuti essere prodotti in due lotti, di cui un primo lotto da 400 veicoli e successivamente un secondo da 300 nel quale erano incluse le cosiddette versioni speciali (genio, gettaponte, ecc.). La fine della Guerra Fredda determinò una riduzione del primo lotto a 200 veicoli e provocò prima la riduzione del secondo lotto a 300 mezzi e poi la sua definitiva cancellazione. Gli Ariete mk.2 del secondo lotto avrebbero dovuto godere di diverse migliorie sia in termini di corazza, che di sensoristica che di impianto motopropulsivo.
Armamento
L'Ariete può ingaggiare obiettivi fissi o in movimento sia di giorno che di notte, che il carro sia fermo o in movimento. L'armamento principale è un cannone calibro 120 mm ad "anima liscia" prodotto dalla OTO Melara. Il cannone è monitorato da sensori termici e dispone di un sistema per il recupero dei gas e di smorzamento di fiamma; è inoltre stabilizzato idraulicamente e può utilizzare quasi tutti i tipi di munizioni disponibili, compresi i proiettili APFSDS (armour-piercing fin-stabilised discarding sabot) e HEAT (high explosive anti-tank).
Il carro trasporta 42 proiettili, di cui 15 all'interno della torretta e gli altri nello scafo. L'Ariete inoltre è munito di una mitragliatrice standard NATO da 7.62 mm coassiale al cannone principale e di una mitragliatrice per la difesa antiaerea da 7.62 mm montata sul tetto della torretta e manovrata dal capocarro. La riserva di munizioni per le due armi leggere è di 2.500 cartucce.
Sistemi di protezione
Su entrambi i lati della torretta in posizione anteriore sono montati dei lanciatori di granate fumogene azionati elettricamente. Il carro è dotato del sistema RALM, prodotto dalla Selex Communications (ex Marconi Italiana S.p.A.), che rileva i raggi laser dei sistemi di puntamento avversari; il sensore RALM è montato nella parte anteriore della torretta e copre un arco di 360 gradi.
L'Ariete, come tutti i carri armati occidentali di ultima generazione, ha una torretta protetta in materiali compositi, con un frontale assai inclinato, ma come nel caso del Leopard 2 i lati sono verticali. Le gonne laterali sono fatte pure in materiali compositi, prodotti dalla Lasar. Il carro ha una protezione maggiorata sull'arco frontale e vi è l'opzione di rinforzare i fianchi mediante corazzature aggiuntive laterali. In ogni caso il livello di protezione, in particolar modo contro i proiettili APFSDS, rimane il tallone d'achille del mezzo, raggiungendo i 580 mm nell'arco frontale della torretta (Ariete C1), spessore paragonabile a quello di un T-72B sovietico degli anni '80 ma inferiore a quello dei contemporanei M1 Abrams o Leopard 2.
Il carro è inoltre protetto da minacce nucleari, batteriologiche e chimiche (NBC) da un sistema sviluppato dalla Sekur S.p.A. di Roma.
Sistemi di tiro ed osservazione
Il sistema di controllo del tiro è il TURMS FCS prodotto da Galileo Avionica S.p.A. (ex Officine Galileo ed ora parte di Selex Galileo) di Firenze. Il sistema è lo stesso montato sul B1 Centauro e comprende un visore periscopico stabilizzato diurno/notturno per il comandante, un visore stabilizzato con vista termica e telemetro laser per il cannoniere, oltre ad un computer di controllo del fuoco. Quest'ultimo riceve dati dai sensori meteorologici e dall'anemometro del carro, insieme a dati circa la posizione del carro stesso, le condizioni della canna, il tipo di munizioni ed il bersaglio; grazie al computer balistico e al telemetro laser c'è la possibilità di far fuoco anche quando il mezzo è in movimento con un'altissima precisione: la stabilizzazione dell'armamento e le sospensioni consentono il tiro in movimento: ma mentre un mezzo come il Leclerc spara con precisione anche sui 30–40 km/h, l'Ariete è costretto a rallentare a 15–20 km/h a seconda del terreno. La postazione del comandante, sulla destra della torretta, è equipaggiata con un visore panoramico ed un monitor che mostra l'immagine termica dal punto di vista del cannoniere. Il visore, montato sul tetto della torretta, ha una rotazione di 360 gradi, ed un'elevazione da -10 a +60 gradi. La postazione del pilota, sulla destra nella parte frontale dello scafo, è equipaggiata con tre periscopi, uno dei quali dà la possibilità della visione notturna passiva.
Propulsione e prestazioni velocistiche
L'Ariete monta un motore turbodiesel Fiat V-12 MTCA da 12 cilindri, in grado di generare 937 kW (1247 CV). Tale motore è di derivazione ferroviaria. Il sistema di trasmissione automatica, prodotto su licenza della compagnia tedesca ZF, ha quattro marce avanti e due indietro, e incorpora il sistema di sterzata e il ritardatore idraulico.
Il sistema di trazione è concepito su sette doppie ruote stradali a profili gommati, più quattro rulli di richiamo su ogni lato, con cingoli a doppio perno disegnati dalla tedesca Diehl. Il sistema di sospensioni consiste in una barra di torsione e un ammortizzatore idraulico su ogni braccio.
L'Ariete è in grado di raggiungere una velocità massima di 65 km/h e superare una pendenza massima del 60%. La profondità di guado massima è di 3 metri con la preparazione, e 1 metro e 25 centimetri senza preparazione. L'IVECO avrebbe in sviluppo una variante del motore da 1600 CV per ovviare al sotto potenziamento del carro, la cui installazione sui mezzi non è mai avvenuta.
Sviluppi futuri
Nuovi pacchetti di corazzature aggiuntive sono stati prodotti e consegnati all'Esercito (viste su alcuni carri nell'operazione Antica Babilonia, in Iraq), così come è disponibile il nuovo propulsore IVECO V12 di 27 litri di cilindrata capace di sviluppare 1600 CV, tuttavia sembra che gli aggiornamenti al motore siano stati bloccati per problemi tecnici ed economici. Attualmente l'unico aggiornamento operato sull'Ariete riguarda l'adeguamento dei sistemi di comunicazione nell'ambito della forza NEC con il programma Siccona.
Nel 2018 è stata inoltre finanziata la prima tranche da 35 milioni di euro in tre anni per lo sviluppo dei primi due mezzi aggiornati prototipali, definiti Ariete II, per permettere al veicolo di rimanere in servizio oltre il 2030. Tuttavia è probabile che tale cifra potrebbe arrivare a 1 miliardo di euro dato che l'esercito si aspetta di avere tutti i 200 Ariete II entro il 2028.
Il contratto per l’upgrade dell’ARIETE ha un valore di 35 milioni di euro. Il programma avrà una durata triennale (si dovrebbe quindi concludere nel 2021, ma potrebbe anche protrarsi fino al 2022), e sarà gestito dal CIO, il Consorzio Iveco Oto Melara (la società consortile paritetica tra Iveco Defence Vehicle e Leonardo).
Il progetto contempla la modifica e l'aggiornamento al nuovo standard di 3 carri direttamente prelevati dalle linee carri dell'Esercito. Gli interventi migliorativi riguarderanno la mobilità (motore portato a 1.500 HP, cambio-trasmissione aggiornati e cingolatura più larga) e la potenza di fuoco (sistema di condotta del tiro di ultima generazione derivato da quello della blindo CENTAURO II e asservimenti elettrici in luogo di quelli idraulici).
The upgrade of the Ariete tank was recently illustrated in Lecce, at the Italian armoured armoured pole and at the Cavalry School.
The armored vehicle will be the hinge of the Italian Army's ground component's operations, which will be able to have a technologically adequate platform, up to the times and scenarios characterized by interoperability. I
Three prototypes are currently in production at the plants of the consortium company Cio (Iveco - Leonardo) in La Spezia and Bolzano; they will be equipped with:
new crawler tracks, wider and new final reduction units;
more powerful engines, 1500 hp against the current 1300 hp;
new transmission systems;
the entire brake system completely re-engineered;
new ballistic shooting calculator;
new pointing and observation optics that will replace the technologically outdated systems and will also seek logistical communality with the combat platforms in service (CENTAURO II armoured vehicle).
Representatives of the Army General Staff IV Department recently met with the staff of the Training Regiment of Torre Veneri to take stock of the program to maintain the operation and safety conditions of the Aries tank.
The cycle of dissemination of the contents of the program for the maintenance of the operation and safety conditions of the Ariete tank, which has recently involved the Institute for the training and specialization of the Cavalry Corps in Lecce, continues. Representatives of the Army General Staff IV Department went to the Cavalry School of Lecce and its Training Regiment of Torre Veneri to illustrate the program of maintenance of operations and safety conditions of the tank "Ariete" for which a specific contract for the realization of three prototypes was signed in August 2019. The meeting, organized by the Fourth Logistics Department of the EMS, allowed to illustrate the details of the program of the Aries tank, which is part of the Capacities and Systems program line and concerns the adaptation of the "Aries" tanks, the cornerstone of the operation of the ground component, and is aimed at having a technologically adequate platform that will heal the capacitive gap created with the platforms of the Allied Countries and that limits their interoperability. In the heart of the national "armoured armoured armoured pole", the "state of the art" of the works for the realization of three prototypes of ARIETE Wagons, currently in progress at the plants of the consortium company CIO (Iveco - Leonardo) and specifically at the Leonardo plants in La Spezia and those of Iveco Defence Veichle in Bolzano, has been illustrated to the captains, crews, staff of the educational departments, instructors and personnel specialized in the maintenance of optoelectronic and electromechanical equipment. The prototypes will be equipped with more powerful engines, 1500 hp compared to the current 1300 hp, with new transmission systems, the entire brake system completely re-engineered, equipped with cutting-edge components such as the new ballistic calculator and new optics that will replace the now technologically outdated systems, also seeking the logistical communality with the combat platforms in service. The wagon will also have new crawler tracks, wider and new final reduction units.
The Aries is the standard combat tank of the Italian Army armoured formations. The development of this project has seen the collaboration between OTO Melara and Fiat-Iveco in order to create a vehicle with firepower, mobility and modern protection technologies on a par with the competition.
(Web, Google, Wikipedia, esercito.difesa, You Tube)
In una recente campagna di test nel Regno Unito, il radar Osprey 50 ha volato su un B200 King Air, dimostrando l’ampia gamma di funzionalità del radar AESA di seconda generazione.
La famiglia dei radar Osprey ha riscosso un buon successo internazionale, con vendite a 12 clienti. Il nuovo Osprey 50 è la variante più grande e più performante nell’ambito della famiglia.
La tecnologia sviluppata per la famiglia Osprey è stata riutilizzata per aggiornare i radar Seaspray, garantendogli così una leadership di mercato anche negli anni a venire
Il radar a scansione elettronica (Active Electronically Scanned Array - AESA) Osprey 50 di Leonardo, nuova versione del sensore da sorveglianza Osprey, ha effettuato le prime prove in volo. I test sono stati condotti a supporto delle attività di sviluppo del prodotto, per cui è stato già espresso interesse da parte di due clienti: il primo per installarlo a bordo di una piattaforma strategica ISR (Intelligence Surveillance Reconnaissance), il secondo, la Collins Aerospace, per integrarlo nel sistema di ricognizione TacSAR (Tactical Synthetic Aperture Radar).
Osprey è una famiglia di radar multimodale basata sulla tecnologia a stato solido AESA ed è l'unico sistema della sua categoria attualmente disponibile che offre una copertura completa a 360° senza parti mobili. Tra gli altri vantaggi, ciò consente di installare il radar su piattaforme in cui un'antenna rotante non sarebbe adatta.
La famiglia Osprey ha riscosso un notevole successo internazionale con ordini ricevuti da 12 clienti. Osprey 50 è la versione più grande e più performante, che offre prestazioni potenziate per missioni terrestri, marittime e aria-aria. È ideale per velivoli di medie e grandi dimensioni che possono fornire lo spazio e l’alimentazione richiesti.
Osprey 50 è un’evoluzione dell’Osprey 30, modello con una solida posizione di mercato, disponibile nelle varianti a pannello fisso e mobile, molto diffuso su piattaforme ISR a pilotaggio sia tradizionale sia remoto. Caratteristiche principali del sistema sono flessibilità di installazione, costi competitivi, prestazioni avanzate.
Il radar AESA Osprey 30 è installato sul:
MQ-8C Firescout della US Navy (denominato AN / ZPY-8),
sull'elicottero norvegese All-Weather Search and Rescue, l’AW101 di Leonardo.
Leonardo ha riutilizzato la tecnologia sviluppata per gli Osprey per aggiornare la famiglia di radar di sorveglianza a scansione elettronica Seaspray, consentendo a quest’ultimo di mantenere, negli anni a venire, una posizione di leadership sul mercato come radar a lungo raggio per operazioni marittime. Le tecniche di elaborazione del segnale e l'hardware sviluppati per l’Osprey sono state, infatti, reintrodotte nel Seaspray per aumentarne le prestazioni e ridurre il peso.
ENGLISH
The new radar is a larger-aperture variant of Leonardo's Osprey surveillance radar. The flight trials were carried out in support of
production for a Strategic ISR platform and Collins Aerospace's Tactical Synthetic Aperture Radar (TacSAR) reconnaissance system, the company said in a statement Thursday.
Osprey is a multi-mode radar family based on solid-state AESA technology and remains the only system of its type currently available which delivers full spherical coverage with no moving parts. This allows the radar to be installed on platforms where a rotating
antenna would be unsuitable, Leonardo claims.
Osprey 50 could be used in overland, maritime and air-to-air missions. It is ideally suited to medium and large aircraft which can provide the required space and power. It has been developed from the Osprey 30 model, which is available in fixed-panel and gimballed variants. The Osprey 30 is installed on the US Navy MQ-8C Firescout (where it is
designated AN/ZPY-8) and on the Norwegian All-Weather Search and Rescue helicopter, the Leonardo AW101.
In addition, Leonardo has re-used Hardware and signal processing techniques developed for the Osprey family to refresh its Seaspray family of AESA surveillance radars to increase capability and reduce system weight.
19th December 2019 – Leonardo has announced the first flight trials of its Osprey 50 Active Electronically Scanned Array (AESA) radar, the new, larger-aperture variant of the Company’s successful Osprey surveillance radar. The flight trials were carried out in support of production for a Strategic ISR platform and Collins Aerospace’s Tactical Synthetic Aperture Radar (TacSAR) reconnaissance system.
Osprey is a multi-mode radar family based on solid-state AESA technology and remains the only system of its type currently available which delivers full spherical coverage with no moving parts. Among other benefits, this allows the radar to be installed on platforms where a rotating antenna would be unsuitable. The Osprey family has been an international success, having been sold to 12 customers. Osprey 50 is the largest and most capable variant, providing enhanced performance for overland, maritime and air-to-air missions. It is ideally suited to medium and large aircraft which can provide the required space and power.
Osprey 50 builds on the established market position of the Osprey 30 model which is available in fixed-panel and gimballed variants and has proven to be extremely popular for manned and unmanned ISR platforms. Customers have selected Osprey for its capability, flexibility of installation and affordability. Osprey 30 is installed on the US Navy MQ-8C Firescout (where it is designated AN/ZPY-8) and on the Norwegian All-Weather Search and Rescue helicopter, the Leonardo AW101. Leonardo has also re-used technology developed for the Osprey family to refresh its Seaspray family of AESA surveillance radars, ensuring that Seaspray remains a market-leading long range radar for maritime operations for years to come. Hardware and signal processing techniques developed for Osprey have been introduced back into Seaspray to increase capability and reduce system weight.
Osprey is a multi-mode radar family based on solid-state AESA technology and remains the only system of its type currently available which delivers full spherical coverage with no moving parts. Among other benefits, this allows the radar to be installed on platforms where a rotating antenna would be unsuitable. The Osprey family has been an international success, having been sold to 12 customers. Osprey 50 is the largest and most capable variant, providing enhanced performance for overland, maritime and air-to-air missions. It is ideally suited to medium and large aircraft which can provide the required space and power.
Osprey 50 builds on the established market position of the Osprey 30 model which is available in fixed-panel and gimballed variants and has proven to be extremely popular for manned and unmanned ISR platforms. Customers have selected Osprey for its capability, flexibility of installation and affordability. Osprey 30 is installed on the US Navy MQ-8C Firescout (where it is designated AN/ZPY-8) and on the Norwegian All-Weather Search and Rescue helicopter, the Leonardo AW101.
Leonardo has also re-used technology developed for the Osprey family to refresh its Seaspray family of AESA surveillance radars, ensuring that Seaspray remains a market-leading long range radar for maritime operations for years to come. Hardware and signal processing techniques developed for Osprey have been introduced back into Seaspray to increase capability and reduce system weight.
Osprey MM is a low size, weight and power (SWaP) radar system, offered with a range of antenna sizes that may include up to four fixed antennas, depending on the azimuth coverage requirement, and which leave the belly of the aircraft free for operation to and from unprepared surfaces; or for other antennas, sensors or weapon systems.
Osprey is a low size, weight and power (SWaP) radar system, offered with a range of antenna sizes that may include up to four fixed antennas, depending on the azimuth coverage requirement, and which leave the belly of the aircraft free for operation to and from unprepared surfaces; or for other antennas, sensors or weapon systems.
Osprey provides a genuine multi-domain capability, with high performance sea surveillance, notably against ‘difficult targets’, land surveillance with wide swath, very high resolution ground mapping, small and low speed ground target indication, high performance air-to-air surveillance, tracking and intercept.