sabato 8 febbraio 2020

La fretta della Marina Militare Egiziana per la difesa dei nuovi giacimenti petroliferi scoperti dall'ENI



A quanto risulta alla rivista mensile RID, la commessa per la fornitura di 2 fregate tipo FREMM all’Egitto sembra confermata, anche se non è ancora scontato che vada in porto. 



Le navi in questione sarebbero la SPARTACO SCHERGAT e la EMILIO BIANCHI (General Purpose) che verrebbero trasferite alla Marina Militare Egiziana. 



Sia Fincantieri che la Marina Militare non hanno ancora confermato la notizia. Vedremo se e come la Marina Militare verrebbe compensata qualora la commessa dovesse effettivamente concretizzarsi. Un’ipotesi, che circola da tempo, potrebbe essere l'integrazione della flotta con l’acquisizione di 2 ulteriori FREMM ASW, vista l’esponenziale insidia della minaccia sottomarina in Mediterraneo.

Secondo il sito "ANALISI DIFESA, sarebbero emerse notizie circa l’interesse dell’Egitto a varare un ampio programma navale basato su prodotti Fincantieri che includono la cessione per 1,2 miliardi di euro delle ultime due fregate FREMM multiruolo varate per la Marina Militare Italiana (che riceverebbe in cambio nuove unità di prossima costruzione) e un programma dal valore stimato in una decina di miliardi di euro per l’acquisizione di altre 4 FREMM e di una ventina di pattugliatori da produrre in Egitto.

Inoltre, nei rapporti bilaterali di cooperazione militare c'è l’interesse dell’Aeronautica Egiziana per l’acquisizione di 24 cacciabombardieri Leonardo Eurofighter Typhoon, 24 addestratori Leonardo M-346 ed anche un satellite da ricognizione RADAR, IR e fotografica.



Quindi, a tutt’oggi, nessuna conferma ufficiale da parte del MOD italiano e dai cantieri Fincantieri. Ma anche nessuna smentita. E così le voci di corridoio prendono corpo e inizia a far parlare anche al di fuori dei confini italiani. Le ultime due FREMM costruite tra Riva Trigoso e la Spezia potrebbero finire cedute all'Egitto. Si tratta dello "Spartaco Schergat" e dell'"Emilio Bianchi". La prima arrivata presso il Muggiano nel gennaio 2019 e ormai prossima a prendere il mare nei mesi a venire, la seconda appena terminata per la parte strutturale e in procinto di iniziare i lavori di allestimento nel golfo. Si tratta della nona e decima unità del programma per una fregata europea multi missione sviluppato insieme alla Francia, che a sua volta nel 2015 ha ceduto il suo Normandie al pese nordafricano. La notizia della possibile commessa italiana - si parla di una cifra attorno al 1.2 miliardi di euro - ha presto raggiunto Parigi , definita "uno schiaffo" dal quotidiano La Tribune che sottolinea gli storici rapporti con Il Cairo. Nell'operazione, di cui si starebbero definendo gli aspetti tecnico-finanziari, ci sarebbe il coinvolgimento di Cassa Depositi e Prestiti.
Le fregate in linea nella Marina Militare italiana rimarrebbero dunque otto rispetto alle dieci previste. Non è escluso però che, in caso la cessione alle Forze Marittime Egiziane andasse in porto, da Roma non arrivi il via libera ad un'ulteriore commessa per la marina tricolore per due nuove unità in configurazione antisommergibile. Rimane in ballo infine l'opzione per ulteriori tre Pattugliatori d'altura - sette sono già stati prenotati e in costruzione - e il finanziamento per quattro nuovi sommergibili di nuova generazione U-212 NFS.




Come al solito in Italia, invece di esultare per la vittoria di cantieri e aziende italiane in ambito internazionale (dove è guerra vera per accaparrarsi commesse miliardarie), è polemica dopo le indiscrezioni sulla vendita da parte di Fincantieri di due navi militari all'Egitto. Come già detto, l’operazione riguarderà due fregate di ultima generazione, della classe Fremm, la 'Spartaco Schergat' e la 'Emilio Bianchi’ per un valore di oltre 1,2 miliardi di euro. L’operazione, soggetta a una lunga procedura di autorizzazioni, dovrebbe essere già delineata nella parte finanziaria.
Il consiglio di amministrazione della Cassa Depositi e Prestiti, infatti, ha già accolto la richiesta di concedere una garanzia di 500 milioni coinvolgendo Sace, IntesaSanPaolo, Bnp Paribas e Santander.



Le fregate multimissione “Emilio Bianchi” e la “Spartaco Schergat” sono caratterizzate, come le altre, da un’elevata flessibilità d’impiego e hanno la capacità di operare in tutte le situazioni tattiche. Hanno una lunghezza di 144 metri, una larghezza di 19,7 metri e un dislocamento a pieno carico di circa 6.700 tonnellate. Raggiungono una velocità superiore ai 27 nodi con una capacità massima di personale trasportato pari a 200 persone.
Il programma Fremm rappresenta lo stato dell’arte della difesa italiana ed europea e nasce dall'esigenza di rinnovamento della linea delle unità della Marina Militare della classe Lupo (già radiate) e Maestrale (alcune già in disarmo e le rimanenti prossime al raggiungimento del limite di vita operativo), costruite da Fincantieri negli anni Settanta.
Nel corso del 2013 sono state consegnate “Carlo Bergamini” e “Virginio Fasan”, nel 2014 “Carlo Margottini”, nel 2015 “Carabiniere”, nel 2016 “Alpino”, nel 2017 “Luigi Rizzo”, nel 2018 “Federico Martinengo” e nel 2019 “Antonio Marceglia”. Con l’esercizio dell’opzione, nell’aprile 2015, per la costruzione della nona, “Spartaco Schergat”, e della decima unità, si è data completa attuazione al programma italiano. L’iniziativa vede la partecipazione in qualità di prime contractor per l’Italia di Orizzonte Sistemi Navali (51% Fincantieri, 49% Leonardo) e per la Francia di Armaris (Naval Group + Thales).
Questa cooperazione ha capitalizzato l’esperienza positiva del precedente programma italo-francese Orizzonte che ha portato alla realizzazione di due cacciatorpediniere per la Marina italiana, l’“Andrea Doria” e il “Caio Duilio”, consegnate rispettivamente nel 2007 e nel 2009. Proprio grazie a programmi come Fremm e Orizzonte, Fincantieri "ha raggiunto posizioni di eccellenza e di livello assoluto, e ha dato vita con Naval Group alla joint venture paritaria Naviris, che apre la strada al consolidamento della difesa navale europea in risposta alla crescente pressione dei concorrenti mondiali”. 

Inoltre, con il progetto Fremm rimodulato per le esigenze della US NAVY, Fincantieri è in dirittura finale per il progetto statunitense “FFG (X)”.



«Fincantieri produce l'1% del prodotto interno lordo italiano e l'indotto è formato da oltre 3.000 aziende di cui il 75% italiane. Soltanto in Liguria 3.000 maestranze dirette e di queste il 70% nel settore militare». Lo ha detto il presidente di Fincantieri Giampiero Massolo che oggi ha preso la parola in sostituzione dell'ad Giuseppe Bono, per la prima volta assente a un varo per indisposizione: «Il nostro emblema è rappresentato dalla versatilità delle navi, dalla loro flessibilità d'impiego e dalla durata - ha detto Massolo -. Le nuove unità per decenni navigheranno negli scenari militari nel mondo oltre che a supporto della cittadinanza. Ora siamo in attesa per la fine febbraio di concludere il progetto europeo per formare un grande polo cantieristico capace di fronteggiare i competitor asiatici».

(Web, Google, Wikipedia, dr. Giorgio ARRA, Analisi Difesa, Difesa.Forumfree, You Tube)























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