martedì 4 febbraio 2020

L'OTO Melara Palmaria, semovente d'artiglieria concepito nel corso della seconda metà degli anni settanta dall'Italia per il mercato estero.


Il Palmaria è un semovente d'artiglieria concepito nel corso della seconda metà degli anni settanta dall'Italia per il mercato estero. È stato costruito in circa due centinaia di esemplari e venduto a Libia e Nigeria. 
In recenti video del fronte libico si può notare l'utilizzo del PALMARIA anche in qualità di "cacciacarri" mediante tiri ad "alzo-zero"!




Storia

Sviluppo

Nel 1977 la ditta italiana OTO Melara stanziò i fondi per la progettazione autonoma di un obice semovente da commercializzare esclusivamente sul mercato estero. Fin dall'inizio fu impostato come un'evoluzione dell'SP70, obice semovente concepito assieme Regno Unito e Germania Ovest nei tardi anni sessanta, poi abbandonato per sopraggiunte difficoltà tecniche. Il primo prototipo, basato sullo scafo del carro armato da combattimento nazionale OF-40 e dotato di una più ampia torretta, fu pronto sul finire del decennio. Una fonte afferma invece che venne completato nel 1981. Il nome del veicolo deriva da quello dell'omonima isola nel Mar Ligure.




Produzione

La OTO Melara allestì la linea d'assemblaggio che iniziò a operare dal 1982 per soddisfare l'ordine inoltrato dalla Libia di 210 unità; lo stesso anno anche la Nigeria si disse interessata al mezzo e ne richiese venticinque unità. Nel 1986, infine, l'Argentina comprò venticinque torrette sfuse. In totale la produzione durò per quasi tutti gli anni novanta e totalizzò 235 esemplari. Una fonte riporta, invece, che l'Argentina abbia fatto richiesta per venti torrette.

Caratteristiche

Il semovente d'artiglieria Palmaria adopera lo scafo dell'OF-40 come piattaforma mobile, al quale sono state apportate alcune modifiche. Al posto dell'originale propulsore da 10 cilindri e 830 hp di potenza, il vano posteriore accoglie un diesel MTU MB 837 Ka-500 a 8 cilindri a V sovralimentato con turbocompressore, erogante 750 hp e servito da un serbatoio capace di 800 litri. Questo motore di derivazione tedesca è dotato di un convertitore di coppia e usufruisce di un cambio planetario Renk con quattro velocità e una retromarcia; l'albero lo collega alle ruote motrici posteriori. La presenza di un motore elettrico ausiliario è riportata da più fonti ma non vi è accordo sulla funzione svolta: per una fonte servirebbe a muovere la torretta e a risparmiare così carburante del propulsore principale; per una seconda fonte sarebbe preposto a sostituire il motore diesel MTU quando fuori servizio. Una terza fonte afferma che tale apparato, posto nello scafo anteriore sinistro, era diesel e non elettrico e rimpiazzava il motore primario se era spento.
Il treno di rotolamento si compone di sette ruote portanti con battistrada gommato, ciascuna con una barra di torsione e un ammortizzatore idraulico; sul lato superiore sono imperniati cinque rulli reggicingolo. La ruota motrice è posteriore e quella di rinvio anteriore, addetta anche a regolare la tensionatura dei cingoli larghi 584 mm.
Riguardo alle protezioni passive, lo scafo ha registrato la diminuzione dello spessore della corazzatura in acciaio e la torretta (pesante 12,5 tonnellate in ordine di combattimento) è stata costruita con lastre in lega d'alluminio; simili corazze possono resistere solo al fuoco di armi leggere e schegge di granata.
L'armamento primario installato in torretta consiste in un obice da 155/41 (155 mm di calibro per una lunghezza della canna pari a 41 volte il calibro), pezzo d'artiglieria derivato dal pari calibro FH-70. L'obice è fornito di un freno di bocca a due luci e di un espulsore dei fumi dello sparo; l'alzo del pezzo è compreso tra -4° e +70° e viene eseguito con un meccanismo idraulico, ma sono disponibili anche sistemi manuali. Il brandeggio, ottenuto ruotando la torre, è pari a 360°. La scorta di proietti caricabile è di 30 colpi, dei quali 23 sono immagazzinati in rastrelliere disposte nella torretta per un pronto impiego: possono essere adoperati tutti i tipi di munizioni da 155 mm NATO, dalle granate illuminanti a quelle HE ("High Explosive") a frammentazione. Il caricamento può avvenire sia a mano, sia mediante un congegno semiautomatico: quando viene sparato un colpo la canna torna a un alzo preregolato di +2°, la culatta si apre e viene immesso un altro proietto, dietro il quale viene posta a mano la carica di lancio; l'otturatore si chiude e il ciclo di fuoco può ricominciare. La gittata nominale dell'obice raggiunge i 24.700 metri ma essa può essere incrementata a 30.000 metri utilizzando speciali granate con propulsione a razzo e con una carica esplosiva da 45,5 chili, ordigni forniti dalla Simmel. Grazie ai sistemi automatici di caricamento il Palmaria può sparare tre colpi nell'arco di trenta secondi oppure un colpo ogni quindici secondi; il rateo di fuoco preferibile è però quello con una cadenza di una granata per minuto. La dotazione offensiva è completata da una mitragliatrice da 7,62 mm o 12,7 mm, installata in corrispondenza del portello d'accesso del capocarro a destra (avente funzione contraerea), e da quattro lanciafumogeni ad azionamento elettrico, che possono essere aggiunti nella zona antero-laterale della torre.
L'equipaggio addetto a un singolo semovente conta cinque elementi: nello scafo, a destra, sedeva il pilota. In torretta trovano posto il comandante, chiamato anche a utilizzare la mitragliatrice quando necessario, un cannoniere e un caricatore, mentre un porgitore si occupa di passare le cariche di lancio. Nel complesso il Palmaria è un sistema d'arma lungo oltre 11 metri, alto più di 3 metri e pesante in ordine combattimento 46 tonnellate. L'autonomia è ciononostante assai ampia, pari a 400 chilometri o 500 chilometri su strada asfaltata. La velocità di punta su strada arriva a 60 km/h e la mobilità è generalmente buona: il semovente riesce a padroneggiare fossati larghi 3 metri e ostacoli verticali alti fino a 1,15 metri; le capacità di guado, pari a 1 metro circa, possono essere incrementate a ben 4 metri dopo una breve preparazione.

Derivati

L'Argentina ha installato sugli scafi di 17 Tanque Argentino Mediano, i locali carri armati da combattimento, altrettante torrette di Palmaria acquistate negli anni ottanta; il nuovo semovente fu denominato TAM VCA ("Vehiculo de Combate de Artilleria") e presenta uno scafo più lungo di quello originale. Al giorno d'oggi presta ancora servizio nell'esercito argentino.

Utilizzatori
  • Libia: nel 1982 comprò un lotto di 210 esemplari che furono forniti negli anni seguenti. Una fonte riporta che le unità acquistate erano 200. Nel 2007 i Palmaria segnalati come operativi nell'esercito libico ammontavano a 160. Il 19 marzo 2011, alle ore 17:45, cacciabombardieri francesi eseguirono un attacco ai danni dell'esercito di Mu'ammar Gheddafi nel quadro dell'intervento internazionale in Libia: il primo mezzo corazzato distrutto fu proprio un Palmaria.
  • Nigeria: ordinò 25 semoventi in contemporanea alla Libia e sembra che la transazione non sia ancora stata confermata, almeno in via ufficiale. Una fonte afferma, però, che al 2007 le forze armate nigeriane potevano schierare 27 mezzi.
  • Argentina - Acquistate 20 torrette Palmaria nel 1986, e integrate in 17/18 telai TAM VCA.

ENGLISH

The Palmaria is an Italian self-propelled howitzer using the 155 mm (6.1″) NATO-standard artillery calibre.

History

Developed by OTO Melara for the export market, the development of the Palmaria began in 1977, with the first prototype appearing in 1981.

Design

The Palmaria's chassis is based on the OF-40 main battle tank.
The primary armament is a 155 mm howitzer, with a secondary 7.62mm machine gun or 12.7 mm machine gun. The howitzer has an automatic loading system, providing a rate of fire of one round every 15 seconds or a burst-fire rate of three rounds every 25 seconds. The loader has 23 ready rounds, with seven more rounds stored in the hull. Including manual reloading of the charge, the overall firing rate is normally one round per minute for one hour. Intense firing is four rounds in one minute. Sustained fire is one round every three minutes for an indefinite period. A wide variety of 155 mm munitions are available, including specially developed Simmel rounds with a range of 24.7 km and rocket-assisted ones with a range of 30 km.
The turret is hydraulic with manual backup, and has 360 degree rotation with elevation limits of -4 to +70 degrees. It has its own auxiliary power supply which conserves fuel for the main engine.

Operational history

Libya was the first country outside Italy to adopt the Palmaria, initially ordering 210 in 1982. Their army's artillery strength in 2004 included 160 Palmaria. Several were destroyed during the 2011 Libyan civil war as a result of multinational military intervention.
Other users include Nigeria, which took 25 Palmaria in 1982, and Argentina, taking the last 25 vehicles in 1986. Argentina mounted the Palmaria turrets onto TAM chassis as one possible replacement for their AMX-13 Mk. F-3 self-propelled guns. This vehicle became the TAM VCA Palmaria.

Operators

Current operators

Argentina - Bought 20 Palmaria turrets in 1986, and integrated them into 17/18 TAM VCA chassis.
Libya - Initially ordered 210 vehicles in 1982, had a count of 160 vehicles in 2004, several were destroyed during the 2011 Libyan civil war.
Nigeria - Bought 25 vehicles in 1982.

(Web, Google, Wikipedia, You Tube)




































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