sabato 30 maggio 2020

Milrem Robotics ha presentato il veicolo robotizzato “Type-X”


Milrem Robotics ha presentato il veicolo robotizzato “Type-X” da 12 tonn per una guerra corazzata meccanizzata.



La società estone Milrem Robotics prevede di completare il prototipo del  “Type-X” entro la fine del 3° trimestre del 2020 e di iniziare i test di mobilità per il mese di ottobre.
Di recente Milrem Robotics ha sviluppato un Robotic Combat Vehicle (RCV) noto come Type-X, introducendo nuove ed avanzatissime capacità di movimento sul campo di battaglia senza equipaggio per i combattimenti che purtroppo inesorabilmente verranno. Milrem prevede che il suo nuovo veicolo da combattimento robotico peserà circa il 25 percento e costerà meno di un terzo di un veicolo da combattimento convenzionale equipaggiato in modo equivalente. Lo sviluppo è finanziato da un cliente non rivelato.



Il Type-X utilizza uno chassis modulare che può ospitare varie configurazioni; la prima variante verrà utilizzata per valutare le prestazioni del telaio. La torretta peserà circa due tonnellate, insieme alle munizioni ed alla protezione, lasciando un margine di una tonnellata per ulteriori carichi utili di missione. Il prototipo sarà munito di una torretta generica, armata con un cannone da 30 mm aggiornabile al 50 mm. I veicoli di produzione forniranno interfacce meccaniche ed elettroniche standard per ospitare diverse torrette e carichi di missione di diversi produttori.
Utilizzando un sistema di propulsione ibrido (diesel-elettrico), l'RCV Type-X avrà un'autonomia di missione fino a 600 km, ad una velocità massima di 80 km / h su strada o 50 km / h in fuoristrada. La portata massima indica l'utilizzo di batterie completamente cariche ed un serbatoio pieno di JP8. Il veicolo utilizza cingoli in gomma che offrono una mobilità superiore anche su superfici sconnesse.
Il nuovo veicolo robotico avrà una lunghezza di 6 metri e 12 tonnellate di peso che garantiscono la stabilità del TYPE X per la massima precisione di tiro con un cannone automatico da 30 o 50 mm. Altri vantaggi derivano dalle dimensioni ridotte con un'altezza di 2,2 metri: una sagoma bassa ed un ampio spazio per il trasporto aereo interno su velivoli C-130 (larghezza di 2,9 metri).
L'agilità della missione aumenterà con più opzioni di mobilità, inclusa la mobilità aerotrasportabile, paracadutatile o il trasporto in elicottero. L'attuale veicolo può attraversare l'acqua ma non ha capacità anfibia. La società produttrice Milrem considera di fornire tale capacità in futuro.



Con un peso lordo del veicolo di 12 tonnellate, sono disponibili altre opzioni di trasporto:
  • tramite l’airdrop con paracadute, 
  • l’estrazione con paracadute a bassa quota (LAPES), 
  • Il carico di imbracature tramite elicotteri da trasporto pesante come il CH-47D / F o il CH-53G / K. Tali capacità non sono attualmente previste per altri veicoli da combattimento di questo tipo.




Un design modulare

La trasmissione utilizza un sistema di alimentazione ibrido-elettrico, comprendente banchi batteria nella parte anteriore e un generatore diesel nella parte posteriore. Funzionando continuamente al carico di potenza ottimale durante la ricarica, il diesel dissipa la firma di calore inferiore, con un'esposizione frontale minima. L'energia immagazzinata viene utilizzata per il funzionamento silenzioso e le batterie vengono ricaricate con il motore diesel in funzione. Il veicolo mantiene un significativo accumulo di energia elettrica, pilotando la propulsione del motore elettrico ed i sistemi di missione su di un bus centrale controllato da software in grado di distribuire diverse centinaia di chilowatt di energia CC ad alta tensione.
Il telaio è progettato in maniera indipendente e autonomo, dotato di potenza di calcolo, propulsione, rilevamento, navigazione, comunicazioni, generazione di energia e stoccaggio per supportare la piena autonomia della missione. I sistemi elettronici sono raggruppati in unità sostituibili in linea (LRU), che consentono riparazioni rapide sul campo.
Tutti i sensori si interfacciano con un sistema di elaborazione ad alte prestazioni utilizzando potenti algoritmi per produrre una mappa virtuale e le decisioni di movimento per il veicolo. Le decisioni di movimento effettive prendono in considerazione queste mappe del terreno e situazionali ed i comandi del controllore di missione tramite il sistema Drive by Wire del veicolo.

Nuovi concetti di funzionamento

Il design dell’RCV Type-X presenta modularità e agilità per consentire la configurazione futura a supporto di una "famiglia di RCV", per svolgere diverse missioni a supporto di operazioni di combattimento con e senza pilota. Il Type X è progettato per avere prestazioni completamente autonome, spostandosi su strada, in formazione o fuoristrada, conducendo missioni di sorveglianza e di “intelligence”, sorveglianza e ricognizione (ISR) e acquisizione di obiettivi. Contromisure specifiche potrebbero anche essere impiegate automaticamente, in base a determinati concetti operativi. Tuttavia, il Type-X non è progettato per utilizzare le sue armi in modo autonomo, ma aspetta un ordine da un operatore umano per ingaggiare obiettivi con effetti letali. Incorporare RCV in formazioni tattiche aumenta il tempo di reazione del combattente e riduce il carico cognitivo del comandante, contribuendo a un comando di battaglia più efficace. L'uso dell'intelligenza artificiale (AI) e dell'apprendimento automatico (ML) sono impiegati per assistere i robot e gli operatori nel rilevamento e nell'acquisizione del bersaglio e possono anche aiutare a stabilire ed aggiornare il quadro situazionale tattico e aiutare i comandanti a prendere decisioni.
Supporto di missione per un rapido schieramento - per le loro dimensioni e peso compatti, il Type-X potrebbe essere impiegato come portacarichi, veicolio di supporto alla missione, unità di generazione di energia elettrica e porta-armi per la protezione di pattuglie appiedate. In tali missioni di supporto logistico, un telaio del type X senza torretta sarà in grado di trasportare 5-6 tonnellate, - 2,5 - 3 tonnellate a bordo del veicolo stesso e fino a 3 tonnellate aggiuntive caricate su di un rimorchio. Queste capacità potrebbero diventare piuttosto utili per le operazioni di mantenimento della pace.

ENGLISH

The Milrem Robotics company from Estonia has developed a Robotic Combat Vehicle (RCV) known as Type-X, introducing new and exciting manned-unmanned capabilities to modern combat. “Milrem planned to unveil the mockup of Type-X at the Eurosatory 2020 event,” Kuldar Väärsi, Milrem CEO told Defense Update, “We plans to complete the prototype of the vehicle by the end of the 3rd quarter of 2020 and begin mobility testing in October.” Väärsi expects its new robotic combat vehicle to weigh about 25 percent and cost about 50-33 percent of an equivalently armed, conventional combat vehicle. The development is funded by an unnamed customer. Type-X is a modular chassis that accommodates various configurations; the first variant will be used to assess the performance of the chassis. Such a turret weighs about two tons, along with ammunition and protection, leaving up to an extra ton for more mission payloads. The prototype will carry a generic turret, mounting a 30 mm cannon, and is upgradable to 50mm. Production vehicles provide standard mechanical and electronic interfaces to accommodate different turrets and mission payloads from different manufacturers. Using a hybrid (diesel-electric) propulsion system, the RCV maintains mission autonomy for up to 600 km, at a maximum speed of 80 km/h on the road or 50 km/h off-road. Maximum range denotes using fully charged batteries and full tank of JP8. The vehicle uses rubber tracks delivering superior mobility even on rough surfaces. A length of 6-meters and 12-ton weight ensure the Type-X stability for fire precision with an automatic 30 or 50mm cannon. Other advantages derived from the small size are the height of 2.2 meters, providing a low silhouette, and ample clearance for internal air transport in C-130 aircraft (2.9-meter width). Mission agility increases with more mobility options, including air mobility by aircraft, parachute, or helicopter sling loading. The current vehicle can cross water but do not have amphibious (swim) capability. Milrem considers providing such capability in the future.
At a gross vehicle weight of 12 tons, other air-delivery options are available, including airdrop by parachute, low altitude parachute extraction (LAPES) as well as sling-loading under heavy transport helicopters such as Chinook and Super Stallion (CH-47D/F and CH-53G/K). Such capabilities are currently unattained by other combat vehicles of this type.
A Modular Design
The drive train uses a hybrid-electric power system, comprising battery banks in front and a diesel generator in the rear. Running continuously at optimal power load when charging, the diesel dissipates lower heat signature, with minimal frontal exposure. Stored energy is used for silent operation, and batteries are recharged while the diesel engine is running. The vehicle maintains significant storage of electrical energy, driving electric motor propulsion and mission systems over a central software-controlled power bus that can distribute several hundreds of kilowatts of high-voltage DC power.
“The chassis is designed as an independent and autonomous vehicle, equipped with computing power, propulsion, sensing, navigation, communications, energy generation, and storage to support full mission autonomy.”  Chief Engineer of the TypeX project Sverker Svärdby explained. The electronic systems are grouped into Line Replaceable Units (LRU), enabling quick repairs in the field. According to Chief Engineer Svärdby, all sensors interface with a high-performance computing system using powerful algorithms to produce the tertian map and movement decisions for the vehicle. Actual movement decisions consider these terrain and situational maps, controller’s and mission commands to control the vehicle’s Drive by Wire system.
New Concepts of Operation
According to Väärsi, the Type-X RCV design features modularity and agility to enable future configuration supporting a ‘family of RCVs’, to carry out different missions in support of manned and unmanned combat operations.
Type-X is designed to enable fully autonomous performance, moving on road, in-formation or off-road, conducting overwatch and intelligence, surveillance and reconnaissance (ISR) missions, and target acquisition. Specific countermeasures could also be employed automatically, under certain operational concepts. However, Type-X is not designed to employ its weapons autonomously – but wait for an order from a human operator to engage targets with lethal effects.
Embedding RCV in tactical formations increases the combatant reaction time and reduce the cognitive load of the commander, contributing to a more effective battle command. Using Artificial Intelligence (AI) and Machine Learning (ML) are employed to assist robots and operators in target detection and acquisition and can also help establish and update the tactical situational picture and help commanders make decisions.
Mission support of rapid deployment – for their compact size and weight, Type-X could be deployed as load carriers, mission support vehicles, electrical power generation units, and weapon carriers for base protection and patrols. On such logistical support missions, a turretless Type-X chassis will be able to haul 5-6 tons, – 2.5 – 3 tons onboard the vehicle itself and up to additional 3 tons loaded on a trailer. These capabilities could become quite useful for peacekeeping operations.

(Web, Google, Defense-update, armyrecognition, Wikipedia, You Tube)


















venerdì 29 maggio 2020

IL TERZO PPA P-432 “Raimondo MONTECUCCOLI”




Si è svolto in data 13 marzo 2021, presso lo stabilimento Fincantieri di Riva Trigoso, il varo del terzo Pattugliatore Polivalente d’Altura (PPA), “Raimondo Montecuccoli”.
Alla cerimonia hanno partecipato varie autorità civili e militari e Giuseppe Giordo, Direttore generale della Divisione Navi Militari di Fincantieri. Madrina della nave è stata la signora Anna Maria Pugliese, figlia dell’Ammiraglio di Squadra Medaglia d’Oro al Valor Militare Stefano Pugliese, che fu comandante dell’incrociatore leggero “Montecuccoli”, entrato in servizio nel 1935.


Il Montecuccoli è la terza di sette unità della stessa classe e sarà consegnata nel 2023; rientra nel piano di rinnovamento delle linee operative delle unità navali della M.M. avviato nel 2015 sotto l’egida dell'Organizzazione per la cooperazione congiunta in materia di armamenti.




I marinai di ogni epoca hanno spesso dato interpretazioni suggestive di episodi ed eventi, nel tentativo di “governarli” a loro vantaggio, dando spesso origine a leggende e miti. 



E’ questo il caso della leggenda dei “Centum Oculi” legata al motto non ufficiale dell’incrociatore Montecuccoli. 

Il motto, anagramma della parola Montecuccoli, nome del condottiero seicentesco Raimondo Montecuccoli, rappresentava l’augurio e, al contempo, l’invocazione di essere protetti da cento occhi: centum oculi vigilant pro te. La frase beneaugurante era stata posta al di sopra del quadro raffigurante il condottiero a cui era stata intitolata la nave. Il dipinto faceva bella mostra di sé nel quadrato ufficiali dell’incrociatore, varato a Genova il 2 agosto 1934.
L'effetto suggestivo del quadro fu tale che un paio di marinai di guardia in coperta, svennero dallo spavento, asserendo addirittura di aver visto il fantasma del grande condottiero. Questo episodio e molti altri sono stati magistralmente raccontati da Sergio Nesi, imbarcato sull’Incrociatore Montecuccoli con l’incarico di direttore del tiro contraereo fino a luglio 1943, nel suo romanzo “Un Alcione dalle Ali Spezzate, il volo”.



Il suggello alla leggenda del fantasma di Montecuccoli che protegge l’incrociatore dalle insidie delle missioni di guerra nel Mediterraneo, tuttavia, si ebbe il 15 giugno 1942, durante la battaglia di Pantelleria. Infatti, il solo colpo di artiglieria che raggiunse l’Incrociatore, attraversò il quadrato ufficiali, seminando diversi fori di scheggia. Una di queste schegge andò proprio ad impattare sul quadro del condottiero. La  goliardica storiella del fantasma di Montecuccoli entrò a pieno titolo nella tradizione.



Il Raimondo Montecuccoli fu un incrociatore leggero della Regia Marina e poi della Marina Militare, appartenente alla classe Condottieri tipo Raimondo Montecuccoli. Venne così battezzata in onore del condottiero del XVII secolo Raimondo Montecuccoli.



Costruzione

Impostato il 10 ottobre 1931 nei cantieri Ansaldo di Genova, varato il 2 agosto 1934, dopo avere effettuato le prove in mare nella primavera del 1935, venne consegnato alla Regia Marina il 30 giugno del 1935.

Armamento

L'armamento era costituito da otto cannoni da 152/53 mm Mod 1929 in quattro installazioni binate, sei cannoni da 100/47 mm OTO 1928 in tre installazioni binate, otto mitragliere da 37/54 mm in quattro installazioni binate e otto mitragliatrici 13,2/75,7 mm Breda 1931 in quattro installazioni binate, sostituite durante il secondo conflitto mondiale da dodici mitragliatrici 20/70 mm Oerlikon in installazioni singole.




Apparato motore

L'apparato motore è costituito da due parti identiche, ciascuna formata da due generatori di vapore collegate ad un gruppo turbine, alloggiate in sei locali separati (due locali per le turbine, quattro per i generatori) posti uno dietro l'altro al centro della nave.
I generatori di vapore surriscaldato a 225 °C, erano caldaie a tubi d'acqua del tipo Yarrow detto Marina Militare a cinque collettori in grado di produrre 90t/h di vapore.
La camera di combustione di ciascun generatore era alimentata da 12 polverizzatori, a nafta riscaldata fino a 90-100 °C. I fumi dei due generatori poppieri venivano evacuati dal fumaiolo di poppa mentre quelli prodieri utilizzavano il fumaiolo di prora. I generatori di vapore erano alimentati con acqua distillata, preriscaldata a 100 °C dai vapori di scarico delle turbine ausiliarie.
Il gruppo turbine era formato da una turbina ad alta pressione ed una turbina a bassa pressione, entrambe del tipo Belluzzo ad azione diretta invertibili per la marcia indietro, collegate da una scatola ingranaggi alla linea d'asse. Il gruppo prodiero azionava l'elica di dritta con rotazione destrorsa, mentre il gruppo poppiero azionava l'elica di sinistra, sinistrorsa. Al di sotto del gruppo turbine era installato il condensatore a bassa pressione, raffreddato con acqua di mare, in grado di far funzionare le turbine in circuito chiuso. Per compensare le perdite d'acqua distillata sono installati tre evaporatori capaci di produrre 154t di acqua distillata nelle 24 ore.




Attività

Periodo pre-bellico

Allo scoppio della guerra civile spagnola partecipò a varie missioni a protezione del traffico marittimo.
Nel 1937 venne inviato in estremo oriente, al comando del ContrAmmiraglio Ettore Filo della Torre di Santa Susanna, a tutela degli interessi italiani nell'area, in occasione del conflitto sino-giapponese partendo da Napoli il 30 agosto e giungendo a Shanghai il 15 settembre dopo aver toccato durante la navigazione Porto Said, Aden, Colombo e Singapore e visitando Sydney, dove giunse in occasione delle celebrazioni del 150º anniversario della fondazione dello Stato del Nuovo Galles del Sud. Nell'occasione il Montecuccoli visitò oltre Sydney i principali porti australiani, quali Hobart, Adelaide, Brisbane e Melbourne.
Rientrato a Shanghai continuò ad operare in quelle acque in difesa degli interessi italiani, toccando anche numerosi porti giapponesi, rientrando in Italia nel 1939.



Periodo bellico

Durante la seconda guerra mondiale, dotato di idrovolanti IMAM Ro.43, incrociò la propria attività con quella del gemello Muzio Attendolo e degli incrociatori Duca d'Aosta prendendo parte alle battaglie di Punta Stilo del 9 luglio 1940. Insieme al Eugenio di Savoia e cinque cacciatorpediniere sparò contro postazioni greche alla isola di Corfù, il 18 dicembre 1940. Fece parte della scorta del convoglio M.42 che culminò nella prima battaglia della Sirte del 17 dicembre 1941. Prese parte alla battaglia di mezzo giugno (12 - 16 giugno 1942), dove riuscì a mettere fuori combattimento il cacciatorpediniere HMS Bedouin, affondato in seguito da un aerosilurante S.M.79 del sottotenente Martino Aichner della 281ª Squadriglia del 132º Gruppo, ed incendiare la grossa petroliera Kentucky, che si era fermata dopo essere colpita da aerei tedeschi. Due mesi dopo prese parte alla Battaglia di mezzo agosto svolta tra il 10 e il 15 agosto 1942.



Il giorno di Santa Barbara

Mentre si trovava a Napoli il 4 dicembre 1942, giorno di Santa Barbara, vi fu un bombardamento da parte dei B-24 americani partiti dall'Egitto che arrivarono indisturbati sulla città in quanto scambiati per una formazione di Ju 52 tedeschi, sganciando le loro bombe da oltre 6 000 metri di altitudine, che colpirono il Montecuccoli, l'Eugenio di Savoia, che ebbe 17 morti e 46 feriti e danni alla parte posteriore dello scafo riparabili in 40 giorni ed il gemello Muzio Attendolo, che colpito al centro da una o due bombe venne danneggiato sotto la linea di galleggiamento inclinandosi per finire semiaffondato. Per il Muzio Attendolo la stima delle operazioni di recupero e dei lavori di riparazione era da dieci mesi ad un anno, ma lo scafo venne recuperato e demolito al termine del conflitto.
Il Montecuccoli venne colpito da una bomba a centro nave proprio dentro un fumaiolo che venne disintegrato lasciando al suo posto un cratere, ma la protezione della corazzatura riuscì a salvare la nave che, oltre ad avere avuto 44 morti e 36 feriti, ebbe bisogno di ben sette mesi di lavori. Al termine dei lavori vennero installate quattro mitragliere 20/70 mm Oerlikon.

Armistizio

All'armistizio dell'8 settembre la nave si trovava a La Spezia, da dove, insieme alle altre due unità che in quel momento costituivano la VII Divisione, l'Eugenio di Savoia e l'Attilio Regolo, alle corazzate Roma, Vittorio Veneto e Italia della |IX Divisione, i cacciatorpediniere Mitragliere, Fuciliere, Carabiniere e Velite della XII Squadriglia, i cacciatorpediniere Legionario, Oriani, Artigliere e Grecale della XIV Squadriglia ed una squadriglia di torpediniere formata da Pegaso, Orsa, Orione, Ardimentoso e Impetuoso, salpò per congiungersi con il gruppo navale proveniente da Genova, formato dalle unità della VIII Divisione, costituita da Garibaldi, Duca degli Abruzzi e Duca d'Aosta e dalla torpediniera Libra, per poi consegnarsi agli Alleati a Malta assieme alle altre unità navali italiane provenienti da Taranto. Il gruppo, dopo essersi riunito con le unità provenienti da Genova, per ottenere una omogeneità nelle caratteristiche degli incrociatori, il Duca d'Aosta passò dalla VIII alla VII Divisione, sostituendo l'Attilio Regolo che entrò a far parte della VIII Divisione. Durante il trasferimento la Roma, nave ammiraglia dell'Ammiraglio Bergamini, affondò tragicamente nel pomeriggio del 9 settembre al largo dell'Asinara centrata da una bomba Fritz X sganciata da un Dornier Do 217 della tedesca Luftwaffe partito dalla base di Istres vicino a Marsiglia.
Dall'inizio del conflitto all'armistizio, il Montecuccoli effettuò 32 missioni di guerra percorrendo 31.590 miglia.
Durante la cobelligeranza ed al termine del conflitto, partecipò a numerose missioni di trasporto veloce e di rimpatrio di prigionieri.

Nave scuola

Il Montecuccoli fu uno dei quattro incrociatori lasciati alla Marina italiana in seguito al Trattato di Pace insieme al Luigi Cadorna al Duca degli Abruzzi e al Garibaldi, tutte unità queste della classe Condottieri come il Montecuccoli.
Entrato a far parte della Marina Militare Italiana il Montecuccoli riprese l'attività di squadra a partire dal 1947 fino al 1949 quando, dopo lavori che avevano comportato piccole modifiche, venne destinato a svolgere il compito di nave scuola per gli allievi dell'Accademia Navale di Livorno, effettuando sin dall'estate del 1949 le campagne di istruzione estiva, sia nel Mediterraneo che oltre, toccando nel 1951 Santa Cruz de Tenerife e nel 1952 Londra.
Successivamente venne sottoposto all'Arsenale di La Spezia a grandi lavori di trasformazione e riammodernamento che, dal giugno 1954, lo resero più idoneo al compito di nave-scuola e con l'ingresso dell'Italia nella NATO venne contraddistinto dalla matricola C552.
Le modifiche portarono all'eliminazione di due caldaie, della torretta nº2 e relativo deposito munizioni, del complesso 100/47 centrale e di otto mitragliatrici da 20/70, con un incremento sensibile di complessi antiaerei costituito da armi “Bofors” da 40/56 mm, che sostituirono tutte le mitragliere da 37/54 mm originarie. Vennero installati i radar di scoperta di superficie, di scoperta aerea, di tiro e una nuova centrale di tiro. I serbatoi di nafta furono aumentati di 300 m³ con il conseguente aumento di 615 miglia di autonomia. I lavori modificarono l'aspetto originale e in particolare le modifiche riguardarono principalmente la zona centrale della nave, con la modifica del fumaiolo prodiero e della plancia di comando, e l'installazione di un robusto albero per il sostegno delle antenne delle nuove apparecchiature radar imbarcate
Alternando l'attività di squadra alle campagne di istruzione, raggiunse porti come Copenaghen nel 1955, Montréal, Boston e Filadelfia nel 1958, Helsinki nel 1961. Tra le campagne di istruzione, la circumnavigazione del mondo, effettuata dal 1º settembre 1956 al 1º marzo 1957 che, inizialmente non prevista, fu resa necessaria nel ritorno dall'Australia, dove aveva svolto un ruolo di rappresentanza in concomitanza alle olimpiadi di Melbourne, a causa della crisi del Canale di Suez.

Il Montecuccoli, al comando dell'allora capitano di vascello Gino Birindelli, in quella circostanza toccò 34 porti di quattro continenti, percorrendo complessivamente 33.170 miglia.

Dopo aver compiuto la circumnavigazione del continente africano nel 1963, l'anno successivo venne messo in disarmo, ammainando per l'ultima volta la bandiera, a Taranto la sera del 31 maggio 1964. Rimorchiato alla Spezia, nel 1972 venne demolito.
Nel suo compito di nave scuola venne sostituito a partire dal 1965 dal San Giorgio.
Una curiosità: Sul Montecuccoli è stato imbarcato Pasquale Africano il personaggio televisivo che dal 1985 al 2004 impersonava la guardia giurata nella trasmissione Forum, scomparso il 30 agosto 2008, che era un Segnalatore del corso 62.
Attualmente alcuni reperti del Montecuccoli sono stati collocati e visibili sul monte Pulito, nei pressi della Trinità, all'ingresso della Città della Domenica, il parco faunistico - ricreativo di Perugia in località Ferro di Cavallo distante circa 2 chilometridal capoluogo umbro. Si tratta di un cannone binato da 152 mm, dell'albero di plancia e delle àncore. Ai piedi dell'albero maestro una targa ricorda le 156 missioni, le 3 678 ore di moto effettuate e le oltre 77 800 miglia percorse.

Motto

Il motto della nave era "Con risolutezza - Con Rapidità" che si riferiva alla elevata velocità della nave.
Oltre al motto ufficiale le navi hanno anche altri motti non ufficiali presenti in alcuni locali della nave. Il Montecuccoli aveva come motto non ufficiale “Centum Oculi”, che campeggiava in alto sul quadro del condottiero presente nel quadrato Ufficiali, motto che faceva riferimento alle eccelleti virtù di apprezzamento della situazione tattica del condottiero rinascimentale, come se avesse Cento Occhi nel valutare velocemente le situazioni del campo di battaglia. Secondo i racconti di marinai di bordo il fantasma del condottiero sarebbe stato avvistato a bordo dell'incrociatore con la divina missione di proteggere la nave che portava il suo nome dalle insidie delle missioni di guerra. Allo scoppio del conflitto un ufficiale di rotta introdusse l'usanza di coprire con la carta stagnola la “O” del motto “Centum Oculi” con l'auspicio di procurare alla nave, che secondo lui difettava di corazzatura, una discreta “scorta” di ben cento colpi di fortuna da “spendere” durante il corso della guerra. La cosa andò però ben oltre la trovata goliardica. Secondo i racconti dei marinai dopo l'applicazione della carta stagnola sulla "O" le apparizioni del condottiero si sarebbero moltiplicate, ma il suggello alla leggenda si ebbe il 15 giugno 1942 quando nel corso della battaglia di mezzo giugno la nave venne raggiunta da un solo colpo d'artiglieria che attraversò il quadrato ufficiali seminando nell'ambiente diversi fori di scheggia, una delle quali, impattando sul quadro del condottiero provocò l'asportazione della “O” del motto “Centum Oculi”. Sembra che quando i presenti sul posto si resero conto che, malgrado tutte le schegge, nessuno era stato colpito e tutti incolumi guardarono verso il ritratto del Motecuccoli pieno di fori, notando che la lettera “O” del motto era stata asportata, decisero che il motto dovesse rimanere ed essere tramandato così come era “Centum Culi” e la goliardica storiella del fantasma di Montecuccoli divenne pertanto storia e a questo fu attribuita la fortuna dell'unità nella sua lunga vita di servizio. Dopo il disarmo della nave il quadro del condottiero pieno di fori è stato collocato nel museo storico navale di Venezia.

Dopo il Paolo Thaon di Revel ed il Giorgio Morosini, il terzo Pattugliatore Polivalente d’Altura si chiamerà RAIMONDO MONTECUCCOLI

I pattugliatori polivalenti d'altura (PPA) della classe Thaon di Revel rappresentano il programma per una futura classe di unità navali multiruolo della Marina Militare, che sostituiranno le fregate classe Soldati e le corvette classe Minerva.
I Pattugliatori Polivalenti d'Altura (PPA) rientrano nel “Programma Navale" per la tutela della capacità marittima della Difesa", ex legge 147/2013 (Legge di stabilità 2014), per acquisire navi di nuova concezione - 7 navi (+ 3 previste in opzione) - per la sorveglianza e la sicurezza marittima nazionale. Le unità sono progettate in tre versioni Light, Light plus e Full.
Sono navi di concezione innovativa, per sorvegliare e controllare gli spazi marittimi d'interesse nazionale, vigilare sulle attività marittime ed economiche, concorrere alla salvaguardia dell'ambiente marino, supportare operazioni di soccorso alla popolazione colpita da calamità naturali e per concorrere alla scorta di gruppi navali, navi maggiori e mercantili.
Il progetto di questi nuovi pattugliatori è stato sviluppato per enfatizzare le caratteristiche di versatilità strategica già intrinseche in ogni unità navale: è stata infatti ideata una piattaforma dalle spiccate capacità adattive, grazie alle dimensioni e alle caratteristiche costruttive, che permettono di assumere diverse configurazioni d'impiego, scegliendo l'implementazione dell'allestimento modulare in base al profilo di missione.
Le unità hanno la possibilità di imbarcare equipaggiamenti vari e container per supporto in caso di calamità naturali e/o imbarcazioni tipo RHIB (rigid hullinflatable boat) o mezzi non pilotati.
Il requisito duale delle unità è recepito sin dalle fasi di progetto, così come la possibilità d'integrare agevolmente nuove capacità.
Più in dettaglio, la nave sarà caratterizzata da ampi spazi dedicati all'imbarco di materiali e impianti shelterizzati, che amplieranno ulteriormente la sua capacità ospedaliera, di trasporto di aiuti umanitari e d'imbarco di sistemi specifici per operazioni antinquinamento.
Le nuove navi saranno in grado di impiegare imbarcazioni veloci tipo RHIB fino a una lunghezza di oltre 11 metri tramite gru laterali o per mezzo di una rampa di alaggio situata a poppa.
I PPA saranno costruiti, a similitudine delle FREMM, presso i Cantieri Navali di Riva Trigoso e di Muggiano.
La nuova classe fa parte della legge navale 2014-2015 che prevede la suddivisione delle unità nelle seguenti tre diverse versioni:
  • PPA Light: versione leggera, adatta al pattugliamento litoraneo ed al contrasto della criminalità in mare;
  • PPA Light+: versione media, adatta sia al pattugliamento litoraneo che al supporto ed al combattimento;
  • PPA Full: versione pesante, adatta al combattimento di prima linea.
  • Il piano prevede 16 unità, 7 delle quali sono state già commissionate. Altre 3 sono in opzione, mentre ad ora è iniziata la costruzione delle prime tre unità.
  • L'ordine delle prime 7 unità è così suddiviso: 2 PPA Light, 3 PPA Light+ e 2 PPA Full.


Progetto

Il programma PPA è un innovativo programma di pattugliamento polivalente per l'Italia. Le caratteristiche di PPA soddisfano il concetto italiano di "Multi-Purpose by Design", un modello, condiviso con la Comunità NATO, che consentirà a queste navi di essere in grado di far fronte a scenari dinamici e complessi, nonché di realizzare numerosi profili di operazioni .
Queste unità, pienamente interoperabili con i partner della NATO e dell'UE, saranno più versatili rispetto all'attuale generazione di navi, beneficiando di un ampio uso del concetto di modularità. Sono concepiti, sin dall'inizio della fase di progettazione, con funzionalità avanzate di "duplice uso", adatte a tutti i compiti militari e in grado di intervenire anche durante il tempo di pace, supportando le operazioni di assistenza umanitaria e di soccorso in caso di catastrofe.
Il PPA avrà un impatto ambientale minore, riducendo ulteriormente le emissioni inquinanti, anche adottando biocarburanti di nuova generazione e propulsione elettrica. Alcune caratteristiche meritano una menzione speciale: elevata flessibilità e livello di innovazione, altissima velocità, lunga durata, resilienza e navigabilità, manovrabilità, modularità, alto livello di integrazione e automazione, in altre parole più adatte ad affrontare le sfide del 21 ° secolo. I PPA potranno essere rapidamente dispiegati a lunghe distanze in un ampio spettro di situazioni di emergenza, diventando la spina dorsale della Marina italiana.
Il programma PPA comprende lo sviluppo e la produzione di 10 navi (sette più un'opzione per altre tre) e il supporto in servizio per dieci anni. Basato su una piattaforma comune, i PPA saranno consegnati in tre configurazioni con capacità incrementali.
Il Pattugliatore Polivalente d’Altura (PPA) rappresenta una tipologia di nave altamente flessibile con capacità di assolvere molteplici compiti che vanno dal pattugliamento al combattimento di prima linea. 
Le prime due versioni, saranno velocemente convertibili nella versione più potente e pesantemente armata, grazie anche all'elevato grado di modularità delle unità.
Lo scafo presenta una forma innovativa, che insieme al nuovo rostro prodiero, punta ad ottimizzare la spinta idroninamica allo scopo di soddisfare requisiti prestazionali molto sfidanti, pur mantenendo un moderato impatto ambientale e garantendo l'economicità di gestione.
Le navi, presenteranno due zone ad alta modularità, una di centro nave e l'altra di poppa.
La prima, presenterà una gru Davit con 2 braccia, deployable, per il trasporto, il lancio ed il recupero di imbarcazioni fino a 11m x 10t e una gru Centrale per container fino a 20t. Questa zona infatti, presenterà una capacità di carico fino a 8 container ISO 1C, per 120t max complessive.
La seconda zona modulare invece, potrà fungere da bacino per mezzi delle Forze Speciali, da magazzino pallettizzato, da Compound sanitario, da Compound Alloggi (30 posti + igiene) o come zone USVs & ROVs + Shelter di Comando.
Adiacente a questa zona, sarà presente in modo predefinito, una rampa per il lancio ed il recupero di un veicolo anfibio di tipo RHIB di massimo 11 metri.
La zona Plancia, presenta una moderna ed innovativa forma, molto simile a quella di un elmo, assicurando un ampio raggio di visibilità nonché un elevatissimo grado tecnologico, essendo in questa riuniti tutti i sistemi di controllo, di autodifesa ed attacco, navigazione e propulsione.


Armamento

L'armamento di base è comune a tutte e tre le versioni: sarà costituito da un cannone (a prua) OTO Melara 127/64 mm munito del nuovissimo munizionamento Vulcano e da un cannone (sull'Hangar di poppa) OTO Melara 76/62 mm, del tipo Sovraponte, munito di munizionamento Davide/Strales con predisposizione per il Vulcano. 


Sempre sull'Hangar di poppa, troveranno posto 2 mitragliere remotizzate Oto Melara / Oerlikon KBA 25/80 mm e 2 lanciarazzi ODLS-20 per le contromisure AAW e ASW.


Le versioni Light+ e Full, potranno poi vantare un impianto missilistico di ultima generazione VLS Sylver per il lancio di 16 missili Aster 15, Aster 30 e Aster 30 B1NT o CAAM ER. Tutte le versioni avranno la predisposizione per un sistema di 4 lanciatori binati per il lancio di 8 missili anti-nave e land attack OTOMAT TESEO Mk-2 Evolved.




OTOMAT TESEO Mk-2 Evolved 



Per quanto riguarda la capacità silurante sarà presente la predisposizione per 2 lanciatori trinati per MU-90 Impact e siluri da 324mm.



Importante infine, la presenza di un Hangar e un ponte di volo per 2 elicotteri NH90 o AgustaWestland AW101.

(Web, Google, Marina.Difesa, Difesa.forumfree, dr. Giorgio ARRA, Wikipedia, You Tube)



































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