martedì 4 febbraio 2020

L'arrivo delle armi ad energia diretta sulla più recente super portaerei dell’US NAVY, la USS Gerald R. Ford!



L'arrivo delle armi ad energia diretta sulla più recente super portaerei dell’US NAVY, la USS Gerald R. Ford!



La Marina degli Stati Uniti sta cercando di trovare un'alternativa vera per annientare in volo i missili antinave, e la portaerei Gerald R. Ford potrebbe rivelarsi utile in questa ricerca tecnologica.
Una differenza importante tra la Ford ed i suoi predecessori della classe Nimitz è rappresentata dai suoi reattori nucleari gemelli A1B che producono più di tre volte la potenza elettrica dei reattori delle Nimitz: più di 100 megawatt.
Ciò significa che la portaerei Ford, con le problematiche di sopravvivenza che incombono sulle portaerei, è in grado di supportare apparecchiature di grandi dimensioni che consumano tanta energia, come i laser.
La classe FORD è progettata per avere un eccesso di capacità nell’impianto elettrico per portare a bordo i futuri sistemi di armi ad energia diretta.
Ciò è un evidente vantaggio per la nuova classe di portaerei, ed è uno dei motivi per cui la Marina ha progettato la classe Ford nonostante le polemiche sulle nuove tecnologie e gli sforamenti dei costi. La tecnologia della classe Ford è essenziale per la sopravvivenza delle future portaerei, ha detto James Geurts, ufficiale di acquisizione dell’Us Navy: “…la Ford è così importante perché offre la flessibilità necessaria per poter utilizzare la prossima generazione di sistemi atti a garantire che la portaerei possa continuare a sopravvivere", ha detto Geurts.



Bryan Clark, un ufficiale navale in pensione e analista del Center for Strategic and Budgetary Assessments, ha detto che Ford potrebbe utilizzare una spinta nel reparto di sopravvivenza e che i potenti reattori della Ford potrebbero aiutarli ad arrivarci.
"Per migliorare l'autodifesa, si potrebbero mettere dei laser per sostenere quella capacità di autodifesa a corto raggio", ha detto Clark. "Perché il grande problema dei laser in questo momento è la gestione dell'energia. Si può costruire un laser da tre o quattrocento kilowatt, ma per uno di questi bisogna trovare una nave abbastanza grande per metterla in opera e bisogna avere l'energia necessaria per alimentarla. Quindi si ha bisogno di un banco di condensatori ubicato sulla nave o di un generatore abbastanza grande da fornirlo continuamente. Sulla Ford, quello è possibile".
Clark ha sostenuto per anni che la Marina statunitense ha bisogno di allontanarsi dal tentativo di abbattere missili con missili perché un attacco di saturazione da parte di Russia, Cina, Iran, Corea del Nord o chiunque altro possa avere motivo di attaccare una nave della Marina degli Stati Uniti potrebbe costringere un incrociatore o un cacciatorpediniere a spendere tutti i suoi missili e a non sconfiggere la minaccia.
È qui che i missili a corto raggio come il missile Evolved Seasparrow, che può essere impacchettato quattro per cella in un sistema di lancio verticale, e i laser possono avere un grande impatto, anche se ciò significa che la nave debba lasciare che i missili si avvicinino troppo alla nave prima che vengano abbattuti.
"Penso che i laser potrebbero fare la differenza per la classe Ford, perché la tecnologia è già matura; si potrebbero montare sulla nave per affrontare una grande sfida per i vettori, che è la difesa aerea", ha detto Clark. “Si potrebbero mettere sulle nuove unità portaerei diversi laser e dare davvero una spinta alla capacità di difesa d’aerea".
Tuttavia, è improbabile che i laser possano affrontare tutte le minacce poste dai vettori, ha detto Clark.



“I laser sarebbero efficaci contro i missili cruise, fino ad arrivare ai missili cruise supersonici", ha detto Clark. "Naturalmente, le nuove armi ad energia diretta funzionerebbero bene anche contro le piccole imbarcazioni o barchini esplosivi e meno contro i missili ipersonici o i missili balistici”.
La marina statunitense entro il 2021 installerà un’arma laser su alcune navi da guerra della sua flotta. Si tratta di un laser ad alta energia progettato per bruciare barche e abbattere droni senza pilota. L’arma (chiamata HELIOS) andrà in mare tra due anni su un cacciatorpediniere assegnato alla Flotta del Pacifico. La Marina  ha effettuato un ordine nel gennaio 2019 dopo il lancio di un bando (il contratto è da 150 milioni di dollari), che è stato aggiudicato dalla Lockheed Martin. La società per il momento ne fornirà due, il secondo finirà nella base militare White Sands Missile Range nel New Mexico per dei test. L’HELIOS oltre a bruciare le imbarcazioni può anche semplicemente “abbagliare” i sensori elettro-ottici di droni mettendoli fuori uso.  Quest’ultima funzione può tornare utile per evitare incidenti internazionali con forze straniere. Molte armi già schierate sulle navi da guerra statunitensi, tra cui il sistema Phalanx e il Rolling Airframe Missile (RAM), hanno capacità simili, ma si pensa che HELIOS sia in grado anche di affrontare aerei e missili più grandi e più veloci.

ENGLISH

With laser weapons coming, the US Navy’s newest super carrier has space and power to spare

The U.S. Navy is trying to find an alternative to shooting down anti-ship missiles with other missiles, and the aircraft carrier Gerald R. Ford could prove useful in this pursuit.
A major difference with Ford over its Nimitz-class predecessors is its twin A1B nuclear reactors that produce more than three times the electrical power of the reactors on Nimitz — more than 100 megawatts.
That means Ford, with survivability questions looming over aircraft carriers, can support large, power-sucking equipment such as lasers, according to Capt. J.J. Cummings, the Ford’ commanding officer.
“When you talk about innovation in the Navy, this is where it lives,” Cummings said, referring to his ship. “We’re lighter — designed lighter — than Nimitz class.
“Nimitz class, she’s barreling down pretty good now with a lot of stuff on her, and her electric plant is almost at maximum capacity. We’re light and designed to have excess capacity in our electrical system to bring future systems on board.”
That’s a big advantage for the class, and it’s one of the reasons the Navy has pursued the Ford class despite the controversies over buggy new technology and cost overruns. The Ford class is essential for the survivability of carriers, said James Geurts, the Navy’s top acquisition official.
“Part of the reason Ford is so important is that it gives you the flexibility to generate the next generation of systems you’ll need to ensure the carrier can continue to stay survivable,” Geurts said.
Bryan Clark, a retired naval officer and analyst with the Center for Strategic and Budgetary Assessments, said Ford could use a boost in the survivability department and the Ford’s powerful reactors could help them get there.

“To improve the self-defense on carriers, you could put lasers on there to support that short-range, self-defense capacity,” Clark said. “Because the big problem with lasers right now is power management. You can build a three or four hundred-kilowatt laser, but for one, it’s a big footprint so you have to find a ship big enough to put it on; and two, you have to have the power to actually supply it. So you’re going to need a capacitor bank somewhere on the ship or you need a generator big enough to provide it continuously. On the Ford, you’d get that."
Clark has argued for years that the Navy needs to get away from trying to shoot down missiles with missiles because a saturation attack from Russia, China, Iran, North Korea or anyone else who might have cause to attack a U.S. Navy ship could force a cruiser or destroyer to expend all its missiles and still not have defeated the threat.
That’s where shorter-range missiles such as the Evolved Seasparrow Missile, which can be packed four per cell in a vertical launch system, and lasers can have a big impact, even if it means the ship has to let missiles get uncomfortably close to the ship before it’s taken down.
“I think lasers could make a difference for Ford because the technology is pretty mature, you could fit it on the ship and it would address a big challenge for carriers, which is air defense,” Clark said. “You could put several lasers on there and really give a boost to your air defense capacity.”

However, it’s unlikely lasers could address all threats faced by carriers, Clark said.
“It would be effective for cruise missiles up to maybe the supersonic cruise missiles,” Clark said. “Of course, it would also work against small boats and things like that. It may not work that well against hypersonic missiles or ballistic missiles.”

The U.S. Navy will install a laser weapon on some warships in its fleet by 2021. It is a high-energy laser designed to burn boats and shoot down unmanned drones. The weapon (called HELIOS) will go to sea in two years on a destroyer assigned to the Pacific Fleet. The Navy placed an order in January 2019 after the launch of a tender (the contract is $150 million), which was awarded by Lockheed Martin. The company will provide two for the time being, the second will end up in the White Sands Missile Range military base in New Mexico for testing. HELIOS not only burns the boats but can also simply "dazzle" the electro-optical sensors of drones by knocking them out.  The latter function can be useful to avoid international incidents with foreign forces. Many weapons already deployed on U.S. warships, including the Phalanx system and the Rolling Airframe Missile (RAM), have similar capabilities, but HELIOS is also thought to be capable of handling larger and faster aircraft and missiles.

(Web, Google, Wikipedia, defensenews, La Stampa, You Tube)
































La bomba nucleare Yellow Sun è stata la prima arma strategica britannica operativa ad alto rendimento.



La bomba nucleare Yellow Sun è stata la prima arma strategica britannica operativa ad alto rendimento. Il nome si riferisce in realtà solo all'involucro esterno; la testata (o pacchetto fisico) era conosciuta come "Green Grass" (in Yellow Sun Mk.1) e "Red Snow" (in Yellow Sun Mk.2). L'ENI o iniziatore di neutroni elettronici (generatore) era il Blue Stone.

Design

L'involucro era lungo circa 21 piedi (6,4 m), 48 pollici (1,2 m) di diametro. La versione Mark 1 con la testata Green Grass pesava 7.250 libbre (3.290 kg). La versione Mk.2 con l'innesco da 1.700 libbre (770 kg). La testata Red Snow aveva zavorra aggiunta per mantenere il peso complessivo, le proprietà balistiche e aerodinamiche, ed evitare ulteriori lunghi e costosi test, e modifiche alla generazione di energia elettrica e alle fusioni a raffica.
A differenza delle bombe statunitensi contemporanee di simile potenza distruttiva, la Yellow Sun non utilizzava un paracadute per ritardarne la caduta. Aveva invece un naso completamente piatto che induceva una resistenza aerodinamica, rallentando così la caduta dell'arma a sufficienza per permettere al bombardiere di sfuggire alla zona di pericolo. Inoltre, il naso smussato faceva sì che la Yellow Sun non incontrasse le onde d'urto transoniche/supersoniche che avevano causato molte difficoltà con i cancelli barometrici che avevano afflitto un'arma precedente, la BLUE DANUBE.
L'energia elettrica era fornita da turbine ad aria compressa duplicate situate dietro le prese d'aria gemelle nel naso piatto. Il precedente progetto del Blue Danube si basava su batterie al piombo che si erano dimostrate inaffidabili e che richiedevano un lungo riscaldamento prima del volo.

Teste di guerra o Warheads

Green Bamboo

Yellow Sun Stage 1 e Stage 2 erano le denominazioni originali. La fase 1 era intesa come un progetto provvisorio per trasportare una testata del Green Bamboo da un megatone del tipo "layer-cake", simile al concetto sovietico JOE.4 e al concetto americano "Alarm Clock". Questi progetti ibridi non sono ora considerati come veri e propri termonucleari, ma si pensava allora che fossero un trampolino di lancio sulla strada per una bomba a fusione. La fase 2 doveva seguire quando una vera testata termonucleare basata sul progetto del Granito divenne disponibile.
Il diametro di 45 pollici (110 cm) della Green Bamboo ha determinato il diametro di 48 pollici sia del Yellow Sun che del missile BLUE STEEL.

Green Grass

Dopo che il Green Bamboo fu abbandonato, si decise di utilizzare l'Arma Megaton ad interim conosciuta come Green Grass nell'involucro della Yellow Sun ridenominata come Yellow Sun Mk.1 fino a quando non si resero disponibili testate migliori per una Mk.2. Green Grass aveva una disposizione simile a quella del Green Bamboo, anche se non era termonucleare, essendo una testata a fissione pura non potenziata molto grande che si basava in parte sul nucleo del dispositivo Orange Herald testato al Grapple, con alcune delle caratteristiche di implosione e di innesco del Green Bamboo. Dodici testate Green Grass furono montate in involucri più grandi e più vecchi derivati dal Blue Danube e conosciuti come Violet Club. Queste dodici testate furono successivamente trasferite negli involucri Yellow Sun Mk.1 e integrate da altre testate per un totale di 37. La resa di Green Grass fu originariamente dichiarata alla Royal Air Force (RAF) come 500 kilotoni di TNT equivalente (2,1 PJ), ma la stima dei progettisti fu successivamente rivista al ribasso a 400 kt di TNT. La testata Green Grass non è mai stata testata. Utilizzava una quantità pericolosamente grande di materiale fissile - che si pensava fosse superiore a 70 chilogrammi (150 libbre), e considerevolmente più di una massa critica non compressa. Era mantenuta subcritica, essendo stata modellata in un guscio sferico a pareti sottili. Per evitare lo schiacciamento accidentale del nucleo in una condizione critica, il guscio fu riempito con 133.000 cuscinetti a sfera in acciaio, del peso di 450 chilogrammi (990 libbre). In caso di conflitto, questi avrebbero dovuto essere rimossi prima del volo. La RAF pensava che tale procedura non fosse sicura.

Red Snow

Red Snow era la testata americana W28 usata nella bomba nucleare Mk-28. Questa fu anglicizzata per adattarla alle pratiche ingegneristiche britanniche, e fabbricata in Gran Bretagna utilizzando materiali fissili britannici. Per ulteriori informazioni si veda la sezione "Dispiegamento" qui sotto.

Dispiegamento

Il dispiegamento iniziò nel 1959-60. Le designazioni di servizio della RAF erano Bomba, Aeromobile HE 7000 lb HC Mk.1 o Bomba, Aeromobile HE 7000 lb HC Mk.2.
La Yellow Sun Mk.1 era intesa come un'arma "di emergenza", e non era stata progettata per un affidabile stoccaggio a lungo termine. Era previsto che una versione Mk.2 sarebbe stata disponibile in seguito con una vera e propria testata termonucleare derivata dal tipo di Granito testato a Grapple, o un tipo americano reso disponibile dopo l'Accordo Bilaterale Anglo-USA del 1958. Fu trasportata solo dai bombardieri della RAF V. Nel settembre 1958 si decise di abbandonare le testate di tipo Granito destinate alla Yellow Sun Mk.2 (e alla Blue Steel, e alla Blue Streak MRBM) e di adottare invece la testata americana W-28 usata nella bomba nucleare Mk-28. Questa fu anglicizzata per adattarla alle pratiche ingegneristiche britanniche, e fabbricata in Gran Bretagna utilizzando materiali fissili britannici e conosciuta come Red Snow.
La Red Snow era più potente, più leggera e più piccola dellGreen Grass. Si è sempre pensato che l'involucro della bomba del Yellow Sun fosse stata adattata alle testate successive per ridurre al minimo i tempi e i costi di sviluppo non essenziali. La Yellow Sun Mk. 2 entrò in servizio nel 1961, e rimase l'arma strategica primaria sganciata dall'aria fino alla sostituzione con WE.177B nel 1966.
Sebbene sia stata la prima arma termonucleare progettata dagli inglesi ad essere impiegata, la Yellow Sun non fu la prima ad essere impiegata dalla RAF. Le bombe termonucleari US Mk-28 e Mk-43 e altre furono fornite alla RAF per l'uso nei bombardieri V prima dello spiegamento della bomba Yellow Sun. Alcuni bombardieri della V-force britannica hanno usato solo armi americane fornite in regime di doppia chiave.



ENGLISH

Yellow Sun was the first British operational high-yield strategic nuclear weapon. The name actually refers only to the outer casing; the warhead (or physics package) was known as "Green Grass" (in Yellow Sun Mk.1) and "Red Snow" (in Yellow Sun Mk.2). The ENI or electronic neutron initiator (generator) was Blue Stone.

Design

The casing was some 21 feet (6.4 m) long, 48 inches (1.2 m) in diameter. The Mark 1 version with the Green Grass warhead weighed 7,250 pounds (3,290 kg). The Mk.2 version with the lighter 1,700 pounds (770 kg). Red Snow warhead had ballast added to maintain overall weight, ballistic and aerodynamic properties, and avoid further lengthy and expensive testing, and changes to the electrical power generating and airburst fuze.
Unlike contemporary United States bombs of similar destructive power, Yellow Sun did not deploy a parachute to retard its fall. Instead it had a completely flat nose which induced drag, thereby slowing the fall of the weapon sufficiently to permit the bomber to escape the danger zone. Additionally, the blunt nose ensured that Yellow Sun did not encounter the transonic/supersonic shock waves which had caused much difficulty with barometric fuzing gates which had plagued an earlier weapon, Blue Danube.
Electrical power was supplied by duplicated ram-air turbines located behind the twin air intakes in the flat nose. The earlier Blue Danube design had relied on lead–acid batteries which had proven to be both unreliable and to require time-consuming pre-flight warming.

Warheads

Green Bamboo

Yellow Sun Stage 1 and Stage 2 were the original designations. Stage 1 was intended as an interim design to carry a one megaton Green Bamboo warhead of the "layer-cake" type thought similar to the Soviet JOE.4 and the US "Alarm Clock" concepts. These hybrid designs are not now regarded as truly thermonuclear, but were then thought to be a stepping-stone on the route to a fusion bomb. Stage 2 was to follow when a true thermonuclear warhead based on the Granite design became available.
The 45-inch (110 cm) diameter of Green Bamboo determined the 48 inch diameter of both Yellow Sun and the Blue Steel missile.

Green Grass

After Green Bamboo was abandoned a decision was made to use the Interim Megaton Weapon known as Green Grass in the Yellow Sun casing and designate it as Yellow Sun Mk.1 until better warheads were available for a Mk.2. Green Grass was of similar layout to Green Bamboo, although it was not thermonuclear, being a very large unboosted pure fission warhead that was based in part on the core of the Orange Herald device tested at Grapple, with some of the implosion and firing features of Green Bamboo. Twelve Green Grass warheads were fitted in larger, older casings derived from Blue Danube and known as Violet Club. These twelve warheads were later transferred to the Yellow Sun Mk.1 casings and supplemented by further warheads totalling 37. Green Grass yield was originally stated to the Royal Air Force (RAF) as 500 kilotons of TNT equivalent (2.1 PJ), but the designers estimate was later revised downwards to 400 kt of TNT. The Green Grass warhead was never tested. It used a dangerously large quantity of fissile material – thought to be in excess of 70 kilograms (150 lb), and considerably more than an uncompressed critical mass. It was kept subcritical by being fashioned into a thin-walled spherical shell. To guard against accidental crushing of the core into a critical condition, the shell was filled with 133,000 steel ball-bearings, weighing 450 kilograms (990 lb). In a conflict, these would have had to be removed before flight. The RAF thought it unsafe.

Red Snow

Red Snow was the US W28 warhead used in the US Mk-28 nuclear bomb. This was anglicised to adapt it to British engineering practices, and manufactured in Britain using British fissile materials. For further information see the "Deployment" section below.

Deployment

Deployment started in 1959-60. The RAF Service designations were Bomb, Aircraft HE 7000 lb HC Mk.1 or Bomb, Aircraft HE 7000 lb HC Mk.2.
Yellow Sun Mk.1 was intended as an "emergency" weapon, and had not been engineered for reliable long-term stockpiling. It was always envisaged that a Mk.2 version would be available later fitted with a true thermonuclear warhead derived from the Granite type tested at Grapple, or an American type made available after the 1958 Anglo-US Bilateral Agreement. It was carried only by RAF V bombers. In September 1958 a decision was made to abandon the Granite type warheads intended for Yellow Sun Mk.2 (and Blue Steel, and Blue Streak MRBM) and instead adopt the US W-28 warhead used in the US Mk-28 nuclear bomb. This was anglicised to adapt it to British engineering practices, and manufactured in Britain using British fissile materials and known as Red Snow.
Red Snow was more powerful, lighter and smaller than Green Grass. It was always envisaged that the Yellow Sun bomb casing would be adapted for successor warheads to minimise unessential development time and cost. Yellow Sun Mk. 2 entered service in 1961, and remained the primary air-dropped strategic weapon until replaced with WE.177B in 1966.
Although the first British designed thermonuclear weapon to be deployed, Yellow Sun was not the first to be deployed with the RAF. US Mk-28 and Mk-43 thermonuclear bombs and others had been supplied to the RAF for use in V bombers prior to the deployment of Yellow Sun. Some bombers of the V-force only ever used American weapons supplied under dual-key arrangements.

(Web, Google, Wikipedia, You Tube)























I blindati multiruolo IVECO 12kN


La multinazionale Iveco Defence Vehicles del gruppo CNH Industrial NV, che ha sede a Bolzano si è aggiudicata una commessa del Ministero della Difesa olandese per la fornitura di 1.275 veicoli 4x4 blindati multiruolo denominati 12kN. Il contratto fa parte del programma generale per il rinnovamento dei veicoli militari ruotati della Difesa olandese che prevede consegne tra il 2022 e il 2026. 
Il mezzo oggetto del contratto è una versione specifica dell'MTV (Medium Tactical Vehicle) di Iveco Defence Vehicles, un blindato progettato con l'obiettivo di unire la notevole mobilità tattica 4x4 con ottimali prestazioni off-road ed elevata protezione dell'equipaggio, oltre a un'eccellente capacità di carico utile. 
La capacità di integrazione dei sistemi e la modularità sono garantite in tutte le varianti di gamma:
  • hard top, 
  • soft top, 
  • pick-up, 
  • trasporto feriti 
  • e trasporto del personale, 

al fine di supportare tutte le tipologie di utenti militari: 
  • esercito, 
  • truppe anfibie, 
  • marina, 
  • aeronautica, 
  • corpi speciali 
  • e polizia militare. 

Elevata affidabilità, facilità di manutenzione e ridotti costi del ciclo di vita sono stati i requisiti chiave nella progettazione dell'MTV, orientando quindi la scelta dei principali gruppi e sistemi verso componenti con prestazioni e affidabilità collaudate per milioni di chilometri nelle condizioni ambientali più impegnative e diversificate.

Nel corso degli anni, Iveco Defence Vehicles ha già fornito all'Esercito olandese numerosi veicoli provenienti dalla sua vasta gamma di prodotti commerciali e militari, come: 
  • i camion Iveco Stralis 6x2 a lungo raggio, 
  • il Trakker 8x8 per i Vigili del Fuoco dell'Esercito 
  • e l'EuroCargo 4x4 forniti ai Marines olandesi per i territori dei Caraibi. 

Questa commessa rappresenta una tappa fondamentale nel consolidamento della partnership strategica tra il Ministero della Difesa olandese e Iveco Defence Vehicles, confermando ancora una volta la leadership dell'azienda italiana nel segmento dei veicoli multiruolo per le missioni di difesa e sicurezza nazionale

ENGLISH

IVECO DEFENCE VEHICLES SIGNS CONTRACT TO DELIVER AN INITIAL 918 MEDIUM MULTIROLE

Following the award announced in September 2019, Iveco Defence Vehicles has signed a contract with the Dutch Ministry of Defence to initially provide 918 medium multirole protected vehicles denominated “12kN”. The signing ceremony was held on November 28, 2019 at the NIDV exhibition in Rotterdam, The Netherlands in the presence of Vice Admiral Arie Jan de Waard, Director of the Defence Material Organization (DMO).

The Netherlands sign a contract for 918 12kN vehicles with Iveco Defence Vehicles

During the NIDV Exhibition Defence & Security, which took place in Rotterdam on 28 November, the Dutch Ministry of Defence signed the contract announced in September 2019 for the acquisition of a new 4×4 vehicle known as 12kN. The signing ceremony was attended by the Director of the Defence Material Organisation (DMO), Vice Admiral Arie Jan de Waard.
The contract includes the development and the provision of 918 vehicles. As the name indicates, the vehicle will have a GVW of around 12 tonnes, which fills the gap between the new Light Multirole Vehicle, known as LMV 2, which GVW is of 8-8.5 tonnes, and the MMV, which GVW is around 16-16.5 tonnes. The vehicle will be based on a chassis with a considerable ground clearance, to which different cabins will be fitted; it is unclear if the 12kN will have two chassis with different wheelbases, as it is the case i.e. for the LMV.
EDR On-Line understands that the 12kN will be available in many configurations, one of them being visible in the artist impression released by Iveco DV at the Rotterdam exhibition, which is fitted with a protected cabin hosting five persons, the rear part being non protected, the vehicle being in the pick-up configuration. A version with full-extended cabin, adding three more seats should also be available, as well as many other specialised versions, both protected and non-protected. The 12kN will be employed not only by the Koninklijke Landmacht (Army), but also by the other services, Koninklijke Luchtmacht (Air Force), the Koninklijke Marine (Navy) and the Koninklijke Marechaussee (Gendarmerie), hence the high number of variants.
Iveco DV is currently hastily working on the vehicle development; the prototype should be ready by fall 2021, to start company trials by late that year, acceptance trials by the customer being scheduled for 2022, production to be launched thereafter.
The contract signed at the Rotterdam exhibition is short 357 vehicles compared to the number announced in September; these will be ordered with follow-on contracts, depending on budget availability.

(Web, Google, Iveco, Wikipedia, You Tube)