L’evento di Norimberga fu solo il primo di una serie di procedimenti penali contro i nazisti, che furono in realtà 12 e si svolsero tutti nel Tribunale internazionale militare di Norimberga (città simbolo del nazismo, dove venivano organizzate le adunate del partito) e videro imputate in totale 185 persone, tra medici, giuristi, SS, capi di industrie e funzionari di Stato.
Tanti altri criminali, non meno colpevoli dei vertici gerarchici, riuscirono a sgusciare tra le maglie della rete, riparando chi in sud America, chi invece ponendosi al servizio dei russi oltre cortina. Altri vennero comunque "salvati" dagli Alleati, che si avvantaggiarono dei loro servigi in funzione anticomunista.
Il primo processo si svolse dal 20 novembre 1945 al 1º ottobre 1946; il 16 ottobre 1946 ci furono le impiccagioni dei condannati a morte. Fu quello che fece più clamore poiché alla sbarra mise 24 tra i massimi esponenti del Terzo Reich. Gli Alleati (Usa, Urss, Regno Unito e Francia) si accordarono già prima della fine della guerra per processare le potenze dell'Asse responsabili dei crimini commessi durante il conflitto. Ma su quali basi di diritto si potevano giudicare questi uomini?
Il problema fu risolto l'8 agosto 1945 a Londra, quando un gruppo di esperti redasse quello che sarebbe stato l'impianto normativo adottato a Norimberga, ponendo al contempo le basi per una legislazione condivisa, la Carta del Tribunale militare internazionale, sottoscritta dalle potenze alleate il 6 ottobre dello stesso anno a Berlino. Accanto a capi d'accusa già esistenti, come "crimini contro la pace" e "crimini di guerra", si ebbero due novità.
I "crimini contro l’umanità": comprendono l'assassinio, lo sterminio, la riduzione in schiavitù, la deportazione, gli atti inumani ai danni di civili e le persecuzioni politiche, razziali e religiose. La seconda, "cospirazione contro la pace", dava una base all'impianto accusatorio col quale gli Alleati volevano condannare il piano nazista nel suo insieme (non solo gli atti violenti individuali).
La Corte era presieduta da un britannico, Geoffrey Lawrence, e la pubblica accusa era formata da otto giudici tra francesi, britannici, americani e russi.
L'obiezione principale durante il procedimento fu sollevata da Otto Stahmer, avvocato di Hermann Göring, sulla base del principio del diritto romano "nessun crimine e nessuna pena senza una legge penale precedente". Tuttavia il diritto a cui si appellava il Tribunale di Norimberga era precedente alla Seconda guerra mondiale e faceva riferimento alle convenzioni dell'Aia e di Ginevra. Ma la questione divide ancora, poiché quei trattati internazionali non erano stati ratificati dalle potenze dell'Asse.
Al processo era presente la giornalista britannica Rebecca West, che lo raccontò nel suo libro Serra con ciclamini (1964). Sugli imputati scrisse: "Talmente ridimensionate erano le loro personalità, da rendere difficile ricordare chi era chi, e quelli che spiccavano si definivano più per stranezza che per carattere". E sul clima in aula: "Tutta questa gente - avvocati, interpreti, segretari, guardie... - voleva lasciare Norimberga con la stessa urgenza con cui un paziente sotto trapano vuole alzarsi e lasciare la poltrona del dentista".
Durante le udienze Hermann Göring aveva ancora gesti imperiali, ma erano così volgari da far pensare che non avesse mai veramente occupato una qualche posizione di rilievo”.
"Rudolf Hess era notevole perché era proprio chiaramente pazzo in quanto aveva l'aria caratteristica degli ospiti dei manicomi”.
Processo di Norimberga è il nome usato per indicare due distinti gruppi di processi ai nazisti coinvolti nella seconda guerra mondiale e nella Shoah. I processi si tennero nel Palazzo di Giustizia della città tedesca di Norimberga dal 20 novembre 1945 al 1º ottobre 1946 (la città era, insieme a Berlino e Monaco, una delle città simbolo del regime nazista).
Il primo e più famoso di questi processi fu il Processo dei principali criminali di guerra davanti al Tribunale militare internazionale (IMT), che giudicò ventiquattro dei più importanti capi nazisti catturati o ancora ritenuti in vita. Il secondo gruppo di dodici processi fu per criminali di guerra inferiori, tenuto sotto la Legge numero 10 del Consiglio di Controllo dal Tribunale militare di Norimberga (NMT), e comprese anche il famoso Processo ai dottori. Questa voce tratta principalmente i processi del primo gruppo. Per i processi del secondo gruppo si veda la voce "Processi secondari di Norimberga".
La decisione di sottoporre a processo i principali esponenti dell'Asse fu presa ancor prima della cessazione della guerra. Dal 18 ottobre all'11 novembre 1943 si svolse a Mosca la terza conferenza tripartita di Mosca, con la presenza dei tre ministri degli esteri dell'alleanza: Cordell Hull, Anthony Eden e Vjačeslav Michajlovič Molotov.
Come ebbe a scrivere Churchill nelle sue memorie, «l'uccisione di Mussolini e il collasso del fascismo ci risparmiò una Norimberga italiana». Al termine dell'incontro venne stilato un documento nel quale i tre capi della coalizione, Winston Churchill, Franklin Delano Roosevelt e Stalin, si impegnavano al termine della guerra a far sì che i criminali nazisti venissero processati secondo le leggi del paese nel quale i crimini fossero stati commessi. Nella successiva Conferenza di Teheran, dal 28 novembre al 1º dicembre dello stesso anno, venne esteso il concetto di crimine nazionale a un più ampio livello e superato il concetto della punibilità nazionale.
Creazione della corte
Durante gli incontri della conferenza di Teheran (1943), della conferenza di Jalta (1945) e della conferenza di Potsdam (1945), le tre principali potenze del tempo di guerra Stati Uniti d'America, Unione Sovietica e Regno Unito, si accordarono sul metodo per punire i responsabili dei crimini di guerra commessi durante la seconda guerra mondiale. Anche la Francia riuscì a guadagnarsi un posto all'interno del tribunale. Oltre 200 tedeschi imputati di crimini di guerra vennero processati a Norimberga, mentre altri 1 600 attraverso i tradizionali canali della giustizia militare.
Nonostante l'Unione Sovietica volesse svolgere i processi a Berlino, venne scelta Norimberga, per le seguenti ragioni:
Era convenientemente situata nel settore statunitense (a quell'epoca, la Germania era divisa in quattro settori controllati dalle nazioni vincitrici).
Il palazzo di Giustizia era spazioso e praticamente intatto. Una grande prigione faceva parte del complesso.
Norimberga era stata nominata la città delle "Celebrazioni del Partito del Reich" (Reichsparteitag), e c'era un valore simbolico nel renderla la sede della sconfitta finale del Partito nazista.
Si concordò che Berlino sarebbe divenuta la sede permanente del Tribunale Militare Internazionale (IMT) e che il primo processo (ne erano stati previsti diversi) si sarebbe tenuto a Norimberga. A causa della guerra fredda non ci furono altri processi.
Ognuna delle quattro nazioni giudicanti fornì un giudice, un sostituto e i procuratori. I giudici erano:
- Geoffrey Lawrence (Regno Unito, giudice principale e presidente)
- Norman Birkett (Regno Unito, sostituto)
- Francis Beverley Biddle (statunitense, giudice principale)
- John Parker (statunitense, sostituto)
- Henri Donnedieu de Vabres (francese, giudice principale)
- Robert Falco (francese, sostituto)
- Iona Timofeevič Nikitčenko (sovietico, giudice principale)
- Aleksandr Fëdorovič Volčkov (sovietico, sostituto)
- Il procuratore capo statunitense era Robert Houghwout Jackson. Quello britannico era Hartley Shawcross.
Validità del processo
Il metodo con il quale si è sviluppato il processo, nonché la scelta stessa degli uomini chiamati a giudicare i crimini di guerra, è stato messo in dubbio in più occasioni da alcune importanti personalità. Tra questi vi era il giurista Hans Kelsen il quale, favorevole comunque allo svolgimento di un processo per punire i crimini nazisti, sollevò perplessità in ordine alla composizione della Corte.
Seppur con minore risonanza, anche durante lo svolgimento del processo si alzarono voci contrarie alla legittimità dello stesso: l'avvocato difensore di Göring, Otto Stahmer, invocò il principio del diritto romano Nullum crimen, nulla poena sine praevia lege poenali, il quale non ammette l'emanazione di leggi retroattive, contestando inoltre il diritto ai vincitori di processare i vinti. L'obiezione fu respinta, poiché i giudici considerarono i crimini di guerra, i crimini contro l'umanità e i crimini contro la pace come violazione di leggi internazionali già esistenti (Convenzioni dell'Aia, Convenzioni di Ginevra e Patto Briand-Kellogg). Venne obiettato che alcuni di questi trattati non vincolavano le Potenze dell'Asse perché costoro non li avevano ratificati. Tale obiezione venne respinta, asserendo che se una convenzione internazionale viene ratificata da un dato numero di Stati per un periodo di tempo ragionevolmente lungo, detta convenzione può considerarsi come vincolante per ogni nazione, e non solo per coloro che l'hanno ratificata. Tale formula divide ancora oggi sostenitori e critici.
Ancora, il Giudice Capo della Corte Suprema degli Stati Uniti Harlan Fiske Stone definì il processo "una frode", asserendo che il rappresentante statunitense della Pubblica Accusa, Robert Houghwout Jackson, non stava effettivamente procedendo secondo i dettami della legge.
A danneggiare ancora la credibilità del processo fu il fatto che il principale giudice sovietico, Iona Nikitčenko, aveva preso parte anni prima ai processi sommari delle Grandi purghe. Uno dei capi d'accusa riguardava la firma del Patto Molotov-Ribbentrop, giudicato come un progetto di guerra aggressiva, ma l'Unione Sovietica non venne processata al pari della Germania per l'adesione al patto. Inoltre, i processi vennero condotti in base a delle proprie regole di prova; gli atti d'accusa vennero creati ex post facto e non erano basati sulle leggi di nessuna nazione, la difesa tu quoque venne eliminata, e la motivazione dell'intera assemblea fu la "giustizia dei vincitori".
Processo principale
Il Tribunale Militare Internazionale venne aperto il 18 ottobre 1945 negli edifici della Corte Suprema di Berlino. La prima sessione venne presieduta dal giudice sovietico Nikitčenko. I procuratori presentarono gli atti d'accusa contro i ventiquattro principali criminali di guerra e contro sei «organizzazioni criminali» – la leadership del Partito nazista, le Schutzstaffel (SS), il Sicherheitsdienst (SD), la Gestapo, le Sturmabteilung (SA) e l'alto comando dell'esercito.
Le imputazioni erano per:
- Cospirazione per commettere crimini contro la pace.
- Aver pianificato, iniziato e intrapreso delle guerre d'aggressione.
- Aver commesso crimini di guerra.
- Aver commesso crimini contro l'umanità.
La definizione di cosa costituisce un crimine di guerra venne successivamente recepita nei Principi di Norimberga, un documento scaturito da lì a poco per consolidare giuridicamente le norme introdotte in questi processi.
Considerando che Adolf Hitler, Benito Mussolini, Joseph Goebbels e Heinrich Himmler erano deceduti in data anteriore all'inizio del processo (tutti morti suicidi con l'esclusione di Mussolini che fu catturato e fucilato dai partigiani), Reinhard Heydrich era stato mortalmente ferito dai partigiani cecoslovacchi nel 1942 e che Adolf Eichmann e Josef Mengele erano riusciti a fuggire in America meridionale (Eichmann fu scovato e giustiziato dalla Corte israeliana solo all'inizio degli anni sessanta, mentre Mengele riuscì a scampare all'arresto fino a morte naturale avvenuta il 7 febbraio 1979).
Tutti gli imputati condannati a morte vennero impiccati il 16 ottobre 1946 (tranne Hermann Göring, che riuscì a suicidarsi con del cianuro di potassio la notte prima dell'esecuzione), nel seguente ordine: von Ribbentrop, Keitel, Kaltenbrunner, Rosenberg, Frank, Frick, Streicher, Sauckel, Jodl, Seyß-Inquart. Il boia fu il sergente statunitense John C. Woods. I cadaveri dei gerarchi vennero poi cremati nei forni del lager di Dachau e le loro ceneri gettate nel Wenzbach.
Gli esperimenti medici condotti dai dottori tedeschi portarono alla creazione del codice di Norimberga per controllare i futuri processi che coinvolgevano esseri umani, e al cosiddetto processo ai dottori.
Il 1º ottobre 1946, i giudici del tribunale del processo di Norimberga condannarono le SS, dichiarandole un'organizzazione criminale. I giudici sottolinearono questa sentenza dichiarando che: le SS vennero usate per scopi che erano criminali, che comprendevano: la persecuzione e lo sterminio degli ebrei, brutalità ed esecuzioni nei campi di concentramento, eccessi nell'amministrazione dei territori occupati, l'amministrazione del programma di lavoro schiavistico e il maltrattamento e assassinio di prigionieri di guerra (IMT, 1946, Vol. XXII, p. 516, in: Höhne, 1969, p. 3). La sentenza continuava dichiarando che il sospetto di crimini di guerra avrebbe coinvolto tutte le persone che erano state ufficialmente accettate come membri delle SS... che divennero o rimasero membri dell'organizzazione sapendo che veniva usata per commettere atti dichiarati criminali dall'articolo 6 dello statuto di Londra sui crimini di guerra (International Military Tribunal, 1947-1949, Vol. XXII, p. 517 in: Höhne, 1969, p. 3).
Processi secondari
Dopo il primo e più seguito atto, ci furono altri due procedimenti noti come "processi di Norimberga" del terzo dei quali il regista statunitense Stanley Kramer trattò nel film Vincitori e vinti. Questi ebbero luogo dopo breve tempo rispetto al primo filone d'inchiesta, accusando per lo più soldati delle SS e altri nazisti di minor importanza. In questo caso però i procedimenti ebbero esiti ben diversi dal primo processo di Norimberga. Buona parte degli imputati venne assolta, mentre le condanne effettivamente scontate non andarono oltre i dieci anni, grazie alla buona condotta o alla grazia.
Influenza sullo sviluppo del diritto penale internazionale
I processi di Norimberga ebbero grande influenza sullo sviluppo del Diritto penale internazionale. La Commissione del diritto internazionale, che agisce su richiesta dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, produsse nel 1950 il rapporto Principi di Diritto Internazionale riconosciuti nel Capitolo del Tribunale di Norimberga e nei giudizi del tribunale ('Yearbook of the International Law Commission', 1950, vol. III). L'influenza del tribunale si può anche vedere nelle proposte per una corte penale internazionale permanente e nella stesura dei codici penali internazionali, successivamente preparati dalla Commissione del diritto internazionale.
I processi di Norimberga diedero il via a movimenti d'opinione ed a considerazioni di dottrina giuridica che portarono cinquant'anni dopo all'adozione dello statuto della Corte penale internazionale.
DISPARITA’ DI TRATTAMENTO PER I VERTICI DELL’IMPERO DEL SOL LEVANTE
Nonostante che anche i vertici giapponesi si fossero macchiati di evidenti violazioni di carattere umanitario e numerosi crimini di guerra durante il corso della Seconda Guerra Mondiale, al termine del conflitto gli statunitensi, per motivi di opportunità politica, decisero di non infierire nei confronti dell’Imperatore Hirohito e dei vertici militari dell’Impero del Sol Levante.
ENGLISH
20 NOVEMBER 1945 - 1 OCTOBER 1946: THE NUREMBERG PROCESS
The event in Nuremberg was only the first in a series of criminal proceedings against the Nazis, which were actually 12 and all took place in the International Military Court of Nuremberg (the symbol city of Nazism, where the party gatherings were organised) and a total of 185 people were indicted, including doctors, jurists, SS, heads of industry and state officials.
The first trial took place from 20th November 1945 to 1st October 1946; on 16th October 1946 there were the hangings of those sentenced to death. It was the one that caused the most uproar as it put 24 of the highest representatives of the Third Reich on the stand. The Allies (USA, USSR, UK and France) already agreed before the end of the war to try the Axis powers responsible for the crimes committed during the conflict. But on what legal grounds could these men be judged?
The problem was solved on 8 August 1945 in London, when a group of experts drafted what would be the normative system adopted in Nuremberg, while laying the foundations for shared legislation, the Charter of the International Military Court, signed by the allied powers on 6 October of the same year in Berlin. Alongside existing charges, such as "crimes against peace" and "war crimes", there were two innovations.
Crimes against humanity": these included murder, extermination, enslavement, deportation, inhuman acts against civilians and political, racial and religious persecution. The second, "conspiracy against peace", gave a basis to the accusatory structure with which the Allies wanted to condemn the Nazi plan as a whole (not only individual violent acts).
The Court was presided over by a Briton, Geoffrey Lawrence, and the public prosecution consisted of eight judges from France, Britain, America and Russia.
The main objection during the proceedings was raised by Otto Stahmer, Hermann Göring's lawyer, on the basis of the principle of Roman law "no crime and no punishment without prior criminal law". However, the law invoked by the Nuremberg Court was prior to the Second World War and referred to the Hague and Geneva Conventions. But the question still divides, since those international treaties had not been ratified by the Axis powers.
The trial was attended by the British journalist Rebecca West, who recounted it in her book Serra con ciclamini (1964). She wrote about the defendants: "Their personalities were so downsized that it was difficult to remember who was who, and those who stood out defined themselves more by strangeness than by character". And about the climate in the courtroom: "All these people - lawyers, interpreters, secretaries, guards... - wanted to leave Nuremberg with the same urgency with which a patient under the drill wants to get up and leave the dentist's chair".
During the hearings Hermann Göring still had imperial gestures, but they were so vulgar as to suggest that he had never really held any position of importance.
"Rudolf Hess was remarkable because he was clearly crazy because he looked like an asylum guest".
Nuremberg Trial is the name used to indicate two distinct groups of trials of Nazis involved in World War II and the Shoah. The trials were held in the Palace of Justice of the German city of Nuremberg from 20 November 1945 to 1 October 1946 (the city was, together with Berlin and Munich, one of the symbolic cities of the Nazi regime).
The first and most famous of these trials was the trial of the main war criminals before the International Military Court (IMT), which judged twenty-four of the most important Nazi leaders captured or still alive. The second group of twelve trials was for inferior war criminals, held under Law No. 10 of the Control Council by the Nuremberg Military Court (NMT), and also included the famous Doctors' Trial. This item deals mainly with the trials of the first group. For the trials of the second group see "Nuremberg Second Trials".
The decision to put the main representatives of the Axis on trial was taken even before the end of the war. From 18 October to 11 November 1943 the third tripartite conference took place in Moscow, with the presence of the three foreign ministers of the alliance: Cordell Hull, Anthony Eden and Vjačeslav Michajlovič Molotov.
As Churchill wrote in his memoirs, "the killing of Mussolini and the collapse of fascism spared us an Italian Nuremberg". At the end of the meeting a document was drawn up in which the three coalition leaders, Winston Churchill, Franklin Delano Roosevelt and Stalin, undertook at the end of the war to ensure that the Nazi criminals were tried according to the laws of the country where the crimes were committed. At the subsequent Tehran Conference, from 28 November to 1 December of the same year, the concept of national crime was extended to a broader level and the concept of national punishability surpassed.
Creation of the court
During the meetings of the Tehran Conference (1943), the Jalta Conference (1945) and the Potsdam Conference (1945), the three major wartime powers, the United States of America, the Soviet Union and the United Kingdom, agreed on the method to punish those responsible for war crimes committed during the Second World War. France also managed to earn a place in the court. More than 200 Germans accused of war crimes were tried in Nuremberg, while another 1 600 through the traditional channels of military justice.
Although the Soviet Union wanted to hold trials in Berlin, Nuremberg was chosen for the following reasons:
It was conveniently located in the US sector (at that time, Germany was divided into four sectors controlled by the winning nations).
The Courthouse was spacious and practically intact. A large prison was part of the complex.
Nuremberg had been named the city of the "Reich Party Celebrations" (Reichsparteitag), and there was a symbolic value in making it the seat of the final defeat of the Nazi Party.
It was agreed that Berlin would become the permanent seat of the International Military Court (IMT) and that the first trial (several were planned) would be held in Nuremberg. Due to the Cold War there were no further trials.
Each of the four judging nations provided a judge, a substitute and prosecutors. The judges were:
- Geoffrey Lawrence (United Kingdom, Chief Judge and President)
- Norman Birkett (UK, deputy)
- Francis Beverley Biddle (US, principal judge)
- John Parker (US, deputy)
- Henri Donnedieu de Vabres (French, main judge)
- Robert Falco (French, substitute)
- Iona Timofeevič Nikitčenko (Soviet, main judge)
- Aleksandr Fëdorovič Volčkov (Soviet, substitute)
- The US chief prosecutor was Robert Houghwout Jackson. The British one was Hartley Shawcross.
Validity of the trial
The method by which the process was developed, as well as the very choice of the men called to judge war crimes, has been questioned on several occasions by some important personalities. Among them was the jurist Hans Kelsen who, in any case in favour of a trial to punish Nazi crimes, raised doubts about the composition of the Court.
Although with less resonance, even during the trial, voices were raised against the legitimacy of the trial: Otto Stahmer, Göring's defence lawyer, invoked the principle of Roman law Nullum crimen, nulla poena sine praevia lege poenali, which does not allow the enactment of retroactive laws, also contesting the right of the winners to try the losers. The objection was rejected, as the judges considered war crimes, crimes against humanity and crimes against peace as violations of already existing international laws (Hague Conventions, Geneva Conventions and the Briand-Kellogg Pact). It was argued that some of these treaties did not bind the Axis powers because they had not ratified them. This objection was rejected, arguing that if an international convention is ratified by a given number of states for a reasonably long period of time, that convention can be considered binding on each nation, and not only on those who have ratified it. This formula still divides supporters and critics today.
Again, U.S. Supreme Court Chief Justice Harlan Fiske Stone called the trial "a fraud", claiming that the U.S. prosecutor, Robert Houghwout Jackson, was not actually proceeding according to the law.
What still damaged the credibility of the trial was the fact that the leading Soviet judge, Iona Nikitčenko, had taken part in the summary trials of the Great Purges years earlier. One of the charges concerned the signing of the Molotov-Ribbentrop Pact, which was judged to be an aggressive war project, but the Soviet Union was not tried in the same way as Germany for joining the Pact. Moreover, the trials were conducted according to its own rules of evidence; the indictments were created ex post facto and were not based on the laws of any nation, the defence was eliminated, and the motivation of the whole assembly was the "justice of the victors".
Main trial
The International Military Court was opened on 18 October 1945 in the buildings of the Berlin Supreme Court. The first session was presided over by the Soviet judge Nikitčenko. The prosecutors presented the indictments against the twenty-four main war criminals and six "criminal organisations" - the leadership of the Nazi Party, the Schutzstaffel (SS), the Sicherheitsdienst (SD), the Gestapo, the Sturmabteilung (SA) and the high command of the army. The charges were for:
- Conspiracy to commit crimes against peace.
- Planning, initiating and undertaking wars of aggression.
- Committing war crimes.
- Committing crimes against humanity.
The definition of what constitutes a war crime was later transposed into the Nuremberg Principles, a document that emerged shortly afterwards to legally consolidate the rules introduced in these processes.
Considering that Adolf Hitler, Benito Mussolini, Joseph Goebbels and Heinrich Himmler had died before the beginning of the trial (all of them suicides with the exception of Mussolini who was captured and shot by the partisans), Reinhard Heydrich had been mortally wounded by Czechoslovak partisans in 1942 and that Adolf Eichmann and Josef Mengele had managed to escape to South America (Eichmann was only found and executed by the Israeli Court in the early 1960s, while Mengele escaped arrest until his natural death on 7 February 1979).
All the defendants sentenced to death were hanged on 16 October 1946 (except Hermann Göring, who managed to commit suicide with potassium cyanide the night before the execution), in the following order: von Ribbentrop, Keitel, Kaltenbrunner, Rosenberg, Frank, Frick, Streicher, Sauckel, Jodl, Seyß-Inquart. The executioner was the American sergeant John C. Woods. The corpses of the hierarchs were then cremated in the ovens of the Dachau lager and their ashes thrown into the Wenzbach.
The medical experiments conducted by German doctors led to the creation of the Nuremberg Code to control future processes involving human beings, and the so-called doctors' trial.
On 1 October 1946, the judges of the Nuremberg trial court condemned the SS and declared them a criminal organisation. The judges underlined this sentence by declaring that: the SS were used for purposes that were criminal, which included: the persecution and extermination of Jews, brutality and executions in concentration camps, excesses in the administration of occupied territories, the administration of the slave labour programme and the mistreatment and murder of prisoners of war (IMT, 1946, Vol. XXII, p. 516, in: Höhne, 1969, p. 3). The sentence went on to state that the suspicion of war crimes would involve all persons who had been officially accepted as members of the SS... who became or remained members of the organisation knowing that they were being used to commit acts declared criminal by Article 6 of the London War Crimes Statute (International Military Tribunal, 1947-1949, Vol. XXII, p. 517 in: Höhne, 1969, p. 3).
Secondary processes
After the first and most followed act, there were two other proceedings known as the "Nuremberg Trials" of the third of which the American director Stanley Kramer treated in the film Winners and Losers. These took place shortly after the first line of enquiry, mostly accusing SS soldiers and other minor Nazis. In this case, however, the proceedings were very different from the first Nuremberg trial. Most of the defendants were acquitted, while the sentences actually served did not exceed ten years, thanks to good conduct or pardon.
Influence on the development of international criminal law
The Nuremberg trials had a great influence on the development of international criminal law. The Commission on International Law, acting at the request of the General Assembly of the United Nations, produced in 1950 the report Principles of International Law recognised in the Chapter of the Nuremberg Tribunal and in the judgments of the court ('Yearbook of the International Law Commission', 1950, vol. III). The influence of the court can also be seen in the proposals for a permanent international criminal court and in the drafting of international criminal codes, later prepared by the International Law Commission.
The Nuremberg trials initiated movements of opinion and considerations of legal doctrine that led to the adoption of the Statute of the International Criminal Court fifty years later.
UNEQUAL TREATMENT FOR THE LEADERSHIP OF THE EMPIRE OF THE RISING SUN
Despite the fact that the Japanese leadership was also guilty of obvious humanitarian violations and numerous war crimes during the Second World War, at the end of the conflict the Americans, for reasons of political expediency, decided not to rage against Emperor Hirohito and the military leadership of the Empire of the Rising Sun.
(Web, Google, Focus, Wikipedia, You Tube)