giovedì 10 giugno 2021

MARINA MILITARE INDONESIANA: Fincantieri e il M.o.D. Indonesiano hanno sottoscritto un contratto per la fornitura di 6 fregate FREMM e l’ammodernamento e la vendita di 2 fregate classe MAESTRALE


L’italiana Fincantieri e il M.o.D. Indonesiano hanno sottoscritto un contratto per la fornitura di 6 fregate multifunzione classe FREMM, l’ammodernamento e la vendita di 2 fregate classe MAESTRALE già alienate dalla M.M., e il relativo supporto logistico. 
La multinazionale italiana non ha fornito notizie più precise, ma si pensa che possa trattarsi di una commessa da circa 5 miliardi di €. 




E’ scontato ribadire che questa importante commessa rappresenta l’ennesimo grande successo per Fincantieri, dopo quello con la US NAVY con F.M.M., ed assume una grande rilevanza nell’ottica di rafforzamento della collaborazione tra Italia e Indonesia nell’area del Pacifico, strategica per le note diatribe “Cina - resto del mondo”. 
Tra ordini e opzioni, sono oramai 20 le FREMM destinate a clienti internazionali:
  • 10 per l’Us Navy;
  • 2 + 2 per la Marina Militare Egiziana; 
  • 4 + 2 Maestrale aggiornate per la Marina Indonesiana;
  • 10 FREMM per la Marina Militare italiana. 
Nella nuova commessa militare saranno coinvolte certamente altre aziende italiane, a cominciare da Leonardo, per la Centrale Operativa di combattimento e per i radar AESA e di tiro; anche l’azienda missilistica MBDA sarà attiva per la fornitura di ASTER 15/30  anti-aerei e anti-missile e missili anti-nave e contro-costa “TESEO Evolved”; la società romana Elettronica sarà operativa per la fornitura della indispensabile componente ECM-ECCM e EW. 
Fincantieri ricoprirà il ruolo di prime contractor per l’intero programma. Le prime 3 FREMM verranno sicuramente prodotte in Italia, così come in Italia verrà effettuato l’ammodernamento delle 2 MAESTRALE, che Fincantieri acquisirà dalla Marina Militare una volta dismesse; le successive 3 fregate FREMM verranno realizzate dal cantiere locale di PT-PAL ubicato nell’Isola di Giava.

Le fregate sono realizzate in tre versioni: 
  • lotta antisommergibile (ASW - Anti Submarine Warfare), 
  • multiruolo (General Purpose) per l'attacco al suolo in profondità e il bombardamento controcosta in appoggio alle forze da sbarco, 
  • ed infine antiaerea (FREDA) solo per la Marine nationale. 



Tutte le versioni dispongono di un sistema di autodifesa antiaerea (AAW - Anti Air Warfare) basato sul missile Aster 15; tutte le unità italiane e le FREDA francesi avranno anche missili superficie/aria MBDA Aster 30 per la difesa antiaerea d'area. Tutte avranno un sistema di difesa antinave (ASuW - Anti Surface Warfare), basato sul missile Teseo/OTOMAT per le navi italiane e sul missile Exocet per quelle francesi.
Tutte le unità sono dotate di eliche di manovra prodiere della potenza di 1 MW, che velocizza di molto le accostate e ne agevola le manovre in spazi ristretti, ed utilizzabile anche come propulsore ausiliario in grado di generare 7 nodi di velocità massima; le navi sono inoltre progettate in classe RINA con specifiche militari (RINAMIL for FREMM ed. 2006) e rispettano le norme antinquinamento marino MARPOL. I due timoni, fuori asse rispetto alle eliche, non sono verticali ma inclinati di 9° in modo da fungere anche da alette stabilizzatrici.
Le navi erano originariamente programmate per ospitare fino a 165 membri dell'equipaggio, ma l'eliminazione di uno spazio a prora destinato ad ospitare missili a lunga gittata ha permesso di ampliare i posti fino a 200, dei quali 23 destinati alla gestione degli elicotteri, 131 (GP) o 133 (ASW) al governo della nave in tabella base ed altri 34 in tabella allargata per periodi di operatività prolungata.
Entrambe le versioni possono lanciare dei gommoni da 7 e 11 m con una gru, mentre a poppa sotto il ponte elicotteri è stato ricavato uno spazio sfruttato in modo diverso a seconda delle versioni: la ASW ospita il sonar filabile rimorchiato, mentre la GP alloca una slitta dalla quale lanciare imbarcazioni RHIB (semirigidi gonfiabili) utilizzate dal Comsubin per le operazioni speciali.

Versioni italiane

Elettronica delle FREMM italiane

Il Sistema di Combattimento delle FREMM Italiane è gestito dal sistema CMS (Combat Management System) ATHENA-I, sviluppato da Selex ES (Leonardo dal 2017). Il sistema missilistico antiaereo è basato sul SAAM-ESD (Extended Self Defence, in luogo dell'inizialmente previsto SAAM-IT, che avrebbe dovuto disporre solo degli Aster 15) per la gestione dei missili, cui è associato il radar multifunzionale attivo 3D EMPAR (SPY-790), sensore principale del sistema. Il sistema dispone di una centrale secondaria in grado di subentrare in caso di distruzione o avaria del sistema principale. A differenza del sistema imbarcato sulle FREMM francesi (SAAM-FR), avente solo capacità di autodifesa grazie ai missili Aster 15, tutte le FREMM italiane dispongono di una capacità di difesa d'area, grazie alla possibilità di utilizzare anche gli Aster 30. Altri sensori sono il radar di scoperta di superficie RASS (RAN30 X/I) in banda E/F della Selex, radar di navigazione a bassa probabilità di intercettazione LPI SPN-730 / Selex SPN 753(V) 4 in banda I, il sistema di scoperta IR SASS Galileo, due sistemi di puntamento multisensore (radar ed elettro-ottico) MSTIS NA 25X (RTN-30X), radar per appontaggio elicotteri, sistema IFF SIR-M5 Pa. Le unità dispongono di sistema comunicazione Datalink Link 11,16 e 22 M-DLP e di sistema comunicazioni satellitare SATCOM. Sonar attivo montato sul bulbo Thales 4110CL dotato di sistema di scoperta mine e telefono subacqueo, con trasduttore WASS del peso di 9 tonnellate metriche ed è composto da 500 idrofoni. Tutte dispongono di sonar anti-mine WASS SNA-2000-I. Le quattro FREMM ASW dispongono anche di echo sounder SeaBeam 3050 multibeam, della L-3 ELAC Nautik e saranno dotate anche di un sonar attivo rimorchiato a profondità variabile (VDS) Thales 4249 a bassa frequenza.

Armamento versione antisom italiana:
  • 2 lanciatori verticali (VLS) in moduli da 8 celle ciascuno del tipo Sylver A-50 per i missili superficie/aria MBDA Aster 15 per la difesa antiaerea a corto raggio (AAW) e per missili superficie/aria MBDA Aster 30 per la difesa antiaerea d'area, nonché compatibili con i futuri ATBM Block 1 NT e Block 2
  • predisposizione per l'installazione di ulteriori 2 lanciatori verticali (VLS) in moduli da 8 celle ciascuno del tipo Sylver A-70 per il missile da crociera superficie/superficie a lungo raggio MBDA Scalp Naval (comunque compatibili anche con missili Aster 15 e 30)
  • 8 lanciatori per missili antinave a lungo raggio del tipo MBDA Teseo Mk2 Block IV e del sistema sistema combinato missile/siluro a medio raggio tipo MBDA Milas per la lotta antisommergibile per la versione Italiana o del solo missile a lungo raggio per la lotta antinave MBDA Exocet MM40 Block 3 per la versione Francese.
  • 2 sistemi lanciasiluri da 324 mm per siluri, con sistema di caricamento semi-automatico, interno MU 90
  • 2 cannoni del tipo Oto Melara 76/62 mm super rapido double feeding Davide/Strales con capacità di utilizzo della munizione guidata DART in funzione antimissile (la versione francese imbarcherà un solo pezzo, priva del sistema Davide).
  • 2 lanciarazzi Oto Melara SCLAR-H DLS
  • 2 sistemi anti-siluro SLAT
  • 2 pezzi Oto Melara / Oerlikon KBA da 25/80 mm
  • 2 elicotteri NH90 o EH101.
Armamento versione multiruolo italiana:
  • 2 lanciatori verticali (VLS) in moduli da 8 celle ciascuno del tipo Sylver A-50 (compatibili anche con missili Aster 15 e 30) per missili superficie/aria MBDA Aster 15 per la difesa antiaerea a corto raggio (AAW) o per missili superficie/aria MBDA Aster 30 per la difesa antiaerea d'area.
  • predisposizione per l'installazione di ulteriori 2 lanciatori verticali (VLS) in moduli da 8 celle ciascuno del tipo Sylver A-70 per il missile da crociera superficie/superficie a lungo raggio MBDA Scalp Naval (comunque compatibili anche con missili Aster 15 e 30)
  • 8 lanciatori per missili antinave impiegabili anche per obiettivi terrestri MBDA Teseo Mk2\A per la versione Italiana o del missile a lungo raggio per la lotta antinave MBDA Exocet MM40 Block 3 per la versione Francese
  • 2 sistemi lanciasiluri B515 trinati da 324 mm per siluri MU 90 con sistema di caricamento semi-automatico, interno
  • 1 cannone del tipo Oto Melara 76/62 mm super rapido double feeding Davide/Strales con capacità di utilizzo della munizione guidata DART in funzione antimissile. La versione italiana lo monterà a poppa sopra l'hangar mentre quella francese (comunque priva del sistema Davide) a prua.
  • 1 cannone del tipo Oto Melara 127/64 mm LW con capacità di utilizzo della munizione guidata tiro di precisione contro bersagli terrestri e navali. Il cannone, avente capacità AAW, ASuW ed NSFS, è equipaggiato con un magazzino automatico di rifornimento contenente 350 proiettili, oltre ai 56 in torre. Cannone presente solo nella versione italiana.
  • 2 lanciarazzi Oto Melara SCLAR-H DLS (sulle ultime tre unità sarà installato il nuovo sistema integrato di contromisure AAW e ASW OTO Melara ODLS-20)
  • 2 pezzi Oto Melara / Oerlikon KBA da 25/80 mm
  • 2 elicotteri tipo NH90 o EH101 o una combinazione di entrambi gli elicotteri.
Le FREMM italiane avranno tutte una capacità di difesa aerea di area, grazie all'EMPAR attivo e allo specifico sistema di combattimento SAAM-ESD. Un'analoga capacità sarà presente sulle FREMM francesi solamente sulle due FREDA.

Caratteristiche Generali

La classe FREMM (Fregate Europee Multi Missione), sviluppata in collaborazione tra Italia e Francia, ha la sua origine nel “Programma Fregate di nuova generazione” con la definizione della Specifica Operativa Generale risalente al gennaio 2003; è composta da due sottoclassi specializzate: General Purpose (GP) ed Antisommergibile (ASW), caratterizzate da una base progettuale comune su cui si innestano diverse peculiarità di seguito descritte. Attualmente le prime due Unità (Nave Carlo Bergamini – Nave Virginio Fasan) sono state consegnate alla Marina Militare rispettivamente il 14 luglio 2012 ed il 19dicembre 2013, mentre le altre 3 sono in costruzione presso i cantieri di Muggiano  e Riva Trigoso (Carlo Margottini – ASW, Carabiniere – ASW, Alpino – ASW). 
Le Navi, progettate in classe RINA (RINAMIL for FREMM ed. 2006) e nel rispetto delle norme MARPOL, presentano le seguenti caratteristiche generali:
  • lunghezza: 144,6 m;

  • larghezza 19,7 m;

  • pescaggio massimo (in corrispondenza del bulbo) ca. 8,70 m;

  • dislocamento a pieno carico:  ca. 6.900 t.

La propulsione è di tipoCODLAG (COmbined Diesel-Electric And Gas turbine) e si avvale di una turbina LM2500+G4 da 32 MW, 2 motori elettrici reversibili (Jeumont Electric), montati sugli assi, da 2,15 MW ciascuno e due eliche a passo variabile. 
Diverse configurazioni, attraverso un unico riduttore di tipo “cross connected”, rendono possibili tre principali andature:
  • sui motori elettrici alimentati dai generatori diesel (andatura silenziosa fino a 15.6 kts);
  • sulla turbina a gas con una velocità massima di 27 nodi. In questo caso i motori elettrici possono essere trascinati dagli assi e funzionare come generatori;
  • combinata su turbina gas e motori elettrici alimentati dai diesel, che consentono la possibilità di
  • mantenere l’andatura massima, sia in condizioni meteo marine sfavorevoli, sia in seguito all’aumento di dislocamento dell’Unità in prossimità del periodo di fine vita.
Le Unità sono inoltre dotate di thruster azimutale retrattile, della potenza di 1 MW, per mezzo del quale sono in grado di raggiungere la velocità di 7 nodi (propulsione ausiliaria) ed essere di ausilio nelle manovre di ormeggio (elica di manovra); l’autonomia delle Unità è di  6000 miglia nautiche a 15 nodi. 
Le Unità sono equipaggiate con l’innovativo impianto di governo e stabilizzazione denominato “Rudder Roll” che permette il governo e la stabilizzazione dell’Unità per mezzo dei due timoni inclinati di 9°.
 
Segue una sintetica descrizione delle capacità dei principali sistemi imbarcati e di quelli più innovativi come il CMS (Combat Management System), l’INS ed il sistema di gestione della piattaforma denominato SMS (Ship Management System), capace di gestire i sottosistemi di navigazione, propulsione, di controllo nave, di controllo del danno, di controllo elettrico, ausiliario, CBRN, TVCC.

SMS - Ship Management System

L’SMS è un sistema integrato di condotta nave e gestione dei sistemi di piattaforma funzionalmente costituito dall’Integrated Platform Management System (IPMS) che consente la gestione integrata dei seguenti impianti/capacità di piattaforma:
  • apparato propulsivo (tramite S/S SACAM) - TAG, MM.EE.PP. (compreso il funzionamento da generatori asse), riduttore, linee asse, sistema di propulsione ausiliaria (Auxiliary Propulsion Sub-System) e ausiliari dell’ apparato motore;
  • impianto elettrico (tramite S/S SACIE) - diesel generatori, generatori asse e relativi ausiliari, High Voltage Main SwitchBoard (HVMSB), Low Voltage Main SwitchBoard (LVMSB), Secondary SwitchBoard (SSB), Tertiary SwitchBoard (TSB), Distribution Board (DB), quadri presa da terra, trasformatori HV/LV (High/Low Voltage), accessori ed ausiliari;
  • servizi nave relativi allo scafo e alla sicurezza (tramite S/S SACSEN);
  • capacità di Damage Control, integrate nel S/S SACSEN SIC e funzionalità di On Condition Monitoring di supporto agli operatori per la gestione delle manutenzioni (p.e. tramite INS permette di interfacciarsi con il sistema informativo della logistica e manutenzione SIGAM);
  • capacità di simulazione per l’addestramento degli operatori del S/S SACSEN SIC limitatamente alle funzioni della sicurezza;
  • interfaccia con il sistema TVCC al fine di rendere disponibili su tutte le MFC (e su altre periferiche del sistema quali Local Operating Panel - LOP, Large Digital Screen - LDS, Conning, BODs e Portable Terminal Unit - PTU) le immagini provenienti da tutte le telecamere installate a bordo;
  • Integrated Bridge System (IBS) che consente la gestione integrata dei pacchetti applicativi ARPA, ECDIS e dell’HCI del NAVS attraverso le Consolle in Plancia - nella sua funzione di SCC secondaria. Le funzionalità “Conning”, anch’esse disponibili in plancia, sono implementate invece su sistemi video dedicati (Conning Display e Bridge Overhead Display – BOD).
 
Controllo del Danno

Per quanto attiene il controllo del danno, le FREMM sono suddivise in due Damage Control Zone (DCZ che includono due Main Vertical Zone (MVZ) ciascuna.
Ogni DCZ è completamente indipendente per quanto concerne la produzione e la distribuzione dell’energia elettrica. In ogni DCZ si trova, inoltre, un centro per la gestione della difesa passiva, dove sono presenti console dell’SMS simili a quelle presenti in Plancia e SCC (Ship Control Center), configurabili in funzione delle diverse necessità (Damage Control, o tutte le altre funzioni dell’SMS)
Come precedentemente indicato, riguardo ai Sottosistemi che rispondono al SMS, si ricorda che il S/S SACSEN-SIC (Sistema Automatico Controllo Servizi Nave Sicurezza) ha lo scopo di supportare l’operatore in tutte le fasi della gestione della sicurezza della nave ed in particolare durante le situazioni di emergenza. Al fine di intervenire tempestivamente su eventuali principi di incendio, è presente un sistema di sorveglianza detto Fire Detection System (FDS), interfacciato con il S/S SACSEN-SIC e progettato per effettuare la rilevazione tempestiva dell’incendio mediante:
  • controllo delle temperature dei locali;
  • rilevatori presenza di fiamma;
  • rilevatori presenza di fumo.
  • Le segnalazioni di allarme e di stato del sistema sono condotte in due centraline ubicate in SCC Primaria e Secondaria (Plancia).

I principali impianti antincendio presenti a bordo sono i seguenti:
  • Impianti fissi e semifissi a gas NOVEC 1230
  • Impianti fissi di nebulizzazione
  • Impianti fissi a schiuma
  • Impianti Water Mist
  • Impianto Twin Agent
  • N°87 stazioni antincendio
  • Estintori portatili a polvere e CO2.
I principali mezzi di esaurimento sono invece così ripartiti:
  • nr.1 E/P GE da 200 m3/h è installata nel locale Diesel di Pr sul deck 4
  • nr.1 E/P GE da 200 m3/h è installata nel locale Ausiliari sul deck 4
  • nr.1 E/P GE da 400 m3/h è installata nel locale TAG sul deck 4
  • nr.1 E/P GE da 400 m3/h è installata nel locale MEP sul deck 4.
La nave è dotata, inoltre, di quattro EE/PP portatili EMU KS70N (portata 40 t/h, prevalenza 16 m, tensione 440 V, frequenza 60 Hz) distribuite una per MVZ, sono del tipo totalmente immergibile ed in caso di necessità vengono calate nel compartimento allagato della nave. Gli 11 compartimenti stagni sono asserviti da almeno un idroiettore da 15 t/h e, ove assente E/P GE, anche da almeno un idroiettore da 80 t/h. 

Sistema di Combattimento o Combat Management System (CMS)

Il funzionamento del Sistema di Combattimento (C/S) si basa sullo scambio di informazioni (dati) che viaggiano attraverso un’unica dorsale di distribuzione (bus) interna all’unità (INS - Internal Networking System). Tale dorsale è capace di gestire dati di diversa tipologia generati dai sensori/sottosistemi (moduli) che compongono il C/S. Tale sistema di networking integrato (INS) è il principale artefice dell’elevato grado d’integrazione dello stesso C/S.
Tutti i moduli del C/S sono gestiti dal Combat Management System (CMS), unità di Comando e Controllo (C2) che funziona anche quale interfaccia uomo-macchina per mezzo delle MultiFunctional Console (MFC). Soltanto il sistema missilistico TESEO e MILAS, benchè interfacciato con il CMS, é gestito da console dedicata situata in CIC. 
Le modalità di gestione di un S/S da parte del CMS sono di due tipi:
Controllo tattico: rappresentato dai comandi elaborati dal CMS per l’utilizzo delle funzionalità tra i vari S/S e il loro coordinamento in base al tipo di missione ed alle condizioni di scenario.
Controllo operativo:rappresentato dai comandi di gestione trasmessi al S/S attraverso la sua interfaccia Uomo-Macchina (HCI). Tale controllo può essere esercitato attraverso le MFC o tramite console/pannelli dedicati di apparato (con livelli di operatività eventualmente diversi). In quest’ottica sono disponibili diverse forme di configurazione di ciascun S/S, intendendo, in generale come “configurazione” il  livello di integrazione delle specifiche funzionalità dei/del S/S con quelle dell’intero Sistema di Combattimento.
In particolare, sono definiti tre tipi di configurazione d’impiego dei S/S:
Integrata: il S/S opera sotto il controllo tattico del CMS, attraverso il segmento C2S (Command and Control System) composto essenzialmente dai calcolatori tattici. Il controllo operativo del S/S è esercitato attraverso le console MFC del CMS o tramite console dedicata situata in CIC (es. TESEO). Lo scambio dati con il resto del C/S avviene tramite INS.
Autonoma: il S/S opera fuori dal controllo tattico del CMS. Di conseguenza i dati da esso processati non sono disponibili presso le altre console CMS. Il controllo operativo del S/S è esercitato attraverso le console MFC del CMS o, dove applicabile, tramite console di apparato. Operare fuori dal c.d. controllo tattico del CMS rappresenta una condizione di degrado rispetto alle condizioni di configurazione INTEGRATA. A tal proposito è da evidenziare la possibilità per il segmento C2S del CMS di scollegare funzionalmente tra loro i calcolatori tattici per permettere ad alcuni di essi di operare in configurazione autonoma con i soli collegamenti funzionali del S/S che ne necessita. 

I calcolatori che hanno questa capacità sono quelli di:
  • C2 NSFS (Naval Surface Fire Support) che può operare in configurazione autonoma con il S/S IVS;
  • C2 ASW che può operare in aggregazione con ISS, OAS/MAS, TLS; MDLP che può operare in configurazione autonoma per la gestione dei link tattici.
  • Configurazione locale: il S/S opera in modo isolato rispetto al CMS. Il controllo operativo del S/S è esercitato attraverso console/pannelli dedicati. Lo scambio dati avviene tramite bus dati interni, pertanto la rete INS, anche se disponibile, non viene utilizzata.
All’interno di ogni configurazione, a seconda del livello di intervento richiesto all’operatore nell’espletamento di ogni funzionalità, ogni S/S può assumere diverse modalità operative secondo le seguenti definizioni:

Sensori:

automatico: le funzionalità sono controllate interamente dai processi automatici del SW, senza intervento dell’operatore (ad es: inizializzazione e tracciamento automatico). L’operatore può comunque intervenire per definire e modificare i parametri operativi di sistema che regolano tali processi.
manuale: il sistema è controllato dall’operatore.

Sistemi d’arma:
  • automatico: l’assegnamento dei bersagli e l’inizializzazione del fuoco sono ordinate e gestite dalla funzionalità TEWA (Threath Evaluation and Weapons Assignment) del CMS, senza intervento dell’operatore, a condizione che siano verificate le condizioni di sicurezza. L’operatore può comunque intervenire per definire e modificare i parametri di sistema che regolano tale processo automatico (parametri di dottrina, politiche di fuoco, etc).
  • semi-automatico: l’assegnamento dei bersagli è effettuato automaticamente dalla funzionalità TEWA del CMS. L’operatore deve in ogni caso inizializzare o approvare l’inizializzazione del fuoco.
  • manuale: sia l’assegnamento dei bersagli che l’inizializzazione dell’ingaggio e l’azione di fuoco necessitano di un’approvazione dell’operatore.
  • Peculiarità della versione GP: le Unità GP sono armate con 8 Teseo Mk2A, 1 cannone da 76/62 SR con kit Davide/Strales per munizioni guidate ed 1 cannone da 127/64 LW con sistema Vulcano, in grado di ingaggiare anche bersagli terrestri oltre i 100km con munizionamento guidato.
  • Peculiarità della ASW: le Unità ASW sono armate con 4 Teseo Mk2A e 2 cannoni Oto Melara 76/62 con kit Davide.

Peculiarità Sonar

Tutte le unità sono dotate di un sistema Sonar integrato (ISS), comprendente un sonar attivo Thales 4110CL (BMS) nel bulbo, un Sonar ad alta frequenza per anti-collisione (OAS) che ha anche la capacità MAS di individuare mine ormeggiate/alla deriva,  e telefono subacqueo (UWT). Le Unità ASW sono dotate anche di un Sonar rimorchiato a profondità variabile (TB) attivo a bassa frequenza Thales 4249 (CAPTAS 4) ed una cortina trainata multifunzione (TA), ovvero con funzioni di scoperta sommergibili e difesa antisiluro, integrata con il sistema di lancio contromisure (ASW DLS); la suddetta versione è dotata inoltre di sonar multibeam ad alta frequenza (Panoramic Echo Sounder)  per batigrafia fondale, sulla verticale dell’Unità, sino a 2000m, con capacità di discriminazione di oggetti di medie dimensioni.

Logistica e mezzi imbarcati

Per quanto attiene le capacità logistiche, gli standard abitativi consentono la pianificazione e la conduzione di:
  • “periodi tipici” di operazione in mare della durata di 45 giorni continuativi;
  • “missioni standard” della durata di sei mesi e comprendenti generalmente:
  • un periodo di deployment iniziale (10-15 gg);
  • due o tre “periodi tipici” in mare, separati da soste in porto di circa 5 giorni continuativi;
  • un periodo di deployment finale (10-15 giorni);
  • “rischieramenti standard” che comprendono una o due “missioni standard” e possono contemplare anche periodi di ripristino efficienza (soste e manutenzioni). La durata di un “rischieramento standard” è di circa nove mesi d’impiego per un totale indicativo di 5.000 ore di moto.
Considerazioni relative alla flessibilità operativa hanno recentemente portato all’adozione di una modifica che ha incrementato il numero di alloggi da165 a 200. Ciò è stato principalmente realizzato con l’uso dello spazio prodiero inizialmente riservato ad un eventuale sistema missilistico Deep Strike.
Per ottenere un miglior bilanciamento delle Unità è stata effettuata una sostituzione di parte delle sovrastrutture originariamente in acciaio con lega leggera.Una serie di valutazioni basate sullo studio di Human Factor commissionato alla I.P. e su recenti esperienze di manning ridotto, sia in ambito nazionale che internazionale, hanno portato dimensionare le tabelle di equipaggiamento a 131 unità per la versione GP e 133 unità per la versione ASW (a cui va aggiunta la Sez.Elicot di 23 unità per la gestione di due velivoli). E’ inoltre stata approvato l’ampliamento della tabella di ulteriori 34 unità (c.d. Tabella allargata) teso a garantire l’elevata disponibilità operativa prevista dal requisito (ad es. per agevolare le manutenzioni ed i servizi di bordo giornalieri).
Per quanto attiene ai mezzi navali imbarcati, tutte le Unità sono dotate di sistemi di sollevamento per la messa a mare ed il recupero di un gommone da 7m e di uno da 11m. Inoltre, la versione GP è dotata di una slitta retrattile a poppetta per il rilascio rapido ed il recupero del RHIB da 11 mt a chiglia rigida in uso presso COMSUBIN.
Le operazioni di recupero/messa a mare del RHIB dalla slitta di poppa possono avvenire senza limitazioni sino a mare stato 3, mentre per lo stato 4 è consigliabile (in base agli studi industriali effettuati in vasca) avere l’Unità madre con mare in prora in modo da schermare parzialmente la poppa dalle onde. 
La versione ASW ospita nello stesso spazio il sonar a profondità variabile (VDS).
Per quanto riguarda, infine, componente di volo, le navi dispongono di un hangar principale, capace di ospitare un EH-101 o un SH-90 con spazi idonei per interventi manutentivi ed un hangar secondario, dimensionato per il solo ricovero di un SH-90. Entrambi sono asserviti da Helo Handling Systems per assicurare e movimentare gli elicotteri dallo spot di atterraggio sino al ricovero completo dei velivoli. Il recente intervento di allungamento del ponte di volo consente maggiore flessibilità nell’impiego dei suddetti elicotteri in condizioni estreme.

Fremm, il sistema navale integrato

Il varo dell'ultimo esemplare, il settimo, si è svolto il 4 marzo scorso, nei cantieri di Riva Trigoso, a Genova. Si tratta della fregata "Federico Martinengo", una delle dieci navi italiane che fanno parte del programma FREMM – Fregate Europee Multi Missione, realizzato nell'ambito di un'intesa internazionale che vede l'Italia e la Francia unite da un accordo di cooperazione militare in ambito navale.
Il varo dell’ultimo esemplare, il settimo, si è svolto il 4 marzo scorso, nei cantieri di Riva Trigoso, a Genova. Si tratta della fregata “Federico Martinengo”, una delle dieci navi italiane che fanno parte del programma FREMM – Fregate Europee Multi Missione, realizzato nell’ambito di un’intesa internazionale che vede l’Italia e la Francia unite da un accordo di cooperazione militare in ambito navale.
La fregata FREMM rappresenta, di fatto, un’eccellenza dal punto di vista tecnologico: lunga 144 metri, può raggiungere i ventisette nodi, ospitare fino a duecento persone ed è in grado di operare in diversi scenari e situazioni tattiche critiche. Le sue capacità operative vanno dalla lotta anti-aerea, anti-nave e anti-sommergibile al supporto di fuoco dal mare.
Per l’Italia, il programma FREMM è coordinato da Orizzonte Sistemi Navali, il consorzio formato da Fincantieri (51%) e da Leonardo (49%), che dovrà consegnare, entro il 2022, l’ultima delle nuove fregate alla Marina Militare italiana, destinate a sostituire le unità della classe Lupo e Maestrale.


IL RUOLO DI LEONARDO 


Fornire le migliori tecnologie in grado di gestire scenari operativi diversi e in continua evoluzione: è questo il principio che ha ispirato Leonardo nella realizzazione del più importante programma militare in ambito navale mai costituito a livello europeo.
Infatti, per tutte le unità prodotte in Italia, la Società è responsabile della fornitura e dell’integrazione dell’intero Sistema di Combattimento della nave, costituito dal sistema di gestione CMS (Combat Management System), dai sensori radar ed elettro-ottici per il controllo del tiro e per funzioni di tracciamento, dai sistemi per le comunicazioni e dai sistemi di difesa aerea, di superficie e subacquea.
In particolare, tutte le fregate sono equipaggiate con il radar multifunzionale attivo KRONOS Grand Naval - al centro del sistema di difesa aerea missilistica, radar secondario IFF SIR-M5-PA e di scoperta di superficie RAN-30X/I, radar di navigazione LPI SPN-730 e di appontaggio elicotteri SPN-720, sistema di tracciamento all’infrarosso SASS (Silent Acquisition and Surveillance System) e, infine, con due equipaggiamenti multi-sensore (radar ed elettro-ottico) di controllo del tiro NA-25X. Per la fregata FREMM Leonardo ha inoltre realizzato i sistemi integrati di comunicazioni interne, esterne e tattiche. 
Leonardo fornisce anche i due sistemi di difesa 76/62 mm Super Rapido che utilizzano il munizionamento guidato DART per l’inseguimento dei bersagli, il sonar anti-mine (Mine Avoidance Sonar), le contromisure acustiche contro attacchi provenienti da siluri (Decoy Launching System) e il sistema di lancio siluri leggeri MU90 (Torpedo Launching System). 
Al programma FREMM partecipa anche la società MBDA (consorzio tra Airbus, BAE Systems e Leonardo), responsabile dell’equipaggiamento di difesa anti-aerea SAAM ESD, basato su missili Aster 15 e Aster 30, e del sistema anti-nave Teseo MK2/A, basato sul missile Teseo. 
 
IL TOUR DI NAVE CARABINIERE IN ASIA-PACIFICO

Dopo aver toccato diversi Paesi del Medio Oriente, dell’Estremo Oriente fino ad arrivare in Australia, la fregata FREMM “Carabiniere” è tornata alla bese. 
Oltre ai sistemi progettati, prodotti e integrati da Leonardo, sulla nave era presente l’elicottero multiruolo NH90 NFH prodotto dalla Divisione Elicotteri per la Marina Militare, con specifiche dotazioni avioniche per operazioni navali. La fregata, quarta delle dieci unità previste, include anche capacità antisommergibile.
La missione di Nave Carabiniere è stata finalizzata ad assicurare presenza e sorveglianza marittima, a rafforzare le attività di cooperazione già in corso con alcuni alleati trans-regionali nonché ad avviare relazioni con nuovi potenziali partner, nell’ambito dei compiti istituzionali affidati alla Forza Armata.
Durante il suo tour, nave Carabiniere è stata anche impegnata a svolgere attività addestrativa congiunta con le Marine Militari locali, oltre a condurre attività di dialogo e cooperazione nonché di Maritime Capacity Building, conferendo alla campagna un'importante valenza nel campo dell’assistenza e supporto umanitario. Altro obiettivo di nave Carabiniere era la promozione delle eccellenze italiane, attraverso l’organizzazione di eventi sociali, culturali e di promozione dell’immagine dell’Italia, in collaborazione con le rappresentanze diplomatiche nazionali nei Paesi oggetto di sosta.

Il programma Fremm delle fregate super-tecnologiche della Marina militare, si avvia oramai al completamento. 

Due unità verranno consegnate dopo il 2020, saranno la nona e la decima della loro classe a battere la bandiera italiana e concluderanno un progetto che a un certo punto era stato molto contestato, per via dei costi in una fase di crisi economica. Il costo unitario delle ultime due Fremm è compreso fra 350 e 400 milioni di euro».
La scelta di destinare risorse pubbliche a questo fine è soggetta a legittime discussioni. Per completezza di informazione va citato che non si tratta di un esborso puro e semplice, perché essendo progettate e costruite da Fincantieri e Finmeccanica, le Fremm hanno una ricaduta positiva sul sistema industriale italiano. Inoltre tengono in vita e tecnologicamente aggiornati i nostri cantieri, in vista della prossima generazione di navi militari: qualcuno dovrà progettarle ex novo, e dovrà averne la competenza. Si può contro-obiettare che i soldi destinati alle Fremm creerebbero lavoro anche se spesi diversamente, anzi magari avrebbero un ritorno superiore.
Il programma Fremm (Fregate Europee Multi Missione) è stato affidato a Fincantieri nell’ambito di un accordo di cooperazione internazionale italo-francese. Delle fregate italiane è “prime contractor” la società Orizzonte Sistemi Navali (51% Fincantieri, 49% Finmeccanica).


LE FREGATE CLASSE “MAESTRALE”

Derivate dalla Classe Lupo, le unità della classe Maestrale sono navi ingrandite, che hanno sacrificato metà dei missili antinave e almeno 3 nodi di velocità per soddisfare maggiormente le specifiche emesse dalla Marina Militare Italiana riguardanti le sue necessità di nuove unità di scorta, con maggiori capacità nella lotta antisom e difesa di punto tramite il raddoppio dei sonar, elicotteri e siluri e l'adozione di un lanciamissili antiaereo ricaricabile.




Le fregate classe Maestrale hanno lo scafo senza castello e una forte insellatura a prora. Lo scafo è costituito da quindici compartimenti stagni e il galleggiamento è assicurato anche con tre compartimenti contigui allagati. La stabilità è assicurata da una coppia di pinne stabilizzatrici in grado di ridurre il rollio da 30° a 3° alla velocità di 18 nodi. A poppa vi è una grande sovrastruttura contenente l'aviorimessa per 2 elicotteri.
L'armamento missilistico prevede 4 lanciatori per missili antinave Teseo (inizialmente lanciatori singoli, poi diventati binati con l'ingresso in servizio dei missili OTOMAT MkII) e un lanciatore brandeggiabile e ricaricabile Albatros/Aspide a 8 celle per missili antiaerei posto a prua, immediatamente davanti alla plancia. Le navi hanno un cannone bivalente a prua da 127/54mm, 2 sistemi binati Breda Dardo dotati di mitragliere antiaeree da 40 mm sui due lati ed infine 2 lanciasiluri tripli da 324 mm MK 32 per siluri ASW tipo A244 e 2 lanciasiluri per siluri filoguidati ASW/ASuW Whitehead A-184 da 533mm a poppa estrema. L'armamento principale antisommergibile è comunque costituito dai due elicotteri AB-212 ASW ospitati nell'hangar poppiero.
La propulsione tipo CODOG (Combined Diesel Or Gas) su due 2 eliche a cinque pale orientabili di 4 m di diametro ed azionate dall'apparato motore dalla potenza di 50.000 hp, consente una velocità di 31 nodi con turbine a Gas e di 21 nodi con i soli motori diesel. Il controllo remoto dell'apparato propulsore è effettuato dal sistema elettronico SEPA-7206 che assicura il controllo digitale di tutte le funzioni, mentre il governo è assicurato da due timoni a comando elettro-idraulico con un angolo di barra di 35° per lato. Molte sono state le misure prese per diminuire le vibrazioni ed i rumori, finalizzate a ridurre i rumori irradiati in mare migliorando le caratteristiche ASW delle navi. Le unità di questa classe hanno avuto negli anni un impiego molto intenso di gran lunga superiore a quello inizialmente previsto al tempo della loro progettazione. Tutte le unità della classe sono state intensamente impegnate in questi anni in Oceano Indiano nell'ambito delle operazioni Enduring Freedom e Antica Babilonia. 




Non hanno avuto nessun successo di esportazione, pur nate negli anni del massimo espansionismo dell'industria bellica italiana: Infatti, pur essendo valide unità della categoria, sono state meno convincenti delle precedenti unità. D'altronde, l'essere una efficace "nave scorta" l'ha resa meno appetibile per la marine di quei paesi in sviluppo o semi-industrializzati che cercavano soprattutto unità "per mostrare la bandiera" o d'attacco, come era invece il caso delle quasi coetanee fregate della classe Lupo da cui sono derivate e che, proprio per questo, hanno avuto un ottimo successo di vendite.
La classe Maestrale, le cui unità sono entrate in servizio per la Marina Militare tra il 1982 e il 1985, era costituita da 8 fregate missilistiche porta-elicotteri individuate dai nomi di otto venti.

(Web, Google, RID, Wikipedia, You Tube)























































































 

mercoledì 9 giugno 2021

La US NAVY sta ultimando il progetto del cacciatorpediniere di nuova generazione “DDG(X)”


La Marina degli Stati Uniti ha iniziato ufficialmente a lavorare sul progetto di un cacciatorpediniere missilistico guidato di nuova generazione.


Il DDG(X) sostituirà sia gli incrociatori che i cacciatorpediniere in servizio nella flotta.
La Marina Usa prevede di iniziare la costruzione della prima unità nel 2028, con altre dozzine a seguire.
La Marina degli Stati Uniti ha ufficialmente iniziato a sviluppare una nuova classe di cacciatorpediniere missilistici guidati denominati DDG(X); sostituiranno i vecchi incrociatori missilistici classe Ticonderoga e le prime serie dei cacciatorpediniere missilistici classe Arleigh Burke DDG 51.
Le unità costituiranno la spina dorsale della flotta della Us Navy fino alla metà del 21° secolo, proteggendo i gruppi di portaerei e le navi di fascia alta e fornendo anche una propria potenza di fuoco offensiva.
La Marina ha dato il via al progetto DDG(X) istituendo un nuovo ufficio di programma per supervisionare lo sviluppo; l’ufficio gestirà: 
  • la "progettazione, 
  • lo sviluppo del pacchetto di dati tecnici, 
  • la costruzione, 
  • i test, 
  • l'introduzione in servizio operativo,
  • e i piani di sostegno" dei DDG(X), 
con l'obiettivo di ordinare la prima nave nel 2028: se tutto procederà per il meglio, la nave capo classe entrerà in servizio nella Us Navy intorno al 2032.
La Marina statunitense gestisce 22 incrociatori missilistici classe Ticonderoga dell'era della Guerra Fredda e 69 cacciatorpediniere classe Arleigh Burke; ha prodotto i Ticonderoga tra il 1980 e il 1991 e si aspettava di averli oramai già sostituiti, ma la mancanza di fondi negli ultimi 20 anni, quando dominavano le guerre di terra in Iraq, Afganistan etc…, ha ostacolato lo sviluppo di un vero sostituto. La classe Arleigh Burke, nel frattempo, è sostanzialmente in produzione continua dal 1988, aggiornata con nuove tecnologie radar e missilistiche e con l’aggiunta di un hangar per elicotteri.
La Marina Usa vede i Ticonderoga come “navi scorta” per navi da guerra di alto valore. Il servizio statunitense ha costruito i Ticonderoga con radar di difesa aerea SPY-1A, il sistema di combattimento Aegis e 122 silos missilistici per respingere attacchi missilistici di massa contro le portaerei e i gruppi da battaglia. I cacciatorpediniere Arleigh Burke hanno un equipaggiamento simile, ma con nuovi radar SPY-1D e silos missilistici da 90-96 missili. I cacciatorpediniere Burke svolgono anch’essi il ruolo di difensori della flotta, se necessario, e anche quello di dare la caccia a sottomarini ostili e condurre attacchi contro bersagli terrestri con missili da crociera.




I DDG(X) avranno grandi scarpe da riempire. Il nuovo modo di pensare della Marina statunitense sembra indicare la nave come scorta principale per portaerei e gruppi anfibi, mentre le nuove fregate missilistiche di Fincantieri FMM classe Constellation e le navi da combattimento LCS assumeranno ruoli importanti ma minori.
Il nuovo cacciatorpediniere enfatizzerà "una nuova forma dello scafo, un efficiente sistema di alimentazione integrato e una maggiore resistenza”. Il sistema di propulsione sarà essenziale per l'integrazione delle nuove armi laser ad energia diretta in fase di messa a punto che sicuramente saranno imbarcate sui nuovi DDG(X). 
Il nuovo cacciatorpediniere avrà probabilmente almeno uno o due laser, armi a corto raggio con livelli di potenza regolabili che potranno accecare i droni o abbattere i missili ostili in arrivo (anche ipersonici).





Il DDG(X) avrà probabilmente anche un cannone multiuso BAe Systems MK.45 da 127/62 e grandi silos in grado di lanciare i nuovi missili ipersonici anti-nave e contro-costa. 




Le navi avranno bisogno di  silos Mk.41 di dimensioni standard in grado di lanciare missili da difesa aerea, razzi antisommergibile a lungo raggio, missili da crociera e missili antinave. La radiazione della classe Ticonderoga con i suoi 122 silos, significa che la nave di prossima generazione avrà probabilmente almeno 100 silos, e forse di più.
L'armamento della nave includerà probabilmente siluri antisommergibile leggeri, un hangar e un ponte di volo in grado di supportare uno o due elicotteri MH-60 Seahawk e strutture per il lancio e il recupero di navi di superficie, XLUUV e MIDGET con e senza equipaggio. Le strutture potrebbero anche supportare veicoli aerei senza equipaggio UAV e UCAV.
L'età della classe Ticonderoga, che dovrebbe andare in pensione a breve, significa che la US NAVY deve spingere con forza il programma DDG (X). La nave potrebbe condividere molte delle stesse caratteristiche dell'ultima versione della classe Arleigh Burke per ridurre i rischi.
La US Navy ha creato un nuovo ufficio programmi per introdurre la prossima classe di cacciatorpediniere nella flotta, dopo che il servizio ha faticato a trovare un sostituto per i suoi vecchi incrociatori e cacciatorpediniere nell'ultimo decennio.
L'ufficio del programma Guided Missile Destroyer (DDG-X), o PMS 460, fa parte dell'Ufficio esecutivo del programma per le navi del Washington Navy Yard ed è guidato dal capitano David Hart. La Marina Usa ha ospitato di recente una piccola cerimonia, dopo che Jay Stefany, assistente segretario della Marina per la ricerca, lo sviluppo e l'acquisizione, ha approvato formalmente l'istituzione del nuovo ufficio.
Sebbene la Marina non stia cercando di acquistare le prime navi DDG(X) fino all’anno discade 2028, l'ufficio del programma supervisionerà lo sviluppo di una strategia di acquisizione e in seguito sarà responsabile della progettazione della classe della nave, dello sviluppo del pacchetto di dati tecnici, della costruzione, dei test, introduzione della flotta e piani di sostegno.
Un tempo, la Marina aveva un flusso di nuovi grandi progetti di combattimento di superficie e sistemi di combattimento nella flotta per assicurarsi che sarebbe rimasta al passo con le minacce di superficie e aeree. Ad esempio, il design di successo dei cacciatorpediniere classe Spruance ha ispirato il design dell'incrociatore classe Ticonderoga, che ha prestato il suo sistema di combattimento Aegis ai cacciatorpediniere Arleigh Burke, che hanno visto così tante evoluzioni da non poter più supportare la crescita futura oltre il Flight III. 





Qualsiasi aggiornamento futuro oltre l'attuale Aegis Baseline 10 e AN/SPY-6 Air and Missile Defense Radar dovrà andare su di un nuovo design dello scafo con maggiori spazi, peso, potenza e margini di raffreddamento.
Ed è qui che la Marina ha lottato. La Us Navy ha annullato un programma di sostituzione dell'incrociatore CG(X) nel 2010 perché i costi erano cresciuti ben oltre ciò che la Marina statunitense potesse permettersi. Il servizio ha quindi abbracciato un approccio alla famiglia di sistemi Future Surface Combatant che includerebbe cacciatorpediniere grandi e piccoli, con equipaggio e caccia di grandi dimensioni e medi senza equipaggio, tutti in fase di test o in produzione oggi ad eccezione del grande combattente con equipaggio. 
La data di inizio dell'acquisizione di Large Surface Combatant è stata spostata dal 2023 al 2025 e poi al 2028, poiché la Marina fatica a definire quale sarà la nave.
Tra le sfide per la Marina Usa c'è stata l'identificazione delle capacità di cui ha bisogno da un grande combattente e quanto è disposto a pagare, soprattutto perché il servizio è stato sempre più chiaro che le operazioni future si baseranno maggiormente su unita piccole e senza equipaggio, disperse nello spazio della battaglia. In questo approccio, meno grandi combattenti condurranno solo quelle missioni che le navi più piccole non potranno svolgere.
La principale di queste missioni sarà quella di trasportare un grande radar e potenti missili. 
Il nuovo DDG(X) inizierà probabilmente con il sistema AESA SPY-6 AMDR utilizzando il sistema di combattimento Aegis Baseline 10, con spazio per crescere man mano che verranno sviluppati radar più potenti lungo la linea. 
Al DDG(X) verrà probabilmente chiesto anche di trasportare missili ipersonici o altre armi a lungo raggio che sono troppo grandi per adattarsi ai tubi del sistema di lancio verticale Mk 41 odierno. E verrà chiesto di ospitare armi a energia diretta, strumenti di guerra elettromagnetica e altro che consumano una grande quantità di energia.
La US NAVY si aspetta che la sua grande flotta di unità combattenti di superficie, che oggi è composta da circa 92 incrociatori e cacciatorpediniere, scenderà a circa 74 in futuro, riflettendo la preferenza della Marina di costruire delle unità combattenti più piccole facendone il cavallo di battaglia della flotta e utilizzare i DDG solo dove se necessario.
Il cacciatorpediniere missilistico guidato fornirà la flessibilità e i margini necessari per riuscire a sostituire degnamente la classe DDG-51, combinando gli elementi dei sistemi di combattimento DDG 51 FLT III con:
  • una nuova forma dello scafo, 
  • un efficiente sistema di alimentazione integrato 
  • e una maggiore resistenza che ridurrà il carico logistico della flotta.
A causa dell'importanza del sistema di alimentazione integrato per lo sviluppo di DDG(X), l' ufficio del programma Electric Ships di PEO Ships passerà all'ufficio del programma DDG(X). Dei 16 posti disponibili per il nuovo ufficio di programma, 11 saranno occupati da posizioni in carica nell'ufficio di Electric Ships.
Il DDG (X) Integrated Power System è una base fondamentale della nave e la maturazione in modo tempestivo ed economico richiede risorse dedicate ed esperte all'interno di PEO Ships. L'esperienza di "navi elettriche” e gli sforzi di sviluppo precedenti sono fondamentali per il successo del programma DDG(X) nella realizzazione di un sistema di alimentazione integrato. Altre aree di missione dell'Ufficio per le navi elettriche, come i sistemi di alimentazione ed energia, lo sviluppo della tecnologia dell'energia navale e l'integrazione e la transizione delle piattaforme, sono vitali per il futuro della Us Navy e gli sforzi continueranno sotto l'egida del PMS 460.
Durante questo l’anno fiscale in corso, la Us navy ha spinto fortemente per una progettazione concettuale ed ha iniziato a parlare con la General Dynamics Bath Iron Works e Ingalls Shipbuilding, i due cantieri che costruiscono i cacciatorpediniere di classe Arleigh Burke, per discutere i potenziali costi, il programma e gli obiettivi di prestazione per i DDG(X). La richiesta del budget FY22 della Marina “finanzia la transizione dalla progettazione concettuale alla progettazione preliminare, porta i team del settore completamente a bordo e continua le attività di test a terra del sistema di alimentazione integrato e dello scafo per garantire la riduzione del rischio del programma. La progettazione preliminare dell'anno fiscale 2022 porterà alla progettazione di dettaglio dell'anno fiscale 2026 e all'inizio della costruzione dell'esercizio 2028.

(Web, Google, Popular Mechanics, Defensenews, Wikipedia, You Tube)