venerdì 9 giugno 2023

Marina militare italiana: U212 NFS (Near Future Submarine), il progetto sottomarino più ambizioso e innovativo intrapreso dall'Italia.





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L'Italia desiderava molto che l'OCCAR gestisse il programma per suo conto: con 20 anni di esperienza nella gestione dei programmi dalla sua fondazione, l’ente ha una comprovata esperienza nel soddisfare e superare le richieste dei suoi Stati partecipanti nello stabilire nuovi programmi e fornire nuove capacità di difesa; assicurerà che lo sviluppo del Programma sia in linea con i più avanzati criteri di System Engineering, Through Life Management, Risk Management e Qualità. Ciò contribuirà a portare il programma in prima linea all'attenzione internazionale, migliorando il suo potenziale per la cooperazione futura e aumentando la visibilità dei suoi partecipanti industriali.




L’EVOLUZIONE TECNOLOGICA IN PROSPETTIVA NAZIONALE DI UN IMPORTANTE PROGETTO TEDESCO

La classe U-212A è una classe di sottomarini di progettazione tedesca. I battelli di questa classe realizzati in Italia su licenza per la Marina Militare, Salvatore Todaro (S 526), Scirè (S 527), Pietro Venuti (S 528) e Romeo Romei (S 529) sono anche indicati come classe Todaro, dal nome della prima unità. Il programma, iniziato nel 1994 nell'ambito del German Submarine Consortium, ha portato alla realizzazione di sei unità per la marina tedesca e, in Italia, dei due battelli Todaro e Scirè, consegnati da Fincantieri rispettivamente nel 2006 e nel 2007, con opzione per altri due sottomarini, di cui il primo, Venuti, consegnato il 6 luglio 2016. I sottomarini furono inizialmente progettati come classe 212 secondo le richieste della marina tedesca, che ne prevedeva l'utilizzo prevalente nel mare del Nord e nel Baltico. Associatasi nel 1996 la Marina Militare italiana, il programma fu modificato secondo alcune esigenze nazionali, che riguardano le più grandi profondità del mare Mediterraneo; da qui la modifica della denominazione da 212 in 212A, peraltro comune per tutti i sottomarini della classe, tedeschi e italiani, costruiti fino al 2020.
I battelli tipo U-212A sono l'ultimo modello di sottomarini diesel-elettrici tedeschi e sono tra i migliori a livello mondiale. Il loro progetto non deve quasi nulla ai precedenti, che sostanzialmente erano "ingrandimenti" del disegno originario, potenziato via via, della prima classe di sottomarini tedeschi postbellici, la classe U204. Molto compatti, silenziosi, dotati di propulsione subacquea AIP, gli U-212 sono stati venduti a Germania ed Italia, la quale ha abbandonato la sua tradizione di costruttrice autonoma di sottomarini dopo il fallito progetto S-90, successore dei Sauro, optando per un programma comune con la Germania. La finanziaria 2008 e il successivo parere favorevole della commissione Difesa della Camera hanno autorizzato la costruzione di due ulteriori unità, esercitando l'opzione prevista nel contratto iniziale.
I sottomarini U-212A sono unità di medie dimensioni e nella loro costruzione sono state impiegate tecnologie innovative, che permettono prestazioni molto avanzate. Lo scafo, realizzato in materiale amagnetico, ha concezioni stealth con notevole riduzione della segnatura acustica, ottenuta anche grazie all'impiego di celle a combustibile, nelle quali l'idrogeno e l'ossigeno vengono fatti reagire per produrre energia elettrica; è, questo, un sistema innovativo per la generazione di energia, che garantisce un'autonomia in immersione da tre a quattro volte superiore a quella dei sistemi a batteria e che può trovare applicazione in molteplici settori.
I battelli U-212A sono sottomarini d'attacco, progettati per affrontare sia unità subacquee, che di superficie e sono in grado di sbarcare sotto costa reparti d'incursori.
I battelli italiani si sono già distinti per le loro qualità tecniche nell'ambito di alcune campagne addestrative multinazionali, soprattutto in Atlantico, dove hanno operato al fianco dei sottomarini a propulsione nucleare della US Navy. Nel corso del 2009 lo Scirè ha partecipato alle esercitazioni congiunte con la US Navy JTFEX (Joint Task Force Exercise) e CONUS '09. Nel 2008 il Todaro ha svolto una campagna addestrativa oltre Atlantico, prendendo parte, insieme con sottomarini a propulsione nucleare della US Navy, alle esercitazioni JTFEX (Joint Task Force Exercise), tra le più importanti esercitazioni multinazionali nel settore subacqueo; con quella crociera da 15.000 miglia il Todaro è stato il primo sottomarino italiano a raggiungere gli Stati Uniti.
Il 9 dicembre 2009 si è svolta, sempre presso il cantiere navale di Muggiano, la cerimonia del taglio della prima lamiera del primo della seconda coppia dei sottomarini U-212A della Marina Militare italiana. I battelli sono stati commissionati dalla direzione generale degli armamenti navali. Il primo dei sottomarini della seconda coppia, il Venuti, è stato consegnato il 6 luglio 2016, mentre il secondo, il Romeo Romei, è stato varato il 4 luglio 2015 ed è stato consegnato alla Marina Militare nel 2017.








NEAR FUTURE SUBMARINE: IL RIVESTIMENTO ESTERNO A BASE DI META-MATERIALI: UN PUNTO DI SVOLTA

La capacità di ridurre la trasmissione del suono, soprattutto in campo subacqueo è fondamentale, e le attuali tecnologie di insonorizzazione si basano su specifiche proprietà dei materiali o microstrutture, che possono essere anche molto costosi. Per tale motivo è più che mai importante lo sviluppo di metamateriali acustici, materiali, cioè, progettati per controllare, dirigere e manipolare le onde sonore, che consentono di non dipendere più da materiali specifici, ma di funzionare grazie alle caratteristiche specifiche della forma della struttura. Una nuova tecnologia di pannelli anti-rumore basati su metamateriali “labirintici” in grado di assorbire le onde sonore trasmesse nell’ambiente sta attirando l’attenzione di molti scienziati del settore
Questa tecnologia avanzatissima, progettata in Italia da alcuni studenti dell’Alta Scuola Politecnica (ASP), il programma internazionale riservato ai migliori studenti del Politecnico di Milano e del Politecnico di Torino, promette un’importante attenuazione del rumore, ottenuta grazie alla struttura interna dei nuovi pannelli.
Tali strutture hanno dalle proprietà acustiche innovative, e le loro prestazioni non sono dovute ai componenti con cui sono prodotti, ma alla loro forma geometrica labirintica, riproducibile facilmente tramite stampa 3D.
Le strutture labirintiche presenti all’interno fanno riflettere più volte l’onda acustica, che lentamente si riduce fino ad auto cancellarsi, come se il rumore acustico si “perdesse” all’interno del labirinto.
Queste strutture sono in grado di smorzare più tipologie di rumore: dai suoni a media frequenza, tipici del parlato, fino a quelli a bassa frequenza, causati dai motori, e i settori di applicazione sono innumerevoli.
Il lavoro ha dimostrato che i metamateriali labirintici hanno un elevato potenziale, in quanto la loro struttura leggera, poco ingombrante e fabbricata al 100% tramite la stampa 3D, rende possibile la costruzione di prodotti acustici con plastiche di scarto, senza compromettere le performance del pannello, ma riuscendo ad abbattere i costi finali.

NEAR FUTURE SUBMARINE: LE BATTERIE AGLI IONI DI LITIO (Li-Ion), UN ALTRO PUNTO DI SVOLTA

L’utilizzo dei “Meta-materiali” nei rivestimenti esterni e le batterie agli ioni di litio (Li-Ion) a bordo di sottomarini diesel-elettrici (SSK) potrebbe avere un impatto significativo sulle operazioni navali sottomarine, ha dichiarato un alto funzionario europeo degli appalti a un'importante conferenza navale nel Regno Unito.




L'emergente tecnologia delle batterie agli ioni di litio può essere un "punto di svolta nel dominio sottomarino", contrammiraglio Maurizio Cannarozzo - un ufficiale della Marina Militare Italiana (ITN) inviato come responsabile del programma U212 Near Future Submarine (NFS) della marina presso l'Organizzazione per l'armamento congiunto Co-operazione (OCCAR) - ha detto il 23 maggio al "Combined Naval Event 2023" dei leader della difesa, a Farnborough, nel Regno Unito.
L’Italia sta acquistando fino a quattro sottomarini U212 NFS per mantenere un livello di forza di otto SSK, insieme alle sue quattro unità diesel-elettriche classe Todaro Tipo 212A (T212A) in servizio. Come per i loro predecessori della classe Todaro, le nuove unità sottomarine saranno acquistate in due lotti di due, con consegna prevista per il 2027 e il 2029 (rispettivamente per gli U212 NFS NR.1 e NR.2) e il 2030 e il 2031 (per le NR. 3 e NR.4). Nel febbraio 2023, è stato annunciato che il programma aveva superato il traguardo della Critical Design Review (CDR), prima di procedere alla produzione dei primi due esemplari. Poi è arrivato l'annuncio che la costruzione della terza nave è stata approvata dal Parlamento italiano.
Nell'ambito dell'obiettivo generale di dare la priorità alla tecnologia più recente in termini di design e capacità dell'imbarcazione, le batterie agli ioni di litio devono essere installate in tutta la classe. La tecnologia sarà anche adattata agli U-212A nel futuro lavoro di aggiornamento di mezza età.
"Per l’U212 NFS il principale driver di progettazione è stato quello di sviluppare una tecnologia all'avanguardia in ogni aspetto del design e della tecnologia del sottomarino”, Contrammiraglio Cannarozzo.
La batteria agli ioni di litio è stata uno dei progressi tecnologici più importanti nelle capacità della nuova nave, ha aggiunto. Se questo sviluppo di capacità sarà completato, allora - secondo le informazioni pubblicamente disponibili - l’Italia sarà la prima marina europea a schierare SSK con tecnologia delle batterie agli ioni di litio, sviluppata insieme da OCCAR, M.M. e industria. Questa nuova tecnologia offre migliori prestazioni, modularità e scalabilità, ha affermato il contrammiraglio Cannarozzo, con la batteria progettata anche per una maggiore capacità di integrare le future tecnologie delle celle a combustibile o le architetture delle batterie e per ridurre i costi di manutenzione. "La maggiore capacità operativa è stata confermata dai test", ha aggiunto l'ammiraglio.
Il lavoro di sviluppo sulla batteria per soddisfare i requisiti di progettazione e integrazione dell’U212 NFS sarà completato entro la fine del 2023. Questo lavoro di sviluppo include la batteria sottoposta al proprio processo CDR. Sono in corso lavori sull'hardware e sul software della batteria e sui processi di produzione, test e certificazione.
Le batterie agli ioni di litio sono solo uno dei numerosi miglioramenti delle capacità critiche forniti attraverso il progetto della barca U212 NFS da 59 m, 1.955 tonnellate (dislocamento in immersione), ha spiegato il contrammiraglio Cannarozzo. Inseriti all'interno di una progettazione generale incentrata sulla modularità, la capacità di crescita e una maggiore integrazione, questi miglioramenti includono anche: una maggiore capacità di guerra elettromagnetica; automazione aggiuntiva; installazione di antenne elettroniche, attivate elettricamente; un sistema di gestione del combattimento aggiornato; e un layout migliorato del centro informazioni sul combattimento.
Nel complesso, ha affermato il contrammiraglio Cannarozzo, gli U-212 NFS forniscono un passo evolutivo rispetto alla rivoluzionaria capacità offerta dai vecchi U-212A, consentendo alla M.M. di mantenere la coerenza nell'aggiornamento della sua capacità subacquea e flessibilità rispetto alla maggiore complessità operativa nel dominio subacqueo. Mentre l'Italia cerca di continuare ad evolvere la capacità delle imbarcazioni NFS U212, la marina e l'OCCAR stanno già valutando qualsiasi tecnologia all'orizzonte o oltre l'orizzonte che possa offrire capacità migliorate. In termini di alimentazione della barca e della batteria, un'area di interesse è la gestione dell'energia.
Attualmente la flotta subacquea italiana è composta da quattro battelli classe Todaro e dagli ultimi quattro della classe Sauro. Ma altre due unità sono state finanziate dal Governo nel 2018, nell'ambito del progetto Near Future Submarine (NFS): con esse il totale degli U-212 italiani salirà a sei. Le prime due unità del programma di rinnovamento della componente subacquea nazionale sostituiranno due dei quattro battelli della classe Sauro ancora in linea, con la possibilità di sostituire anche i due rimanenti con un ulteriore lotto di U-212NFS portando il totale dei nuovi battelli ad 8, come previsto dalle “Linee di indirizzo strategico 2019-2034 della Marina Militare").
Nel febbraio 2020 è stato confermato lo stanziamento di fondi per l'acquisto degli ulteriori due esemplari, che entro il 2025 porterà la Marina ad avere 8 battelli U-212, di cui quattro nella versione NFS. Il 26 febbraio 2021 è stato firmato il contratto d'acquisto di 2 unità + 2 in opzione.
Il Programma nasce dall'esigenza di garantire un'adeguata capacità di sorveglianza e controllo dello spazio sottomarino e considera i complessi scenari futuri delle operazioni subacquee. Il programma U212 NFS svolgerà quotidianamente molti compiti diversi a beneficio dell'Italia, rispondendo alle richieste del governo italiano o dei nostri partner dell'Alleanza, ovvero NATO e UE. I compiti andranno da missioni prettamente militari a operazioni relative alla libertà di navigazione, antipirateria, garantire la sicurezza delle rotte di approvvigionamento energetico (per la presenza di risorse dei fondali o di infrastrutture sottomarine), rispetto del diritto internazionale, lotta al terrorismo, difesa delle frontiere esterne, e salvaguardare le infrastrutture marittime, comprese le infrastrutture essenziali in mare aperto e sottomarine.
Il Programma è il risultato del lavoro industriale, universitario e di ricerca e sviluppo e può essere caratterizzato come un punto di svolta nel settore. Ha capitalizzato le esperienze dell'attuale U212A e ha sfruttato la tecnologia all'avanguardia dei settori meccanico, energetico e dei sensori, delle strutture e dei progetti. L'U212 NFS includerà anche un sistema di combattimento di nuova generazione con sistema di gestione dei comandi e controllo delle armi sviluppato da Leonardo, entrambi con significativi contenuti industriali e tecnologici forniti dall'industria, dalla ricerca e sviluppo e dal mondo accademico italiani. La nuova piattaforma avrà uno scafo pressurizzato esteso, riprogettazione CIC per console aggiuntive, tropicalizzazione (operabilità in acqua di mare con temperature tropicali), alberi sollevabili elettrici anziché idraulici, nuovo sistema di monitoraggio del controllo ingegneristico e batterie agli ioni di litio per il sistema di propulsione. Inoltre, l'U212 NFS sarà predisposto per il dispiegamento di missili da crociera per attacchi profondi a lungo raggio e siluri pesanti nazionali Leonardo Black Shark Advanced. Questi sistemi innovativi saranno anche personalizzati in vista del retrofitting delle unità precedenti.

IL PROGRAMMA E I TEMPI

Il Programma mira inoltre a sostenere e sviluppare ulteriormente il know-how industriale strategico e innovativo, nonché a consolidare la tecnologia e migliorare la presenza di componenti tecnologicamente avanzati. La prima tranche del programma U212 NFS comprende due unità, nuovi sviluppi tecnologici, 10 anni di supporto in servizio e nuovi dispositivi di addestramento. 
Il contratto includerà anche l'opzione per altre due coppie di sottomarini e supporto in servizio a lungo termine e tecnologie future che potrebbero includere un nuovo sistema di celle a combustibile.
I tempi di realizzazione del programma: 
  • NFS1 dicembre 2027; 
  • NFS2 gennaio 2029; 
  • NFS3 maggio 2030; 
  • NFS4 giugno 2031.
L’N.F.S. sarà un mezzo subacqueo in grado di permanere in mare per tempi anche molto prolungati e, grazie alla sua “invisibilità", capace di raccogliere informazioni senza alterare l'ambiente e il soggetto osservato, operando anche in presenza di elevata minaccia, pronto ad agire qualora ce ne fosse la necessità, rappresentando lo strumento di deterrenza per eccellenza.
Le prime due unità verranno consegnate nel 2028 e nel 2029 sostituendo altrettanti sottomarini della classe Sauro risalenti alla metà degli anni '80 e non più adeguati alle future sfide operative. La nuova serie di battelli, che saranno costruiti presso il cantiere di Muggiano (SP), vedrà rispetto alla più moderna classe Todaro una fortissima evoluzione in termini di impianti e concetti operativi (l'acronimo NFS caratterizza il fatto che il progetto costituisce il trait d'union tra l'affidabile progetto italo-tedesco U212A e le tecnologie emergenti del nuovo secolo): “I sottomarini sono tra i mezzi più avanzati concepiti e realizzati dal genere umano. Il loro sviluppo è un vero e proprio volano in grado di guidare l'acquisizione e il consolidamento di capacità industriali e tecnologiche, con potenziali grandi ricadute in diversi altri settori e un importante ritorno per il Sistema Paese", ha aggiunto l'ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone.
Il programma U212NFS garantirà al Paese un'efficace e credibile capacità di deterrenza e sicurezza nei bacini marittimi d'interesse nazionale e le collegate infrastrutture critiche che si sviluppano lungo i fondali marini che, in quanto al di sotto della superficie del mare, alle volte rimangono distanti dalla comune percezione dei problemi e delle priorità.

LA CRITICAL DESIGN REVIEW, UN PASSAGGIO FONDAMENTALE

In data 15 febbraio 2023 il programma U212 NFS (un programma sottomarino per la Marina Militare Italiana) ha raggiunto un traguardo significativo: la Critical Design Review (CDR), un passaggio fondamentale nella realizzazione del nuova generazione di sottomarini: conclude un entusiasmante percorso di progettazione che rappresenta la valutazione formale del progetto finale del sistema, come delineato nelle specifiche del prodotto per ciascun elemento della configurazione.
Oltre ad attività intense, impegnative ma collaborative, il CDR ha dimostrato che il progetto è maturo e pienamente conforme ai requisiti di prestazione della missione. Il sistema può ora procedere con la fase di produzione, installazione del sistema, integrazione e test di prova.
Dato l'ambiente sottomarino estremamente difficile e gli ultimi progressi della tecnologia di silenziamento nel campo, un risultato chiave del CDR si è concentrato sulla definizione di sicurezza, manutenibilità e affidabilità del programma. Secondo le regole OCCAR e gli elevati standard militari subacquei tecnologici, queste caratteristiche sono state completamente affrontate tenendo conto dei vincoli di budget, programma e rischio.
Il CDR è stato raggiunto grazie agli sforzi congiunti e cooperativi di tutte le parti interessate; vale a dire, OCCAR-EA U212 NFS Program Division, esperti sottomarini della Marina Militare Italiana e partner industriali guidati da FINCANTIERI, per includere le piccole e medie imprese.

IL DESIGN

Il design dell’U-212 NFS è guidato dai requisiti per migliorare la resistenza, la flessibilità operativa e le capacità. Grazie al nuovo sistema di combattimento, ai sensori e ai sistemi d'arma pianificati, in particolare i missili da crociera a lungo raggio per attacchi profondi, l'U212NFS giocherà un ruolo chiave da sotto la superficie, negli scenari operativi multi-dominio e congiunti-multinazionali.
Basato su un progetto U212A evoluto di Fincantieri, l'U212 NFS è caratterizzato da uno scafo pressurizzato più lungo di 1,2 metri e da una piattaforma idrodinamicamente potenziata e ulteriormente più silenziosa con una lunghezza fuori tutto di circa 59 metri e un dislocamento in superficie di circa 1.600 tonnellate. La nuova piattaforma presenta una nuova vela di design in grado di ospitare fino a sette alberi elettrici (con spazio per un ulteriore albero opzionale), consentendo lo sviluppo futuro nella direzione di un sottomarino completamente elettrico. Inoltre, sono in corso studi sul fattore umano per fornire alloggi più confortevoli per i membri dell'equipaggio di nuova generazione.




COMBAT MANAGEMENT SYSTEMS “Leonardo Athena Mk4/U”

Il nuovo Combat Management System (CMS) ATHENA MK2/U di Leonardo con capacità subacquee sarà imbarcato sui sottomarini U-212 NFS della Marina Militare Italiana. Leonardo è leader mondiale nel settore navale, partner strategico della Marina Militare Italiana e punto di riferimento per le forze navali di molti Paesi. 


Nel settore subacqueo l'azienda sviluppa tecnologie e prodotti di prim'ordine per soddisfare l'esigenza di garantire adeguate capacità di sorveglianza e controllo, visti i complessi scenari operativi che caratterizzeranno il futuro delle operazioni in questo settore. Tra questi il nuovo Combat Management System (CMS), primo prodotto in assoluto di questo genere dell'azienda. E’ una sfida estremamente importante, che amplia il portafoglio prodotti dell'azienda in un segmento in cui Leonardo dispone di una delle piattaforme CMS per unità di terra più avanzate e complete sul mercato: l'ATHENA MK2, installato a bordo dei nuovi pattugliatori d'altura LHD TRIESTE e LSS VULCANO della Marina Militare Italiana. E' grazie a questo sistema, e anche a 20 anni di esperienza nel comando e controllo navale, che l'ATHENA MK2/U è stato sviluppato per i sottomarini U-212 NFS attualmente in costruzione per la Marina Militare Italiana.
Il prodotto si distingue in particolare per l'incredibile modularità e flessibilità, che garantisce l'integrazione di nuovi sistemi e funzioni (alcune delle quali inizialmente non previste), fornendo un pacchetto di funzionalità core compatibili con ATHENA MK2, ovvero la gestione dello scenario tattico e organico sensori (adattati per sistemi sonar), acquisizione della consapevolezza situazionale, interoperabilità e registrazione e analisi dei dati. Queste capacità distintive e comprovate, che erano già state provate e testate su ATHENA MK2 per unità di superficie, sono state adattate per adattarsi alle caratteristiche uniche dell'ambiente sottomarino e integrate con specifiche aggiuntive, specifiche per il dominio sottomarino (Underwater Extended Capabilities), come Target Motion Analysis (TMA), Video Processing, gestione dei siluri pesanti e l'ampia uso di algoritmi di intelligenza artificiale attraverso una varietà di funzioni diverse. Ad esempio, Target Motion Analysis è tipicamente utilizzato nei sottomarini per determinare la posizione di oggetti in movimento all'interno dello scenario operativo, partendo dalla localizzazione tramite sensori passivi (per evitare il rilevamento), che, in questo caso, vengono ricostruiti utilizzando AI e algoritmi matematici per migliorare prestazione.
Le attività di elaborazione video vengono inoltre gestite utilizzando algoritmi di intelligenza artificiale per fornire report sulla situazione tattica migliorati che utilizzano immagini e video del periscopio e realtà aumentata per visualizzare i dati. Oltre alle immagini raccolte periscopio, l'intelligenza artificiale può essere utilizzata anche per acquisire "viste panoramiche" dell'area circostante in un'ampia varietà di condizioni operative e immagini di contrasto (le cosiddette funzioni Dehaze e False Color), ovvero la rimozione di “haze” e l'identificazione di corpi freddi e caldi attraverso elaborazioni ex-post delle immagini.
A livello hardware, l'elemento più innovativo è l'utilizzo di console multifunzionali, che fungono da interfaccia uomo-macchina per la visualizzazione delle “aree tattiche”, informazioni che vengono raccolte da vari sensori anche con l'ausilio della realtà aumentata.
Composte da monitor verticali multi-touch, le console si differenziano da quelle installate sulle unità a terra, in quanto devono adattarsi alle limitazioni dell'ambiente sottomarino (es. spazio ridotto, requisiti di bassa rumorosità, necessità di contenere i consumi energetici, ecc..,). Tutti vincoli che sono alla base dell'architettura per l'hardware del CMS. Le console, infatti, sono raffreddate ad acqua per ridurre il rumore e sono realizzate con una speciale fibra di carbonio per rispettare i requisiti ambientali precedentemente menzionati.
Grazie alla loro natura multifunzionale, ognuna delle console può essere utilizzata per svolgere qualsiasi funzione del sistema (a seconda dei permessi di login dell'operatore) e usufruire delle interfacce grafiche uomo-macchina dei vari componenti integrati nel CMS (visualizzabili tramite il display console), che si tratti di un sonar o di una situazione di "guerra elettronica". Infine, in termini di scalabilità, poiché il nuovo CMS richiede un numero inferiore di console, il sistema può essere installato non solo su sottomarini più piccoli, ma anche su sottomarini già in servizio sottoposti a programmi di riparazione e ammodernamento.
L'U212 NFS, pertanto, includerà anche un sistema di gestione dei comandi e controllo delle armi sviluppato da Leonardo, entrambi con significativi contenuti industriali e tecnologici forniti dall'industria, dalla ricerca e sviluppo e dal mondo accademico italiani. La nuova piattaforma avrà uno scafo pressurizzato esteso, CIC riprogettato per console aggiuntive, tropicalizzazione (operabilità in acqua di mare con temperature tropicali), alberi sollevabili elettrici anziché idraulici, nuovo sistema di monitoraggio del controllo ingegneristico e batterie agli ioni di litio per la propulsione sistema. 

L’Electronic Warfare (EWS) di Elettronica SpA per il Near Future Submarine

Il contratto stipulato prevede la consegna di due sistemi per il primo lotto di due sottomarini più altri due sistemi come opzione per i lotti successivi. La capacità di dominare lo Spettro Elettromagnetico costituisce uno dei fattori chiave per ottenere un significativo vantaggio. L’ElectroMagnetic Spectrum Operations (EMSO), rappresenta dunque l’insieme di attività finalizzate ad ottenere la supremazia elettronica nel teatro operativo.
Nel dominio subacqueo, la capacità di gestire lo Spettro Elettromagnetico attraverso l’utilizzo di sistemi di Difesa Elettronica supporta la capacità del sottomarino di operare in aree ad alto rischio, sia in operazioni conflittuali che in quelle di peace-keeping, garantendo l’autoprotezione della piattaforma e le attività di sorveglianza ed intelligence.
La suite EWS progettata da “Elettronica” rappresenta la risposta tecnologicamente più avanzata ed innovativa a queste esigenze nel campo subacqueo. Il Sistema si distingue per un altissimo livello di integrazione funzionale ed è in grado di svolgere compiti di autoprotezione, sorveglianza ed intelligence con elevate prestazioni dalla banda radio a quella radar. L’esperienza maturata si combina in questo sistema fondendo maturità tecnologica e innovazione; il sistema dispone di un’antenna RESM/CESM integrata, frutto di oltre due anni di studi e simulazioni, che rappresenta il prodotto più avanzato sul mercato grazie alle elevate prestazioni, alle dimensioni compatte e alla forma stealth. Fanno inoltre parte del sistema due ulteriori antenne, una con compiti di sorveglianza e scoperta nel campo radar e una antenna di allarme. La suite EWS è caratterizzata da un elevato livello di digitalizzazione che consente di ottenere alte prestazioni anche in un ambiente elettromagnetico molto denso e complesso, dove la maggior parte dei sistemi in commercio sono presto saturati. La sua architettura software-defined, riducendo fortemente la componente HW a favore di quella SW/FW, garantisce un alto grado di disponibilità operativa, una manutenzione più semplice ed aggiornamenti più rapidi mediante il semplice downloading del software.
L’Electronic Warfare Management Unit raccoglie e gestisce in modo integrato le informazioni provenienti dai suoi sensori che operano nelle banda radar e radio, componendo così uno scenario elettromagnetico complesso a supporto delle attività di Autoprotezione, Sorveglianza e Intelligence.

UNA DOTAZIONE COMPLETA DELLE NUOVE UNITA’

I nuovi battelli saranno dotati: 
  • una suite di comunicazione interna/esterna integrata incentrata sugli sviluppi e prodotti del gruppo Leonardo, tra cui SATCOM in banda SHF ed UHF e data link 11, 16 (J-Reap C) nonchè predisposizione per il Link 22;
  • un autopilota migliorato di AVIO AERO;
  • un sistema integrato di gestione della piattaforma fornito da Seastema, ampliando in tal modo il portafoglio prodotti della società di Fincantieri al dominio subacqueo;
  • una suite di sensori caratterizzata da un complesso sonar allo stato dell’arte della tedesca ELAC Sonar, una società del gruppo inglese Cohort, e che dovrebbe includere un array cilindrico prodiero, sonar attivo anti-mine e collisione, un array passivo trainato, di telemetria passiva, intercettatore di sonar attivi, sistema ‘flank array’ e telefono subacqueo, il tutto controllato da un avanzato sistema di gestione ad architettura aperta;
  • Una suite RESM/CESM (Radar ESM/Communications ESM) completamente integrata del Gruppo Elettronica ed incentrata sul know-how tecnologico caratterizzata da una nuova antenna integrata con sensori RESM/CESM, installata su di un sollevamento dedicato che fornirà capacità di intelligence, sorveglianza e ricognizione tattico-strategiche di ultima generazione nel settore delle radiofrequenze e delle comunicazioni unitamente alle antenne di scoperta montate sui periscopi;
  • Una suite optronica e di visione diretta per la sorveglianza ed attacco giorno/notte della società L3Harris KEO, verosimilmente attraverso la controllata italiana Calzoni, e comprenderà un periscopio optronico di sorveglianza non penetrante lo scafo e un periscopio d’attacco invece penetrante, oltre a una capacità di elaborazione immagini potenziata;
  • due alberi per le comunicazioni con antenna in banda SHF ed UHF e un’antenna del sistema RESM/CESM di Elettronica e del radar di nuova generazione a bassa probabilità d’intercettazione di L3Harris Calzoni-GEM Elettronica, insieme al sollevamento per lo snorkel; 
  • predisposizioni per l’impiego delle contromisure anti-siluro di fornitura Leonardo;
  • sei tubi di lancio standard NATO da 533 mm per siluri pesanti e predisposizione per altri sistemi d’arma; 
  • un’unità d’interfaccia fornita da Leonardo per la gestione del siluro pesante di ultima generazione Black Shark Advanced (BSA) fornito dallo stesso gruppo e denominato Nuovo Siluro Pesante (NSP), caratterizzato da una pila o batteria “one shot” di nuova generazione all’ossido di alluminio-argento (Al-AgO); 
  • Predisposizione per l’impiego di sistemi d’arma da crociera a lungo raggio per attacchi in profondità;
  • capacità di supporto all’impiego degli operatori del Gruppo Operatori Incursori (GOI) della MM;
  • predisposizioni per l’impiego del container da trasporto presso-resistente fornito dalla società CABI Cattaneo, oltre a fungere da piattaforma madre per le operazioni dei veicoli subacquei speciali midget o SDV (Special Delivery Vehicle), in aggiunta alla garitta per gli incursori del GOI e l’abbandono in emergenza del battello da parte dei membri d’equipaggio, nonché alla stazione per l’accoppiamento con il sistema di salvataggio dei sottomarini incidentati;
  • Predisposizione per l’impiego congiunto futuro con veicoli subacquei autonomi (Autonomous Unmanned Vehicles, AUV) in grado di estendere le capacità ISR occulte dei battelli grazie alla possibilità di tali veicoli di poter imbarcare suite di sensori ed operare in ambienti operativi non permissivi senza mettere in pericolo la piattaforma madre, oppure caratterizzati principalmente da condizioni quali bassi fondali ed acque ristrette.






IL DISPIEGAMENTO DI MISSILI CRUISE “DEEP-STRIKE”

Come già evidenziato in precedenza, l'U212 NFS sarà predisposto per il dispiegamento di missili da crociera "deep strike" a lungo raggio e dei siluri pesanti nazionali Black Shark Advanced di Leonardo. 
Secondo l'autorevole sito della Rivista Italiana Difesa,  sembrerebbe che la Marina Militare italiana abbia scelto di dotarsi del missile da crociera MdCN, noto in passato come SCALP NAVAL, in servizio da tempo nella Marine Nationale (e già impiegato operativamente). Entro il 2023, Italia e Francia dovrebbero firmare una Letter of Intent (LoI); esiste una versione del missile lanciabile verticalmente per il lanciatore SYLVER A70 e una a cambiamento d’ambiente compatibile con i tubi lanciasiluri.
Questi sistemi innovativi saranno anche personalizzati in vista del retrofitting delle unità precedenti.




I COSTI

L’onere complessivo della realizzazione del terzo e del quarto sottomarino ed il relativo sostegno tecnico-logistico decennale è stimato in circa 1,3 miliardi di euro, a condizioni economiche 2020: 
  • la prima fase sarà limitata all’acquisizione del terzo sottomarino, del relativo supporto logistico iniziale e di un’aliquota di dotazioni/sistemi a beneficio dell’intera classe U212NFS – che costituisce oggetto del presente schema di decreto sottoposto al parere della Commissione – ha un valore stimato di 673,39 milioni di euro ed è finanziata a valere sugli stanziamenti derivanti dallo stato di previsione del Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT);
  • la seconda fase, per il restante valore previsionale complessivo di 659 milioni di euro, sarà finalizzata all’acquisizione del quarto sottomarino e al completamento delle dotazioni/sistemi e al supporto tecnico-logistico per tutti i sottomarini U212NFS.

I compiti che i sottomarini saranno chiamati a svolgere sono molteplici: 
  • alle missioni prettamente militari si vanno ad aggiungere quelle inerenti la libertà di navigazione;
  • l’antipirateria; 
  • la sicurezza delle vie di approvvigionamento e flusso dati; 
  • il rispetto del diritto internazionale; 
  • la lotta al terrorismo; 
  • la tutela delle frontiere esterne; 
  • la salvaguardia delle infrastrutture marittime, incluse quelle vitali off-shore e subacquee; 
  • la salvaguardia degli ecosistemi marini.


Ripensare la guerra, e il suo posto
nella cultura politica europea contemporanea,
è il solo modo per non trovarsi di nuovo davanti
a un disegno spezzato
senza nessuna strategia
per poterlo ricostruire su basi più solide e più universali.
Se c’è una cosa che gli ultimi eventi ci stanno insegnando
è che non bisogna arrendersi mai,
che la difesa della propria libertà
ha un costo
ma è il presupposto per perseguire ogni sogno,
ogni speranza, ogni scopo,
che le cose per cui vale la pena di vivere
sono le stesse per cui vale la pena di morire.
Si può scegliere di vivere da servi su questa terra, ma un popolo esiste in quanto libero, 
in quanto capace di autodeterminarsi,
vive finché è capace di lottare per la propria libertà: 
altrimenti cessa di esistere come popolo.
Qualcuno è convinto che coloro che seguono questo blog sono dei semplici guerrafondai! 
Nulla di più errato. 
Quelli che, come noi, conoscono le immense potenzialità distruttive dei moderni armamenti 
sono i primi assertori della "PACE". 
Quelli come noi mettono in campo le più avanzate competenze e conoscenze 
per assicurare il massimo della protezione dei cittadini e dei territori: 
SEMPRE!
….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace, 
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a darla per scontata:
una sorta di dono divino e non, 
un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…
…Vorrei preservare la mia identità,
difendere la mia cultura,
conservare le mie tradizioni.
L’importante non è che accanto a me
ci sia un tripudio di fari,
ma che io faccia la mia parte,
donando quello che ho ricevuto dai miei AVI,
fiamma modesta ma utile a trasmettere speranza
ai popoli che difendono la propria Patria!
Signore, apri i nostri cuori
affinché siano spezzate le catene
della violenza e dell’odio,
e finalmente il male sia vinto dal bene…


(Fonti: https://svppbellum.blogspot.com/, Web, Google, OCCAR, Marina.difesa, Politecnico di Milano, Politecnico di Torino, Askanews, Navalnews, Startmag, Leonardo, dott. Giorgio Arra, RID, Wikipedia, You Tube)











































 

giovedì 8 giugno 2023

Regia Nave San Giorgio, un incrociatore corazzato della Regia Marina che partecipò prima alla guerra italo-turca e successivamente, alla prima e alla seconda guerra mondiale e nel ruolo di nave ammiraglia, alla guerra civile spagnola.





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Blog dedicato agli appassionati di DIFESA, storia militare, sicurezza e tecnologia. 





Il San Giorgio fu un incrociatore corazzato della Regia Marina che partecipò prima alla guerra italo-turca e successivamente, alla prima e alla seconda guerra mondiale e nel ruolo di nave ammiraglia, alla guerra civile spagnola.




Caratteristiche

La nave fu progettata dall'Ispettore generale del Genio navale Edoardo Masdea come perfezionamento degli incrociatori corazzati classe Pisa, nell'ambito del programma italiano di ampliamento della flotta della Regia Marina.
All'epoca dell'entrata in servizio era un'imbarcazione moderna e potentemente corazzata, con lo scafo in acciaio cementato ad elevata resistenza a quattro ponti: il ponte di coperta, il ponte di batteria, il ponte di corridoio e il ponte para-schegge. La protezione era assicurata da una cintura corazzata da 203 mm, oltre che dal ponte para-schegge e rivestimenti protettivi sui ponti superiori, che presentavano un rivestimento protettivo in grado di fornire una tra le migliori protezioni dell'epoca. L'armamento era costituito da quattro cannoni da 254/45 mm in due torri binate, otto cannoni da 190/45 Mod. 1908 in quattro torri binate, diciotto cannoni singoli da 76/40 Mod. 1916 R.M., due cannoni singoli da 47/50, due mitragliatrici Colt-Browning M1895 da 6,5 mm e da tre tubi lanciasiluri da 450 mm; le mitragliatrici Colt-Browning M1895 vennero camerate per la cartuccia d'ordinanza 6,5 × 52 mm Mannlicher-Carcano, e convertite per il raffreddamento ad acqua, con l'installazione di uno stretto manicotto d'ottone intorno alla canna.
L'apparato motore era costituito da due motrici alternative verticali a triplice espansione, alimentate da 14 caldaie tipo Blechynden a combustione mista con una potenza di 18.000CV su due assi, che consentivano all'unità una velocità che alle prove risultò di 23 nodi, raggiunta con un dislocamento di 9760 tonnellate e 146 giri alle due eliche.




Storia

La nave, impostata sugli scali del cantiere navale di Castellammare di Stabia il 4 luglio 1905, e varata nel 1908, venne consegnata il 1º luglio 1910. Dopo il varo, e al termine dell'allestimento, la nave venne attraccata a Pozzuoli al pontile dell’Armstrong, dove i tecnici completarono l'installazione dei nuovi e complessi meccanismi elettrici e di puntamento. Primo comandante del "San Giorgio", designato fin dal 1 settembre 1908 con la nave ancora in costruzione, fu il capitano di vascello Guglielmo Capomazza di Campolattaro, che come contrammiraglio, dal 24 maggio 1915 al 18 ottobre 1915, avrebbe ricoperto la carica di aiutante di campo di Vittorio Emanuele III presso il Quartier Generale del Re a Villa Linussa di Martignacco e avrebbe terminato la sua carriera nella Regia Marina con il grado di viceammiraglio.
La nave, dopo aver preso parte alle grandi esercitazioni nel Mediterraneo del 1910, durante le quali fu scelta come Nave Bandiera dal Capo di Stato Maggiore della Marina Viceammiraglio Giovanni Bettolo, ricevette la bandiera di combattimento a Genova, città di cui San Giorgio è simbolo pur non essendone il Patrono, il 4 marzo 1911 dalla Duchessa di Genova, moglie di S.A.R. Tommaso di Savoia Duca di Genova. Il motto della nave, "Tutor et ultor", venne poi cambiato in "Protector et vindicator" nel corso del primo conflitto mondiale.
Poco dopo la consegna alla Regia Marina, il pomeriggio del 12 agosto 1911, dopo una giornata di esercitazioni nel Golfo di Napoli, mentre si apprestava a rientrare in porto a Napoli, andò ad incagliarsi sulla secca della “cavallara” (nelle acque antistanti la Gaiola), subendo ingenti danni e imbarcando 4300 tonnellate d'acqua. L’imprudenza del comandante, Capitano di Vascello Marchese Gaspare Alberga, fu provocata dal capriccio della marchesa Anna Boccardi Doria, ospite del comandante come passeggera, assieme all'avvocato Parascandolo, che voleva ammirare la costa di Posillipo da vicino. La nave rimase in secca oltre un mese, e per essere trainato il San Giorgio dovette essere alleggerito oltre che dall'acqua imbarcata, dalla torre e dai fumaioli prodieri e da numerose piastre della corazzatura. Il 15 settembre la nave da battaglia pre-dreadnought Sicilia, mediante quattro cavi di rimorchio, riuscì a liberare dalla secca l'incrociatore, che venne portato in un bacino napoletano per le opportune riparazioni. Alla fine di quello stesso mese di settembre l'Italia entrò in guerra contro l'Impero ottomano, per la conquista delle regioni nordafricane della Tripolitania e della Cirenaica, ma il San Giorgio, a causa delle riparazioni necessarie in seguito a questo incidente prese parte solo alle battute finali della conflitto, operando davanti alle coste libiche a protezione delle unità che trasportavano truppe e rifornimenti per l'occupazione della Tripolitania. Nonostante il suo impiego tardivo il comando della Regia Marina si ritenne soddisfatto delle prestazioni dell'incrociatore che venne assegnato alla squadra navale del basso Adriatico.
Analogo incidente a quello del 1911 si verificò nel 1913, quando andò ad incagliarsi su un fondale sabbioso nelle acque antistanti Sant'Agata di Militello preso Messina, riportando questa volta danni minimi.
Nel corso del primo conflitto mondiale, operò contro la Marina Austro-Ungarica principalmente in Adriatico meridionale, impegnato tra Brindisi, Otranto, Valona e nella difesa di Venezia. Durante il conflitto l'azione maggiormente significativa fu, nell'ottobre 1918, un'incursione alle infrastrutture portuali di Durazzo, azione alla quale prese parte, insieme al gemello San Marco e al Pisa, partendo da Brindisi, presentandosi davanti al porto ed annientando una flottiglia di navi alla fonda.
Nel periodo successivo al conflitto svolse numerosi viaggi all'estero tra cui un viaggio in America Latina, nell'estate del 1924, in cui ospitò a bordo il principe ereditario Umberto di Savoia.
Nel 1925-26 venne dislocato nel Mar Rosso, quindi, essendo ormai obsoleto per missioni operative, tra il 1930 e il 1935 venne dislocato a Pola per l'attività addestrativa degli allievi delle scuole CREM.
Dal 1936 in seguito allo scoppio della guerra civile spagnola l'intervento italiano in aiuto dei nazionalisti guidati da Francisco Franco, obbligò il comando italiano ad assegnare alcune navi della Regia Marina al trasporto e la scorta armata di truppe verso la penisola iberica, e nonostante fosse stata adibita a nave scuola, il San Giorgio venne assegnato alla divisione impegnata nella guerra civile spagnola in qualità di nave comando. Tra il 1937 e il 1938 il San Giorgio venne radicalmente rimodernato, nei cantieri navali di La Spezia per essere utilizzato come nave scuola per le crociere estive degli allievi dell'Accademia Navale di Livorno.

Ricostruzione

Le modifiche riguardarono gli spazi interni destinati ad ospitare gli allievi, le sovrastrutture e l'apparato motore.
Le modifiche alla propulsione videro la rimozione di sei caldaie, con le otto caldaie rimaste modernizzate ed adattate alla combustione a nafta, e vennero eliminati anche i due fumaioli estremi.
L'armamento fu completamente rinnovato ad eccezione dei cannoni da 254 e da 190, mentre furono eliminati i cannoni da 76, i lanciasiluri e tutte le armi minori.
L'armamento leggero venne modificato in otto cannoni antiaerei da 100/47 OTO Mod. 1928 in quattro torri binate, sei cannoni Breda 37/54, dodici mitragliere da 20/65mm e quattro mitragliatrici Breda Mod. 31 da 13,2mm ed al termine dei lavori, entrato ufficialmente nella divisione navi scuola, effettuò svariate missioni d'addestramento e crociere estive nel Mediterraneo.
Successivamente, alla vigilia del conflitto furono installati un'altra torre binata da 100/47 mm e altre dieci mitragliatrici da 13,2 mm antiaeree.

L’affondamento

Con lo scoppio della seconda guerra mondiale, la maggior parte delle navi scuola finirono per essere assegnate a compiti minori e dal 10 giugno 1940, giorno dell'entrata in guerra dell'Italia nel secondo conflitto mondiale, il "San Giorgio", evitata la radiazione per la sua eccessiva vetustà tecnologica, venne assegnato, con compiti di difesa aeronavale, al Comando Navale della Libia alla base di Tobruch, dove già si trovava sin dal 13 maggio 1940, proveniente da Taranto, da dove era partito l'11 maggio al comando del Capitano di fregata Rosario Viola, ed adibita al ruolo di batteria costiera ed antiaerea galleggiante, vista l'impossibilità di poter operare in mare aperto per la scarsa velocità.
Posizionato in rada su fondali bassi in uno specchio d'acqua protetto da reti antisiluro, con il ponte ricoperto da sacchetti di sabbia a rinforzo della scarsa protezione orizzontale, il "San Giorgio" svolgeva la doppia funzione di batteria costiera e di terra, e per svolgere tali funzioni, avendo una visibilità limitata venne creata una postazione d'osservazione fissa a terra, chiamata "Torretta San Giorgio", che comunicava via radio con la nave in modo da poter coordinare con più precisione il tiro.
Durante i primi giorni di guerra il "San Giorgio" rispose alle svariate incursioni degli aerei britannici su Tobruk col suo fitto fuoco antiaereo e potrebbe essere stato proprio un cannone antiaereo del San Giorgio ad abbattere accidentalmente il 28 giugno 1940 l'aereo su cui viaggiava il Governatore della Libia e Maresciallo dell'Aria Italo Balbo, un S.M.79, mentre era di ritorno da un volo di ricognizione su Tobruk, causando la morte del governatore, sostituito dal Maresciallo Rodolfo Graziani.
Nel novembre 1940 il comando della nave venne assunto dal capitano di fregata Stefano Pugliese che era stato comandante in seconda dell'incrociatore Garibaldi nella battaglia di Punta Stilo.
Con il crollo della 10ª Armata Italiana in seguito all'offensiva britannica del dicembre 1940, la piazzaforte di Tobruk si trovò investita dall'attacco nemico da terra.
Fatto oggetto di dieci pesanti attacchi con bombe e siluri, ai quali reagì violentemente con tutte le artiglierie di bordo, abbattendo o danneggiando ben quarantasette velivoli nemici, venne colpito solo il 21 gennaio 1941 da tre proiettili che misero fuori uso uno dei cannoni antiaerei da 100 mm. Il comandante Stefano Pugliese chiese a Supermarina l'autorizzazione a lasciare gli ormeggi, affrontare le navi nemiche in mare e successivamente riparare in un porto italiano. L'autorizzazione non fu concessa perché il comando italiano riteneva che il “San Giorgio” in mare aperto sarebbe andato incontro a fine sicura, mentre in rada a Tobruk avrebbe potuto proseguire la sua funzione di batteria costiera costituendo il perno della difesa della città, ed intendeva farlo rimanere sino all'ultimo a contrastare l'8ª Armata britannica, effettuando tiri di sbarramento contro le truppe nemiche in movimento intorno a Tobruk.
Secondo il comandante Pugliese, invece, la nave poteva svolgere solo un ruolo secondario e limitato a difesa di Tobruk in caso di attacco terrestre, essendo stato il “San Giorgio” dislocato nel porto libico essenzialmente per difendere la città da attacchi provenienti dal mare.
Sempre nella giornata del 21 Gennaio la forze britanniche erano ormai concentrate verso Tobruk, e la nave iniziava ad essere oggetto delle attenzioni dei bombardieri nemici, essendo uno degli ultimi ostacoli per i britannici che cercavano di conquistare la piazzaforte italiana. Il "San Giorgio" continuò il suo tiro di controbatteria nonostante le ormai incessanti incursioni aeree che ad ondate si riversavano sulla nave e a bombardare con i suoi grossi calibri le formazioni di carri nemici che si avvicinavano alla città, provocandone l'arresto dell'avanzata per undici ore. Alle 11:00 una bomba nemica distrusse il cavo delle comunicazioni che arrivava a terra, isolando di fatto il "San Giorgio". Dopo le 14:30 i bombardamenti aerei contro la nave ripresero incessanti ed alle 17:00 una bomba colpì lo scafo, riducendo di molto la capacità difensiva della nave. Il comandante, essendo del tutto isolato, non sapeva in che modo si stesse svolgendo il combattimento terrestre, né se i britannici fossero riusciti a penetrare all'interno della piazzaforte, e solo alle 19:00 arrivò finalmente una missiva da parte del comando della piazzaforte, che annunciava praticamente la sua imminente caduta.
All'occupazione della base da parte del nemico, Pugliese, rendendosi conto di essere ormai in condizioni disperate, alle 20:30 si recò a terra per incontrare il contrammiraglio Massimiliano Vietina responsabile della piazzaforte e nonostante un primo momento di disaccordo, fu concesso l'abbandono nave e l'autoaffondamento da effettuarsi il giorno successivo. Tornato a bordo Pugliese iniziò a sbarcare i feriti ed il personale non necessario, in attesa di poter predisporre l'autoaffondamento della nave per evitare la sua cattura da parte del nemico, rimanendo a bordo fino all'esplosione finale. L'autoaffondamento avvenne, non senza difficoltà, in quanto la nave non era in possesso di munizionamento adatto a causa della mancanza di bombe-mine, e venne escogitato un piano alternativo, con una miccia collegata a delle bombe nei depositi munizioni dei pezzi da 254 mm; alle 0:30 del 22 gennaio, sbarcati tutti i membri dell'equipaggio, vennero accese le micce; Pugliese fu l'ultimo a scendere dalla nave, ma all'ora (le ore 01:00 del mattino) nella quale era programmata l'esplosione, non accadde nulla e il comandante, tornato così a bordo insieme ad alcuni membri dell'equipaggio e, constatato che le micce si erano spente, diede l'ordine di gettare della benzina nei locali del munizionamento, con l'incendio che avrebbe poi innescato le esplosioni che avrebbero portato all'affondamento della nave. Durante tali operazioni improvvisamente il locale centrale già inondato di benzina saltò in aria e poco dopo furono udite altre poderose esplosioni. Il comandante Pugliese, ferito, fu ricoverato in ospedale e venne catturato il giorno dopo dagli inglesi e rinchiuso nel campo di concentramento di Yol, in India, per essere rimpatriato solo dopo la fine della guerra. Nell'esplosione persero la vita il Capo silurista di prima classe Alessandro Montagna e il Sottotenente C.R.E.M. Giuseppe Buciuni. Il "San Giorgio" e il comandante Pugliese vennero insigniti con la Medaglia d'oro al valor militare e oltre a Pugliese ottennero la massima decorazione alla memoria il Capo silurista di prima classe Alessandro Montagna e il Sottotenente C.R.E.M. Giuseppe Buciuni dei quali non vennero mai ritrovati i corpi. Il Comandante Pugliese inizialmente creduto morto venne promosso Capitano di vascello per meriti di guerra nel dicembre 1942; la bandiera di guerra venne raccolta e riportata in Italia da alcuni membri dell'equipaggio, sei ufficiali e tre marinai, a bordo del peschereccio requisito Risveglio II mentre il resto dell'equipaggio venne fatto prigioniero.
Nel 1942, quando venne ripresa Tobruk, tre cannoni da 100/47 mm, di cui si era dotato dopo essere stato rimodernato, vennero recuperati, inviati in Italia e rimessi in grado di operare.
Nel 1951, Italia e Libia si accordarono per recuperare il relitto ancora in grado di galleggiare e il recupero venne tentato nel 1952; la nave che poggiava su un metro di fondale venne fatta rigalleggiare e messa al traino del rimorchiatore Ursus ma durante il rimorchio verso l'Italia, in mare aperto, i cavi di rimorchio si spezzarono ed il relitto del “San Giorgio”colò a picco a circa 100 miglia da Tobruk. Durante le operazioni di recupero vennero trovati trentanove siluri impigliati nelle reti poste a protezione della nave.

Onorificenze

Medaglia d’oro al valor militare:  “””Veterano di tre Guerre, fu nell'attuale, per sei mesi baluardo della difesa di Tobruk, sempre pronto ad intervenire per ricacciare con l'infallibile tiro dei suoi cannoni le incursioni degli aerei nemici, sempre incrollabile nel sostenere l'offesa che si abbatteva su di lui. Investita la piazzaforte da soverchianti forze nemiche, profuse tutte le sue energie nella difesa e, piuttosto che cercare scampo sulle vie del mare, si offerse come ultima trincea di resistenza. Quando le colonne avversarie soverchiarono gli ultimi ripari, la indomita nave venne fatta saltare e sprofondare nelle acque, mentre la bandiera che aveva animato ed alimentata la fiera resistenza, raccolta e riportata in Patria, restava fulgida testimonianza dello spirito di combattività, di resistenza, di dedizione dei marinai d'Italia. Rada di Tobruk, 10 giugno 1940 - 22 gennaio 1941””” — Regio Decreto 10 giugno 1943.



Ripensare la guerra, e il suo posto
nella cultura politica europea contemporanea,
è il solo modo per non trovarsi di nuovo davanti
a un disegno spezzato
senza nessuna strategia
per poterlo ricostruire su basi più solide e più universali.
Se c’è una cosa che gli ultimi eventi ci stanno insegnando
è che non bisogna arrendersi mai,
che la difesa della propria libertà
ha un costo
ma è il presupposto per perseguire ogni sogno,
ogni speranza, ogni scopo,
che le cose per cui vale la pena di vivere
sono le stesse per cui vale la pena di morire.
Si può scegliere di vivere da servi su questa terra, ma un popolo esiste in quanto libero, 
in quanto capace di autodeterminarsi,
vive finché è capace di lottare per la propria libertà: 
altrimenti cessa di esistere come popolo.
Qualcuno è convinto che coloro che seguono questo blog sono dei semplici guerrafondai! 
Nulla di più errato. 
Quelli che, come noi, conoscono le immense potenzialità distruttive dei moderni armamenti 
sono i primi assertori della "PACE". 
Quelli come noi mettono in campo le più avanzate competenze e conoscenze 
per assicurare il massimo della protezione dei cittadini e dei territori: 
SEMPRE!
….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace, 
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a darla per scontata:
una sorta di dono divino e non, 
un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…
…Vorrei preservare la mia identità,
difendere la mia cultura,
conservare le mie tradizioni.
L’importante non è che accanto a me
ci sia un tripudio di fari,
ma che io faccia la mia parte,
donando quello che ho ricevuto dai miei AVI,
fiamma modesta ma utile a trasmettere speranza
ai popoli che difendono la propria Patria!
Signore, apri i nostri cuori
affinché siano spezzate le catene
della violenza e dell’odio,
e finalmente il male sia vinto dal bene…


(Fonti: https://svppbellum.blogspot.com/, Web, Google, Wikipedia, La Voce del marinaio, You Tube)