domenica 1 gennaio 2023

Marcello Veneziani: "Inno alla vita per l’anno che viene"

Nel 2023 era una canzone di oltre mezzo secolo fa che diventò un mantra, anche ironico, per indicare il futuro più remoto. Adesso quel futuro è arrivato, da domani ci saremo dentro. Vaghi e profetici erano gli accenni al futuro in quella canzone scritta da Caterina Caselli (ma ne esisteva una versione precedente americana) e interpretata da Dalida: si vaticinava oscuramente che il sole sarebbe sceso su di noi, che il cuore sarebbe stato una macchina, che non avremmo visto più coi nostri occhi ma tramite immagini di altri mondi; e poi le braccia rese inutili, il lavoro abolito, il tempo sempre più veloce… Però poi, concludeva che i sentimenti sarebbero rimasti gli stessi, anche nei millenni a venire; le paure, gli affetti, l’attesa di Dio: “Le rose sono vive, la pioggia cade ancora, le cose belle sono antiche”.

I cuori, è vero, sono sempre più assistiti da macchine, gli occhi sono sempre più supportati da altri fornitori d’immagini, a partire dallo smartphone; la nostra vita si è allungata ma il tempo scorre più veloce; le braccia non sono ancora inutili e bene o male si lavora ancora, anche se i pensionati stanno sorpassando i lavoratori, reddito di cittadinanza a parte.

Quel futuro però cominciava a impensierire: era finita l’attesa euforica dell’avvenire, finite le grandi imprese lunari, i domani che cantano del ’68, il sol dell’avvenire a sinistra, il domani appartiene a noi a destra; si viveva con qualche apprensione lo scenario del futuro. Poi la crisi energetica del ’73 impose bruscamente uno stop all’accelerazione progressiva e ripropose i limiti dello sviluppo.

Insomma, agli inizi dell’età contemporanea il futuro era una promessa, ora è invece una minaccia. Per ragioni ambientali e sanitarie, per la guerra e le minacce nucleari, per la vecchiaia dell’occidente e la decadenza delle civiltà.

L’anno che è passato è stato davvero un anno strano, a cavallo di una pandemia e di una guerra che ha coinvolto il mondo come non era accaduto con le precedenti. Strano anche da noi, con il passaggio – imprevedibile agli inizi del ’22 – dal Super-Tecnocrate Drago Draghi a una donna, giovane per giunta, di destra perdipiù, integralmente “politica” e militante. E la cosa più strana è che questo passaggio agli antipodi, con questa rivoluzione copernicana, non è stato traumatico ma gentile, con una malcelata simpatia tra il SuperPremier che lasciava e la giovane erede al trono, unica all’opposizione del suo governo euro- tecno-ecumenico. Ma la successione è stata morbida anche per i mercati, per la borsa, per il sistema Italia; percepita più all’insegna della continuità che della rottura. Di questo c’è chi se ne compiace e chi no, ma è un dato di fatto. Col paradosso aggiuntivo che una Meloni scontenta d’indole, come lei aveva confessato, e leader del Partito degli Scontenti, oggi propina agli italiani iniezioni di fiducia e di ottimismo per l’avvenire. Fa bene, e non solo perché è un dovere di ufficio per chi governa. Ma anche perché non potendo realizzare rivoluzioni o riforme radicali, dovendo attenersi ai quattro muri portanti del potere – allineamento all’Europa, alla Nato, alla linea Draghi, alla religione antifascista – non può che trasferire le speranze e le attese sui cittadini stessi. Ovvero, la rivoluzione promessa riguarda noi più che il governo: mutate atteggiamento, diventate fiduciosi, siate operosi, intraprendenti, non abbiate paura del futuro. E’ il sovranismo faidate, autarchico, che si trasferisce dal potere ai cittadini, quasi evocando il motto kennediano: non chiedetevi cosa può fare il Paese per voi ma chiedetevi cosa potete fare voi per il Paese. D’accordo, raccogliamo la sfida, anche se qualche segnale forte dal governo sarebbe necessario, superate le immediate emergenze, dalle finanziaria in giù.

Però vorrei tornare all’attesa dell’avvenire e al cambio di atteggiamento. Partendo da un piccolo segno simbolico. Ieri, al mio paese natale (infatti a Natale sono sempre al mio paese, Bisceglie) ho visitato una piccola, grande mostra. In una minuscola e splendida chiesa antica in romanico pugliese, Santa Margherita, Luciana Belsito ha dedicato una rassegna fotografica alla maternità, dal titolo suggestivo e promettente: Mater. Dalla vita alla vita.

Immagini di madri e di bambini di tutto il mondo, scorci di vita ordinaria, vite indifese alla luce del sole, all’aperto, esposte alla miseria e all’intemperie ma distinte da sguardi fiduciosi, legami amorevoli, senza effusioni e ostentazioni, ma naturali, come l’acqua che sgorga e il sole che illumina il mondo. Provengono dalle zone più remote dall’occidente e dal suo modello di vita, dall’Asia, dall’Estremo Oriente, dal ventre profondo del Sud America. Birmania, Bhutan, Laos, Ecuador, Colombia. E’ la riscoperta della realtà a partire dal suo legame primigenio quello che lega una madre al suo bambino; origine della vita e del mondo. La natività, la natalità, la maternità, parole quasi proibite nel nostro lessico corrente e “corretto”.

E’ invece la vita vera è quella, e anche il più vertiginoso sguardo al futuro trova rassicurazione in quella promessa di vita che continua per via naturale, tramite il cuore, il sangue, il legame, il ciclo delle generazioni, la cura filiale e la premura materna. Nel piccolo regno del Bhutan, tra l’India e la Cina, dove trovano riparo molti tibetani ancora in fuga dalla dittatura comunista cinese, viene calcolato da anni il quoziente di felicità interna lorda: è il Fil, che sembra quasi evocare il legame filiale. Eppure è un paese tra i più poveri ma hanno sorrisi di infinita amicizia col mondo. Non vorrei fare la retorica del poveri ma felici, e nessuno auspica da noi il ritorno alla povertà: ma il Bhutan mostra l’indipendenza della felicità dai consumi, la netta divaricazione tra l’essere e il benessere (economico), tra la gioia di vivere e quella di possedere e desiderare. Che il 2023 abbia come programma il titolo di quella mostra: Mater. Dalla vita alla vita.

Marcello Veneziani, La Verità – 31 dicembre 2022








 

Anno 2023, verso i velivoli da combattimento di sesta generazione.



SI VIS PACEM, PARA BELLUM - “SVPPBELLUM.BLOGSPOT.COM"


I velivoli combattenti della cosiddetta "sesta generazione" formano una classe di aerei da combattimento attualmente in fase di sviluppo in diversi paesi del mondo per riuscire negli anni a sostituire degnamente i caccia-bombardieri noti come "quinta generazione". 
I vertici della United States Air Force e della United States Navy prevedono da tempo l’entrata in servizio operativo di questo tipo di velivoli tra il 2025 e il 2030. 
















Diversi paesi hanno annunciato di avere tali programmi di sviluppo: Stati Uniti, Cina, Regno Unito, India, Russia, Italia, Svezia, Giappone, Germania, Spagna, Taiwan e Francia. 
Questi aeromobili includeranno sicuramente: 
  • una componente “drone gregario”, 
  • un sistema di collegamento dati cloud, 
  • una gestione delle informazioni dedicata tramite intelligenza artificiale (AI).

Perché un caccia stealth di sesta generazione

L’esigenza di sviluppare un caccia stealth di sesta generazione nasce dalla mancata esportazione dell’F22 Raptor da parte degli Stati Uniti, ed è diventata più urgente dopo la chiusura della linea di produzione del caccia americano. L’F35, per quanto un buon cacciabombardiere, è stato pensato per sostituire Tornado, F16 ed F18, certamente non aerei più performanti o dedicati alla superiorità aerea come F-15, Eurofighter e Rafale.
Quindi le nazioni europee, con una lunga tradizione di sviluppo di piattaforme aeree multinazionali, si sono messe al lavoro per disegnare sia una piattaforma capace di assicurare le supremazia sui cieli europei, che sviluppare le competenze di costruzione di un aereo stealth, ormai indispensabili per futuri progetti militari.
Ma i differenti requisiti operativi e i budget a disposizione hanno presto portato le nazioni che hanno sviluppato insieme l’Eurofighter (UK, Italia, Spagna e Germania) a separarsi, mentre nazioni notoriamente autarchiche come Francia e Svezia hanno avvicinato altre nazioni per condividere gli esorbitanti costi di sviluppo, ormai insostenibili per una singola nazione.
L'US Air Force e la US Navy stanno da tempo portando avanti lo sviluppo del programma F-X volto a sostituire l'F-15 Eagle da un lato ma anche ad integrare i velivoli d’attacco esistenti, in particolare l'F-22 Raptor. 




La US NAVY sta sviluppando un programma simile chiamato F/A-XX /Next Generation Air Dominance, per occupare il ruolo attualmente ricoperto dall'F/A-18E/F Super Hornet e integrare il recente F-35. Tutto è stato annunciato nel 2012 negli Stati Uniti. Tuttavia, il quadro progettuale per questi futuri caccia è cambiato. I primi voli di prova negli Stati Uniti (deserto del Nevada?) sarebbero iniziati già nel mese settembre 2020; l'US Air Force ha annunciato ai media di aver aver già fatto volare due esemplari del dimostratore di un nuovo aereo da combattimento sviluppato nella massima segretezza nell'ambito del programma “Next Generation Air Dominance (NGAD)” e inaugurare così l'era degli aerei da combattimento ipersonici e stealth di sesta generazione.
Nessun paese ha ancora ufficialmente un dispositivo di questo tipo. D'altronde sembrerebbe che il nuovo bombardiere stealth americano B-21 RAIDER, di recente presentato, ne abbia tutte le caratteristiche.

Design e caratteristiche principali

Allo stato attuale dello sviluppo di questi dispositivi aeronautici, è difficile avere informazioni ufficiali e confermate, a causa della segretezza che circonda naturalmente la progettazione dei velivoli militari. 

Dalle specifiche rese pubbliche sembrano emergere diverse caratteristiche comuni:
  • design modulare del velivolo, che consente di scambiare elementi e componenti di volo, sistemi e avionica in poche ore per ottimizzare ulteriormente le varie configurazioni legate alle diverse missioni affidate al velivolo;
  • aerei esclusivamente monoposto, per i quali l'addestramento sarà svolto esclusivamente da simulatore di volo;
  • dispositivi controllabili a distanza, come i droni, nel caso di missioni svolte senza piloti;
  • capacità dell'aereo di controllare una flotta di droni-gregario utilizzati per il combattimento o la ricognizione;
  • collegamento dati interconnesso sul campo di battaglia: il dispositivo fungerebbe da punto nodale per la trasmissione di informazioni tra piattaforme di combattimento: aerei, veicoli terrestri, navi, satelliti, per generare elenchi di bersagli e punti di interesse, nonché parametri di missione;
  • autonomia operativa effettiva aumentata per le armi grazie all'uso di droni da ricognizione nello spazio aereo nemico che designano bersagli molto prima che la presenza dell'aereo sul campo di battaglia sia svelata e molto prima del suo ingresso in una zona pericolosa;
  • generatori elettrici più potenti per equipaggiare potenzialmente armi a energia diretta per missioni di eliminazione dei vettori nemici (CIWS);
  • cockpit digitali heads-up, collegati a caschi intelligenti per realtà virtuale con vista periferica e visualizzazione dei dati.

Sviluppi

Il 26 agosto 2013, la Russia ha rivelato che stava sviluppando un caccia a reazione di sesta generazione e velivoli senza pilota “gregario”. 




Purtuttavia, i russi continuerebbero a sviluppare i loro progetti di velivoli di quinta generazione come il Sukhoi Su-57 Felon.
La Francia come altri paesi non ha mai intrapreso lo sviluppo di un caccia di quinta generazione e ha dirottato le sue risorse tecnologiche direttamente verso lo sviluppo di un caccia di sesta generazione, formando con Germania e Spagna, un programma di sviluppo congiunto: il caccia di nuova generazione “NGF” nel programma Air Future Combat System (SCAF/FCAS).
Il Giappone ha abbandonato lo sviluppo di un nuovo velivolo indigeno per unirsi al “Team Tempest” con la Gran Bretagna e l’Italia.

Paesi con un programma di aerei da combattimento di sesta generazione:

STATI UNITI

Il caccia di sesta generazione dell’US Air Force è ufficialmente entrato in fase di sviluppo, lo ha confermato l’USAF: “Ora abbiamo avviato un programma di ingegneria, produzione e sviluppo per realizzare il velivolo di sviluppo che porteremo in produzione“, ha detto il segretario dell’US Air Force Frank Kendall durante un evento presso la Heritage Foundation. “Pensiamo che avremo la capacità entro la fine del decennio“, ma la preoccupazione che il programma rivale della Cina possa produrre un caccia operativo più velocemente rende il rapido sviluppo dell’NGAD una priorità assoluta. 




A causa della natura riservata del programma, Kendall ha fornito solo alcuni dettagli sul caccia di sesta generazione che è destinato a diventare il fulcro della cosiddetta famiglia di sistemi NGAD – Next Generation Air Dominance dell’US Air Force, che prevede anche nuove armi, sensori e una varietà di droni che si uniranno al nuovo caccia. L’US Air Force avrebbe portato in volo per la prima volta una versione prototipo del caccia NGAD nel 2020, ma i funzionari dell’epoca si sono rifiutati di divulgare informazioni sull’aereo o sul suo produttore: “Quello che abbiamo fatto è stato un prototipo sperimentale“, ha detto Kendall. “Sostanzialmente avevamo un programma X-plane progettato per ridurre il rischio di alcune delle tecnologie chiave di cui avremmo bisogno per il programma di produzione dell’NGAD“. 









Mentre Lockheed Martin, Boeing e Northrop Grumman sono tutti possibili contendenti per costruire il caccia NGAD, l’attuale carico di lavoro della Northrop che produce il bombardiere B-21 Raider lo rende una scelta improbabile per sviluppare anche un caccia avanzato. Molto più probabile è che Lockheed stia guidando il programma, avendo già sviluppato e prodotto i caccia stealth di quinta generazione F-22 ed F-35. Tuttavia, anche Boeing potrebbe emergere come lo sviluppatore del caccia NGAD. Ciascuna delle società ha rifiutato di commentare qualsiasi coinvolgimento nel programma NGAD. Sebbene poche informazioni sul NGAD siano state rilasciate al pubblico, alcuni alti dirigenti dell’US Air Force hanno recentemente fatto alcune allusioni per i fanatici e gli analisti del settore aerospaziale. Ad aprile 2022, il capo di stato maggiore dell’US Air Force, il generale Brown, aveva detto ai giornalisti che il software di controllo del volo del caccia NGAD era stato disaccoppiato dal software del suo sistema di missione, una funzionalità che potrebbe consentirgli di essere aggiornato più facilmente con le nuove tecnologie. Sempre ad aprile, Kendall aveva detto che il caccia NGAD sarebbe costato “alcune centinaia di milioni di dollari” per aereo e sarebbe stato accompagnato da droni e altri sistemi che “non sono così costosi e offrono capacità di missione complesse“. Ciò significa che il costo dell'NGAD potrebbe superare quello dell’F-22 Raptor, che aveva un costo unitario di circa 143 milioni di dollari per aereo. Tuttavia, persistono molti misteri sul velivolo da combattimento NGAD. Inoltre l’US Air Force deve ancora descrivere quanti caccia NGAD intende acquisire per sostituire i 183 F-22 Raptor attualmente in servizio, rendendo poco chiaro se l’NGAD sarà il prossimo grande programma aeronautico statunitense o un programma di produzione ridotto in linea con la strategia di acquisizione della Digital Century Series proposta dall’ex dirigente Will Roper. Tuttavia, l’USAF potrebbe trovarsi di fronte al solito scenario impossibile se il Congresso esercitasse pressioni sul programma a causa degli elevati costi unitari, costringendolo alla fine ad acquistare un numero insufficiente di velivoli, che sarebbe quindi costoso e difficile da manutenere. Con la richiesta di budget per la difesa per l’anno fiscale 2023 che stanzia 1,7 miliardi di dollari per il programma NGAD, quali nuove tecnologie introdurrà e come si confronterà con il suo rivale cinese oggi forse in uno stadio di sviluppo altrettanto avanzato rimangono informazioni altamente incerte. Un’altra grande domanda sollevata dal riconoscimento di Kendall che lo sviluppo è iniziato è sicuramente su quali aziende saranno responsabili della produzione dei motori, dei sistemi di missione, dei sensori, delle armi e di altre apparecchiature all’interno dell’aereo. Il 3 marzo 2022, il segretario dell’US Air Force Frank Kendall aveva delineato la sua tabella di marcia ormai sempre più urgente per portare con successo le nuove tecnologie, il pensiero e le culture che le forze aeree e spaziali dovranno avere per scoraggiare e, se necessario, sconfiggere gli avversari futuri. Kendall aveva utilizzato l’invasione dell’Ucraina per rafforzare la sua affermazione più ampia secondo cui le forze aeree e spaziali devono modernizzarsi per affrontare minacce e sfide nuove ed emergenti. Il percorso per raggiungere questi obiettivi è incarnato in quelli che Kendall ha soprannominato i sette imperativi operativi, “Seven Operational Imperatives”, del Dipartimento dell’Aeronautica militare americana. Tra questi il terzo imperativo è proprio l’NGAD”… questo deve essere qualcosa di più del prossimo velivolo da combattimento con equipaggio. È un programma che includerà una piattaforma con equipaggio abbinata a velivoli da combattimento autonomi senza equipaggio molto meno costosi, che impiegano un mix distribuito e personalizzabile di sensori, armi e altre apparecchiature di missione che operano come una squadra o una formazione“, aveva affermato.

Cina

L'esercito cinese ha annunciato lo sviluppo di un aereo da combattimento di sesta generazione. Nel 2019, la Cina annuncia progressi e progressi significativi. Prevede di essere pronto per il 2025-2030.







La Cina ha reso noto ai media un modello di aereo da combattimento furtivo di sesta generazione che si ritiene possa competere con il caccia Next Generation Air Dominance (NGAD) dell'aeronautica statunitense.
Il futuristico concetto di aereo militare è stato di recente esposto durante un'esibizione aerea e una fiera del commercio aerospaziale nella provincia di Guangdong. Non è chiaro se la struttura del velivolo simile a un caccia senza coda avvistata in un impianto di produzione di caccia cinesi nel 2021 fosse la stessa mostrata durante l’ultimo Zhuhai Airshow. Il progetto dell'aeromobile era apparso in precedenza nei white paper dell'aviazione cinese disponibili al pubblico. È noto che l'industria aerospaziale cinese sta da tempo lavorando a un velivolo da combattimento di sesta generazione che è più veloce e più avanzato di tutti gli altri aerei militari già da tempo operativi. All'inizio del 2022, il capo del comando di combattimento aereo degli Stati Uniti Mark Kelly ha rivelato che Pechino è già "sulla buona strada" per produrre un caccia di sesta generazione. Il modello di aereo da combattimento di sesta generazione presentato di recente ha un design senza coda simile all'NGAD dell'USAF. Il design migliora la bassa osservabilità del caccia per schivare le emissioni di molti tipi di radar odierni.
Secondo quanto riferito, offrirebbe anche una migliore efficienza grazie alla ridotta resistenza aerodinamica e al volo e alla crociera sostenuti ad alta velocità. Tuttavia, l'assenza di una coda verticale potrebbe rendere il velivolo più instabile, pregiudicandone la manovrabilità. Durante una conferenza aerea, spaziale e informatica di settembre 2022 a Washington, Kelly ha rivelato che gli Stati Uniti potrebbero avere due versioni dell'NGAD per ospitare missioni a lungo raggio nell'Indo-Pacifico e operazioni a corto raggio in Europa. Ma il funzionario ha anche spiegato che il concetto di caccia cinese di sesta generazione sembrava simile all'idea americana. Per questo motivo, Kelly ha ribadito la necessità per l'USAF di produrre e schierare il caccia NGAD "almeno un mese prima dei nostri concorrenti".
Nel frattempo, la Cina comunista sta acquisendo più caccia stealth J-20 di 5^ generazione mentre cerca di espandere il budget militare del 7,2% annuo per i prossimi cinque anni. La Cina ha approvato ambiziosi programmi di modernizzazione militare per aumentare le sue capacità, incluso il programma J-20, stimolato dalle rivendicazioni territoriali nel Mar Cinese Meridionale e dalla crescente forza e assertività degli Stati Uniti e degli alleati occidentali e asiatici.  L'ultimo rapporto di GlobalData, " Dimensioni e tendenze del mercato della difesa cinese, allocazione del budget, regolamenti, acquisizioni chiave, panorama competitivo e previsioni, 2022-27 ",  rivela che la spesa per la difesa della Cina per il 2022 ammonterebbe a 225,6 miliardi di dollari, con un aumento del 7,3% rispetto al 2021, e riflette un tasso di crescita annuale composto (CAGR) del 7,8% nel periodo 2018-2022. In questo contesto, la Cina dovrebbe aumentare il budget per la difesa a un CAGR del 7,2%, da 241,2 miliardi di dollari nel 2023 a 318,6 miliardi di dollari nel 2027. "La Cina è in procinto di acquisire aerei da combattimento e multiruolo, corvette, sottomarini, navi militari e attrezzature avanzate di intelligence e sorveglianza per rafforzare le forze armate entro il 2027", afferma Ruble Sharma, analista aerospaziale e della difesa presso  GlobalData. I piani di modernizzazione includono l'acquisizione del velivolo di quinta generazione J-20 Chengdu (Mighty Dragon) per fornire supporto aereo critico. Sono ancora in corso i lavori per il programma Shenyang J-31, un altro caccia indigeno di quinta generazione che segue il J-20. “La Cina sta acquisendo tecnologie e piattaforme militari avanzate. Il jet J-20 Mighty Dragon è la produzione più significativa di tecnologia militare cinese, che è cresciuta a un ritmo sostenuto nell'ultimo decennio", afferma Sharma.
Mentre i rapporti iniziali prevedevano l'arrivo del J-20 nel 2019, il programma del Chengdu Aircraft Industry Group (CAIG) è andato avanti in anticipo, con l'Esercito popolare di liberazione (Pla) che ha impegnato il J-20 nel suo primo volo nel marzo del 2017. L'avanzamento alla data di consegna può essere attribuito al trasferimento di tecnologia dai velivoli russi. Lo sviluppo indigeno del J-10 e di altri velivoli precedenti ha anche contribuito a stabilire solide capacità di ricerca e progettazione e produzione nel paese.  "Altri sistemi a bordo del J-20, come l'avionica, il radar e i sistemi d'arma, erano già stati costruiti localmente, il che ha contribuito ad accelerare il ritmo di produzione". "Inoltre, la Cina è una potenza nella produzione di componenti elettronici (…di scarsa qualità, come rilevato dalla Pakistan Air Force), che la aiutano a raggiungere rapidamente la fase di produzione di massa, aiutata anche dall'utilizzo dei motori WS-10 di produzione nazionale”. Il programma J-20 ha visto una serie di diverse configurazioni del motore man mano che le nuove tecnologie sono state testate e implementate. La Cina ha inizialmente costruito il J-20 per includere i motori 117 della Russia, ma ha riscontrato che questo progetto presentava limitazioni in termini di prestazioni e problemi di tethering e non era così compatibile con la tecnologia a bassa osservabilità. Per gli aerei più recenti CAIG è passato al turbofan WS-10 sviluppato internamente, per massimizzare la sua flessibilità. "I problemi di tethering e prestazioni potrebbero essere stati risolti durante la fase di sviluppo", aggiunge Sharma. Il J-20 è in grado di trasportare sei missili, inclusi quattro missili aria-aria a medio o lungo raggio nella sua baia principale e un missile a corto raggio più piccolo in ciascuna delle sue due baie laterali. Le ali contengono anche quattro punti di attacco che sono stati utilizzati per trasportare taniche di carburante esterne durante le operazioni in tempo di pace. L'equipaggiamento è adatto per l'ingaggio da lunghe distanze, adattando le capacità stealth del J-20, e senza un canone interno è improbabile che venga utilizzato nei combattimenti aerei a corto raggio. “È progettato per eseguire missioni di attacco al suolo anche in ambienti ostili. L'aereo può raggiungere altitudini più elevate con le sue ali a delta a velocità supersonica per raggiungere l'indipendenza strategica", continua Sharma. "Il caccia di quinta generazione può integrare la variante di superiorità aerea attualmente in servizio e sarà utilizzato per monitorare lo Stretto di Taiwan e il Mar Cinese Orientale”. Il PLA mira a ridurre il divario tecnologico con gli Stati Uniti e altri paesi alleati degli USA tecnologicamente avanzati. Le principali aree che necessitano ancora di attenzione includono l'applicazione dell'intelligenza artificiale, la padronanza delle capacità di attacco di precisione a lungo raggio, il miglioramento della furtività e l'uso di armi senza pilota. Recentemente, nel marzo 2022, l'emittente statale cinese CCTV ha riferito che il nuovo motore turbofan WS-15 aveva completato i test e sarebbe stato pronto per passare a una nuova fase ammodernando i caccia J-20 in servizio che avevano ancora motori russi. Il nuovo WS-15 dovrebbe avere un'efficienza del carburante e una potenza molto maggiori, fornendo al J-20 una maggiore resistenza e prestazioni di volo.  Sebbene sia difficile valutare il costo complessivo del programma, ipotizzando che sia alla pari con altri velivoli di quinta generazione in termini di dimensioni e tecnologia, il costo attuale del velivolo Chengdu è stimato intorno ai 100 milioni di dollari per velivolo, e si prevede che il programma complessivo costerà circa 30 miliardi di dollari, secondo le previsioni di mercato di dati globali ad ala fissa del 2022-32.  Gli stessi motori sono stati utilizzati su più aeromobili indigeni, semplificando la gestione delle spese di manutenzione e operative e le economie di scala hanno contribuito a ridurre i costi di produzione.

India

L'Indian Air Force ha annunciato formalmente l'intenzione di sviluppare un caccia da combattimento di sesta generazione durante l'Air Force Day, l'8 ottobre 2020. Il capo dell'aeronautica indiana ha confermato che il velivolo utilizzerà armi laser, intelligenza artificiale, capacità di volo senza equipaggio, controllo a distanza di UCAV e armi ipersoniche e altro.



L'Advanced Medium Combat Aircraft ( AMCA ) è un programma indiano per lo sviluppo di un caccia da superiorità aerea stealth, multiruolo, di quinta generazione per l'Indian Air Force e la Marina indiana che includerà anche tecnologie di sesta generazione. La progettazione dell'aeromobile viene eseguita dall'Agenzia per lo sviluppo aeronautico (ADA), un'agenzia di progettazione e sviluppo di aeromobili costituita nell'ambito dell'Organizzazione per la ricerca e lo sviluppo della difesa (DRDO). Dovrebbe essere prodotto da una joint venture pubblico-privata tra DRDO, Hindustan Aeronautics Limited (HAL) e una società privata indiana. Il costo di sviluppo è stimato in circa ₹ 15.000 crore (~ $ 2 miliardi). 
L’AMCA sarà un velivolo bimotore monoposto. L'AMCA Mark 1 sarà dotato di tecnologie di generazione 5.5 e, forse, il Mark 2 avrà gli aggiornamenti tecnologici incrementali di sesta generazione. L'AMCA sarà destinato a svolgere una moltitudine di missioni tra cui missioni di supremazia aerea, attacco al suolo, soppressione delle difese aeree nemiche (SEAD) e guerra elettronica (EW). Il governo indiano afferma che sarà un potente sostituto del caccia da superiorità aerea Sukhoi Su-30MKI, che costituiscono da tempo la spina dorsale della flotta di caccia IAF. 
Il design dell’AMCA è ottimizzato per una sezione radar bassa e capacità di supercruise. Lo studio di fattibilità sull’AMCA e la fase di progettazione preliminare sono stati completati e il progetto è entrato nella fase di progettazione dettagliata nel febbraio 2019. Un modello CAD dell'aeromobile è stato mostrato ad Aero India 2019. Il primo volo dovrebbe avvenire entro il 2024-25 e la produzione in serie potrebbe iniziare entro il 2030, forse. L'AMCA è attualmente l'unico caccia di quinta generazione in fase di sviluppo in India, ed ha ottenuto l'approvazione del Ministero della Difesa nel 2022. Il velivolo, insieme alla sua variante imbarcata, è destinato a fornire la maggior parte della potenza aerea tattica con equipaggio dell'Indian Air Force e la Marina indiana nei prossimi decenni.
L'AMCA è un caccia multiruolo supersonico bimotore progettato per l'IAF.  Al momento, l'AMCA è progettato come un caccia di quinta generazione, ma nel tempo integrerà le migliori tecnologie emergenti di sesta generazione. L'AMCA è progettato con ali trapezoidali a forma di diamante montate sulla spalla, un profilo con una sostanziale area di governo per ridurre la resistenza alle velocità transoniche e una coda a V stabilizzatrice con grande ala di coda montata sulla fusoliera.  Le superfici di controllo del volo includono alette del bordo anteriore e posteriore, alettoni, timoni sugli stabilizzatori verticali inclinati e piani di coda completamente mobili; queste superfici fungerebbero anche da freni aerodinamici. La cabina di pilotaggio presenterà una configurazione a sedile singolo posizionato in alto, vicino alle prese d'aria e alle ali dell'aereo per fornire una buona visibilità al pilota con un tettuccio a goccia in un unico pezzo.  Un'estensione della radice del bordo d'attacco (LERX), che è un piccolo raccordo, verrà posizionata sulla sezione anteriore della presa d'aria e delle ali dell'aereo. Avrà una forma tipicamente approssimativamente rettangolare, che corre in avanti dal bordo d'attacco della radice dell'ala fino a un punto lungo la fusoliera.  L'aereo sarà dotato di un carrello di atterraggio triciclo. Il vano armi sarà ubicato sul lato inferiore della fusoliera tra il muso e il carrello di atterraggio principale. L'AMCA è progettato per produrre una sezione trasversale radar molto piccola; per ottenere ciò è dotato di prese d'aria a "S" per ridurre l'esposizione radar alla pala del FAN che aumenta la furtività, utilizza un vano armi interno e prevede l'uso di compositi e altri materiali.  Le superfici di controllo del volo saranno controllate da un sistema informatico digitale centralizzato. L'AMCA avrà alcune caratteristiche di sesta generazione come armi a energia diretta con equipaggio facoltativo, in grado di controllare UCAV e sciami di droni. 
Il design dell’AMCA è intrinsecamente stealth, ottenuto attraverso l'allineamento e la dentellatura del bordo della piattaforma, antenna conforme al corpo e radar a bassa intercettazione, ingresso supersonico senza deviatore (DSI) con condotti a serpentina che nascondono le pale della ventola del motore, il vano armi interno e l'ampio uso di compositi nella cellula. La cellula utilizzerà leghe di alluminio, maraging e acciai inossidabili, nitinol e inconel con quoziente composito al 38-40%. A partire da ottobre 2022, i progettisti stanno ancora perfezionando la capacità di deflessione radar del caccia. 
L'AMCA dovrebbe avere sensori passivi distribuiti con fusione di dati multisensore assistita da intelligenza artificiale (AI) per aumentare la consapevolezza della situazione e lavorare in tandem con la suite di guerra elettronica avanzata (EW) a bordo dell'AMCA. L'AMCA utilizzerà un sistema di elaborazione distribuito che utilizza processori veloci e sottosistemi intelligenti e avrà anche un sistema integrato di monitoraggio della salute del velivolo che sfrutterà la fusione dei sensori. 
Sarà equipaggiato con una variante più grande e potente del radar Uttam AESA che utilizzerà la tecnologia al nitruro di gallio (GaN).  Sarà montato su un supporto orientabile meccanicamente.  Si prevede inoltre di includere nell'AMCA un sistema di monitoraggio delle condizioni di bordo. 
Avrà un cockpit dotato di un ampio display touchscreen panoramico per una migliore interazione uomo-macchina, un display multifunzione (MFD) posizionato in orientamento verticale e un display head-up olografico grandangolare (HUD). L'AMCA avrà una disposizione manuale dello stick (HOTAS) con la mano destra sullo stick e la mano sinistra sulle impostazioni dell'acceleratore per facilitare il carico di lavoro del pilota.  Il velivolo stealth dovrà essere alimentato da due motori turbofan con postcombustione montati fianco a fianco nella fusoliera, alimentati da ingressi supersonici senza deviatore (DSI). Il piano iniziale era quello di equipaggiare un motore indiano Kaveri potenziato sviluppato per il Tejas, ma il programma del motore Kaveri è stato accantonato a causa delle prestazioni non ottimali.  L'AMCA Mark 1 sarà alimentato dal motore turbofan postcombustione GE F414, mentre l'AMCA Mark 2 sarebbe alimentato da un motore indigeno o da joint venture (JV) con una spinta di 110 kN. Nel 2015, ADA ha tenuto una serie di discussioni con produttori di motori stranieri esplorando la possibilità di una joint venture. 
Secondo la dichiarazione del governo a Rajya Sabha durante la sessione invernale 2021, esiste una proposta per sviluppare congiuntamente il motore per l’AMCA con l'aiuto di un partner straniero utilizzando il know-how del programma di sviluppo del motore Kaveri. 
L'AMCA è dotato di un vano armi interno per il trasporto di missili e munizioni guidate di precisione a distanza in configurazione furtiva, mentre dispone anche di punti di fissaggio esterni per il trasporto di ordinanze all'esterno per missioni non furtive.  

Francia, Germania e Spagna

Nel luglio 2017, Francia e Germania hanno annunciato lo sviluppo di un consorzio il cui obiettivo è lo sviluppo congiunto di un nuovo aereo da combattimento europeo per sostituire l'Eurofighter Typhoon, il Panavia Tornado e il Dassault Rafale. La Spagna ha aderito a questo progetto nel dicembre 2018.






L'aeronautica tedesca, in collaborazione con Airbus Defence and Space, starebbe anche sviluppando un velivolo di sesta generazione come parte di un programma separato, destinato a vedere la luce nel 2030-2040.
Come noto agli appassionati, il Future Air Combat System (Fcas) a guida francese con la partecipazione di Germania e Spagna sta faticando parecchio a prendere quota a causa di dispute interne fra la francese Dassault (che guida il programma) ed il ramo tedesco di Airbus. Resta da risolvere la questione del workshare, ovvero la suddivisione del lavoro tra le industrie dei tre Paesi – partendo dallo sviluppo e arrivando alla produzione di sistemi e componenti. Infatti, la Francia e la sua industria della difesa, la più autonoma in Europa in campo aerospaziale, si aspettano una ‘fetta di torta tecnologica’ preponderante rispetto a quello che sarebbero disposte a concedere alle controparti tedesche.
La collaborazione franco-tedesca sul Fcas non nasce da un accordo tra le rispettive forze armate o a livello industriale, ma da una decisione politica presa dai politici Merkel e Macron nel 2017, dopo il referendum sulla Brexit, con l’obiettivo di dare una spinta alla cooperazione europea nell’ambito della difesa. La mancanza di una convergenza militare e industriale a monte ha reso la cooperazione fra le due parti difficoltosa sin dall’inizio.
Le cose sembravano aver preso una piega peggiore dopo l’annuncio da Berlino di un fondo da 100 miliardi di euro per il rinnovamento delle forze armate e della volontà di arrivare a spendere almeno il 2% del Pil nella difesa entro il 2024. Il surplus del bilancio tedesco cambia infatti i volumi di investimento e quindi i rapporti di forza tra Parigi e Berlino nei programmi congiunti, e mette in grado la Germania di considerare varie opzioni – compreso il Tempest Britannico-italiano-giapponese. Non è certamente passato inosservato il recente acquisto da parte del governo Scholz dei caccia statunitensi F-35, che aumenta per l’aeronautica tedesca la convergenza operativa con Stati Uniti,  Gran Bretagna, Giappone e Italia e non certo quella con la Francia.
È chiaro però che le difficoltà nel trovare un accordo soddisfacente per Berlino (e la Spagna) stanno avendo effetti deleteri sulla tabella di marcia del caccia di sesta generazione Fcas. Infatti, secondo l’amministratore delegato di Dassault Eric Trappier, il velivolo potrebbe entrare in servizio dopo il 2050 anziché il 2040 a causa dei continui ritardi. 





Lo SCAF, (Future Combat Air System /Système de Combat Aérien Futur), sarà (forse) un aereo stealth senza compromessi. L’obiettivo di questo progetto è sviluppare un cacciabombardiere in grado di sostituire Eurofighter e Rafale, ma anche di ricoprire i ruoli di Tornado e Mirage 2000 nell’attacco al suolo. Le caratteristiche pesantemente stealth lo rendono molto meno visibile ai radar rispetto al Tempest, a scapito delle prestazioni nel combattimento manovrato (una soluzione simile a quella dell’YF23, il caccia che aveva perso la competizione con l’F22 negli anni novanta). Il FCAS avrà anche una versione imbarcata, destinata sia alla portaerei francese che al mercato dell’export (si pensa all’India), e pur non avendo una versione senza pilota sarà in grado di coordinare diversi “droni gregario”.

Russia

Nell'agosto 2013, la Russia ha rivelato che avrebbe proceduto anche allo sviluppo di un velivolo di sesta generazione. L'aereo è stato pubblicizzato come senza pilota ed esclusivamente controllato a distanza. Tuttavia, la Russia non è riuscita ancora ad ultimare ad oggi lo sviluppo del suo aereo di quinta generazione, il Su-57 Felon.





Non c'è dubbio che la guerra in Ucraina stia consumando molte armi nei magazzini in questo periodo di guerra.
Pochi giorni fa ci sono state segnalazioni di due aerei da combattimento ucraini abbattuti: Su-27 e Su-24. I rapporti indicavano un nuovo record di difesa aerea russa, cioè Il sistema missilistico di difesa aerea S-300V4 ha sparato due missili che avevano colpito un aereo ucraino a una distanza di 217 km. Il colpo precedente era a 150 km dal sistema S-400. Quindi, sopra Kiev, lo specifico S-400 ha abbattuto un Su-27 ucraino. Nei giorni scorsi alcuni portali online filo-russi hanno iniziato a sostenere che i due caccia siano stati abbattuti da un caccia stealth russo Su-57 di generazione 4,5++. Sembra confermato che gli aerei ucraini siano stati colpiti alle spalle da un missile aria-aria R-37M. Questo missile ha una portata fino a 400 km. Tali affermazioni sono difficili da provare. Né l'Ucraina né la Russia hanno fornito prove di che tipo di missile abbia abbattuto i due caccia. Una situazione del genere, tuttavia, offre a Mosca un'opportunità per pubblicizzare il suo Su-57 Felon. Tuttavia, Mosca attualmente non sta parlando del Su-57 e gli analisti e blogger russi stanno solo speculando. Tuttavia, la Russia ha bisogno di alcuni risultati positivi per la sua industria aeronautica. La guerra in Ucraina ha finora smentito le qualità degli aerei russi, che il Cremlino ha presentato così abilmente come "invincibili" nel cielo. Il Su-35 Flanker-E è l'unico attualmente in produzione in serie in Russia. Si dice persino che i Su-35 siano stati barattati con l'Iran per migliaia di munizioni vaganti. Il Su-57 è fermo ancora ad una flotta di soli sei velivoli, ma Mosca ne prevede almeno altri tre entro la fine dell'anno. Tuttavia, questo velivolo combattente sarebbe nella fase iniziale della produzione in serie. La ragione di ciò non è la guerra in Ucraina: la Russia aveva problemi finanziari anche prima dell'inizio dell’invasione. Il Su-75 Checkmate sarà un vero e proprio "aereo progettuale". Esistono due prototipi, ma non funzionano, sono dei pezzi da esposizione che vanno in giro a pubblicizzare. Di recente, la Russia ha annunciato che il primo volo del Su-75 avrà luogo nel 2024! Tuttavia, tali affermazioni, soprattutto da parte dei russi, diventano realtà solo quando l'azione viene portata a termine. Perché prima il Su-75 avrebbe dovuto volare per la prima volta nel 2024, poi il Cremlino ha annunciato il 2025, e ora dicono di nuovo il 2024, e tra un mese non si sa quanti anni cambieranno la data del primo volo. La Russia ha da tempo dimenticato forse il suo caccia più promettente: il MiG-35 Fulcrum. Sistemi avionici e d'arma leggeri, altamente manovrabili ed eccellenti, Mosca non ha trovato clienti per questo velivolo ed ha realizzato solo alcuni prototipi. Quindi, i due caccia ucraini abbattuti e l'ambiguità sull'arma che li ha colpiti potrebbero essere usati da Mosca come pubblicità per il Su-57. In azione, è del tutto possibile che il Su-57 abbia colpito gli aerei ucraini. Una delle affermazioni che supportano questo fatto è che i caccia ucraini siano stati coinvolti in un attacco sul territorio russo. Il Su-57 sorveglia proprio questa parte della Russia. Anche quando hanno annunciato il primo velivolo prodotto in serie di questa classe, è stato immediatamente inviato al distretto militare occidentale della Russia. Inoltre, le armi del "Felon" consentono la guerra oltre il raggio visivo BVR. Il Su-57 ha in dotazione anche un radar AESA. Sebbene la Russia subisca sconfitte aeree in Ucraina e perda numerosissimi caccia, il Su-57 è ancora più un computer volante d'attacco a lungo raggio che un velivolo da combattimento. Tuttavia, se la guerra in Ucraina dovesse prolungarsi più a lungo, peggio sarà per l'industria russa in futuro. Anche se la Russia sottomettesse l'Ucraina, cosa di cui si dubita fortemente, il fallimento delle tanto propagandate nuove armi russe degli ultimi anni danneggerà seriamente il futuro del complesso militare-industriale. E’ abbastanza logico che in "un oscuro incidente" la prima linea della propaganda russa - blogger e portali online filo-russi - cerchino di costruire un'immagine positiva del Su-57. Se questo incidente non venisse indagato a fondo, entro pochi mesi il Cremlino potrebbe iniziare un nuovo ciclo della stessa propaganda. La guerra in Ucraina chiude le porte alle armi russe, quindi un'immagine positiva di almeno una soluzione tecnologica negli ultimi anni da parte russa sarebbe favorevole alla stabilizzazione postbellica dell'industria. La domanda è: il mondo ci crederà?

Regno Unito, Giappone e Italia

Nel luglio 2014, il Jane's Information Group riferì ai media che la Commissione per la difesa della Camera dei Comuni aveva pubblicato un rapporto sulle strutture dell'aviazione di guerra britannica post 2030. Il rapporto menzionava la possibilità per il Regno Unito di sviluppare un proprio programma di velivoli di sesta generazione per sostituire il Typhoon, la cui vita utile è stata da allora estesa al 2040. Nel luglio 2018, al Farnborough Air Show, il Segretario di Stato per la Difesa Gavin Wiliamson svelò lo sviluppo di un aereo da combattimento di sesta generazione chiamato “Tempest”. Svezia e Italia aderirono al progetto nel 2019. India e Giappone furono invitati a partecipare nello stesso anno.





Il Regno Unito, il Giappone e l'Italia hanno ora annunciato un programma congiunto per sviluppare un aereo da guerra di sesta generazione. 





Il progetto chiamato Global Combat Air Program (GCAP) ma noto come Tempest, sarà pronto per il dispiegamento entro il 2035 e avrà una tecnologia mai vista prima, capace di competere con quella dei caccia avanzati di Cina, Russia e USA. In una dichiarazione congiunta, i tre paesi hanno ribadito che "le minacce e le aggressioni stanno aumentando" e che "condividono i costi e i benefici di questo investimento nelle nostre persone e tecnologie". Il GCAP sosterrà la capacità sovrana dei tre paesi di progettare, fornire e aggiornare capacità aeree da combattimento all’avanguardia. La componente di condivisione dei costi è stata cruciale nella scelta di mettersi insieme. Regno Unito, Italia e Svezia avevano già avviato uno sforzo congiunto per lo sviluppo del Tempest, e ora sembra esserci una sorta di avvicendamento (non è noto se la Svezia resterà in questa fase di sviluppo). Il Tempest sarà in grado di trasportare missili ipersonici e controllare sciami di droni. Parte del processo decisionale del pilota sarà supportato dall'intelligenza artificiale (AI). Si prevede che il Tempest includa un sistema di propulsione avanzato messo a punto dalla Rolls-Royce con il supporto della italiana AVIO e della giapponese IHI, in grado di fornire abbastanza energia da alimentare anche armi laser. BAE Systems e Leonardo hanno lavorato con Rolls-Royce anche sulla tecnologia radar/ricevitore, mentre il produttore di sistemi missilistici MBDA sta lavorando sui sistemi missilistici. La corsa al restyling degli armamenti ha sempre due facce: da un lato c'è chi dice che sia importante per il suo fattore deterrente. Dall'altro c'è chi dice che preluda sempre a guerre future: dopotutto, la costante delle armi è che prima o poi vengono usate. Comunque li vediate, sono tanti i segnali anche di altri paesi che vanno in questa direzione. Il Giappone, ad esempio, stava nel contempo sviluppando anche il proprio caccia stealth di sesta generazione chiamato FX per sostituire il Mitsubishi F-2.
Dopo il Memorandum anglo-italiano del 2019, il programma per il caccia stealth ha guadagna un nuovo partner: con un comunicato congiunto il primo ministro britannico Rishi Sunak, il premier giapponese Fumio Kishida e il presidente del Consiglio Giorgia Meloni hanno annunciato l’accordo di sviluppo del caccia di sesta generazione. La notizia è l’allontanamento della Svezia, inizialmente considerata come il terzo membro naturale del consorzio, ma ora impegnata in uno sviluppo indipendente; BAE e Leonardo sono riusciti a coinvolgere il Giappone, paese con esigenze tattiche identiche e grandi capacità tecnologiche. Il Giappone è entrato nelle fasi finali dei colloqui con il Regno Unito e l'Italia per sviluppare e costruire congiuntamente un velivolo da combattimento di sesta generazione, segnando un punto di svolta: ora il Giappone guarda oltre gli Stati Uniti per la cooperazione in materia di difesa. Tokyo prenderà anche in considerazione la revisione delle sue regole di esportazione per consentire la vendita di attrezzature per la difesa all'estero, sperando di ridurre i costi di sviluppo del nuovo aereo e dare impulso all'industria della difesa nazionale. L'Air Self-Defense Force prevede di schierare il caccia a partire dal 2035. La giapponese Mitsubishi Heavy Industries, il colosso britannico dell'aviazione e della difesa BAE Systems e l'italiana Leonardo SpA supervisioneranno lo sviluppo. E’ la prima volta che il Giappone collabora con l'Europa per sviluppare un caccia-bombardiere. Il nuovo aereo dovrebbe essere il successore del Mitsubishi F-2, sviluppato congiuntamente con Lockheed Martin. Il Ministero della Difesa giapponese aveva inizialmente pianificato di collaborare ancora una volta con la società statunitense, tuttavia, il rifiuto della Lockheed di condividere informazioni tecnologiche riservate ha sollevato preoccupazioni sulla manutenzione degli aeromobili a livello nazionale dopo il dispiegamento. Il Regno Unito, nel frattempo, aveva annunciato l'intenzione di introdurre il suo caccia di sesta generazione Tempest entro il 2035. Con il suo programma di sviluppo che si sovrapponeva a quello del Giappone e la riluttanza di Lockheed a condividere informazioni, ciò ha fornito un ampio incentivo al Giappone per avviare la sua prima collaborazione di difesa con l’Europa. La guerra della Russia in Ucraina ha fornito ulteriori motivazioni. Il governo giapponese ha anche adottato misure per aumentare la cooperazione con la NATO e prevede di firmare un accordo di facilitazione con il governo britannico per facilitare lo svolgimento di esercitazioni militari congiunte, elevando il rapporto tra i paesi a una quasi alleanza. Lo sviluppo di un aereo da combattimento di nuova generazione richiede l'integrazione di elementi complessi come sistemi radar e missilistici, oltre a tecnologie stealth avanzate. Il ministero della Difesa vuole che la prossima generazione di caccia abbia la capacità di comunicare con velivoli senza pilota e militari statunitensi e di disporre di sistemi di sensori in grado di rilevare e rispondere rapidamente agli aerei nemici. La collaborazione pianificata attingerà ai punti di forza tecnologici di ciascuna azienda. BAE ha una solida esperienza negli aerei da combattimento, producendo l'attuale Eurofighter Typhoon con Italia, Germania e Spagna ed esportandolo in Arabia Saudita e altri paesi. L'aggiunta dell'italiana Leonardo, esperta nella tecnologia dei sensori, dovrebbe dare all'aereo il vantaggio che Tokyo sta da tempo affannosamente cercando. I motori saranno prodotti dalla giapponese IHI e dalla britannica Rolls-Royce, mentre la tecnologia radar sarà sviluppata congiuntamente da Mitsubishi e da Leonardo. In concomitanza con lo sviluppo del caccia, il Giappone prenderà in considerazione l'allentamento delle restrizioni sull'esportazione di attrezzature per la difesa. I "Tre principi sul trasferimento di attrezzature e tecnologie per la difesa" del ministero della Difesa attualmente limitano le esportazioni alle attrezzature di trasporto e sorveglianza. Un emendamento alle regole potrebbe consentire l'esportazione di attrezzature offensive come aerei da combattimento a determinate condizioni. A causa delle regole attuali, che di fatto limitano il mercato alle forze di autodifesa del paese, l'industria della difesa nazionale ha inviato quasi zero esportazioni verso altri paesi. Molti appaltatori si sono ritirati dal settore. L'esportazione di nuovi cacciabombardieri stealth ridurrà anche i costi di produzione. Sebbene il Giappone miri ad espandere in modo significativo il proprio budget per la difesa, si teme che l'aumento dei costi del nuovo caccia possa esercitare pressioni sulle finanze del governo. L'aumento delle vendite attraverso i canali britannici e italiani allenterebbe parte di questa pressione. Il Ministero della Difesa discuterà la revisione delle norme sulle esportazioni con il Partito Liberal Democratico al governo durante le discussioni sulla strategia di sicurezza nazionale alla fine del 2022.



….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace, 
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a dare la pace per scontata:
una sorta di dono divino 
e non, un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…


(Fonti: “SVPPBELLUM.BLOGSPOT.COM", Web, Google, Aviation-report, Futuroprossimo, Affariinternazionali, businessweekly, airforce-technology,  asianmilitaryreview, Bulgarianmilitary,  Nikkei, thedefensepost, Wikipedia, You Tube)