sabato 5 gennaio 2019

Il bazooka



Il bazooka (pronuncia inglese: /bəˈzuːkə/; in italiano / baʣˈʣuka/), talvolta adattato in bazuca o bazzuca, è un'arma lanciarazzi anticarro.



All'inizio della seconda guerra mondiale l'unica arma che avevano i fanti contro i carri armati erano i fucili anticarro, che, tuttavia, già all'inizio della guerra erano praticamente impotenti contro i carri di fanteria e, quando nel proseguimento del conflitto, i carri migliorarono mobilità e protezione, diventarono solo un peso inutile per i fanti. A quel punto fu necessario utilizzare un tipo diverso di arma, il lanciarazzi. Queste armi furono sviluppate sia dai tedeschi sia da inglesi e statunitensi. L'arma statunitense era il M1 Rocket Launcher 2.36 in Bazooka, che diede risultati soddisfacenti negli ultimi anni di guerra, ideato da Edward Uhl nel 1942.
Il soprannome "Bazooka" deriva dal fatto che un uomo, addetto ai collaudi, disse che il tubo assomigliava ad uno strano strumento musicale, il bazooka appunto, usato dall'attore radio Bob Burns per creare effetti comici.

Sviluppo dei lanciarazzi statunitensi

All'inizio del 1942 fu iniziato lo studio di un lanciarazzi in grado di contrastare efficacemente i carri armati dell'epoca (il principale carro dell'Asse era il Panzer IV), quindi fu necessario utilizzare munizionamento abbastanza potente da perforare le corazzature dei mezzi corazzati sparato da un'arma in cui fosse assente (o ridotto al minimo) il rinculo per un uso individuale da fanteria: la scelta cadde sui razzi M6A3 da 2.36" (60 mm) dotati di "carica cava" che soddisfacevano entrambe le esigenze.
Il lanciarazzi utilizzato era praticamente un tubo in cui veniva inserito il razzo, due impugnature a pistola, di cui una con un grilletto che azionava un'accensione piezoelettrica (come quella degli accendigas da cucina) per accendere il propellente del razzo. Ben presto si vide che la vampa provocata dalla polvere incombusta era pericolosa per il servente, quindi fu aggiunta una reticella di protezione per il puntatore subito dietro alla volata. Il bazooka fu utilizzato per la prima volta nel corso dell'Operazione Torch (sbarco degli Alleati in Algeria e Marocco).
Oltre al modello base fu costruito il M18 Rocket Launcher 2.36" Bazooka, destinato specificamente a lanciare razzi nebbiogeni ed incendiari. Infine, nel 1945 fu sviluppato il M9 Rocket Launcher 2.36" Bazooka, che poteva essere scomposto in due carichi di dimensioni quasi uguali.
Nel corso della seconda guerra mondiale i carri armati ebbero una tremenda accelerazione nel loro sviluppo (per trovare uno sviluppo simile a quello che ebbero i carri nei 5 anni della seconda guerra mondiale è necessario che, 50 anni dopo, entri in servizio l'M1 Abrams). Quindi i bazooka che avevano operato bene contro i Panzer IV (un po' meno bene contro i Panzer V Panther e Panzer VI Tiger I) non potevano contrastare efficacemente i carri pesanti IS-3 sovietici delle nuove serie. Fu quindi necessario aumentarne il calibro: nacque così il M29 Rocket Launcher 3.5 in Bazooka (calibro 89 mm), che fu utilizzato nella guerra di Corea, e distribuito praticamente a tutti gli alleati NATO (compreso l'Esercito Italiano).
Dopo queste armi furono studiati altri lanciarazzi, in particolare l'M20 Super Bazooka (calibro 3.5") e la serie M72 (calibro 66 mm), con tubo di lancio a perdere. Successivamente gli studi sui lanciarazzi anticarro furono abbandonati, a favore di quelli sul missile anticarro, che, a differenza dei primi, potevano essere guidati sul bersaglio.

Caratteristiche dell'arma

Il bazooka inizialmente poteva lanciare i razzi modello M6A3 (o gli equivalenti da esercitazione). Questo razzo, del peso di solo 1,54 kg, sfruttando il principio della carica cava poteva perforare fino a 119 mm di acciaio con impatto perpendicolare (altre fonti danno 100 mm, senza tuttavia specificare le condizioni). La gittata massima teorica era di circa 700 m, tuttavia la gittata utile per avere qualche probabilità di colpire il bersaglio era di circa 200 m. Considerando che la velocità alla volata del razzo era circa 80 m/s il tempo di volo fra l'arma ed il bersaglio era di più di 2 secondi.
Il bazooka, essendo un lanciarazzi, provoca una vampata posteriore molto pericolosa per distanze inferiori a 5 m, quindi, contrariamente a quanto mostrato in alcuni film, sparare con un bazooka da un ambiente chiuso o da un veicolo in movimento è estremamente pericoloso e possibilmente letale per l'utilizzatore, che verrebbe ucciso dall'onda di pressione generata dall'arma. La modalità di impiego standard era con 2 serventi, un puntatore ed un caricatore, che potevano sparare in qualsiasi posizione (con un carro armato a meno di 200 m era consigliabile evitare di sparare in posizione eretta). Il caricatore, a fianco dell'arma, introduceva il razzo nella culatta (aperta) del bazooka e, quando il razzo era agganciato, dava un segno convenuto al puntatore, solitamente una pacca sull'elmetto. Il puntatore collimava il bersaglio nel mirino ottico e, quando lo riteneva opportuno, premeva il grilletto che innescava la combustione del propellente del razzo. A quel punto, di solito, entrambi i serventi si allontanavano con la massima velocità possibile dalla posizione di lancio, che ormai era stata chiaramente rivelata al nemico dalla vampata.

Impiego del bazooka

Il primo impiego del bazooka avvenne in Africa Settentrionale e seguì l'avanzata delle truppe statunitensi sia nel Teatro operativo mediterraneo (Mediterranean Operation Theatre, MTO) sia nel Teatro operativo europeo (European Operation Theatre, ETO). I fanti statunitensi si accorsero ben presto che, oltre allo scopo per cui era nato, cioè la lotta contro i carri armati, il bazooka poteva essere usato proficuamente contro ogni bersaglio "duro", come veicoli ruotati o fortificazioni in cemento armato, mentre l'utilità come arma antipersonale era invece praticamente irrilevante, dato che la carica cava presuppone il contatto con il bersaglio e non provoca schegge. Nel teatro del Pacifico (Pacific operation teatre, PTO) fu usato soprattutto contro fortificazioni e, con il modello M18, anche per il lancio di proiettili fumogeni o incendiari. Alla fine della seconda guerra mondiale erano stati prodotti 467 628 bazooka e 15 603 000 munizioni per questa arma.
Successivamente il bazooka fu usato nella guerra di Corea, ma, anche aumentato di calibro, si rivelò insufficiente contro i carri più moderni.
Il bazooka è un'arma che ha avuto una grandissima diffusione, sia in ambito NATO, sia in tutti i teatri di guerra della seconda metà del XX secolo. La sua diffusione è dovuta essenzialmente alla sua semplicità di costruzione (il componente principale è un semplice tubo di acciaio o di alluminio), che ne ha tenuto costantemente basso il costo.

Armi simili al bazooka

Regno Unito: PIAT
Germania: RPzB 43 - Panzerschreck (RaketePanZerBüchse - Schioppo a razzo controcarri o Spaventacarri)
Germania: Panzerfaust
Unione Sovietica: RPG-7
Unione Sovietica: RPG-18
Stati Uniti: M72 LAW (Light Antitank Weapon).

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La classe di DDG giapponesi Atago (あたご型護衛艦 Atago-gata Goeikan)



La classe Atago è una classe navale giapponese costituita da 2 cacciatorpediniere, derivate dalla precedente classe Kongō, che hanno una funzione di difesa aerea della flotta, grazie alla presenza di un sistema AEGIS con il radar SPY-1D e lanciamissili Mk 41 con 96 armi (64 a prua + 32 a poppa). Esse sono un ingrandimento della classe americana classe Arleigh Burke. Queste unità sono diventate operative nel 2007 e 2008.
Il ruolo delle due navi come quello della precedente classe Kongo è quello di protezione delle flottiglie di navi giapponesi, ma le prestazioni del sistema AEGIS e dei missili SM-3 fornisce anche la capacità di difesa dai missili balistici di teatro, che teoricamente la Corea del Nord o la Cina potrebbero minacciare di lanciare.

La classe di DDG giapponesi Atago (あたご型護衛艦 Atago-gata Goeikan) è una versione migliorata della classe Kongō della Japan Maritime Self-Defense Force (JMSDF).
Nel 2000, il Japan Defense Agency Maritime Staff Office ha incluso altre due navi Aegis nel suo budget quinquennale, oltre ai quattro cacciatorpediniere di classe Kongō originariamente ordinati.


La classe Atago è fondamentalmente una versione migliorata dei cacciatorpediniere classe Kongō; dispongono di grandi sistemazioni che le mettono in grado di operare in modo flessibile. Una delle modifiche più evidenti è un hangar aggiuntivo per trasportare un elicottero SH-60K. Rispetto alla classe Kongō/Arleigh Burke (I), che aveva solo piattaforme per elicotteri (ma senza attrezzature di supporto), queste navi hanno migliori strutture per la gestione degli elicotteri. Per migliorare la funzione di centro di comando della classe Atago, il ponte è due ponti più alti di quelli di un Arleigh Burke classe Burke Flight IIA, con un dislocamento a pieno carico di oltre 10.000 tonnellate, la prima volta per una nave da combattimento di superficie della JMSDF. Il cannone da 127/62 utilizza proiettili con carica rinforzata che consente una gittata di 38 km. Come per altre navi giapponesi in fase di refit, i missili Harpoon di fabbricazione americana (come nella configurazione iniziale della classe Kongō) sono stati sostituiti con i missili guidati terra-superficie Type 90 (SSM-1B) di fabbricazione giapponese.


Il Giappone ha anche acquistato una licenza di produzione per queste armi da utilizzare sui cacciatorpediniere Kongō di classe Aegis. Japan Steel Works produce, assembla e testa le armi.
Il sistema di controllo del fuoco per la classe Atago è il sistema d'arma Aegis Weapon System Baseline 7 fase 1, che combinerà sistemi prodotti in America e Giappone per costituire il sistema completo Aegis. La linea di base 7 del sistema d'arma Aegis ha migliorato la precisione di inseguimento dei bersagli verticali e la capacità di acquisizione di piccoli bersagli a bassa quota rispetto alle linee di base 4 e 5 del medesimo sistema d'arma utilizzato nella classe Kongō. Gli Atago utilizzano anche un nuovo albero a struttura piatta progettato in Giappone, piuttosto che il familiare albero a traliccio. Una nuova ciminiera modificata e altri miglioramenti sono stati introdotti per rendere questa nuova classe di navi meno visibili ai radars.
Come la classe Kongō, i cacciatorpediniere della classe Atago sono dotati di una serie completa di sistemi d'arma, tra cui:
Missile antisommergibile giapponese tipo 90 (SSM-1B) antinave
96 celle Mk-41 VLS (64 celle nella zona anteriore, 32 celle nella zona di poppa)
RIM-66 Missile standard terra-aria
RUM-139 VL ASROC
Due supporti per cannoni CIWS da 20 mm Mark 15 15 20 mm
Due supporti per siluro in una configurazione a triplo tubo
Un cannone Mk 45 Mod 4 127 mm calibro 62, in un supporto stealth realizzato da Japan Steel Works su licenza americana del produttore originale.
In linea con la costituzione pacifista giapponese del dopoguerra, la classe Atago non trasporta attualmente il missile Tomahawk (anche se, almeno in teoria, l'uso di una versione antinave è consentito). Mentre le due navi della Atago entrano in servizio, i cacciatorpediniere di classe Tachikaze, Tachikaze e Asakaze vengono smantellati.
Nel 2015 il Giappone ha iniziato formalmente la costruzione di due nuove navi Atago della sottoclasse 27DDD migliorata. Lo scafo viene ampliato per un dislocamento a vuoto di 8.200 tonnellate per consentire lo spazio di crescita per sistemi d'arma avanzati. Il sistema di propulsione CODLAG ha ricevuto diversi miglioramenti allo spazio, alla gestione dell'energia e alla distribuzione delle navi. Saranno incorporate nuove armi, come i missili antinave, i laser per la difesa di punto e i sistemi di mitragliatrici elettromagnetiche su rotaia. Altri miglioramenti includono il radar di ricerca di superficie AN/SPQ-9B, un sistema sonar multistatico e un sistema di combattimento Aegis migliorato con una migliore capacità di impegno cooperativo (CEC). La messa in servizio delle due navi 27DDD dovrebbe avvenire nel 2020 e nel 2021.


Rispetto al cacciatorpediniere cinese tipo 052D, il loro radar aggiornato permette loro di lanciare missili balistici, mentre la capacità di difesa dei missili balistici del tipo 052D è sconosciuta. Gli Atago hanno 96 silos di lancio verticale (VLS) rispetto ai 64, possono difendersi da un ampio spettro di minacce ad una task force in aggiunta a se stessi, hanno una maggiore portata di rilevamento utile attraverso il CEC, e sono costruiti per accogliere futuri aggiornamenti. Il Tipo 052D ha capacità offensive superiori che utilizzano missili da crociera e sono in grado di trasportare un numero superiore di missili anti-nave contenuti nel loro VLS; i due modelli sono abbinati in termini di armamento principale e difensivo e di rete digitale e condivisione delle informazioni.

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Il Republic XF-103 Thunderwarrior


Il Republic XF-103 (in alcuni casi indicato anche con il nome di Thunderwarrior) era un caccia intercettore sviluppato dall'azienda aeronautica statunitense Republic Aviation nei primi anni cinquanta e rimasto alle prime fasi di sviluppo.
Realizzato per rispondere ad una specifica emessa nel 1949 dall'United States Air Force (USAF), l'aeronautica militare statunitense, era un progetto dalla tecnologia avanzata, costruito in titanio per resistere alla velocità di quasi Mach 4, teoricamente raggiungibile con l'impiego di un turbogetto combinato, per le alte velocità, con uno statoreattore. Continui ritardi e aumenti di costi rivelarono che il progetto era troppo avanzato rispetto alla tecnologia disponibile all'epoca tanto che, dopo il completamento della cellula (senza motori) del primo prototipo, venne cancellato nel 1957.





L'origine del progetto "AP-57", secondo la denominazione interna del costruttore, risale alla richiesta emessa dall'USAF nei primi mesi del 1949 per un intercettore dalle caratteristiche avanzate, in grado di contrastare per quota operativa e velocità massima i nuovi bombardieri intercontinentali che l'Unione Sovietica, secondo fonti dell'intelligence, avrebbe ben presto avuto a disposizione.
Con la richiesta avanzata, l'USAF introduceva il concetto di sistema d'arma, considerando che la complessità delle macchine e delle armi rendeva ormai di fatto non più percorribile lo sviluppo di singole componenti da assemblare in seguito: sulla base di questa scelta, ogni componente del velivolo sarebbe stata integrata fin dalle origini con le altre, garantendo la compatibilità di ciascuna una volta assemblata sull'aereo.
Fonti diverse utilizzano per indicare il progetto nel suo complesso le sigle "WS-201A" oppure "WS-204A", consistente nel suo complesso in un intercettore ogni-tempo, capace di volare in regime supersonico ed armato con missili aria-aria a guida radar. Sulla base dell'anno, in modo ottimistico, stimato per l'entrata in servizio del nuovo velivolo, il progetto fu conosciuto anche come "1954 interceptor”.



Relativamente alla parte del progetto dedicata all'armamento ed al sistema radar destinato al suo controllo, indicata come "Progetto MX-1179", le autorità militari determinarono il contraente con una selezione completata nell'ottobre del 1950: la Hughes Aircraft si aggiudicò il contratto con una soluzione che vedeva il sistema di controllo MA-1 abbinato al missile aria-aria Falcon, all'epoca denominato F-98.
Per la parte relativa al velivolo, "Progetto MX-1554", la richiesta venne formalizzata dall'USAF nel giugno del 1950: alla scadenza del termine per la presentazione delle proposte, nel gennaio del 1951, si contarono nove progetti provenienti da sei diversi produttori: Republic (tre proposte), North American Aviation (due), Chance-Vought, Douglas Aircraft Company, Lockheed Corporation e Convair. All'inizio di luglio l'USAF selezionò uno dei progetti della Republic e quelli di Convair e Lockheed, disponendo la costruzione di un mockup per ciascuno di essi; in un secondo tempo, considerando la scelta di tre concorrenti troppo dispendiosa, venne deciso di sospendere lo sviluppo del progetto della Lockheed.

Il progetto AP-57 della Republic Aviation derivava dal precedente AP-44A del 1948, un caccia ognitempo in grado di operare ad alta quota, e si caratterizzava per le caratteristiche estremamente avanzate in termini di prestazioni: le stime progettuali indicavano la possibilità di raggiungere valori di velocità massima superiori a Mach 3 ad una quota di circa 24 400 m.
Per poter sopportare le sollecitazioni dovute a tali velocità ed il calore generato dalla resistenza aerodinamica, era previsto che l'aereo venisse realizzato in titanio ed acciaio inossidabile. Per questa ragione il progetto prevedeva fusoliera con sezione pressoché priva di qualsiasi elemento esterno: la cabina di pilotaggio era ricavata all'interno della struttura ed il pilota avrebbe dovuto impiegare un sistema periscopico per la visione frontale; ai lati erano presenti due piccoli finestrini che qualcuno, in modo ironico, definì "indicatori giorno/notte". Il sistema di visione periscopica venne testato nel 1955 a bordo di un F-84G appositamente modificato.
Per le situazioni di emergenza era previsto un sistema di emergenza costituito da una capsula eiettabile verso il basso che avrebbe consentito al pilota di lanciarsi anche a velocità supersoniche; il sistema, in ogni caso, all'atto pratico non venne mai realizzato.
Le ali avevano pianta a delta, integrate in coda da piani orizzontali di uguale disegno. I piani verticali sarebbero stati dueː uno di tipo tradizionale, disposto sul dorso della fusoliera, ed un secondo disposto nella parte ventrale, collassabile lateralmente in fase di atterraggio.
L'unico elemento aerodinamico sporgente dalla fusoliera avrebbe dovuto essere la presa d'aria per i motoriː disposta ventralmente e dotata di ampia apertura ritenuta, per le proprie dimensioni, possibile elemento di criticità in quanto capace di raccogliere oggetti estranei, particolarmente durante le fasi di decollo ed atterraggio.

Le prestazioni previste per l'F-103 erano raggiungibili grazie al particolare sistema di propulsione definito "dual-cycle propulsion system” che vedeva l'installazione di un turbogetto Wright J67, copia realizzata su licenza del britannico Rolls-Royce Olympus, e di uno statoreattore Wright RJ55 che, utilizzati congiuntamente, erano in grado di sviluppare la forza di oltre 150 kN.
L'impiego congiunto dei due sistemi era previsto solamente durante la fase d'intercettazione mentre per le fasi di volo che richiedevano minori velocità, quali decollo ed atterraggio, la propulsione sarebbe stata affidata al solo turbogetto.

Il sistema d'arma MX-904 era basato sull'interazione, interamente computerizzata, tra il radar di tiro Hughes MA-1 e sei missili GAR-3 Falcon; i missili sarebbero stati alloggiati all'interno della fusoliera e lanciati in seguito all'apertura di distinti portelli.
Alcune delle fonti reperite indicano che l'armamento avrebbe dovuto essere integrato da razzi non guidati del tipo "Folding-Fin Aerial Rocket" calibro 2.75 in Mighty Mouse, senza tuttavia indicarne l'esatta disposizione.

Il progetto dell'AP-57 non andò molto oltre il tavolo da disegno: un mockup in scala 1:1 venne realizzato e presentato alle autorità nel marzo del 1953[3]. Tuttavia il contratto per la produzione del nuovo caccia venne assegnato nel marzo del 1954 al progetto della Convair: questo sarebbe entrato in servizio operativo nella primavera del 1956 con il nome di Convair F-102 Delta Dagger.
In ogni caso nel giugno di quello stesso 1954 venne sottoscritto un contratto per tre prototipi dell'F-103 che tuttavia non sfociò in alcun risultato concreto: le difficoltà incontrate nella realizzazione della lega in titanio da impiegare per la struttura dell'aereo ed i ritardi accumulati nello sviluppo del sistema propulsivo combinato, unitamente al lievitare dei costi, determinarono la decisione da parte dell'USAF che il 21 agosto del 1957 decretò il definitivo abbandono del progetto.

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