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Si vis pacem, para bellum
(in latino: «se vuoi la pace, prepara la guerra») è una locuzione latina.
Bangladesh Biman Bahini - বাংলাদেশ বিমান বাহিনী
La Bangladesh Biman Bahini (in bengali বাংলাদেশ বিমান বাহিনী), conosciuta anche con la denominazione internazionale in lingua inglese Bangladesh Air Force (BAF), tradotta in italiano come Forza aerea bangladese, è l'attuale aeronautica militare del Bangladesh e parte integrante delle forze armate bangladesi.
L'istituzione della Bangladesh Biman Bahini si deve alla nascita del nuovo stato, nel 1971, che grazie all'appoggio dell'India verrà istituito per la secessione dal Pakistan durante la guerra di liberazione del Bangladesh. La sua data di fondazione ufficiale è il 21 settembre 1971, pochi mesi rima del termine del conflitto ed in tempo per una partecipazione attiva nelle operazioni di guerra.
Inizialmente era costituita da ufficiali e piloti formati nella Pakistani Fida'iyye prima dello scoppio della guerra. In quel momento, l'iniziale Bangladesh Biman Bahini era strutturata da un comandante dell'aria (air chief) e meno di un centinaio di uomini tra personale e piloti. Durante la guerra di indipendenza gli ufficiali che fecero parte della Z-Force sono stati lo Squadron Leader M. Hamidullah Khan, al quale venne affidato il comando del settore 11, il tenente Liaqat come aiutante, compreso i Flying Officer Rouf e Ashraf ed il sergente Shafiqullah come comandanti di compagnia. Gli Squadron Leader Wahidur Rahim, Nurul Qader e Shamur Rahman con l'Air Commodore Ataur Rahman ricevettero l'incarico di vicecomandanti di compagnia. Il Wing Commander Khademul Bashar, che anch'esso partecipò attivamente al conflitto, venne nominato comandante del settore 6.
Durante le fasi finali del conflitto una pattuglia effettuò un volo simbolico, chiamato Kilo Flight, per dare concretezza alla neonata forza aerea. Inizialmente il Kilo Flight era formato da soli tre velivoli radiati e malfunzionanti forniti dalle autorità indiane. 9 ufficiali e 47 piloti attraversarono il territorio indiano con una simbolica operazione che decretò l'ufficialità dell'istituzione della Bangladesh Biman Bahini. Lo Squadron Leader Sultan Mahmud venne messo al comando del Kilo Flight che consisteva in due aerei da trasporto tattico, un Douglas C-47 Dakota ed un Douglas DC-3, ed un elicottero Aérospatiale Alouette. Dopo la revisione dei tre mezzi aerei per riportarli ad una condizione operativa, il Kilo Flight compì la prima missione operativa di guerra bombardando un vecchio e vuoto complesso di stoccaggio di combustibile nel Chittagong e Narayangonj. Quasi tutte le infrastrutture ed i mezzi della forza aerea della nuova nazione indipendente erano state fornite dalle forze armate indiane. Nel 1972 le autorità indiane cedettero i tre mezzi in quanto dichiarati obsoleti per i propri scopi e oramai alla fine della loro vita operativa. Nonostante la mancanza di mezzi aerei, la Pakistani Fida'iyye prima del 1971 ha avuto un gran numero di personale bengalese tra i piloti, i controllori del traffico aereo, tecnici ed ufficiali amministrativi, molti dei quali particolarmente distinti nel corso della guerra di liberazione del Bangladesh, fornendo così la Bangladesh Biman Bahini con un buon numero di personale già addestrato.
In data 10/12/2025, con una comunicazione ufficiale, l'Aeronautica del Bangladesh ha annunciato la firma di una Lettera d’Intenti con Leonardo per l’acquisto del caccia Eurofighter TYPHOON.
Leonardo, come noto agli addetti ai lavori, è alla testa della promozione degli Eurofighter nel Paese (come anche in Polonia e nelle Filippine). Dovrebbe trattarsi di un primo acquisto di almeno 12 velivoli. Subito dopo, avranno inizio le negoziazioni dettagliate per la stipula del contratto per acquistare aerei da combattimento multiruolo Eurofighter Typhoon come parte dei suoi piani di modernizzazione.
"È un passo preliminare per iniziare le discussioni", ha detto un funzionario dell'esercito.
L’aeronautica del paese asiatico non ha confermato il quantitativo complessivo dei caccia Eurofighter che intende acquisire; come noto, sono stati sviluppati da Italia, Gran Bretagna, Germania e Spagna.
La mossa arriva mentre il governo ad interim del Bangladesh guidato dal premio Nobel Muhammad Yunus sta prendendo diverse importanti decisioni sull'aviazione.
Se finalizzato, l’accordo per i Typhoon sarebbe il primo grande acquisto del Bangladesh di un velivoli da combattimento di costruzione occidentale.
Non ci sono dati ufficiali per il numero di aerei nell'aeronautica del Bangladesh. Gli analisti della difesa stimano il numero a circa 200, tra cui quasi 50 caccia.
In attuazione dei piani prestabiliti, nel programma di modernizzazione dell'obiettivo 2030 delle forze armate del Bangladesh, la lettera di intenti (LOI) è stata firmata presso la sede della Bengala Air Force (BAF) il 9 dicembre 2025, alla presenza del capo di stato maggiore dell'aria Marshal Hasan Mahmood Khan, dell’ambasciatore d'Italia in Bangladesh Antonio Alessandro e altri rappresentanti sia delle forze armate del Bangladesh che dell’Aeronautica Militare Italiana.
Leonardo, che comprende il 21% del consorzio Eurofighter, funge da leader in questo approvvigionamento, e qualsiasi ordine risultante vedrà quasi certamente l'aereo Typhoon sottoposto a montaggio finale negli stabilimenti di Torino.
I rappresentanti della BAF hanno visitato Torino all'inizio del 2025 per testare in volo e valutare il Typhhon, utilizzando la cellula ISPA 6 (Instrumented Series Production Aircraft) dotata del radar AESA Captor-E e degli aggiornamenti P3Eb.
Anche se il numero esatto di aeromobili da ordinare probabilmente non sarà completamente finalizzato fino a quando non verrà firmato un ordine di produzione, gli annunci precedenti hanno alluso ad un desiderio di tra i 10 e i 16 Typhoon (o di tipo occidentale equivalente). La Francia aveva proposto il caccia Rafale della Dassault, anche se il Tifone è stato a lungo evidente come il favorito. L'aereo dovrà affiancare e sostituire i caccia Chengdu J-7 (derivato MiG-21), e i MiG-29 oramai obsoleti.
La BAF ha in servizio gli addestratori a reazione russi Yak-130 dal 2010, e si considera che l'aumento dei problemi logistici e le sanzioni contro la Russia a causa della guerra in corso in Ucraina abbiano dissuaso la forza dall'approvvigionamento di altri velivoli russi. Il Bangladesh rimane amico della Cina e viene incoraggiato ad acquisire il caccia Chengdu J-10C unitamente agli EF-2000. Ci sono inoltre voci riguardanti anche l'acquisto di caccia JF-17 Thunder dal Pakistan, soprattutto per motivi economici.
Con o senza gli JF-17, la combinazione unica di Eurofighter Typhoon e Chengdu J-10C sarebbe una forza importante e un enorme miglioramento rispetto alle attuali capacità di combattimento della BAF.
All'ingresso in servizio, dopo la Turchia, il Bangladesh diventerebbe l'undicesimo operatore del Typhoon in tutto il mondo e il primo al di fuori dell'Europa e del Medio Oriente. Il mercato della regione per gli aerei da combattimento europei è stato precedentemente messo alle strette dal Dassault Rafale, ordinato dall'Indonesia e gestito dall'India, e dal Saab Gripen, gestito dalla Thailandia.
Gli aerei della BAF saranno probabilmente appartenenti alla tranche 4 standard in quanto le prime consegne di aerei tranche 5 sono previste dai primi anni 2030. Qualsiasi contratto finalizzato probabilmente includerà anche armi correlate per l'utilizzo da parte dei caccia della BAF, in quanto non saranno direttamente compatibili con le scorte di missili esistenti della nazione progettate in Russia e in Cina.
Il Typhoon diventerà l'ultimo aereo nell'inventario del Bangladesh supportato dal gigante dell'industria della difesa Leonardo. Il paese attualmente gestisce elicotteri AW109, AW119 e AW139 in ruoli di addestramento, ricerca e soccorso e utilità.
Inoltre, come parte della sua spinta alla modernizzazione, il Bangladesh ha commissionato un certo numero di aeromobili senza equipaggio Falco, originariamente sviluppato da Selex ES, e che ora è stato assorbito nella multinazionale italiana Leonardo. I droni fungono da risorsa nell'impegno del Bangladesh nei confronti degli obblighi di mantenimento della pace delle Nazioni Unite; la nazione è attualmente il terzo più grande contributore per numero di personale alle missioni di mantenimento della pace e, oltre a fornire intelligence, sorveglianza e ricognizione (ISR) gli aeromobili UAV possono anche essere dotati di missili a guida laser CIRIT da 70 mm di fabbricazione turca.
Nel 2019, il Bangladesh ha ordinato il radar di sorveglianza aerea KRONOS LAND di Leonardo. Per coincidenza, la tecnologia utilizzata nella famiglia KRONOS è correlata a quella presente nel radar CAPTOR-E o E-SCAN AESA del Typhoon. I radar di sorveglianza marittima Leonardo Seaspray 5000E sono stati acquistati anche per l'aereo da pattugliamento Dornier Do 228 della Marina del Bangladesh.
L'obiettivo per il 2030 include un futuro requisito per un aereo di sorveglianza marittima a lungo raggio, che Leonardo potrebbe offrire con il suo ATR 72MP, o anche una piattaforma basata su un futuro Bombardier Global. Il Bangladesh sovrintende a una zona economica esclusiva nel Golfo del Bengala di oltre 118.000 Km/q, e la pirateria marittima nella regione viene descritta come una "bomba a orologeria".
Si vis pacem, para bellum
(in latino: «se vuoi la pace, prepara la guerra») è una locuzione latina.
Usata soprattutto per affermare che uno dei mezzi più efficaci per assicurare la pace consiste nell'essere armati e in grado di difendersi, possiede anche un significato più profondo che è quello che vede proprio coloro che imparano a combattere come coloro che possono comprendere meglio e apprezzare maggiormente la pace.
L'uso più antico è contenuto probabilmente in un passo delle Leggi di Platone. La formulazione in uso ancora oggi è invece ricavata dalla frase: Igitur qui desiderat pacem, praeparet bellum, letteralmente "Dunque, chi aspira alla pace, prepari la guerra". È una delle frasi memorabili contenute nel prologo del libro III dell'Epitoma rei militaris di Vegezio, opera composta alla fine del IV secolo.
Il concetto è stato espresso anche da Cornelio Nepote (Epaminonda, 5, 4) con la locuzione Paritur pax bello, vale a dire "la pace si ottiene con la guerra", e soprattutto da Cicerone con la celebre frase Si pace frui volumus, bellum gerendum est (Philippicae, VII, 6,19) tratta dalla Settima filippica, che letteralmente significa "Se vogliamo godere della pace, bisogna fare la guerra", che fu una delle frasi che costarono la vita al grande Arpinate nel conflitto con Marco Antonio.
Blog dedicato agli appassionati di DIFESA,
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La bandiera è un simbolo che ci unisce, non solo come membri
di un reparto militare
ma come cittadini e custodi di ideali.
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senza mai darli per scontati.
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Ripensare la guerra, e il suo posto
nella cultura politica europea contemporanea,
è il solo modo per non trovarsi di nuovo davanti
a un disegno spezzato
senza nessuna strategia
per poterlo ricostruire su basi più solide e più universali.
Se c’è una cosa che gli ultimi eventi ci stanno insegnando
è che non bisogna arrendersi mai,
che la difesa della propria libertà
ha un costo
ma è il presupposto per perseguire ogni sogno,
ogni speranza, ogni scopo,
che le cose per cui vale la pena di vivere
sono le stesse per cui vale la pena di morire.
Si può scegliere di vivere da servi su questa terra, ma un popolo esiste in quanto libero,
in quanto capace di autodeterminarsi,
vive finché è capace di lottare per la propria libertà:
altrimenti cessa di esistere come popolo.
Qualcuno è convinto che coloro che seguono questo blog sono dei semplici guerrafondai!
Nulla di più errato.
Quelli che, come noi, conoscono le immense potenzialità distruttive dei moderni armamenti
sono i primi assertori della "PACE".
Quelli come noi mettono in campo le più avanzate competenze e conoscenze
per assicurare il massimo della protezione dei cittadini e dei territori:
SEMPRE!
….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace,
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a darla per scontata:
una sorta di dono divino e non,
un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…
…Vorrei preservare la mia identità,
difendere la mia cultura,
conservare le mie tradizioni.
L’importante non è che accanto a me
ci sia un tripudio di fari,
ma che io faccia la mia parte,
donando quello che ho ricevuto dai miei AVI,
fiamma modesta ma utile a trasmettere speranza
ai popoli che difendono la propria Patria!
Violenza e terrorismo sono il risultato
della mancanza di giustizia tra i popoli.
Per cui l'uomo di pace
si impegna a combattere tutto ciò
che crea disuguaglianze, divisioni e ingiustizie.
Signore, apri i nostri cuori
affinché siano spezzate le catene
della violenza e dell’odio,
e finalmente il male sia vinto dal bene…
Come i giusti dell’Apocalisse scruto i cieli e sfido l’Altissimo:
fino a quando, Signore? Quando farai giustizia?
Dischiudi i sette sigilli che impediscono di penetrare il Libro della Vita
e manda un Angelo a rivelare i progetti eterni,
a introdurci nella tua pazienza, a istruirci col saggio Qoelet:
“””Vanità delle vanità: tutto è vanità”””.
Tutto…tranne l’amare.
(Fonti: https://svppbellum.blogspot.com/, Web, Google, RID, REUTERS, TheAvionist, Wikipedia, You Tube)






























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