sabato 20 dicembre 2025

I NUOVI INCROCIATORI LANCIAMISSILI POST 2030: la risposta delle marine alleate all'assertività globale russa e cinese; i nuovi DDG(X) della US NAVY, i due incrociatori lanciamissili ASEV (Aegis System Equipped Vessel) della Japan Maritime Self-Defense Force, gli otto incrociatori F-127 della Deutsche Marine e i nuovi incrociatori DDX della Marina Militare italiana.








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Si vis pacem, para bellum 
(in latino: «se vuoi la pace, prepara la guerra») è una locuzione latina.






PREMESSA

Secondo il nostro Ministero degli Esteri, la guerra russa contro l’Ucraina ha evidenziato una crescente cooperazione tra Cina, Russia, Corea del Nord e Iran, alimentando sempre più il dibattito sulla presenza di un “asse” tra queste quattro nazioni. Questo dibattito è sicuramente presente a livello di analisi accademica e di policy, ma è anche penetrato nel vocabolario politico, soprattutto negli Stati Uniti. Non mancano gli argomenti a supporto di questa tesi, soprattutto alla luce della crescente cooperazione sino-russa. La Cina è diventata il primo partner commerciale di Mosca, fornendole anche beni dual use, critici per garantire il funzionamento della macchina bellica russa nonostante le sanzioni. La tendenza è chiara: queste esportazioni subiscono dei cali quando nuove sanzioni secondarie vengono annunciate o minacciate, ma tornano a crescere una volta trovato il modo per aggirare queste sanzioni. I dati, infatti, mostrano che le spedizioni di beni dual use (già aumentate vertiginosamente alla fine del 2021), erano diminuite drasticamente dopo l’invasione dell’Ucraina nel febbraio 2022, a causa delle preoccupazioni relative alle sanzioni, ma sono riprese rapidamente, mantenendosi storicamente elevate per tutto il 2022 e il 2023. Un nuovo calo si è verificato in seguito all’annuncio del Tesoro statunitense, nel dicembre 2023, di potenziali sanzioni secondarie contro le entità che assistono la base militare-industriale russa, ma le esportazioni sono rimbalzate nella seconda metà del 2024, superando i 4 miliardi di dollari nel 2024. Anche le esercitazioni militari tra Russia e Cina hanno visto un salto di qualità (e un aumento in termini numerici) dopo il 2022. Anche Iran e Corea del Nord contribuiscono attivamente allo sforzo militare di Mosca: la Russia avrebbe lanciato contro l’Ucraina oltre 8.000 droni sviluppati dall’Iran da quando ha iniziato l’invasione su vasta scala nel 2022, mentre la Corea del Nord ha addirittura contribuito con almeno 15.000 unità schierate in Russia e Ucraina, di cui almeno 600 sarebbero state uccise, secondo dati dell’agenzia di intelligence sudcoreana dell’aprile 2025. Secondo alcuni, questa collaborazione nell’ambito della guerra contro l’Ucraina è solo la punta dell’iceberg. Ad esempio, secondo Andrea Kendall-Taylor and Richard Fontaine, le quattro potenze stanno formando un nuovo “asse di sconvolgimenti” in cui identificano sempre più interessi comuni, armonizzano la loro retorica e coordinano le loro attività militari e diplomatiche.4 Il gruppo è anche noto come CRINK (China, Russia, Iran, North Korea) o “asse del male” (un twist della frase di George W. Bush nei mesi successivi agli attacchi dell’11 settembre che designava Iraq, Iran e Corea del Nord come nemici degli Stati Uniti). Tuttavia, ci sono anche molte voci a sostegno della tesi per cui i CRINK non costituirebbero un blocco esclusivo né certamente un’alleanza. Si tratterebbe, piuttosto, un insieme di stati insoddisfatti nei confronti dei principi, delle regole e delle istituzioni che sono alla base del sistema internazionale a guida occidentale e il cui obiettivo è creare un’alternativa all’ordine attuale.5 Ma se questi stati non costituiscono un’alleanza, per Anne Applebaum essi non sono neppure un asse; per la storica, essi sono piuttosto un “network di autocrazie” che collaborano ad hoc in base a interessi comuni. In campo navale, allo scopo di affrontare tale situazione militare e geo-politica, gli alleati occidentali ed asiatici stanno potenziando le marine militari, soprattutto progettando e mettendo a punto nuove unità lanciamissili, soprattutto incrociatori.


Marina degli Stati Uniti (US NAVY)

La US NAVY è il ramo del servizio marittimo delle Forze Armate degli Stati Uniti ed è designata come Marina degli Stati Uniti nella Costituzione. È ancora la marina più potente del mondo con il più grande dislocamento, a 4,5 milioni di tonnellate nel 2021.  Ha la più grande flotta di portaerei del mondo, con undici in servizio, una in fase avanzata di prove, due nuove portaerei in costruzione e altre sei portaerei previste a partire dal 2024. Con 336.978 uomini e donne in servizio attivo e 101.583 nella Ready Reserve, la Us Navy è il terzo più grande ramo del servizio militare degli Stati Uniti in termini di personale. Ha 299 navi da combattimento schierabili e circa 4.012 aerei operativi al 18 luglio 2023.  L’Us Navy fa parte del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ed è una delle sei forze armate degli Stati Uniti e una delle otto servizi in uniforme degli Stati Uniti.




In risposta alle nuove assertività su scala globale russe e Cino-comuniste, l’incrociatore DDG(X) è il programma di cacciatorpediniere di nuova generazione pianificato dalla Marina degli Stati Uniti, progettato per sostituire le invecchiate navi della classe Arleigh Burke e incorporare le lezioni apprese sia dai DDG Burke che dagli Zumwalt.
Ancora in fase di sviluppo, il cacciatorpediniere a missili guidati mira a fungere da principale grande unità combattente di superficie del servizio a partire dagli anni 2030, con particolare attenzione ad una maggiore efficienza, una migliore sopravvivenza e la capacità di ospitare armi future come missili ipersonici e sistemi ad energia diretta.
La Marina degli Stati Uniti persegue il programma DDG(X) per affrontare diverse nuove esigenze man mano che la sua attuale flotta invecchia e le minacce si evolvono.
In primo luogo, i DDG Burke, che costituiscono la spina dorsale della flotta di superficie dagli anni '90, stanno raggiungendo i limiti del loro design, nonostante i continui aggiornamenti Flight I, II e III.
Anche con più aggiornamenti, mancano di spazio, potenza e capacità di raffreddamento per ospitare i sistemi futuri. La marina USA ha bisogno di un nuovo scafo con un maggiore margine di crescita per gestire le tecnologie che dovrebbero dominare la futura guerra navale.
In secondo luogo, il programma risponde all'ascesa di concorrenti come Cina e Russia, entrambi dotati di missili antinave avanzati, sistemi di difesa aerea e flotte sempre più capaci, soprattutto quella cinese.







Il nuovo DDG(X) è progettato per fornire una migliore sopravvivenza, capacità missilistica e adattabilità, garantendo che la Marina degli Stati Uniti possa proiettare potenza in ambienti contestati.
Infine, il DDG(X) avrà lo scopo di evitare le insidie del passato bilanciando sistemi collaudati con progressi incrementali. L'obiettivo è reintrodurre l'accessibilità fornendo agli Stati Uniti d’America un sostituto a lungo termine che possa rimanere rilevante per decenni.
Il DDG(X) viene progettato come una piattaforma flessibile che potrà crescere con nuove tecnologie, sempre più avanzate.
La Marina degli Stati Uniti ha deliberatamente scelto un approccio incrementale che mescolerà i sistemi della classe Burke con uno scafo più grande, una sagomatura furtiva e concetti di potenza integrati testati sugli Zumwalt, ora muniti anche di sistemi missilistici ipersonici.
Il sistema di alimentazione integrato (IPS) progettato supporterà radar avanzati e armi ad alta intensità energetica, come i laser ad alta potenza. Le celle missilistiche modulari consentiranno carichi su misura, mentre lo scafo sarà dimensionato per ospitare missili ipersonici e sensori di nuova generazione.
Le funzionalità pianificate includono:
  • Flight III Aegis Combat System Elements: eredita componenti principali dell'architettura DDG-51 Flight III Aegis Baseline 10, come il radar SPY-6(V)1, consentendo alla marina di mettere in campo un sistema di combattimento collaudato senza svilupparsi da zero;
  • Margini di crescita ampliati (SWAP-C): introdurre maggiori margini in spazio, peso, potenza e raffreddamento, dando alla nave la capacità di integrare sensori a più alta potenza, sistemi di guerra elettronica e future armi a energia diretta;
  • IPS: incorpora un IPS per generare e distribuire sostanzialmente più energia elettrica a bordo che supporti sistemi ad alta richiesta, come radar avanzati, laser e armi ipersoniche;
  • Maggiore autonomia e tempo in stazione: migliorare l'efficienza del carburante e ottimizzare la forma dello scafo per rimanere schierati più a lungo senza rifornimento;
  • Firme ridotte IR, sonar e radar: ridurre le firme elettromagnetiche a infrarossi, acustiche e subacquee per ridurre la rilevabilità e la vulnerabilità della nave;
  • Ci si aspetta che l'automazione e la migliore progettazione dei sistemi riducano i requisiti dell'equipaggio mantenendo l'efficacia del combattimento;
  • In breve, il DDG(X) riguarda meno l'equipaggiamento di oggi e più l'adattabilità di domani per rimanere rilevanti per decenni crescendo in capacità che ancora non esistono.
Poiché il DDG(X) è ancora un concetto in fase di progettazione, i suoi limiti sono in gran parte rischi potenziali piuttosto che difetti comprovati:
  • Incertezza dei costi: la Marina degli Stati Uniti non ha finalizzato quanto costerà ogni nave, ma dati i programmi passati, l'accessibilità e la scalabilità rimangono importanti preoccupazioni;
  • Lunga tempistica di sviluppo: la prima costruzione è prevista nei primi anni 2030, con l'entrata in servizio più tardi in quel decennio, lasciando la Marina degli Stati Uniti dipendente dai cacciatorpediniere di Arleigh Burke nel frattempo;
  • Rischi di integrazione tecnologica: l'incorporazione di sistemi di alimentazione avanzati e la preparazione per i futuri sistemi d'arma aggiunge complessità, il che potrebbe portare a ritardi o superamenti se non gestiti con attenzione.
Il futuro DDG(X) non sarà soltanto un'altra nave da guerra per la rinata US NAVY, ma un tentativo di costruire un cacciatorpediniere in grado di tenere il passo con la tecnologia in rapida evoluzione e le crescenti minacce globali, una nave progettata per crescere nel futuro piuttosto che essere lasciata indietro da essa.


Forza marittima di autodifesa - 海上自衛隊 - romaji Kaijō Jieitai - JMSDF (Japan Maritime Self-Defense Force)

La Forza marittima di autodifesa (in Shinjitai: 海上自衛隊 - romaji Kaijō Jieitai), anche nota internazionalmente con la sigla inglese JMSDF (Japan Maritime Self-Defense Force) è la componente navale delle Forze di autodifesa nipponiche, e ha il compito della difesa delle acque territoriali e delle comunicazioni navali del Giappone. Essa è stata formata dopo la fine della seconda guerra mondiale in seguito alla dissoluzione della Marina imperiale giapponese, ed è una marina d'altura con significative capacità operative che la rendono una delle prime forze navali al mondo come tonnellaggio e tecnologia. Ha partecipato a operazioni di peacekeeping delle Nazioni Unite e a operazioni di interdizione marittima, Maritime Interdiction Operations (MIO).
Ultimamente la JMSDF sta modificando una classe di navi, ufficialmente classificate come cacciatorpediniere portaelicotteri, ma in realtà portaerei leggere da 27000 tonnellate, conosciute originariamente come 22DDH e infine come classe Izumo, dalle quali far operare i futuri velivoli F-35 JSF.
La JMSDF ha una forza ufficiale di 46 000 uomini, con 119 navi da guerra, tra le quali 25 sottomarini, 47 cacciatorpediniere, 8 fregate, 29 unità cacciamine, 6 pattugliatori e 9 unità anfibie, per un dislocamento complessivo di 432 000 tonnellate.




Di recente il ministero della Difesa giapponese ha annunciato di aver ottenuto 373 miliardi di yen per iniziare la costruzione dei due super-cacciatorpediniere (meglio, incrociatori) AEGIS ASEV destinati a sostituire il sistema AEGIS Ashore cancellato nel 2021, come parte del bilancio 2024. Pesantemente armate, queste navi con un dislocamento di oltre 12.000 tonnellate avranno il compito di proteggere l'arcipelago giapponese dai missili balistici e da crociera nordcoreani e cinesi, ma anche di effettuare, se necessario, attacchi preventivi o di ritorsione contro possibili aggressori.
Tra la Cina e la Corea del Nord, il Giappone è potenzialmente il bersaglio di diverse centinaia di missili balistici a medio raggio (MRBM) e a raggio intermedio (IRBM), ciascuno dei quali può essere armato con una testata nucleare.
A questa minaccia già più che sostanziale si aggiungono più di mille missili da crociera, imbarcati a bordo di cacciatorpediniere e sottomarini della Marina cinese, nonché nuove armi ipersoniche come il DF-17 armato con una testata ipersonica in grado di manovrare a velocità superiori a mach 5+.
Per far fronte a queste minacce, Tokyo aveva contato sulla creazione di una doppia cortina difensiva antimissile, composta, da un lato, dagli otto DDG AEGIS delle classi Kongo, Atago e Maya, nonché da un dispositivo AEGIS Ashore, simile a quello che oggi protegge le Isole Hawaii. Dotate di radar SPY-1 e di missili SM-3 e SM-6, queste due cortine successive dovevano essere in grado di proteggere le infrastrutture civili e militari dell'arcipelago giapponese, di fronte agli attacchi preventivi cinesi o nordcoreani.
Tuttavia, ciò venne deciso senza tenere conto della significativa densità di popolazione del paese. Infatti, i residenti locali vicini al sito in cui doveva essere installato il sistema AEGIS Ashore si sono opposti a questa costruzione, temendo sia la ricaduta di detriti in caso di intercettazione riuscita, sia la certezza di essere un obiettivo con priorità più alta di un potenziale avversario ostile.
In ogni caso, nel 2021, Tokyo ha annunciato la cancellazione di questo programma e il lancio di un programma sostitutivo, con lo sviluppo di due nuovi incrociatori AEGIS, progettati specificamente per la protezione antibalistica e antimissile dell'arcipelago.
Chiamate ASEV per Aegis System attrezzata Vessel, queste due unità navali non usurperanno la designazione di super-cacciatorpediniere o nave arsenale.  Saranno 20 metri più lungo dei Maya, lunghe 190 metri, saranno anche più larghe del 20%, con una larghezza di 25 metri rispetto ai 21 m.


L’incrociatore lanciamissili ASEV (Aegis System Equipped Vessel) si intende un tipo di unità potentemente armata in costruzione per la Forza marittima di autodifesa giapponese. Il progetto prevede che due unità di questo tipo costituiscano una classe di navi simili a incrociatori o grossi cacciatorpediniere lanciamissili.
Il progetto nasce il 31 agosto 2022, data in cui fu comunicato ufficialmente che le navi erano state chiamate Aegis System Equipped Vessel (ASEV), in giapponese Aegis System tōsai kan (Nave dotata del sistema Aegis).
Le navi ASEV avranno una lunghezza di 190 metri e una larghezza di 25 metri, con un dislocamento standard di oltre 12.000 tonnellate, forse 14.000 a pieno carico. Ciò significa che sono fra le più grandi navi da guerra della loro categoria, superate da poche altre. In proposito, considerando le loro dimensioni e il dislocamento, si inseriscono fra la tipologia dell'incrociatore, ma non hanno ricevuto però una classificazione chiara. Sembrerebbe che l'orientamento sia quello di considerarle come potenziamento estremo dei precedenti cacciatorpediniere. In effetti il design si basa molto sulle navi delle classi Atago e Maya, con la differenza principale costituita dal torrione di diverso aspetto e conformazione. Ciò trova una spiegazione nell'esigenza di montare il radar AN/SPY-7 che ha forma e dimensioni differenti. Il sistema propulsivo sarà simile a quello della classe Maya, essendo del tipo COGLAG (COmbined Gas turbine eLectric And Gas turbine) con una potenza complessiva intorno a 100.000 hp, sfruttando insieme i motori elettrici e le turbine. La velocità sarà quindi di 30 nodi circa.
Il principale apparato sensoristico sarà il grosso e potente radar AN/SPY-7(V)1 prodotto da Lockheed Martin, un radar AESA (Active Electronically Scanned Array) in banda S derivato dal precedente LRDR (Long Range Discrimination Radar), specializzato nell'intercettazione dei missili balistici. Secondo il costruttore avrebbe quintuplicato la potenza rispetto alle prime versioni del radar AN/SPY-1, arrivando a tracciare un numero di bersagli ben superiore a 500. La portata per l'intercettazione si estenderebbe da 1.475 km per i bersagli piccoli (2 metri quadrati) fino a 2.200 km per i bersagli più grandi (10 metri quadrati). Secondo Lockheed Martin però il raggio d'azione massimo del radar sarebbe addirittura di 4.828 km. Inoltre il sistema può intercettare senza difficoltà anche bersagli multipli come le testate MIRV (Multiple Independently-targetable Reentry Vehicle). La versione del sistema Aegis installato è la J7.B, variante giapponese equivalente all'Aegis Weapon System Baseline 9.C2 utilizzato dalla US Navy.
L'armamento sarà davvero consistente potendo usufruire di un lanciatore Mk 41 VLS (Vertical Launching System) composto di 128 celle per missili di vario tipo, suddiviso in due gruppi posizionati a prua e poppa. I missili impiegabili includono SM-3, SM-6, Type 07 SUM e RGM-109 Tomahawk. Inoltre si aggiungeranno due lanciatori quadrupli per il nuovo missile antinave e cruise Type 12 migliorato. Per il contrasto alle minacce sottomarine e di superficie saranno disponibili due tubi lanciasiluri tripli Type 68 per armi da 324 mm. L'artiglieria principale è rappresentata da un cannone polivalente Mk 45 Mod 4 da 127/62 mm, mentre per la difesa di punto sono impiegati due cannoni a canne rotanti CIWS da 20 mm Vulcan Phalanx e, forse, armi ad energia diretta e i nuovi cannoni elettromagnetici.


Deutsche Marine o marina militare tedesca

La Deutsche Marine è la marina militare tedesca, componente marittima della Bundeswehr. Profondamente integrata nella struttura della NATO, la sua missione è la difesa della Germania e dei suoi alleati assieme alle operazioni di peace-keeping e peace-enforcement. La marina fa risalire le proprie origini alla Reichsflotte (Flotta imperiale), costituita durante la Primavera dei popoli del 1848-52 e che per prima navigò con la bandiera nera, rossa e gialla: fondata dal democraticamente eletto Parlamento di Francoforte il 14 giugno 1848, il fallimento della rivoluzione concluse la sua breve esistenza il 2 aprile 1852; l'odierna Deutsche Marine festeggia quindi il suo anniversario proprio il 14 giugno.
Dal 1945 al 1956, i reduci della Kriegsmarine vissero nel Deutscher Minenräumdienst (German Mine Sweeping Administration, «Amministrazione tedesca per lo sminamento» nella dicitura inglese) e nelle organizzazioni che lo seguirono una sorta di stadio di transizione che permise alla futura marina di partire con una base di militari già esperti. Nel 1956, con l'entrata della Germania Ovest nella NATO, essa fu ufficialmente fondata con il nome di Bundesmarine (Marina federale). Con la riunificazione tedesca del 1990, assorbì la Volksmarine (Marina popolare) della Germania Est e diventò l'odierna Deutsche Marine.




Le future fregate (meglio incrociatori) per difesa aerea tedesca F127 saranno significativamente più pronte per il combattimento di quanto precedentemente previsto. Le nuove unità navi dovranno essere dotate di un totale di 96 celle per il Vertical Launch System (VLS).
In precedenza, era stato annunciato che le F127 sarebbero state dotate di due moduli Mk 41 VLS per un totale di 64 celle. L'aggiunta di 32 celle extra, che rappresentano un aumento del 50% della capacità di carico utile, migliora significativamente la profondità del caricatore delle navi, fornendo una maggiore resistenza e autonomia operativa nel combattimento in mare.





Le navi saranno ottimizzate per la difesa aerea e avranno lo scopo di consentire alla Marina tedesca - per la prima volta - di difendersi dai missili balistici (Balistic Missile Defense; BMD) e forse anche dalle armi ipersoniche.
Fonti vicine al progetto indicano che, oltre a integrare ulteriori celle VLS, il design della nave sarà significativamente migliorato per raggiungere un elevato standard di stabilità. È stata definita anche l'architettura IT fondamentale, una base cruciale per la successiva integrazione del sistema. A causa delle celle VLS aggiuntive, gli incrociatori dovrebbero aumentare in lunghezza, pescaggio e dislocamento.
Secondo i rapporti, TKMS e NVL hanno già stabilito strutture che consentiranno lo sviluppo tecnico coerente del tipo di nave. Le due società hanno fondato una joint venture per il progetto nel settembre 2024, seguita dal rilascio del finanziamento iniziale nel dicembre dello scorso anno. Il progetto è attualmente in fase di negoziazione e studio di fattibilità. Questa prima fase del progetto, prima dell'aggiudicazione del contratto, coinvolge il team di progetto che prepara il progetto delle F127 e l’offerta economica.
Per garantire che la Marina tedesca riceva le nuove unità il prima possibile, TKMS e NVL avrebbero già raggiunto un accordo per la pianificazione. Se verrà firmato un ordine, previsto per l'estate del 2026, il team mira a iniziare la produzione il più rapidamente possibile. L'obiettivo è quello di rendere operativa la prima unità entro la metà degli anni 2030 per sostituire la datata classe F124.
Un portavoce di TKMS ha ribadito: “Il lavoro preliminare per l'F127 è in pieno svolgimento. Il livello di maturità del progetto preliminare è puntuale e faciliterà in modo significativo l'implementazione di successo e tempestiva dopo l'assegnazione del contratto. Il team del settore ha fatto un notevole investimento iniziale – per un progetto di queste dimensioni e importanza strategica, questo era assolutamente essenziale.”
Dopo aver inizialmente pianificato di procurarsi solo cinque unità con un'opzione per un'altra, le forze armate tedesche ora intendono acquisire otto incrociatori, che saranno dotati del sistema di comando e controllo AEGIS di Lockheed Martin e del radar Spy-6 di Raytheon.
La bozza di proposta di bilancio per il Comitato di bilancio, prevista per giugno del prossimo anno, includerà circa 26 miliardi di euro per le nuove unità navali "Air Defender". Questa somma probabilmente includerà il costo dell'armamento. L’alta cifra potrebbe anche essere attribuita ai sistemi di difesa aerea VLS aggiuntivi e alle loro armi. L'unica domanda è se, dato il loro armamento e le dimensioni previste, queste unità possano ancora essere classificate DDG, o se siano in realtà incrociatori lanciamissili.
La classe 127 sarà molto più armata di quanto previsto in precedenza e dovranno essere dotate di un totale di 96 celle per il sistema di lancio verticale (VLS). Finora era stato comunicato che solo la F127 avrebbe ricevuto due sistemi VLS del tipo Mk 41 con un totale di 64 celle. L'aumento di 32 celle o il 50% della capacità di carico conferirà ai nuovi incrociatori una profondità di carico significativamente maggiore e quindi una maggiore autonomia operativa in una deprecabile battaglia in mare aperto.
Come già evidenziato, i nuovi incrociatori saranno ottimizzati per la difesa aerea e dovrebbero consentire per la prima volta alla Marina tedesca di difendersi da missili balistici (Ballistic Missile Defense; BMD) e possibilmente anche da armi ipersoniche.
Oltre ad integrare ulteriori celle VLS, il design della nave sarà migliorato in modo significativo per raggiungere un elevato standard di stabilità. È stata definita anche l'architettura IT come base importante per la successiva integrazione dei sistemi. A causa delle celle VLS aggiuntive, le navi dovrebbero con ogni probabilità aumentare in lunghezza, larghezza, pescaggio e dislocamento.
Il progetto è attualmente in fase di negoziazione o di studio. Questo è il modo in cui si svolge la prima fase del progetto prima dell'ordine, in cui il team di progetto prepara l'offerta.
I lavori preparatori per la capoclasse della F127 sono in pieno svolgimento. Il grado di maturità del progetto preliminare è nel piano e favorirà notevolmente un'attuazione di successo e tempestiva. Il team industriale ha fatto un notevole pagamento in anticipo e questo era anche assolutamente necessario per un progetto di queste dimensioni e importanza strategica.


MARINA MILITARE ITALIANA

La Marina Militare è la componente operativa marittima della difesa militare della Repubblica Italiana e costituisce una delle quattro forze armate, insieme a Esercito Italiano, Aeronautica Militare e Arma dei Carabinieri. A essa sono affidati il controllo e la condotta delle operazioni navali nelle acque territoriali e internazionali. È l'unica forza armata in grado di operare sia sulla terraferma, sia nel mare e sia nell'aria.
L'attuale denominazione è stata adottata nel 1946, con la proclamazione della Repubblica dopo la Seconda guerra mondiale, ereditando la stessa struttura della Regia Marina e le unità navali che le condizioni armistiziali e del trattato di pace lasciavano all'Italia. Dopo un'espansione dovuta anche alla cessione da parte degli Stati Uniti d'America di alcune unità navali e a un programma di costruzioni noto come "legge navale", necessario per far fronte alla minaccia proveniente dal Patto di Varsavia, a partire dalla fine del XX secolo è stato attuato un programma di ridimensionamento dovuto alla rivalutazione dei compiti della forza armata.
La sua missione, inizialmente all'interno della NATO e successivamente anche dell'Unione europea, consiste nel mantenimento di una continua e credibile presenza nell'area mediterranea, nel controllo dei mari italiani con unità aeronavali e relativo supporto terrestre, nella cooperazione con le forze navali alleate, nel mantenimento di una forza di superficie e di una forza subacquea in grado di operare autonomamente, garantendosi una protezione da offese aeree, di superficie e subacquee, cui affiancare una componente anfibia in grado di svolgere limitate operazioni.




Nel quadro di un ambizioso piano di modernizzazione, la Marina Militare Italiana si prepara ad un salto tecnologico senza precedenti con il programma dei nuovi incrociatori DDX che sono destinati a sostituire le unità della classe Durand de la Penne entro il 2030; si preannunciano come le unità navali da combattimento di superficie più potenti d’Europa, ridefinendo gli equilibri strategici nel Mediterraneo.


Avranno dislocamento previsto di oltre 14.000 tonnellate e una lunghezza di quasi 180 metri; saranno certamente piattaforme polivalenti progettate per operare in scenari ad alta intensità.
La loro missione principale sarà la scorta della portaerei Cavour e della nuova LHD Trieste; dovranno essere in grado di attuare in mare una vera e propria “bolla” di negazione d’accesso (A2/AD – Anti-Access/Area Denial), in grado di interdire vaste aree a forze ostili nemiche.
Il cuore della capacità bellica degli incrociatori DDX risiederà in una dotazione elettronica e d’armamento di ultima generazione basato sul sistema di combattimento e sul nuovo radar Kronos Dual Band di Leonardo, un sensore AESA che opererà simultaneamente in banda S, per la scoperta a lunghissima distanza anche di minacce balistiche, e in banda X, per il tracciamento di precisione e la guida dei missili. 
Questa tecnologia, molto più avanzata e potente di quella imbarcata sulle fregate FREMM e sui Pattugliatori Polivalenti d’Altura (PPA), è uno dei fattori chiave che determinano le imponenti dimensioni delle nuove navi.
La dotazione offensiva sarà altrettanto notevole con circa 80 celle di lancio verticali (VLS), un numero che pone i DDX ai vertici della categoria. Questi sistemi saranno diversificati: celle Sylver A50 per i missili antiaerei della famiglia Aster (Aster 15, Aster 30 e la nuova versione Block 1NT con capacità anti-balistiche) e le più capienti A70, destinate ad accogliere missili da crociera per attacchi in profondità verso obiettivi terrestri (deep strike) e i futuri missili antinave Teseo Mk2/Evolved i missili next-gen MBDA Stratus family (high supersonic, Mach 3-5, stealthy). 
L’armamento artiglierieresco vedrà alla estrema prua un cannone Leonardo da 127/64 mm con capacità di impiegare munizionamento guidato a lungo raggio Vulcano, e tre cannoni Leonardo da 76/62 mm in configurazione “Sovraponte” per la difesa a/a e anti-nave, capaci di utilizzare proiettili guidati DART contro minacce aeree e di superficie, inclusi i droni.
La scelta di puntare su navi di così grande stazza e potenza risponde a precise esigenze strategiche: un incrociatore come il nuovo DDX offrirà certamente vantaggi che una fregata, seppur moderna e ben armata, non può eguagliare.
Le maggiori dimensioni consentiranno non solo di imbarcare un maggior numero sistemi d’arma e sensori più potenti, ma garantiranno anche una superiore capacità di assorbire danni a bordo e una maggiore generazione di energia elettrica, fondamentale per alimentare i sofisticati radar e i futuri sistemi laser di potenza.
La capacità di creare in alto mare e sottocosta una bolla A2/AD sarà cruciale negli attuali scenari geopolitici; sarà possibile monitorare e difendere uno spazio aereo e marittimo molto più ampio rispetto a quello di una fregata, fungendo da centro di comando e controllo per un intero gruppo navale. La sua capacità di ingaggiare ed abbattere missili ATBM offrirà uno scudo protettivo di valenza strategica nel Mediterraneo allargato e sul territorio nazionale.
Le nuove unità potranno scortare e proteggere le navi anfibie LHD e le portaerei e saranno un fattore abilitante per le operazioni di proiezione di potenza, garantendo la sicurezza delle forze da sbarco e del gruppo aereo imbarcato contro ogni tipo di minaccia, dal mare, dal cielo e da terra.
Il programma DDX non rappresenterà un semplice avvicendamento di unità navali obsolete, ma conferma la volontà della Marina Militare italiana di dotarsi di uno strumento militare all’avanguardia, capace di tutelare gli interessi nazionali in un Mediterraneo allargato sempre più complesso e competitivo, proiettando stabilità e deterrenza attraverso la superiorità tecnologica e la potenza navale. E’ un ritorno ritorno agli incrociatori, il cui ultimo esempio per l’Italia fu il C550 Vittorio Veneto; questi mezzi potranno scortare adeguatamente le navi porta aeromobili come nave Cavour e Trieste garantendo una adeguata e indispensabile sicurezza operativa.
Per aumentare ulteriormente la resilienza e l'efficacia, Leonardo sta progettando una nuova architettura collaborativa che richiederà funzionalità basate sull'intelligenza artificiale (AI). Si potranno applicare algoritmi di intelligenza artificiale all'elaborazione del radar ad apertura sintetica invertita (ISAR) per fornire un aiuto all'interpretazione chiave per gli operatori.
Nuovi sensori progettati o in fase di sviluppo da parte di Leonardo dovranno contrastare le minacce balistiche e ipersoniche capaci di impegnare missili balistici di classe fino a 1300 km di distanza. 
Durante esercitazioni NATO Formidable Shield/At Sea Demonstration incentrate sulla difesa aerea e missilistica integrata (IAMD), l'equipaggio del PPA Giovanni dalle Bande Nere, il primo della configurazione Full Combat equipaggiato con il Dual Band Radar (DBR) – con i radar AESA a quattro antenne AESA Kronos Quad in banda C e Kronos StarFire in banda X – ha dimostrato con successo le capacità di difesa balistica missilistica (BMD) contro le minacce missilistiche e a medio raggio. Utilizzando la sofisticata elettronica del Combat management Systems Leonardo SADOC 4 con capacità IAMD, la nave ha contribuito in modo significativo alla consapevolezza situazionale condivisa della forza navale coinvolta nell’esercitazione: la suite radar DBR ha rilevato e tracciato un bersaglio balistico a corto raggio mantenendo il tracciamento e la diffusione dei dati fino al punto di impatto in mare. L'equipaggio e il sistema di combattimento del Bande Nere hanno anche contribuito alla consapevolezza situazionale della task force navale NATO, agendo come osservatore avanzata, identificando in modo indipendente obiettivi balistici a medio raggio lanciati da piattaforme terrestri e navali in mare e condividendo i loro dati in tempo reale tramite collegamenti dati. Durante l'esercitazione, due obiettivi a medio raggio ARAV-B sono stati lanciati contro la forza navale e sono stati intercettati dai DDG della US NAVY con missili SM-3 Block IA.
In quelle esercitazioni, il sistema AESA di Leonardo ha confermato la capacità di inizializzare il tracciamento in pochi secondi dal lancio e tracciare accuratamente le minacce balistiche per centinaia di chilometri fino alla fase finale di rientro, e di rilevare e tracciare manovre ad alta quota insieme ad obiettivi dalla sezione trasversale ridotta.
Tali capacità sono state trasferite da Leonardo allo IAMD terrestre con l'integrazione del radar Kronos Grand Mobile High Power (GM-HP) con un'unica serie di radar 4FF Kronos Quad C-band nel sistema di difesa aerea terrestre SAMP/T NG, in consegna alle forze italiane e francesi. 
Nel contempo, le capacità di difesa aerea a lungo raggio del radar navale Kronos Power Shield AESA a banda L completamente digitale installato sul LHD di Trieste - hanno visto l'applicazione alla soluzione radar a lungo raggio mobile in banda L (Mobile Long-Range Radar, MLRR).
Leonardo sta anche affrontando la necessità di contrastare le minacce di missili balistici ipersonici e a medio raggio (2.000-3.000 km) con lo sviluppo di soluzioni rispettivamente navali e terrestri. Nuovi radar 4FF nella banda S diventeranno il principale sensore di guerra antiaerea da imbarcare sui nuovi incrociatori per la difesa aerea per la Marina italiana nell'ambito del programma degli incrociatori DDX.
Esiste nel portafoglio di Leonardo SpA un programma specifico per una capacità di allarme rapido nel settore della BMD con riferimento all'approvvigionamento di quattro sensori dedicati in grado di rilevare, tracciare e identificare il punto di impatto insieme alla capacità di fornire dati a un centro di controllo antincendio per intercettare la minaccia. Sulla base delle stesse soluzioni tecnologiche radar digitali in banda L completa, Leonardo sta sviluppando per il governo italiano la capacità di Space Situational Awareness (SSA) basata su un ampio array piatto orientato verso lo spazio per rilevare e tracciare oggetti naturali e artificiali e fornire una solida immagine spaziale riconosciuta (RSP) che contribuisce all'identificazione, alla classificazione e alla prevenzione delle collisioni, nonché alle attività di difesa a sostegno delle risorse spaziali nazionali.
Per armare le nuove unità, risulta già contrattualizzata da parte della Marina Militare italiana, la torretta Leonardo X-Gun, sviluppata unitamente alle nuove munizioni cal. 30 x 173 ABM di KNDS Ammo Italia per aumentare la probabilità di colpire droni e munizioni vaganti. 
Con un livello di preparazione tecnologica ma con un futuro promettente sono in progetto le armi laser direct energy (L-DEW) e le RADIO-Frequency DEW (RF-DEW).  
Nel segmento L-DEW Leonardo sta lavorando su alcune soluzioni: 
  • la prima, in collaborazione con MBDA, è il L-DEW imbarcato. E’ già stata completata un concept con una sorgente MBDA e radar di tiro Leonardo e risulterebbero già condotti test a fuoco con una sorgente laser da 5 kW; 
  • la seconda soluzione riguarda una sorgente laser più potente nella classe da 100 kW. Nel dicembre 2024, MBDA e Leonardo hanno annunciato la firma di un MoU per l'istituzione di attività congiunte su un L-DEW. Quest'ultimo riguarda un'unità di fuoco leggero, inizialmente per applicazioni marittime, ma successivamente applicabile anche al dominio terrestre. MBDA è l'autorità di progettazione per le piattaforme navali esistenti e utilizza una fonte di energia inferiore, mentre un'unità di tiro di fascia alta con l'autorità di progettazione di Leonardo è destinata al nuovo incrociatore DDX. MBDA svilupperà la capacità di generare raggi laser ad alta potenza mentre Leonardo creerà beamer di direzione laser e sistemi di targeting. Entrambe le società stanno guardando inizialmente ai requisiti della Marina italiana, a partire dal programma DDX.
Leonardo si è anche avvicinata ad un altro tipo di effettore per la difesa contro gli sciami di droni con capacità RF-DEW.

CONCLUSIONE

In conclusione, il programma degli incrociatori della marine alleate sarà il simbolo della volontà delle stesse di dotarsi di uno strumento militare all’avanguardia, capace di tutelare gli interessi nazionali e alleati in un Mediterraneo allargato e nell'Indo Pacifico sempre più complessi e competitivi, proiettando stabilità e deterrenza attraverso la superiorità tecnologica e la potenza navale.








Si vis pacem, para bellum 
(in latino: «se vuoi la pace, prepara la guerra») è una locuzione latina.

Usata soprattutto per affermare che uno dei mezzi più efficaci per assicurare la pace consiste nell'essere armati e in grado di difendersi, possiede anche un significato più profondo che è quello che vede proprio coloro che imparano a combattere come coloro che possono comprendere meglio e apprezzare maggiormente la pace.
L'uso più antico è contenuto probabilmente in un passo delle Leggi di Platone. La formulazione in uso ancora oggi è invece ricavata dalla frase: Igitur qui desiderat pacem, praeparet bellum, letteralmente "Dunque, chi aspira alla pace, prepari la guerra". È una delle frasi memorabili contenute nel prologo del libro III dell'Epitoma rei militaris di Vegezio, opera composta alla fine del IV secolo.
Il concetto è stato espresso anche da Cornelio Nepote (Epaminonda, 5, 4) con la locuzione Paritur pax bello, vale a dire "la pace si ottiene con la guerra", e soprattutto da Cicerone con la celebre frase Si pace frui volumus, bellum gerendum est (Philippicae, VII, 6,19) tratta dalla Settima filippica, che letteralmente significa "Se vogliamo godere della pace, bisogna fare la guerra", che fu una delle frasi che costarono la vita al grande Arpinate nel conflitto con Marco Antonio.

Blog dedicato agli appassionati di DIFESA, 
storia militare, sicurezza e tecnologia. 


La bandiera è un simbolo che ci unisce, non solo come membri 
di un reparto militare 
ma come cittadini e custodi di ideali.
Valori da tramandare e trasmettere, da difendere
senza mai darli per scontati.
E’ desiderio dell’uomo riposare
là dove il mulino del cuore non macini più
pane intriso di lacrime, là dove ancora si può sognare…
…una vita che meriti di esser vissuta.
Ripensare la guerra, e il suo posto
nella cultura politica europea contemporanea,
è il solo modo per non trovarsi di nuovo davanti
a un disegno spezzato
senza nessuna strategia
per poterlo ricostruire su basi più solide e più universali.
Se c’è una cosa che gli ultimi eventi ci stanno insegnando
è che non bisogna arrendersi mai,
che la difesa della propria libertà
ha un costo
ma è il presupposto per perseguire ogni sogno,
ogni speranza, ogni scopo,
che le cose per cui vale la pena di vivere
sono le stesse per cui vale la pena di morire.
Si può scegliere di vivere da servi su questa terra, ma un popolo esiste in quanto libero, 
in quanto capace di autodeterminarsi,
vive finché è capace di lottare per la propria libertà: 
altrimenti cessa di esistere come popolo.
Qualcuno è convinto che coloro che seguono questo blog sono dei semplici guerrafondai! 
Nulla di più errato. 
Quelli che, come noi, conoscono le immense potenzialità distruttive dei moderni armamenti 
sono i primi assertori della "PACE". 
Quelli come noi mettono in campo le più avanzate competenze e conoscenze 
per assicurare il massimo della protezione dei cittadini e dei territori: 
SEMPRE!
….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace, 
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a darla per scontata:
una sorta di dono divino e non, 
un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…
…Vorrei preservare la mia identità,
difendere la mia cultura,
conservare le mie tradizioni.
L’importante non è che accanto a me
ci sia un tripudio di fari,
ma che io faccia la mia parte,
donando quello che ho ricevuto dai miei AVI,
fiamma modesta ma utile a trasmettere speranza
ai popoli che difendono la propria Patria!
Violenza e terrorismo sono il risultato
della mancanza di giustizia tra i popoli.
Per cui l'uomo di pace
si impegna a combattere tutto ciò 
che crea disuguaglianze, divisioni e ingiustizie.
Signore, apri i nostri cuori
affinché siano spezzate le catene
della violenza e dell’odio,
e finalmente il male sia vinto dal bene…
Come i giusti dell’Apocalisse scruto i cieli e sfido l’Altissimo: 
fino a quando, Signore? Quando farai giustizia?
Dischiudi i sette sigilli che impediscono di penetrare il Libro della Vita 
e manda un Angelo a rivelare i progetti eterni, 
a introdurci nella tua pazienza, a istruirci col saggio Qoelet:
“””Vanità delle vanità: tutto è vanità”””.
Tutto…tranne l’amare.

(Fonti: https://svppbellum.blogspot.com/, Web, Google, Ministero degli Esteri italiano, Meta-defense, NavalNews, Hartpunkt, ScenariEconomici, Wikipedia, You Tube)
























 

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