giovedì 12 marzo 2020

L'AIM-54 Phoenix era un missile aria-aria a lungo raggio


L'AIM-54 Phoenix era un missile aria-aria a lungo raggio, impiegato, fino ad un massimo di sei unità, dal Grumman F-14 Tomcat e progettato per difendere la flotta contro missili da crociera e da aeroplani come il MiG-25 Foxbat.

L'USAF non ebbe armi paragonabili sino all'introduzione dell'AIM-120 AMRAAM, anche se un missile simile fu sviluppato per il Lockheed YF-12, prototipo della versione da intercettazione del Lockheed SR-71.
Alcuni esemplari del Phoenix sono ancora usati in Iran in una nuova variante, ma la loro operatività è dubbia dato che gli USA non riforniscono loro più i pezzi di ricambio necessari dalla rivoluzione del 1979.




Storia

Il Phoenix venne sviluppato a partire dalla fine degli anni sessanta per poter essere utilizzato nel Douglas F6D Missileer e negli F-111B, con la caratteristica fondamentale di avere un lungo raggio d'azione. La Hughes Aircraft Company creò dunque un missile, chiamato AAM-N-11, da associare ad un radar AN/AWG-9. Nel giugno 1963 si cambiò nome al progetto in AIM-54A e il primo prototipo, l'XAIM-54A, iniziò a volare nel 1965.
La cancellazione dei progetti del Missile e dell'F-111 obbligarono a scegliere un nuovo vettore per il nuovo missile, e alla fine fu scelto l'F-14 Tomcat, che rimase l'unico caccia intercettore con integrata questo tipo di arma dal 1974.
Nell'agosto 1979 il volo del prototipo XAIM-54C soddisfece le esigenze dell'US Navy che ne autorizzò la produzione, deviandola dall'AIM-54A, nel 1982. Quest'ultima variante, l'AIM-54C, costituì circa la metà dei 5 000 Phoenix prodotti fino al 1990, anno in cui venne fermata la produzione.
Il Phoenix fu radiato il 30 settembre del 2004 principalmente a causa della crescente mancanza della minaccia che era stato chiamato a scongiurare, cioè l'attacco della flotta da missili o aerei nemici, seguito dal Tomcat l'8 febbraio del 2006 e rimpiazzati rispettivamente dagli AIM-120 AMRAAM (con portata inferiore) e dai McDonnell Douglas F/A-18 Hornet.




Caratteristiche tecniche e versioni

Il missile Phoenix (fenice) divenne l'unico missile a lungo raggio della Marina degli Stati Uniti ed era parte di un sistema d'arma con possibilità di acquisizione ed ingaggio di bersagli multipli: era possibile infatti agganciare fino a sei bersagli contemporaneamente in condizioni ognitempo e con sistemi di contromisure elettroniche (ECM) attivi grazie ad un'antenna radar che poteva illuminare il bersaglio senza assistenza del vettore lanciatore (l'F-14 appunto).
La struttura del missile era una versione in scala maggiore dell'AIM-47 Falcon con quattro alette incrociate; potevano essere agganciati in un numero pari a quattro ventralmente in speciali piloni ed uno ad ogni pilone subalare, sotto la parte fissa della semiala a geometria variabile. Il pieno carico superava i 2 721 kg, quindi era più comune caricare un misto di Phoenix, Sparrow e Sidewinder per ridurre il peso complessivo dell'aereo.




Furono prodotte un totale di quattro versioni dell’AIM-54:
  • AIM-54A - La prima versione in servizio dal 1974. Una volta lanciato il motore spingeva L'AIM-54A ad una velocità superiore a Mach 2, quindi entrava in azione il sofisticato sistema di guida: per obiettivi non troppo distanti il radar semi-attivo aggiornava continuamente la loro posizione e li marcava periodicamente per dirigere il missile verso di loro; in caso di nemici a grande distanza (fino a 130 km) invece veniva fatta seguire al Phoenix una traiettoria a quote maggiori per ridurre l'attrito e quindi avere più autonomia, finché negli ultimi 18 km entrava in funzione il radar che marcava l'unità da centrare;[2] in caso invece di bersagli vicini (a non meno di 3,7 km) diventava immediatamente operativo il radar;
  • AIM-54B - Versione prodotta in quantità esigue la cui peculiarità era una semplificazione del processo di produzione rispetto al modello precedente;
  • AIM-54C - Versione iniziata a produrre dal 1982 dotata di un nuovo sistema di guida con migliorie al pilota automatico e ai software interni, rendendolo più efficace contro bersagli altamente manovrabili come caccia e missili sea skimming. Il motore, più potente, garantiva una maggiore velocità che unita all'introduzione di una nuova spoletta rendevano più letale il Phoenix; gli aggiornamenti tra l'altro proseguirono con l'installazione di una nuova testata più efficace;
  • AIM-54 ECCM/Sealed - Versione con contro-contromisure elettroniche che non richiedeva più un raffreddamento durante il volo agganciato al vettore. In servizio dal 1988, le sue novità consistevano in una nuova testata esplosiva e in un nuovo software. A causa dell'assenza del sistema di raffreddamento, il Tomcat non doveva superare una certa velocità quando lo portava in volo.




Ci furono anche versioni dedicate all'addestramento e alla sperimentazione designate ATM-54A, ATM-54C e DATM-54A (con carica inerte), AEM-54 (dotata di una particolare telemetria per l'acquisizione di dati) e CATM-54A e CATM-54C (versione non lanciata usata per verificare il sistema di acquisizione del bersaglio).




Il radar AN/AWG-9

Durante il suo sviluppo, una funzionalità chiave dell'F-14 Tomcat era il buon accoppiamento con il suo radar, l'AN/AWG-9 e il missile AIM-54 Phoenix. La combinazione avrebbe fornito l'aereo di un sistema di sorveglianza mai costruito prima, così come di un raggio d'azione eccezionale.
L'AN/AWG-9 fu un apparecchio rivoluzionario per l'epoca, prima della sua introduzione infatti l'operatore era costretto ad interpretare un quadro luminoso analogico per distinguere i veri bersagli dal rumore di fondo, mentre questo radar era uno dei primi con filtro digitale che lasciava all'operatore una visuale molto più chiara dello spazio aereo davanti a lui. Aveva due unità di potenza, tre processori, cinque filtri digitali, quattro unità di controllo radar, tre trasmittenti (capaci di generare un'onda continua a impulsi Doppler) ed un'antenna di 91,4 cm sulla quale era anche montato il sistema IFF formato da due righe di sei dipoli. La potenza del radar era di 10,2 kW.
La capacità più straordinaria dell'AN/AWG-9 era quella di agganciare fino a 24 bersagli simultaneamente, fornendo la posizione di sei di questi ai missili Phoenix. Come i moderni radar Track-While-Scan (TWS, "aggancia mentre continua a scansionare") questo tiene in memoria i dati di ognuno dei 24 bersagli acquisiti, mentre l'antenna continua a cercare, e al passaggio successivo compara le nuove acquisizioni con quelle vecchie aggiornandone la posizione.
Lo stesso metodo permetteva al radar di aggiornare i Phoenix mentre erano in volo verso il bersaglio trasferendo via radio i dati del bersaglio appropriato a ciascuno dei missili inviati che avrebbe dovuto aggiustare appropriatamente la sua corsa. Prima del lancio dei missili il radar stabiliva anche una gerarchia tra le minacce che rilevava, aumentando così le possibilità di sopravvivenza dell'aereo lanciatore. Questo radar è poi stato sostituito nelle ultime versioni del Tomcat (D) da una suo evoluzione, l'APG-71, digitalizzato, migliorato e dotato di una portata maggiore (370 km).




ENGLISH

The AIM-54 Phoenix is a radar-guided, long-range air-to-air missile (AAM), carried in clusters of up to six missiles on the Grumman F-14 Tomcat, its only operational launch platform. The Phoenix was the United States' only long-range air-to-air missile. The combination of Phoenix missile and the AN/AWG-9 guidance radar was the first aerial weapons system that could simultaneously engage multiple targets. Due to its active radar tracking, the brevity code "Fox Three" was used when firing the AIM-54.
Both the missile and the aircraft were used by Iran and the United States Navy. In US service both are now retired, the AIM-54 Phoenix in 2004 and the F-14 in 2006. They were replaced by the shorter-range AIM-120 AMRAAM, employed on the F/A-18 Hornet and F/A-18E/F Super Hornet—in its AIM-120D version, the latest version of the AMRAAM just matches the Phoenix's maximum range.
The AIM-54 is credited with 62 air-to-air kills, all scored by Iran during the long Iran–Iraq War. Following the retirement of the F-14 by the U.S. Navy, the weapon's only current operator is the Islamic Republic of Iran Air Force.




Development

Background

Since 1951, the Navy faced the initial threat from the Tupolev Tu-4K 'Bull' carrying anti-ship missiles or nuclear bombs.
Eventually, during the height of the Cold War, the threat would have expanded into regimental-size raids of Tu-16 Badger and Tu-22M Backfire bombers equipped with low-flying, long-range, high-speed, nuclear-armed cruise missiles and considerable electronic countermeasures (ECM) of various types. This combination was considered capable of saturating fleet defenses and threatening carrier groups.
The Navy would require a long-range, long-endurance interceptor aircraft to defend carrier battle groups against this threat. The proposed F6D Missileer was intended to fulfill this mission and oppose the attack as far as possible from the fleet it was defending. The weapon needed for interceptor aircraft, the Bendix AAM-N-10 Eagle, was to be an air-to-air missile of unprecedented range when compared to contemporary AIM-7 Sparrow missiles. It would work together with Westinghouse AN/APQ-81 radar. The Missileer project was cancelled in December 1960.




AIM-54

In the early 1960s, the U.S. Navy made the next interceptor attempt with the F-111B, and they needed a new missile design. At the same time, the USAF canceled the projects for their land-based high-speed interceptor aircraft, the North American XF-108 Rapier and the Lockheed YF-12, and left the capable AIM-47 Falcon missile at a quite advanced stage of development, but with no effective launch platform.
The AIM-54 Phoenix, developed for the F-111B fleet air defense fighter, had an airframe with four cruciform fins that was a scaled-up version of the AIM-47. One characteristic of the Missileer ancestry was that the radar sent it mid-course corrections, which allowed the fire control system to "loft" the missile up over the target into thinner air where it had better range.
The F-111B was canceled in 1968. Its weapons system, the AIM-54 working with the AWG-9 radar, migrated to the new U.S. Navy fighter project, the VFX, which would later become the F-14 Tomcat.
In 1977, development of a significantly improved Phoenix version, the AIM-54C, was developed to better counter projected threats from tactical anti-naval aircraft and cruise missiles, and its final upgrade included a re-programmable memory capability to keep pace with emerging ECM.




Usage in comparison to other weapon systems

The AIM-54/AWG-9 combination had multiple track capability (up to 24 targets) and launch (up to six Phoenixes can be launched nearly simultaneously); the large 1,000 lb (500 kg) missile is equipped with a conventional warhead.
On the F-14, four missiles can be carried under the fuselage tunnel attached to special aerodynamic pallets, plus two under glove stations. A full load of six Phoenix missiles and the unique launch rails weighs in at over 8,000 lb (3,600 kg), about twice the weight of Sparrows, putting it above the allowable bringback load (which also would include enough fuel for go-around attempts). As such, carrying six Phoenix missiles would necessitate the jettison of at least some of the Phoenix missiles if they were not used. The most common air superiority payload is a mix of two Phoenix, four Sparrow, and two Sidewinder missiles.
Most other US aircraft relied on the smaller, semi-active medium-range AIM-7 Sparrow. Semi-active guidance meant the aircraft no longer had a search capability while supporting the launched Sparrow, reducing situational awareness.
The Tomcat's radar could track up to 24 targets in track-while-scan mode, with the AWG-9 selecting up to six potential targets for the missiles. The pilot or radar intercept officer (RIO) could then launch the Phoenix missiles once parameters were met. The large tactical information display (TID) in the RIO's cockpit gave information to the aircrew (the pilot had the ability to monitor the RIO's display) and the radar could continually search and track multiple targets after Phoenix missiles were launched, thereby maintaining situational awareness of the battlespace.
The Link 4 datalink allowed US Navy Tomcats to share information with the E-2C Hawkeye AEW aircraft. During Desert Shield in 1990, the Link 4A was introduced; this allowed the Tomcats to have a fighter-to-fighter datalink capability, further enhancing overall situational awareness. The F-14D entered service with the JTIDS that brought the even better Link 16 datalink "picture" to the cockpit.




Active guidance

The Phoenix has several guidance modes and achieves its longest range by using mid-course updates from the F-14A/B AWG-9 radar (APG-71 radar in the F-14D) as it climbs to cruise between 80,000 ft (24,000 m) and 100,000 ft (30,000 m) at close to Mach 5. The Phoenix uses this high altitude to maximize its range by reducing atmospheric drag. At around 11 miles (18 km) from the target, the missile activates its own radar to provide terminal guidance.[8] Minimum engagement range for the Phoenix is around 2 nmi (3.7 km); at this range active homing would initiate upon launch.




Service history

U.S. combat experience:

On January 5, 1999, a pair of US F-14s fired two Phoenixes at Iraqi MiG-25s southeast of Baghdad. Both AIM-54s' rocket motors failed and neither missile hit its target.
On September 9, 1999, another US F-14 launched an AIM-54 at an Iraqi MiG-23 that was heading south into the no-fly zone from Al Taqaddum air base west of Baghdad. The missile missed, eventually going into the ground after the Iraqi fighter reversed course and fled north.

The AIM-54 Phoenix was retired from USN service on September 30, 2004. F-14 Tomcats were retired on September 22, 2006. They were replaced by shorter-range AIM-120 AMRAAMs, employed on the F/A-18E/F Super Hornet.
Despite the much-vaunted capabilities, the Phoenix was rarely used in combat, with only two confirmed launches and no confirmed targets destroyed in US Navy service. The USAF F-15 Eagle had responsibility for overland combat air patrol duties in Operation Desert Storm in 1991, primarily because of the onboard F-15 IFF capabilities. The Tomcat did not have the requisite IFF capability mandated by the JFACC to satisfy the rules of engagement to utilize the Phoenix capability at beyond visual range. The AIM-54 was not adopted by any foreign nation besides Iran, or any other US armed service, and was not used on any aircraft other than the F-14.

Iranian combat experience

On January 7, 1974 as part of Project Persian King, the Imperial Iranian Air Force placed an order for 424 AIM-54As, later increasing it by 290 missiles that June. Of the initial order, 274 missiles and 10 training rounds were delivered for US$150 million, until the 1979 Revolution ended deliveries and left the remaining 150 missiles embargoed and the additional order of 290 cancelled.
According to Tom Cooper and Farzad Bishop, during the Iran-Iraq War AIM-54s fired by IRIAF Tomcats achieved 78 victories against Iraqi MiG-21/23/25s, Tu-22s, Su-20/22s, Mirage F 1s, Super Étendards, and even two AM-39 Exocets and a C-601. This includes two occasions where one AIM-54 was responsible for the downing of two Iraqi aircraft, as well as an incident on January 7, 1981 where a Phoenix fired at a four-ship of MiG-23s downed three and damaged the fourth.
The US refused to supply spare parts and maintenance after the 1979 Revolution, except for a brief period during the Iran-Contra Affair. According to Cooper, the Islamic Republic of Iran Air Force kept its F-14 fighters and AIM-54 missiles in regular use during the entire Iran–Iraq War, though periodic lack of spares grounded large parts of the fleet at times. During late 1987, the stock of AIM-54 missiles was at its lowest, with fewer than 50 operational missiles available. The missiles needed fresh thermal batteries that could only be purchased from the US. Iran found a clandestine buyer that supplied it with batteries, which cost up to US$10,000 each. Iran received spares and parts for both the F-14s and AIM-54s from various sources during the Iran–Iraq War, and has received more spares after the conflict. Iran started a program to build spares for the planes and missiles, and although there are claims that it no longer relies on outside sources to keep its F-14s and AIM-54s operational, there is evidence that Iran continues to procure parts clandestinely.
Both the F-14 Tomcat and AIM-54 Phoenix missile continue in the service of the Islamic Republic of Iran Air Force. Iran claimed to be working on building an equivalent missile and in 2013 unveiled the Fakour-90, an upgraded and reverse-engineered version of the Phoenix.

Variants:
  • AIM-54A - Original model that became operational with the U.S. Navy in about 1974, and it was also exported to Iran before the Iran hostage crisis beginning in 1979.
  • AIM-54B - Also known as the 'Dry' missile. A version with simplified construction and no coolant conditioning. Did not enter series production. Developmental work started in January 1972. 7 X-AIM-54B missiles were created for testing, 6 of them by modifying pilot production IVE/PIP rounds. After two successful test firings, the 'Dry' missile effort was cancelled for being "not cost effective".
  • AIM-54C - The only improved model that was ever produced. It used digital electronics in the place of the analog electronics of the AIM-54A. This model had better abilities to shoot down low and high-altitude antiship missiles. This model took over from the AIM-54A beginning in 1986.
  • AIM-54 ECCM/sealed round - More capabilities in electronic counter-countermeasures. It did not require coolant conditioning during flights on board F-14s and not fired (the usual situation). Deployed beginning in 1988. Because the AIM-54 ECCM/Sealed received no coolant, F-14s carrying this version of the missile could not exceed a specified airspeed.
  • There were also test, evaluation, ground training, and captive air training versions of the missile; designated ATM-54, AEM-54, DATM-54A, and CATM-54. The flight versions had A and C versions. The DATM-54 was not made in a C version as there was no change in the ground handling characteristics.
  • Sea Phoenix - A 1970s proposal for a ship launched version of the Phoenix as an alternative/replacement for the Sea Sparrow point defense system. It would also have provided a medium-range SAM capability for smaller and/or non-Aegis equipped vessels (such as the CVV). The Sea Phoenix system would have included a modified shipborne version of the AN/AWG-9 radar. Hughes Aircraft touted the fact that 27 out of 29 major elements of the standard (airborne) AN/AWG-9 could be used in the shipborne version with little modification. Each system would have consisted of one AWG-9 radar, with associated controls and displays, and a fixed 12-cell launcher for the Phoenix missiles. In the case of an aircraft carrier, for example, at least three systems would have been fitted in order to give overlapping coverage throughout the full 360°. Both land and ship based tests of modified Phoenix (AIM-54A) missiles and a containerised AWG-9 (originally the 14th example off the AN/AWG-9 production line) were successfully carried out from 1974 onwards.
  • AIM-54B - A land based version for the USMC was also proposed. It has been suggested that the AIM-54B would have been used in operational Sea Phoenix systems, although that version had been cancelled by the second half of the 1970s. Ultimately, a mix of budgetary and political issues meant that, despite being technically and operationally attractive, further development of the Sea Phoenix did not proceed.
  • Fakour 90 - In February 2013 Iran reportedly tested an indigenous long-range air-to-air missile. In September 2013 it displayed the Fakour-90 on a military parade. It looked almost identical to the AIM-54 Phoenix. In July 2018 as reported by Jane's, Iran started mass production of the Fakour-90.

AN/AWG-9

The AN/AWG-9 and AN/APG-71 radars are all-weather, multi-mode X band pulse-Doppler radar systems used in the F-14 Tomcat, and also tested on TA-3B. It is a very long-range air-to-air system with the capability of guiding several AIM-54 Phoenix or AIM-120 AMRAAM missiles at the same time using its track while scan mode. The primary difference between the AWG-9 and APG-71 is the replacement of the former's analog computer with all-digital computer. Both the AWG-9 and APG-71 were designed and manufactured by Hughes Aircraft; contractor support is now being provided by Raytheon. The AWG-9 was originally developed for the failed naval F-111B program.
The AN/AWG-9 offers a variety of air-to-air modes including long-range continuous-wave radar velocity search, range-while-search at shorter ranges, and the first use of an airborne track-while-scan mode with the ability to track up to 24 airborne targets, display 18 of them on the cockpit displays, and launch against 6 of them at the same time. This function was originally designed to allow the Tomcat to shoot down formations of bombers at long range.

Operators

Current operators:
  • Iran – Islamic Republic of Iran Air Force

Former operators:
  • United States – United States Navy: Retired in 2004


Characteristics

The following is a list of AIM-54 Phoenix specifications:
  • Primary function: long-range, air-launched, air-intercept missile
  • Contractor: Hughes Aircraft Company and Raytheon Corporation
  • Unit cost: about $477,000, but this varied greatly
  • Power plant: solid propellant rocket motor built by Hercules Incorporated
  • Length: 13 ft (4.0 m)
  • Weight: 1,000–1,040 pounds (450–470 kg)
  • Diameter: 15 in (380 mm)
  • Wing span: 3 ft (910 mm)
  • Range: over 100 nautical miles (120 mi; 190 km) (actual range is classified)
  • Speed: 3,000+ mph (4,680+ km/h)
  • Guidance system: semi-active and active radar homing
  • Warheads: proximity fuze, high explosive
  • Warhead weight: 135 pounds (61 kg)
  • Users: US (U.S. Navy), Iran (IRIAF)
  • Date deployed: 1974
  • Date retired (U.S.): September 30, 2004.


(Web, Google, Wikipedia, You Tube)

























mercoledì 11 marzo 2020

La cooperazione europea e la PESCO: European Patrol Corvette (Epc), droni, sistemi di sorveglianza e difesa ABM, difesa NBC, Cyber-security, UUV etc...

Il Consiglio dell'Unione europea ha di recente scelto Naviris per l’European Patrol Corvette e tredici nuovi progetti della cooperazione strutturata permanente “Pesco”.




European Patrol Corvette (Epc)

Su richiesta italiana, il programma è entrato nella Pesco. Si punta a progettare e sviluppare un prototipo della corvetta europea destinata a missioni multiruolo e di pattugliamento. La connotazione italo-francese del progetto richiama l’Airbus dei mari, l’obiettivo a cui punta l’intesa tra Fincantieri e Naval Group. Di recente le due aziende hanno svelato il nome della joint venture paritetica: Naviris. L’obiettivo è coordinare le attività di export, di ricerca e sviluppo e di acquisizioni. Certo, se il lato militare procede spedito, quello civile è ancora alle prese con l’antitrust europeo, visto che la Commissione ha deciso di avviare un indagine approfondita sull’operazione di acquisizione degli Chantiers de l’Atlantique da parte di Fincantieri.
La joint venture tra Fincantieri e Naval Group, cerca partner europei per realizzare il programma per le nuove corvette E.P.C.. La Grecia si è fatta avanti e la spagnola Novantia bussa alla porta.
Naviris, la joint venture al 50% tra Fincantieri e Naval Group, sta cercando nuovi alleati per il programma European Patrol Corvette (Epc), presentato nell’ambito della Pesco (Permanent Structured Cooperation) e approvato lo scorso mese di novembre 2019. La Pesco è un’iniziativa della Unione Europea nell’ambito della Politica di sicurezza e di difesa comune volta all’integrazione strutturale delle forze armate di 25 dei 27 stati membri. La Pesco è una cooperazione rafforzata che non richiede l’adesione di tutti gli stati membri per poter essere avviata.
Il programma Epc è l’unico in ambito Pesco sul navale militare di cui Naviris avrà la gestione e nasce con l’obiettivo di definire una piattaforma comune per corvette-pattugliatori militari di circa 3.000 tonnellate, flessibili e modulari dal punto di vista operativo in modo da adattarsi alle esigenze degli Stati che aderiranno all’Epc, a cominciare da Italia e Francia, che hanno bisogno di rimpiazzare le navi attualmente in servizio. La dotazione del Fondo europeo per la difesa è di 13 miliardi, ma per accedervi occorrono almeno tre Paesi sponsor del progetto e dunque una base industriale forte. La prima ad aderire all’Epc è stata la Grecia, poi la Spagna con Navantia.
Naviris avrà la sede principale a Genova e una controllata a Ollioules in Francia. La sua mission è quella di sviluppare progetti bilaterali di ricerca e sviluppo.
Gli Stati Maggiori della Marina Militare italiana e della Marina Francese hanno di recente avviato uno studio concettuale riguardante l’esigenza operativa comune per una nuova corvetta missilistiva, nota come EPC (European Patrol Corvette, ed in precedenza come PPX). Queste nuove unità, che andranno ad affiancare in seno alla Marine Nationale le fregate FREMM e FTI ed in seno alla MM le FREMM ed i PPA, potranno accedere ai fondi europei. L’Italia ha già presentato da tempo il progetto delle nuove corvette nel quadro della PESCO. Per quanto riguarda gli aspetti tecnici, le recenti indiscrezioni parlano di un dislocamento a pieno carico compreso tra le 3.000 e le 3.300 t, della presenza di un sistema missilistico di autodifesa per missili CAMM ER o MICA NG e di un sonar a profondità variabile: non sembra essere previsto il sonar di scafo con la capacità di contrasto alla minaccia ASW affidata alla cortina trainata ed all’elicottero imbarcato.
Il programma European Patrol Corvette (EPC) è destinato allo sviluppo del prototipo di una nuova classe di piattaforme militari che consenta di ospitare diversi sistemi e carichi utili, al fine di realizzare, con un approccio modulare e flessibile, un gran numero di compiti e missioni. Sarà concepita come una piattaforma comune che verrà utilizzata da diversi Paesi europei sulla base di un progetto comune che dovrà necessariamente essere adattato alle esigenze dei diversi Stati partecipanti. La maggior parte delle caratteristiche della nave porteranno alla definizione di una piattaforma comune su cui applicare requisiti specifici nazionali: la nuova piattaforma sarà sicuramente basata su di un concetto monoscafo, che consentirà di ospitare diversi sistemi d’arma e diversi carichi utili compatibili con le missioni a mano a mano assegnate alle unità che dovranno essere in grado di operare da infrastrutture portuali minori grazie ad un pescaggio inferiore a 5,5 mt. La lunghezza sarà di circa 110 metri e l’impianto propulsivo sarà incentrato su motori diesel e/o elettrici, personalizzabili in base ai requisiti di base. Sia la Francia che l’Italia hanno la futura necessità di rimpiazzare rispettivamente gli OPV e le fregate classe ‘Floreal’ nonché le piattaforme tipo ‘Aviso’ e le corvette con unità di nuova concezione, programma che potrebbe diventare il primo per nuove costruzioni gestito dalla nuova joint-venture Naviris fra Fincantieri e Naval Group.
Come già evidenziato, anche la Grecia è entrata di recente nel programma PESCO per lo sviluppo delle nuove corvette europee: la bandiera greca, infatti, è comparsa accanto a quella dell'Italia e della Francia sul sito ufficiale della PESCO.

Anche droni, oltre alle corvette ed alla difesa missilistica. 

I nuovi progetti della Pesco che vedono l’Italia protagonista coprono uno spettro piuttosto ampio del campo della Difesa. Sono stati adottati oggi dal Consiglio dell’Unione europea, riunitosi a Bruxelles per fare il punto sulla Difesa comune. Il nostro Paese conferma un buon posizionamento, anche se si nota anche l’incremento dell’attivismo francese che guadagna il primo posto per partecipazione.
I primi 17 progetti sono stati adottati a marzo del 2019. Altri 17 sono arrivati il mese di novembre successivo, portando a 34 la lista di programmi a cui aderiscono nel complesso ben 25 Paesi. L’obiettivo della Pesco, prevista dai trattati dell’Unione europea, è avviare strette collaborazioni tra membri nel settore della difesa e della sicurezza per lo sviluppo congiunto di capacità e programmi finalizzati alle rispettive Forze armate: ciò è un tassello nel più ampio progetto di Difesa europea. In quest’ultimo si inserisce anche l’Edf, il fondo che si appresta a dotarsi di 13 miliardi di euro per il periodo 2021-2027. Andranno a cofinanziare programmi nel campo della difesa.
Nella nuova lista l’Italia partecipa a quattro programmi, guidandone due. Il primo (con Francia e Romania) si chiama “European Global Rpas Insertion Architecture System”. Si tratta di un’architettura di simulazione finalizzata ad analizzare e definire le procedure per inserire e integrare i velivoli a pilotaggio remoto nel Cielo unico europeo. Prevede anche la creazione di un centro di competenza multinazionale per sviluppare una dottrina comune europea circa i sistemi non pilotati e gli assetti che li contrastano. 

Il sistema di sorveglianza dallo spazio e difesa A.B.M. “TWISTER”

E’ invece guidato dalla Francia il progetto Twister a cui l’Italia partecipa anche con Finlandia, Olanda e Spagna. Sarà un sistema di sorveglianza dallo Spazio per allerta e intercettazione delle minacce dal cielo, in particolare di quelle più sofisticate. Rientra nel contributo europeo alla difesa dai missili balistici della Nato, e sembra puntare a una completa architettura spaziale di sensori per early warning e intercettori (questi endo-atmosferici). 

Standardizzazione della difesa “N.B.C.”

C’è il progetto guidato dalla Romania a cui l’Italia partecipa con la Francia. L’acronimo è particolarmente complesso: Cbrndtr: l’obiettivo è di standardizzare l’addestramento nella difesa chimica, biologica, radiologica e nucleare. Si useranno le infrastrutture esistenti per esercitazioni pratiche volte a coprire “l’intero spettro” delle possibili minacce.

Difesa cibernetica a guida tedesca “Cyber and Information Domain Coordination Center"

Tra i nuovi programmi a cui l’Italia non partecipa ce ne sono un paio che riguardano la difesa cibernetica. A guida tedesca (con Repubblica Ceca, Ungheria, Olanda e Spagna) c’è il “Cyber and Information Domain Coordination Center”. L’obiettivo è quello di coordinare e condividere gli sforzi che i rispettivi staff militari mettono in atto nel dominio cyber. 




Cyber-security

È iberico il progetto guidato dal Portogallo con la Spagna per un “Cyber Academia and Innovation Hub”. Riguarda la formazione dei futuri esperti di cyber-security e dunque la creazione di un “ecosistema cyber-protetto” che si diffonda all’intero Vecchio continente.

MUSAS: sistema marittimo a pilotaggio remoto per il contrasto alle minacce ASW

Sempre il Portogallo guida il Musas, progetto finalizzato a sviluppare un sistema marittimo a pilotaggio remoto per il contrasto alle minacce sottomarine. Vi partecipano Francia, Spagna e Svezia, al fine di proteggere le preziose infrastrutture che si snodano sott’acqua, comprese linee di comunicazione e di approvvigionamento energetico. 

EUROSIM: addestramento tattico condiviso

Tra i progetti innovativi c’è l’Eurosim, guidato dall’Ungheria con Francia, Germania, Polonia e Slovenia. Ha l’obiettivo di creare un centro per l’addestramento tattico condiviso tra i membri. La novità è che sarà sul cloud: un network per integrare i siti di simulazione geograficamente sparsi e connetterli tutti insieme.

La Francia ha portato a trenta la partecipazione complessiva sui 47 progetti Pesco. L’Italia con la Spagna si colloca al secondo posto, partecipando a 24 progetti. Sorprende l’attivismo francese, soprattutto per la Pesco che Parigi aveva criticato per l’adesione troppo ampia che avrebbe potuto inibirne l’efficacia. Con il nuovo posizionamento sulla cooperazione strutturata permanente Parigi conferma l’intenzione di voler giocare con determinazione tutte le partite sulla Difesa. Anche perché i 13 miliardi del nuovo Fondo dipenderanno dalla nuova Direzione generale “Difesa, Industria e Spazio”.

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Lo sfortunato concorrente del Sukhoi Su-25 Frogfoot: l’Ilyushin IL-102!



L’Ilyushin IL-102, era un prototipo di velivolo per supporto ravvicinato (CAS) / Ground Attack): il cacciabombardiere sfidò senza successo quello che sarebbe diventato il Sukhoi Su-25 Frogfoot in servizio nell'aeronautica sovietica.



Lo stesso requisito dell'Aeronautica Sovietica del 1967 generò la piattaforma di attacco "Frogfoot" Sukhoi Su-25; il prototipo dell’Ilyushin Il-102 era in competizione con il Su-25. 
Entrambi furono progettati per il ruolo di attacco al suolo a supporto dell'avanzata delle forze di terra, in grado di scaricare un considerevole armamento sui nemici. L’Ilyushin costruì solo due prototipi per il suo contributo al programma, mentre il Su-25 proseguì una carriera di successo che continua ancora oggi.
Uno degli aerei da attacco a terra più importanti della Seconda Guerra Mondiale (1939-1945) fu fornito dalla Ilyushin: l’Il-2 "Sturmovik" monomotore a due posti - quindi la ditta aveva già una lunga storia ed esperienza sul campo delle piattaforme di attacco al suolo. L'era del jet cambiò notevolmente il ruolo poiché erano in gioco forze operative più potenti e, di conseguenza, l'addestramento dei piloti e l’attacco erano diventati molto più complessi e difficili.



Per il requisito sovietico, il velivolo avrebbe dovuto avere eccellenti capacità di autonomia, una cabina di pilotaggio protetta, protezione dei sistemi e una capacità di carico bellico superiore alla media. Ciò significava un approccio progettuale più convenzionale rispetto agli eleganti velivoli degli inventari della Guerra Fredda di entrambe le parti. L'Il-102 divenne essenzialmente un'ulteriore evoluzione dell’"Il-40" degli anni ’50: solo sette furono costruiti. Ciò fornì un quadro adeguato per il nuovo requisito che incorporò una configurazione bimotore interna, due membri dell'equipaggio e una torretta di coda "armata" per proteggere i "lati" vulnerabili del velivolo. L'Il-42 non fu approvato dalle autorità dell'Aeronautica Militare sovietica che obbligarono la Ilyushin a proseguire i lavori (privatamente) su un altro percorso di sviluppo che condusse all’ "Il-102" bimotore e biposto.



L'Il-102 non era un velivolo esteticamente piacevole sotto tutti gli aspetti, ma la maggior parte degli aerei “CAS” non lo erano: il classico Il-2 dell'era della Seconda Guerra Mondiale, il Su-25 e l'americano Fairchild A-10 “Thunderbolt II”: tutti seguirono linee di design simili di rusticità. Per quanto riguarda Il-102, il pilota era seduto in una cabina di pilotaggio blindata davanti a una fusoliera e sotto un baldacchino caratterizzato da una pesante inquadratura. La cabina di pilotaggio era posizionata dietro un gruppo muso inclinato per offrire una buona vista dall'alto. Le ali furono inclinate di 30 gradi e montate a metà fusoliera e collegate attraverso le prese d’aria del motore montate lateralmente. I motori furono distanziati per una ottenere una sopravvivenza integrata e posizionati attraverso prese d’aria circolari davanti alle pareti della cabina di guida e dietro ai bordi d’uscita alare. L'unità di coda utilizzava un unico piano verticale e due piani orizzontali montati in basso, a cui veniva dato un notevole diedro (angolo verso l'alto). Il carrello era interamente retrattile e consisteva in un carrello anteriore mono-ruota con i carrelli principali a due ruote in gruppi tenuti fuori bordo da ogni installazione del motore lungo i piani principali alari. A differenza del Su-25 in competizione, che si basava su un singolo pilota, l’Il-102 aveva un equipaggio di due seduti schiena contro schiena. Il cannone di coda era controllato a distanza dal secondo membro dell'equipaggio come sul classico Il-2. Oltre agli spazi dell’equipaggio, erano protetti anche i serbatoi di carburante e gli scompartimenti vitali del motore fondamentali.



L'aeromobile era spinto da 2 motori turbofan Klimov RD-33I che sviluppavano una spinta di 11.465 libbre ciascuno. 

Tali motori alimentarono anche un altro importante giocatore sovietico della Guerra Fredda: il combattente leggero Mikoyan MiG-29 "Fulcrum".
L'armamento proposto divenne un cannone GSh-30-2 da 1 x 30 mm montato esternamente sotto la fusoliera in un'installazione a fuoco fisso in avanti. La postazione dell’arma posteriore è stata dotata di 2 cannoni GSh-23L da 23 mm. Oltre a queste armi convenzionali, le baie interne erano posizionate all'interno dell'elemento ad ala per fornire alloggio per un totale di sei bombe (tre bombe per ala). Oltre a ciò, erano previsti anche  otto hardpoint esterni con sei presenti sotto ciascuna ala e due sotto la linea centrale della fusoliera. Sulla carta, questo rendeva l'I-102 una piattaforma d'attacco molto ben armata sotto ogni punto di vista.



Le specifiche dell'aeromobile includevano: 
  • una lunghezza di 17,5 metri, 
  • un'apertura alare di 16,9 metri, 
  • un'altezza di 5 metri. 
  • Peso a vuoto 28.000 libbre,
  • peso massimo al decollo (MTOW) di 48.500 libbre.

La Ilyushin fece volare per la prima volta l’Il-102 il 25 settembre 1982, ma oramai il contratto per il nuovo aereo d'attacco CAS era andato alla Sukhoi per il Su-25 che fu introdotto in servizio nel luglio 1981. Seguì una seconda cellula, ma questa era riservata esclusivamente ai test statici e non andò mai in volo. Nei test di volo, Il-102 rivelò una velocità massima di 590 miglia orarie con una autonomia massima di 1865 miglia. Il raggio di combattimento era di 435 miglia.


Il prototipo completò circa 250 voli prima del 1984, quando lo sviluppo fu concluso dalla compagnia. L’Il-102 fu ripreso nel 1992 quando fu esposto al Mosaeroshow International Air Show per una possibile vendita all’esportazione, ma non ci furono acquirenti. Questo esemplare è attualmente esposto presso il Gromov Flight Research Institute.

ENGLISH

The Ilyushin Il-102 was a Soviet experimental jet-powered ground-attack aircraft designed by Ilyushin. This aircraft was never chosen for production, being surpassed by the Su-25, and only a few development prototypes were built.

Design and development

In 1967, the Soviet Air Forces drew up a specification for a jet-powered shturmovik or armoured ground attack aircraft. While Sukhoi designed an all-new single seat aircraft, the Su-25, Ilyushin proposed a modified version of their Il-40 of 1953 under the designation Il-42, which, unlike the Sukhoi, was a two-seat aircraft with a remotely-controlled rear gun turret. The design was rejected by the Soviet Air Forces, but Ilyushin decided to continue development as a private venture, renaming the programme Il-102.
The Il-102 first prototype flew on 25 September 1982, with a second airframe built for static tests, and carried out 250 test flights until it was grounded in 1984 when the engine life expired.

The Il-102 was a low-winged monoplane with moderately swept (30 degrees) wings, powered by two Klimov RD-33I turbofans (non-afterburning versions of the engines that power the Mikoyan MiG-29 fighter). It was highly unusual for its time in having a rear gun turret, something not seen in ground-attack aircraft since the World War II Il-2 Shturmovik and Il-10, the Il-102's spiritual ancestors, controlled remotely by a gunner sitting in a cockpit above the trailing edge of the wing. The crew cockpits, engines and fuel tanks were armoured to protect against ground fire.
Although development was abandoned in 1984, the prototype Il-102 was publicly unveiled at the 1992 Mosaeroshow air show at Zhukovsky, being claimed to be available for export.
As of 2005, the prototype No. 10201 was placed on display at the Gromov Flight Research Institute.

Specifications:

General characteristics:
  • Crew: 2
  • Length: 17.5 m (57 ft 5 in)
  • Wingspan: 16.9 m (55 ft 5 in)
  • Height: 5.08 m (16 ft 8 in)
  • Wing area: 63.5 m2 (684 sq ft)
  • Empty weight: 13,000 kg (28,660 lb)
  • Gross weight: 18,000 kg (39,683 lb)
  • Max takeoff weight: 22,000 kg (48,502 lb)
  • Powerplant: 2 × Klimov RD-33I turbofan engines, 51 kN (11,000 lbf) thrust each.

Performance
  • Maximum speed: 950 km/h (590 mph, 510 kn)
  • Combat range: 400–500 km (250–310 mi, 220–270 nmi)
  • Ferry range: 3,000 km (1,900 mi, 1,600 nmi)
  • Wing loading: 283 kg/m2 (58 lb/sq ft)
  • Thrust/weight: 0.58.

Armament

Guns:

  • 1 × 30mm GSh-30-2 cannon externally mounted under fuselage
  • 1 × 23 mm GSh-23L cannon in remotely controlled tail turret
  • Bombs: 7,200 kg (15,873 lb) external stores in six wing bomb bays and eight external pylons (six under wing and two under fuselage).


Related development - Ilyushin Il-40

Aircraft of comparable role, configuration and era:
  • A-10 Thunderbolt II
  • Northrop YA-9
  • Sukhoi Su-25.

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