Special & Diving Operations-Submarine Rescue Ship: I cantieri Mariotti si sono aggiudicati la realizzazione della SDO-SURS della Marina Militare italiana. Si tratta di una commessa centrale anche per l'operatività che la nave è in grado di garantire ovviamente sia sul piano militare che su quello civile. A quanto appreso il contratto dovrebbe essere stipulato entro l'estate, mentre i lavori impegneranno il cantiere per almeno 4 anni. Le aziende genovesi del settore saranno coinvolte, anche se per la costruzione vera e propria bisognerà aspettare ancora qualche mese. Dovrebbe essere coinvolto tutto l'indotto ligure, non solo quello genovese, vista la complessità della nuova unità che tecnicamente è chiamata Sdo-Surs.
La nuova nave, avrà un equipaggio di 120 persone e sarà in grado di ospitarne 200 a bordo. Previsto anche il ponte di volo per elicotteri e un mezzo subacqueo di ultima generazione in grado di operare a 600 metri di profondità.
Sarà una nave versatile che potrà operare anche in condizioni di pace e servire per eventuale soccorso in mare e supporto a terra in caso di necessità anche civili, ma l'unità si adatta bene persino agli scopi scientifici per l'esplorazione dei fondali e la raccolta dei dati. Per il gruppo si tratta della prima nave militare nella lunga storia del cantiere genovese e nella costruzione sarà supportato dal colosso Leonardo che si occupa di fornire i sistemi di comando e controllo.
I cantieri Mariotti sono risultati vincitori nella gara per la realizzazione della nuova unità soccorso sommergibili della Marina Militare, nota con l’acronimo SDO-SURS (Special & Diving Operations-Submarine Rescue Ship).
Tale avanzatissima unità, una volta ultimata, sarà destinata a rimpiazzare la vecchia nave ANTEO, giunta ormai alla fine della sua vita utile.
La SDO-SURS sarà:
- lunga circa 120 m,
- larga 22 m;
- avrà un dislocamento di circa 8.600 t.
I cantieri Mariotti di Genova fanno parte del consorzio “Genova Industrie Navali Holding”, holding costituita nel 2008 dall’unione di T. Mariotti con San Giorgio del Porto.
I predetti cantieri entrano così nel proficuo mercato delle navi militari.
La M.M. italiana aveva scelto il sistema di soccorso subacqueo ideato da Saipem e Drass, aziende leader nella tecnologia sottomarina: la nuova unità tipo “SDO-SuRS - Special & Diving Operations – Submarine Rescue Ship”: sarà una unità specializzata addetta al soccorso di sottomarini in difficoltà o purtroppo sinistrati durante attività operativa subacquea. La nave soccorso utilizzerà come noto un veicolo a controllo remoto (ROV) di ultima generazione con una capsula di salvataggio. Il ROV fungerà da vettore, mentre la capsula avrà la funzione di riportare i superstiti in superficie in totale sicurezza. Il ROV e la capsula saranno collegati meccanicamente ed elettronicamente, formando un unico modulo collegato alla nave a mezzo di un cavo ombelicale contenente linee elettriche, fibre ottiche per l’alimentazione di energia, per la comunicazione e per il controllo. L’intero equipaggiamento sarà diviso in moduli e sarà trasportabile per via aerea. La società Saipem fornirà il ROV ed il veicolo integrato alla capsula; la Drass fornirà i dispositivi di decompressione, le attrezzature iperbariche, i sistemi di ventilazione e medicali.
(DRV) DEEP RESCUE VEHICLE
l nuovo design DRV della DRASS sarà una soluzione affidabile, modulare, espandibile e brevettata, basata sulla combinazione di un WROV (Working Remote Operated Vehicle) industriale di prima classe e una capsula tecnologicamente comprovata per l'intervento e le operazioni di soccorso (CIRO ); il WROV fornisce potenza e propulsione al CIRO ed è ancorato su di esso fornendo una combinazione semplice ma estremamente affidabile ed economica rispetto al RORV esistente: smonta il ROV e lo rimonta attorno al CIRO.
Il CIRO è dotato di un mantello ad inclinazione variabile per l'accoppiamento con il DISSUB (se inclinato e/o arrotolato) evitando quindi perdite di tempo nell'impostazione del mantello in superficie e consentendo la regolazione una volta atterrato sul DISSUB garantendo la migliore posizione di accoppiamento del veicolo al fine di ridurre l'interferenza tra esso e il DISSUB. DRASS DRV presenta i seguenti vantaggi rispetto alle soluzioni convenzionali:
- Facilità di manutenzione: L'utilizzo di un WROV standard, non integrato con la capsula di soccorso, consente una disconnessione plug and play della propulsione con sostituzione immediata in caso di guasto. La tecnologia ROV è affidabile e comunemente più di 400 ROV funzionanti operano in tutto il mondo (fonte IMCA) in applicazioni industriali e offshore.
- Facilità d'uso: La struttura complessiva del veicolo è semplificata e flessibile. C'è la possibilità di utilizzare il WROV come unità stand-alone per altri scopi grazie all'atteggiamento dual use del sistema.
- Formazione conveniente: Essendo il WROV una tecnologia industriale e civile, vi è la possibilità di addestrare il personale dell'Utente Finale su simulatori industriali e su applicazioni Industriali e Offshore senza la necessità di operare in scenari reali di Soccorso Sottomarino, mantenendo così i piloti WROV formati e aggiornati in ogni momento, con possibilità illimitate di crescita personale e ridotti costi associati.
- Resistenza superiore: l'uso del cavo ombelicale offre una durata della missione praticamente illimitata; la missione non finirà mai a causa dei limiti della batteria. L'utilizzo dell'ombelicale permette di avere a disposizione quantità di potenza che consentono di utilizzare propulsori più potenti per contrastare efficacemente le condizioni di corrente sottomarina.
- Versatilità: La possibilità di collegare molti payload differenti alla piastra di aggancio del WROV rende il DRV un sistema a duplice uso, consentendo payload alternativi non solo su applicazioni di Difesa ma anche Industriali e Offshore con grandi benefici per il Paese dell'Utente Finale, le Forze Armate e Piloti.
La Saipem e la Drass hanno realizzato per la M.M. un prototipo dimostrativo già testato con successo nel mare Adriatico.
Lo sviluppo dei sottosistemi di automazione sono stati ultimati dalla Saipem nel suo centro di eccellenza per le tecnologie subacquee di Marghera (Venezia). La collaborazione tra Saipem e Drass per la Marina Militare Italiana si inserisce appieno nel piano strategico di diversificazione che vede impegnate le società nella transizione energetica e nelle fonti rinnovabili, ma anche nello sviluppo di nuovi segmenti strategici ad elevato contenuto tecnologico e di innovazione. La Saipem metterà a disposizione della Marina Militare Italiana tutto il proprio portafoglio prodotti sul fronte ispezione e sorveglianza dei nostri mari; tale sinergia porta un bagaglio tecnologico di avanguardia proveniente dalla robotica subacquea industriale. Il consolidamento della tecnologia duale nel campo della Difesa valorizza ulteriormente il vasto patrimonio specialistico che caratterizza le aziende nazionali nel settore della subacquea. Ciò è propedeutico a progetti di più ampia portata, destinati a creare una eccellenza nazionale nel campo della tecnologia sottomarina. Saipem è una società leader nelle attività di ingegneria, di perforazione e di realizzazione di grandi progetti nei settori dell’energia e delle infrastrutture. È una one company organizzata in cinque divisioni di business. E’ un global solution provider che, con capacità e competenze distintive e asset ad alto contenuto tecnologico, individua soluzioni mirate a soddisfare le esigenze dei propri clienti. La società Saipem è presente in più di 70 paesi del mondo e impiega 35mila dipendenti.
L’Italia è da sempre una delle nazioni più all’avanguardia nella condotta di operazioni subacquee, sia in campo civile che militare, attraverso l’impiego sia di operatori che di mezzi subacquei. Lo sviluppo delle tecniche di esplorazione dei fondali e la realizzazione di mezzi in grado di navigare in tre dimensioni nell’ambiente marino è da sempre un fiore all’occhiello nel novero dei campi specialistici e di sviluppo tecnologico dei quali la Nazione si pregia.
Contestualmente, la delicatezza delle operazioni in parola ha consentito e richiesto il parallelo sviluppo di tecnologie e dispositivi volti a tutelare la vita umana curando i disagi discendenti dagli incidenti che possono avvenire nel corso delle delicate operazioni svolte in profondità. In quest’ottica, l’assetto navale dedicato alla salvaguardia dei sommergibili e al supporto delle operazioni subacquee ha sempre rappresentato una capacità sia di importanza vitale per il Paese sia, in considerazione dell’unicità della piattaforma sullo scenario Mediterraneo, di valenza strategica al tavolo della cooperazione internazionale.
Pertanto, il progetto nasce dall’esigenza di realizzare una Unità altamente specializzata per la ricerca ed il soccorso di sommergibili sinistrati ed in grado di fornire supporto ad un ampio spettro di attività subacquee, sia militari che civili, ed operazioni speciali.
La SDO-SuRS sostituirà Nave Anteo, ormai giunta a fine vita operativa dopo oltre quarant’anni di impiego ed attraverso la sua spiccata polivalenza e flessibilità di impiego sarà in grado di svolgere i seguenti principali compiti:
- condurre in autonomia le operazioni di ricerca, identificazione, soccorso e salvataggio dell’equipaggio di un sommergibile sinistrato (Submarine Rescue Ship);
- fornire supporto alle attività subacquee della Marina Militare e ad attività subacquee organizzate in ambito civile a favore della collettività e degli interessi del Paese;
- prestare soccorso e assistenza medico-specialistica a personale civile e militare colpito da patologie connesse all’attività subacquea;
- assicurare il ruolo di Unità Supporto per le operazioni dei Reparti subacquei (Gruppo Operativo Subacquei, GOS) della Marina;
- operare nel ruolo di Unità Supporto per l’attività operativo-addestrativa a connotazione subacqueo – anfibia del Reparto Incursori (Gruppo Operativo Incursori, GOI) della Marina;
- assicurare il supporto ad un Comando Forze Speciali “deployable” imbarcato.
L’unità avrà caratteristiche idonee per potersi riconfigurare, a seconda della missione assegnata, per operare sia in ruolo di unità di supporto per le operazioni dei Reparti Subacquei della Marina, che di Unità di soccorso ai sommergibili sinistrati sino alla quota di 600 metri, mediante l’impiego di un sistema deployable nazionale di soccorso in dotazione all’Unità ovvero anche attraverso l’impiego di altri sistemi disponibili presso Marine alleate (ad esempio il Nato Submarine Rescue System (NSRS) della NATO ed il Submarine Rescue Diving Recompression System (SRDRS) della US Navy). La Nave disporrà, altresì, di specifiche capacità sanitarie per il trattamento in emergenza di personale colpito da patologie subacquee di grave e media entità. Nell’ambito della progettazione preliminare è stata definita di massima la configurazione della piattaforma che tuttavia è suscettibile di modifiche nel corso della progettazione esecutiva che verrà eseguita dal Cantiere nell’ambito del contratto di acquisizione della nave.
(Web, Google, RID, Difesaonline, Marina.difesa, Wikipedia, You Tube)
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