domenica 3 dicembre 2023

Deutsche Marine: le nuove fregate F126 tedesche saranno equipaggiate con il software di comando e controllo “Systematic C2”.






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Le fregate F126 tedesche saranno equipaggiate con il software di comando e controllo (C2) di Systematic, lo ha annunciato la società in data 20 novembre 2023.
La Deutsche Marine è la marina militare tedesca, componente marittima della Bundeswehr. Profondamente integrata nella struttura della NATO, la sua missione è la difesa della Germania e dei suoi alleati assieme alle operazioni di peace-keeping e peace-enforcement. La marina fa risalire le proprie origini alla Reichsflotte (Flotta imperiale), costituita durante la Primavera dei popoli del 1848-52 e che per prima navigò con la bandiera nera, rossa e gialla: fondata dal democraticamente eletto Parlamento di Francoforte il 14 giugno 1848, il fallimento della rivoluzione concluse la sua breve esistenza il 2 aprile 1852; l'odierna Deutsche Marine festeggia quindi il suo anniversario proprio il 14 giugno.
Dal 1945 al 1956, i reduci della Kriegsmarine vissero nel Deutscher Minenräumdienst (German Mine Sweeping Administration, «Amministrazione tedesca per lo sminamento» nella dicitura inglese) e nelle organizzazioni che lo seguirono una sorta di stadio di transizione che permise alla futura marina di partire con una base di militari già esperti. Nel 1956, con l'entrata della Germania Ovest nella NATO, essa fu ufficialmente fondata con il nome di Bundesmarine (Marina federale). Con la riunificazione tedesca del 1990, assorbì la Volksmarine (Marina popolare) della Germania Est e diventò l'odierna Deutsche Marine.


National Maritime C2 Service Bundeswehr (NMC2S Bw)

Il progetto, chiamato National Maritime C2 Service Bundeswehr (NMC2S Bw), comporterà l'aggiunta di SitaWare Maritime e Fusion alle licenze SitaWare Headquarters (HQ) della Bundeswehr e l'installazione di questi a bordo delle fregate F126. Un portavoce di Systematic ha confermato che le licenze dovrebbero essere rese disponibili già nel 2024.
La Germania riceverà quattro fregate da combattimento di superficie multiuso nell’ambito di un contratto da 4,6 miliardi di euro (5 miliardi di dollari) con l’appaltatore principale Damen Naval. Thales Netherlands gestisce la piena integrazione e fornitura del sistema di missione, del sistema di controllo del fuoco e della suite di comunicazione.
Il contratto è stato assegnato da DXC Technology Deutschland, che gestisce i tempi di integrazione delle navi a seguito di un subappalto da parte di Thales Netherlands.
Ad agosto Systematic è stata incaricata di fornire componenti aggiuntivi SitaWare HQ – Maritime e Fusion – alla Marina tedesca come parte del progetto German Mission Network Block 2 (GMN 2). Il portavoce ha confermato che sia il software GMN 2 che quello NMC2S Bw SitaWare consegnati alla marina sono la stessa versione, aggiungendo che una volta consegnati, l'obiettivo è "che non importa su quale nave si trovi, garantendo un continuum di comprensione attraverso l’intera flotta”.
Il GMN 2 sarà installato presso il Maritime Operations Command (MOC) della Marina tedesca. Il portavoce ha detto che verranno rilasciate 300 licenze in un periodo di tre anni.




La F126 o fregata 126 ( Fregatte 126 )

La F126 sarà una classe di unità navali destinata a sostituire le fregate F123 Brandeburgo nella Marina tedesca. Le navi saranno le più grandi navi da guerra di superficie ad unirsi alla Marina tedesca dalla Seconda Guerra Mondiale. La messa in servizio della prima nave è prevista per il 2028. 
Fino al 1° gennaio 2021, il progetto era noto con il titolo provvisorio MKS 180 o Nave da combattimento multiuso 180 (Mehrzweckkampfschiff 180), dove 180 indicava il complemento previsto delle classi.
La classe dovrà essere modulare e in grado di ospitare i cosiddetti moduli di missione che includono dispositivi, spazio, sensori e armi necessari per svolgere un determinato compito in modo ottimale. Se non in uso, i moduli potranno essere mantenuti e sostituiti separatamente dalla nave e anche scambiati tra navi diverse della classe.
Si prevede che le navi sostituiranno la classe Brandenburg nel loro ruolo di guerra antisommergibile (ASW) se dotate di un sonar modulare trainato ASW.
Similmente alla classe Baden-Württemberg, tuttavia, potranno rimanere in mare fino a due anni senza richiedere manutenzione in porto, con gli equipaggi che si avvicenderanno da e verso la nave schierata ogni quattro mesi. Si prevede che questa capacità consentirà un uso più efficiente degli scafi riducendo il tempo impiegato durante il trasferimento dalla Germania alle zone di conflitto come il mare al largo del Corno d'Africa, dove le navi tedesche hanno ripetutamente preso parte a missioni antipirateria come l'Operazione Atalanta, pattugliare vaste aree per lungo tempo. In questo caso, il "modulo di detenzione" consente all'equipaggio di trattenere i sospetti e, se necessario, di metterli in quarantena in una struttura medica appositamente costruita.
Altri usi previsti sono l'applicazione di embarghi, la scorta di navi mercantili o il comando di task force marittime. Nel 2015 sono stati progettati anche moduli per le contromisure antimine (MCM) e una camera subacquea . 

Caratteristiche

La classe deve essere modulare a missione ed è in grado di ospitare i cosiddetti moduli di missione che includono dispositivi, spazio, sensori e armi necessari per svolgere un determinato compito in modo ottimale. Se non in uso, i moduli possono essere mantenuti e sostituiti separatamente dalla nave e anche scambiati tra navi diverse della classe.

Cronologia del progetto

I primi studi per una classe di future navi di superficie furono avviati nel 2009. All'epoca, l'obiettivo era quello di sviluppare un sostituto per il velivolo d'attacco rapido di classe Gepard 143A. In riferimento alle cinque corvette della classe K130 che dovevano sostituire la vecchia classe 143 Albatros, il progetto fu chiamato MÜKE ( Mittlere Überwasserkampfeinheit ) o K131. Si prevedeva che otto navi entrassero a far parte della marina entro l'inizio degli anni '20 e poi fossero disponibili negli anni '50.
Le navi dovevano essere modulari in missione. La Marina, sempre più impegnata a condurre lunghi schieramenti all'estero con una flotta di navi obsoleta influenzata dalle esigenze della Guerra Fredda, desiderava ottenere navi flessibili che potessero essere rapidamente modificate a seconda delle necessità. Questo fattore progettuale, che all'epoca influenzò anche le fregate della classe Baden-Württemberg, fece sì che il progetto progettato aumentasse in termini di cilindrata e complemento rispetto a una tipica corvetta. Entro l'inizio del 2011, il progetto avrebbe dovuto quindi sfociare in una "nave da combattimento multiruolo" (Mehrzweckkampfschiff). Il 25 marzo 2013 sono stati formalmente decisi i requisiti dettagliati. 
Durante la successiva fase di analisi, sono stati suggeriti tre progetti, uno che soddisfaceva tutti i requisiti e due altri meno costosi che li soddisfacevano parzialmente. L'8 giugno 2015 è stato selezionato il progetto pienamente conforme. Nel 2015 il numero di navi è stato ridotto a quattro, con l'entrata in servizio del primo scafo entro il 2023 per un costo totale previsto di circa 4 miliardi di euro e altre due navi in un potenziale secondo lotto. Fondamentalmente, il progetto MKS 180 era ormai cresciuto fino a sostituire le quattro fregate F123 di classe Brandenburg, che rappresentavano la principale capacità ASW della Marina. 
La gara del 2015 era aperta alle offerte di aziende europee, con il ministro della Difesa Ursula von der Leyen che ha deciso di non impedire la partecipazione di offerenti stranieri per motivi di sicurezza nazionale. Hanno partecipato diverse aziende, tra cui: 
  • BAE Systems e cantieri navali tedeschi;
  • Damen Group e Blohm + Voss;
  • Thyssenkrupp Marine Systems e Lürssen.
A metà del 2017 la BAE Systems, che offriva una nave basata sulla Type 26, si ritirò dalla gara e nel marzo 2018 il governo tedesco escluse il consorzio Thyssenkrupp/Lürssen. Thyssenkrupp Marine Systems ha poi collaborato come subappaltatore dei cantieri navali tedeschi, mentre Lürssen è diventato di fatto un partner di Damen, dopo aver acquisito Blohm + Voss nel 2016.
Nel gennaio 2020, dopo una procedura di gara durata cinque anni, il gruppo olandese Damen ha vinto la gara, anche se le navi saranno costruite nel cantiere navale Blohm + Voss ad Amburgo, in Germania e nel cantiere navale Peene a Wolgast, in Germania, entrambi di proprietà del gruppo Lürssen.  I cantieri navali tedeschi hanno protestato contro l'aggiudicazione, ritardando la firma del contratto legalmente vincolante richiesto. Tuttavia, la società ritirò la sua protesta quando insieme a Lürssen annunciò che avrebbero riunito la loro costruzione navale in una joint venture e che il cantiere navale di Kiel avrebbe partecipato alla costruzione. 
Il contratto è stato firmato il 17 giugno 2020. Nel giugno 2020 la commissione bilancio del parlamento tedesco ha ufficialmente autorizzato 6 miliardi di euro per le prime quattro navi e due opzioni con la prima nave prevista per essere messa in servizio entro il 2027. Il contratto assegnato a Damen copre le navi, le strutture di addestramento nonché due ASW e due moduli di detenzione e ammonta a 5,48 miliardi di euro mentre le armi vengono contratte separatamente. La capacità operativa iniziale delle navi, che avranno sede a Wilhelmshaven, è prevista nel 2028.
Thales nei suoi stabilimenti nei Paesi Bassi e in Germania fornirà sistemi radar, IT e di controllo del fuoco , in particolare il sistema di gestione del combattimento "Tacticos" e la soluzione di controllo del fuoco AWWS ("above water warfare system").  Nel novembre 2020 non era ancora stato deciso il fornitore della suite per la guerra subacquea.
Wärtsila SAM Electronics di Amburgo integrerà i sistemi elettrici delle navi, mentre la società canadese OSI Maritime fornirà la suite di navigazione e l'unità Rolls-Royce Power Systems è responsabile della gestione della piattaforma navale e dei sistemi di automazione.  ABB si è aggiudicata un contratto per la fornitura del sistema di alimentazione CC della nave.  I motori elettrici e il cambio saranno forniti da Renk. 
Il progetto ha superato una revisione critica del progetto all'inizio del 2022, dopo di che la costruzione della prima nave è iniziata nel 2023 mentre la posa della chiglia è prevista per il 2024. Attualmente non è stato scelto alcun nome per la nave capoclasse. 
Mentre le navi di prua saranno costruite a Wolgast, le navi di poppa saranno costruite a Kiel dove entrambe verranno unite. Il montaggio, i test e le prove avranno luogo ad Amburgo. L'Hamburg Ship Model Basin (HSVA) sta effettuando test di flusso basati su modelli. 

Polemica sull'aggiudicazione del contratto

Daniel Günther, ministro presidente dello stato Schleswig-Holstein, dove si trova Kiel, si è lamentato in pubblico della decisione di partecipare ad un bando europeo, ritenendo che il know-how tedesco ed i posti di lavoro fossero minacciati dalla decisione del governo. Ha ribadito che la costruzione di navi da guerra di superficie dovrebbe essere elencata come una "tecnologia chiave" ( Schlüsseltechnologie ) che formalizzerebbe la capacità dei governi (ma non l'obbligo) di escludere le gare d'appalto per navi di superficie dal diritto della concorrenza dell'UE. Secondo il ministro dell'Economia dello Schleswig-Holstein, Bernd Buchholz ( FDP ), questa è una pratica comune in altri paesi europei dove il governo può anche possedere direttamente partecipazioni nei cantieri navali nazionali. Ha criticato in particolare il fatto che nei Paesi Bassi si svolgerebbero attività ad alta intensità di conoscenza come la ricerca e lo sviluppo. 
Anche il sindacato dei metalmeccanici (IG Metall) e i consigli dei lavoratori dei cantieri navali e dei subappaltatori marittimi hanno criticato la decisione, ritenendo che 15.000 posti di lavoro siano minacciati in un appello al governo di proteggere i cantieri navali, i posti di lavoro e di impegnarsi con l'industria per realizzare un "ristrutturazione" della costruzione navale in Germania.
Il 12 febbraio 2020 il governo ha deciso di includere la costruzione di navi di superficie tra le tecnologie chiave. L’intenzione in tal senso era già stata formalizzata durante le trattative tra i partiti al governo SPD e CDU/CSU nel 2018. Ciò non ha alcuna influenza sulla gara d’appalto MKS 180, che era già stata condotta a livello europeo.

Le fregate F126 saranno le più grandi della flotta navale tedesca

Nel giugno 2020, dopo una gara d'appalto europea pluriennale, Damen Naval e l'Ufficio federale tedesco per le attrezzature, l'informatica e il supporto in servizio della Bundeswehr (BAAINBw) hanno firmato un contratto per la progettazione e la costruzione di quattro MKS 180 multiuso navi da combattimento per la Marina tedesca. Nello stesso anno, la nave fu riclassificata come Fregata Classe 126 (F126).
Con una lunghezza di 166 metri e un dislocamento fino a 10.000 tonnellate, le fregate F126 saranno le più grandi della flotta navale tedesca. Questi saranno in grado di operare a tutte le latitudini; dai tropici fino alle regioni polari. Il design altamente automatizzato e a bassa manutenzione di Damen consentirà alla Marina tedesca di utilizzare la nave ininterrottamente con un equipaggio principale di 114 persone (a rotazione ogni quattro mesi) per un massimo di due anni.
Damen Naval ha progettato le fregate F126 per soddisfare il requisito primario della Marina tedesca di fornire capacità di combattimento multiuso alle forze navali nazionali e alleate. Ciò consentirà il dispiegamento in un’ampia gamma di operazioni militari, dalla sorveglianza marittima, al controllo dell’embargo e all’evacuazione militare da un lato, al pieno comando di una task force navale dall’altro.

Una piattaforma flessibile multi-missione

La fregata F126 sarà una piattaforma flessibile multi-missione; un tipo di nave che può essere utilizzata in una varietà di situazioni. Ciò sarà ottenuto mediante la modularità. A seconda delle esigenze specifiche della Marina tedesca, è possibile installare, quando necessario, moduli di missione dedicati. Damen sta progettando i moduli in modo che possano essere scambiati senza la necessità di un lungo periodo di messa in servizio.
Le fregate F126 saranno dotate di tecnologie all'avanguardia in termini di ridondanza, sopravvivenza e rilevabilità. In termini di sensori e armi, questo include un sistema di gestione del combattimento supportato da una gamma completa di sistemi di guerra antiaerea (AAW), sistema di guerra sopra l’acqua (AWWS) e guerra anti-sottomarino (ASW).
Damen ha selezionato sistemi di generazione di energia robusti e a prova di futuro che si tradurranno in un minor consumo di carburante (e quindi minori emissioni di carbonio) e compatibilità con le fonti energetiche sostenibili. Ciò darà alla Marina tedesca la possibilità di integrare nuove tecnologie nel corso del ciclo di vita delle navi.
Sebbene Damen effettuerà i lavori di progettazione e ingegneria nei Paesi Bassi, la costruzione vera e propria delle navi avrà luogo in Germania. Sotto il coordinamento del partner del progetto Blohm+Voss, le navi saranno costruite nei cantieri di Amburgo, Kiel e Wolgast. Il secondo partner del progetto di Damen è Thales Nederland, sotto il cui ambito si trovano il sistema di gestione del combattimento, l'integrazione dei sistemi di combattimento e la maggior parte dei sensori essenziali per la missione.
Oltre ai due partner principali, nel progetto F126 sono coinvolte molte piccole e medie imprese tedesche del settore marittimo, dell'ingegneria meccanica e dell'edilizia. Pertanto, il progetto apporterà notevoli benefici allo sviluppo della conoscenza tedesca. Pertanto il progetto avrà una quantità molto significativa di contenuti tedeschi. Tuttavia, poiché sono coinvolte anche numerose aziende olandesi, norvegesi, americane e italiane, il progetto F126 stimolerà la cooperazione tecnologica marittima internazionale.

L’italiana Leonardo è stata scelta per equipaggiare le nuove fregate della Marina tedesca

I sistemi di difesa navale OTO 127/64 LightWeight (LW) Vulcano di Leonardo sono stati selezionati dal cantiere Damen per equipaggiare le quattro fregate F126, cui si aggiungono due opzionali, della Marina militare tedesca. L’accordo include servizi di supporto e manutenzione, simulatori per la formazione dell’equipaggio e attività di bordo per l’integrazione e la messa in esercizio.




L’OTO 127/64 LW Vulcano è un sistema tecnologicamente sofisticato e completamente digitalizzato che assicura un supporto costante agli operatori e al Combat Management System di bordo per il calcolo delle soluzioni di tiro nel corso della pianificazione della missione. Unico al mondo in grado di integrare le munizioni Vulcano 127mm di Leonardo nella versione Guided Long Range (GLR) e nella versione Ballistic Extended Range (BER), oltre al munizionamento convenzionale, l’OTO 127/64 LW Vulcano è in grado di estendere la capacità di difesa della nave fino a 85 km di distanza con precisione metrica.
Il nuovo accordo rafforza ulteriormente la partership strategica di lunga data tra Leonardo – che in Germania opera con diverse attività ed è anche presente attraverso la controllata Leonardo Germany GmbH con uno stabilimento produttivo nella città di Neuss,– e la Marina militare tedesca. I sistemi per la difesa navale di Leonardo sono già a bordo di diverse tipologie di navi tedesche, incluse le fregate classe Baden-Württemberg, anch’esse dotate dell’OTO 127/64 LW Vulcano con capacità di impiego delle munizioni Vulcano.
Hein van Ameijden, Managing Director di Damen Naval ha commentato: “Il progetto F126 procede in linea con il programma e in piena collaborazione con le autorità governative. Leonardo è il partner ideale per raggiungere il nostro obiettivo di consegnare alla Marina tedesca almeno quattro fregate tecnologicamente all'avanguardia. La classe F126 fisserà nuovi standard in termini di modularità e capacità e il sistema di difesa OTO 127/64 LW Vulcano di Leonardo è un importante contributo".
Sempre in ambito navale, Leonardo sta consolidando il rapporto strategico sia con il cantiere Damen sia con la Marina olandese. Quest’ultima ha, infatti, già selezionato anche i 127/64 LW Vulcano, insieme al sistema automatico di caricamento delle munizioni standard e Vulcano (Automatic Ammunition Handling System - AAHS), per il rinnovamento delle quattro unità multiruolo classe De Zeven Provinciën.
Selezionato nel 2020 nell’ambito di una gara europea durata diversi anni, il cantiere Damen Naval sta costruendo le quattro fregate classe F126 insieme ai partner Blohm+Voss e Thales. Il contratto prevede la prima consegna di quattro fregate tra il 2028 e il 2031 e la possibile consegna di altre due navi opzionali dopo il 2032. Tutti i lavori di costruzione saranno eseguiti interamente in Germania presso i cantieri navali di Kiel, Amburgo e Wolgast.
 
Damen Shipyards Group - Oceans of Possibilities

Damen Shipyards Group, società attiva da oltre novant'anni, offre soluzioni marittime in tutto il mondo, attraverso la progettazione, costruzione, conversione e riparazione di navi e componenti navali. Integrando i sistemi, creiamo piattaforme innovative e di alta qualità, che forniscono ai nostri clienti il massimo valore aggiunto.
I nostri valori fondamentali sono artigianalità, imprenditorialità e gestione. Il nostro obiettivo è diventare il costruttore navale più sostenibile del mondo, attraverso la digitalizzazione, la standardizzazione e la costruzione in serie delle nostre navi.
Damen gestisce 35 cantieri navali e altre 20 società in 20 paesi, supportati da una rete di vendita e assistenza mondiale. Damen Shipyards Group offre lavoro diretto a più di 12.000 persone.
 
Leonardo

Leonardo, azienda globale ad alta tecnologia, è tra le prime società al mondo nell’Aerospazio, Difesa e Sicurezza e la principale azienda industriale italiana. Organizzata in cinque divisioni di business, Leonardo vanta una rilevante presenza industriale in Italia, Regno Unito, Polonia e USA dove opera anche attraverso società controllate come Leonardo DRS (elettronica per la difesa) e alcune joint venture e partecipazioni: ATR, MBDA, Telespazio, Thales Alenia Space e Avio. Leonardo compete sui più importanti mercati internazionali facendo leva sulle proprie aree di leadership tecnologica e di prodotto (Elicotteri; Velivoli; Aerostrutture; Electronics; Cyber Security e Spazio). Quotata alla Borsa di Milano (LDO), nel 2020 Leonardo ha registrato ricavi consolidati pari a 13,4 miliardi di euro e ha investito 1,6 miliardi di euro in Ricerca e Sviluppo. L’azienda dal 2010 è all’interno dei Dow Jones Sustainability Indices (DJSI), confermandosi anche nel 2021 tra le aziende leader globali nella sostenibilità. Leonardo è inoltre inclusa nell’indice MIB ESG.




Ripensare la guerra, e il suo posto
nella cultura politica europea contemporanea,
è il solo modo per non trovarsi di nuovo davanti
a un disegno spezzato
senza nessuna strategia
per poterlo ricostruire su basi più solide e più universali.
Se c’è una cosa che gli ultimi eventi ci stanno insegnando
è che non bisogna arrendersi mai,
che la difesa della propria libertà
ha un costo
ma è il presupposto per perseguire ogni sogno,
ogni speranza, ogni scopo,
che le cose per cui vale la pena di vivere
sono le stesse per cui vale la pena di morire.
Si può scegliere di vivere da servi su questa terra, ma un popolo esiste in quanto libero, 
in quanto capace di autodeterminarsi,
vive finché è capace di lottare per la propria libertà: 
altrimenti cessa di esistere come popolo.
Qualcuno è convinto che coloro che seguono questo blog sono dei semplici guerrafondai! 
Nulla di più errato. 
Quelli che, come noi, conoscono le immense potenzialità distruttive dei moderni armamenti 
sono i primi assertori della "PACE". 
Quelli come noi mettono in campo le più avanzate competenze e conoscenze 
per assicurare il massimo della protezione dei cittadini e dei territori: 
SEMPRE!
….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace, 
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a darla per scontata:
una sorta di dono divino e non, 
un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…
…Vorrei preservare la mia identità,
difendere la mia cultura,
conservare le mie tradizioni.
L’importante non è che accanto a me
ci sia un tripudio di fari,
ma che io faccia la mia parte,
donando quello che ho ricevuto dai miei AVI,
fiamma modesta ma utile a trasmettere speranza
ai popoli che difendono la propria Patria!
Signore, apri i nostri cuori
affinché siano spezzate le catene
della violenza e dell’odio,
e finalmente il male sia vinto dal bene…

(Fonti: https://svppbellum.blogspot.com/, Web, Google, Jane’s, Seaforces, Leonardo, Damen, Wikipedia, You Tube)































 

sabato 2 dicembre 2023

LA SPADA DEI CAVALIERI TEMPLARI: l’Ordine dei Templari fu fondato nel 1118 per assicurare la custodia dei Luoghi Sacri e proteggere le vie di pellegrinaggio. L'ordine raggiunse il massimo splendore nel XIII secolo. La spada aveva la lama in acciaio decorato in nero fino ad un terzo e fornimento con decorazioni in metallo bronzato.






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I Cavalieri portaspada

I Cavalieri portaspada (in latino: Fratres militiae Christi, in tedesco: Schwertbrüder) furono un ordine monastico militare tedesco costituito nel 1202 da Alberto di Riga. La regola era fondata su quella dei Cavalieri templari. Furono chiamati anche "Cavalieri di Cristo" e "Fratelli della spada", poi confluiti nell'"Ordine livoniano".







Nome dei cavalieri in varie lingue:
  • Latino: Fratres militiae Christi de Livonia ("Fratelli dell'Esercito di Cristo di Livonia”);
  • Tedesco: Schwertbrüderorden ("Ordine dei Fratelli di Spada”);
  • Estone: Liivi ordu o Liivimaa Ordu ("Ordine livoniano”);
  • Lettone: Zobenbrāļu ordenis ("Ordine dei Fratelli di Spada") e Livonijas ordenis ("Ordine livoniano”);
  • Lituano: Kalavijuočių ordinas ("Ordine degli Spadaccini”);
  • Polacco: Zakon kawalerów mieczowych ("Ordine dei Fratelli della Spada”);
  • Russo: Ливонский орден ("Ordine livoniano”).

Fondazione e operazioni militari

Alberto, vescovo di Riga, fondò l'ordine con lo scopo di cristianizzare le popolazioni pagane insediate nei territori intorno al golfo di Riga: curi, livoni, selonici, semigalli e letgalli. L'ordine doveva coadiuvare l'azione evangelizzatrice dei missionari e dipendeva dal vescovo secondo un patto feudale. Fin dalla fondazione l'ordine mostrò di ignorare il suo presunto vassallaggio nei confronti del vescovo e nel 1218 Alberto chiese assistenza al sovrano Valdemaro II di Danimarca; questi si alleò invece con l'ordine e invase il nord dell'Estonia.
La sede dell'ordine si trovava nella città estone di Viljandi (Fellin) dove le mura del castello sono tuttora visibili: altre roccaforti erano sorte a Cēsis (Wenden, futura roccaforte centrale), Sigulda (Segewold) e Aizkraukle (Ascheraden). I comandanti di Viljandi, Kuldīga (Goldingen), Alūksne (Marienburg), Tallinn (Reval), e il balivo di Paide (Weissenstein) costituivano l'entourage più stretto del maestro dell'ordine.
L'ordine venne quasi annientato dai lituani e dai semigalli nel 1236 nel corso della battaglia di Šiauliai. Il 12 maggio 1237 l'ordine fu incorporato nell'Ordine teutonico e da quel momento fu, di fatto, un braccio autonomo dell'Ordine teutonico continuando a mantenere un proprio gran maestro (che de iure dipendeva dal gran maestro dell'Ordine teutonico) e abbigliamento e regola propri.
Prese dunque il nome di Ordine livoniano.

Ordine livoniano

Tra il 1237 e il 1290 l'ordine conquistò la Curlandia, la Livonia e la Semgallia e nel 1346 acquistò dal sovrano danese Valdemaro IV il rimanente territorio estone.
Il declino dell'Ordine teutonico, cui faceva riferimento l’ordine di Livonia, iniziò in seguito alla sconfitta nella battaglia di Grunwald nel 1410 e alla secolarizzazione dei territori della Prussia da parte di Alberto di Prussia nel 1525. Nel 1413, l'Ordine dei portaspada riuscì a tornare indipendente. Durante la guerra di Livonia, fu sconfitto in modo perentorio dalle truppe russe nel corso della battaglia di Ergeme (1560). L'ordine cercò allora l'appoggio del sovrano polacco Sigismondo II che già nel 1557 era intervenuto in una guerra tra l'ordine e il vescovo di Riga.
In seguito al Trattato di Vilnius (1561), l'ultimo gran maestro Gotthard Kettler secolarizzò l'ordine convertendolo al luteranesimo. Nella parte meridionale dei territori dell'ordine venne creato il ducato di Curlandia e Semigallia (vassallo del Granducato di Lituania), sul quale venne insediata la dinastia Kettler. Il territorio rimanente entrò a far parte dell'Unione Polacco-Lituana, mentre la parte settentrionale dell'Estonia fu divisa in una parte danese e una parte svedese.
Secondo alcuni documenti storici, custoditi dalla Chiesa Ortodossa, l’Ordine dei Cavalieri Portaspada sarebbe sopravvissuto ai secoli, passando sotto la protezione proprio della Chiesa Ortodossa, molto diffusa nei territori di origine dell’Ordine. Attraverso le decisioni del Sinodo ortodosso, viene ancora nominato il Gran Maestro reggente.







La Spada dei Cavalieri Templari

L’elemento fondamentale del cavaliere templare era la spada. Il Cavaliere non era tale solo perché possedeva la spada e il cavallo, ma perché accettava delle regole e si obbligava a dei doveri entrando a far parte di quello che era un vero e proprio ordine: la cavalleria.
La sua sottomissione ai principi della cavalleria veniva sottolineata, durante l'investitura, dalla "collata", l'ultimo colpo che il cavaliere accetterà di ricevere senza rispondere all'offesa. La solenne cerimonia si concludeva con la consegna della spada che d'ora in avanti sarebbe servita per difendere la fede, la giustizia e ogni altra nobile causa. 
Durante il combattimento il cavaliere si fida della propria spada come di un prolungamento del proprio braccio, che allo stesso tempo è anche un'entità a sé stante e come tale ha il diritto ad acquisire personalità per mezzo del nome. L'invincibilità del guerriero è legata alla sua spada. L'ispirazione cristiana della cavalleria ne influenza anche la simbologia. La spada, arma principe del cavaliere, se impugnata dalla lama, assume la forma dello strumento della passione del Salvatore, riaffermando in questo modo lo scopo per il quale egli è chiamato ad operare. Nella guerra o nella fede, la spada assurge a simbolo più di qualsiasi altra arma in quanto il suo impegno comporta competenze e destrezza particolari: in essa c'è una nobiltà di fondo che passa attraverso i secoli e che viene affermata dalle complesse regole della scherma e del suo cerimoniale, cosa che conferma e rafforza anche in epoca moderna il suo valore mitico. Le caratteristiche della spada templare sono: lama dritta a doppio filo e a punta arrotondata, la punta arrotondata ci induce a pensare che venisse usata solo come arma difensiva; il pomolo a disco con inciso la croce patente o il sigillo templare.

La “Spada da combattimento”

Questa bellissima spada templare presenta una lama in acciaio temperato, decorato con tre croci pattée. Il codolo è battuto al pomolo. La scanalatura si estende quasi fino alla punta della lama, il che non solo garantisce un’elevata flessibilità, ma riduce anche il peso della spada cavalleresca a una mano.
La guardia croce era forgiata in acciaio e reca incisa l’iscrizione latina “IN HOC SIGNO VINCES” (Ing.: In questo segno vincerai). Questa frase, che si dice sia apparsa in cielo sotto forma di croce al primo imperatore romano cristiano Costantino il Grande durante la battaglia contro Massenzio (312 d.C.), è oggi il motto dell’ordine massonico americano dei Cavalieri Templari.
L’impugnatura in legno rivestita in pelle è ricoperta da un pomolo piatto in acciaio a forma di disco (o pomo a ruota) inciso su entrambi i lati con un motivo a croce templare. Lo splendido fodero con anima in legno è rivestito in pelle e viene fornito completo di una cintura di trasporto.

La Spada dei Templari (dorata)

Spada in stile medievale ispirata all'Ordine monastico-cavalleresco dei Cavalieri Templari fondato a Gerusalemme tra il 1119 e il 1120 dal nobile francese Hugues de Payns assieme ad altri otto compagni per difendere i pellegrini sulle strade della Terrasanta. I racconti fioriti poi negli anni sul conto dei Templari hanno decretato la popolarità dell'Ordine, oggi alla ribalta delle cronache storico-leggendarie. La spada dei Templari ha lama in acciaio, decorata per il primo terzo in oro e rosso. Il fornimento, molto elaborato, è in metallo dorato fuso con figure in rilievo e inserti in metallo brunito raffiguranti simboli templari. Il pomolo a disco ha infine una croce rossa patente al suo interno.

LA SIMBOLOGIA DELLA SPADA

Apparentemente la spada è solo uno strumento, un oggetto freddo e metallico, ma in realtà, come il fuoco, sembra avere per l’uomo un significato atavico, un valore ancestrale.
La spada è espressione di forza e di coraggio e, come tale, è il simbolo più noto della condizione militare, tanto è vero che nella Bibbia viene spesso utilizzata per rappresentare un esercito, come ad esempio “le spade egizie”. La sua potenza è da un lato distruttiva ma dall’altro costruttiva, quando essa diventa simbolo di Giustizia se associata alla bilancia dell’equanimità o strumento atto a mantenere la pace e i valori morali più alti, come nella Cavalleria. Alla spada sono state spesso attribuite proprietà magiche, tanto da vedersi dare un nome proprio, sempre femminile, che poteva identificarla tra mille. Spade non comuni erano dunque capaci di fare di un semplice uomo un paladino o un eroe.

Eccone alcune:
  • DURLINDANA o DURENDAL - era la spada di Orlando, paladino di Carlo Magno - Nella “Chanson de Roland” si narra che conservasse nel pomo alcune reliquie: un dente di San Pietro, il sangue di San Basilio, i capelli di San Dionigi e un pezzo del vestito della Vergine Maria,
  • EXCALIBUR - È la spada magica per eccellenza della Tradizione Occidentale. Il suo nome deriva dall’essere stata forgiata con il ferro di un meteorite (ex-caliburus). Nella “Mort d’Arthur”, Re Artù morente getta Excalibur in un lago perché non cada nelle mani dei malvagi, ma dalle acque sorge la mano della Maga Viviana, la Signora del Lago, che porta la spada con sé nelle profondità. Da lì Excalibur è destinata a tornare nelle mani del Re solo quando un grave pericolo minaccerà l’Inghilterra.
  • ANA NO MURAKUMO - Letteralmente “La spada del Paradiso” è una spada leggendaria della mitologia shintoista giapponese, paragonabile per importanza a Excalibur. Ha uno specchio ottagonale e una gemma, simbolo del Dio Anaterasu. È uno dei Tre Tesori Sacri di Yamato, ossia del Giappone e sarebbe custodita nel Tempio di Atsuta. I monaci sono molto gelosi delle reliquie e non permettono a nessuno di far fotografie o estrarla dalla teca in cui è chiusa; la mostrano solo alla famiglia reale e a pochi eletti, per lo più monaci di alto grado. La spada è lunga circa 84 cm, forgiata in un metallo di colore bianco e ad oggi risulterebbe ben mantenuta nonostante abbia più di 1400 anni. L’ultima apparizione della spada risalirebbe al 1989, quando Akihito salì al trono imperiale. In quell’occasione sembra che l’imperatore abbia seguito un particolare rituale nel quale avvolse la spada e gli altri due Doni Imperiali (lo Specchio di forma ottagonale e la Gemma) in teli sacri e li ripose sopra l’altare, come voto agli Dei nella speranza della loro benedizione. Come è noto, i Samurai consideravano la loro spada come espressione del proprio Ki: la volontà spirituale che accompagnava l’affondo con un caratteristico suono gutturale: il Kiai (letteralmente: la mente guida la mano) suono rituale e distruttivo capace di annichilire l’avversario.

Inoltre, si possono citare:
  • ARADONIGHT, la spada di Lancillotto;
BALISARDA, la spada di Ruggiero;
COLADA, la spada di El Cid;
BALMUNG, la spada di Sigfrido;
NAEGLING, la spada di Beowulf.

Anche la forma dell’arma rivestiva un significato simbolico: le spade dei Cristiani ricordavano la Croce, quelle dei Musulmani la Mezza Luna.

L’ARMA PREFERITA

La spada era, per ogni cavaliere, l’arma preferita e la più prestigiosa perché obbligava al combattimento ravvicinato con il nemico. Era dunque simbolo di coraggio e sprezzo del pericolo.
Il Cavaliere Medievale ed il Templare in modo particolare doveva usare la sua spada sempre a fin di bene, non solo per liberare i luoghi santi dagli infedeli, ma anche a difesa dei deboli dai prepotenti, della giustizia contro gli ingiusti. In particolare per il Cavaliere Templare, monaco-guerriero, la forza doveva essere prima quella interiore e poi quella fisica. I Templari erano infatti consapevoli di combattere una guerra Santa, combattuta con la certezza di lottare contro il “male” incarnato dai musulmani, per cui fu creato il termine di “Malicidio” che assolveva il Templare dal peccato di omicidio. Pertanto la spada del Templare veniva simbolicamente brandita dal cuore e non dal braccio.
La spada ha due significati: tagliare, distruggere, conquistare oppure riguadagnare, fare ritorno a uno stato perduto attraverso l’immissione di nuova energia. Inoltre ha due tagli, che sottolineano la sua natura duale e può essere tenuta in due modi: nel Tai-Chi la spada è tenuta con la punta verso il cielo, nel mondo militare è nel fodero, con la punta verso terra. Una posizione è vita, l’altra è morte.
Nel mito della “Spada nella roccia” l’energia della Nazione è bloccata; non c’è un Re, non c’è nessuno capace di sollevare la spada e solo Artù, il predestinato, potrà estrarla e puntarla verso il cielo. Da quel momento sarà Merlino (o nella grafia celtica originale Myridd’in), Mago e simbolo del Grande Iniziato a prendersi cura con saggezza dell’educazione del giovane Re.
Il Re è il nostro cuore, la spada simboleggia la nostra colonna vertebrale con l’elsa nel sacro (un nome, non a caso. speciale per questo osso) e la punta nella testa, libera di muoversi.
È interessante in questo senso l’analogia con la Kundalini dello Yoga Tantrico Tradizionale, il serpente che dorme dentro di noi, la testa nel sacro e il corpo lungo la spina dorsale, con la coda all’interno del cervello. Lungo il suo tragitto si diramano i Chakra, nodi energetici fondamentali.
Questa energia quiescente è immaginata e simboleggiata come un serpente che giace arrotolato su sé stesso: kuṇḍalinī significa infatti "arrotolata", "ricurva". L'attivazione è visualizzata dal serpente che si drizza come all'improvviso, liberando calore e permettendo ad altre energie sopite, ai "soffi" altrimenti bloccati (prāṇa), di circolare. I chakra sono immaginati come fiori di loto (padma) variamente colorati che sbocciano in tutta la loro bellezza, liberando potenzialità celate.
«Kundalini è insieme un serpente, un'energia intima e una dea: l'esoterismo del linguaggio crepuscolare risiede in questa simultaneità di significati in una stessa parola.»
L’età del ferro, che seguì quella della pietra e del bronzo, segnò un enorme passo in avanti per l’evoluzione della specie umana. La capacità di domare il ferro e cambiarne le caratteristiche mediante i processi di forgiatura e tempra, poneva il fabbro in un ruolo sociale rilevante e in un rapporto speciale con gli Dei.
Il fabbro veniva visto come una figura demiurgica, capace per mezzo del fuoco e dell’acqua di plasmare a suo piacimento la materia. Ciò non sorprende se si pensa che alla capacità della spada forgiata di non spezzarsi nel corso di un combattimento il combattente doveva la sua incolumità in battaglia e la possibilità di assurgere a un grande prestigio, militare e sociale. Era nato così l’”homo faber”, produttore di armi, ma anche di oggetti per la vita quotidiana, ammantato da un’aura magica che derivava dalla sua capacità di creare il ferro dal minerale ferroso, renderlo liquido e malleabile grazie al fuoco, elemento magico per eccellenza. Nella Bibbia è presente la figura di Tubalkain, il fabbro primordiale, che insegnò agli uomini l’arte della lavorazione del ferro. Secondo una tradizione, Tubalkain si salvò dal Diluvio Universale nascondendosi, non visto, nell’Arca costruita da Noah e poté far sopravvivere i suoi segreti alla distruzione.
Secondo Mircea Eliade, l’antica figura del fabbro/mago si sarebbe in seguito evoluta in quella dell’alchimista. Anche l’alchimista, in un certo senso, è un fabbro perché lavora i metalli ed è un Mago, praticante di quella che Cornelio Agrippa chiamava “Magia Naturalis” e signore del fuoco, filosofo seguace di quella particolare filosofia detta “Philosophia per ignem”.
A questo proposito è utile citare il contributo di Michele Leone dedicato proprio sulla Filosofia per ignem:
“Questi philosophi per ignem, se erano alchimisti erano probabilmente eredi della filosofia presocratica di Eraclito, i figli di Ermete Trismegisto, i genitori dei mitici Rosa+Croce e progenitori di tutti moderni iniziati che nel fuoco della carità, della speranza e della purificazione ardono da secoli. Agrippa ci dice: le proprietà del fuoco supremo sono il calore che feconda tutte le cose e la Luce, che a tutto dà vita”.
Naturalmente Vulcano era non solo il Dio dei fabbri, ma anche quello degli alchimisti.













LA SPADA NELLA ROCCIA DI SAN GALGANO

La leggenda della spada nella roccia non è propria solo della mitologia nordica e anglosassone in particolare. Esistono epigoni della stessa storia anche in terra d’Italia. Si narra che San Galgano, già cavaliere, decise di rinunciare al potere rappresentato dalla spada per dedicarsi totalmente alla croce, simbolo di amore. Così: “In terram pro cruce spatam fixit” cioè conficcò la spada in una roccia come una croce.
La spada è tutt’ora visibile nella rotonda dell’abbazia di Montesiepi, nei pressi di San Gimignano e nessuno è ancora riuscito ad estrarla. È quanto meno curioso il fatto che “Galgano” sia la traslitterazione italiana del sassone Gawain, uno dei cavalieri della Tavola Rotonda di Re Artù.
Sul Lago di Valbondone, in provincia di Bergamo, si trova una spada infissa nella roccia fino all’elsa. Su di essa sono incise le iniziali del fonditore (Matteo) e di suo padre (Modesto) e la data: 1415.
Sul Monte Terminillo in Lazio, infine, esiste una spada conficcata in una roccia, legata questa ai Cavalieri Templari. La leggenda narra che nel dicembre 1307 cinque cavalieri templari guidati dal Maresciallo del Tempio Guy de la Roche si accamparono sulle pendici del monte, in fuga dalla Francia ove Filippo il Bello, spalleggiato dal Papa Clemente V, aveva emanato quell’ordine di cattura che avrebbe sterminato gran parte dei Cavalieri Templari. Nel giorno del solstizio d’inverno, 21 dicembre 1307, Guy de la Roche infisse la sua spada in una roccia, invocando la giustizia divina e sciolse dal giuramento templare i suoi confratelli.
Esiste infine un altro significato simbolico della spada: la spada di Damocle. Essa pendeva sul capo del Re Dionigi I di Siracusa appesa solo a un crine di cavallo. In questo caso la spada simboleggia la responsabilità che deriva dal possedere un grande potere e al contempo l’esposizione al pericolo mortale conseguente.
La figura del fabbro ha avuto caratteri soprannaturali in Europa fino al XIX secolo. In Gran Bretagna i fabbri erano denominati “incantatori del sangue” cioè guaritori e si credeva che potessero compiere magie e predire il futuro.
Questa fama era dovuta alla persistenza della figura mitologica di Efesto, Dio del fuoco e degli Inferi, che nella sua fucina posta nel cuore dell’Etna aveva forgiato armi di ineguagliabile perfezione per gli Dei. Omero lo descrive come un uomo brutto, zoppo e di pessimo carattere, molto temuto anche da Zeus. Figlio di Zeus ed Era, a causa della sua deformità fu cacciato dall’Olimpo ma divenne il patrono dei fabbri, dei falegnami, degli scultori e della metallurgia. Per tale motivo era venerato ad Atene e in tutte le città della Grecia in cui venivano praticate attività artigianali.
È curioso che tutti gli Dei Mitologici dei Fabbri, come Efesto in Grecia. Weyland nelle saghe Norrene, Sarog in India e Ptah in Egitto venissero raffigurati come storpi o deformi. Alcuni studiosi ritengono che ciò sia dovuto alla loro costante esposizione all’arsenico che veniva aggiunto al rame per produrre il bronzo.
Un breve excursus infine sull’evoluzione della spada. I legionari romani utilizzavano una spada corta, il gladius, molto utile e maneggevole negli scontri corpo a corpo dietro la protezione dello scudo rettangolare. Dall’incontro/scontro con i Celti nacquero interessanti modifiche, destinate a perdurare nei secoli a venire. Si passò alla spatha, lunga ed elastica, che servì da modello per la cosiddetta spada vichinga che divenne l’arma tipica del cavaliere medievale dall’anno mille in poi e che fu progenitrice di due altri tipi: la Claymore scozzese e la flamberga dei Lanzichenecchi del basso MedioEvo.
Finisce qui questo viaggio affascinante, che ci ha portati molto lontani nel tempo e nello spazio a visitare diverse culture, tutte accomunate dalla spada come oggetto carico di significati simbolici, non ultimi la rettitudine, l’onore, il coraggio e la disciplina.
Nel corso della cerimonia di investitura il cavaliere medievale si inginocchiava davanti al suo Signore che, impugnata la spada, lo toccava sulla testa e poi sulle spalle, pronunciando la formula rituale: “In nome di Dio, di San Giorgio e di San Michele io ti costituisco cavaliere”.
Nel porsi “all’ordine” o “sull’attenti” il cavaliere in piedi poneva la sinistra sull’impugnatura della sua spada e la destra sul cuore. Ancora una volta, simbolicamente “il cuore guida la spada”.





IL TERMINILLO E LA SPADA NELLA ROCCIA

Le vette e i borghi appenninici nascondono numerose tracce del passaggio dei Cavalieri Templari, l’ordine religioso-militare creato nel 1119 da Ugo di Payns a Gerusalemme, allo scopo di proteggere i pellegrini che si recavano nella Città Santa. Lo sanno bene gli appassionati di misteri. Di leggende che si mescolano alla verità storica. Di quelle storie di cui talvolta ci nutriamo per sognare un po’ e allontanarci dalla realtà. E quanto ne avremmo bisogno in questi tempi cupi! Se poi capita in calendario un venerdì 13 la necessità si fa sentire ancora più forte. Una giornata secondo superstizione sfortunata, in cui viene spontaneo, con un pizzico di ironia, alzarsi dal letto pensando “e che altro può succedere quest’anno?”.
Un personale venerdì 13 novembre è iniziato esattamente così. Ed è finito con la scoperta di una spada templare infissa nella roccia, avvolta dalla leggenda. Vorrei condividere con voi questa esperienza che in un certo senso mi ha portato a tornare bambina, consigliandola come escursione (colori delle regioni permettendo) a tutti coloro che vogliano ricaricarsi di magia per un giorno.
Venerdì 13 novembre 2020, ore 9.00. Il sole splende su Rieti. O meglio dire, splende in alto nel cielo reatino, ma la città è ancora coperta dal suggestivo mare di nebbia mattutina che ci fa compagnia da settimane. Verrebbe voglia di poter volare in alto, al di sopra di quella coltre bianca, e ancora più su, verso lo spazio infinito, per fuggire dalla triste realtà che ci troviamo ad affrontare da quasi 10 mesi. “Hai detto spazio?”, sembra domandarmi la coscienza. E ripesca dalla memoria l’immagine del Sentiero del Planetario del Terminillo. Un percorso escursionistico di circa 8 km, lungo il quale è possibile “studiare” i Pianeti. Perché no?
Tempo di fare un salto al rifugio Rinaldi per inebriarmi del mare di nebbia dall’alto e si parte alla ricerca dell’accesso del sentiero. Niente di più facile. Si parcheggia comodamente a Pian de’ Valli, si raggiunge il Piazzale Tre faggi al termine della discesa del Belvedere Tre faggi, ed eccolo lì, ben riconoscibile grazie alla palla rossa che simboleggia il Sole: l’inizio del Planetario.
Il percorso si sviluppa su asfalto, in un primo tratto ad uso esclusivo dei pedoni. Una passeggiata rigenerante, in cui si avanza circondati dai faggi e accompagnati dal cinguettio degli uccelli. Unico rumore nell’aria è quello dei propri passi. E dei propri pensieri, interrotti qui e là dallo spuntare di un Pianeta colorato. Senza rendersene conto si arriva al Campo d’Altura del Terminillo. Per me una prima volta. Ne avevo sentito parlare, ma nelle mille ascese in vetta, non avevo mai pensato prima di andare a guardare cosa ci fosse intorno, oltre il mio naso. Quest’anno ci sta in fondo insegnando a scoprire la nostra stessa casa. Le bellezze delle montagne che ci circondano, senza necessità di viaggiare lontano.
Il Campo d’Altura segna un bivio. Su un palo è posizionato un cartello che sa un po’ di Matrix. Pillola blu o pillola rossa? Solo che qui la scelta è: Spada nella Roccia o Plutone?. “Una spada nella roccia!”, grida la bambina che è dentro di me. “Ma non dovevamo seguire i Pianeti?”, cerca di ricordarle la controparte più matura. Mi fermo 15 secondi a riflettere ma sento che i piedi si stiano già orientando verso sinistra. Spada nella roccia sia!
Mi incammino alla sinistra del Campo, sempre seguendo la comoda strada asfaltata. Di fronte ai miei occhi, in alto come una macchia bianca e rossa sotto il cielo blu perfettamente terso, si staglia il Rifugio Rinaldi. Passano pochi minuti ed ecco un nuovo cartello. Spada nella roccia, con una freccia che invita chiaramente a salire lungo il pendio alla mia sinistra. Tempo di orientare lo sguardo a sinistra e leggo su un cippo ligneo “Luogo del Termine”. Qualche grado ancora più a sinistra ed ecco lì la spada nella roccia, con accanto una evidente croce templare.
Nel dicembre del 1307 cinque templari si trovavano accampati sulle pendici del Terminillo. Il luogo del termine, la vetta che segnava il confine tra Stato Pontificio e Regno di Napoli. Si trattava del Maresciallo del Tempio Guy de La Roche e quattro cavalieri suoi confratelli. Il gruppo era in fuga da settimane. Il Re di Francia Filippo IV, di fronte alla ingombrante potenza economica dell’Ordine, aveva infatti diramato un ordine di cattura di tutti i Cavalieri Templari il giorno 13 ottobre 1307, che era un venerdì. Proprio così, venerdì 13. La superstizione che continua a legarsi a tale data in tempi odierni nasce in epoca templare per ricordare lo sventurato giorno.
Il 22 novembre dello stesso anno, Papa Clemente V, vinto dagli eventi, aveva emesso a sua volta un Decreto che invitava tutti i Principi cristiani ad arrestare i templari.
I cinque cavalieri cercarono di sfuggire alla persecuzione muovendosi verso il Regno di Sicilia, e trovarono temporaneo rifugio sul Terminillo. Ben coscienti di essere braccati, aspettarono il 21 dicembre del 1307, giorno del solstizio d’inverno, per separarsi. Guy de La Roche infisse la sua spada in una roccia. Poi, invocata la giustizia divina, sciolse i confratelli dal giuramento templare. Dopo un ultimo abbraccio e deposti i mantelli nella neve, i cinque cavalieri di dispersero in direzioni diverse, promettendo di non rivelare mai la propria identità.
La loro storia è stata raccontata nel testamento di Fra Bernardo, nuovo nome assunto da Guy de La Roche dopo aver deciso di seguire la regola francescana presso il Santuario della Foresta di Rieti:
“Io Bernardo, che fui Guido de’ Roche di Francia de’ duchi di Grecia, nell’anno 74 di mia vita, né l’ora di verità, che per volontà del Signore mio fui povero compagno d’armi di Cristo e del tempio di Salomone e co’ li mie confratelli fuggendo sopra li Monti di Rieti. Vedemmo l’orrore e furia del boia del Re di Francia. Né la neve, pregammo pei’ fratelli, pel tradimento de’ lo Papa indegno. Ora sorella morte si appressa su questo sajo di povero frate, tengo il segno di Francesco pel mano, né la chiesa Foresta, ove trovai lo rifugio e lo nome novo di Bernardo. Che’ soffio di vita mia, torni a chi dette. Lo pensiero a li confrateli che già stanno nel Signore e mandai a’ quattro venti ne’ lo giorno di Santo Giovanni. Tenni per me, la via stretta di frate Francesco che sola acquietava mio core. Lascio lo sajo ai frati, lo corpo a madre terra e spirito mio a la Spada di pace al monte. Non nobis Domine, non nobis, sed nomini Tuo da gloriam”.
Secondo la leggenda i cinque confratelli non si allontanarono di molto. Uno di loro partecipò alla fondazione di Cittaducale. Gli altri si nascosero nelle comunità di Micigliano, Castel Sant’Angelo e Borgo Velino. Sempre secondo la leggenda, finché la spada resterà infissa nella roccia, i 5 Comuni (Rieti, Cittaducale, Micigliano, Borgovelino e Castel Sant’Angelo) che sul luogo del Termine vedono incontrarsi i propri confini, resteranno uniti e invincibili.
La storia raccontata da Fra Bernardo, che oggi fortunatamente si trova anche sul web, per generazioni è stata tramandata soltanto oralmente. La famosa spada nella roccia in questo racconto non era però ben chiaro dove fosse, finché due escursionisti del CAI nel 1978 non fecero una sosta in località “Cinque Confini”, come oggi è chiamato il luogo del Termine. Casualmente videro una roccia all’interno della quale appariva conficcata una spada metallica arrugginita. Difficile, data la esposizione agli agenti atmosferici in quota, che si tratti dell’originale. Su un lato si vede l’iscrizione leggibile INIO (In Nomine Iesu Omnipotentis), sull’altro lato si riconosce l’iscrizione A.D. 1307. È plausibile che la vera spada sia stata sostituita con una fedele riproduzione, la cui datazione però non è nota.



Ripensare la guerra, e il suo posto
nella cultura politica europea contemporanea,
è il solo modo per non trovarsi di nuovo davanti
a un disegno spezzato
senza nessuna strategia
per poterlo ricostruire su basi più solide e più universali.
Se c’è una cosa che gli ultimi eventi ci stanno insegnando
è che non bisogna arrendersi mai,
che la difesa della propria libertà
ha un costo
ma è il presupposto per perseguire ogni sogno,
ogni speranza, ogni scopo,
che le cose per cui vale la pena di vivere
sono le stesse per cui vale la pena di morire.
Si può scegliere di vivere da servi su questa terra, ma un popolo esiste in quanto libero, 
in quanto capace di autodeterminarsi,
vive finché è capace di lottare per la propria libertà: 
altrimenti cessa di esistere come popolo.
Qualcuno è convinto che coloro che seguono questo blog sono dei semplici guerrafondai! 
Nulla di più errato. 
Quelli che, come noi, conoscono le immense potenzialità distruttive dei moderni armamenti 
sono i primi assertori della "PACE". 
Quelli come noi mettono in campo le più avanzate competenze e conoscenze 
per assicurare il massimo della protezione dei cittadini e dei territori: 
SEMPRE!
….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace, 
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a darla per scontata:
una sorta di dono divino e non, 
un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…
…Vorrei preservare la mia identità,
difendere la mia cultura,
conservare le mie tradizioni.
L’importante non è che accanto a me
ci sia un tripudio di fari,
ma che io faccia la mia parte,
donando quello che ho ricevuto dai miei AVI,
fiamma modesta ma utile a trasmettere speranza
ai popoli che difendono la propria Patria!
Signore, apri i nostri cuori
affinché siano spezzate le catene
della violenza e dell’odio,
e finalmente il male sia vinto dal bene…

(Fonti: https://svppbellum.blogspot.com/, Web, Google, TerminilloTV, Delta6017, Wikipedia, You Tube)