lunedì 3 dicembre 2018

Il veicolo da trasporto Utility truck ¼ t 4x4 jeep "WILLYS"



Il veicolo da trasporto Utility truck ¼ t 4x4 jeep fu il veicolo costruito nel maggior numero di esemplari nel corso della Seconda guerra mondiale. Fu usato dalle forze armate degli Stati Uniti su tutti i teatri di guerra e fu ceduto in quantità notevoli a tutti gli alleati, diventando quindi il principale veicolo di collegamento anche per gli eserciti britannico, sovietico e francese. Fu utilizzato anche dalle forze dell'Asse, quando ebbero occasione di catturare veicoli ancora funzionanti.

Il nome "jeep" è dato dalla pronuncia dell'acronimo GP che sta per General Purpose (usi generali).




Successivamente alla Seconda guerra mondiale il termine jeep indicò genericamente qualsiasi veicolo militare leggero non blindato con un aspetto simile alla jeep originale.

La necessità di veicoli militari leggeri con quattro ruote motrici fu riconosciuta nell'ambito dell'US Army fin dal 1935, quando Arthur W. Herrington (che era stato ingegnere nel Quartermaster Corps) realizzò un veicolo con carico utile di mezza tonnellata, chiamato "Darling" per l'artiglieria, dove fu utilizzato in numero limitato di esemplari come "contact team vehicle". Le necessità della fanteria tuttavia erano orientate verso veicoli di dimensioni minori, dato che un veicolo come il Darling pesava circa 1800 kg (4000 lb), mentre erano richiesti veicoli del peso di circa 700 kg (1500 lb) per poter essere spinti a mano in caso di guasto. In base a queste considerazioni nel giugno del 1940 il Quartermaster Corps emise le specifiche per un veicolo da ricognizione 4x4 del peso di 585 kg, richiedendo ai fabbricanti di autoveicoli di predisporre un prototipo per la fine di luglio. L'unica compagnia che fu in grado di soddisfare le richieste dell'esercito fu la American-Bantam che produsse un veicolo che, tuttavia, non rientrava nei limiti di peso, non realistici per la tecnologia dell'epoca, previsti.


L'esercito statunitense aveva fornito i disegni costruttivi del veicolo anche alla Willys ed alla Ford, senza l'autorizzazione della Bantam, quindi, nel novembre dello stesso anno, la Willys e la Ford presentarono i loro prototipi (chiamati rispettivamente Quad e Pygmy), molto simili a quello della Bantam. Quando finalmente l'esercito emise gli ordini definitivi per i primi 8000 veicoli, i veicoli di serie avevano modificato il loro aspetto ed il loro nome: la Jeep Bantam era il 40 BRC, il veicolo Willys era il modello MA ed il veicolo Ford il GPW.

Tuttavia nel luglio 1941 l'esercito si orientò definitivamente sul progetto Willys ed emanò contratti per questa ditta e per la Ford, eliminando totalmente la Bantam dalla produzione del veicolo, dandole solo un contratto per la produzione dei rimorchi.

Esteriormente la jeep era un veicolo estremamente rustico, in pratica solo una piattaforma su quattro ruote con un cofano a forma di parallelepipedo, con l'abitacolo appena protetto da barriere laterali che non superavano in altezza il cofano. Il parabrezza, costituito da due vetri sostenuti da un telaio, generalmente era abbattibile. L'uso principale, come veicolo da collegamento e, secondariamente, da ricognizione, non prevedeva particolari cure per la carrozzeria, tanto che furono studiate modifiche per realizzare la carrozzeria in compensato, per ridurre il consumo di acciaio (più utile all'industria pesante) comunque, considerando che la jeep aveva anche funzioni di trasporto fuoristrada per ufficiali superiori furono effettuati diversi tentativi, talvolta con modifiche direttamente nei reparti, per fornirla di una carrozzeria chiusa. Tipico della jeep, nella versione finale, era la griglia del radiatore in lamiera stampata con i fari incorporati.

Il motore di serie della jeep era il Willys Mod 442, detto anche Go Devil, un motore alimentato a benzina (come quelli di tutti i veicoli dell'esercito statunitense), un quattro cilindri con testata a "L" a valvole laterali. La cilindrata era di 2196 cm3, ed il motore erogava 40 kW (54 HP) a 3700 rpm, la coppia massima era di 123 N·m (98 ft-lb) a 2000 rpm., il rapporto di compressione era di circa 6,5:1 adatto all'uso di benzine militari e a basso numero di ottano. La trasmissione, con giunti a U, avveniva tramite un cambio a tre marce e retromarcia, con riduttore-ripartitore centrale. La trazione era posteriore con le marce normali per l'uso stradale, modificabile tramite un comando a leva in trazione integrale, con marce normali o ridotte per l'impiego in fuoristrada.

Gli ammortizzatori erano idraulici, indipendenti sulle quattro ruote e le sospensioni erano a balestra. Gli pneumatici erano a 6 tele, delle dimensioni 6x16.

I primi modelli di Willys MB avevano la griglia del radiatore fatta di barre di acciaio sagomate e saldate, i fari erano montati sulla barra superiore, ed erano mobili, in modo tale da poter essere rovesciati per illuminare il motore in caso di riparazioni. Questa soluzione fu scartata molto presto, sia perché i fari in quella posizione erano più esposti a danneggiamenti rispetto ai fari inglobati nella parte anteriore della vettura, sia perché gli utilizzatori del veicolo non ritenevano opportuno illuminare il veicolo fermo di notte mentre stavano riparando il motore, esponendosi così al fuoco nemico.

Per l'uso in zone desertiche le jeep erano modificate con pozzetto piezometrico per il radiatore, compressore e manometro per la gestione della pressione degli pneumatici e filtro del carburante esterno.

Talvolta in Europa le jeep furono adattate per il movimento ferroviario, sostituendo le ruote in dotazione con ruote ferroviarie di piccolo diametro su assali allungati. Le ruote standard generalmente erano portate sui fianchi del veicolo per poter essere sostituite a quelle ferroviarie. Un'altra soluzione era ottenuta utilizzando un kit di modifica della Evans Autotrailer Company che permetteva di aggiungere due carrelli ferroviari di due ruote ciascuno, uno anteriore ed uno posteriore, alla jeep normale, quindi senza dover cambiare le ruote, almeno 7 esemplari furono equipaggiati con questi mezzi.

Fra gli accessori era previsto anche l'utilizzo di uno snorkel per l'utilizzo da LCM, permettendo quindi alla jeep di fare gli ultimi metri fino alla spiaggia parzialmente, o anche totalmente, immersa, dato che la profondità massima di guado era di 1,83 m.

Jeep costruite alla fine della seconda guerra mondiale: 634569, 2642 Bantam, 350349 Willys e 281578 Ford.

La jeep fu costruita in massima parte dalla Willys e dalla Ford, ma un certo numero di esemplari fu costruito dalla Bantam, esemplari che furono quasi tutti ceduti alla Gran Bretagna ed all'URSS in base alla legge Lend-Lease. I prototipi e le produzioni di piccola serie differivano in alcuni aspetti dal progetto base descritto sopra.

Il primo modello di jeep fu il Bantam Mk II o Bantam Model 60, con un aspetto abbastanza differente da quello finale della jeep, avendo i parafanghi anteriori piegati ad angolo retto ed il radiatore bombato realizzato con tondini saldati. I fanali, invece di essere integrati nel cofano, erano montati sui parafanghi ed erano protetti da griglie. Il parabrezza era con un vetro unico invece che con i vetri sdoppiati. Questo modello fu costruito in 70 esemplari nel 1940, utilizzava un motore Continental da 45 HP. Otto di questi veicoli potevano sterzare con tutte e quattro le ruote. Le dimensioni erano di 335 cm di lunghezza e 91 cm di altezza, con un peso di 907 kg.

Lo sviluppo della Model 60 fu la Bantam BRC 40 (BRC significa Bantam Reconnaissance Car, automobile da ricognizione Bantam), prodotta nel 1941, che aveva un aspetto già più simile alla jeep di serie. I parafanghi restavano piegati ad angolo retto, ma i fari erano abbassati e parzialmente integrati nella parte anteriore del parafango. Il radiatore adesso era piano, anche se continuava ad essere fabbricato con tondini saldati. Il parabrezza era ora a due vetri, mentre il motore restava il Continental a 4 cilindri. Fu costruita in 2642 esemplari, quasi tutti esportati.

Il prototipo prodotto dalla Willys (novembre 1940) era il Willys Quad, con un aspetto abbastanza diverso (e più massiccio) di quello che avrebbe avuto la jeep. Il Quad aveva il parabrezza su un solo vetro, il cofano anteriore bombato, due supporti a triangolo per i paraurti anteriore ed i parafanghi anteriori con una protezione laterale. Da quanto risulta dalle prove, il motore del Quad non aveva sufficiente affidabilità ed un peso superiore a quello richiesto dall'esercito (1097 kg contro i 978 richiesti). Il Quad fu costruito in due esemplari.

Successivamente, con la progettazione e produzione del motore Willys Model 442, fu riprogettato tutto il veicolo, che assunse un aspetto molto simile a quello finale. Il veicolo, noto come Willys MA, aveva già l'aspetto finale della jeep, ma è riconoscibile per i fari sui parafanghi, protetti da una griglia. Ne furono costruite 1500, in gran parte cedute all'URSS.

Il modello Ford Pygmy o Ford Blitz-Buggy nel prototipo prodotto direttamente dalla Ford (novembre 1940) aveva già i fanali incorporati nel cofano ed una griglia di protezione con tondini saldati, i parafanghi anteriori avevano un'inclinazione simile a quella della jeep di serie. Invece il prototipo prodotto dalla Budd Company aveva i fanali anteriori montati sui parafanghi e protetti da griglie, l'unica altra differenza con il modello Ford era una leggera curvatura del pannello di chiusura superiore del cofano. In entrambi i prototipi il motore era un motore agricolo (Ford NNA) a valvole laterali a quattro cilindri che erogava 42 CV a 3600 rpm, avendo una cilindrata di 1958 cm3, il modello Ford pesava 951 kg, mentre il modello Budd aveva un peso maggiore. La trasmissione era quella della Ford Model A a due marce.

In seguito alle prove sui prototipi Pygmy la Ford progettò la Ford GP, sempre utilizzando il motore agricolo Ford NNA da 42 CV. In questo nuovo veicolo il radiatore era sempre protetto da una griglia saldata ed i fari erano incorporati nel cofano. La Ford GP fu costruita in 3700 esemplari, tutti per l'Esercito statunitense.

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La Kübelwagen (auto-tinozza), anche detta Typ 82



La Kübelwagen (auto-tinozza), anche detta Typ 82, è stata tra le automobili militari più diffuse della seconda guerra mondiale. Costruita dalla Volkswagen in più di 55.000 esemplari, operò su tutti i fronti con le forze armate tedesche.

La KdF-Wagen da cui successivamente derivò la Kübelwagen, fu progettata dall'ingegner Ferdinand Porsche a partire dal 1936. Il progetto KdF-Wagen fu promosso dall'organizzazione nazionalsocialista Kraft durch Freude di Robert Ley. Il cancelliere tedesco dell'epoca, Adolf Hitler, chiese ai progettisti di sviluppare un automezzo "popolare", ovvero alla portata di gran parte della popolazione, limitando quindi i costi sotto i 1.000 marchi dell'epoca. Infatti in quegli anni le automobili, almeno in Europa, non avevano prezzi accessibili al cittadino medio. D'altro canto lo sviluppo della motorizzazione di massa avrebbe permesso alla Germania una maggiore flessibilità per il posizionamento delle unità produttive (fabbriche) nei confronti dei quartieri residenziali. I progettisti interpellati furono Ferdinand Porsche e Jakob Werlin della Mercedes-Benz. Vinse il progetto del primo e prima della fine del 1936 erano già stati presentati i prototipi del veicolo commerciale, il futuro Maggiolino.




La produzione dei veicoli iniziò il 26 maggio 1938 vicino a Fallersleben (Wolfsburg) con la costruzione della Volkswagen-Werks e il 1 luglio 1938 una nuova città chiamata Stadt des KdF-Wagens bei Fallersleben - più tardi Wolfsburg - venne fondata.

All'inizio della seconda guerra mondiale la KdF-Wagen ebbe un uso civile ma anche militare come la „Kübelwagen“ Typ 82, la „Kommandeurwagen" Typ 87 Allrad o la „Schwimmwagen" Typ 166, tutte basate sulla KdF-Wagen. La Kommandeurwagen del 1940 fu creata in soli quattro esemplari. Con questa auto il Generalfeldmarschall Erwin Rommel viaggiava in Africa. Un esemplare è conservato al museo Porschemuseum Helmut Pfeifhofer a Gmünd in Kärnten.



Dall'agosto 1941 fino alla fine della guerra furono 52.000 le Kübelwagen e 14.000 le Schwimmwagen costruite e gli impianti poi vennero convertiti per produrre velivoli. Delle 630 auto costruite per uso civile la maggior parte andarono alla Deutsches Afrikakorps, alla Luftwaffe, e alla forza di occupazione britannica a fine guerra. Il 15 luglio 1945 la Stadt des KdF-Wagens bei Fallersleben a Wolfsburg divenne rinominata Volkswagenwerk e, sotto il controllo britannico, iniziò la produzione della Volkswagen KdF-Wagen, con il nome commerciale di Käfer ((IT) maggiolino).

Fin dall'inizio della stesura delle specifiche era previsto un utilizzo militare del mezzo, variante individuata inizialmente come Typo 62. La produzione di questa variante per la Wehrmacht iniziò dal 1940 sotto la denominazione di Kübelwagen.

Lo studio dell'utilizzo militare del Maggiolino fu ritardato dall’'Ufficio armamenti dell’esercito tedesco, che era orientato ad utilizzare veicoli 4x4 (A-Typ - trazione integrale), tuttavia nel 1938, l'industria automobilistica tedesca fu costretta dal governo ad occuparsi di veicoli militari, l'HWA chiese a Porsche di aumentare l'altezza da terra della vettura (Tipo 60), considerando che l'automobile aveva già percorso diverse migliaia di chilometri su strada, guidata da piloti messi a disposizione dalle SS. Porsche inizialmente tentò di aumentare il diametro delle ruote (18 in), con risultati poco soddisfacenti (aumento dei rapporti del cambio marce), quindi Porsche rimosse il cambio e inserì due scatole con riduttori a ingranaggi sui due semiassi posteriori lasciando però le ruote di 16 in. Questa modifica permise alla Kübelwagen di fornire prestazioni poco inferiori a quelle di un A-Typ, risultando comunque sensibilmente più leggera.

Nel 1940 Porsche fece studiare un prototipo a trazione integrale, per incrementare le prestazioni fuori strada, ma tale prototipo denominato Typ 87 , che diede risultati positivi, non venne mai prodotto in serie.

La struttura del mezzo si basava su una carrozzeria costruita con la massima semplicità strutturale e tecnologica. Le lamiere della carrozzeria erano di forma piana, in nessun punto a doppia curvatura per contenere i costi, permettendo semplici calandrature invece di operazioni più complesse per generare curvature doppie. Per limitare gli spessori delle lamiere, e quindi il peso totale del veicolo, a parità di rigidezza meccanica la carrozzeria era rinforzata con nervature. Erano presenti 4 porte. Il motore a benzina da 998 cm3 Typ 1 HIAR, era lo stesso della Volkswagen commerciale, quindi, dopo alcuni problemi di sviluppo, si dimostrò estremamente affidabile in tutte le condizioni operative. Fra l'altro il raffreddamento ad aria permetteva di operare anche nei climi più rigidi senza i rischi di congelamento del liquido di raffreddamento che mettevano in crisi i veicoli con motori refrigerati ad acqua. Esso aveva una disposizione boxer, con i 4 cilindri sistemati orizzontalmente e raffreddamento ad aria. Le sospensioni avevano caratteristiche molto buone per la marcia fuoristrada.

L'autotelaio era di struttura semplicissima, con un tubo centrale che nella parte posteriore si biforcava per sostenere il motore (anch'esso posteriore) e il cambio. L'assale anteriore era dato da un tubo d'acciaio che conteneva anche le barre di torsione. Sull'asse posteriore i semiassi erano collegati al differenziale tramite giunti universali. La sospensione delle ruote era indipendente, basata su barre di torsione per le ruote anteriori e ammortizzatori idraulici a doppia azione e molle per le ruote posteriori. Infine i freni erano a controllo tramite cavi, la frizione monodisco, e il serbatoio del carburante anteriore, sistemato davanti al cruscotto. La ruota di scorta era fissata sul cofano anteriore.

Il fatto di avere il motore posteriore comportò la necessità di una trazione 4x2, dato che aggiungendo un assale che portasse la trazione anche alle ruote anteriori, si sarebbe appesantita eccessivamente la parte anteriore del mezzo, dato che avrebbe dovuto essere aggiunto un differenziale per distribuire in modo equilibrato il momento fra le ruote anteriori e quelle posteriori. La mancanza della trazione sulle quattro ruote fu la limitazione principale del veicolo, anche se la buona distribuzione dei pesi (col motore quasi baricentrico) permetteva di non avere effetti molto sensibili nella marcia normale, ma solo in presenza di terreno su cui si poteva esercitare una trazione limitata (sabbia o fango).

Il Kübelwagen era generalmente disarmato, ma in alcuni casi venne aggiunto un supporto per una mitragliatrice leggera MG 34 o MG 42.

Nel settembre 1939 alcune Typ 62 parteciparono all'invasione della Polonia mentre poche Kübelwagen della serie pilota parteciparono all'invasione delle Francia.

A partire dal 1943 venne posto in produzione un motore di maggiore cubatura da 1113 cm3, mentre la versione con carrozzeria chiusa, invece della copertura a mantice, era nota come Typ 92. La versione con scafo allungato di 6–8 cm, la Typ 86, fu il modello base più diffuso, con una produzione di 55.000 mezzi tra il 1940 e il 1944. Il veicolo si dimostrò molto affidabile, duraturo, con un motore che oltre che a prova di guasti era di agevole manutenzione. La mobilità era buona, anche se la guerra del deserto richiese una modifica alle ruote troppo strette per non sprofondare nella sabbia. Il tipo derivato era chiamato Deutsches Kamel (cammello tedesco), ma la definizione ufficiale era Tropenfest (modifica tropicale).

Nonostante tale sforzo produttivo di unificazione del parco veicoli, lo scopo non fu mai pienamente raggiunto. Quando i tedeschi invasero l'Unione Sovietica, nel 1941, il numero di veicoli ruotati differenti utilizzati dalla Wehrmacht si aggirava attorno ai 1500, avendo utilizzato, oltre ai veicoli di produzione tedesca, anche i veicoli di preda bellica francesi, cecoslovacchi o britannici. Questa situazione impediva una qualsiasi razionalizzazione della manutenzione e soprattutto della logistica delle parti di ricambio, quindi riducendo sensibilmente l'efficienza delle forze armate. Malgrado i tentativi di porre rimedio a questa situazione, a partire dalle offensive aeree sulle fabbriche tedesche, essa si rivelò assolutamente non reversibile. La gravità di questa situazione è accentuata dal fatto che non si manifestò all'improvviso, essendo stata prevista fin dagli anni trenta: all'epoca infatti il Waffenamt, cioè l'ente che provvedeva all'approvvigionamento di armamenti per le forze armate tedesche, aveva spinto alla progettazione di veicoli come l'autocarro Opel Blitz e il Kübelwagen che, per le loro caratteristiche costruttive e produttive, si prestassero a diventare mezzi standard per l'esercito, da costruire in un gran numero di esemplari.

Oltre al modello standard fu prodotto, sulla stessa meccanica, lo Schwimmwagen, in cui la carrozzeria era stata resa stagna ed aumentata di volume, permettendo quindi al veicolo il movimento in acque calme.

Gli Stati Uniti nel teatro europeo catturarono e riutilizzarono centinaia di Kübelwagen, tanto che nel 1944 il War Departement (Ministero della guerra) pubblicò un manuale per la manutenzione di tali veicoli.

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NUOVA PORTAEREI DELLA MARINE NATIONALE "PA2"



Portaerei PA 2 (in francese Porte-avions 2, in inglese CVF FR per Carrier Vessel Future French) era il nome provvisorio di nuova superportaerei francese che dal 2003 il governo francese aveva in progetto di costruire, probabilmente sulla base della classe Queen Elizabeth (CVF) della Royal Navy, e la cui decisione in merito alla sua realizzazione è stata sospesa nel 2009 e abbandonata nel 2013.

La PA 2 sarebbe stata intesa per sostituire la Foch ed affiancare la Charles de Gaulle, ma a differenza di quest'ultima avrebbe potuto avere una propulsione convenzionale in luogo di quella nucleare, e per consentire alla Marine nationale di disporre per il 2020 di un secondo gruppo da battaglia di una portaerei o per averne sempre uno disponibile quando una delle due portaerei è ferma per manutenzione. Tuttavia, dal momento che la decisione circa la realizzazione è stata sospesa nel 2009, appare probabile, considerando i tempi di progettazione e realizzazione, che la sua eventuale realizzazione sarebbe per sostituire la Charles de Gaulle piuttosto che per affiancarla.

Due opzioni sono state considerate per la realizzazione della PA 2.

Il progetto franco-britannico CVF FR di Thales

Questo progetto prevedeva la realizzazione di una portaerei sul modello della classe Queen Elizabeth progettata dalla Thales per la Royal Navy. La differenza più importante rispetto alla versione inglese (CVF) è che la versione francese (CVF FR) sarà dotata di catapulte e ponte di volo obliquo per operare in modalità CATOBAR, in luogo dello sky-jump utilizzato per la modalità STOVL.

Il progetto francese Romeo/Juliette di DCNS

Questo progetto prevedeva la realizzazione una portaerei nucleare derivata dalla Charles de Gaulle di 59.000 tons progettata dalla DCN. Il progetto del settembre 2004 ipotizzava una nave di 59.000 tons (61.000 tons max) di dislocamento, 284 metri di lunghezza, 72 metri di larghezza, 27 nodi di velocità massima, 10.000 miglia e 45 giorni di autonomia, e con la possibilità di imbarcare 40 aeromobili (32 Rafale, 3 E-2 Hawkeye et 5 NH90).

Nel 2004 fu infine ritenuta l'ipotesi di una portaerei a propulsione convenzionale e fu costituita la società MOPA2 (joint-venture di DCN 65 % e Thales 35 %) per sviluppare degli studi per definire il progetto francese di portaerei.

L'ipotesi che era sta ritenuta era quella del progetto CVF FR, la quale aveva anche il vantaggio di poter condividere con la versione britannica parte dei costi di progettazione, visto che la comunanza tra i due progetti era dell'85%; si era quindi anche ipotizzato di lavorare insieme alla costruzione delle portaerei. La decisione francese circa la realizzazione tardava ad arrivare e alla fine del 2009 il progetto della PA 2 è stato di fatto congelato.

Nel 2010, si è ipotizzato nuovamente la realizzazione di portaerei secondo il progetto Juliette, ma a propulsione convenzionale, o ancora l'acquisizione di una delle due portaerei della classe Queen Elizabeth dal momento che il governo britannico intende costruirle entrambe ma utilizzarne una sola e l'altra venderla.

La seconda Porte-Avions 2, appare e scompare dai radar della Marine nationale. Con la presidenza Macron, la PA2 sta però di nuovo prendendo vita, per affiancare la portaerei nucleare DE GAULLE e per poi sostituirla. Non va dimenticato, però, che la generazione precedente era incentrata su 2 portaerei, CLEMENCEAU e FOCH, costruite nel 1955-1963. La Marina Francese ha sempre sofferto per la loro radiazione, 20 anni fa, mentre la DE GAULLE si è dimostrata problematica sin dalla prima uscita in mare dopo la consegna, quando perse un’elica. Negli anni la nuova ammiraglia si è dimostrata più efficiente, soprattutto quando ha imbarcato i moderni caccia RAFALE-M, partecipando a operazioni belliche sin dalla ENDURING FREEDOM del 2002, per poi operare di recente con efficacia nella lotta contro l’ISIS. Ma anche lasciando privi di portaerei gli ammiragli francesi, soprattutto nel corso dei lunghi lavori di ammodernamento, l’ultimo avviato nel 2017, e ora entrato nella fase dei test in mare, iniziata a metà settembre. Nel programma pluriennale 2019-2025, è stata ufficializzata la necessità di acquisire una nuova portaerei, e con una novità rispetto al progetto “Porte-Avions 2” originale: infatti, anche questa sarà a propulsione nucleare, dopo che lo studio precedente aveva preso in esame l’adozione delle turbine a gas. 

A fine settembre, mentre la DE GAULLE effettuava le prove dopo il rimodernamento, è stato annunciato il via libera a un progetto di studio preliminare avviato da Marina e DGA per la nuova portaerei. Studio che include anche le valutazioni relative ad un aereo imbarcato di nuova generazione, poiché se si ipotizza di arrivare al varo dell’unità nel 2025, questa resterà presumibilmente in servizio sino al 2065; e senza contare un’eventuale seconda unità similare. Una versione navalizzata dell’aereo da combattimento di sesta generazione franco-tedesco annunciato nel 2017, sembrerebbe la più probabile, anche se siamo davvero solo alle prime battute, essendoci ora sul piatto anche il progetto TEMPEST inglese. Per la realizzazione della nuova portaerei francese, lo studio preliminare, che si avvarrà anche dell’esperienza accumulata da Thales e MBDA nella realizzazione delle QUEEN ELIZABETH britanniche. L’originale programma PA-2 era legato a quello inglese, mentre ora in prospettiva c’è anche la possibilità di partnership italo-francese Fincantieri-STX/Naval Group.

Il progetto preliminare sarà pronto a fine 2019, inizio 2020, anno che dovrebbe portare al progetto definitivo e all’avvio della costruzione. Sulla tempistica ancora non ci sono certezze, anche se il 2025 è stato indicato come l’anno del varo: il che porterebbe a fissare al 2030 la presumibile piena operatività della PA-2, quando la DE GAULLE avrà oramai 30 anni di servizio.