martedì 5 gennaio 2021

Il Bristol 188 era un aereo da ricerca supersonico britannico costruito dalla Bristol Airplane Company negli anni '50


Il Bristol 188 era un aereo da ricerca supersonico britannico costruito dalla Bristol Airplane Company negli anni '50. La sua lunghezza, la sua sezione sottile e la sua destinazione d'uso lo fecero soprannominare "Flaming Pencil".


Progettazione e sviluppo

Il velivolo ebbe la sua genesi nel requisito operativo 330 per un aereo da ricognizione ad alta velocità (Mach 3), che alla fine si sviluppò nell'Avro 730. Poiché ci si aspettava che il 730 operasse ad alte velocità per lunghi periodi di tempo, erano necessari più dati sulle operazioni ad alta velocità, portando al Requisito Operativo ER.134T per un banco di prova in grado di raggiungere velocità superiori a Mach 2. L'aereo avrebbe dovuto funzionare a queste velocità per lunghi periodi di tempo, permettendogli di studiare gli effetti del riscaldamento cinetico su un tale velivolo. Si prevedeva che l'aereo avrebbe trascorso una notevole quantità di tempo con una temperatura superficiale intorno ai 300° Celsius.


Diverse aziende si interessarono a questa specifica molto avanzata e il contratto (6 / Acft / 10144) venne assegnato alla Bristol Aircraft nel febbraio 1953.
La Bristol assegnò al progetto il numero di tipo 188: tre aerei dovevano essere costruiti, uno un puro banco di prova e gli altri due (numeri costruttori 13518 e 13519 ) per i test di volo. In base al contratto numero KC / 2M / 04 / CB.42 (b) i numeri di serie XF923 e XF926 furono dati il 4 gennaio 1954 ai due che avrebbero volato. Per supportare lo sviluppo del bombardiere da ricognizione Avro 730 da Mach 3, furono ordinati altri tre velivoli (numeri di serie XK429, XK434 e XK436). L'ordine di follow-up venne annullato quando il programma Avro 730 fu annullato nel 1957 come parte della revisione di quell'anno della spesa per la difesa. Il progetto 188 proseguì come velivolo da ricerca ad alta velocità.


La natura avanzata dell'aereo comportò lo sviluppo di nuovi metodi di costruzione. Furono presi in considerazione diversi materiali per la costruzione e selezionati due gradi speciali di acciaio: un acciaio austenitico 18-8 stabilizzato al titanio e un acciaio al 12% Cr utilizzato nelle turbine a gas (Firth-Vickers Rex 448). Questi dovevano essere fabbricati con tolleranze migliori in quantità sufficienti per iniziare la costruzione. L' acciaio inossidabile al cromo al 12% con un centro a nido d'ape è stato utilizzato per la costruzione della superficie esterna, a cui non venne applicata alcuna vernice. La rivettatura era un potenziale metodo di costruzione, ma la nuova tecnica di saldatura ad arco utilizzava uno scudo di gas argon noto come saldatura a pozzanghera. Ci furono lunghi ritardi con tale metodo, che non si rivelò soddisfacente. La società WG Armstrong Whitworth continui con un sostanziale aiuto tecnico in supporto alla Bristol durante tale periodo producendo le sezioni principali della cellula come subappaltatore. Il bombardiere North American XB-70 Valkyrie utilizzò gli stessi metodi di saldatura ad argon delle lamiere a nido d'ape in acciaio inossidabile.


Un parabrezza in quarzo fuso e un tettuccio e un sistema di refrigerazione della cabina di guida furono progettati ed installati, ma non furono mai stati testati nell'ambiente per cui erano stati progettati.
Le specifiche dell'aeromobile richiedevano installazioni di motori che consentissero il montaggio di prese d'aria, motori e ugelli di propulsione differenti. Il 188 era originariamente concepito per utilizzare motori Avon, e il più leggero motore Gyron Junior fu sostituito nel giugno 1957, rendendo necessari i motori montati più avanti con gondole e tubi del getto più lunghi.


Il Gyron Junior era stato utilizzato in fase di sviluppo per l' intercettore supersonico Saunders-Roe SR.177 e incorporava un riscaldamento completamente variabile, dal minimo alla massima potenza, la prima applicazione del genere utilizzata su di un aereo. Questa scelta del propulsore portò il 188 ad avere una resistenza tipica di soli 25 minuti, non abbastanza a lungo per i test di ricerca ad alta velocità richiesti. Il capo collaudatore Godfrey L. Auty riferì che, mentre il 188 è passato senza problemi dal volo subsonico a quello supersonico, i motori Gyron Junior erano inclini a salire oltre quella velocità, causando il beccheggio e l' imbardata dell'aereo.
Per risolvere i problemi aerodinamici e di flutter, vennero testati un gran numero di modelli in scala. Alcuni, montati su propulsori a razzo convertiti lanciati dal RAE Aberporth, per indagini sul volo libero.


Storia operativa

Nel maggio 1960, la prima cellula fu consegnata al Royal Aircraft Establishment di Farnborough per i test strutturali (test di carico sia riscaldati che non riscaldati), prima di passare a RAE Bedford. L'XF923 iniziò le prime prove di rullaggio il 26 aprile 1961, sebbene a causa di problemi incontrati, il primo volo fu rinviato alla date del 14 aprile 1962. L’XF923 doveva rimanere con la Bristol per i suoi voli iniziali e la valutazione prima della consegna al MoA. L'XF926 fece il suo primo volo, utilizzando i motori dell'XF923, il 26 aprile 1963. L'XF926 fu ceduto al RAE Bedford per il suo programma di volo. Su 51 voli, raggiunse una velocità massima di Mach 1,88 (1.440 mph: 2.300 km/h) a 36.000 piedi (11.000 m). Il volo subsonico Bristol 188 più lungo durò solo 48 minuti, richiedendo il 70% del carico di carburante per raggiungere la sua altitudine operativa.
Il primo prototipo fece la sua prima apparizione pubblica nel settembre 1962, quando fu esposto a terra e in aria al Farnborough Air Show di quell'anno. Nello stesso anno l'aereo apparve nelle riprese del film Some People.
Le misurazioni raccolte durante i test furono registrate a bordo e trasmesse alla stazione di terra per la registrazione. Le informazioni di volo trasmesse significavano che un "pilota di terra" poteva consigliare il pilota.
Il progetto subì una serie di problemi, il principale era che il consumo di carburante dei motori non permetteva al velivolo di volare ad alte velocità abbastanza a lungo per valutare l '"ammollo termico" della cellula, che era una delle principali aree di ricerca. In combinazione con le perdite di carburante, l'incapacità di raggiungere la sua velocità di progetto di Mach 2 e una velocità di decollo a quasi 300 mph (480 km / h), la fase di test venne perciò gravemente compromessa. Tuttavia, sebbene il programma 188 sia stato infine abbandonato, le conoscenze e le informazioni tecniche acquisite furono utilizzate per il futuro programma Concorde. La natura inconcludente della ricerca sull'uso dell'acciaio inossidabile condusse alla costruzione degli aerei Concorde in leghe di alluminio convenzionale con un limite di Mach 2.2. Il motore Gyron Junior, fu la prima turbina a gas britannica progettata per un funzionamento supersonico prolungato e contribuì allo sviluppo del propulsore Olympus 593 della Bristol (in seguito Rolls Royce), utilizzato sia sul Concorde che sul BAC TSR-2.
Furono prese in considerazione varie proposte per sviluppare ulteriormente il 188, tra cui l'incorporazione di ramjet e motori a razzo, oltre a considerare varianti di caccia e ricognizione. Una proposta seria prevedeva l'installazione di prese d’aria del tipo "a cuneo".
L'annuncio della fine dello sviluppo fu fatto nel 1964; l'ultimo volo dell'XF926 avvenne il 12 gennaio 1964. In totale il progetto costò 20 milioni di sterline: il programma, considerato il più costoso fino ad oggi per un aereo da ricerca in Gran Bretagna:  ogni aereo doveva essere "cannibalizzato" per mantenere la cellula designata pronta per il volo.




Aerei sopravvissuti

Nell'aprile del 1966, entrambe le 188 fusoliere furono trasportate al Proof and Experimental Establishment a Shoeburyness, Essex, per fungere da bersaglio per le prove di artiglieria, ma durante il 1972, l'XF926 fu smantellato e trasferito a RAF Cosford (senza i suoi motori) per fungere da cellula didattica 8368M: è conservato presso il Royal Air Force Museum Cosford vicino a Wolverhampton. L’XF923 è stato successivamente demolito presso Foulness.

Operatori:
  • Regno Unito - Royal Aircraft Establishment.

Specifiche (Bristol 188)

Caratteristiche generali:
  • Equipaggio: 1
  • Lunghezza: 77 ft 8 in (23,67 m)
  • Apertura alare: 35 ft 1 in (10,69 m)
  • Altezza: 12 ft 0 in (3,66 m)
  • Superficie alare: 396 piedi quadrati (36,8 m2 )
  • Airfoil : biconvessa 4%
  • Motopropulsore: 2 × de Havilland DGJ.10R Gyron Junior motori a turbogetto con postcombustione , 10.000 lbf (44 kN) ciascuno - 14.000 lbf (62,28 kN) con postcombustore a livello del mare - 20.000 lbf (88,96 kN) con postbruciatore a 36.000 piedi (10.973 m).

Prestazioni:
  • Velocità massima: 1.043 kn (1.200 mph, 1.932 km / h) + (obiettivo di progettazione)
  • Velocità massima: Mach 2.

Apparizioni nei media

Il Bristol 188 XF923 è stato protagonista di Some People (1962), un lungometraggio girato principalmente a Bristol.

ENGLISH

The Bristol 188 is a British supersonic research aircraft built by the Bristol Aeroplane Company in the 1950s. Its length, slender cross-section and intended purpose led to its being nicknamed the "Flaming Pencil".

Design and development

The aircraft had its genesis in Operational Requirement 330 for a high speed (Mach 3) reconnaissance aircraft, which eventually developed into the Avro 730. As the 730 was expected to operate at high speeds for extended periods of time, more data was needed on high speed operations, leading to Operational Requirement ER.134T for a testbed capable of speeds greater than Mach 2. The aircraft was expected to run at these speeds for extended periods of time, allowing it to study kinetic heating effects on such an aircraft. The aircraft was expected to spend a considerable amount of time with a skin temperature around 300 Celsius.
Several firms took interest in this very advanced specification and the eventual contract (6/Acft/10144) was awarded to Bristol Aircraft in February 1953.
Bristol gave the project the type number 188, of which three aircraft were to be built, one a pure test bed and the other two (constructor numbers 13518 and 13519) for flight testing. Under contract number KC/2M/04/CB.42(b) serial numbers XF923 and XF926 were given on 4 January 1954 to the two that would fly. To support the development of the Avro 730 Mach 3 reconnaissance bomber, another three aircraft were ordered (Serial Numbers XK429, XK434 and XK436). The follow-up order was cancelled when the Avro 730 programme was cancelled in 1957 as part of that year's review of defence spending. The 188 project was continued as a high speed research aircraft.
The advanced nature of the aircraft meant that new construction methods had to be developed. Several materials were considered for construction and two specialist grades of steel were selected: a titanium-stabilized 18-8 austenitic steel and a 12%-Cr steel used in gas turbines (Firth-Vickers Rex 448). These had to be manufactured to better tolerances in sufficient quantities for construction to start. The 12% chromium stainless steel with a honeycomb centre was used for the construction of the outer skin, to which no paint was applied. Riveting was a potential method for construction but the new arc welding technique using an argon gas shield known as puddle welding was used. There were long delays with the method, which was less than satisfactory. The W. G. Armstrong Whitworth company provided substantial technical help and support to Bristol during this period; they produced major sections of the airframe as a subcontractor. North American with the XB-70 Valkyrie bomber used the same methods of argon welding of stainless steel honeycomb sheet metal.
A fused-quartz windscreen and canopy and cockpit refrigeration system were designed and fitted but were never tested in the environment for which they had been designed.
The specification for the aircraft required engine installations which permitted the fitting of different air intakes, engines and propelling nozzles. The 188 was originally intended to have Avon engines but the half ton lighter each Gyron Junior was substituted in June 1957, necessitating the engines mounted further forward with longer nacelles and jet pipes.
The Gyron Junior was then under development for the Saunders-Roe SR.177 supersonic interceptor and incorporated a fully variable reheat, from idle to full power, the first such application used in an aircraft. This choice of powerplant resulted in the 188 having a typical endurance of only 25 minutes, not long enough for the high-speed research tests that were required. Chief Test Pilot Godfrey L. Auty reported that while the 188 transitioned smoothly from subsonic to supersonic flight, the Gyron Junior engines were prone to surging beyond that speed, causing the aircraft to pitch and yaw.
In order to solve the aerodynamic and flutter problems, a large number of scale models were tested. Some, mounted on converted rocket boosters, were launched from RAE Aberporth, for free-flight investigation.

Operational history

In May 1960, the first airframe was delivered to the Royal Aircraft Establishment at Farnborough for structural tests – loading tests both heated and unheated – before moving on to RAE Bedford. XF923 undertook the first taxiing trials on 26 April 1961, although due to problems encountered, the first flight was not until 14 April 1962. XF923 was intended to remain with Bristol for its initial flights and evaluation before turning it over to the MoA. XF926 had its first flight, using XF923s engines, on 26 April 1963. XF926 was given over to RAE Bedford for its flying programme. Over 51 flights, it managed a top speed of Mach 1.88 (1,440 mph: 2,300 km/h) at 36,000 ft (11,000 m). The longest subsonic Bristol 188 flight was only 48 minutes in length, requiring 70% of the fuel load to be expended to attain its operational altitude.
The first prototype made its first public appearance in September 1962 when it was displayed on the ground and in the air at that year's Farnborough Air Show. In the same year the aircraft was seen in the film Some People.
Measurements collected during testing were recorded onboard and transmitted to the ground station for recording. The flight information transmitted meant that a "ground pilot" could advise the pilot.
The project suffered a number of problems, the main being that the fuel consumption of the engines did not allow the aircraft to fly at high speeds long enough to evaluate the "thermal soaking" of the airframe, which was one of the main research areas it was built to investigate. Combined with fuel leaks, the inability to reach its design speed of Mach 2 and a takeoff speed at nearly 300 mph (480 km/h), the test phase was severely compromised. Nonetheless, although the 188 programme was eventually abandoned, the knowledge and technical information gained was put to some use for the future Concorde program. The inconclusive nature of the research into the use of stainless steel led to Concordes being constructed from conventional aluminium alloys with a Mach limit of 2.2. Experience gained with the Gyron Junior engine, which was the first British gas turbine designed for sustained supersonic operation, additionally later assisted with the development of the Bristol (later Rolls Royce) Olympus 593 powerplant which was used on both Concorde and the BAC TSR-2.
Various proposals to further develop the 188 were considered including incorporating ramjets and rocket engines as well as considering fighter and reconnaissance variants. One serious proposal involved the fitting of "wedge" type intakes.
The announcement that all development was terminated was made in 1964, the last flight of XF926 taking place on 12 January 1964. In total the project cost £20 million. By the end of the programme, considered the most expensive to date for a research aircraft in Great Britain, each aircraft had to be "cannibalised" in order to keep the designated airframe ready for flight.

Surviving aircraft

In April 1966, both 188 fuselages were transported to the Proof and Experimental Establishment at Shoeburyness, Essex to act as targets for gunnery trials, but during 1972, XF926 was dismantled and moved to RAF Cosford (without its engines) to act as instructional airframe 8368M, and is preserved at the Royal Air Force Museum Cosford near Wolverhampton. XF923 was subsequently scrapped at Foulness.

Operators:
  • United Kingdom - Royal Aircraft Establishment.

Specifications (Bristol 188)

General characteristics:
  • Crew: 1
  • Length: 77 ft 8 in (23.67 m)
  • Wingspan: 35 ft 1 in (10.69 m)
  • Height: 12 ft 0 in (3.66 m)
  • Wing area: 396 sq ft (36.8 m2)
  • Airfoil: Biconvex 4%
  • Powerplant: 2 × de Havilland DGJ.10R Gyron Junior afterburning turbojet engines, 10,000 lbf (44 kN) thrust each - 14,000 lbf (62.28 kN) with afterburner at sea level - 20,000 lbf (88.96 kN) with afterburner at 36,000 ft (10,973 m).

Performance:
  • Maximum speed: 1,043 kn (1,200 mph, 1,932 km/h) + (design goal)
  • Maximum speed: Mach 2.

Notable appearances in media

Bristol 188 XF923 was prominently featured in Some People (1962), a feature film primarily shot in Bristol.

(Web, Google, Wikipedia, You Tube)























 

IL SISTEMA ASW “ULISSES” di Leonardo, pensato per sostituire l’OTS-90, è operativo!


IL SISTEMA ASW “ULISSES” di Leonardo, pensato per sostituire l’OTS-90, è operativo!

Il sistema, leggero e compatto, può essere integrato anche sui piccoli elicotteri impiegati per operazioni costiere. Le capacità dimostrate rappresentano un’efficace risposta alla crescente necessità delle Forze Armate di condurre operazioni asw (Anti-Submarine Warfare) in acque poco profonde.
Durante una dimostrazione avvenuta al largo delle coste italiane, Leonardo ha validato le capacità del suo sistema acustico antisommergibile Ulisses, pensato per sostituire l’OTS-90, rendendolo una proposta attrattiva per il mercato retrofit. Il sistema è inoltre disponibile per velivoli ad ala fissa, unità navali e, senza sonar a immersione, per droni.
Nello specifico, è stato mostrato come il sonar a immersione Firefly, Aqs-18 di L3Harris Technologies, lavorando assieme al processore ULISSES, sia in grado di individuare automaticamente sottomarini nemici simulati, avvisando gli equipaggi della loro presenza.
Firefly incorpora un sonar attivo ad alta potenza in grado di immergersi fino a 200 metri sotto il livello del mare e rilevare bersagli fino a 20 miglia, trasmettendo audio e video tramite un collegamento data link a banda larga.
Progettato per ascoltare i sottomarini grazie a una sofisticata tecnologia acustica, il sistema ULISSES di Leonardo assicura capacità avanzate di scoperta in mare.


L’aggiunta del nuovo sonar di profondità Firefly di L3Harris Technologies aumenta range e precisione al pacchetto ULISSES.
Il sistema ULISSES/FireFly è stato installato su un’unità navale mentre un NH-90 della Marina Militare Italiana ha rilasciato le sonoboe durante la demo.
Leonardo ha validato le nuove capacità potenziate del suo sistema acustico antisommergibile ULISSES nel corso di una sperimentazione avvenuta recentemente al largo delle coste italiane. Durante la demo è stato mostrato come il sonar a immersione Firefly, AQS-18 di L3Harris Technologies, lavorando assieme al processore ULISSES, ha individuato automaticamente sottomarini nemici simulati e allertato gli equipaggi della loro presenza.
La dimostrazione segue la piena integrazione del sonar a immersione Firefly con il sistema ULISSES. Firefly incorpora un sonar attivo ad alta potenza in grado di immergersi fino a 200 metri sotto il livello del mare e rilevare bersagli fino a 20 miglia, trasmettendo audio e video tramite un collegamento data link a banda larga.
Per la dimostrazione ULISSES con il Firefly è stato installato su un’unità navale, mentre un elicottero NH90 della Marina Militare Italiana ha rilasciato le sonoboe durante la prova.
Elementi chiave del design del sistema ULISSES/Firefly sono la forma compatta e il peso ridotto, che gli consentono di essere integrato anche su elicotteri piccoli e leggeri impiegati per operazioni costiere. Le capacità dimostrate rappresentano un’efficace risposta alla crescente necessità delle Forze Armate di condurre operazioni ASW (Anti-Submarine Warfare) in acque poco profonde.
Gli osservatori a bordo della nave di comando hanno potuto vedere sullo schermo di un operatore come ULISSES, combinando gli input provenienti dal sonar a immersione Firefly con i dati delle sonoboe attive e passive, ha localizzato potenziali contatti e allertato gli equipaggi. I sistemi ULISSES e Firefly offrono funzionalità ‘multistatiche’ dove i processori raccolgono e dispensano dati fino a 64 sonar a immersione e sonoboe distribuite, usando molteplici fonti di informazioni per triangolare accuratamente la posizione di sottomarini nemici.
ULISSES è stato presentato nel 2018 in occasione del Farnborough Air Show ed è stato testato con successo in una prova in mare dal vivo nel novembre 2019. Il sistema è adesso completamente sviluppato e sono in corso contatti con un certo numero di potenziali clienti di lancio.
ULISSES, successore del sistema acustico OTS-90 di Leonardo per gli elicotteri NH90 italiani e olandesi, fornisce capacità avanzate in un pacchetto ancora più leggero, ideale per l’integrazione su piccoli elicotteri. E’ stato pensato per sostituire l’OTS-90, rendendolo una proposta attrattiva per il mercato retrofit. Il sistema è inoltre disponibile per velivoli ad ala fissa, unità navali e, senza sonar a immersione, per droni.
La dimostrazione segue la piena integrazione del sonar a immersione Firefly con il sistema ULISSES. Firefly incorpora un sonar attivo ad alta potenza in grado di immergersi fino a 200 metri sotto il livello del mare e rilevare bersagli fino a 20 miglia, trasmettendo audio e video tramite un collegamento data link a banda larga.
Per la dimostrazione ULISSES con il Firefly è stato installato su un’unità navale, mentre un elicottero NH90 della Marina Militare Italiana ha rilasciato le sonoboe durante la prova.
Elementi chiave del design del sistema ULISSES/Firefly sono la forma compatta e il peso ridotto, che gli consentono di essere integrato anche su elicotteri piccoli e leggeri impiegati per operazioni costiere. Le capacità dimostrate rappresentano un’efficace risposta alla crescente necessità delle Forze Armate di condurre operazioni ASW (Anti-Submarine Warfare) in acque poco profonde.
Gli osservatori a bordo della nave di comando hanno potuto vedere sullo schermo di un operatore come ULISSES, combinando gli input provenienti dal sonar a immersione Firefly con i dati delle sonoboe attive e passive, ha localizzato potenziali contatti e allertato gli equipaggi. I sistemi ULISSES e Firefly offrono funzionalità ‘multistatiche’ dove i processori raccolgono e dispensano dati fino a 64 sonar a immersione e sonoboe distribuite, usando molteplici fonti di informazioni per triangolare accuratamente la posizione di sottomarini nemici.

Il sistema ULISSES è stato utilizzato per:
  • localizzare automaticamente dei sottomarini simulati in una prova dal vivo;

  • include un software di Ultra Electronics in grado di acquisire posizioni accurate della minaccia attraverso sonar di profondità e sonoboe, fino a un massimo di 64.
In linea con il cronoprogramma, lo sviluppo del prodotto si concluderà quest’anno e la produzione partirà nel 2020.
Leonardo ha testato le capacità del nuovo sistema acustico ULISSES per la ricerca di sottomarini in una prova in mare a largo delle coste italiane, dimostrando che lo sviluppo del prodotto procede nei tempi stabiliti e che si potrà concludere entro il 2019, mentre la produzione partirà nel 2020. Leonardo è già in trattativa con alcuni potenziali clienti nazionali e internazionali per fornire ULISSES entro il prossimo anno. 
ULISSES (Ultra-LIght SonicS Enhanced System) è un sistema integrato di sensori acustici progettato per "ascoltare" i sottomarini ostili e determinarne la posizione. ULISSES incorpora una funzionalità "multistatica", in cui il processore raccoglie e sfrutta i dati provenienti da sonoboe distribuite (fini a un massimo di 64) o sonar di profondità, che vengono elaborati in parallelo; utilizza così le molteplici fonti di informazione per triangolare la posizione di unità navali potenzialmente ostili. 
Leonardo ha annunciato al Farnborough Air Show 2018 lo sviluppo del sistema acustico in collaborazione con Ultra Electronics per le sonoboe miniaturizzate e la tecnologia multistatica e L3 Technologies per il sonar di profondità. Ora ULISSES è disponibile sul mercato.
Le prove in mare hanno dimostrato i vantaggi delle capacità multistatiche di ULISSES in un ambiente navale realistico. Da una nave, Leonardo ha inizialmente posizionato diverse tipologie di sonoboe di Ultra Electronics, incluse quelle dotate di GPS. Il processore ULISSES è stato quindi utilizzato per individuare in modo rapido e accurato una serie di obiettivi sottomarini simulati, contrassegnando automaticamente le loro coordinate su una mappa presente sulla postazione dell'operatore. 
Dal suo lancio ULISSES ha suscitato grande interesse grazie al peso ridotto, ossia <20 kg compresi processore, trasmettitore, ricevitore e registratore, cosa che lo rende adatto anche per piccoli velivoli ed elicotteri a pilotaggio remoto. ULISSES è ideale anche per il mercato degli ammodernamenti visto che può sostituire un sistema sonico esistente a costi contenuti, riducendo il peso complessivo degli equipaggiamenti. Altre caratteristiche sono la capacità di acquisire informazioni da una vasta gamma di fonti, come ad esempio le sonoboe equipaggiate con GPS, attive e passive, e sonar di profondità. 
Progettato per essere facilmente utilizzabile e per ridurre il carico di lavoro per l'operatore, ULISSES è in grado di fornire tracciamento e avvisi automatici, video in Full HD e controllare sonoboe da remoto, utilizzando il CFS (Command Function System), ossia il sistema di funzione comando. 
Il sistema è adesso completamente sviluppato e sono in corso contatti con un certo numero di potenziali clienti dell’azienda italiana.
Successore del sistema acustico OTS-90 di Leonardo per gli elicotteri NH 90 italiani e olandesi, fornisce capacità avanzate in un pacchetto ancora più leggero, ideale per l’integrazione su piccoli elicotteri.
E’ stato pensato per sostituire l’OTS-90, rendendolo una proposta attrattiva per il mercato retrofit.
Il sistema è, inoltre, disponibile per velivoli ad ala fissa, unità navali e, senza sonar a immersione, per droni.

ENGLISH

Leonardo's "ULISSES" ASW system, designed to replace the OTS-90, is up and running!

The light and compact system can also be integrated into small helicopters used for coastal operations. The demonstrated capabilities are an effective response to the Armed Forces' growing need to conduct asw (Anti-Submarine Warfare) operations in shallow waters.
During a demonstration off the Italian coast, Leonardo validated the capabilities of its Ulisses anti-submarine warfare acoustic system, designed to replace the OTS-90, making it an attractive proposition for the retrofit market. The system is also available for fixed-wing aircraft, naval units and, without submersible sonar, for drones.
Specifically, it was shown how the Firefly immersion sonar, Aqs-18 from L3Harris Technologies, working in conjunction with the ULISSES processor, is able to automatically detect simulated enemy submarines, alerting crews to their presence.
Firefly incorporates a high-power active sonar capable of diving to 200 metres below sea level and detecting targets up to 20 miles away, transmitting audio and video via a broadband data link.
Designed to listen for submarines using sophisticated acoustic technology, Leonardo's ULISSES system provides advanced discovery capabilities at sea.
The addition of the new Firefly depth sonar from L3Harris Technologies increases range and accuracy to the ULISSES package.
The ULISSES/FireFly system was installed on a naval vessel while an NH-90 of the Italian Navy released the sonobuoys during the demo.
Leonardo validated the new enhanced capabilities of its ULISSES anti-submarine acoustic system during a trial that took place recently off the Italian coast. During the demo it was shown how the Firefly immersion sonar, AQS-18 from L3Harris Technologies, working in conjunction with the ULISSES processor, automatically detected simulated enemy submarines and alerted crews to their presence.
The demonstration follows the full integration of the Firefly submersible sonar with the ULISSES system. Firefly incorporates a high-power active sonar capable of diving to 200 metres below sea level and detecting targets up to 20 miles away, transmitting audio and video via a broadband data link.
For the demonstration ULISSES with the Firefly was installed on a naval vessel, while an NH90 helicopter of the Italian Navy released the sonobuoys during the test.
Key design elements of the ULISSES/Firefly system are its compact shape and low weight, which allow it to be integrated into small, lightweight helicopters used for coastal operations. The demonstrated capabilities are an effective response to the Armed Forces' growing need to conduct ASW (Anti-Submarine Warfare) operations in shallow waters.
Observers aboard the command ship were able to see on an operator's screen how ULISSES, by combining input from the Firefly submersible sonar with data from active and passive sonobuoys, located potential contacts and alerted crews. The ULISSES and Firefly systems offer 'multistatic' capabilities where processors collect and dispense data from up to 64 distributed dive sonars and sonobuoys, using multiple sources of information to accurately triangulate the position of enemy submarines.
ULISSES was unveiled in 2018 at the Farnborough Air Show and was successfully tested in a live sea trial in November 2019. The system is now fully developed and contacts are ongoing with a number of potential launch customers.
ULISSES, the successor to Leonardo's OTS-90 acoustic system for Italian and Dutch NH90 helicopters, provides advanced capabilities in an even lighter package, ideal for integration on small helicopters. It is designed to replace the OTS-90, making it an attractive proposition for the retrofit market. The system is also available for fixed-wing aircraft, naval units and, without submersible sonar, for drones.

The demonstration follows the full integration of the Firefly submersible sonar with the ULISSES system. The Firefly incorporates a high-power active sonar capable of diving to 200 metres below sea level and detecting targets up to 20 miles away, transmitting audio and video via a broadband data link.
For the demonstration ULISSES with the Firefly was installed on a naval vessel, while an NH90 helicopter of the Italian Navy released the sonobuoys during the test.
Key design elements of the ULISSES/Firefly system are its compact shape and low weight, which allow it to be integrated into small, lightweight helicopters used for coastal operations. The demonstrated capabilities are an effective response to the Armed Forces' growing need to conduct ASW (Anti-Submarine Warfare) operations in shallow waters.
Observers aboard the command ship were able to see on an operator's screen how ULISSES, by combining input from the Firefly submersible sonar with data from active and passive sonobuoys, located potential contacts and alerted crews. The ULISSES and Firefly systems offer 'multistatic' capabilities where processors collect and dispense data from up to 64 distributed dive sonars and sonobuoys, using multiple sources of information to accurately triangulate the position of enemy submarines.

The ULISSES system has been used to:
  • automatically locate simulated submarines in a live test;
  • include software from Ultra Electronics capable of acquiring accurate threat positions through depth sonar and sonobuoys, up to a maximum of 64.
On schedule, product development will be completed this year and production will start in 2020.
Leonardo tested the capabilities of the new ULISSES acoustic system for submarine search in a sea trial off the Italian coast, demonstrating that product development is progressing on schedule and can be completed by 2019, with production starting in 2020. Leonardo is already in talks with a number of potential national and international customers to supply ULISSES within the next year. 
ULISSES (Ultra-LIght SonicS Enhanced System) is an integrated acoustic sensor system designed to 'listen' to hostile submarines and determine their position. ULISSES incorporates a 'multi-state' functionality, whereby the processor collects and exploits data from distributed sonobuoys (up to a maximum of 64) or depth sonars, which are processed in parallel; thus using the multiple sources of information to triangulate the position of potentially hostile naval units. 
Leonardo announced at the 2018 Farnborough Air Show the development of the acoustic system in collaboration with Ultra Electronics for the miniature sonobuoys and multistatic technology and L3 Technologies for the depth sonar. ULISSES is now commercially available.
Sea trials have demonstrated the benefits of ULISSES' multistatic capabilities in a realistic naval environment. From a ship, Leonardo initially deployed several types of Ultra Electronics sonobuoys, including those equipped with GPS. The ULISSES processor was then used to quickly and accurately locate a series of simulated submarine targets, automatically marking their coordinates on a map at the operator's station. 
Since its launch, ULISSES has attracted great interest due to its low weight of <20 kg including processor, transmitter, receiver and recorder, making it suitable for small aircraft and remotely piloted helicopters. ULISSES is also ideal for the retrofit market as it can cost-effectively replace an existing sonic system while reducing overall equipment weight. Other features include the ability to acquire information from a wide range of sources, such as GPS-equipped sonobuoys, active and passive, and depth sonar. 
Designed for ease of use and to reduce the workload for the operator, ULISSES can provide automatic tracking and warnings, Full HD video and control sonobuoys remotely, using the Command Function System (CFS). 
The system is now fully developed and contacts are underway with a number of the Italian company's potential customers.
The successor to Leonardo's OTS-90 acoustic system for the Italian and Dutch NH 90 helicopters, it provides advanced capabilities in an even lighter package, ideal for integration into smaller helicopters.
It is designed to replace the OTS-90, making it an attractive proposition for the retrofit market.
The system is also available for fixed-wing aircraft, naval units and, without submersible sonar, drones.

(Web, Google, Wikipedia, Leonardo, Industriaitaliana, Analisidifesa, Reportdifesa, You Tube)





















 

lunedì 4 gennaio 2021

La Marina russa ha svolto esercitazioni a fuoco con la nave MCM contromisure mine classe Yakov Balyayev.


La Marina russa ha svolto esercitazioni a fuoco con la nave MCM contromisure mine classe Yakov Balyayev.


In data 17 dicembre 2020, la nave contromisure mine (MCM) russa classe Alexandrit ``Yakov Balyayev’' Project 12700 ha svolto attività “a fuoco” durante la fase finale delle sue prove in mare.


L'equipaggio della nave ha utilizzato un sistema d'arma ravvicinato AK-630 da 30 mm per ingaggiare bersagli aerei e di superficie. La piattaforma ha anche condotto un'esercitazione per distruggere una mina marina galleggiante con l'uso dell'AK-630 e di una mitragliatrice pesante da 12,7 m. La nave ha anche utilizzato i suoi sistemi acustici e di contatto MCM durante le prove.
Lo "Yakov Balyayev" è entrata a far parte della flotta del Pacifico il 26 dicembre 2020.


La nave Progetto 12700 MCM "Yakov Balyayev" è stata impostata nel dicembre 2017 ed è stata varata nel dicembre 2020. È diventata la quarta nave della serie costruita presso il cantiere navale di Sredne-Nevskiy (SNSZ, una filiale della United Shipbuilding Corporation). L’unità capoclasse  "Alexander Obukhov", è stata consegnata alla VMF nel 2016. Nel 2018, il cantiere navale ha consegnato la seconda nave, la "Ivan Antonov". La terza unità, la 'Vladimir Emelyanov', è entrata a far parte della Marina nel dicembre 2019.
I cantieri SNSZ stanno assemblando altre quattro unità MCM del progetto 12700, tra cui la "Georgy Kurbatov", la "Pyotr Iliychev”, la "Anatoliy Shlemov" e la "Lev Chernavin". Le navi del Progetto 12700 MCM dovrebbero costituire la spina dorsale della forza MCM della Marina russa.
Il design del progetto 12700 si basa su uno scafo monolitico in fibra di vetro (molto simile a quello messo a punto dalla Italia Intermarine), modellato mediante infusione sotto vuoto, un metodo di costruzione moderno che si traduce in uno scafo più leggero con una maggiore durata. Le navi della classe sono progettate per utilizzare ROV, veicoli subacquei senza equipaggio tele-operati e autonomi e veicoli di superficie senza pilota per disabilitare o distruggere le mine a distanze di sicurezza. 
Il dislocamento dei cacciamine del progetto 12700 è vicino alle 900 tonnellate, la lunghezza è di oltre 60 metri e la larghezza è di 10 metri. La velocità è di 16,5 nodi e l'equipaggio è composto da 44 uomini.




ENGLISH

Russian Navy conducts live-firing with Yakov Balyayev mine countermeasures MCM vessel

According to information published by the Russian press agency TASS on December 17, 2020, Russian Navy Project 12700 Alexandrit-class mine countermeasures (MCM) vessel ‘Yakov Balyayev’ conducted the first live-firing during the final stage of its sea and state trials, the Russian Ministry of Defense (MoD) reported on December 17, 2020.
“The crew of the ship used an AK-630 30 mm close-in weapon system engage air and surface practice targets. The platform also conducted an exercise to destroy a floating sea mine with the use of the AK-630 and a 12.7 m heavy machinegun,” said the MoD. The vessel also employed its acoustic and contact MCM systems during the trials.
The ‘Yakov Balyayev’ is set to join the Pacific Fleet on December 26.
The Project 12700 MCM vessel ‘Yakov Balyayev’ was laid down in December 2017 and was launched in December 2020. It became the fourth ship in the series built at the Sredne-Nevskiy Shipyard (SNSZ, a subsidiary of the United Shipbuilding Corporation). The type ship, ‘Alexander Obukhov’, was delivered to the Navy (VMF) in 2016. In 2018, the shipyard supplied the second ship, ‘Ivan Antonov’. The third ship, ‘Vladimir Emelyanov’, joined the Navy in December 2019.
The SNSZ now builds four Project 12700 MCM vessels, including ‘Georgy Kurbatov’, ‘Pyotr Iliychev’, ‘Anatoliy Shlemov’, and ‘Lev Chernavin’. The Project 12700 MCM vessels are planned to form the backbone of the Russian Navy’s MCM force in short term.
The design of project 12700 is based on a monolithic fiberglass hull shaped by vacuum infusion, a modern construction method that results in a lighter hull with longer service life. The ships of the class are designed to use various flails, as well as teleoperated and autonomous unmanned underwater vehicles and unmanned surface vehicles to disable or destroy mines at safe distances. 
The displacement of project 12700 minesweepers is close to 900 tons, the length is over 60 meters and the width is 10 meters. The speed is 16.5 knots and the crew comprises 44 men.

(Web, Google, Wikipedia, navy recognition, You Tube)