Dall’AH-129, al T-129 ATAK fino all’AH-249: l’evoluzione della specie “MANGUSTA”
Il Leonardo AH-129 (in precedenza Agusta A129) è un elicottero d'attacco leggero prodotto in Italia da Leonardo (in precedenza dall'AgustaWestland, confluita nella nuova Finmeccanica, rinominata Leonardo dal 2017).
È stato il primo elicottero da attacco ad essere progettato e costruito in Europa Occidentale. Attualmente è in corso di progettazione il sostituto Leonardo AW249.
Il nome "Mangusta" fu una trovata commerciale per suggerire la capacità di battere il "Cobra", nome sia dell'animale sia del Bell AH-1, elicottero concorrente dell'A129 nel momento in cui quest'ultimo fu sviluppato. La prima unità militare italiana ad avere in dotazione questo elicottero è stato il 5º Reggimento ALE "Rigel", all’epoca inquadrato nel 5º Corpo d’armata.
Il progetto venne avviato nel 1978 e l'A129 Mangusta ("Mongoose" per i mercati internazionali) destò molta impressione quando il primo dei cinque prototipi effettuò il primo volo ufficiale il 15 settembre 1983. Il quinto prototipo effettuò il primo volo nel marzo 1986. Si trattava di una evoluzione del concetto del Bell AH-1 Cobra, che utilizzava la configurazione biposto in tandem, ovvero con pilota e copilota/mitragliere/cannoniere allineati e non affiancati.
A differenza del Cobra, monomotore, bipala, il progetto, derivato da quello dell'Agusta A109, risultava migliorato, in quanto basato su una configurazione con due motori e rotore quadripala. In seguito ad una esigenza della NATO, che assegnava all'epoca all'Esercito Italiano durante la guerra fredda un ruolo di contenimento delle forze corazzate del Patto di Varsavia, venne sviluppato inizialmente come elicottero anticarro ed armato con missili filoguidati BGM-71 TOW, razzi da 81 mm e con le potenzialità di integrare il missile Hellfire. Sin dalla prima versione, l'A129 era equipaggiato con sistemi autonomi di navigazione e di visione notturna, in grado di fornire la piena capacità di combattimento notturno ed ognitempo.
In Europa nessun'altra nazione aveva sviluppato un elicottero d'attacco, benché quasi tutte le principali forze armate avessero una numerosa linea di macchine "tuttofare" armate con missili anticarro. Nella versione originale Mangusta, è entrato in servizio con l'Esercito Italiano nei primi anni novanta ed ha avuto il suo battesimo del fuoco in Somalia durante l'operazione Restore Hope (1992-1994), compreso il lancio di un missile contro un mezzo italiano sottratto dai somali nello scontro del checkpoint PASTA il 2 luglio 1993. Sempre nella versione anticarro, ma armato anche di mitragliatrici da 12,7 mm installate in appositi pod subalari, ha partecipato alle operazioni in Angola, Albania nel 1997, nella Repubblica di Macedonia ed in Kosovo (1998-2000).
L'A129 inizialmente non è riuscito a conquistare il mercato internazionale. La prima opportunità di successo per l'esportazione si presentò in occasione del programma europeo Tonal per un elicottero da combattimento basato sul Mangusta. Nel 1986, i governi del Regno Unito, Italia, Paesi Bassi e Spagna firmarono un protocollo di intesa per esplorare la possibilità di costruire una versione potenziata del A129, chiamata Joint European Helicopter Tonal. (La designazione "Tonal" era derivata dal nome di un dio Azteco.) Il Tonal avrebbe avuto motori più potenti, un nuovo rotore, carrello retrattile, sensori potenziati ed armamento più pesante.
Il progetto collassò nel 1990 quando Regno Unito ed Olanda decisero di acquisire l'AH-64 Apache in sostituzione. Dopo questo precedente, quasi tutti i paesi europei acquistarono l'Apache (Grecia) o attesero lo sviluppo dell'Eurocopter Tiger (Spagna, Francia e Germania). L'Esercito Italiano ridusse l'ordine a 45 esemplari rispetto all'opzione iniziale di 60. La polemica per la comparazione tra modelli prodotti dalle varie aziende fu ulteriormente alimentata nei primi anni novanta, dalla comparsa del dimostratore tecnologico Agusta A 129 International che effettuò il primo volo nel 1992 nell'ambito della partecipazione alla competizione per la fornitura di elicotteri di attacco per la Turchia, dove l'Apache era stato scartato nelle fasi iniziali.
Con questo modello Agusta effettivamente volante e pronto per la messa in produzione già nel 1992, la competizione si fece accesa sui mercati internazionali e mai dall'esito scontato. Infatti, l'"International", avendo integrato nella sua suite di armamento il missile AGM-114 Hellfire e il cannone installato nel naso, recuperò l'apparente gap anche su questo fronte tra A129 e Apache. Negli anni successivi, si è poi verificata in parte degna di considerazione la decisione dell'Esercito Italiano di non dotarsi del sistema d'arma Hellfire, all'epoca considerato una pecca del Mangusta originale. Infatti, è venuto solo di recente alla luce dei non addetti ai lavori, nel corso della esercitazione VICTORY STRIKE in Polonia del 06-18 ottobre del 2000, che il lancio dei missili Hellfire da elicottero causa danni gravi alla struttura del velivolo lanciatore, tanto da essere designati con terminologia "USA CC-N, emergency combat use only". Addirittura la "System Safety Risk Assessment" (SSRA) ha assegnato la categoria di rischio I-A (Catastrophic Probable) all'ipotesi di lancio di questi missili da posizioni differenti dalla numero 4 del lanciatore esterno.
Gli anni novanta videro comunque il testa a testa tra i vari produttori di elicotteri di attacco nelle competizioni per l'aggiudicazione delle commesse militari, ma, nello stesso tempo, convinsero l'Esercito Italiano, reduce dalla esperienza del 1993 in Somalia a passare dall'A129 basico all'A129 CBT, accettando alcune delle migliorie avioniche e di armamento dell'"International". Resta il fatto che l'A129 uscì sconfitto dalla gara indetta per l'aggiudicazione della fornitura di elicotteri di attacco alle forze di difesa australiane (ADF), vinta dall'Eurocopter Tiger con inizio delle consegne nel 2004. Un ruolo importante per influenzare la scelta in questo contesto fu rivestito dalle piccole dimensioni del velivolo italiano che vennero considerate limitative delle possibilità di sviluppo, carico e autonomia. L'Esercito Italiano ordinò 15 esemplari di A129 in versione multiruolo CBT (Combat), il primo dei quali fu consegnato nell'ottobre 2002. Nel gennaio 2002 è stato firmato un contratto per l'aggiornamento alla versione CBT di tutti i primi 45 Mangusta in servizio con l'Esercito Italiano. Le principali modifiche riguardano l'adozione di un cannone M197 da 20 mm a tre canne rotanti tipo Gatling installato in una torretta sotto il muso, la sostituzione del rotore quadripala con uno a cinque pale, la possibilità di impiegare razzi da 70 mm (oltre a quelli da 81), migliorie all'avionica ed ai sistemi di volo/navigazione notturna, l'integrazione di lanciatori per missili antiaerei FIM-92 Stinger o Mistral ed una nuova colorazione con insegne a bassa visibilità. In questa configurazione, l'elicottero può essere utilizzato come anticarro, ricognizione armata ("Scout" secondo la definizione dell'Esercito Italiano), attacco al suolo, scorta, supporto di fuoco e antiaereo.
In Italia il Mangusta viene designato dall'Esercito EES (o EES1), contrazione di Elicottero da Esplorazione e Scorta, ed equipaggia i seguenti reggimenti:
- 5º Reggimento AVES "Rigel" (Casarsa della Delizia, PN) nell'aeroporto Francesco Baracca,
- 7º Reggimento AVES "Vega" (Rimini) nell'aeroporto Giannetto Vassura.
- Entrambi i reggimenti sono inquadrati nella Brigata aeromobile "Friuli".
- Cinque A129 sono stati schierati in Iraq prima del ritiro delle truppe italiane e attualmente sono operativi a Herat in Afghanistan.
- Il 30 marzo 2007 la Turchia ha decretato il Mangusta vincitore della gara per la fornitura della licenza di produzione per 51 macchine (di cui 20 in opzione) per il requisito di un elicottero d'attacco per l’Esercito.
Versioni prodotte:
- A-129 Mangusta: versione originale di produzione, equipaggiata con due turbine Rolls-Royce Gem 1004 armata con 8 missili cc TOW e 2 razziere da 70 o 81mm.
- A-129 International: versione migliorata con rotore a cinque pale, torretta posta sotto il naso, supporto per il missile Hellfire e Stinger, avionica avanzata e motorizzazione LHTEC-CTS800-2.
- A-129 CBT: versione potenziata per l'Esercito Italiano che incorpora le stesse migliorie della versione A-129 International (trasmissione potenziata, rotore pentapala, cannone da 20mm) ma mantiene i motori originali RR mk1004. La trasmissione potenziata rende possibile una nuova motorizzazione con prestazioni migliori. Nel rapporto esercito 2015 è stato ridefinito come A-129 EES (Elicottero da Esplorazione e Scorta).
- ARH-129D: versione potenziata con nuova dotazione optronica, Rafael TOPLITE III che comprende FLIR ed un nuovo laser, con funzione di telemetro, designatore bersagli, marcatore di bersagli per altri lanciatori e scoperta sorgenti laser. Le rampe di lancio degli Spike sono elevabili, per semplificare e migliorare la sicurezza del lancio in combattimento. Previsti 24 esemplari, più l'ammodernamento di 24 esemplari CBT.
Proposte e progetti:
- A129 Multi-RoleA129 LBH: versione d'assalto, multiruolo con una struttura completamente differente dai A129 standard, in quanto modificata per creare lo spazio per trasportare otto soldati in aggiunta ai due di equipaggio (l'acronimo LBH significa Light Battlefield Helicopter). Versione proposta e non costruita.
- A129 Scout: versione proposta da ricognizione, non costruita.
- A129 Shipboard: versione proposta navale, non costruita.
- A129 Tonal: programma avviato nel 1986, da Regno Unito, Italia, Paesi Bassi e Spagna e terminato nel 1990 con il ritiro del Regno Unito e Olanda che decisero di acquisire l'AH-64 Apache in sostituzione.
Utilizzatori:
- Italia - AVES - 60 AW129 Mangusta CBT consegnati, al dicembre 2016 risultano in servizio 32 AH-129D operativi e 16 AH-129C utilizzati per l'addestramento.
LA VERSIONE ADOTTATA DALLA TURCHIA: IL “TAI-AW T-129 ATAK”
Il TAI / AgustaWestland T129 ATAK è un elicottero bimotore, con sedile tandem, da attacco multi-ruolo, con qualsiasi condizione atmosferica basato sulla piattaforma Agusta A129 Mangusta.
Il T129 è stato sviluppato da Turkish Aerospace Industries (TAI) con il partner AgustaWestland. L'elicottero è progettato per missioni avanzate di attacco e ricognizione in ambienti caldi e alti e geografia approssimativa sia in condizioni diurne che notturne.
- Ruolo: Elicottero d'attacco
- Origine nazionale: Italia e Turchia
- Fabbricante Turkish Aerospace Industries (TAI) / AgustaWestland Leonardo (dal 2017)
- Primo volo 28 settembre 2009
- introduzione in servizio 2014
- Stato: In servizio
- Utente principale Esercito turco
- Prodotto 2009-presente
- Esemplari costruiti 52
- Costo del programma 3,2 miliardi di dollari
- Sviluppato dall'Agusta A129 Mangusta.
Il programma ATAK è stato avviato per soddisfare i requisiti delle forze armate turche per un attacco e un elicottero da ricognizione tattico. Il T129 è il risultato dell'integrazione di avionica high-tech sviluppata in Turchia, modifiche del telaio dell'aeromobile e sistemi d'arma nella cellula collaudata AgustaWestland A129, con motori potenziati, trasmissione e pale del rotore. È utilizzato dall'esercito turco e viene offerto ad altri servizi.
Il programma ATAK fu avviato per soddisfare i requisiti delle forze armate turche per un elicottero da ricognizione tattico e attacco. La Turchia annunciò il 30 marzo 2007 di aver deciso di negoziare con AgustaWestland per co-sviluppare e produrre 51 elicotteri da attacco (con 40 opzioni) basati sull'Agusta A129 Mangusta. Avrebbe dovuto essere assemblato in Turchia dalle industrie aerospaziali turche (TAI) come T129. Il 7 settembre 2007 fu firmato un contratto da $ 1,2 miliardi.
Il 22 giugno 2008 entrò formalmente in vigore l'accordo tra TUSAS Aerospace Industries (TAI) e AgustaWestland. In base all'accordo, TAI ha sviluppato un computer di missione indigeno, sistemi avionici, sistemi di armi, suite di autoprotezione e sistemi di supporto per il montaggio del casco. Tusaş Engine Industries (TEI) ha altresì prodotto su licenza i motori LHTEC CTS800-4N. In base all'accordo, la Turchia dispone dei pieni diritti di marketing e proprietà intellettuale per la piattaforma T129. Inoltre, la Turchia può esportare anche la piattaforma verso paesi terzi, esclusi l'Italia e il Regno Unito. Tuttavia, LHTEC CTS800-4N del T129 dà agli Stati Uniti il veto su eventuali vendite all’esportazione nei confronti di paesi non graditi od ostili.
Il T129 è stato ottimizzato per condizioni calde e alte. Ha diversi miglioramenti chiave rispetto all'originale A129 in linea con i requisiti dell'esercito turco. Il T129 trasporta 12 missili anticarro del UMTAS sviluppati da Roketsan (sviluppo indigeno turco simile a Hellfire II). Il T129 conserva il cannone tipo gatling da 20 mm in una torretta del naso. Può trasportare una combinazione di missili da 70 mm, missili aria-aria Stinger e proiettili di pistola sui suoi piloni alari. Il 16 luglio 2007, il Consiglio di ricerca scientifica e tecnologica della Turchia (TUBITAK), Meteksan Savunma Sanayii AŞ e Università di Bilkent hanno formato un consorzio per sviluppare un radar ad onde millimetriche avanzate (MILDAR), simile a Longbow e IAI / ELTA radar, destinati ad entrare in servizio nel 2009. Il MILDAR è stato completato con successo nel febbraio 2012.
Nel 2007 un elicottero sarà tenuto dal Ministero della Difesa turco e utilizzato come banco di prova per lo sviluppo di sistemi. I restanti 50 elicotteri stanno per essere tutti consegnati all'esercito turco. Se necessario verranno prodotti altri 40 elicotteri T129 opzionali. Questi 50 T129 devono essere designati T129B. Nel novembre 2010, la Turchia ha ordinato altri nove elicotteri T129 per aumentare il suo totale ordinato a 60. Questi T129 erano destinati a un urgente requisito operativo dell'esercito turco e furono costruiti dalla TAI per la consegna nel 2012, un anno prima della consegna dei 51 elicotteri precedentemente ordinati. Questi T129 sono designati T129A, privi di missili anticarro avanzati. A causa di ritardi, i T129A sono entrati in servizio nel 2014.
Nel febbraio 2019, Defence Industries (SSB) ha firmato un contratto con Turkish Aerospace (TUSAŞ) per sviluppare un elicottero d'attacco di classe pesante basato su ATAK. Il nuovo elicottero si chiamerà ATAK-II.
Il 28 settembre 2009, il volo inaugurale del T129 ebbe luogo quando il prototipo P1 volò nelle strutture di AgustaWestland a Vergiate, in Italia. Il 19 marzo 2010, il primo prototipo T129 (P1) ha condotto test hover ad alta quota vicino a Verbania, in Italia, a seguito del completamento di numerosi voli di prova riusciti. Durante il test hover, T129 P1 ha perso il rotore di coda a 15.000 piedi. Il pilota collaudatore Cassioli ha riguadagnato il controllo sufficiente per allontanarsi dalla zona residenziale prima di schiantarsi; l'equipaggio fuggì senza gravi ferite. Il 17 agosto 2011, TIA ha annunciato il primo volo di successo del prototipo T129 "P6", il primo di tre prototipi da assemblare in Turchia.
Nel 2013, i media hanno affermato che il primo lotto di elicotteri consegnato all'esercito turco per prove non ha soddisfatto i requisiti del contratto, in particolare in termini di "vibrazioni, equilibrio, peso". Il T129 era pesante per il naso optronico di progettazione turca; per risolvere questo, 137 kg sono stati aggiunti alla coda, facendo sì che il peso totale superi il requisito specificato. Il peso più elevato può ridurre il tetto di servizio del T129, il che è dannoso per il funzionamento in condizioni calde e alte, come quelle che si trovano nell'Anatolia sud-orientale. Il sottosegretario alle industrie della difesa adeguerà il contratto in conformità. Gli esperti prevedono riduzioni di peso man mano che lo sviluppo continua. Nell'agosto 2015, TAI ha consegnato formalmente il lotto dei primi nove elicotteri T129 ATAK alle forze di terra turche dopo aver completato i test di qualificazione.
HAVELSAN ha sviluppato un sistema di simulazione per il T129 e presentato alla Fiera internazionale dell'industria della difesa (IDEF) 2017.
Nel maggio 2014, l'esercito turco ha ufficialmente messo in servizio i primi nove T129; questi rotorcraft iniziali erano destinati a una variante del modello A EDH provvisorio meno avanzata, destinata a sostituire alcuni dei vecchi AH-1 in uso prima dell'introduzione della variante T129B più capace al servizio. Il 25 aprile 2015, una coppia di T129 è stata utilizzata per la prima volta in combattimento in un'operazione antiterrorismo nella provincia turca di Siirt. La consegna dei T129 standard EDH finali è avvenuta il 31 luglio 2015.
Il 10 febbraio 2018, durante l' operazione militare turca ad Afrin, un T129 dell'esercito turco è stato abbattuto da combattenti curdo YPG nel distretto di Kırıkhan nella provincia di Hatay. In seguito l’abbattimento è stato confermato dalle forze armate turche e dal presidente Erdoğan.
OPERATORI FUTURI O POTENZIALI DELL'ATAK
Azerbaigian, Bahrein, Giordania, Malesia, Polonia, Gambia ed Emirati Arabi Uniti hanno mostrato interesse per il T129. Nel 2011, l' Arabia Saudita ha chiesto alla Turchia di partecipare a una gara d'appalto per produrre elicotteri d'attacco per l' Aeronautica Saudita. Nel luglio 2012, è stato riferito che le Filippine hanno ricevuto un'offerta dall'Italia per elicotteri d'attacco AgustaWestland (A129 o T129). Nel novembre 2017, le Filippine erano interessate ad ordinare 23 elicotteri da attacco T129 o altri pari categoria. Il 29 novembre 2018, il capo degli affari pubblici Arsenio Andolong del Dipartimento della difesa nazionale delle Filippine ha confermato che il T129 era molto interessante per essere adottato dalle forze aeree filippine. Il 18 dicembre 2018, Filippine e Turchia firmarono un protocollo d'intesa per i nuovi T129 per la PAF. Nel dicembre 2018 le forze armate Filippine prevedevano di ordinare sei elicotteri T129: alla data odierna nessun ordine è stato confermato. Nel gennaio 2013, un rapporto mediatico affermava che la competizione di elicotteri d'attacco della Corea del Sud includeva il T129 negli ultimi tre offerenti con il Bell AH-1Z Viper ed il Boeing AH-64 Apache che è stato scelto nell'aprile 2013. I rapporti dei media nel febbraio 2013 indicavano che l'Azerbaigian aveva ordinato 60 elicotteri T129, ma in seguito fu negato dal la TAI. Nel 2017, Pakistan e Turchia erano nelle fasi finali di un accordo per l'acquisto di 30 elicotteri. Nell'ambito di questo processo, 3 T129 delle forze di terra turche hanno presero parte alla Parata del Pakistan il 23 marzo 2018. Il 25 maggio 2018, fu riferito che il Pakistan aveva firmato un accordo con la Turchia per acquisire 30 T129. A dicembre 2018, il produttore non è riuscito a ottenere il permesso di esportazione necessario dalla Honeywell per il T129 con il motore LHTEC T800-4A e il produttore sta ora cercando un motore sostitutivo per consentire alla Turchia di completare la transazione.
La società turca TAI spera di avviare colloqui per la vendita del T129 all'esercito nazionale libico e alle forze di terra polacche.
Nel giugno 2018, una delegazione militare di alto rango proveniente dal Marocco ha visitato Ankara per incontrare i rappresentanti della TAI su possibili appalti riguardanti il T129.
A settembre 2018, il Brasile ha mostrato interesse ad acquisire il T129 con funzionari dell'esercito in visita in Turchia. Il 26 marzo 2019, TUSAŞ ha assegnato 10 piloti dell'esercito brasiliano con certificato di conseguimento per il volo di prova con il T129 a Forte Ricardo Kirk, Taubaté.
VARIANTI DEL T-129 ATAK:
- T129A EDH ( Erken Duhul Helikopteri o elicottero con consegna anticipata)
- T129A è la versione "supporto di combattimento" equipaggiata con una pistola gatling da 20 mm e colpi e può trasportare razzi da 70 mm (2,75 pollici); sono stati ordinati nove T129A. Sei elicotteri sono stati consegnati all'esercito turco. I T129A devono essere aggiornati allo standard T129B.
- T129B è la versione "multi-ruolo" equipaggiata con i sistemi di guerra elettronica all'avanguardia. Devono essere prodotti 51 elicotteri, di cui uno da utilizzare come banco di prova per le armi. Il T129B è armato con un cannone gatling da 20 mm e può trasportare un carico utile di 8 UMTAS, 12 Roketsan CIRIT e 2 missili AIM-92 Stinger.
IL “NEES” AH-249
L’elicottero d’attacco e ricognizione Leonardo AW249 di nuova generazione è attualmente in fase avanzata di sviluppo; sarà in grado di soddisfare le esigenze dell’Esercito italiano e di altri operatori militari alleati per i prossimi 30 anni grazie a prestazioni eccezionali, elevati livelli di sicurezza e bassi costi operativi.
L'AW249 sfrutta le tecnologie messe a punto per l’elicottero medio AW149, sarà caratterizzato quindi da sistemi tecnologici all’avanguardia e beneficerà della leadership progettuale di Leonardo. Il software della nuova macchina sfrutterà una architettura aperta che garantirà l’integrazione di nuovi equipaggiamenti nel corso della sua vita operativa; nuovi e più efficienti sistemi di comunicazione assicureranno l'interoperabilità con altre piattaforme dell’esercito.
Il nuovo elicottero d’attacco e ricognizione utilizzerà sistemi di missione di nuova generazione che aumenteranno notevolmente la consapevolezza della situazione esterna, riducendo nel contempo il carico di lavoro dei due piloti a beneficio della sicurezza. La macchina sarà conforme ai più rigorosi requisiti certificativi e garantirà una notevole capacità di sopravvivenza grazie ai nuovi materiali balistici che proteggeranno la cabina di pilotaggio; inoltre, sarà dotato di un sistema di protezione avanzato e bassa rilevabilità radar ed IR.
L’aeromobile avrà un peso massimo al decollo di circa 8 tonnellate e sarà in grado di svolgere missioni di supporto aereo ravvicinato e scorta assicurerando all’equipaggio elevati livelli di sopravvivenza durante le missioni in ambiente ostile. L’utilizzo di due potenti motori allo stato dell’arte gli permetteranno di operare in tutte le condizioni ambientali e climatiche. L’AW249 sarà armato con una mitragliera da 20 mm a canne rotanti derivata da quella in dotazione all’AW129 Mangusta e sarà equipaggiabile con una vasta gamma di razzi Econ gli affidabili missili anti-carro SPIKE di progettazione israeliana.
Caratteristiche principali del nuovo aeromobile:
- Sistemi di missione per consentire il controllo di UAV in volo;
- Elevata velocità e autonomia per effettuare la scorta di elicotteri multiruolo;
- Costi operativi inferiori rispetto agli elicotteri della generazione precedente;
- Alta tolleranza ai danni (ad es. ridondanza dei sistemi, crashworthiness, capacità della trasmissione di continuare a funzionare dopo la perdita dell’olio lubrificante, ecc.);
- Sei stazioni alari per missili SPIKE aria-suolo, aria-aria, razzi non guidati/guidati e serbatoi di carburante supplementari.
- L’elicottero d'attacco italiano di progettazione Leonardo è il sostituto dell’AW129 Mangusta, in passato identificato con la sigla AH-249 che deriva da "Attack Helicopter”; attualmente viene identificato con la sigla AW da Agusta Westland, il precedente nome della Divisione Elicotteri di Leonardo.
Lo sviluppo del nuovo elicottero d’attacco, esplorazione e scorta “NEES AH-249” dell’EI
L’AH-249 sostituirà il vecchio Mangusta, il primo elicottero da attacco ad essere sviluppato in Europa occidentale.
Il Nuovo Elicottero da Esplorazione e Scorta (NEES) incrementa notevolmente le prestazioni e le capacità del Mangusta per poter cooperare al meglio sul teatro operativo con gli elicotteri NH-90 e CH-47 e fornire una piattaforma di supporto di ultima generazione allo stato dell’arte.
Il programma prevede una fase di sviluppo che durerà fino al 2025 con la previsione di consegnare 45 elicotteri entro il 2035.
Da rimarcare l’interesse costante della Polonia verso il nuovo elicottero italiano che potrebbe quindi trovare un importante cliente estero.
L’Esercito sta studiando la necessità di implementare sul NEES le tecnologie del Future Fast Rotorcraft statunitense.
Prestazioni del nuovo elicottero:
- postazioni di pilotaggio: in tandem (pilota nella stazione posteriore, copilota-tiratore in quella anteriore);
- motorizzazione: due motori General Electrics/AVIO CT7-8E6 (~ 2500 cavalli ciascuno) + Auxiliary Power Unit (APU);
- peso massimo al decollo: ~ 7500/8000 kg
- rotori: rotore principale a 5 pale e rotore di coda a 4 pale;
- velocità di crociera: ~ 140 nodi;
- autonomia: almeno 3 ore;
- impatto condizioni meteorologiche: operatività senza limitazioni dai -30° ai + 50° e capacità di volo in ambiente polveroso, nevoso, salino e in presenza di leggere formazioni di ghiaccio;
- capacità di appontare, rifornire, riarmare e ri-decollare (FARP) da unità navali.
Armamento:
- Un cannone a canna tripla rotante da 20mm TM-197B;
- razzi balistici e a guida laser con possibilità di “aggancio” del target sia prima che dopo il lancio (del tipo APKWS – Advanced Precision Kill Weapon System);
- missili Aria-Terra (Spike ER, LR I, LR II montati su 4 piloni per un totale di 16 missili);
- missili Aria-Aria (Stinger Block I e Block II e Sidewinder).
C4 e avionica:
- apparati radio Software Defined Radio (SDR) per comunicazioni multi-banda Line of Sight (LOS) e Beyond Line of Sight (BLOS) in banda HF e SATCOM, sia in chiaro che cifrate;
- Tactical Data Link: Variable Message Format (VMF) e LINK-16;
- interoperabilità con i sistemi di C2 della Forza Armata e nell’ambito del programma “Forza NEC”;
- sistema di rilevamento degli ostacoli e del profilo altimetrico del terreno durante il volo;
- sistemi di ausilio alla navigazione (TACAN, VOR-ILS, DME);
- Battlefield Management System (BMS) integrato;
- sistema di rice-trasmissione di immagini e video provenienti da sorgenti esterne, come JTAC o droni, o dalla propria unità di osservazione e puntamento;
- dispositivo LTE, per rice-trasmettere dati meteo e informazioni di volo in tempo reale;
- interoperabilità con aeromobili a pilotaggio remoto (APR): l’equipaggio potrà controllare il sensore elettro-ottico dell’APR tattico e impostare rotte/waypoint da far seguire allo stesso;
- unità di osservazione e puntamento dotata di: sensori per la visione diurna, notturna e termica;
- diverse tipologie di laser per illuminare, indicare, ricevere in consegna gli obiettivi e guidare eventuale munizionamento a guida laser di altri assetti.
- casco di volo: con capacità di presentazione sulla visiera di simbologia e informazioni relative a navigazione e spazio circostante, anche sfruttando tecnologie di realtà aumentata; pilotaggio e sistemi dell’elicottero; target e puntamento/asservimento dei sistemi d’arma; sensoristica dell’elicottero (sovrimpressione delle immagini provenienti dai vari sensori e dall’unità di osservazione e puntamento).
Per il programma di sviluppo è prevista una durata di 10 anni fino al 2025, con la consegna di 45 elicotteri entro il 2035. Il progetto utilizza gli organi meccanici allo stato dell’arte dell’AH-149, con cui condivide trasmissione, rotori e parte degli impianti. Avrà un'autonomia di 3 ore (rispetto alle 2h e 30 min attuali) con carico utile di 1800 kg, peso totale di 7–8 t e velocità che va dai 213 a 259 km/h. Autonomia e velocità sono indispensabili anche per cooperare con l'NH-90 e il CH-47. Il nuovo NEES dovrà avere capacità di riduzione della visibilità ai radar, anche se non stealth completo, e resistenza alla corrosione di sabbia o salsedine (anche l’AH-129 Mangusta ha subito un trattamento per poter operare dalla portaerei Garibaldi).
Nel luglio 2018 venne firmata una lettera d'intenti fra Leonardo ed il gruppo polacco Polska Grupa Zbrojeniowa (PGZ) che amplierà il mercato per l'elicottero. I requisiti del mezzo dovrebbero incorporare la variante polacca, nota localmente come "Progetto Kruk", da produrre negli stabilimenti PZL-Swidnik (elicottero da produrre e manutenere localmente).
Attualmente, con i progetti statunitensi, è l’unico nuovo elicottero d’attacco in sviluppo a livello internazionale. L’AH-249 progettato da Leonardoha l’obiettivo di sostituire l’attuale flotta di elicotteri AH-129 Mangusta in dotazione all’Esercito italiano: sarà sicuramente un elicottero dotato dei più moderni sistemi di sicurezza per la protezione del’equipaggio.
IL SISTEMA DI PROTEZIONE “Leonardo MAIR”
La divisione Elettronica di Leonardo ha in corso di sviluppo avanzato un sistema di nuova generazione per la consapevolezza della situazione a infrarossi e avviso di attacco chiamato MAIR (multi-aperture infrared): il sistema è costituito da telecamere multiple distribuite operanti nello spettro IR, in grado di rilevare e tracciare automaticamente veicoli aerei e missili e di fornire immagini sferiche diurne/notturne per la consapevolezza della situazione. Sulla base della sua esperienza sviluppata nel settore della ricerca e tracciamento a infrarossi (IRST) sia con il sistema PIRATE che con la famiglia Skyward di ultima generazione applicata sia ai velivoli da combattimento che ai sistemi aerei senza pilota, Leonardo - nell'azienda con sede a Nerviano (Milano) - ha sviluppato una suite distribuita di teste sensore nello spettro IR con una duplice missione principale: fornire non solo l'avviso di lancio missilistico simultaneo multiplo, ma anche la precisione richiesta per le contromisure direzionali (DIRCM), oltre all'indicazione di fuoco ostile, nonché la consapevolezza della situazione diurna e notturna in condizioni meteorologiche o operative degradate. L'azienda ha condotto una vasta campagna con il proprio sistema iperspettrale contro una serie di obiettivi per determinare meglio la banda operativa più efficace. Secondo la roadmap di sviluppo e collaudo dell'azienda, il prototipo di MAIR dovrebbe completare le prove a terra entro il 2018 in preparazione del volo su piattaforme di prova all'inizio del 2019. Questi ultimi includono un aereo dell'aviazione generale Aspect a due posti e un elicottero commerciale, dotati rispettivamente di due piccole cialde conformi, una sopra e l'altra sotto l'aereo, ciascuna con cinque aperture per i sensori, e un certo numero di teste di rilevamento. La suite MAIR per applicazioni elicotteristiche includerà fino a 5-6 teste a seconda dei requisiti di copertura sferica; ogni sfera pesa circa 2,5 kg, con un'unità operativa come unità master/interfacciamento con il sistema di missione di bordo, se non è richiesta la copertura video. In quest'ultimo caso viene aggiunta un'unità di controllo. Ogni testa di rilevamento includerà anche una capacità di apertura di avvertimento laser. Oltre alle applicazioni elicotteristiche, il MAIR è stato concepito e sviluppato sia per aerei da trasporto che da combattimento, sfruttando in quest'ultimo caso tutta l'esperienza di elaborazione sviluppata con l'IRST dell’Eurofighter.
Il Ministero della Difesa italiano ha espresso un forte interesse per il sistema fin dalla sua nascita. Ad oggi il MAIR è ancora in fase di sviluppo con finanziamenti di Leonardo. L’azienda segue da vicino le esigenze delle forze armate italiane e degli utenti esteri. Piattaforme come l’AH 249 MANGUSTA II d’attacco (New Exploration and Escort Helicopter - NESS) potrebbero essere i candidati per imbarcare e integrare il sistema a infrarossi. Il nuovo Mangusta non sarà certo un aeromobile Stealth ma sarà utilizzato con compiti di ricognizione e a questo scopo dovrà disporre di sistemi di identificazione dei rischi e dovrà cercare di ridurre la sua traccia radar. A questo scopo l’AH-249 sarà dotato di un sistema di riduzione della traccia infrarossi (i gas di scarico delle turbine, in particolare) e un sistema di attivo contromisure elettroniche mirate a evitarne anche i tentativi di hacking in remoto. Da segnalare, inoltre, la capacità di interagire con gli UAV, sia in termini di scambio di informazioni che di gestione stessa dei droni attualmente in uso alle forze armate italiane. Le teste di rilevamento saranno sicuramente adattabili anche per il retrofit su piattaforme con sistemi di allarme missilistico di ultima generazione.
ARMAMENTO PRINCIPALE
Come il Mangusta AH-129, anche l’AH-249 sarà dotato di sistema opto-elettronico di origine israeliana e del relativo armamento basato sulla famiglia di missili “SPIKE”. La israeliana Rafael Advanced Defense Systems Ltd., sta espandendo la sua famiglia di missili guidati Spike con l'introduzione di Spike ER2, un missile tattico ad ampio raggio che la compagnia posiziona per equipaggiare elicotteri d'attacco, veicoli da combattimento e barche del centro commerciale. Lo sviluppo della nuova variante dovrebbe concludersi a breve. Con un nuovo cercatore multi-sensore e un datalink, la nuova variante ER2 migliora la portata, l'agilità e le capacità di acquisizione del bersaglio di Spike-ER, consentendo a veicoli, barche e, in particolare elicotteri, di coinvolgere obiettivi da distanze più lunghe che utilizzano il terzo tecniche di targeting per parti (come gli UAV) precedentemente non disponibili per tali armi tattiche. Il missile potenziato è progettato per equipaggiare veicoli da combattimento, barche ed elicotteri da combattimento che attualmente utilizzano la variante Spike-ER. Come missile di "5a generazione", Spike ER2 presenta una serie di nuove funzionalità. Innanzitutto, per le applicazioni di lancio in superficie, la gamma è estesa da otto a dieci chilometri. Per i missili Spike ER2 lanciati da elicotteri, Rafael ora offre un'opzione per sostituire il collegamento dati in fibra ottica con un collegamento dati RF (simile allo Spike LR2), estendendo così la portata a 16 km, adattando il potenziale energetico del missile. Per operare a tali distanze, il sistema offre ora funzionalità di coinvolgimento non line-of-Sight (NLOS) come il lancio su una specifica coordinata della griglia, in cui l'operatore può designare l'obiettivo. Il nuovo missile mantiene le dimensioni, il peso (<35 kg) di Spike e la letalità. Il cercatore Spike ER2 è stato inoltre migliorato con l'introduzione di un avanzato imager multisensore comprendente un sensore IR e diurno ad alta risoluzione, che consente l'acquisizione del bersaglio a lungo raggio. Il target tracker è anche multi-spettrale, che esegue una continua fusione di dati sensoriali, una caratteristica importante che migliora le prestazioni del missile anche in condizioni di visibilità avverse e contro oscuranti estesi. Lo Spike è disponibile in cinque versioni:
- Spike-SR, Short Range
- Spike-MR, Medium Range
- Spike-LR, Long Range
- Spike-ER, Extended Range
- Spike-NLOS, Non Line Of Sight.
IL MISSILE “Spike-SR”
È la versione a corto raggio del missile, si tratta di un'arma a colpo singolo, lancia e dimentica, con lanciatore a perdere. Ha un peso di 9 kg ed il raggio di azione minimo è di 50 m, mentre la portata massima è di 800/1000 m. È equipaggiato di un dispositivo di guida con camera termica, del tipo non raffreddato. Un display a basso costo è connesso al lanciatore, questo permette di usare la camera termica del missile come dispositivo di puntamento che consente all'utilizzatore di non dover impiegare la più pesante ma anche più performante Unità di Comando e Lancio (Command & Launch Unit (CLU)). Il missile è in grado di essere lanciato direttamente dal suo contenitore (combustione del propellente entro il tubo di lancio), questo fa sì che sia utilizzabile anche da ambienti chiusi, tipici dei terreni urbanizzati. La testata è dotata di due cariche cave in tandem che consente al missile di ingaggiare con efficacia sia le corazze reattive (explosive reactive armour (ERA)) che i sistemi di protezione attiva (active protection system (APS)).
I MISSILI “Spike-MR e Spike-LR”
Sono le versioni intermedie con gittata massima rispettivamente di 2500 e 4000 metri, si tratta sostanzialmente dello stesso missile, uno Spike-MR può essere convertito nella versione LR aggiungendo la fibra ottica e altre modifiche minori, grazie appunto alla fibra ottica la versione LR dispone della modalità di tiro Fire, Observe and Update come spiegato precedentemente.
I missili condividono la stessa postazione di tiro formata da una camera termica, un'unità di puntamento e un treppiede. Il sistema è di facile utilizzo grazie a soli tre pulsanti: con il primo l'operatore arma il missile, con il secondo aggancia il bersaglio dopo averlo inquadrato con il dispositivo di puntamento e con il pulsante di fuoco lancia il missile. Queste versioni sono adatte a squadre anticarro appiedate o per essere installate a bordo di veicoli. I lanciatori possono anche essere interfacciati con un sistema di controllo del tiro più complesso, compreso il sistema di puntamento, questo è il caso in cui si volessero installare uno o più lanciatori Spike sulla torretta di un mezzo blindato o corazzato (come il Dardo o il VBM Freccia).
IL MISSILE “Spike-ER”
Con una gittata di 8000 m la versione ER è specifica per essere utilizzata da elicotteri e UAV anche se non è precluso il normale utilizzo da parte di squadre di terra o di mezzi di vario tipo. Il missile è più grande: più lungo, ha una diametro e un peso maggiori e anche il peso della testata risulta essere incrementato e opzionalmente alle due cariche cave in tandem è possibile aggiungere una carica a frammentazione che esplode solo dopo essere penetrata in un mezzo o in un edificio/bunker, questa testata e chiamata PBF (Penetration, Blast and Fragmentation), come già spiegato la versione ER è l'unica a possedere la modalità di tiro Fire and Steer che consente di lanciare un missile senza avere precedentemente agganciato un bersaglio.
IL SISTEMA ELETTRO-OTTICO DI PUNTAMENTO DELL’AH-249
Il sistema israeliano “Toplite” è un sistema elettro-ottico di sorveglianza, puntamento e controllo delle armi basato su una testa di rilevamento stabilizzata da 60 kg e 40 cm di diametro con quattro assi cardanici e una singola linea sostituibile. Nella configurazione di base i sensori principali sono un termo-camera, una telecamera, un telemetro laser, un marcatore laser e un designatore laser (opzionale). La termo-camera è un'unità di terza generazione con una matrice sul piano focale che opera nella banda d'onda da 3 a 5 m, mentre la telecamera è un dispositivo CCD che fornisce immagini a colori con zoom x27. Il telemetro laser in Toplite III/EXT è un'unità di sicurezza per gli occhi che opera nella banda ottica di 1,54 m e un designatore laser è un'altra opzione, insieme ad un rilevatore di spot laser. Il sistema è dotato di rilevamento manuale o automatico dei bersagli, misurazione della distanza di tiro e direzione precisa della pistola. Il sistema può essere utilizzato con interfacce elettroniche standard Ethernet, MIL STD 1553 o RS-422 e con RS-170 e CCIR video standard. L'utilizzo di Toplite è stato ampliato per l'assistenza con i sistemi di pistole Typhoon e Mini-Typhoon da 40, 57 e 76 mm di calibro, composto da un direttore elettro-ottico e da una console operatore. Toplite funge anche da direttore e sistema radar sul Protector USV di Rafael, che fornisce il rilevamento diurno/notturno, l'identificazione e l'inseguimento dei bersagli. Toplite Multi-High Definition (MHD) Electro-Optical System (EOS) è la versione più avanzata della famiglia Toplite di sistemi ISR e di puntamento per applicazioni di bordo, marittime, terrestri, di sicurezza nazionale e di difesa. Consente capacità operative uniche, integrate da algoritmi e applicazioni di elaborazione delle immagini all’avanguardia. Le capacità combinate del sistema Toplite e le sue capacità avanzate di elaborazione delle immagini soddisfano i più avanzati requisiti operativi di Intelligence, Surveillance, Targeting & Reconnaissance (ISTAR). Il Toplite MHD EOP è una torretta multisensore, multispettrale (VIS, NIR, MWIR, MWIR, SWIR, Laser), multiuso e altamente stabilizzata che incorpora torretta giorno/notte/laser, fino a sette sensori per il rilevamento, riconoscimento, identificazione, classificazione e puntamento di bersagli/oggetti a terra, in mare e nell’aria. La famiglia di prodotti Toplite deriva dall'unità di puntamento e navigazione Litening. Beneficia quindi di tutti gli sviluppi implementati nel sistema di illuminazione leader mondiale e all’avanguardia. Il Toplite MHD EOS offre un design flessibile e intelligente per far fronte alla rapida evoluzione del mercato dei sistemi computerizzati e degli algoritmi, mantenendo il "free maintenance concept design" a livello operativo, riducendo così il sovraccarico operativo del sistema. Il progetto Toplite EOS mantiene i sensori EOP e le capacità LOS, implementando l'elaborazione delle immagini e gli algoritmi da parte di unità basate su COTS attraverso la scheda di calcolo principale e i sotto sistemi di controllo Toplite. Questo approccio offre a EOS la possibilità di affrontare facilmente gli sviluppi del mercato, con il minimo sforzo di aggiornamento in futuro.
LO SVILUPPO DEL "NEES"
Nel gennaio 2017 Leonardo ha firmato un contratto pluriennale con il ministero della Difesa, finalizzato a soddisfare l’esigenza dell’Esercito Italiano per la sostituzione dell’attuale flotta di elicotteri AH-129, il cui ritiro dal servizio è previsto entro il 2026 dopo oltre 35 anni di attività. Per il programma di sviluppo è prevista una durata di 10 anni fino al 2025, con la consegna di 45 elicotteri entro il 2035. Il progetto deriva dall’AH-149, con cui condivide trasmissione, rotori e parte degli impianti.
LA TIPOLOGIA DI VELIVOLO
L’AH-249 sarà dotato di tutte le più avanzate soluzioni tecnologiche beneficiando dell’esperienza operativa accumulata dall’AH-129 e del know-how di Leonardo per questa specifica tipologia di elicottero. L’AH-249 sarà in grado di svolgere missioni di supporto aereo ravvicinato e scorta e assicurerà all’equipaggio elevati livelli di sopravvivenza anche durante le missioni più impegnative. Due potenti motori permetteranno all’elicottero di operare in tutte le condizioni ambientali, climatiche ed in ambienti ostili.
All’inizio del 2017 l’Esercito italiano ha ordinato i primi 4 velivoli dell’AW249; attualmente il progetto è in fase avanzata, ma non è ancora stato scelto il tipo di motore che la nuova macchina adotterà: statunitense o europea? Chissà. In pole position sembrerebbe Avio Aero, la controllata italiana del gruppo americano General Electric. Avio Aero offre il motore T700, il derivato militare del collaudato CT7, collaudatissimo ed in produzione da circa 40 anni; una parte del motore verrebbe prodotta in Italia, dove verrebbe effettuata anche la manutenzione e la logistica per trent’anni e oltre. Il concorrente europeo è il gruppo francese Safran con il nuovo turbomotore “Aneto 1k”. L’idea di coinvolgere Safran, al posto di Ge, è emersa tempo fa in Leonardo che vorrebbe equipaggiare con l’Aneto l’elicottero medio pesante Aw189 (civile) e la versione militare Aw149, offrendo un’alternativa europea allo statunitense CT7.
Secondo alcune fonti, il motore Safran garantirebbe prestazioni migliori rispetto al motore Usa: la potenza dichiarata è del 25% superiore al motore T700. C’è stata immediatamente una reazione preoccupata di Avio Aero e il segretario al Commercio Usa, ne ha parlato con nostri politici durante la visita negli Usa in marzo. Successivamente è partita la risposta dei francesi con Macron che ne ha parlato con il nostro presidente del Consiglio. Secondo Safran, la scelta del motore statunitense-italiano avrebbe un maggior costo di almeno 80 milioni di € per la nostra Difesa; inoltre comporterebbe un ritardo nell’entrata in servizio del nuovo elicottero di quasi due anni, con ulteriori oneri. Anche l’Esercito Italiano vorrebbe il motore francese, mentre il segretariato generale della Difesa vorrebbe il Ge-Avio.
ALTRI PAESI INTERESSATI
L’elicottero AW-249 da esplorazione e scorta è molto avanzato e viene sviluppato in continua collaborazione con l’Esercito Italiano. Quasi sicuramente si uniranno a questo progetto altri Paesi europei potendo accedere al Fondo europeo della Difesa.
Oltre alla Polonia, sembrerebbero interessati anche ad altri paesi quali Giappone e l’Australia. Il Giappone sta cercando di sostituire gli elicotteri d’attacco Bell AH-1 Cobra. Oltre al Viper AH-1Z di Bell, la società giapponese Mitsubishi Heavy Industries ha proposto il suo elicottero UH-60J/JA Black Hawk. Ma altri possibili competitor includono Boeing con l’AH-64E Apache e Leonardo con l’AW249 appunto. L’Australia ha emesso una “Request for information” per 29 elicotteri d’attacco in sostituzione dei 22 Tiger di Airbus da ricognizione armata a partire dal 2025, anno in cui scadrà il recente contratto di supporto firmato da Airbus e Australian Army.
Alla richiesta australiana hanno risposto tutte le principali aziende elicotteristiche: Airbus, Boeing ed anche Leonardo con l’AH-249.
I PARTNER NECESSARI PER ACCEDERE AL FONDO EUROPEO DELLA DIFESA
Come si sa, Leonardo punta ad accedere al Fondo europeo della Difesa per il bilancio 2021-2027 ma è indispensabile un terzo partner europeo.
La normativa europea prevede che i progetti devono vedere la partecipazione di almeno tre soggetti giuridici, stabiliti in almeno tre differenti Stati membri (o paesi associati). Per assicurare un’applicazione effettiva di questo principio, la proposta stabilisce che almeno tre di queste aziende, stabilite in almeno due Stati membri o associati, non debbano essere soggette a un controllo effettivo, diretto o indiretto, da parte dello stesso soggetto, né debbano controllarsi a vicenda, per tutta la durata del progetto. Con l’Edf sono chiaramente in ballo ben 13 miliardi di €, di cui 4,1 miliardi per i progetti di ricerca e fino a 8,9 miliardi per i progetti di sviluppo.
(Web, Google, Wikipedia, Leonardo, You Tube)