martedì 4 aprile 2023

ESERCITO ITALIANO: LEONARDO-IVECO “AICS” e “ARIETE AMV con cannone da 120 mm /55”?




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La nazione italiana ha interessi strategici vitali, riconosciuti da tutti i documenti di indirizzo della Difesa: 
  • la sicurezza in generale,
  • la difesa dell’area euro-atlantica, 
  • la sicurezza e il controllo dell’area euro-mediterranea. 










Le aree euro-atlantica ed euro-mediterranea, a partire dal 2015, sono state anche formalmente equiparate in termini di rilevanza. La NATO, e il rapporto bilaterale con gli Stati Uniti sono la nostra polizza-vita, la garanzia stessa della continuità nel tempo della nostra comunità politica; il Mediterraneo è lo scacchiere dal quale dipende l’approvvigionamento strategico di una penisola con 8.000 km di coste, il suo benessere economico e la propria democrazia.
Ciò premesso, l’E.I. sta valutando il giusto rapporto tra la componente corazzata e quella meccanizzata e/o ruotata, in base al corretto bilanciamento tra impegno ad est e quello a sud della penisola. 
Gli MBT sono necessari per il nostro contributo alla difesa del perimetro orientale della NATO, e l’aliquota deve essere ridotta, tenendo conto del riarmo corazzato in tutta l’Europa dell’Est, in particolare in Polonia, e la presenza stabile statunitense in Germania, Polonia e Romania. 
Un mix 150 ARIETE AMV o AMV PLUS (con cannone da 120 mm da 55 calibri) potrebbe essere più che sufficiente per dare alla NATO ciò che reputa indispensabile. 
Soprassedendo sugli ambitissimi LEOPARD 2A7, ci si sposta sul programma dell’IFV AICS, sui droni e LOITERING MUNITIONS, sulla blindo pesante CENTAURO 2, sulla difesa contraerei, e sull’artiglieria a lungo raggio Himars. 
Per l’AICS è essenziale coinvolgere l’industria nazionale per questioni di autonomia strategica, anche alla luce del fatto che per la prima volta dalla fine della Guerra Fredda sono disponibili risorse cospicue, (oltre 10 miliardi di Euro), per l'ammodernamento dello strumento terrestre, puntando su un concetto di sistema dei sistemi altamente flessibile, versatile e network-centrico.
Per quanto riguarda l’artiglieria, ci si sta orientando verso l'acquisizione del lanciarazzi HIMARS, e successivamente sul Precision Strike Missile, e sul munizionamento guidato Leonardo VULCANO da 155 mm, così come dell’impiego dei droni in supporto alla stessa artiglieria. 
Il CENTAURO 2 dovrà costituire il cuore di task force altamente mobili a livello compagnia, o complesso minore, basate sul vecchio concetto “caccia-carri”. Sarebbe auspicabile l'acquisizione di un numero di esemplari superiore ai 150 blindati 8x8 attualmente previsti.

LEONARDO- IVECO—DV “ARIETE AMV o Ammodernamento di Mezza Vita”

La storia del C1 Ariete inizia nelle ultime fasi della Guerra Fredda, con un programma nato dall'esigenza dell'esercito italiano di modernizzare la flotta di carri armati di cui disponeva durante la Guerra Fredda, quali erano i Leopardi e gli M60. Quei carri armati sarebbero considerati obsoleti, considerando il fatto che molti paesi in tutto il mondo che hanno adottato tali progetti li avevano messi fuori servizio o li avevano sostituiti con qualcosa di più moderno. Per realizzare il nuovo MBT italiano, l'Italia ha incaricato Iveco e OTO Melara. Iveco si è occupata dello scafo, della trasmissione e del motore, mentre OTO Melara si è occupata della torretta, del cannone e dell'installazione dei mirini ottici. Dopo molte modifiche, e un paio di modelli in legno, l’MBT C1 Ariete (P), verrà mostrata per la prima volta al pubblico, in una presentazione all'interno di La Spezia nel 1987. Lo sviluppo continuò verso l'anno 1990, che ha permesso sia a Iveco che a OTO Melara di affinare il design della C1 Ariete. Le consegne dovevano avvenire per la prima volta nel 1993, tuttavia a causa di alcune battute d'arresto (probabili finanziamenti) non sarebbe stato fino al 1995 che le prime consegne di produzione C1 Ariete ebbero effettivamente luogo. Inizialmente era previsto un ordine di 300 MBT, ma a causa della fine della Guerra Fredda, fu ridotto a sole 200 unità, tutte consegnate entro il 7 agosto 2002.
Il carro presentava una serie di miglioramenti rispetto ai progetti precedenti, ad esempio i primi modelli di produzione C1 Ariete avevano accesso al TURMS LTFCS di terza generazione realizzato dalle Officine Galileo, che dava la capacità al mezzo di sparare in movimento, sia durante il giorno e di notte. Tuttavia, in seguito, gli ultimi 50 Ariete ebbero in dotazione un aggiornamento dei loro sistemi di tiro consentire ai comandanti Ariete di avere accesso alla termografia. 
In termini di armamento, il C1 Ariete utilizzano un cannone a canna liscia da 120 mm, prodotto dalla  OTO Melara, con somiglianze con il L44 Rheinmetall di fabbricazione tedesca. Il cannone è idoneo a sparare la maggior parte delle munizioni standard della NATO. Un altro miglioramento introdotto include una migliore protezione rispetto ai veicoli precedenti, uno degli aspetti più vitali dell'Ariete. 
Dal 2000, l'Ariete ha avuto un percorso piuttosto accidentato quando si è trattato di aggiornare la macchina; l’E.I. non era contrario al potenziamento, ma c'era un problema comune che ne avrebbe afflitto lo sviluppo: i costi. Il primo aggiornamento proposto per il C1 Ariete sarebbe quello noto come "C2 Ariete". Dopo che il carro armato ebbe finito di essere progettato, molte nazioni all'epoca avevano già veicoli migliori in servizio, ad esempio la Germania aveva in dotazione il Leopard 2A5. Il C2 Ariete avrebbe presentato molti miglioramenti, tra cui una nuova armatura aggiornata, un caricatore automatico, un nuovo motore e anche un nuovo sistema FCS aggiornato. Tuttavia questo non si verificò e come tale il C2 Ariete rimase solo una proposta sulla carta. Un altro potenziale aggiornamento per il C1 Ariete, era il C1 Ariete Hitfact Mk2.
Il C1 Ariete AMV, che sta per "Ammodernamento di Mezza Vita" (inglese: "Mid Life Update"), sarà probabilmente l'aggiornamento finale del C1 Ariete. Questo aggiornamento è stato concepito molti anni fa, ma è solo in tempi recenti che si sono visti progressi. Il programma AMV tenterà di prolungare la vita della C1 Ariete fino al 2030/2035, quando per allora si presume subentrerà un nuovo progetto europeo o tedesco. Il programma AMV comprende inizialmente 3 prototipi, l'AMV PT1, con miglioramenti allo scafo, il PT2 con miglioramenti allo scafo e alla torretta, e infine il PT3 che incorpora miglioramenti sia alla torretta che allo scafo, ma anche probabilmente utilizzato per testare sistema di difesa attivi APS hard-kill.
Le migliorie dell'Ariete AMV PT1 prevede un aumento della potenza del motore da 1.250 a 1.500 cavalli con l'applicazione di un kit di aggiornamento sugli attuali motori che il C1 Ariete utilizza, che sono state completamente smontate e ricostruite con la costituzione di numerosi nuovi elementi, la maggior parte dei quali derivano dal V8 della B2 Centauro II. Uno degli altri modi in cui è meglio protetto è grazie all'installazione del kit Anti-IED/Mine. Anche il basamento è lo stesso, ma la cilindrata è stata aumentata da 26 a 30 litri cambiando cilindri, pistoni e albero motore, aumentando la corsa dei cilindri. Per accogliere e gestire al meglio la maggiore potenza offerta dal motore migliorato, denominato per ora V12AMV, saranno apportate modifiche anche al cambio automatico prodotto su licenza dalla tedesca ZF. 
Il carro PT1 presenterà miglioramenti al sistema di rottura, l'adozione di un nuovo cingolo noto come DST 570 P0 (gli attuali Ariete utilizzano il DST 840 E0). Il DST 570 P0 è più largo del 20% rispetto ai cingoli precedenti, consente al serbatoio di avere un ingombro minore e rende molto più facile superare terreni morbidi. Sospensioni e ammortizzatori vengono solo revisionati. I test del PT1 sono effettuati presso il "Centro Polifunzionale di Sperimentazione Mobile" (CEPOLISPE). Il PT1 ha ricevuto anche il kit di armatura aggiuntivo di produzione WAR + PSO, che hanno ricevuto anche tutti i prototipi AMV.
Il carro armato Ariete monta un motore turbodiesel Fiat V-12 MTCA da 12 cilindri, in grado di generare 937 kW (1247 CV). 
L’apparato motore dell’MBT è di derivazione ferroviaria. Il sistema di trasmissione automatica, prodotto su licenza della compagnia tedesca ZF, ha quattro marce avanti e due indietro, e incorpora il sistema di sterzata e il ritardatore idraulico.
Il sistema di trazione è concepito su sette doppie ruote stradali a profili gommati, più quattro rulli di richiamo su ogni lato, con cingoli a doppio perno disegnati dalla tedesca Diehl. Il sistema di sospensioni consiste in una barra di torsione e un ammortizzatore idraulico su ogni braccio.
L'Ariete è in grado di raggiungere una velocità massima di 65 km/h e superare una pendenza massima del 60%. La profondità di guado massima è di 3 metri con la preparazione, e 1,25 metri senza preparazione. L'IVECO avrebbe in sviluppo una variante del motore da 1600 CV per ovviare al sotto potenziamento del carro, la cui installazione sui mezzi non è mai avvenuta.

IL MOTORE E LA TRASMISSIONE DEL CARRO

Il motopropulsore installato sulla prima versione dell’Ariete è costituito da un motore IVECO/FIAT MTCA (Modulare TurboCompresso Aftercooler) 12V accoppiato ad una trasmissione IVECO/ZF LG-3000. 



Il propulsore è di concezione e realizzazione completamente nazionale;  il “V-12 MTCA” ha 12 cilindri a V di 90°, quattro tempi ad iniezione diretta sovralimentato con due turbo per ogni bancata dei cilindri, dotati di scambiatori di calore aftercooler; il propulsore può esprimere una potenza continuativa di 1.200 Hp ed una potenza massima 1.300 Hp (956 Kw) a 2.300 giri/m. La coppia massima esprimibile è di 4.615 Nn a 1.600 giri/m. Questo motore fa parte della famiglia di propulsori diesel modulari sviluppata dalla IVECO per tutti i mezzi corazzati in servizio nell’E.I.: di questa famiglia fanno parte anche il motore dell'autoblindo CENTAURO e del trasporto truppe DARDO. 
L'alimentazione del motore FIAT-IVECO è a gasolio ma l’E.I. sta valutando la possibilità di passare al kerosene-JP8 standard NATO, che garantisce una maggiore resa del motore oltre alla forte diminuzione degli agenti inquinanti.
La trasmissione è la ZF LSG-3000 di tipo idrodinamico con convertitore di coppia ed è integrata con il sistema di sterzata. Ha quattro marce avanti e due indietro. In caso di avaria è disponibile un comando meccanico per l'inserimento di una marcia avanti ed una indietro ed un dispositivo kick-down che permette di raggiungere sempre la coppia massima prima di passare alla marcia superiore. Lo sterzo è a comando elettrico controllato da una centralina che in base a vari parametri dinamici del carro assicura l'innesto automatico della marcia più adatta nella varie situazioni di moto. Sono possibili tre livelli diversi di sterzata più la rotazione del carro su se stesso.
Nuovi pacchetti di corazzature aggiuntive sono stati prodotti e consegnati all'Esercito (viste su alcuni carri nell'operazione Antica Babilonia, in Iraq), così come è disponibile il nuovo propulsore IVECO V12 di 27 litri di cilindrata capace di sviluppare 1200 KW (1600 CV), tuttavia sembra che gli aggiornamenti al motore siano stati bloccati per problemi tecnici ed economici. Attualmente l'unico aggiornamento operato sull'Ariete riguarda l'adeguamento dei sistemi di comunicazione nell'ambito della forza NEC con il programma Siccona.
Nel 2018 è stata inoltre finanziata la prima tranche da 35 milioni di euro in tre anni per lo sviluppo dei primi due mezzi aggiornati prototipali, definiti Ariete II, per permettere al veicolo di rimanere in servizio oltre il 2030. Tuttavia è probabile che tale cifra potrebbe arrivare a 1 miliardo di euro dato che l'esercito si aspetta di avere tutti i 200 Ariete II entro il 2028, per un costo di circa 5 milioni di euro ad unità. Tale aggiornamento coinvolgerà protezione, sensori e propulsione.
Sull’evoluzione dell’Ariete verrà sicuramente introdotto un nuovo apparato propulsivo in sostituzione dell’attuale motore 12 cilindri a V di 90° di FIAT/IVECO MTCA (Modulare TurboCompresso Aftercooler) con cilindrata unitaria da 25.800cc e doppio turbo (uno per bancata).
La potenza unitaria esprimibile del motore attualmente in uso è di 1270 cv 2300 rpm, ma è possibile incrementare la potenza per brevi lassi di tempo (situazioni di pericolo/difficoltà) fino a 1300 cv grazie a dei picchi di pressione più elevati dei turbo compressori. La potenza del motore IVECO, non elevata abbastanza per un MBT NATO con il suo peso di oltre 54 tonn., hanno indotto l’E.I. e la IVECO a sviluppare un motore più evoluto e potente.
Nel nuovo carro “Ariete Evo”, la società produttrice del gruppo motopropulsore ha previsto l’installazione di un V12 Vector con una cilindrata unitaria maggiorata da 30.000cc, capace di produrre la potenza massima a 2100 rpm (leggermente inferiore al vecchio V12), ma con una coppia elevata a 5580 Nm.  Una delle novità del nuovo V12 sarà la presenza del common rail Bosch e del controllo elettronico dell’unità motrice utilizzando nuovi iniettori più performanti, garantento prestazioni più elevate e minori consumi.
Il motore Vector appartiene alla famiglia dei grandi V12 turbodiesel, munito di nuovi e più efficienti doppi turbo compressori, posizionati uno per bancata.  Il Vector utilizza un riscaldatore ausiliario per il gasolio per un clima al di sotto di -25°; anche i filtri carburante vengono riscaldati; il motore utilizza uno scambiatore di calore aftercooler per raffreddare l’aria in uscita dai due turbocompressori. La pompa gasolio a bassa pressione è azionata dalla presa di forza.  Il V12 Vector rispetta le normative Euro3 grazie all’installazione di un convertirore catalitico ossidante ad alte prestazioni, che raggiunge quasi subito la temperatura d’esercizio per la vicinanza ai collettori di scarico: il motore rende al massimo già all’accensione.

LEONARDO- IVECO—DV “AICS (Armored Infantry Combat System)”

Iveco DV e Leonardo hanno posto all’attenzione dell’E.I. il progetto di un nuovo veicolo da combattimento per la fanteria AICS (Armored Infantry Combat System): si tratta di un nuovo progetto, in risposta ad analoghi progetti della Rheinmetall, del quale è già stato completato uno studio di fattibilità. 


Per il programma AICS sono stati già stanziati, fino al 2035, 2,141 miliardi di €, a fronte di un fabbisogno complessivo di circa 6 miliardi. 
L’E.I. intenderebbe acquisire un totale di 679 veicoli corazzati cingolati con i quali sostituire gli oramai obsoleti IFV DARDO ed M113.






La forza armata sembrerebbe aver dato un’accelerazione al programma, con l’immissione in linea dei primi esemplari di serie a partire già dal 2025. Sono state tenute audizioni parlamentari tra cui, recentemente, quella del responsabile di Rheinmetall Italia che ha riportato ai membri delle Commissioni interessate, le caratteristiche delle piattaforme cingolate Puma e, soprattutto, Lynx 41.
Il requisito numerico dell’Esercito fissa a 679 i veicoli da acquistare in versioni: 
  • IFV, 
  • Combat Support, 
  • Posto Comando, 
  • Ambulanza-Medevac, 
  • con cui dotare le Brigate Corazzate e Meccanizzate, più scuole e riserva.

I nuovi IFV dovranno: 
  • essere in grado di condurre operazioni in varie condizioni climatiche, 
  • essere dotati di sistemi elettronici avanzati che permetteranno di operare all’interno di unità miste, costituite da veicoli con e senza equipaggio,
  • avere a bordo sistemi di auto diagnosi delle avarie che consentiranno al personale di bordo e tecnico di risolvere rapidamente i problemi, alleggerendo la logistica, sempre più informatizzata, e le attività di manutenzione,
  • essere dotati di sistemi di protezione attiva (APS), resi indispensabili dalla minaccia portata dai missili anticarro a testata multipla con profilo d’attacco dall’alto e dal sempre più frequente impiego di munizioni “loitering” e/o droni “suicidi”,
  • rappresentare un “punto di rottura” con i Dardo grazie all’ampio ricorso alla tecnologia “fight -by-wire” ed alla capacità MUM-T o Manned Unmanned Teaming,
  • introdurre una nuova torretta “telecomandata”, ovviamente con l’opzione del controllo manuale di emergenza,
  • utilizzare l’impiego di munizionamento programmabile integrato da missili con capacità “fire and forget” ed un sistema d’arma laser,
  • avere ottime capacità di spostamento e movimento su ogni tipo di terreno, 
  • utilizzare un propulsore ibrido-diesel-elettrico, con possibilità di guidare il mezzo in modalità esclusivamente elettrica,
  • utilizzare la modalità full electric solo ad andature a bassa velocità, peraltro utili nel caso di movimenti a bassa “osservabilità termica ed audio” nei pressi delle linee nemiche o per operazioni di ricognizione; oltre un certo limite di velocità, subentrerà la propulsione mista elettrica-termica o esclusivamente termica, a seconda della tipologia di sistema ibrido prescelto,
  • adottare batterie particolarmente potenti e performanti che dovranno operare non solo a favore del sistema propulsivo ma anche per il funzionamento dei sistemi di bordo e della torretta,
  • avere un’equipaggio di 2-3 uomini,
  • trasportare una squadra di fanteria formata da un massimo di 8 fucilieri assaltatori completamente equipaggiati; la squadra di fanteria dovrà avere anche a disposizione micro UAV e UGV per allargare il raggio di sorveglianza e ricognizione del teatro d’azione e questi mezzi dovranno e potranno essere comandati da remoto.
Il programma pluriennale all'esame delle Camere riguarda il rinnovamento della capacità di combattimento della fanteria pesante, attraverso l'acquisizione di una famiglia di piattaforme Armored Infantry Combat System (AICS), imperniate su una piattaforma da combattimento (Armored Infantry Fighting Vehicle) e una serie di piattaforme di supporto. Più in dettaglio, il programma di acquisizione consentirà di equipaggiare: due Brigate (una corazzata e una pesante), le unità di supporto generale e gli enti di formazione/addestramento con sistemi altamente integrati di nuova generazione; in prospettiva, prevede la possibilità di equipaggiare un'ulteriore brigata pesante.
La Difesa sottolinea che il programma rientra in un più ampio progetto volto a rinnovare l'intera capacità di combattimento delle forze pesanti attraverso l'acquisizione di famiglie di piattaforme (system of systems) caratterizzate da design modulare, elevata innovazione tecnologica e piena interoperabilità secondo i requisiti e gli standard NATO. Questa famiglia di piattaforme è incentrata su un veicolo da combattimento blindato per la fanteria (AIFV) e su una serie di versioni di supporto (posto di comando, controcarro, porta mortai, spoiler del genio, esploratori, contraerea, porta ferite, porta munizioni e scuola guida).
L'acquisizione della capacità di combattimento di nuova generazione nell'ambito del programma in esame comporterà per l'Esercito "un significativo salto generazionale rispetto alla potenza di combattimento esprimibile dalle attuali linee derivate dal Dardo e dall'M113, consentendo l'introduzione in servizio di un sistema di combattimento utilizzabile in tutti i contesti operativi, compresi quelli ad alto indice di digitalizzazione e con elevati livelli di minaccia".  Le piattaforme terrestri saranno caratterizzate da soluzioni di nuova generazione, tecnologicamente mature, basate su un design di sistema che offre un potenziale di crescita continua, oltre a favorire la gestione dello spazio di combattimento con altre piattaforme, nonché l'integrazione/interoperabilità/interconnessione dei dispositivi di comando e controllo. Questi sistemi permetteranno di contribuire efficacemente al raggiungimento di effetti multidominio e al successo nelle operazioni terrestri condotte nei principali ambienti operativi oggi prevedibili. In questa prospettiva, il programma AICS dovrà garantire la comunanza di configurazione con i programmi Centauro II e VBM, che si affiancano temporalmente e operativamente, per quanto riguarda i sistemi d'arma di bordo, i dispositivi C5ISTAR (Command, Control, Communications, Computers, Cyber, Intelligence, Surveillance, Target Acquisition, Reconnaissance) e i componenti automobilistici.
Tra i requisiti militari, le caratteristiche tecniche delle piattaforme di nuova generazione contemplate nel programma, tra cui: elevata mobilità su strada e fuori strada; capacità di operare in modalità di vigilanza silenziosa e di ridurre le tracce acustiche, termiche, radar ed elettromagnetiche; capacità di trasportare e fornire protezione alla squadra di fanteria/trotterista e/o a eventuali mezzi ausiliari; capacità di integrare sistemi d'arma di diverso tipo a seconda degli effetti desiderati (es. controcarro, mortai, per la difesa aerea a cortissimo raggio); capacità di integrare sistemi e sensori di ultima generazione, anche da remoto (sistemi unmanned aerei e terrestri); processi di manutenzione più agili basati su sistemi di logistica predittiva, in grado di ottimizzare costi e procedure, al fine di garantire la massima disponibilità operativa; elevato potenziale di crescita, grazie al design, alle architetture elettroniche e di sistema aperte, ai payload e alla produzione di energia idonei a intercettare e integrare evoluzioni e adattamenti tecnologici.
Il supporto logistico deve essere integrato, con: l'acquisizione di una fornitura iniziale di ricambi per l'attuazione della politica di "maintenance by replacement"; la disponibilità di ricambi per tutto il ciclo di vita del sistema e la facile accessibilità a tutti i suoi componenti; una catena di fornitura dei ricambi modulare e snella, basata sull'ottimizzazione dei tempi; - la gestione della configurazione del sistema e della relativa documentazione tecnico-logistica; il monitoraggio di eventuali obsolescenze emergenti; la semplicità di esecuzione delle attività di manutenzione preventiva e correttiva, attraverso la definizione di parametri iniziali di affidabilità, manutenibilità, disponibilità operativa e testabilità.
L'introduzione in servizio della nuova piattaforma sarà accompagnata dall'istituzione di specifici corsi di formazione di base e dalla revisione dei programmi di formazione per adattarli alle nuove competenze e ai nuovi profili occupazionali. Il programma di formazione coprirà tutte le componenti (equipaggi, operatori, manutentori, ecc.) a vario titolo interessate al programma, nelle varie fasi di phase-in e di vita operativa. In particolare, per il personale tecnico-manutentivo saranno previsti corsi di qualificazione, inizialmente a cura della Società, anche attraverso programmi di On Job Training. I corsi saranno propedeutici alla formazione di team interni di istruttori che consentiranno di sviluppare autonomamente il processo di formazione del personale.
Dovranno inoltre essere previsti seminari di formazione ad hoc, a cura della Compagnia, per colmare eventuali lacune conoscitive del personale militare a seguito di eventuali aggiornamenti. Infine, si sottolinea che la famiglia di piattaforme in questione dovrà essere in grado di operare in contesti nazionali e multinazionali e garantire la massima interoperabilità in termini di prestazioni con le piattaforme del segmento pesante e corazzato attualmente in servizio (ammodernamento del carro armato Ariete e delle piattaforme Leopard derivate) e di prossima introduzione (sviluppo della capacità di combattimento corazzata di nuova generazione). Allo stesso modo, i sistemi di comando/controllo/navigazione, identificazione, protezione attiva hard e soft kill devono essere compatibili e integrabili con quelli già in uso o di prossima introduzione, al fine di mantenere e/o innalzare il livello di digitalizzazione delle Forze. Sarà garantita l'interoperabilità dei sistemi/equipaggiamenti a livello NATO e UE, nei termini indicati dallo STANAG (NATO Standardization Agreement) e da altri requisiti applicabili.
I settori industriali interessati sono principalmente quelli della meccanica, dell'elettronica, dell'optoelettronica e dei sistemi di comunicazione/comando/controllo. In ogni caso, sarà necessario mettere in atto tutte le predisposizioni volte a mantenere la Design Authority dei veicoli sviluppati a livello nazionale. È certamente necessario un confronto a partire dai tradizionali soggetti industriali nazionali di comprovata esperienza nel campo dei veicoli blindati da combattimento (Iveco - Leonardo).
Il programma AICS è concepito secondo un piano di sviluppo pluriennale con inizio previsto nel 2024 e una durata complessiva di tredici anni (2024-2036), comprensiva degli studi preliminari, finalizzata a mitigare eventuali rischi del programma e quindi a consentirne il rapido sviluppo acquisitivo. Il progetto di completo rinnovamento dell'intera capacità di combattimento delle forze pesanti attraverso l'acquisizione di famiglie di piattaforme a favore di unità da combattimento, unità di supporto ed enti di formazione/addestramento ha un costo stimato di circa 16.200 M€.
Il programma AICS ha un onere complessivo stimato in 6.050 milioni di euro, riferito all'acquisizione di 570 piattaforme AICS (corrispondenti alle dotazioni previste per due Brigate, una pesante e una corazzata), al relativo supporto logistico, ai corsi di formazione, ai veicoli dedicati al trasporto e ai necessari adeguamenti infrastrutturali. La prima fase del programma, del valore stimato di 3.735,57 milioni di euro, è finanziata con gli stanziamenti derivanti dai capitoli del settore investimenti del Bilancio ordinario del Ministero della Difesa nell'ambito delle risorse disponibili a legislazione vigente. Questa fase è a sua volta suddivisa in due parti: la prima, finanziata per 345 milioni di euro, è finalizzata a: condurre una campagna di studi preliminari finalizzata alla definizione e mitigazione dei rischi del programma e all'impostazione delle attività di project management; svolgere attività precontrattuali, prototipali e di sviluppo/omologazione delle piattaforme AICS; realizzare gli adeguamenti infrastrutturali dei siti destinati a ricevere le piattaforme AICS; definire studi logistici e supporto logistico integrato; acquisire munizionamento funzionale per le attività di omologazione, certificazione della piattaforma, addestramento basale e scorte; acquisire veicoli da trasporto per le piattaforme AICS; la seconda parte, finanziata per 3.390 milioni di euro. 57 milioni di euro, attuata in modo autonomo e indipendente dalle altre al fine di conferirle una certa auto-consistenza, che garantirà: l'acquisizione di una prima quota di piattaforme AICS (i cui quantitativi deriveranno dai prezzi a martello della fornitura) e il relativo supporto logistico integrato; la realizzazione di adeguamenti infrastrutturali dei siti destinati ad accogliere le piattaforme; la fornitura di veicoli di trasporto per le piattaforme stesse. Il completamento del programma, per il restante valore complessivo previsto di 2.314,43 milioni di euro, avverrà attraverso successivi interventi finalizzati al completamento delle dotazioni e all'acquisizione del supporto logistico integrato. Tali interventi, nel rispetto di una logica incrementale e progressiva, nonché del previsto criterio di auto-consistenza, potranno essere appaltati subordinatamente al loro eventuale rifinanziamento.


Ripensare la guerra, e il suo posto
nella cultura politica europea contemporanea,
è il solo modo per non trovarsi di nuovo davanti
a un disegno spezzato
senza nessuna strategia
per poterlo ricostruire su basi più solide e più universali.
Se c’è una cosa che gli ultimi eventi ci stanno insegnando
è che non bisogna arrendersi mai,
che la difesa della propria libertà
ha un costo
ma è il presupposto per perseguire ogni sogno,
ogni speranza, ogni scopo,
che le cose per cui vale la pena di vivere
sono le stesse per cui vale la pena di morire.
Qualcuno è convinto che coloro che seguono questo blog sono dei semplici guerrafondai! 
Nulla di più errato. 
Quelli che, come noi, conoscono le immense potenzialità distruttive dei moderni armamenti 
sono i primi assertori della "PACE". 
Quelli come noi mettono in campo le più avanzate competenze e conoscenze 
per assicurare il massimo della protezione dei cittadini e dei territori: SEMPRE!
….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace, 
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a darla per scontata:
una sorta di dono divino e non, 
un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…
…Vorrei preservare la mia identità,
difendere la mia cultura,
conservare le mie tradizioni.
L’importante non è che accanto a me
ci sia un tripudio di fari,
ma che io faccia la mia parte,
donando quello che ho ricevuto dai miei AVI,
fiamma modesta ma utile a trasmettere speranza
ai popoli che difendono la propria Patria!
Signore, apri i nostri cuori
affinché siano spezzate le catene
della violenza e dell’odio,
e finalmente il male sia vinto dal bene…


(Fonti: https://svppbellum.blogspot.com/, Web, Google, RID, Wikipedia, You Tube)


KF41 e CV90, i concorrenti dell'AICS
































Il concorrente dell'ARIETE AMV: il Leopard 2 A7













 

1959 - 1986, ROYAL NAVY: GLI INCROCIATORI BRITANNICI CLASSE “TIGER”




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La classe Tiger era una classe di tre navi da guerra britanniche del 20° secolo e gli ultimi incrociatori armati della Royal Navy. La costruzione di tre incrociatori classe Minotaur: Blake, Defence e Bellerophon, iniziò durante la seconda guerra mondiale, ma, a causa dell'austerità del dopoguerra, della guerra di Corea e della concentrazione sul potenziamento della Royal Air Force, gli scafi rimasero incompiuti. L'approvazione per il completamento di un progetto modificato fu concessa nel novembre 1954 e le tre navi: Tiger, Lion e Blake, entrarono in servizio dal marzo 1959.



Nel gennaio 1964, a causa del rinvio del programma Escort Cruiser, gli incrociatori furono approvati per la conversione in incrociatori portaelicotteri. Inizialmente dovevano trasportare quattro elicotteri Westland Wessex per operazioni anfibie e ASW operanti "a est di Suez", poi quattro Westland Sea Kings ASW. La conversione del Blake e del Tiger, effettuata tra il 1965 e il 1972, fu più costosa e dispendiosa in termini di tempo del previsto e, con il Tesoro britannico che si opponeva alla conversione di ogni incrociatore, la conversione del Lion fu annullata e l’unità fu demolita nel 1975, dopo essere stata utilizzata per fornire pezzi di ricambio per le sue navi gemelle.
Spesso descritti e visti nella Royal Navy come "ibridi orribili e inutili", e con manodopera, risorse e navi migliori disponibili limitate, Tiger e Blake furono dismesse alla fine degli anni '70 e poste in riserva. Il Blake è stato demolito nel 1982 e il Tiger nel 1986.

Progettazione e messa in servizio

HMS Defense, Bellerophon, Blake e Hawke iniziarono l’attività operativa come incrociatori classe Minotaur nel 1941-1943, armati con tre torrette triple da 6 pollici nel 1944. La produzione dei 1942 Design Light Fleet Carrier ebbe la priorità e delle altre navi della classe solo Minotaur, Swiftsure e Superb furono completate alla fine del 1945. La Defence, ben avanzata nella costruzione, fu posta in riserva senza armamenti montati e trascorse otto anni ormeggiata al largo a Gareloch.

Sviluppo della classe Tiger

Nel 1944, la classe Minotaur era già ampiamente considerata obsoleta.  Il peso aggiunto causato dall’imbarco di cannoni antiaerei, radar, elettronica e l'equipaggio necessario per farli funzionare, significava che avrebbero superato i limiti di resistenza strutturale e stabilità in acque profonde. Il progetto mancava anche della velocità e delle dimensioni necessarie per il servizio nel Pacifico o nell'Artico. 
Poiché la RN aveva più navi degli equipaggi disponibili e poiché la flotta canadese non disponeva di navi più grandi, lo stesso HMS Minotaur e la classe Crown Colony Uganda  furono donati al Canada nell'aprile 1944. L'ultimo incrociatore costruito in tempo di guerra dalla Royal Navy, il Minotaur, fu consegnato nei tempi previsti all'RCN nel giugno 1945. Fu il primo incrociatore britannico con entrambi i tipi 275/274 "lock and follow", controllo del fuoco aereo e di superficie e quattro cannoni Bofors da 40 mm. 
Una proposta per vendere due incrociatori Tiger aggiornati alla Royal Australian Navy (RAN) fu approvata da Winston Churchill nel 1944. Il 4 aprile 1944, il gabinetto di guerra australiano approvò la costruzione o l'acquisizione di un incrociatore e di un cacciatorpediniere per £ 6,5 milioni per sostituire HMAS  Sydney e HMAS  Hobart. Nonostante l'opposizione dei costruttori navali australiani e della Royal Australian Air Force, il primo ministro australiano John Curtin acconsentì (il 18-21 maggio 1944, durante una visita nel Regno Unito) al trasferimento di nuove navi della RN, a condizione che fossero disponibili sufficienti equipaggi RAN per equipaggiarle. Se le navi fossero entrate in servizio in Australia, avrebbero operato come parte dei gruppi di vettori della flotta britannica del Pacifico . Le navi RAN sarebbero state riarmate con torrette binate da 133 mm o triple torrette da 5,25 pollici.  Mentre la RAN aveva fortemente sostenuto l'acquisto, elementi del governo australiano avevano percepito che venivano vendute navi indesiderate dalla RN e sostennero di espandere capacità cantieristica locale. Inoltre, il Comandante supremo alleato, Area del Pacifico sud-occidentale, il generale statunitense Douglas MacArthur, aveva raccomandato all'Australia di dare la priorità alla difesa aerea delle sue basi esistenti e di continuare a fare affidamento sulla protezione in tempo di guerra fornita dalla Marina degli Stati Uniti, piuttosto che espandere la flotta RAN.  Tuttavia, nel febbraio 1945, il Comitato per la difesa del governo australiano aveva riaffermato l'accettazione di due incrociatori classe Tiger.
A differenza del trasferimento canadese, il Tesoro del Regno Unito non avrebbe regalato gli incrociatori all'Australia. Entro la metà del 1945, il Regno Unito stava affrontando gravi vincoli causati dai pagamenti Lend-Lease . Tra gli altri effetti, ciò portò nel settembre 1945 alla cancellazione di un lotto di 25 sistemi di artiglieria assistita da radar Mk 37 Type 275 costruiti negli Stati Uniti, e ciò colpì le navi, inclusa la classe Tiger. Tuttavia, il Regno Unito voleva ancora il pagamento per le due navi Tiger, o un'equivalente cancellazione delle riparazioni sulle navi RN nei cantieri navali australiani. L'11 aprile 1945, il Regno Unito aveva valutato le due navi a 9 milioni di sterline. Nel giugno 1945 il governo australiano annullò il trasferimento dei pagamenti per la Defence e per il Blake, sulla base del fatto che nessuna delle due navi era pronta e che non aveva equipaggi sufficienti per gli incrociatori perché stava acquisendo anche portaerei e cacciatorpediniere britannici. Alla RAN fu quindi offerto il trasferimento temporaneo di un incrociatore classe Town e Crown Colony, fino a quando la classe Tiger non fosse stata pronta. Questa proposta venne respinta anche sulla base della ridondanza, poiché si riteneva che i due incrociatori pesanti classe County già in servizio in Australia. La classe Tiger non fu mai adottata dalla RAN.
Nel 1944-1945, la Royal Navy aveva sperato che i nuovi grandi cacciatorpediniere classe Battle e Daring sarebbero stati sviluppati come sostituti degli incrociatori in molti ruoli, ma il First Sea Lord, Andrew Cunningham, si rese conto che il budget del Regno Unito non poteva sostenere l'aumento le dimensioni del cacciatorpediniere da 2.800 a 3.500 tonnellate richieste per una nave a tre torrette con un adeguato controllo del fuoco antiaereo e antisuperficie. Con la classe Nettunodemolite, le navi sospese erano l'unica opzione per lo scafo dell'incrociatore e valeva la pena considerarle per il riarmo. Nel 1946, nove torrette Mk24dc erano complete al 75-80% con altre tre torrette parzialmente complete per l'uso con gli incrociatori di classe Tiger o Neptune. Queste torrette erano una versione più avanzata del Mk 23 triple da 6 pollici (150 mm) in tempo di guerra. I nuovi supporti Mk 24 da 6 pollici erano torrette elettriche provvisorie con controllo remoto della potenza e culatta meccanica. Il più pesante Mk 24 offriva una pistola a doppio scopo con un'elevazione di 60°.
Il design Tiger aveva un raggio di 64 piedi (20 m) più ampio rispetto a Superb su cui ospitare le torrette più grandi. Ma si preferì completare il Superb con le vecchie torrette Mk 23 nel 1945, uno Swiftsure. Il design Tiger del 1942 è stato ridisegnato con una migliore protezione e divisione interna per sfruttare un design a tre torrette con quattro supporti "Stabilized tachymetric anti-aircraft gun" (STAAG) da 40 mm per la difesa ravvicinata con radar Tipo 262, Centro informazioni azione, più pompe e generatori. 
Nel marzo 1944 la Difesa e la Blake furono quasi autorizzate per il trasferimento alla RAN da completare come incrociatori con cannoni da 5,25 pollici. La produzione britannica di torrette 5.25 fu lenta e fu fatto poco lavoro sugli incrociatori se non per lanciare la Difesa nel settembre 1944. Il fatto che erano anni dalla messa in servizio garantiti che l'Australia avesse rifiutato l'accordo. 
Altri due incrociatori classe Tiger furono cancellati. L’Hawke fu consegnato nel luglio 1943.  I lavori su tutti gli incrociatori diversi dal Superb si interruppero dopo la metà del 1944. Sembra che il programma Hawke e Bellerophon del 1942 furono distrutti nel 1944 e riordinati come incrociatori leggeri di classe Town migliorati e incrociatori di classe Neptune nel febbraio 1944 e nel febbraio 1945. Le autorità navali dell'epoca e durante la Guerra Fredda sostennero che la classe Neptune era in costruzione, le torrette binate principali e secondarie da 4,5 pollici (110 mm), le caldaie e i macchinari per le prime tre navi ordinate e in costruzione prima della costruzione dello scafo, poiché si prevedeva di ottenere le prime due classi Lion corazzate in corso.  Alla fine della guerra si pensava che lo scafo del Bellphoron fosse già in costruzione a Newcastle, ma l'Hawke, un Belfast migliorato con una larghezza di 76 piedi (23 m) o il primo Neptune era quasi pronto per il varo nel cantiere navale di Portsmouth. La più avanzata delle due navi, l’Hawke, fu smantellata nel 1947, una decisione controversa poiché, sebbene fosse ancora in pericolo nel cantiere navale di Portsmouth, le sue caldaie e i suoi macchinari erano completi ei cannoni da 6 pollici vicini al completamento. 
L'intera classe, che era stata costruita con una cittadella stretta, angusta e quasi impossibile da modernizzare, venne quasi sostituita dall'incrociatore N2 da 8500 tonnellate del 1944 completamente ridisegnato, all'interno della stessa scatola di 555 piedi × 64 piedi (169 m × 20 m) del progetto Colony/ Minotaur, che  fu approvato dal Consiglio dell'Ammiragliato il 16 luglio 1943. CV (36.000  kW) macchinari per 28 nodi (52 km / h; 32 mph). Ventiquattro dei venticinque principali ammiragli della RN e Sea Lords preferivano l'N2 e preferivano le torrette 5.25 a doppio scopo più leggere; il nuovo First Sea Lord Cunningham in arrivo non era d'accordo nel ritenere che i cannoni da 6 pollici fossero essenziali. Nel 1944 l'RP10 da 5,25 pollici era un cannone e una montatura migliorati, rispetto alla versione del 1942 e lo sviluppo di due prototipi di torrette binate automatiche da 5,25 pollici continuò alla Vickers fino al 1948. 
Nel 1948 la Royal Navy aveva proposto in "Ships of The Future Navy" di sostituire 23 incrociatori e 58 cacciatorpediniere della flotta con 50 incrociatori leggeri con incrociatori/cacciatorpediniere: quattro cannoni da 5 pollici, siluri, mortaio antisommergibile e "buon radar" su Dislocamento da 4 a 5.000 tonnellate costruito secondo gli standard dei cacciatorpediniere. Nel 1951 l’ammiragliato offrì la nuova classe Bellona armata con quattro cannoni gemelli Mk 6 da 4,5 pollici e una versione ingrandita dei cacciatorpediniere statunitensi classe Mitscher e Forrest Sherman con macchinari e sensori britannici con tre singoli cannoni US da 5 pollici / 54 e due gemelli US da 3 pollici / calibro 50. 
Il secondo governo Churchill, eletto nel 1951, favorì la RAF e ridusse il budget navale. Poiché la priorità della RN erano le fregate antisommergibili, il riavvio dei lavori sugli incrociatori Tiger fu posticipato di tre anni (così come ogni ulteriore ricostruzione degli incrociatori) al 1954 progettazione e fornitura di un efficace controllo del fuoco antiaereo (AA) per ingaggiare aerei a reazione che all'epoca era al di là delle capacità industriali del Regno Unito. Di conseguenza, fu data maggiore priorità alla corazzata HMS  Vanguard, ai cacciatorpediniere classe Battle e ai due nuovi cacciatorpediniere Audacious ed alle portaerei Eagle e Ark Royal per l'assegnazione dei 26 direttori di cannoni antiaerei a medio raggio forniti dagli Stati Uniti (che furono consegnati con Lend-Lease nel 1944/5). La versione fornita dagli Stati Uniti del Tipo 275 High Altitude / I DCT a bassa quota sono stati stabilizzati e hanno tracciato più bersagli aerei di Mach 1.5+, i direttori statunitensi erano superiori alla fragile versione britannica del Tipo 275, l'unico controllo del fuoco AA a medio raggio fino al 1955, che riusciva a malapena a distinguere i bersagli transonici a Mach 0.8.  Il periodo 1947-1949 vide un dividendo della pace e la costruzione di fregate divenne la priorità nella guerra di Corea.
Nel 1949 erano stati elaborati due adattamenti alternativi per i Tiger, uno come incrociatori antiaerei con sei cannoni binati calibro 70 da 3 pollici e uno con due cannoni Mark N5 da 6 pollici QF gemelli (supporti automatici Mark 26) e tre binati da 3 -pollici/anni '70. Entrambi sono stati progettati principalmente per la difesa antiaerea di alto livello e in gran parte destinati a sostituire le torrette da 5,25 pollici e 4,5 pollici su corazzate e vecchie portaerei. I binati automatici a fuoco rapido da 3 pollici e 6 pollici erano stati progettati sulla base della filosofia del dopoguerra secondo cui i primi 20 secondi di impegno degli aerei anti-jet e anti-missile erano fondamentali e che i cannoni binati da 3 pollici sparavano 240 colpi per minuto e avrebbero ingaggiato con successo sei bersagli aerei in raffiche di 20 secondi. Il fuoco sostenuto per supporto al fuoco navale (NGS) non era un requisito di progettazione. I cannoni automatici binati da 6 pollici per il ruolo secondario di difesa e attacco al commercio fornivano anche capacità antiaeree di altissimo livello (fino a 8 miglia di altitudine). In termini storici, rappresentavano un armamento leggero e simili armi statunitensi introdotte sulla USS  Worcester avevano avuto notevoli problemi di inceppamento e avevano funzionato al di sotto delle aspettative. Una terza opzione a basso costo per montare due torrette Mk 24 nelle posizioni "A" e "B" e da due a quattro torrette semiautomatiche Mk 6 binate da 4,5 pollici "X" e "Y" e così via i fianchi furono considerati durante la guerra di Corea come un'immediata risposta di combattimento di superficie a Sverdlov. Comunque nel 1945, le torrette Mk 24 da 6 pollici classe Nettuno e le installazioni Mk 6 da 4,5 pollici richiedevano un equipaggio di oltre 900 persone. Ma come la classe Colony negli anni '50, solo una torretta da 6 pollici sarebbe stata presidiata. Tuttavia, come con il Bellona Mk 2 proposto nel 1951, il DP RN da 4,5 pollici non era una buona arma contraerea del dopoguerra. Le sei torrette Mk 24 DC erano incompiute e complesse, con due coppie di direttori Tipo 274 e Tipo 275. I primi direttori 275M affidabili di provenienza britannica furono montati nel 1956, nelle fregate realiste e di tipo 12, 14 anni dopo l'introduzione dell'US Mk 37 DCT.  Ciò conferma alla fine del 1951 l'industria britannica non era ancora in grado di costruire cuscinetti di precisione o lavorare con le tolleranze minime necessarie per un accurato fuoco AA navale e i componenti della scatola di controllo del fuoco dovevano essere ordinati dagli Stati Uniti. Nel 1953, i direttori US Mk 63 nei direttori MRS 8 per la difesa ravvicinata erano stati installati a spese degli Stati Uniti nella maggior parte delle principali unità e incrociatori RN. Newfoundland fu ricostruito secondo uno schema molto simile a quello pianificato per HMS Hawke e Tiger s con 2/274 DCT di superficie con l'inaffidabile offset 275 della serra del Regno Unito. Durante l'esercizio di fuoco AA, il realista superò facilmente il Newcastle. Il cablaggio CC era stato rimosso dal Tiger nel 1948 e il datato Mk 24 non era adatto per un rapido completamento della classe. C'era un forte desiderio che i nuovi incrociatori avessero alimentazione CA, non CC o doppia. 
C'erano grandi dubbi sui meriti del completamento dei Tiger, dato che i bombardieri a reazione sovietici Tupolev Tu-95 "Bear" e Tupolev Tu-16 "Badger" volavano più velocemente e più in alto del previsto, il che si aggiungeva all'argomento per dotare le navi di missili per la difesa antiaerea. 
La corazzatura della classe Sverdlov da 6,9 pollici, la velocità e la portata surclassavano anche le due torrette dei Tiger. Anche il bombardamento da sei pollici era sempre più inaccettabile per la Royal Navy dopo la Corea e fu consentito solo il primo giorno dell'operazione Musketeer dopo una forte opposizione politica. Il personale della RN era completamente diviso sullo sviluppo di nuovi cannoni antiaerei più grandi di 4 pollici del dopoguerra compreso Charles Lillicrap, il direttore della costruzione navale nel 1946, che vedeva il nuovo 3 pollici/70 eliminare la necessità dei nuovi cannoni Mk 26 DP da 6 pollici, poiché il gemello automatico 3/70 soddisfaceva i requisiti AA e sosteneva il design dell'incrociatore sospeso come tanto quanto la mancanza di finanziamenti.  Questo e il fatto che il nuovo binato da 3 pollici / 70 e il doppio Mk 26 da 6 pollici mancassero sei anni dal test, portò alla sospensione sia del Tiger che del Minotaur nel 1947 e rallentò il lavoro sul nuovo 6 pollici e aveva proposto nuovi cannoni da 5 pollici. Il collaudato Mk 23 sembrava più che adeguato e la sua efficienza fu migliorata negli anni '50. 

Design rivisto

Nel 1954 la costruzione delle tre navi fu approvata secondo il progetto del 1948 che montava nuovi cannoni automatici da 6 pollici e 3 pollici. Questa fu una decisione controversa, presa per evitare di ordinare incrociatori più grandi o nuove portaerei di discutibile utilità a costi immensi e l'apparente minaccia sovietica degli Sverdlov. I Tiger non avevano la velocità in acque profonde e l'armamento per sfidare le navi russe, sulla carta, mentre altri ufficiali della RN pensavano che un paio di fregate antiaeree Daring o Type 41 fossero tutto ciò che era necessario per sfidare gli inesperti equipaggi russi. Gli incrociatori venivano attaccati e affondati meglio dalle portaerei che operavano con gli aerei d'attacco Hawker Sea Hawk e de Havilland Sea Venom.
La riunione di gabinetto del novembre 1954 per decidere il destino della Royal Navy durò sei ore. Churchill era determinato a limitare il budget della difesa al fine di sviluppare armi nucleari e aerei della RAF meno vulnerabili. I Tiger più economici furono approvati nel 1954, la Royal Navy stimava il completamento in tre anni per £ 6 milioni rispetto ai cinque anni e £ 12 milioni per un nuovo progetto di incrociatore. I nuovi cannoni automatici gemelli da 6 pollici e doppi da 3 pollici a doppio scopo progettati per incrociatori più grandi come il Minotaur furono approvati per la produzione. I Tiger modernizzati erano una misura provvisoria con l'aspettativa che le navi dotate di missili guidati fossero "almeno dieci anni di distanza". Il Libro bianco sulla difesa del 1957 sotto Duncan Sandys propose di ridurre la flotta di incrociatori attivi i Tiger, Swiftsure e Superb: sarebbero entrati in servizio come navi antiaeree provvisorie, fino a quando i cacciatorpediniere di classe County non fossero stati commissionati e i due incrociatori della seconda guerra mondiale, HMS  Belfast e HMS  Bermuda furono messe fuori servizio. 
Anche se esteriormente identici, i tre Tiger erano molto diversi nei loro componenti elettrici. Il Blake era essenzialmente un incrociatore sperimentale con torrette completamente elettriche in grado di ingaggiare bersagli aerei Mach 2.5, ma fu messo in riserva nel 1963 per mancanza di personale tecnico. Il LION si era deteriorato dopo otto anni a Gareloch prima della ricostruzione come tigre e dovette essere ritirato dalle operazioni "a est di Suez" nel 1963 a causa di problemi alla caldaia, meccanici e di armamento. Mentre i sistemi elettrici 3/70 AA erano eccellenti, richiedevano una manutenzione intensiva e manodopera e installatori eccessivi, i cannoni automatici da sei pollici Twin Mk 26 erano un "disastro" e si inceppavano costantemente e raggiungevano raramente la loro capacità minima di fuoco a raffica di 30 secondi  HMNZS Royalist, con alcuni membri dell'equipaggio della Royal Navy, fu riattivata come scorta di superficie per gruppi di portaerei nel sud-est asiatico nel 1964 per scoraggiare la minaccia dell'incrociatore Sverdlov acquistato dall'Indonesia e in 1965 per supportare le portaerei anfibie con la difesa aerea e il supporto generale della flotta. Nel 1966 realista, come Blake e Lion, era insostenibile nell'anno del confronto con l' Indonesia. I grandi  furono riadattati (dal 1961) con il controllo del fuoco MRS3 per fornire un sostituto dei Tiger; le loro tre torrette davano loro un vantaggio sul Tiger.

Conversioni

Nel 1964 il governo conservatore e metà del personale navale vedevano i Tiger come non più convenienti o credibili nel ruolo di combattimento di superficie o di difesa aerea della flotta e avrebbero preferito disarmarli, ma dato che tecnicamente avevano solo tre anni e costruiti con un costo immenso, demolirli è stato politicamente difficile. 
C'erano pressioni finanziarie nella RN a causa del costo delle portaerei CVA-01 pianificate e del programma Escort Cruiser (quattro navi portaelicotteri armate ciascuna con Sea Dart e Ikara che operano quattro elicotteri "tipo Chinook" e disponevano di alloggi di emergenza per 700 truppe).  L'annullamento degli ultimi quattro dei dieci cacciatorpediniere classe County pianificati e lo spostamento di due o tre dei Tiger nella riserva operativa avrebbe compensato il costo dell'incrociatore Escort per sostituire i Tiger o finanziato interamente il più 'incrociatori convenzionali, intesi come navi sostitutive nel 1960 versioni modificate del DDG County costruiti con le stesse dimensioni dello scafo e armamento senza Seaslug, per trasportare 4-6 elicotteri Wessex o i modelli varianti del County DDG proposti dalla RAN o una versione ingrandita del progetto County costruita secondo gli standard degli incrociatori con officine aggiuntive, parti e magazzini caricati e alcune protezioni per armature con predisposizione per 3 Wessex e il sistema USN Tartar. Tuttavia, la decisione di costruire sottomarini missilistici nucleari britannici significava che la proposta degli incrociatori Escort era stata rinviata, con la pressione del budget e il fatto che sia i team di progettazione Vickers disponibili che gli architetti navali disponibili di RN erano ora impiegati nel lavoro SSBN (c'era anche divisione sul fatto che gli incrociatori Escort sarebbero stati piccoli incrociatori portaelicotteri o sviluppati Incrociatori missilistici di tipo 82 per l'operazione a est di Suez). Sebbene gli incrociatori Escort furono rinviati, il requisito era rimasto e la conversione dei Tiger venne identificata come la soluzione più rapida nel 1963. La conversione in portaelicotteri che trasportano elicotteri Westland Wessex per il Royal Marine Commando o il lavoro antisommergibile a est di Suez fu approvata il 24 gennaio 1964. 
Un grande hangar aveva sostituito la torretta "Y", le torrette anteriori erano state mantenute per il bombardamento costiero e anti-superficie. Destinato a fornire navi extra potenti per supportare e condurre operazioni anfibie a est di Suez, dove era logisticamente difficile per la Royal Navy sostenere anche una portaerei operativa e una portaerei commando nel 1963-1964. Il piano originale conservava i tre cannoni da 3 pollici con un sonar e un radar aggiornati, incluso il Tipo 965 e sostituendo il radar indicatore di bersaglio Tipo 992 con il Tipo 993. 
Tre configurazioni (schemi X, Y e Z) furono prese in considerazione nel 1965 per la conversione in portaelicotteri. X aveva spazio sul ponte per un elicottero e un hangar per tre al costo della torretta posteriore da 6 pollici e nessuno spazio per la manutenzione, Y dava spazio sul ponte per due elicotteri Wessex (un solo atterraggio o decollo alla volta) e hangar per quattro a costo di rimuovere l'armamento da 6 pollici e 3 pollici a poppa, Z aveva lo stesso spazio sul ponte e la stessa capacità dell'hangar di Y, ma due elicotteri potevano decollare (o atterrare) contemporaneamente con i supporti da 6 pollici e 3 pollici rimossi. Z fu scelta come l'opzione migliore anche per una durata prevista di sei anni e avrebbe richiesto 15 mesi al costo di 2 milioni di sterline per nave. I lavori si svolsero contestualmente al refitting, previsto in 15 mesi. Il costo finale fu di 12 milioni di sterline per tutti e tre (conversione e rimontaggio) e di 10,5 milioni di sterline per gli elicotteri. Fu riconosciuto che sarebbero stati necessari anche 75 piloti in un momento in cui la FAA era già a corto di 37 piloti. 
Per evitare il problema politico della demolizione dei nuovi incrociatori e delle portaerei, il governo laburista eletto nell'ottobre 1964 decise di mantenere le grandi navi per i ruoli di comando e ammiraglia e accettò l'argomentazione della RN e del Ministero della Difesa secondo cui tre incrociatori Tiger avrebbero sostituito nel ruolo ASW precedentemente fornito dalle portaerei. All'epoca la Royal Navy era concentrata principalmente sulle operazioni a est di Suez e il ruolo di deterrente antisommergibile era quello di contrastare i lenti sottomarini indonesiani e cinesi a propulsione diesel. In teoria, anche un solo TIGER avrebbe potuto minacciare l'uso di cariche nucleari di profondità e liberare spazio sulle portaerei per aerei da attacco e da combattimento aereo.
Il governo proseguì la conversione di Tiger e Blake dopo aver deciso ulteriori tagli alle navi e una più rapida eliminazione delle portaerei nel 1968. Durante la conversione del Blake, il piano venne modificato per consentire agli incrociatori di utilizzare quattro elicotteri Westland Sea King più capaci, sebbene solo tre Sea King potessero effettivamente essere ospitati e mantenuti nel nuovo hangar più lungo, e aveva costretto la sostituzione dei supporti laterali del cannone da 3 pollici con un sistema d'arma guidato Seacat meno efficace. La bassa priorità data alla deterrenza dei sottomarini sovietici nell'Atlantico settentrionale dal Ministero della Difesa si rifletteva nella decisione di convertire un'adeguata piattaforma per elicotteri antisommergibile, la portaerei Hermes, in una portaerei anfibia. Il successivo avvento delle portaerei di classe Invincible aggiunse peso a questa proposta.  La Hermes e la Bulwark erano più grandi e offrivano una maggiore capacità di hangar. La priorità del governo era quella di armare gli aerei nella Germania occidentale con armi tattiche e termonucleari. La fornitura di cariche nucleari di profondità per antisommergibili, portaerei, cacciatorpediniere e fregate era limitata, sebbene l'approvazione per le navi classe Leander, Rothesay e County per l'attivazione di bombe nucleari di profondità fosse stata concessa nel 1969 e queste navi offrissero piattaforme di ascolto più silenziose rispetto alle Tiger. 
La classe proposta di quattro grandi cacciatorpediniere Tipo 82 (pianificata per accompagnare la portaerei CVA-01) dotata di missili nucleari antisommergibile  (ma l'Ikara alla fine fu adattato solo per trasportare siluri Mark 46 convenzionali). A causa del Libro bianco sulla difesa del 1966, solo un cacciatorpediniere per la difesa aerea di tipo 82, l'HMS  Bristol, fu costruito come banco di prova per le tecnologie delle armi. Il Bristol non disponeva di un hangar per elicotteri ed era afflitta da problemi comuni con la propulsione a vapore datata e complessa. 
Senza altre possibilità, iniziarono i lavori per convertire il Blake in un incrociatore portaelicotteri nel 1965 e il Tiger nel 1968. I lavori di ammodernamento strutturale degli scafi furono difficili e costosi. Tuttavia, le navi servirono con successo come incrociatori di comando per elicotteri e fornirono un argomento per giustificare la costruzione del loro sostituto, gli incrociatori tuttoponte classe Invincible. La conversione del Lion fu annullata a causa di ritardi e altri carichi di lavoro nei cantieri navali. Nel 1969, era ovvio che la conversione del Blake era insoddisfacente. Il LION rimase operativo fino alla fine del 1965, quando fu messo in riserva e utilizzato come fonte di parti per la conversione del Tiger e fu venduta per essere demolita nel 1975. Le conversioni lasciarono Tiger e Blake circa 380 tonnellate più pesanti con un dislocamento totale di 12.080 tonnellate e i loro complementi di equipaggio sono aumentati da 169 a 885. Originariamente. La conversione del Blake fu più costosa del previsto (5,5 milioni di sterline) e quella del Tiger di 13,25 milioni di sterline, a causa del livello di inflazione dell'epoca. 

Obsolescenza e disattivazione

Il Blake tornò in servizio nel 1969 e il Tiger nel 1972, usando il Lion come fonte di pezzi di ricambio prima di essere demolita nel 1975. Tagli ai finanziamenti e alla manodopera della Royal Navy, sotto il nuovo governo conservatore e la fiducia negli aerei da pattugliamento marittimo Hawker Siddeley Nimrod e nei sottomarini per anti-operazioni sottomarine, ridussero il fabbisogno della classe.  La rimessa in servizio della portaerei Bulwark e la conversione dell’Hermes in unità portaelicotteri e ASW significava che potevano trasportare il doppio dei Sea King rispetto alla classe Tiger. Nell'aprile 1978 il Tiger fu ritirato dal servizio, seguito dal Blake nel 1979; entrambe le navi furono poste in riserva a Chatham Dockyard. Quando il Blake fu dismesso nel 1979, fu l'ultimo incrociatore a prestare servizio nella Royal Navy e la sua scomparsa fu segnata il 6 dicembre 1979 quando sparò per l'ultima volta con i suoi cannoni principali nel Canale della Manica. 
Durante la guerra delle Falkland, il Blake e il Tiger furono esaminati per determinare la loro condizione per la riattivazione. L'indagine aveva determinato che entrambe le navi erano in buone condizioni e furono messe in bacino di carenaggio, Blake a Chatham, Tiger a Portsmouth. A metà maggio fu stabilito che le navi non sarebbero state completate in tempo per prendere parte alla guerra e i lavori cessarono.
Il Cile mostrò interesse per l'acquisizione di entrambe le navi, ma la vendita non andò in porto e le navi rimasero all'ancora. Il Blake fu venduto per essere smantellato alla fine del 1982 e il Tiger nel 1986.




Ripensare la guerra, e il suo posto
nella cultura politica europea contemporanea,
è il solo modo per non trovarsi di nuovo davanti
a un disegno spezzato
senza nessuna strategia
per poterlo ricostruire su basi più solide e più universali.
Se c’è una cosa che gli ultimi eventi ci stanno insegnando
è che non bisogna arrendersi mai,
che la difesa della propria libertà
ha un costo
ma è il presupposto per perseguire ogni sogno,
ogni speranza, ogni scopo,
che le cose per cui vale la pena di vivere
sono le stesse per cui vale la pena di morire.
Qualcuno è convinto che coloro che seguono questo blog sono dei semplici guerrafondai! 
Nulla di più errato. 
Quelli che, come noi, conoscono le immense potenzialità distruttive dei moderni armamenti 
sono i primi assertori della "PACE". 
Quelli come noi mettono in campo le più avanzate competenze e conoscenze 
per assicurare il massimo della protezione dei cittadini e dei territori: SEMPRE!
….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace, 
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a darla per scontata:
una sorta di dono divino e non, 
un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…
…Vorrei preservare la mia identità,
difendere la mia cultura,
conservare le mie tradizioni.
L’importante non è che accanto a me
ci sia un tripudio di fari,
ma che io faccia la mia parte,
donando quello che ho ricevuto dai miei AVI,
fiamma modesta ma utile a trasmettere speranza
ai popoli che difendono la propria Patria!
Signore, apri i nostri cuori
affinché siano spezzate le catene
della violenza e dell’odio,
e finalmente il male sia vinto dal bene…


(Fonti: https://svppbellum.blogspot.com/, Web, Google, Wikipedia, You Tube)