martedì 4 aprile 2023

ESERCITO ITALIANO: LEONARDO-IVECO “AICS” e “ARIETE AMV con cannone da 120 mm /55”?




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La nazione italiana ha interessi strategici vitali, riconosciuti da tutti i documenti di indirizzo della Difesa: 
  • la sicurezza in generale,
  • la difesa dell’area euro-atlantica, 
  • la sicurezza e il controllo dell’area euro-mediterranea. 










Le aree euro-atlantica ed euro-mediterranea, a partire dal 2015, sono state anche formalmente equiparate in termini di rilevanza. La NATO, e il rapporto bilaterale con gli Stati Uniti sono la nostra polizza-vita, la garanzia stessa della continuità nel tempo della nostra comunità politica; il Mediterraneo è lo scacchiere dal quale dipende l’approvvigionamento strategico di una penisola con 8.000 km di coste, il suo benessere economico e la propria democrazia.
Ciò premesso, l’E.I. sta valutando il giusto rapporto tra la componente corazzata e quella meccanizzata e/o ruotata, in base al corretto bilanciamento tra impegno ad est e quello a sud della penisola. 
Gli MBT sono necessari per il nostro contributo alla difesa del perimetro orientale della NATO, e l’aliquota deve essere ridotta, tenendo conto del riarmo corazzato in tutta l’Europa dell’Est, in particolare in Polonia, e la presenza stabile statunitense in Germania, Polonia e Romania. 
Un mix 150 ARIETE AMV o AMV PLUS (con cannone da 120 mm da 55 calibri) potrebbe essere più che sufficiente per dare alla NATO ciò che reputa indispensabile. 
Soprassedendo sugli ambitissimi LEOPARD 2A7, ci si sposta sul programma dell’IFV AICS, sui droni e LOITERING MUNITIONS, sulla blindo pesante CENTAURO 2, sulla difesa contraerei, e sull’artiglieria a lungo raggio Himars. 
Per l’AICS è essenziale coinvolgere l’industria nazionale per questioni di autonomia strategica, anche alla luce del fatto che per la prima volta dalla fine della Guerra Fredda sono disponibili risorse cospicue, (oltre 10 miliardi di Euro), per l'ammodernamento dello strumento terrestre, puntando su un concetto di sistema dei sistemi altamente flessibile, versatile e network-centrico.
Per quanto riguarda l’artiglieria, ci si sta orientando verso l'acquisizione del lanciarazzi HIMARS, e successivamente sul Precision Strike Missile, e sul munizionamento guidato Leonardo VULCANO da 155 mm, così come dell’impiego dei droni in supporto alla stessa artiglieria. 
Il CENTAURO 2 dovrà costituire il cuore di task force altamente mobili a livello compagnia, o complesso minore, basate sul vecchio concetto “caccia-carri”. Sarebbe auspicabile l'acquisizione di un numero di esemplari superiore ai 150 blindati 8x8 attualmente previsti.

LEONARDO- IVECO—DV “ARIETE AMV o Ammodernamento di Mezza Vita”

La storia del C1 Ariete inizia nelle ultime fasi della Guerra Fredda, con un programma nato dall'esigenza dell'esercito italiano di modernizzare la flotta di carri armati di cui disponeva durante la Guerra Fredda, quali erano i Leopardi e gli M60. Quei carri armati sarebbero considerati obsoleti, considerando il fatto che molti paesi in tutto il mondo che hanno adottato tali progetti li avevano messi fuori servizio o li avevano sostituiti con qualcosa di più moderno. Per realizzare il nuovo MBT italiano, l'Italia ha incaricato Iveco e OTO Melara. Iveco si è occupata dello scafo, della trasmissione e del motore, mentre OTO Melara si è occupata della torretta, del cannone e dell'installazione dei mirini ottici. Dopo molte modifiche, e un paio di modelli in legno, l’MBT C1 Ariete (P), verrà mostrata per la prima volta al pubblico, in una presentazione all'interno di La Spezia nel 1987. Lo sviluppo continuò verso l'anno 1990, che ha permesso sia a Iveco che a OTO Melara di affinare il design della C1 Ariete. Le consegne dovevano avvenire per la prima volta nel 1993, tuttavia a causa di alcune battute d'arresto (probabili finanziamenti) non sarebbe stato fino al 1995 che le prime consegne di produzione C1 Ariete ebbero effettivamente luogo. Inizialmente era previsto un ordine di 300 MBT, ma a causa della fine della Guerra Fredda, fu ridotto a sole 200 unità, tutte consegnate entro il 7 agosto 2002.
Il carro presentava una serie di miglioramenti rispetto ai progetti precedenti, ad esempio i primi modelli di produzione C1 Ariete avevano accesso al TURMS LTFCS di terza generazione realizzato dalle Officine Galileo, che dava la capacità al mezzo di sparare in movimento, sia durante il giorno e di notte. Tuttavia, in seguito, gli ultimi 50 Ariete ebbero in dotazione un aggiornamento dei loro sistemi di tiro consentire ai comandanti Ariete di avere accesso alla termografia. 
In termini di armamento, il C1 Ariete utilizzano un cannone a canna liscia da 120 mm, prodotto dalla  OTO Melara, con somiglianze con il L44 Rheinmetall di fabbricazione tedesca. Il cannone è idoneo a sparare la maggior parte delle munizioni standard della NATO. Un altro miglioramento introdotto include una migliore protezione rispetto ai veicoli precedenti, uno degli aspetti più vitali dell'Ariete. 
Dal 2000, l'Ariete ha avuto un percorso piuttosto accidentato quando si è trattato di aggiornare la macchina; l’E.I. non era contrario al potenziamento, ma c'era un problema comune che ne avrebbe afflitto lo sviluppo: i costi. Il primo aggiornamento proposto per il C1 Ariete sarebbe quello noto come "C2 Ariete". Dopo che il carro armato ebbe finito di essere progettato, molte nazioni all'epoca avevano già veicoli migliori in servizio, ad esempio la Germania aveva in dotazione il Leopard 2A5. Il C2 Ariete avrebbe presentato molti miglioramenti, tra cui una nuova armatura aggiornata, un caricatore automatico, un nuovo motore e anche un nuovo sistema FCS aggiornato. Tuttavia questo non si verificò e come tale il C2 Ariete rimase solo una proposta sulla carta. Un altro potenziale aggiornamento per il C1 Ariete, era il C1 Ariete Hitfact Mk2.
Il C1 Ariete AMV, che sta per "Ammodernamento di Mezza Vita" (inglese: "Mid Life Update"), sarà probabilmente l'aggiornamento finale del C1 Ariete. Questo aggiornamento è stato concepito molti anni fa, ma è solo in tempi recenti che si sono visti progressi. Il programma AMV tenterà di prolungare la vita della C1 Ariete fino al 2030/2035, quando per allora si presume subentrerà un nuovo progetto europeo o tedesco. Il programma AMV comprende inizialmente 3 prototipi, l'AMV PT1, con miglioramenti allo scafo, il PT2 con miglioramenti allo scafo e alla torretta, e infine il PT3 che incorpora miglioramenti sia alla torretta che allo scafo, ma anche probabilmente utilizzato per testare sistema di difesa attivi APS hard-kill.
Le migliorie dell'Ariete AMV PT1 prevede un aumento della potenza del motore da 1.250 a 1.500 cavalli con l'applicazione di un kit di aggiornamento sugli attuali motori che il C1 Ariete utilizza, che sono state completamente smontate e ricostruite con la costituzione di numerosi nuovi elementi, la maggior parte dei quali derivano dal V8 della B2 Centauro II. Uno degli altri modi in cui è meglio protetto è grazie all'installazione del kit Anti-IED/Mine. Anche il basamento è lo stesso, ma la cilindrata è stata aumentata da 26 a 30 litri cambiando cilindri, pistoni e albero motore, aumentando la corsa dei cilindri. Per accogliere e gestire al meglio la maggiore potenza offerta dal motore migliorato, denominato per ora V12AMV, saranno apportate modifiche anche al cambio automatico prodotto su licenza dalla tedesca ZF. 
Il carro PT1 presenterà miglioramenti al sistema di rottura, l'adozione di un nuovo cingolo noto come DST 570 P0 (gli attuali Ariete utilizzano il DST 840 E0). Il DST 570 P0 è più largo del 20% rispetto ai cingoli precedenti, consente al serbatoio di avere un ingombro minore e rende molto più facile superare terreni morbidi. Sospensioni e ammortizzatori vengono solo revisionati. I test del PT1 sono effettuati presso il "Centro Polifunzionale di Sperimentazione Mobile" (CEPOLISPE). Il PT1 ha ricevuto anche il kit di armatura aggiuntivo di produzione WAR + PSO, che hanno ricevuto anche tutti i prototipi AMV.
Il carro armato Ariete monta un motore turbodiesel Fiat V-12 MTCA da 12 cilindri, in grado di generare 937 kW (1247 CV). 
L’apparato motore dell’MBT è di derivazione ferroviaria. Il sistema di trasmissione automatica, prodotto su licenza della compagnia tedesca ZF, ha quattro marce avanti e due indietro, e incorpora il sistema di sterzata e il ritardatore idraulico.
Il sistema di trazione è concepito su sette doppie ruote stradali a profili gommati, più quattro rulli di richiamo su ogni lato, con cingoli a doppio perno disegnati dalla tedesca Diehl. Il sistema di sospensioni consiste in una barra di torsione e un ammortizzatore idraulico su ogni braccio.
L'Ariete è in grado di raggiungere una velocità massima di 65 km/h e superare una pendenza massima del 60%. La profondità di guado massima è di 3 metri con la preparazione, e 1,25 metri senza preparazione. L'IVECO avrebbe in sviluppo una variante del motore da 1600 CV per ovviare al sotto potenziamento del carro, la cui installazione sui mezzi non è mai avvenuta.

IL MOTORE E LA TRASMISSIONE DEL CARRO

Il motopropulsore installato sulla prima versione dell’Ariete è costituito da un motore IVECO/FIAT MTCA (Modulare TurboCompresso Aftercooler) 12V accoppiato ad una trasmissione IVECO/ZF LG-3000. 



Il propulsore è di concezione e realizzazione completamente nazionale;  il “V-12 MTCA” ha 12 cilindri a V di 90°, quattro tempi ad iniezione diretta sovralimentato con due turbo per ogni bancata dei cilindri, dotati di scambiatori di calore aftercooler; il propulsore può esprimere una potenza continuativa di 1.200 Hp ed una potenza massima 1.300 Hp (956 Kw) a 2.300 giri/m. La coppia massima esprimibile è di 4.615 Nn a 1.600 giri/m. Questo motore fa parte della famiglia di propulsori diesel modulari sviluppata dalla IVECO per tutti i mezzi corazzati in servizio nell’E.I.: di questa famiglia fanno parte anche il motore dell'autoblindo CENTAURO e del trasporto truppe DARDO. 
L'alimentazione del motore FIAT-IVECO è a gasolio ma l’E.I. sta valutando la possibilità di passare al kerosene-JP8 standard NATO, che garantisce una maggiore resa del motore oltre alla forte diminuzione degli agenti inquinanti.
La trasmissione è la ZF LSG-3000 di tipo idrodinamico con convertitore di coppia ed è integrata con il sistema di sterzata. Ha quattro marce avanti e due indietro. In caso di avaria è disponibile un comando meccanico per l'inserimento di una marcia avanti ed una indietro ed un dispositivo kick-down che permette di raggiungere sempre la coppia massima prima di passare alla marcia superiore. Lo sterzo è a comando elettrico controllato da una centralina che in base a vari parametri dinamici del carro assicura l'innesto automatico della marcia più adatta nella varie situazioni di moto. Sono possibili tre livelli diversi di sterzata più la rotazione del carro su se stesso.
Nuovi pacchetti di corazzature aggiuntive sono stati prodotti e consegnati all'Esercito (viste su alcuni carri nell'operazione Antica Babilonia, in Iraq), così come è disponibile il nuovo propulsore IVECO V12 di 27 litri di cilindrata capace di sviluppare 1200 KW (1600 CV), tuttavia sembra che gli aggiornamenti al motore siano stati bloccati per problemi tecnici ed economici. Attualmente l'unico aggiornamento operato sull'Ariete riguarda l'adeguamento dei sistemi di comunicazione nell'ambito della forza NEC con il programma Siccona.
Nel 2018 è stata inoltre finanziata la prima tranche da 35 milioni di euro in tre anni per lo sviluppo dei primi due mezzi aggiornati prototipali, definiti Ariete II, per permettere al veicolo di rimanere in servizio oltre il 2030. Tuttavia è probabile che tale cifra potrebbe arrivare a 1 miliardo di euro dato che l'esercito si aspetta di avere tutti i 200 Ariete II entro il 2028, per un costo di circa 5 milioni di euro ad unità. Tale aggiornamento coinvolgerà protezione, sensori e propulsione.
Sull’evoluzione dell’Ariete verrà sicuramente introdotto un nuovo apparato propulsivo in sostituzione dell’attuale motore 12 cilindri a V di 90° di FIAT/IVECO MTCA (Modulare TurboCompresso Aftercooler) con cilindrata unitaria da 25.800cc e doppio turbo (uno per bancata).
La potenza unitaria esprimibile del motore attualmente in uso è di 1270 cv 2300 rpm, ma è possibile incrementare la potenza per brevi lassi di tempo (situazioni di pericolo/difficoltà) fino a 1300 cv grazie a dei picchi di pressione più elevati dei turbo compressori. La potenza del motore IVECO, non elevata abbastanza per un MBT NATO con il suo peso di oltre 54 tonn., hanno indotto l’E.I. e la IVECO a sviluppare un motore più evoluto e potente.
Nel nuovo carro “Ariete Evo”, la società produttrice del gruppo motopropulsore ha previsto l’installazione di un V12 Vector con una cilindrata unitaria maggiorata da 30.000cc, capace di produrre la potenza massima a 2100 rpm (leggermente inferiore al vecchio V12), ma con una coppia elevata a 5580 Nm.  Una delle novità del nuovo V12 sarà la presenza del common rail Bosch e del controllo elettronico dell’unità motrice utilizzando nuovi iniettori più performanti, garantento prestazioni più elevate e minori consumi.
Il motore Vector appartiene alla famiglia dei grandi V12 turbodiesel, munito di nuovi e più efficienti doppi turbo compressori, posizionati uno per bancata.  Il Vector utilizza un riscaldatore ausiliario per il gasolio per un clima al di sotto di -25°; anche i filtri carburante vengono riscaldati; il motore utilizza uno scambiatore di calore aftercooler per raffreddare l’aria in uscita dai due turbocompressori. La pompa gasolio a bassa pressione è azionata dalla presa di forza.  Il V12 Vector rispetta le normative Euro3 grazie all’installazione di un convertirore catalitico ossidante ad alte prestazioni, che raggiunge quasi subito la temperatura d’esercizio per la vicinanza ai collettori di scarico: il motore rende al massimo già all’accensione.

LEONARDO- IVECO—DV “AICS (Armored Infantry Combat System)”

Iveco DV e Leonardo hanno posto all’attenzione dell’E.I. il progetto di un nuovo veicolo da combattimento per la fanteria AICS (Armored Infantry Combat System): si tratta di un nuovo progetto, in risposta ad analoghi progetti della Rheinmetall, del quale è già stato completato uno studio di fattibilità. 


Per il programma AICS sono stati già stanziati, fino al 2035, 2,141 miliardi di €, a fronte di un fabbisogno complessivo di circa 6 miliardi. 
L’E.I. intenderebbe acquisire un totale di 679 veicoli corazzati cingolati con i quali sostituire gli oramai obsoleti IFV DARDO ed M113.






La forza armata sembrerebbe aver dato un’accelerazione al programma, con l’immissione in linea dei primi esemplari di serie a partire già dal 2025. Sono state tenute audizioni parlamentari tra cui, recentemente, quella del responsabile di Rheinmetall Italia che ha riportato ai membri delle Commissioni interessate, le caratteristiche delle piattaforme cingolate Puma e, soprattutto, Lynx 41.
Il requisito numerico dell’Esercito fissa a 679 i veicoli da acquistare in versioni: 
  • IFV, 
  • Combat Support, 
  • Posto Comando, 
  • Ambulanza-Medevac, 
  • con cui dotare le Brigate Corazzate e Meccanizzate, più scuole e riserva.

I nuovi IFV dovranno: 
  • essere in grado di condurre operazioni in varie condizioni climatiche, 
  • essere dotati di sistemi elettronici avanzati che permetteranno di operare all’interno di unità miste, costituite da veicoli con e senza equipaggio,
  • avere a bordo sistemi di auto diagnosi delle avarie che consentiranno al personale di bordo e tecnico di risolvere rapidamente i problemi, alleggerendo la logistica, sempre più informatizzata, e le attività di manutenzione,
  • essere dotati di sistemi di protezione attiva (APS), resi indispensabili dalla minaccia portata dai missili anticarro a testata multipla con profilo d’attacco dall’alto e dal sempre più frequente impiego di munizioni “loitering” e/o droni “suicidi”,
  • rappresentare un “punto di rottura” con i Dardo grazie all’ampio ricorso alla tecnologia “fight -by-wire” ed alla capacità MUM-T o Manned Unmanned Teaming,
  • introdurre una nuova torretta “telecomandata”, ovviamente con l’opzione del controllo manuale di emergenza,
  • utilizzare l’impiego di munizionamento programmabile integrato da missili con capacità “fire and forget” ed un sistema d’arma laser,
  • avere ottime capacità di spostamento e movimento su ogni tipo di terreno, 
  • utilizzare un propulsore ibrido-diesel-elettrico, con possibilità di guidare il mezzo in modalità esclusivamente elettrica,
  • utilizzare la modalità full electric solo ad andature a bassa velocità, peraltro utili nel caso di movimenti a bassa “osservabilità termica ed audio” nei pressi delle linee nemiche o per operazioni di ricognizione; oltre un certo limite di velocità, subentrerà la propulsione mista elettrica-termica o esclusivamente termica, a seconda della tipologia di sistema ibrido prescelto,
  • adottare batterie particolarmente potenti e performanti che dovranno operare non solo a favore del sistema propulsivo ma anche per il funzionamento dei sistemi di bordo e della torretta,
  • avere un’equipaggio di 2-3 uomini,
  • trasportare una squadra di fanteria formata da un massimo di 8 fucilieri assaltatori completamente equipaggiati; la squadra di fanteria dovrà avere anche a disposizione micro UAV e UGV per allargare il raggio di sorveglianza e ricognizione del teatro d’azione e questi mezzi dovranno e potranno essere comandati da remoto.
Il programma pluriennale all'esame delle Camere riguarda il rinnovamento della capacità di combattimento della fanteria pesante, attraverso l'acquisizione di una famiglia di piattaforme Armored Infantry Combat System (AICS), imperniate su una piattaforma da combattimento (Armored Infantry Fighting Vehicle) e una serie di piattaforme di supporto. Più in dettaglio, il programma di acquisizione consentirà di equipaggiare: due Brigate (una corazzata e una pesante), le unità di supporto generale e gli enti di formazione/addestramento con sistemi altamente integrati di nuova generazione; in prospettiva, prevede la possibilità di equipaggiare un'ulteriore brigata pesante.
La Difesa sottolinea che il programma rientra in un più ampio progetto volto a rinnovare l'intera capacità di combattimento delle forze pesanti attraverso l'acquisizione di famiglie di piattaforme (system of systems) caratterizzate da design modulare, elevata innovazione tecnologica e piena interoperabilità secondo i requisiti e gli standard NATO. Questa famiglia di piattaforme è incentrata su un veicolo da combattimento blindato per la fanteria (AIFV) e su una serie di versioni di supporto (posto di comando, controcarro, porta mortai, spoiler del genio, esploratori, contraerea, porta ferite, porta munizioni e scuola guida).
L'acquisizione della capacità di combattimento di nuova generazione nell'ambito del programma in esame comporterà per l'Esercito "un significativo salto generazionale rispetto alla potenza di combattimento esprimibile dalle attuali linee derivate dal Dardo e dall'M113, consentendo l'introduzione in servizio di un sistema di combattimento utilizzabile in tutti i contesti operativi, compresi quelli ad alto indice di digitalizzazione e con elevati livelli di minaccia".  Le piattaforme terrestri saranno caratterizzate da soluzioni di nuova generazione, tecnologicamente mature, basate su un design di sistema che offre un potenziale di crescita continua, oltre a favorire la gestione dello spazio di combattimento con altre piattaforme, nonché l'integrazione/interoperabilità/interconnessione dei dispositivi di comando e controllo. Questi sistemi permetteranno di contribuire efficacemente al raggiungimento di effetti multidominio e al successo nelle operazioni terrestri condotte nei principali ambienti operativi oggi prevedibili. In questa prospettiva, il programma AICS dovrà garantire la comunanza di configurazione con i programmi Centauro II e VBM, che si affiancano temporalmente e operativamente, per quanto riguarda i sistemi d'arma di bordo, i dispositivi C5ISTAR (Command, Control, Communications, Computers, Cyber, Intelligence, Surveillance, Target Acquisition, Reconnaissance) e i componenti automobilistici.
Tra i requisiti militari, le caratteristiche tecniche delle piattaforme di nuova generazione contemplate nel programma, tra cui: elevata mobilità su strada e fuori strada; capacità di operare in modalità di vigilanza silenziosa e di ridurre le tracce acustiche, termiche, radar ed elettromagnetiche; capacità di trasportare e fornire protezione alla squadra di fanteria/trotterista e/o a eventuali mezzi ausiliari; capacità di integrare sistemi d'arma di diverso tipo a seconda degli effetti desiderati (es. controcarro, mortai, per la difesa aerea a cortissimo raggio); capacità di integrare sistemi e sensori di ultima generazione, anche da remoto (sistemi unmanned aerei e terrestri); processi di manutenzione più agili basati su sistemi di logistica predittiva, in grado di ottimizzare costi e procedure, al fine di garantire la massima disponibilità operativa; elevato potenziale di crescita, grazie al design, alle architetture elettroniche e di sistema aperte, ai payload e alla produzione di energia idonei a intercettare e integrare evoluzioni e adattamenti tecnologici.
Il supporto logistico deve essere integrato, con: l'acquisizione di una fornitura iniziale di ricambi per l'attuazione della politica di "maintenance by replacement"; la disponibilità di ricambi per tutto il ciclo di vita del sistema e la facile accessibilità a tutti i suoi componenti; una catena di fornitura dei ricambi modulare e snella, basata sull'ottimizzazione dei tempi; - la gestione della configurazione del sistema e della relativa documentazione tecnico-logistica; il monitoraggio di eventuali obsolescenze emergenti; la semplicità di esecuzione delle attività di manutenzione preventiva e correttiva, attraverso la definizione di parametri iniziali di affidabilità, manutenibilità, disponibilità operativa e testabilità.
L'introduzione in servizio della nuova piattaforma sarà accompagnata dall'istituzione di specifici corsi di formazione di base e dalla revisione dei programmi di formazione per adattarli alle nuove competenze e ai nuovi profili occupazionali. Il programma di formazione coprirà tutte le componenti (equipaggi, operatori, manutentori, ecc.) a vario titolo interessate al programma, nelle varie fasi di phase-in e di vita operativa. In particolare, per il personale tecnico-manutentivo saranno previsti corsi di qualificazione, inizialmente a cura della Società, anche attraverso programmi di On Job Training. I corsi saranno propedeutici alla formazione di team interni di istruttori che consentiranno di sviluppare autonomamente il processo di formazione del personale.
Dovranno inoltre essere previsti seminari di formazione ad hoc, a cura della Compagnia, per colmare eventuali lacune conoscitive del personale militare a seguito di eventuali aggiornamenti. Infine, si sottolinea che la famiglia di piattaforme in questione dovrà essere in grado di operare in contesti nazionali e multinazionali e garantire la massima interoperabilità in termini di prestazioni con le piattaforme del segmento pesante e corazzato attualmente in servizio (ammodernamento del carro armato Ariete e delle piattaforme Leopard derivate) e di prossima introduzione (sviluppo della capacità di combattimento corazzata di nuova generazione). Allo stesso modo, i sistemi di comando/controllo/navigazione, identificazione, protezione attiva hard e soft kill devono essere compatibili e integrabili con quelli già in uso o di prossima introduzione, al fine di mantenere e/o innalzare il livello di digitalizzazione delle Forze. Sarà garantita l'interoperabilità dei sistemi/equipaggiamenti a livello NATO e UE, nei termini indicati dallo STANAG (NATO Standardization Agreement) e da altri requisiti applicabili.
I settori industriali interessati sono principalmente quelli della meccanica, dell'elettronica, dell'optoelettronica e dei sistemi di comunicazione/comando/controllo. In ogni caso, sarà necessario mettere in atto tutte le predisposizioni volte a mantenere la Design Authority dei veicoli sviluppati a livello nazionale. È certamente necessario un confronto a partire dai tradizionali soggetti industriali nazionali di comprovata esperienza nel campo dei veicoli blindati da combattimento (Iveco - Leonardo).
Il programma AICS è concepito secondo un piano di sviluppo pluriennale con inizio previsto nel 2024 e una durata complessiva di tredici anni (2024-2036), comprensiva degli studi preliminari, finalizzata a mitigare eventuali rischi del programma e quindi a consentirne il rapido sviluppo acquisitivo. Il progetto di completo rinnovamento dell'intera capacità di combattimento delle forze pesanti attraverso l'acquisizione di famiglie di piattaforme a favore di unità da combattimento, unità di supporto ed enti di formazione/addestramento ha un costo stimato di circa 16.200 M€.
Il programma AICS ha un onere complessivo stimato in 6.050 milioni di euro, riferito all'acquisizione di 570 piattaforme AICS (corrispondenti alle dotazioni previste per due Brigate, una pesante e una corazzata), al relativo supporto logistico, ai corsi di formazione, ai veicoli dedicati al trasporto e ai necessari adeguamenti infrastrutturali. La prima fase del programma, del valore stimato di 3.735,57 milioni di euro, è finanziata con gli stanziamenti derivanti dai capitoli del settore investimenti del Bilancio ordinario del Ministero della Difesa nell'ambito delle risorse disponibili a legislazione vigente. Questa fase è a sua volta suddivisa in due parti: la prima, finanziata per 345 milioni di euro, è finalizzata a: condurre una campagna di studi preliminari finalizzata alla definizione e mitigazione dei rischi del programma e all'impostazione delle attività di project management; svolgere attività precontrattuali, prototipali e di sviluppo/omologazione delle piattaforme AICS; realizzare gli adeguamenti infrastrutturali dei siti destinati a ricevere le piattaforme AICS; definire studi logistici e supporto logistico integrato; acquisire munizionamento funzionale per le attività di omologazione, certificazione della piattaforma, addestramento basale e scorte; acquisire veicoli da trasporto per le piattaforme AICS; la seconda parte, finanziata per 3.390 milioni di euro. 57 milioni di euro, attuata in modo autonomo e indipendente dalle altre al fine di conferirle una certa auto-consistenza, che garantirà: l'acquisizione di una prima quota di piattaforme AICS (i cui quantitativi deriveranno dai prezzi a martello della fornitura) e il relativo supporto logistico integrato; la realizzazione di adeguamenti infrastrutturali dei siti destinati ad accogliere le piattaforme; la fornitura di veicoli di trasporto per le piattaforme stesse. Il completamento del programma, per il restante valore complessivo previsto di 2.314,43 milioni di euro, avverrà attraverso successivi interventi finalizzati al completamento delle dotazioni e all'acquisizione del supporto logistico integrato. Tali interventi, nel rispetto di una logica incrementale e progressiva, nonché del previsto criterio di auto-consistenza, potranno essere appaltati subordinatamente al loro eventuale rifinanziamento.


Ripensare la guerra, e il suo posto
nella cultura politica europea contemporanea,
è il solo modo per non trovarsi di nuovo davanti
a un disegno spezzato
senza nessuna strategia
per poterlo ricostruire su basi più solide e più universali.
Se c’è una cosa che gli ultimi eventi ci stanno insegnando
è che non bisogna arrendersi mai,
che la difesa della propria libertà
ha un costo
ma è il presupposto per perseguire ogni sogno,
ogni speranza, ogni scopo,
che le cose per cui vale la pena di vivere
sono le stesse per cui vale la pena di morire.
Qualcuno è convinto che coloro che seguono questo blog sono dei semplici guerrafondai! 
Nulla di più errato. 
Quelli che, come noi, conoscono le immense potenzialità distruttive dei moderni armamenti 
sono i primi assertori della "PACE". 
Quelli come noi mettono in campo le più avanzate competenze e conoscenze 
per assicurare il massimo della protezione dei cittadini e dei territori: SEMPRE!
….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace, 
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a darla per scontata:
una sorta di dono divino e non, 
un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…
…Vorrei preservare la mia identità,
difendere la mia cultura,
conservare le mie tradizioni.
L’importante non è che accanto a me
ci sia un tripudio di fari,
ma che io faccia la mia parte,
donando quello che ho ricevuto dai miei AVI,
fiamma modesta ma utile a trasmettere speranza
ai popoli che difendono la propria Patria!
Signore, apri i nostri cuori
affinché siano spezzate le catene
della violenza e dell’odio,
e finalmente il male sia vinto dal bene…


(Fonti: https://svppbellum.blogspot.com/, Web, Google, RID, Wikipedia, You Tube)


KF41 e CV90, i concorrenti dell'AICS
































Il concorrente dell'ARIETE AMV: il Leopard 2 A7













 

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