martedì 25 aprile 2023

Le Flakturm, note tra gli alleati come Zoo Flak Tower ("torre contraerea"; plurale: Flaktürme) e le Großbatterien (batterie rinforzate), un’opera colossale voluta da Adolf Hitler e realizzata dall’architetto berlinese Friedrich Tamms.





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Le Flakturm ("torre contraerea"; plurale: Flaktürme) erano otto giganteschi complessi di torri d'avvistamento e difesa antiaerea costruite nelle città di Berlino (3 torri), Amburgo (2) e Vienna (3) a partire dal 1940. Erano utilizzate dai reparti FlaK (contraerei) per difendere le città dalle incursioni aeree e come rifugi antiaerei durante la seconda guerra mondiale. Ogni complesso era formato da due singole torri, diverse per dimensioni e armamento.




Origini

All'inizio della seconda guerra mondiale la difesa contraerea tedesca era basata su concentrazioni di armi contraerei: per assicurare la difesa di ogni città era ritenuto sufficiente disporre di 2 FlaK Abteilung (battaglioni da 3 batterie da 88 mm e 2 batterie leggere ciascuno). Tuttavia, appena i raid alleati cominciarono ad agire in profondità, apparve chiara l'insufficienza di questa soluzione e vennero costituite le Großbatterien (batterie rinforzate) per la difesa degli obiettivi più rilevanti, su 18 pezzi da 8,8 cm o 12 di calibro superiore, coperte da un certo numero di pezzi di calibro minore.
Dopo il bombardamento di Berlino del 25 agosto 1940, che ebbe effetti trascurabili sulla città, ma importanti conseguenze sulla guerra, Hitler impose la costruzione di una difesa contraerea fissa attorno alla città. L'incarico di studiare le fortificazioni più adatte allo scopo fu affidato all'architetto Friedrich Tamms, collaboratore del ministro Albert Speer.
Nel 1941 fu deciso di costruire fortificazioni simili per Amburgo, e nel 1942 per Brema (progetto che non ebbe seguito) e Vienna.


Le Flaktürme

Le Flaktürme erano costruiti a coppie: Geschützturm (G-Turm, torre armata) e Leitturm (L-Turm, torre per la direzione del tiro). Mentre le L-Turm non furono standardizzate dato che in pratica furono solo parallelepipedi di cemento sul cui tetto erano posti i radar di direzione del tiro, le G-Turm furono realizzate in tre tipologie (Bauart) differenti.

Bauart 1

Queste torri erano formate da una torre centrale quadrata con quattro torri sempre quadrate che sorgevano agli angoli; su queste ultime erano installati i cannoni contraerei principali. I lati della torre centrale erano di 75 m e l'altezza di 39; poteva ospitare 10000 civili. Ne furono costruite tre a Berlino e una ad Amburgo.

Bauart 2

Queste erano semplicemente quadrati con le piazzole per i cannoni raggruppate al centro del tetto. I lati erano di 57 m e l'altezza di 42 m; potevano ospitare 18000 civili. Ne furono costruite due, una ad Amburgo ed una a Vienna.

Bauart 3

Erano torri poligonali a 16 lati, di diametro 43 m ed altezza di 50 m (o più) e potevano ospitare 18000 civili. Ne furono costruite due, entrambe a Vienna.
Le L-Turm erano lunghe 30–40 m, larghe circa 20 m ed alte 40–50 m. L'armamento delle L-Turm era limitato ad artiglierie di piccolo calibro installate in Schwalbennesten (ballatoi) posti una decina di metri sotto al tetto (per non interferire con i radar). Analoghi ballatoi con armi di piccolo calibro si trovavano anche sui G-Turm.
Ogni torre era autonoma per quanto riguardava sia la produzione di energia sia l'approvvigionamento idrico, inoltre era protetta contro attacchi da gas ed era fornita di attrezzature sanitarie.


















Le armi

Le prime armi installate sulle torri furono i cannoni 10,5 cm FlaK 39 ed il 12,8 cm FlaK 40. L'ottimo 8,8 cm FlaK 37 o 41 non venne mai installato sulle torri, dato che il peso del proiettile (9,24 kg) assicurava la distruzione dell'aereo solo con un colpo perfettamente a segno, quindi si preferì montare calibri maggiori per avere migliori probabilità di danneggiare il bersaglio anche facendo esplodere il colpo solo nelle vicinanze di esso.




Il cannone 10,5 cm FlaK 39 fu installato in alcune torri di Berlino e Amburgo, ma dimostrò di avere una cadenza di tiro insufficiente per contrastare i bombardieri dell'epoca (4-5 colpi/min) quindi il suo uso non si diffuse ulteriormente.
L'armamento principale delle torri quindi fu il cannone 12,8 cm FlaK 40. Questo cannone, con un proiettile di 26 kg, una velocità alla bocca di 880 m/s ed una cadenza di tiro di 11-12 colpi/min, si dimostrò più che adeguato all'uso da postazioni fisse. A partire dalla seconda metà del 1942 iniziò la distribuzione del complesso Zwillingsflak 44 (Complesso binato contraerei 44), composto da due cannoni da 12,8 cm accoppiati, uno dei quali aveva il dispositivo di caricamento speculare rispetto all'altro. Questi complessi arrivavano ad una cadenza di tiro di 22-24 colpi/min.
Le armi leggere sui ballatoi in massima parte erano Flakvierling 38 con cadenza di tiro di 800 colpi al minuto, quindi con effetti devastanti su qualsiasi velivolo avesse tentato un attacco a bassa quota contro le torri.
I complessi di fuoco, secondo l'uso tedesco, erano indicati con le lettere dell'alfabeto fonetico (Anton, Berta, Caesar, Dora, Emil, Frieda).





Le centrali di tiro

Nelle L-Turm furono installati i radar più avanzati disponibili per la scoperta e la direzione del tiro contraerei. L'apparato standard fu il FuMG 65 (Würzburg Gigant - Würzburg gigante), che veniva tenuto in un vano sottotetto e sollevato quando necessario per l'uso. Il Würzburg aveva una parabola di 7,4 m di diametro e pesava 8 t; di fronte a questi valori mastodontici offriva un raggio di osservazione di 80 km ed una tolleranza in distanza di 25 m ed inferiore a mezzo grado in brandeggio ed elevazione. A Berlino, su due torri, fu installato anche un radar di riserva del tipo FuMG 41 Mannhein ed un FuMG Ansabch per filtrare i disturbi causati dal chaff (anche noto in altri paesi come windows) utilizzate come contromisura elettronica dagli alleati.
I dati di avvistamento venivano trasmessi da una KG 40 (Kommandogerät 40, centrale di tiro 40), di tipo elettromeccanico su un telemetro ottico di 6 m di base e portata 30 km (10 m e 35 km per le torri di Berlino). La centrale di tiro a sua volta trasmetteva i dati di alzo, brandeggio e spolettatura ai pezzi, che potevano sparare solo col consenso congiunto del capopezzo e dell'addetto alla spolettatura.

L'efficacia bellica delle Flaktürme

Le Flaktürme richiesero uno sforzo notevole per la loro costruzione, nell'ambito dell'economia bellica tedesca, quindi una valutazione della loro efficacia nell'ambito della difesa delle aree in cui sorgevano è opportuna, nell'ambito della disponibilità di dati affidabili. Per le torri di Vienna si ha una notevole congruenza fra gli abbattimenti dichiarati dalla FlaK e le perdite registrate dall'USAAF. Le missioni dell'USAAF su Vienna iniziarono il 13 agosto 1943 e proseguirono con altre due missioni (fine ottobre e inizio novembre), per terminare con l'inverno. Nella primavera l'USAAF effettuò 52 bombardamenti dal 12 aprile 1944 al 3 aprile 1945. Dall'agosto 1943 all'aprile 1945 furono abbattuti dalla FlaK 135 aerei, quindi circa l'1% degli incursori.
L'interpretazione di questi dati è nettamente contrastante fra statunitensi e tedeschi. Per i piloti statunitensi Vienna era uno degli obiettivi più sanguinosi, tanto che le missioni su Vienna erano conteggiate doppie per quanto riguardava il raggiungimento delle 35 missioni che permettevano il rientro nelle basi in territorio statunitense. Invece le opinioni tedesche sono totalmente divergenti, tanto da affermare che «la rilevante quantità di mezzi e personale impiegati dalla FlaK si dimostrò quasi inefficace». Le valutazioni dell'efficacia, basandosi solo sui dati di fatto, indicano che le perdite subite dall'USAAF, sia pure superiori a quelle subite su altri obiettivi, possono essere considerate elevate solo se si ipotizza una finalità di "costi zero" in termini di uomini e personale, cioè di riportare alla base tutti gli aerei che avevano partecipato all'incursione. D'altro canto l'efficacia della FlaK risultò inadeguata solo di fronte alla possibilità di interdire completamente il cielo della città al nemico, missione che può essere svolta unicamente integrando la difesa da terra con una difesa aerea attiva, che mancò totalmente sul cielo di Vienna a partire dal giugno 1944, in concomitanza con lo sbarco in Normandia.

Storia delle Flaktürme

Nel corso della guerra quasi tutte le torri furono colpite nel corso dei bombardamenti, tuttavia subirono solamente danni lievi, a causa dello spessore delle pareti (2-3,5 m) e dei tetti (3,5-5 m) di cemento armato, per cui avrebbero potuto essere danneggiate solo da un centro ottenuto dalle bombe più potenti dell'aviazione britannica, le Tallboy o le Grand Slam. Oltre a offrire rifugio alla popolazione, la torre del Zoologischer Garten Berlin ospitò l'Altare di Pergamo, per proteggerlo dai bombardamenti.
Le artiglierie principali delle Flaktürme, considerando la massima depressione dei pezzi e la geometria delle protezioni sui tetti delle torri, non potevano impegnare bersagli al livello del suolo, quindi si deve attribuire solo alla propaganda la descrizione dei combattimenti sostenuti contro i carri armati sovietici.
Dopo la fine della guerra, a Berlino, la torre del Berliner Zoo venne smantellata nel 1948 dalle truppe di occupazione inglesi, con grosse spese e molte decine di tonnellate di esplosivo, mentre quelle dello Humboldthain e del Friedrichshain vennero smantellate solo parzialmente e sono tuttora visibili all'interno degli omonimi parchi pubblici, anche se parzialmente coperte da colline formate dall'accumulo delle macerie dei bombardamenti, in seguito rimboschite. La torre dello Humboldthain è visitabile anche al suo interno in uno dei suoi 7 livelli.
Le considerazioni relative ai costi ed alle difficoltà dell'operazione sconsigliarono l'abbattimento delle torri di Vienna, progetto proposto subito dopo la fine della guerra. La torre dell′Augarten fu adibita a deposito munizioni: nel 1946 l'esplosione del deposito mostrò la solidità della struttura, che, pur danneggiata, ancora resiste. La torre del′Arenbergpark è usata come magazzino dal Museo di Arte Contemporanea (MUMOK) di Vienna. La G-Turm della Stiftkaserne ha conservato lo stato di struttura militare, in quanto ospita la banca dati dell'Österreichisches Bundesheer (l'esercito austriaco) ed è attrezzata per ospitare il governo austriaco nel caso di un attacco nucleare.
L'unica torre attualmente utilizzata e aperta al pubblico è la L-Turm della stessa zona che ospita lo zoo e acquario Haus des Meeres.

PASSEGGIANDO PER VIENNA…

Passeggiando per la città di Vienna vi potrebbe capitare di vedere, immani e temibili, i baluardi della fortezza del 20° secolo, l’ultima di una lunga serie che la città ha ospitato nei secoli. Le Flaktürme (al singolare Flakturm), un’opera colossale voluta da Adolf Hitler e realizzata dall’architetto berlinese Friedrich Tamms, sono sei enormi torri disposte a coppie in tre punti della città (Augarten nel secondo distretto, Arenbergpark nel terzo, e nei pressi di Mariahilfer strasse nel quarto), in modo da formare un ideale triangolo protettivo che racchiude al suo centro il Duomo di Santo Stefano. Lo scopo: difendere il centro storico dalle incursioni aeree nemiche.
Le coppie erano formate rispettivamente da una torre antiaerea, più alta e fornita sul tetto di artiglieria pesante, ed una più bassa predisposta all’elaborazione dati. Il raggio d’azione dell’artiglieria era di 20 km, mentre gli avanzatissimi apparecchi radar potevano localizzare i bombardieri nemici fino a 80 km di distanza. Le altezze variano, avendo ogni torre la stessa rispetto al livello del mare, e si aggirano intorno ai 40 metri. I muri hanno uno spessore tra i 2,5 e i 3,5 metri di cemento armato.
Quest’incredibile mole ha reso impossibile ogni ipotesi di demolizione da parte dei russi appena conquistata la città per via della pericolosa vicinanza alle abitazioni circostanti. In seguito, quando le tecnologie per abbattere le strutture senza provocare danni collaterali furono scoperte, le Flaktürme erano già entrate del novero dei monumenti storici, e dunque divenute intoccabili.
Oggi infatti ci riportano alla memoria l’immagine molto vivida di una guerra che si combatteva nelle città e, soprattutto, sopra le città. Rappresentano inoltre l’unico intervento architettonico del Terzo Reich a Vienna, nessun’altro edificio fu infatti eretto in quella che Hitler considerava, secondo una nota citazione, una perla.
Se l’esito della guerra fosse stato diverso avrebbero oggi le Flaktürme tutto un altro aspetto: il progetto dell’architetto era quello di coprirle interamente di lastre di marmo, su cui sarebbero stati incisi in caratteri d’oro i nomi dei soldati caduti, a scopo trionfalistico e commemorativo. La storia, per fortuna, ha preso un altro corso e le Flaktürme mantengono ancor oggi il colore grigio di un epoca drammatica.
Per la loro costruzione, avvenuta tra il dicembre del ’42 e l’ottobre del ’43, furono impiegati lavoratori forzati da tutta Europa, tra i quali erano presenti anche italiani. Le loro testimonianze sono conservate tutt’oggi in forma di graffiti sui muri interni, fra cui anche un accorato “rivedere Milano e poi morire”.
Ma non solo i lavoratori, anche i cittadini austriaci dei dintorni a cui le torri davano rifugio in caso di bombardamenti, ospitandone fino a 8.000, hanno lasciato un segno del loro passaggio. Rinchiusi per ore in un ambiente tetro e soffocante liberavano le loro fantasie, specialmente i bambini, disegnando aerei, carri armati, soli, fiori, e scrivendo nomi e motti. Delle moderne pitture rupestri, si potrebbe dire.
Nel loro periodo di attività le torri avevano una sistematica e rigida organizzazione interna, ogni piano aveva una sua funzione, alcuni erano riservati alla popolazione civile, altri esclusivamente ai militari, erano presenti alloggi, impianti d’aerazione e riscaldamento, apparecchi di comunicazione, un piccolo ospedale e perfino una fabbrica di armi e un deposito di munizioni. Tutto concepito per operare in piena autonomia ed efficienza.
Alcune tra le Flaktürme hanno oggi una nuova vita. La più famosa è sicuramente quella che ospita la Haus des Meeres, l’acquario. E’ inoltre agibile sul tetto, dal quale si gode di un’ampia vista su Vienna. I più allenati lo possono raggiungere risalendo la parete d’arrampicata sportiva allestita su uno dei quattro lati della torre.
Una delle due torri in Arenbergpark è invece utilizzata come deposito dal MAK, il museo di arte applicata. La coppia in Augenpark è inagibile per motivi di sicurezza, tuttavia, avendo un ampio spazio circostante fornito dal parco è la meglio osservabile in tutta la sua severa mole. Non è stata sottoposta a nessun tipo di riutilizzo o restauro. La sua funzione rimane quella ben più rilevante di ricordare al passante l’orrore della guerra che affrontò l’ira dei cieli.

La Torre dello Zoo divenne una spina nel fianco sia per gli inglesi che per i sovietici.

Alla fine nel 1945, l'esercito sovietico iniziò la sua avanzata su Berlino. I nazisti, con i loro ranghi impoveriti, le scorte azzerate e il morale in frantumi in seguito al suicidio del loro capo, non erano in gran forma. Tuttavia, avevano alcune cose a loro favore, una delle quali era il Flakturm Tiergarten, noto in inglese come Zoo Flak Tower.




Dopo che la RAF aveva lanciato il suo primo bombardamento contro Berlino nel 1940, sganciando quasi 200 bombe, Hitler iniziò a riconsiderare come i nazisti avrebbero potuto difendersi da una forza aerea soverchiante. Affrontarono la questione in due modi contemporaneamente: presero di mira le città britanniche nella speranza di ridurre le forze della RAF e rafforzarono le difese della capitale.
Ciò che fu realizzato è stato quello che oggi gli urbanisti chiamerebbero un edificio "ad uso misto". Le torri furono costruite con capacità sia offensive che difensive. La Torre dello Zoo, costruita nel 1941 e così chiamata per la sua posizione vicino allo zoo della città, era tra le più importanti di queste.
L'equivalente di un edificio di 13 piani in cemento armato, la Zoo Tower aveva cannoni antiaerei sui tetti e un ospedale da 85 posti letto al terzo piano. Nella parte superiore presentava quattro installazioni gemelle FlaK 40 da 12,8 cm, supportate da cannoni da 20 mm e 37 mm sulle piattaforme inferiori. Un intero 26 piedi (8 metri) di cemento proteggeva i lati della torre e 16 piedi (5 metri) proteggevano la parte superiore. A pieno regime, la Torre poteva contenere fino a 350 soldati e 15.000 persone.
Mentre i sovietici entravano in città, i cannoni antiaerei della Zoo Tower erano puntati verso il suolo e verso i carri armati dell'Armata Rossa. Sebbene le condizioni nella Torre non fossero oramai ottimali, con poco spazio per respirare o acqua da bere, le sue difese ressero. I cannoni tenevano a bada i sovietici, impedendo loro di avanzare verso il Reichstag in pieno giorno.
Naturalmente, una torre fissa con rifornimenti in diminuzione e una portata limitata può fare poco. Anche se la torre dello zoo rimase inespugnabile, i sovietici furono in grado di sventolare la loro bandiera sul Reichstag. I sovietici permisero alle truppe all'interno di arrendersi, sebbene il comando nazista fosse in grado di ritardare la resa fino a quando altri soldati non fossero riusciti a fuggire da Berlino.
Pochi anni dopo, nella Berlino controllata dagli Alleati, la Torre dello Zoo cadde sotto il controllo britannico. Ricordando come la Torre era stata costruita per frustrare i loro attacchi, gli inglesi la fecero saltare in aria. Ci vollero tre tentativi con quantità crescenti di dinamite. Alla fine, 35 tonnellate di dinamite riuscirono a spaccare la torre dello zoo.
Il sito è stato infine riconquistato dallo zoo di Berlino ed è l'attuale sede della mostra sugli ippopotami.



Ripensare la guerra, e il suo posto
nella cultura politica europea contemporanea,
è il solo modo per non trovarsi di nuovo davanti
a un disegno spezzato
senza nessuna strategia
per poterlo ricostruire su basi più solide e più universali.
Se c’è una cosa che gli ultimi eventi ci stanno insegnando
è che non bisogna arrendersi mai,
che la difesa della propria libertà
ha un costo
ma è il presupposto per perseguire ogni sogno,
ogni speranza, ogni scopo,
che le cose per cui vale la pena di vivere
sono le stesse per cui vale la pena di morire.
Si può scegliere di vivere da servi su questa terra, ma un popolo esiste in quanto libero, 
in quanto capace di autodeterminarsi,
vive finché è capace di lottare per la propria libertà: 
altrimenti cessa di esistere come popolo.
Qualcuno è convinto che coloro che seguono questo blog sono dei semplici guerrafondai! 
Nulla di più errato. 
Quelli che, come noi, conoscono le immense potenzialità distruttive dei moderni armamenti 
sono i primi assertori della "PACE". 
Quelli come noi mettono in campo le più avanzate competenze e conoscenze 
per assicurare il massimo della protezione dei cittadini e dei territori: 
SEMPRE!
….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace, 
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a darla per scontata:
una sorta di dono divino e non, 
un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…
…Vorrei preservare la mia identità,
difendere la mia cultura,
conservare le mie tradizioni.
L’importante non è che accanto a me
ci sia un tripudio di fari,
ma che io faccia la mia parte,
donando quello che ho ricevuto dai miei AVI,
fiamma modesta ma utile a trasmettere speranza
ai popoli che difendono la propria Patria!
Signore, apri i nostri cuori
affinché siano spezzate le catene
della violenza e dell’odio,
e finalmente il male sia vinto dal bene…


(Fonti: https://svppbellum.blogspot.com/, Web, Google, Wikipedia, Quivienna, Popular Mechanics, You Tube)










































 

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