lunedì 26 febbraio 2024

1958 - 2024: il Pratt & Whitney JT3D, anche noto come Pratt & Whitney TF33 secondo la nomenclatura della United States Air Force (B-52, E-3 AWACS, KC-125, C-141, B-57).







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Il Pratt & Whitney JT3D, anche noto come Pratt & Whitney TF33 secondo la nomenclatura della United States Air Force, è il primo motore turboventola prodotto dalla Pratt & Whitney negli Stati Uniti ed il primo del suo genere ad ottenere un successo commerciale con l'impiego sui diffusi Boeing 707 e Douglas DC-8.
Complessivamente, dal 1958 fino al 1985, furono prodotte oltre 8600 unità e si prevede che rimanga operativo (nella versione militare TF33 installata sui B-52H) almeno fino al 2018.
Attualmente alimentati dai bombardieri B-52 e dagli aerei AWACS E-3 dell'aeronautica americana, i motori TF33 di Pratt & Whitney hanno volato per oltre 72 milioni di ore di volo negli ultimi sessant’anni.
Il TF33 è la designazione dell'aeronautica degli Stati Uniti per il motore commerciale Pratt & Whitney JT3 che vanta decenni di prestazioni comprovate sia nel servizio militare che civile. Volati per la prima volta 60 anni fa, più di 1.000 motori sono ancora in servizio oggi presso l'aeronautica americana e altri clienti in tutto il mondo. Dal suo primo volo, il motore TF33 ha accumulato più di 72 milioni di ore di volo, la maggior parte mentre alimentava il bombardiere B-52.
Otto motori Pratt & Whitney TF33 alimentano il bombardiere pesante a lungo raggio B-52 Stratofortress dell'aeronautica americana, in grado di volare a velocità subsoniche elevate ad altitudini fino a 50.000 piedi. Può trasportare ordigni nucleari o convenzionali guidati di precisione con capacità di navigazione di precisione in tutto il mondo. Il B-52 può eseguire attacchi strategici, supporto aereo ravvicinato, interdizione aerea, operazioni offensive contro aeree e marittime. L'uso del rifornimento aereo conferisce al B-52 un'autonomia limitata solo dalla resistenza dell'equipaggio. Ha un raggio di combattimento senza rifornimento superiore a 8.800 miglia.
Pratt & Whitney ha alimentato esclusivamente il bombardiere B-52 sin dal suo primo volo nel 1952 – più di 65 anni fa – e ci impegniamo a fornire soluzioni di propulsione che mantengano la missione del B-52 capace nei decenni a venire.

Storia del progetto

Dopo la fugace apparizione nel 1946 del primo prototipo di turbofan, il Metropolitan-Vickers F.3, la Rolls-Royce decise di esplorare, con la famiglia dei motori Conway, questa nuova classe di motori a reazione a "flussi separati", in cui una parte dell'aria in ingresso viene interessata dal passaggio attraverso tutti i componenti del motore (compressore, camera di combustione, turbina e ugello di scarico), mentre la restante viene trattata solo da uno o più stadi del compressore ed espulsa senza passare per la camera di combustione e la turbina.
La Pratt & Whitney, da parte sua, iniziò la progettazione di un turboventola a partire dal gennaio del 1958, prendendo come base di partenza il suo primo turbogetto bialbero sviluppato in proprio, il JT3C. L'introduzione di una ventola (fan) a doppio stadio in luogo dei tre stadi del compressore di bassa pressione del JT3C, comportò un netto miglioramento nelle prestazioni e nei consumi pur mantenendo il 90% dei componenti del motore precedente.
Nel 1959 iniziarono le prove di certificazione in volo a bordo di un B-45 appositamente modificato, mentre il 22 giugno del 1960 decollò il primo Boeing 707-120 equipaggiato con i nuovi motori.
Le prime richieste per il nuovo motore iniziarono già nel 1959, quando l'American Airlines piazzò l'ordine per il Boeing 707-120B e la KLM per i Douglas DC-8, attratte dalla migliore efficienza dei turboventola. Il primo 707 spinto da motori JT3D entrò in servizio per la American Airlines il 12 marzo 1961.
I Boeing KC-135 Stratotanker erano originariamente tutti equipaggiati da motori turbogetto. In seguito alla dismissione di un gran numero di 707 da parte delle compagnie aeree in seguito alla disponibilità di nuovi modelli più efficienti e moderni, la United States Air Force rilevò questo surplus per rimotorizzare i KC-135A usati dalla Air National Guard con i motori civili JT3D (designati TF33-PW-102). Più di 150 aerei furono modificati e i vecchi KC-135A furono rinominati KC-135E.












Progettazione e sviluppo

Consapevole della concorrenza del turbofan Rolls-Royce Conway, Pratt & Whitney decise di sviluppare il turbofan JT3D dal turbogetto JT3C per le consegne successive del Boeing 707 e del Douglas DC-8, allora prossimi all'entrata in servizio. Una ventola a 2 stadi ha sostituito i primi 3 stadi del compressore JT3C LP a 9 stadi. Sulla turbina LP il secondo stadio è stato ampliato ed è stato aggiunto un terzo stadio.
A differenza di GE con il CJ805-23, Pratt & Whitney non aveva intrapreso alcuna ricerca sui ventilatori transonici prima di progettare il JT3D, quindi non erano in grado di incorporare un'unità a stadio singolo nelle specifiche. Invece P&W progettò un'unità a 2 stadi sulla base di alcune ricerche effettuate per supportare il turbogetto nucleare J91.
Sul Boeing 707 la navicella della ventola JT3D era relativamente corta, mentre l'installazione del Douglas DC-8 aveva un cappuccio della ventola a tutta lunghezza. Pratt & Whitney ha fornito un kit in base al quale i JT3C potevano essere convertiti alle specifiche e alle prestazioni JT3D durante una revisione. 
Nel 1959, ordini importanti per il motore furono il Boeing 707-120B e il Boeing 720B quando American Airlines ordinò un 707 alimentato da turbofan JT3D e KLM ordinò un Douglas DC-8 con motore JT3D. I primi 707 e DC-8 erano stati alimentati dai turbogetti JT3C e JT4A e la migliorata efficienza del turbofan presto attirò le compagnie aeree. Un 707-123B e un 720-023B con motore JT3D (il suffisso B doveva indicare un aereo con motore turbofan) entrarono in servizio con American Airlines lo stesso giorno, 12 marzo 1961.
I Boeing KC-135 Stratotankers erano tutti originariamente alimentati da motori a turbogetto. Con la scomparsa di molti 707 delle compagnie aeree, l'USAF colse l'opportunità di acquistare le cellule in eccedenza e utilizzare i motori per riadattare i KC-135A utilizzati dall'Air National Guard e dagli squadroni di riserva con i civili JT3D (designati TF33- PW-102). Oltre 150 aerei furono modificati e l'ex KC-135A fu rinominato KC-135E. 
Dopo un lungo servizio sia per le compagnie aeree che per le forze aeree, il numero di aerei con motore JT3D è in costante diminuzione. Centotrentacinque KC-135 utilizzano il JT3D, mentre 354 erano dotati di motori CFM International CFM56, che forniscono maggiore spinta, minor consumo di carburante e maggiore flessibilità operativa grazie alla loro minore impronta acustica. Il rumore del JT3D è uno dei motivi per cui la NATO ha discusso di riadattare la propria flotta AWACS E-3 Sentry, poiché gli aerei sono soggetti a restrizioni che gli aerei con motori moderni non sono. La flessibilità operativa verrebbe ulteriormente aumentata grazie alla capacità dei motori di maggiore potenza di aumentare la quota dell'aereo, estendendo l'orizzonte per la sorveglianza radar; per esempio, gli E-3 della RAF, francesi e sauditi volano abitualmente più in alto rispetto alle controparti NATO/USAF.
Nel 1961 entrò in servizio il Boeing B-52H Stratofortress con motore TF33. Il modello "H" del B-52 era l'unica variante di produzione del bombardiere pesante ad essere dotata di motori turbofan ed è l'unico modello rimasto in servizio nell'aeronautica degli Stati Uniti. Si prevede che rimarrà un pilastro della flotta di bombardieri pesanti dell'aeronautica militare almeno fino al 2040, con la possibilità di sostituire gli 8 motori TF33 con equivalenti più moderni. Nell'aprile 2020, l'USAF ha rilasciato una richiesta di proposte per 608 motori sostitutivi commerciali, con l'intenzione di aggiudicare il contratto nel maggio 2021. 

Nel settembre 2021, l'USAF ha annunciato che il TF33 sarebbe stato sostituito dal Rolls-Royce F130.

Tecnica

La riduzione della velocità media dei gas di scarico ottenuta aumentando il rapporto di bypass ha il duplice obbiettivo di ridurre la quantità di energia cinetica persa nel getto e abbassare il livello di rumore (che cresce con l'ottava potenza della velocità di efflusso del getto). Ovviamente, per ottenere la stessa spinta, è necessario aumentare la massa di aria trattata dal motore, aumentando gli ingombri trasversali e, conseguentemente, la resistenza aerodinamica. Il primo modello di JT3D, grazie all'impiego del fan, trattava una massa d'aria del 150% superiore a quella del precedente JT3C, riducendo sensibilmente la velocità media di efflusso.
Nel JT3D, i due stadi del fan comprimono il flusso proveniente dalla presa d'aria che viene poi diviso in due regioni concentriche. Quella più interna prosegue (come in un turbogetto semplice) attraverso 6 stadi del compressore assiale di bassa pressione montati sullo stesso albero del fan. A seguire incontra i 7 stadi del compressore di alta pressione e la camera di combustione di tipo tubo-anulare con otto tubi di fiamma, ciascuno dotato di otto iniettori/bruciatori di combustibile.
La turbina è costituita da uno stadio di alta pressione collegato da un albero alla relativa sezione di alta pressione del compressore e tre stadi di bassa pressione che muovono mediante un altro albero concentrico al primo il fan e la sezione di bassa pressione del compressore.
Il flusso di aria più esterno, invece di passare all'interno dal motore viene scaricato valle del fan.

Versioni:
  • JT3D-1 - 75,6 kN (17.000 lb) di spinta, versione civile
  • JT3D-3B - 80,1 kN (18.000 lb) versione civile
  • JT3D-7 - 84,4 kN (19.000 lb) versione civile
  • TF33-P-3 - 75,6 kN (17.000 lb) installato su B-52H
  • TF33-P-5 - 80,1 kN (18.000 lb) installato su KC-135
  • TF33-P-7 - 93,4 kN (21.000 lb) installato su C-141
  • TF33-P-11 - 71,2 kN (16.000 lb) installato su B-57.

Specifiche (JT3D-8A / TF33-P-7)

Caratteristiche generali:
  • Tipo: turboventola
  • Lunghezza: 142,3 pollici (3.610 mm)
  • Diametro: 53 pollici (1.300 mm)
  • Peso a secco: 4.605 libbre (2.089 kg).

Componenti
  • Compressore: flusso assiale, ventola a 2 stadi, compressore LP a 6 stadi e compressore HP a 7 stadi
  • Combustori: cannulari, 8 tubi di fiamma
  • Turbina: flusso assiale, turbina HP monostadio e turbina LP a 3 stadi
  • Tipo di carburante: Mil-J-5624 / JP-4 / JP-5
  • Sistema dell'olio: sistema di ritorno 50 psi (340 kPa).

Prestazioni
  • Spinta massima: decollo 17.000 lbf (76 kN) (fornito secondo ISA); ripristino parziale della spinta con iniezione di acqua
  • Rapporto di pressione complessivo : 16:1 complessivo
  • Rapporto di bypass: 1,42:1
  • Flusso di massa d'aria: 500 lb/s (230 kg/s)
  • Temperatura di ingresso della turbina: 1.150 K (880° C; 1.610° F) al decollo, SLS, ISA
  • Consumo specifico di carburante: 0,78 lb/(lbf⋅h) (22 g/(kN⋅s)) a 4.000 lbf (18 kN) di spinta, M 0,82, 35.000 piedi (11.000 m), ISA
  • Rapporto spinta/peso: 3,9 motore nudo.




Ripensare la guerra, e il suo posto
nella cultura politica europea contemporanea,
è il solo modo per non trovarsi di nuovo davanti
a un disegno spezzato
senza nessuna strategia
per poterlo ricostruire su basi più solide e più universali.
Se c’è una cosa che gli ultimi eventi ci stanno insegnando
è che non bisogna arrendersi mai,
che la difesa della propria libertà
ha un costo
ma è il presupposto per perseguire ogni sogno,
ogni speranza, ogni scopo,
che le cose per cui vale la pena di vivere
sono le stesse per cui vale la pena di morire.
Si può scegliere di vivere da servi su questa terra, ma un popolo esiste in quanto libero, 
in quanto capace di autodeterminarsi,
vive finché è capace di lottare per la propria libertà: 
altrimenti cessa di esistere come popolo.
Qualcuno è convinto che coloro che seguono questo blog sono dei semplici guerrafondai! 
Nulla di più errato. 
Quelli che, come noi, conoscono le immense potenzialità distruttive dei moderni armamenti 
sono i primi assertori della "PACE". 
Quelli come noi mettono in campo le più avanzate competenze e conoscenze 
per assicurare il massimo della protezione dei cittadini e dei territori: 
SEMPRE!
….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace, 
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a darla per scontata:
una sorta di dono divino e non, 
un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…
…Vorrei preservare la mia identità,
difendere la mia cultura,
conservare le mie tradizioni.
L’importante non è che accanto a me
ci sia un tripudio di fari,
ma che io faccia la mia parte,
donando quello che ho ricevuto dai miei AVI,
fiamma modesta ma utile a trasmettere speranza
ai popoli che difendono la propria Patria!
Violenza e terrorismo sono il risultato
della mancanza di giustizia tra i popoli.
Per cui l'uomo di pace
si impegna a combattere tutto ciò 
che crea disuguaglianze, divisioni e ingiustizie.
Signore, apri i nostri cuori
affinché siano spezzate le catene
della violenza e dell’odio,
e finalmente il male sia vinto dal bene…

(Fonti: https://svppbellum.blogspot.com/, Web, Google, Pratt & Whitney, Wikipedia, You Tube)
























 

CRISI DEL MAR ROSSO: di recente un DDG della US NAVY ha abbattuto un missile da crociera antinave Houthi in arrivo utilizzando il CIWS PHALANX; è chiaro che i sistemi d’arma a lungo raggio della nave non sono riusciti a neutralizzare la grave minaccia.







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In uno scontro che farà storia, la scorsa settimana nel Mar Rosso, un DDG della US NAVY ha abbattuto un missile da crociera antinave Houthi in arrivo, suggerendo che i sistemi d’arma a lungo raggio della nave non sono riusciti a neutralizzare l’incombente minaccia: il cacciatorpediniere classe Arleigh Burke USS Gravely si è invece affidato al suo sistema d'arma per la difesa ravvicinata Mk-15 Phalanx (CIWS) per intercettare il missile a poco meno di un miglio dalla nave!






Da un lato, è una vittoria per il sistema Phalanx, che non ha segnato un’abbattimento reale operativo nei suoi 40 anni di onorato servizio; non è una cosa negativa, considerando che è dagli addetti ai lavori considerata la cosiddetta "ultima linea di difesa" imbarcata. Ma d'altra parte, non conosciamo i dettagli esatti dello scontro, quindi non è chiaro se l'utilizzo del Phalanx rispetto ad altri sistemi fosse intenzionale. 
Durante la seconda guerra mondiale, le navi di superficie della US NAVY, alleate e dell’ASSE furono ricoperte da prua a poppa con il maggior numero possibile di cannoni antiaerei. Un cacciatorpediniere della US NAVY classe Gearing, la spina dorsale della flotta di cacciatorpediniere in tempo di guerra, era equipaggiato con sei cannoni da 5 pollici, 12 cannoni da 40 mm e 11 cannoni da 20 mm. L'obiettivo era quello di ricoprire il cielo con un muro d'acciaio, impedendo ai velivoli d’attacco ed ai kamikaze giapponesi e ad altre minacce aeree di avvicinarsi troppo alla flotta d’altura.
Il radar e l’automazione hanno poi cambiato tutto questo. Grazie al radar, un singolo sistema di armi con un cervello informatico è in grado di rilevare più bersagli, calcolarne la distanza, la velocità e la direzione e ingaggiare con precisione le minacce in ordine di priorità. Ciò prometteva di liberare tonnellate di spazio sulle tughe delle navi da guerra, con un’arma che avrebbe svolto il lavoro di più di 20.
Il sistema CIWS Mk-15 Phalanx è una mitragliatrice Gatling M61A1, la stessa arma a sei canne montata sui caccia F-15 Eagle e F-16 Fighting Falcon, accoppiata ad un radar in banda Ku e ad un avanzato sistema di controllo del fuoco computerizzato. Una volta innescata ed autorizzata dal Combat Information Center della nave, l'arma scansiona automaticamente i cieli alla ricerca di minacce aeree in arrivo. 

Il sistema è completamente automatizzato

La necessità di combinare sia i dati radar che quelli balistici e di sparare con precisione contro una minaccia a pochi secondi dall’impatto con la nave esclude la partecipazione umana. Solo un computer può reagire abbastanza velocemente.
Quando il radar del Phalanx inizia a rilevare missili ostili in arrivo, inizia a dare la priorità ai primi sei ad una distanza di 5,58 miglia. Il Phalanx ingaggia automaticamente le minacce in arrivo a 2,27 miglia, inviando una grandinata di proiettili da 20 mm sulla traiettoria del missile in arrivo. L'M61A1 ha un rateo di fuoco di 4.500 colpi al minuto e immagazzina 1.500 proiettili di tungsteno o uranio impoverito, sufficienti per 20 secondi di fuoco e sparerà per circa 1-2 secondi per ogni ingaggio.
Di solito, il primo indizio che un marinaio ha su di una nave da guerra ha dell'arrivo di un missile è il Phalanx che punta il suo cannone verso un bersaglio, quindi scatena una grandinata di proiettili da 20 mm.
Verso la metà degli anni '80, il Phalanx era stato installato sulla maggior parte delle navi della flotta statunitense, così come su quelle degli alleati della NATO e del Giappone. La sua prima opportunità di abbattere un missile in arrivo fu un'occasione persa: nel 1987, i missili da crociera antinave iracheni Exocet colpirono la fregata USS Stark nel Golfo Persico. Sebbene la fregata avesse rilevato l'aereo che aveva lanciato il missile, l'equipaggio non lo considerò una minaccia e non attivò i sistemi difensivi, incluso il Phalanx. Qualche istante dopo, due Exocet colpirono la Stark, uccidendo 37 membri dell’equipaggio.

Nel 1991, durante la prima Guerra del Golfo, le forze irachene lanciarono un missile antinave Silkworm contro una formazione di navi da guerra statunitensi e della Royal Navy. La corazzata USS Missouri lanciò chaff, strisce di foglio di alluminio progettate per ingannare il rilevatore radar del missile facendogli credere che l’esca sia la nave da guerra bersaglio. Il Phalanx della fregata USS Jarrett si bloccò automaticamente e ingaggiò l’esca invece del missile, che fu abbattuto da un vicino cacciatorpediniere britannico.

Il primo vero abbattimento da parte di un Phalanx avvenne nel 1996, ma non andò esattamente come previsto. Il cacciatorpediniere Yugiri della Japan Maritime Self Defence Force , coinvolto in esercitazioni di difesa aerea, ingaggiò accidentalmente un cacciabombardiere A-6 Intruder della US NAVY che trainava un bersaglio radar-riflettente. L'A-6 venne abbattuto e fortunatamente l'equipaggio fu subito recuperato sano e salvo.

Ci sono voluti più di quattro decenni perché un sistema Phalanx riuscisse finalmente ad abbattere un'arma nemica ostile. Questa è una buona cosa: una tipica nave della Marina americana ha tre o più anelli difensivi (ciascuno più vicino alla nave) attraverso i quali deve passare una minaccia in arrivo: 
  • L'anello esterno è costituito dall'Aegis Combat System, completo di missili di difesa aerea SM-2 ed SM-6. 
  • Il successivo anello interno è l'Evolved Sea Sparrow e, in alcuni casi, il sistema di cannoni da 5 pollici. 
  • Il Phalanx, così come il componente di disturbo ECM-ESM SEWIP e il sistema di esca Nulka, formano l'anello più interno. 

I cacciatorpediniere della Marina statunitense sono già stati impegnati in precedenza, ma questa è la prima volta che un missile antinave è penetrato fino all'anello più interno.
Non è chiaro cosa sia successo nell'incidente della USS Gravely: 
  • Più missili puntati contro il missile antinave in arrivo hanno mancato il bersaglio? 
  • È riuscito a sfuggire al rilevamento finché solo il Phalanx non è riuscito a fermarlo? 
  • Oppure è successo qualcos'altro? 

Indipendentemente da ciò, ora sappiamo che Phalanx può fare il lavoro per il quale è stato progettato e messo a punto.
Questo è senza dubbio un conforto per coloro che fanno affidamento su di esso, se tutto il resto fallisce.









Il Vulcan Phalanx («falange» in lingua inglese) è un sistema CIWS (Close-in weapon system) sviluppato per la Marina degli Stati Uniti. 

Esso è diventato non solo un sistema standard per tale forza navale, ma è stato sviluppato anche per essere un apparato semplice e relativamente economico, che può essere installato in maniera agevole sul ponte di qualunque nave che ne possa sopportare il peso.


Denominato Mk 15/16, esso era la risposta ai sistemi missilistici antinave, specie quelli sovietici, iraniani, cinesi e nord-coreani che rappresentavano una minaccia diretta.
Nato come programma negli anni '60, in qualità di sistema da usare contro missili e aerei che fossero passati attraverso le difese aeree missilistiche, e con un funzionamento più semplice e rapido del RIM-7 Sea Sparrow, per il Phalanx si pensò di usare un'arma affidabile e veloce come l'M61 Vulcan aeronautico, ma con una sostanziale riduzione della cadenza di tiro, limitata a 3.000 dei 6.000 colpi al minuto della versione aeronautica, e al livello del VADS terrestre, che certamente non è un sistema altrettanto critico.
L'azionamento dell'armamento era automatico con comandi idraulici. Il munizionamento da 20 mm non sembrava peraltro molto efficace. Allora venne utilizzato un tipo di munizione perforante decalibrato con nucleo da 12,7 mm in uranio impoverito, con un sabot in nylon e alluminio (APDS, Armor Piercing Discarding Sabot). La velocità è molto più alta e la traiettoria tesa, per essere più preciso possibile.
Il Phalanx Close-In Weapon System (CIWS) è stato sviluppato come ultima linea di difesa armata automatizzata (difesa terminale o difesa puntuale) contro tutte le minacce in arrivo, compresi i missili antinave (AShM o ASM), gli aerei compresi quelli ad alta gravità e quelli in manovra marittima, sea skimmer e piccole imbarcazioni.
Il primo prototipo del sistema fu offerto alla Marina degli Stati Uniti per la valutazione sul caccia USS  King nel 1973 e fu stabilito che erano necessari ulteriori lavori per migliorare le prestazioni e l'affidabilità. Successivamente, il modello di idoneità operativa del Phalanx completò con successo il test operativo e la valutazione a bordo del cacciatorpediniere USS  Bigelow nel 1977. Il modello superava le specifiche di manutenzione operativa, affidabilità e disponibilità. Seguì un'altra valutazione con successo e il sistema d'arma fu approvato per la produzione nel 1978. La produzione del Phalanx iniziò con ordini per 23 sistemi militari USN e 14 esteri. La prima nave completamente equipaggiata fu la portaerei USS  Coral Sea nel 1980. La Marina iniziò a installare i sistemi CIWS sulle navi logistiche non combattenti nel 1984.
Il primo esperimento di dimostrazione del concetto di controllo del tiro, che sfruttava i progressi dell'elettronica e dell'intelligenza artificiale all'epoca disponibili, avvenne già l'anno dopo, nel 1970, allorquando venne sperimentata con successo anche la munizione in uranio impoverito, che all'epoca era ancora ben poco compreso come tipologia di munizione. Nel 1971 avvenne la prima sperimentazione con il prototipo ma solo al simulatore. Il primo impianto venne messo a bordo della fregata King dal 1973, il primo impiego in azione avvenne nel 1975 quando un sistema a bordo di un vecchio caccia in disarmo, il Cunninghan, distrusse tutte le armi lanciatigli contro.

Operatività

Il primo esemplare di produzione iniziò nel 1977 e l'operatività arrivò nel 1980 sulla portaerei USS Enterprise, seguita a ruota dall'USS America. L'anno dopo un primo impianto venne installato a bordo della fregata Bigelow e venne provato con ottimi risultati anche in vicinanza delle coste e degli echi che esse producevano, oltre che in situazioni ECM di forti contromisure elettroniche. Alla fine, nel 1977, venne omologato per il servizio e partì la produzione, ma passarono altri 3 anni prima che le macchine di serie venissero installate sulle portaerei.
Alla fine del 1984 erano stati già installati 220 a bordo di 125 navi USA, con una installazione per fregata, 2 per cacciatorpediniere, incrociatore, nave anfibia o di rifornimento, 3-4 per portaerei o corazzata. Altri 52 erano stati venduti a marine estere alleate come quella giapponese. Attualmente, con tutte le versioni migliorate si è arrivati a circa 800, confermando l'egemonia di questo modello nel settore specifico.
Nel 1983 venne posto in produzione un Phalanx migliorato, con una dotazione di munizioni aumentata e con la possibilità di scegliere in automatico 2 cadenze di tiro diverse.
Il Block 1 è entrato in produzione nel 1983, cosicché i tipi precedenti erano designati Block 0. La cadenza di tiro, grazie ad un sistema di azionamento pneumatico, è aumentata a 4500 colpi al minuto, fattore molto importante per migliorarne le prestazioni, mentre la dotazione di munizioni è parimenti aumentata. Anche i radar sono stati migliorati, con una maggiore sensibilità del radar di ricerca, sono state aggiunte munizioni con nucleo di tungsteno e sono state migliorate anche l'elevazione e velocità di processazione dati.
Il tipo successivo è stato designato Block 1A con un sistema computerizzato dalla capacità di elaborazione dati ulteriormente migliorata, cosa non sorprendente visto che negli anni '70-80 sono stati compiuti passi avanti di enorme portata nella tecnologia dei computer, algoritmi migliorati per contrastare bersagli manovranti e altre migliorie, incluse le apparecchiature di test di funzionamento.
Infine il Block 1B comprende un sistema di ingaggio per bersagli di superficie e lenti, con modalità PSUM basata su un sensore FLIR (Forward Looking Infra-red) all'infrarosso che permette ingaggi contro elicotteri e bersagli di superficie.
Il Phalanx ha avuto vari miglioramenti, ma fin dall'inizio è stato caratterizzato da una notevole affidabilità di funzionamento, per l'impiego previsto, che contempla la possibilità di funzionare per giorni senza sparare un colpo, ma sorvegliando tutt'intorno e stando pronto a localizzare il bersaglio appena si avvicina.
L'aumento della cadenza di tiro e delle munizioni lo hanno reso più potente, ma ha subito critiche per la sua caratteristica base, quella del ridotto calibro, che lo mette in condizioni di inferiorità rispetto ad altri tipi di CIWS. La nave è difesa meglio con armi di calibro superiore, ma, in ogni caso, il Phalanx ha dimostrato che può ingaggiare bersagli supersonici anche a bassa quota come i Talos convertiti in bersagli Vandal; in una di queste sperimentazioni si è visto il missile spezzarsi in 2 e rimbalzare in acqua finendo ugualmente addosso alla nave da cui esso sparava. Anche per queste evenienze è stato necessario aumentare il calibro e la gittata delle armi. Il Phalanx non ha avuto modo di essere sperimentato in guerra. La sola azione è stata quella di sparare addosso alla nube di chaff della corazzata Missouri nel 1991 per respingere i missili antinave iracheni lanciatili contro. Ma essi non vennero colpiti, fu la corazzata a essere colpita da una fregata con alcuni colpi.
Lo svantaggio è che è un'arma di solo 20 mm di calibro, reputata insufficiente per gittata e potenza a distruggere più di un missile attaccante in simultanea, oppure missili altamente supersonici con testate corazzate. Anche la dotazione di proiettili è tutto sommato modesta.
Se quindi è utile contro lo Styx o anche l'Exocet non necessariamente lo sarebbe contro l'SS-N-22 Sunburn. L'unica volta che tale arma è stata sparata, ha poi dimostrato la sua vulnerabilità ai chaff, quando nel 1991, durante l'operazione Desert Storm, gli iracheni lanciarono missili Exocet contro la flotta alleata. Gli inglesi avvertirono che non pareva avessero testate con ricerca radar ma IR, nonostante ciò gli statunitensi lanciarono anche i chaff, e un Phalanx di una fregata USA li ingaggiò considerandoli nemici e colpendo così la USS Missouri. 
Questo episodio genera nuovi interrogativi del tipo: cosa sarebbe successo se si fosse trattato di un CIWS con munizioni esplosive di potenza maggiore, come il Breda Dardo che usa proiettili da 40 mm, che avesse fatto fuoco non contro una corazzata ma contro una fregata? Verosimilmente avrebbe devastato la nave. Così questo episodio ha finito per dimostrare quanto sia difficile prevedere i risultati di un attacco a navi da guerra. Con i chaff dispiegati, lo Styx non ne fu disturbato, ma i CIWS sì, e così la marina statunitense rischiò un clamoroso autogol, evitato dal lancio di missili Sea Dart di un Type 42 inglese.
In passato vi sono stati anche modelli terrestri del Phalanx, perlopiù sistemato sopra il rimorchio di un autocarro. Alle volte esso è stato abbinato a missili, come il Barak israeliano. Sebbene ideale per distruggere razzi d'artiglieria, non pare che esso sia stato acquisito da alcuno, e in Israele si punta piuttosto ai laser ad energia diretta, che peraltro, come dimostrato dalla recente guerra, sono ben lungi dal dispiegamento operativo, almeno in grande scala, e hanno difficoltà a sparare contro razzi in rapida successione.
Come già detto, una prova indesiderata della pericolosità del Phalanx una volta inquadrato il bersaglio (nonostante il calibro), venne data anni fa quando uno di questi cannoni aprì il fuoco contro un bersaglio trainato da un A-6 Intruder. Per qualche motivo il radar acquisì l'Intruder invece del bersaglio, e nonostante la sua robustezza esso venne distrutto in pochi secondi. L'equipaggio si eiettò. Forse a bordo della nave giapponese, a seguito dell'incidente, qualcuno avrà ricordato la sorte della Yamato, sopraffatta da una minaccia aerea che le sue difese piuttosto obsolete non potevano affrontare.

Incidenti durante l'esercizio con droni

Il 10 febbraio 1983, la USS  Antrim stava conducendo un'esercitazione a fuoco al largo della costa orientale degli Stati Uniti utilizzando il Phalanx contro un drone bersaglio. Sebbene il drone fosse stato ingaggiato con successo a distanza ravvicinata, i detriti del bersaglio distrutto rimbalzarono sulla superficie del mare e colpirono la nave, provocando danni significativi e incendi a causa del carburante residuo del drone e uccidendo un istruttore civile a bordo della nave.
Il 13 ottobre 1989, la USS  El Paso stava conducendo un'esercitazione a fuoco al largo della costa orientale degli Stati Uniti utilizzando il Phalanx contro un drone bersaglio. Il drone venne ingaggiato con successo, ma quando cadde in mare, il CIWS lo aveva reimpegnato come continua minaccia per El Paso. I colpi del Phalanx colpirono il ponte della USS  Iwo Jima, uccidendo un ufficiale e ferendo un sottufficiale. 

Guerra Iran-Iraq

Il 17 maggio 1987, durante la guerra Iran-Iraq, alla quale gli Stati Uniti stavano osservando come non combattente, un caccia iracheno  lanciò due missili Exocet contro quello che era considerato un obiettivo adatto, ma era la fregata USS  Stark.
Il Phalanx CIWS era rimasto in modalità standby e le contromisure Mark 36 SRBOC non erano armate, poiché non era previsto alcun attacco. Entrambi i missili colpirono il lato sinistro della nave vicino al ponte: 37 membri del personale della Marina degli Stati Uniti furono uccisi e 21 feriti. L'Iraq si scusò e pagò un risarcimento per questo attacco “involontario”.

Attacco missilistico iracheno nella Guerra del Golfo del 1991 

Il 25 febbraio 1991, durante la prima Guerra del Golfo , la fregata USS  Jarrett equipaggiata con il Phalanx si trovava a poche miglia dalla corazzata USS  Missouri e dal cacciatorpediniere della Royal Navy HMS  Gloucester. Una batteria missilistica irachena lanciò due missili antinave Silkworm (spesso indicati come Seersucker): la Missouri rispose lanciando le sue contromisure SRBOC. Il sistema Phalanx del Jarrett, operante in modalità di acquisizione automatica del bersaglio, si fissò sulla esca del Missouri e sparò una raffica di colpi, di cui quattro colpirono il Missouri, a 2-3 miglia (3,2-4,8 km) dal Jarrett in quel momento. Non ci furono feriti sulla Missouri, ed i missili iracheni furono distrutti dai missili Sea Dart lanciati dalla nave britannica Gloucester. 

Attivazione accidentale a Pearl Harbor

Il 5 maggio 1994, il Phalanx di babordo della USS Lake Erie sparò accidentalmente due colpi in uranio impoverito mentre la nave era ormeggiata a Pearl Harbor, nelle Hawaii. In quel momento i marinai stavano conducendo un test del circuito di accensione come parte della manutenzione ordinaria del sistema CIWS. Un'indagine dell'avvocato generale del giudice concluse che le ispezioni CIWS richieste prima e dopo lo sparo non erano state condotte correttamente e che i colpi non erano stati rilevati nel deposito delle munizioni. La Marina statunitense ritenne che i proiettili fossero caduti in un'area montuosa non sviluppata vicino ad Aiea, HI. Non furono segnalati feriti o danni materiali a seguito dello scarico accidentale. 

Abbattimento accidentale di aerei statunitensi da parte di una nave giapponese 

Il 4 giugno 1996, un Phalanx gestito dalla JMSDF abbatté accidentalmente un A-6 Intruder statunitense della portaerei USS  Independence che stava rimorchiando un bersaglio radar durante esercitazioni di artiglieria a circa 1.500 miglia (2.400 km) a ovest della principale isola hawaiana di Oahu. Il caccia JDS  Yūgiri si era agganciato all'Intruder invece che al bersaglio, o rintracciò il cavo di traino dopo aver acquisito il bersaglio trainato. L'equipaggio di due uomini dell'aereo si “ejettò” in sicurezza. Un'indagine post-incidente concluse che l'ufficiale di artiglieria della Yūgiri aveva dato l'ordine di sparare prima che l'A-6 fosse fuori dal cono di ingaggio del CIWS.

Crisi del Mar Rosso

Il 30 gennaio 2024, gli Houthi hanno lanciato un missile da crociera antinave verso il Mar Rosso. Il missile è arrivato entro un miglio dal cacciatorpediniere di classe Arleigh Burke USS Gravely. Il Phalanx CIWS a bordo del Gravely è stato utilizzato per abbattere il missile. Questa è stata la prima volta che il Phalanx CIWS è stato utilizzato per abbattere un missile lanciato dagli Houthi. Non sono stati segnalati danni o feriti.

Specifiche CIWS PHALANX Block 1A/B:

  • Arma: 1 cannone Gatling Vulcan a 6 canne da 20 mm M61A2 
  • Altezza : 4,7 m (15,5 piedi)
  • Peso: 12.500 lb (5.700 kg), modelli successivi 13.600 lb (6.200 kg) 
  • Altitudine da −25° a +85°
  • Velocità iniziale: 3.600 piedi / s (1.100 m / s)
  • Rateo di fuoco: 4.500 colpi al minuto
  • Dimensione massima della raffica: 1000 colpi
  • Capacità munizioni: 1.550 colpi
  • Radar: banda Ku
  • Costo: 12 milioni di dollari 
  • Obiettivo Mach 2.




Ripensare la guerra, e il suo posto
nella cultura politica europea contemporanea,
è il solo modo per non trovarsi di nuovo davanti
a un disegno spezzato
senza nessuna strategia
per poterlo ricostruire su basi più solide e più universali.
Se c’è una cosa che gli ultimi eventi ci stanno insegnando
è che non bisogna arrendersi mai,
che la difesa della propria libertà
ha un costo
ma è il presupposto per perseguire ogni sogno,
ogni speranza, ogni scopo,
che le cose per cui vale la pena di vivere
sono le stesse per cui vale la pena di morire.
Si può scegliere di vivere da servi su questa terra, ma un popolo esiste in quanto libero, 
in quanto capace di autodeterminarsi,
vive finché è capace di lottare per la propria libertà: 
altrimenti cessa di esistere come popolo.
Qualcuno è convinto che coloro che seguono questo blog sono dei semplici guerrafondai! 
Nulla di più errato. 
Quelli che, come noi, conoscono le immense potenzialità distruttive dei moderni armamenti 
sono i primi assertori della "PACE". 
Quelli come noi mettono in campo le più avanzate competenze e conoscenze 
per assicurare il massimo della protezione dei cittadini e dei territori: 
SEMPRE!
….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace, 
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a darla per scontata:
una sorta di dono divino e non, 
un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…
…Vorrei preservare la mia identità,
difendere la mia cultura,
conservare le mie tradizioni.
L’importante non è che accanto a me
ci sia un tripudio di fari,
ma che io faccia la mia parte,
donando quello che ho ricevuto dai miei AVI,
fiamma modesta ma utile a trasmettere speranza
ai popoli che difendono la propria Patria!
Violenza e terrorismo sono il risultato
della mancanza di giustizia tra i popoli.
Per cui l'uomo di pace
si impegna a combattere tutto ciò 
che crea disuguaglianze, divisioni e ingiustizie.
Signore, apri i nostri cuori
affinché siano spezzate le catene
della violenza e dell’odio,
e finalmente il male sia vinto dal bene…

(Fonti: https://svppbellum.blogspot.com/, Web, Google, Popularmechanics, Wikipedia, You Tube)