giovedì 21 ottobre 2021

Nome in codice: “Flashback”


La bomba termonucleare sovietica denominata “tzar”, lanciata nel 1961 e con una resa di circa 50 megaton (ridotta rispetto alla resa effettiva di progetto di 100 megaton) è riconosciuta come la più grande bomba mai testata. 





Ma è la bomba più potente mai progettata o costruita? 

Esistono frammenti di prove che gli anche Stati Uniti avrebbero progettato e realizzato una bomba ancora più grande e potente.
Diversi rapporti apparsi sui media forniscono informazioni frammentarie su di una bomba con il nome in codice “Flashback”, un dispositivo probabilmente lanciato nei pressi dell'atollo di Johnston. La bomba "Flashback" venne progettata dai Sandia Labs e fu trasportata dalla base USAF di Kirtland a Oahu, nelle Hawaii e poi all'atollo di Johnston; esistono alcune foto di scarsa qualità che testimoniano l’avvenimento.
La bomba Flashback era così grande che non poteva rientrare nel vano bombe del bombardiere B-52 e richiedeva la rimozione delle porte del vano. Naturalmente, questa avrebbe potuto essere puramente una forma aerodinamica. O forse era una grande bomba convenzionale, una gigantesca "Daisy Cutter". O forse non era una vera bomba in quanto tale, ma solo una sorta di esperimento scientifico da sganciare da un aereo. 
Le notizie in merito provengono da un rapporto sugli effetti delle radiazioni elettromagnetiche prodotte dal B-52 sull'elettronica della bomba Flashback. Dal momento che la bomba doveva essere proiettata ben al di sotto della pancia, avrebbe dovuto essere soggetta non solo a temperature molto fredde ma anche a intense trasmissioni radio dalle antenne poste sotto la fusoliera del B-52. In questo particolare test, il paracadute non era impacchettato all'interno della coda del Flashback; invece gli strumenti di prova erano stati montati proprio lì. Più significativamente, "Tutti gli HE ( alto esplosivo ) e i componenti nucleari erano stati eliminati". Inoltre, "un simulatore fu utilizzato per sostituire la testata".
Se non viene utilizzata una testata in un pacchetto scientifico o non utilizzi componenti nucleari in una bomba convenzionale, molto probabilmente l’involucro testato era un simulatore aerodinamico e di massa di una bomba in progetto.
Quel carico di 36.000 libbre si riferiva quasi certamente ad una bomba reale di egual peso.
Altri rapporti elencano le dimensioni e i pesi degli articoli da spedire a Oahu (e poi al Johnston Atoll) per il test. Alcuni di loro sono significativi... cos'è "EMPTV?" TV significa certamente "veicolo di prova". Ma "EMP" significa impulso elettromagnetico? Se è così, significa un'altra unità simile a una bomba, o solo un pacchetto scientifico, pensato per essere “colpito” con EMP per vedere come reagisce? O è un generatore EMP specifico, da far cadere da un aereo? Qualunque cosa fosse, pesava 14.500 libbre ed era lungo circa 221 pollici e forse 59 pollici di diametro, ed era abbastanza classificato (SRD = Secret Restricted Data… “Dati riguardanti la progettazione, la fabbricazione o l'utilizzo di armi atomiche; produzione di materiale nucleare speciale; o utilizzo di materiale nucleare speciale nella produzione di energia”).
Quindi, il "BTV" è il "Big Test Vehicle", 25.000 libbre, 309 pollici di lunghezza e 76 pollici di diametro, anch'esso classificato SRD. Per quanto grande sia, però, forse non è il dispositivo appeso sotto la pancia del B-52; il BTV viene fatto riferimento più volte in un modo che sembra distinguerlo dal veicolo di prova Flashback. Ma forse erano la stessa cosa.
Il veicolo di prova Flashback, fortunatamente, venne mostrato con un modello posto in una galleria del vento. A grandezza naturale, era lungo 297 pollici (senza contare il paracadute o quelle che sembravano essere antenne) e aveva un diametro di circa 96 pollici. Questo lo rendeva più grande, e presumibilmente più pesante, del BTV. Quindi 36.000 libbre!
Altri test mostravano il Flashback come un'unità molto più piccola della bomba o semplicemente il "pacchetto fisico" del dispositivo. Il test, illustrato con alcune foto di pessima qualità, vene effettuato in una camera d'alta quota molto fredda e mostrava altri misteri: i "veicoli di prova dei compagni" o CTV, che sono inspiegabili o progettati per avere le stesse proprietà balistiche della bomba termonucleare Flashback, quindi se venivano lasciate cadere dal B-52 insieme alla bomba Flashback, sarebbero cadute insieme ad essa, seguendo la medesima traiettoria e rimanendo ragionevolmente vicino. Forse avevano installate delle macchine fotografiche o forse avevano alcuni svariati sensori o dei trasmettitori. Chissa! E c'era anche l'"UTV". Nessun ulteriore dato.
Forse Flashback, BTV, EMPTV e UTV erano tutte di dimensioni diverse di nuove bombe gigantesche...?
I nomi in codice generalmente non hanno alcuna relazione con il soggetto, ma sono scelti essenzialmente a caso. Non si sarebbe mai saputo che "Copper Canyon" fosse un programma per sviluppare un SSTO scramjet. Allo stesso modo, "Operazione Paddlewheel" non dice nulla. Ma forse, a malapena, "Flashback" potrebbe avere un significato. Confrontando il flashback con la bomba “tsar” sovietica, è evidente quanto fossero simili sia in termini di dimensioni che di forma. Qualcuno riteneva che la Flashback fosse il risultato finale del progetto di una Bomba Really Big basata su nient'altro che una descrizione verbale della Tsar Bomb, data, forse, da una spia o da un disertore. Quindi, forse, questo progetto era un "flashback" del precedente progetto sovietico. Se è così, qual era lo scopo? Era per dare agli Stati Uniti la stessa capacità follemente inutile? O era solo per scoprire quali erano le capacità e i limiti in cui i sovietici si erano avventurati?
Usando il diagramma del modello della galleria del vento, è stato ricostruita la bomba Flashback in scala con la bomba dello zar; come si può vedere dai disegni, la Flashback aveva più o meno la stessa configurazione, ma era sostanzialmente "più voluminosa". Impossibile dire se ciò fosse dovuto al fatto che i progettisti statunitensi avevano bisogno del diametro extra per ottenere la stessa resa (in teoria 100 megaton), o se i Sandia Labs si fossero lanciati e avessero progettati un ordigno ancora più grande e potente. 

A che serve una bomba da 200 megatoni? Mah! 


I possibili (purtroppo) terrificanti effetti di un bomba all’idrogeno da 100 Megaton su di una città come Roma e sui comuni limitrofi

Roma, una mattina d’estate, la tensione tra NATO e Russia è arrivata al punto di non ritorno, nel giorno precedente si sono registrati alcuni scambi nucleari, limitati all’utilizzo di armi tattiche di pochi Kilotoni, in base alla dottrina della Limited Nuclear War, riscoperta e tornata in auge dopo anni di oblio. Non è chiaro chi per primo abbia usato l’arma atomica, ma la cosa è di scarso interesse ora, nel mondo l’isteria (giustificata) viene comunque contenuta dai media tradizionali che parlano di colloqui di pace in corso e di contatti continui tra il presidente statunitense e Russo.
Nonostante tutto ciò alle ore 10,13 di una mattina di inizio estate, tutti i canali tv trasmettono un annuncio del quale gli italiani ignoravano, non solo il contenuto, ma anche il fatto che tale annuncio esistesse. Le TV spiegano alla nazione che missili nucleari sono stati lanciati da russi ed americani.
Essi colpiranno anche l’Europa entro 14/18 minuti. Scoppia il panico ma nessuno, nessuno, a parte poche poche decine di politici e alcune migliaia di militari, sanno cosa poter fare in un caso simile per contenere i danni.
Alle 10:34 ora di Roma un ordigno nucleare strategico da 800 Kt veicolato da un missile balistico Russo SS-25 Topol esplode a circa 500 metri sopra la città di Roma. In meno di un secondo una sfera di fuoco di oltre due chilometri, ben più calda della superficie del sole vaporizza qualunque cosa si trovi all’interno di essa. Simultanemente il calore generato dall’esplosione determina l’incendio di ogni struttura nel raggio di circa 7 km. Subito dopo una onda d’urto, generata a migliaia di chilometri all’ora, si diffonde per chilometri determinando danni massicci ad ogni tipo di edifici (incluso quelli in cemento ed acciaio) per un raggio di 11 chilometri. Nel caso di Roma si registrano 600.000 morti nell'esplosione e oltre un milione di feriti. Il fallout nucleare inzia 90 minuti dopo l’esplosione e prosegue per 36 ore; i venti (come spesso accade in questa zona d’Italia) provenienti da nord ovest fanno ricadere su Velletri e Frosinone elementi radioattivi che determinano dosi iniziali tra i 100 e i 400 Rem/h, determinando la morte per avvelenamento da radiazioni per chiunque non sia in un luogo protetto e schermato.




















(SVPPBELLUM, Up-ship, Geopoliticalcenter, Wikipedia, You Tube)









 

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