venerdì 12 aprile 2019

Da "Whitehead a Wass a Leonardo": dal 1875 ai giorni nostri



La WASS - Whitehead Alenia Sistemi Subacquei S.p.A. è stata una società controllata di Finmeccanica S.p.A. attiva nel settore della costruzione di sistemi di difesa subacquei, come siluri o sonar. 
Dal 1º gennaio 2016, le attività di WASS sono confluite nella Divisione Sistemi di Difesa, nell'ambito del settore Elettronica, Difesa e Sistemi di Sicurezza di Leonardo - Finmeccanica S.p.A.

Le origini

Robert Whitehead (Bolton, 3 gennaio 1823 – Shrivenham, 14 novembre 1905) è stato un inventore, ingegnere e imprenditore britannico.
Figlio di un operaio cotoniero, la sua celebrità è dovuta al suo lavoro nel settore dei siluri, che riuscì a rendere un'arma efficace.
Ancora oggi esiste in Italia un'azienda con il suo nome che sviluppa siluri. L'azienda erede di quella da lui fondata ha adesso sede nella città di Livorno e fa parte della Finmeccanica.
Fino al 2015 è esistita un'azienda con il suo nome attiva nello sviluppo di siluri, erede di quella fondata nel 1858 e parte del gruppo Finmeccanica. Dal 2016 la Whitehead Sistemi Subacquei (WASS) è stata incorporata in Leonardo-Finmeccanica (già Finmeccanica).

Biografia di Robert Whitehead 

Fu un esperto ingegnere, nel periodo nel quale gli ingegneri britannici detenevano una posizione di predominio in Europa. Svolse i suoi studi all'Istituto di Meccanica di Manchester, poi accettò un lavoro nei cantieri navali a Tolone. In seguito accettò un lavoro come consulente a Milano, ma presto si spostò a Trieste, all'epoca parte dell'impero austro-ungarico.
Da lì, essendo stato notato il suo lavoro in campo siderurgico, venne contattato per assumere l'incarico di direttore nella Fonderia Metalli di Fiume. Più tardi, il nome della fabbrica verrà cambiato in Stabilimento Tecnico di Fiume, in cui venivano prodotti motori e caldaie a vapore tra i più moderni dell'epoca, che venivano installati sulle navi della Regia Imperiale Marina Austro-Ungarica.
A Fiume avviò una collaborazione con Giovanni Luppis, fiumano ed ufficiale della Marina Imperiale Austriaca. Nel 1873 lo Stabilimento Tecnico Fiumano dichiarò bancarotta e due anni dopo venne rilevato da Whitehead ed assunse la denominazione Torpedo Fabrik von Robert Whitehead prima vera fabbrica di siluri al mondo. L'azienda, che nel 1878 contava già 500 dipendenti vide aumentare in pochi anni il proprio personale, ampliando le proprie strutture diventando uno degli stabilimenti industriali più progrediti del suo tempo.
Nel 1905 l'azienda diventò Società per Azioni assumendo la denominazione Torpedo Fabrik Whitehead e Co. Geselleshaft. Nello stesso Whitehead morì e nel 1906 il gruppo Vickers-Armstrong Whitworth acquistò il pachhetto di maggioranza delle azioni.

Lo sviluppo dell’arma

In effetti, Luppis aveva già sviluppato un prototipo alimentato ad aria compressa e filoguidato, da usarsi come arma di difesa costiera contro navi che bloccassero un porto. Il problema era principalmente l'incapacità dell'arma di mantenere una profondità costante. Ma l'incontro favorì la nascita di importanti innovazioni tecniche che portarono il mezzo ad essere visionato dalle autorità austroungariche. Le prestazioni però non erano esaltanti, sia per gittata che per precisione, ciò nondimeno la marina considerò l'arma come promettente. Quando i primi esemplari operativi furono mostrati, il governo austroungarico però decise di non comprare il progetto in via esclusiva, e Whitehead avviò contatti anche con altri paesi, principalmente la Gran Bretagna. Questa creò una squadra di sviluppo che apportò nel tempo alcune significative innovazioni, come l'applicazione di un giroscopio per stabilizzare la traiettoria dell’arma.

Le origini dell'azienda risalgono al 1875 quando l'ingegnere inglese Robert Whitehead inaugurò a Fiume, città allora dell'Impero austro-ungarico, la Torpedo Fabrik von Robert Whitehead, primo impianto al mondo per la produzione di siluri.
Robert Whitehead nel 1856 era stato contattato per assumere l'incarico di direttore nella Fonderia Metalli di Fiume che nel 1858 avrebbe assunto la denominazione di Stabilimento Tecnico di Fiume, dove si producevano motori e caldaie a vapore tra i più moderni dell'epoca che venivano installati sulle navi della Marina Imperiale Austriaca. Whitehead a Fiume avviò una collaborazione con Giovanni Luppis, fiumano ed ufficiale della Marina Austro-Veneziana, che volendo trovare un mezzo di difesa delle coste dalle incursioni navali aveva pensato ad un ordigno filoguidato che chiamò (in italiano) salvacoste. L'ordigno venne poi perfezionato dalla collaborazione tra Luppis e Whitehead, dando vita al siluro. Il prototipo della nuova arma venne valutato positivamente da una commissione della Marina Imperiale e i due ingegneri furono incaricati di produrre un primo lotto che sarebbe servito a scopi sperimentali e la stessa Marina Imperial-Regia decise di acquisire i diritti di uso e riproduzione a titolo non esclusivo dei siluri prodotti a Fiume.
Nel 1873 lo Stabilimento Tecnico Fiumano dichiarò bancarotta e due anni dopo venne rilevato da Whitehead assumendo la denominazione "Torpedo Fabrik von Robert Whitehead", grazie alle anticipazioni delle somme della Marina Imperiale Tedesca per la costruzione di 100 siluri da 381 millimetri e la garanzia che la Germania avrebbe continuato a rifornirsi di siluri, lanciasiluri e compressori presso lo stabilimento Whitehead per 10 anni consecutivi.
L'azienda vide accrescere le commesse con ordini anche di varie marine estere tra cui la US Navy. Oltre a vendere ai vari governi il diritto d'uso e di riproduzione dei suoi prodotti, l'azienda istituì filiali, oppure concorse ad impiantare all'estero silurifici governativi o privati.
Nel 1905 l'azienda diventò Società per Azioni assumendo la denominazione Torpedo Fabrik Whitehead e Co. Gesellschaft. Nello stesso anno con la morte di Whitehead il gruppo Vickers-Armstrong Whitworth acquistò il pacchetto di maggioranza delle azioni.
Dall'inizio del primo conflitto mondiale il Silurificio di Fiume lavorò esclusivamente per gli Imperi Centrali.
Al termine del conflitto, concluso con la sconfitta degli Imperi Centrali, l'azienda fallì in seguito alla crisi che colpì la città. In seguito al Trattato di Roma, siglato il 27 gennaio 1924, che sanciva il passaggio della città di Fiume all'Italia lo stabilimento venne rilevato da un gruppo di imprenditori italiani guidato dell'Ingegnere Giuseppe Orlando che con la denominazione di Silurificio Whitehead di Fiume S.A., riprese la produzione di siluri, ricevendo commesse dalla Regia Marina e da diverse marine estere.

Il silurificio di Livorno

Nel 1937 l'azienda fiumana aprì a Livorno una sua filiale, che qualche anno dopo ebbe la denominazione di Società Moto Fides ed in entrambe le città l'attività di produzione bellica fu frenetica a causa della corsa agli armamenti che caratterizzò il periodo precedente la seconda guerra mondiale. Lo stabilimento di Livorno tuttavia non era ancora in grado di costruire siluri Whitehead e la sua attività inizialmente era limitata alla costruzione di parti per i siluri costruiti a Fiume e solamente verso la fine del 1941 dallo stabilimento della città tirrenica uscirono i primi siluri completi. Nel 1943 considerando la mole di lavoro che già la gravava e i tempi che correvano, fu deciso di realizzare un siluripedio sulla costa toscana da utilizzare in proprio, tra i siti presi in considerazione fu scelto Porto Santo Stefano, sull'Argentario. Distrutta dai bombardamenti alleati lo stesso anno, la struttura non entrò mai in funzione. I resti delle colonne portanti si trovano ancora in mare nei pressi dell'omonima località.

Dalla seconda guerra mondiale ai nostri giorni

Con l'occupazione di Fiume da parte delle forze della resistenza jugoslava, guidate da Tito, avvenuta il 3 maggio del 1945 e che sarebbe stata formalizzata dal Trattato di Pace il 10 febbraio del 1947 con l'annessione della città alla Jugoslavia, la Whitehead venne fusa il 31 luglio 1945 con il silurificio Moto Fides di Livorno, trasferendo la sua attività nella città toscana con la denominazione Whitehead-Motofides Stabilimenti Meccanici Riuniti S.p.A. Livorno, mentre a Fiume l'ex stabilimento Whitehead divenne sede di un'azienda meccanica con la denominazione "Torpedo".
La Whitehead-Motofides di Livorno entrò a far parte del gruppo Fiat nel 1945 riprendendo la sua attività con diverse produzioni, quali telai, compressori, componenti per autoveicoli, motori fuori bordo, oltre alla produzione militare per la quale l'azienda ha realizzato per la Marina Militare Italiana, a partire dagli anni sessanta, una serie di prodotti di alta tecnologia, come siluri antisommergibile, siluri a propulsione elettrica, a idrogetto, a guida attiva o passiva, a filoguida autocercante e componenti elettronici per contromisure difensive.
Tra i prodotti realizzati dal settore militare dell'azienda, il siluro leggero A-244, dal calibro di 324mm ed il siluro pesante da 533mm A-184. Il primo non ha mai equipaggiato le unità della Flotta della Marina Militare Italiana ma ha avuto un interessante successo di esportazione, mentre il secondo ha equipaggiato sia i sottomarini del tipo Toti, Sauro ed i modernissimi U-212 sia alcune unità di superficie impegnate nella lotta ASW come le Maestrale, oltre che essere stato esportato.
La produzione di motori per nautica da diporto è stata realizzata a partire dalla metà degli anni settanta ma solo a partire dai primi anni ottanta sui dépliant illustrativi apparve la scritta Fiat per la nautica.
Nel 1974 l'azienda ha inglobato la Fiat-Sezione Officine di Marina di Pisa ex Costruzioni Meccaniche Aeronautiche S.A. di Marina di Pisa, dove venivano prodotti accessori per auto. Gli stabilimenti di Marina di Pisa sarebbero stati poi chiusi nel 1986 e la loro produzione trasferita a Livorno.
Nel 1978 la maggioranza della Whitehead-Motofides venne acquisita dalla Gilardini S.p.A. società del gruppo FIAT.
Nel 1985 la Whitehead-Motofides viene scissa nella Motofides destinata alla produzione civile e militare per l'esercito e nella Whitehead destinata alla produzione di sistemi di difesa navale.
Nel 1990 l'azienda assume la denominazione di Whitehead S.p.A. in seguito alla fusione tra la Whitehead e la Misar, altra società del gruppo Gilardini.
Nel luglio 1993 la Whitehead S.p.A. ha costituito con le imprese francesi DCN e Thomson-CSF, operanti nel settore della difesa, il consorzio Eurotorp GEIE. I governi interessati avevano firmato nel 1991 un memorandum d'intesa di cooperazione industriale per un programma di sviluppo di una nuova generazione di siluri leggeri. L'azienda vi partecipa con una quota del 50% mentre la restante parte venne divisa tra DCN con il 26% ed il 24% di Thomson-CSF. Frutto di questa cooperazione fu lo sviluppo e la realizzazione di un comune sistema d'arma, sulla base di due progetti già esistenti nelle rispettive Marine, il Murene francese e il Progetto A-290 italiano, da cui nacque il siluro leggero MU-90 Impact che ultimata la fase sperimentale è in fase di produzione ed equipaggerà le unità FREMM ed Orizzonte ed è stato venduto alle marine di Francia, Germania, Danimarca, Polonia e Australia.
EuroTorp si occupa della commercializzazione del siluro A244/S mod. 3, costruito da WASS.
Nel 1994 l'azienda si trasforma in Sistemi Subacquei Welse S.p.A. con la fusione delle attività subacquee di Whitehead S.p.A., del gruppo Fiat Componenti e Impianti per l'Energia e l'Industria, Usea S.p.A. ed Alenia Elsag Sistemi Navali. Nel 1995 la Gilardini S.p.A. è stata inglobata dalla Magneti Marelli ed il settore militare è stato dismesso e ceduto a Finmeccanica. L'azienda uscita dopo mezzo secolo dall'orbita FIAT assunse fino al 2012 la denominazione "WASS Whitehead Alenia Sistemi Subacquei S.p.A.".
Nel 2012 c'è stato il cambio della denominazione sociale; oggi WASS Whitehead Sistemi Subacquei S.p.A., con l'eliminazione del termine "Alenia".

La società oggi

Negli stabilimenti della ex WASS - Whitehead Sistemi Subacquei, presenti Livorno, a Pozzuoli e presso gli arsenali di La Spezia e Taranto, vengono sviluppati e prodotti siluri leggeri e pesanti, sistemi di lancio, contromisure antisiluro per navi e sommergibili e più sofisticati sistemi sonar. I siluri leggeri sono presenti in oltre 15 Paesi con oltre duemila sistemi consegnati con i rispettivi sistemi di lancio per piattaforme navali ed elicotteri, mentre i suoi sistemi di contromisure da sommergibile sono presenti su piattaforme subacquee di marine sia europee che extra-europee.
Il 70% della sua produzione è indirizzata verso stati come Germania, Francia, Danimarca, Polonia, Australia, Malaysia, India e i suoi sistemi sono operativi in 22 marine, compresi quella degli Stati Uniti.
Il 30 novembre 2007, a Nizza, nel corso di un vertice italo/francese, DCNS, Finmeccanica e Thales hanno annunciato la loro intenzione di unire le loro attività sui sistema d'arma subacquei, allo scopo di rafforzare, con tale cooperazione l'industria europea della difesa, e creare un leader tecnologico a livello mondiale nel mercato dei sistemi d'arma subacquea.

A tal fine i tre partner hanno sottoscritto un accordo per la creazione di tre joint-venture:
  • "Torpedo Program JV", che sarà responsabile di progettazione e sviluppo, marketing e vendite dei siluri e delle attività di gestione del programma e che sarà di proprietà al 51% di Finmeccanica e al 49% di DCNS.
  • "Torpedo Manufacturing JV", che sarà responsabile delle fasi di test e produzione dei siluri e che sarà di proprietà al 51% di DCNS e al 49% di Finmeccanica.
  • "Sonar JV" che sarà responsabile di progettazione, sviluppo, e produzione di sonar e che sarà di proprietà al 51% di Thales e al 49% di Finmeccanica.

WASS collabora con le realtà presenti nel territorio ed ha rapporti di collaborazione con enti, centri di ricerca e università, quali l'Accademia Navale di Livorno, il Dipartimento di Scienza dell’Informazione dell'Università di Pisa e la Scuola Superiore Sant'Anna diPisa.
WASS (Whitehead Sistemi Subacquei), azienda che prende il nome dall’inventore del Siluro Robert Whitehead con sedi a Livorno, Napoli, impiega ingegneri altamente specializzati ed è interamente responsabile della progettazione, sviluppo, produzione, integrazione e consegna dei propri prodotti. L’eccellenza di WASS nel settore subacqueo è riconosciuta a livello mondiale grazie alla gamma di prodotti estremamente performanti che l’Azienda produce. 

I MAGGIORI SUCCESSI TECNOLOGICI E COMMERCIALI

A244/S o o A.244/S è un tipo di siluro leggero ASW che può essere lanciato sia da navi di superficie che da mezzo aereo come l'elicottero ed individua il bersaglio mediante sensori acustici.
La sua ultima versione è A244/s mod.3, viene costruito dall'azienda italiana Leonardo (precedentemente WASS, poi confluita nel gruppo nel 2015) commercializzato dal consorzio italo/francese EuroTorp.

Correnti operatori
  •  Algeria - 25 ordinati nel 2011
  •  Argentina - 540
  •  Bangladesh
  •  Cile -
  •  Cina - 50 siluri ET52 (una versione dell'A244/s con alcune caratteristiche dell'Mk 46)
  •  Colombia - 50
  •  Ecuador - 72
  •  Grecia - 24
  •  India - 450 (NST58 un altro derivato)
  •  Indonesia - 88
  •  Iran - 12
  •  Libia - 12
  •  Malaysia - 75
  •  Nigeria - 18
  •  Pakistan - 12
  •  Perù - 72
  •  Polonia - 6 (di prova prima del MU-90)
  •  Singapore - 250 Mod.1; 100 Mod.3
  •  Svezia - 80
  •  Taiwan - 120
  •  Turchia - 50
  •  Ucraina - ordinati nel 2010 per le fragate Project-58250
  •  Emirati Arabi Uniti - 50 Mod.1 ordinati nell'aprile 1997 per 29,5 milioni di dollari; 24 + 25 ordinati nel 2005 per 12 milioni di Euro
  •  Venezuela - 150.

Progetto A-290

Partendo dal siluro A-244, era stato sviluppato il progetto di un nuovo siluro denominato Progetto A-290 che poi venne unificato ad un progetto francese dando vita allo sviluppo del siluro MU-90.

A184 o A.184 è un siluro pesante a doppio ruolo, filoguidato con sistema di autoguida attiva finale, progettato e realizzato dall'azienda italiana Whitehead, poi WASS, a sua volta confluita nel gruppo Finmeccanica (dal 2017 Leonardo).
Nel 1971 il Ministero della Difesa Italiano emise una richiesta per un nuovo siluro da adottare nelle unità di superficie e sottomarini della Marina Militare. La Whitehead presentò il progetto dell'A184 nel 1974 anno in cui venne adottato dalla forza navale italiana. Il primo modello denominato A184 Mod.0 fu sviluppato e dato in dotazione ai sommergibili italiani classe Sauro e Toti.
La Whitehead ha annunciato diverse release del siluro, ultima delle quali il Mod.3 che è stata commercializzata anche all'estero e, più precisamente, alle Marine degli Stati Uniti d'America e dell'Ecuador. L'A184 Mod.3 è un'arma multi-bersaglio progettata per essere utilizzata sia da piattaforme subacquee che da unità di superficie.
Il siluro pesante A184 nasce negli anni '70 dopo che il Ministero della Difesa italiano aveva espressamente richiesto a Whitehead Motofides un nuovo siluro per le unità di superficie ed i sommergibili della Marina Militare Italiana. Coerentemente a quanto sopra, l'A184 Mod.0 fu sviluppato e dato in dotazione ai sommergibili italiani classe SAURO e TODARO.
Negli anni successivi la versione Mod.0 subì diverse evoluzioni sinon ad arrivare al Mod.3 che è stato commercializzato anche all'esterno e, più precisamente, alle Marine degli Stati Uniti d'America e dell'Ecuador.
A184 Mod.3 è un'arma multi-bersaglio progettata per essere utilizzata sia da piattaforme subacquee che da unità di superficie. Oggi l'A184 Mod.3, insieme al più evoluto Black Shark, è ancora in dotazione e lanciabile dai sommergibili italiani.
È un siluro filoguidato che dispone di elevata autonomia e che è in grado di completare una missione con autoguida acustica. È dotato di due modalità di lancio: "push-out" mediante catapulta oppure "swim-out" in virtù dalla spinta generata dalle eliche.
È attualmente in servizio presso la Marina Italiana e dell'Ecuador.
L'A184 è un siluro pesante, ovvero della classe dal diametro da 533 mm, della lunghezza di 6 m per 1 265 kg di peso; è un siluro filoguidato che dispone di elevata autonomia e che è in grado di completare una missione con autoguida acustica. Le prestazioni sono tipiche delle armi elettriche con batterie Ag-Zn, ovvero velocità di circa 36 nodi per circa 17 km oppure 24 nodi per 20–25 km ed è dotato di due modalità di lancio: "push-out" mediante catapulta oppure "swim-out" in virtù dalla spinta generata dalle eliche.
La carica è basata su 250 kg di esplosivo HBX, preferito all'HBXN per via della sua maggiore velocità di esplosione.
Destinato a ricoprire i ruoli antisommergibile ed antinave, nella Marina Militare viene utilizzato in tutti i sommergibili operativi di classe Nazario Sauro, Enrico Toti e Salvatore Todaro.
Oltre ad essere impiegato nella forza navale italiana, è stato esportato all'estero ed impiegato nella Marina de Guerra del Perú, oltre ad un interessamento da parte di Taiwan. Fonti giornalistiche (Jane's Defence del febbraio 1999) parlavano di circa 500 esemplari di A-184 venduti alle 2 citate marine.
Oggi l'A184 Mod. è ancora in dotazione alle Marine italiana e dell'Ecuador e lanciabile dai sommergibili italiani insieme al più evoluto "Black Shark" sviluppato sulla base dell'A184 Mod.3 noto anche come A-184 Enhanced, il cui sviluppo è iniziato nel 1997, al fine di soddisfare le esigenze della Marina Militare Italiana circa una nuova generazione di siluri pesanti, da usare con gli ultimi sommergibili U212A. Inizialmente conosciuto sotto la denominazione A184 Enhanced (avanzata) - suggerendo che si sono sviluppate le specifiche sulla base del modello A184 Mod.3 - gli è stato dato un nuovo nome per sottolineare che questo è un siluro completamente nuovo, migliore di un normale A-184. Il siluro Black Shark combina nuovo sistema di sonar avanzato (ASTRA), una guida attiva/passiva, un sistema per migliorare l'orientamento e percorsi di controllo, cavo in fibra ottica per la trasmissione di dati tra il siluro e il sottomarino, un nuovo motore potenziato ed eliche a contro-bilanciamento.

Utilizzatori
  •  Italia - Marina Militare
  •  Ecuador - Armada del Ecuador.



Il siluro MU 90/Impact è un'arma antisommergibile che può essere impiegata sia da unità navali da superficie che da aeromobili, destinato ad armare oltre che le navi, gli elicotteri EH101 e NH90 ed i futuri velivoli da pattugliamento marittimo della Marina Militare Italiana.
Le caratteristiche tecniche ed operative avanzate, lo rendono impiegabile in qualsiasi scenario geografico, in grado di contrastare l'eventuale minaccia rappresentata dai sottomarini nelle sue diverse forme (convenzionale e nucleare) e dimensioni.
Il siluro MU90 è il frutto di una cooperazione delle amministrazioni della difesa di Italia e Francia che, nel 1991, stipularono un accordo per lo sviluppo e realizzazione di un comune sistema d'arma, sulla base di due progetti già esistenti nei rispettivi Paesi, il Murene francese e il Progetto A-290 italiano.
Il siluro MU90 viene prodotto da Eurotorp, un raggruppamento europeo d'interesse economico costituito dalle ditte francesi Thales e DCNS e dall'italiana WASS di Livorno.
L'impresa, ultimata la fase di sviluppo, è nella sua fase di produzione e questi siluri verranno utilizzati dalla marina italiana e da quella francese sulle nuove unità FREMM e Orizzonte.
Le caratteristiche principali sono: l'alta velocità, l'autonomia alla massima velocità, la resistenza alle contromisure, la versatilità d'impiego, sia a quote elevate che su bassi fondali, in ambienti acustici perturbati e molto severi, la letalità della sua carica cava anche nei confronti degli scafi più resistenti.
Queste sue elevate prestazioni, tutte verificate con appositi lanci sperimentali in mare, hanno pienamente soddisfatto le aspettative delle Marine italiana e francese, e attirato su di sé l'interesse degli addetti ai lavori a livello mondiale. Il siluro MU 90 è già stato commissionato, infatti, da Germania, Danimarca, Australia e Polonia, mentre approfondimenti sono in corso da parte della Marina Greca e Norvegese.



Correnti operatori
  •  Australia
  •  Danimarca
  •  Egitto
  •  Francia
  •  Germania
  •  Italia
  •  Marocco
  •  Polonia
  •  Algeria.



Il siluro pesante Black Shark è frutto della ricerca e della tecnologia italiana ed esprime un'eccellenza nazionale nel campo dell'elettronica applicata all'elettroacustica, in grado di competere in tutto il mondo.
È stato sviluppato da WASS in accordo alle esigenze operative della Marina Militare Italiana.
Black Shark è un'arma multi bersaglio estremamente avanzata sia dal punto di vista tecnologico che operativo ed è stato progettato per essere utilizzato da diverse piattaforme di lancio e più nello specifico da sommergibili, midget, unità di superficie e stazioni a terra.
È stato concepito per contrastare le minacce tecnologicamente più moderne, siano esse bersagli di superificie o subacquei. È un siluro filoguidato tramite un cavo in fibra ottica attraverso il quale il mezzo lanciante rimane in comunicazione per trasmettere e ricevere i dati necessari per il buon esito della missione.
Black Shark è lungo circa 6 metri (la lunghezza varia in base alla configurazione, sia essa di esercizio o di servizio), ha un diametro di circa 533 mm, è molto silenzioso e può operare in modalità di autoguida nell'ultima fase della missione. Nella sua versione più innovativa, viene equipaggiato con una nuova batteria Litio - Polimeri.



Black Scorpion è un siluro di dimensioni estremamente ridotte (5''), ideato da WASS al fine di supportare il processo di classificazione del contatto con minimo costo e massima flessibilità ed efficacia.
Il suo sviluppo è da ricondurre alla complessità degli scenari internazionali, caratterizzati dal crescente numero di mini-sommergibili (midget), che ha fatto emergere la necessità di disporre di armi in grado di costringere la minaccia a commettere indiscrezioni che permettono di accellerarne il processo di classifica evitando così l'impiego di siluri molto costosi.
Black Scorpion è lanciabile da aeromobili e può operare in acque basse. Grazie alle sue caratteristiche può essere efficacemente impiegato in un ruolo antiterrorismo nell'ambito della lotta asimmetrica.



Il C303/S è un sistema di contromisure antisiluro ad alte prestazioni per sommergibili, progettato per resistere agli attacchi dei siluri più tecnologicamente avanzati.
Il C303/S è un sistema di contromisure anti-siluro per sommergibili, sviluppato per eludere gli attacchi di tutti i siluri, compresi quelli tecnologicamente più avanzati, siano essi filoguidati o meno (launch-and-forget).
Il sistema di lancio delle contromisure, fornito dalla divisione dei sistemi di difesa in versione da sommergibile (C303/S), è costituito da una rete di lancio a 12 canne. Il sistema garantisce l'espulsione a distanza idonea di contromisure che possono rappresentare sia falsi bersagli mobili (MTE) sia generatori di rumore di disturbo per la testa acustica del siluro ostile (Jammers). La combinazione di Jammers e Decoys mobili ha l'obiettivo di ingannare il siluro che, dirigendo i suoi attacchi verso i falsi bersagli, consente alla nave di effettuare una contromanovra evasiva.

Il C310 è un sistema di contromisure anti-siluro per unità di superficie, sviluppato per eludere gli attacchi di tutti i siluri, compresi quelli tecnologicamente più avanzati, siano essi filoguidati o meno (launch-and-forget).
Sono realizzati con dispositivi elettronici allo stato dell'arte che tramite la generazione di opportuni segnali riescono ad ingannare le teste acustiche dei siluri.
Questo tipo di contromisure assolve i compiti di mascheramento (jammers) e di inganno (MTE). Una nave sotto attacco lancia una salva di contromisure che mascherano la nave e generano falsi bersagli per il siluro attaccante. Contemporaneamente, il sistema suggerisce una manovra evasiva all'unità sotto attacco in modo tale da allontanarla dalla minaccia.
La definizione della reazione ottimale è elaborata tramite l'uso di un complesso software di elaborazione (ORACOM) che, sulla base di molteplici parametri, elabora la manovra più idonea al fine di massimizzare la probabilità di sopravvivenza del mezzo da difendere, questo anche in presenza di siluri di ultima generazione dotati di elevate capacità discriminanti nei confronti delle contromisure.

(Web, Google, Wikipedia, You Tube)









Nave bersaglio Impetuoso spezzata in due e affondata da un siluro A 184.





























MARINA MILITARE ITALIANA: La motocannoniera Folgore P 490






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La motocannoniera Folgore (originariamente MC 490, poi P 490) è stata un'unità della Marina Militare Italiana, prima motocannoniera convertibile sperimentale costruita nel dopoguerra in Italia, derivata dalle Schnellboote tedesche tipo “S 38” Lürssen. L'unità, entrata in servizio nel 1955 per essere destinata a compiti di attacco in aree ristrette come l'Adriatico, ebbe il suo armamento più volte cambiato o modificato nel 1959/60 e nel 1962/64. Adottando un armamento di tipo convertibile l'unità poteva essere impiegata come motocannoniera, come motocannoniera-motosilurante e come motocannoniera-posamine.


La costruzione della MC 490, avvenuta negli stabilimenti dei Cantieri Riuniti dell'Adriatico di Monfalcone, fu un banco di prova per la sperimentazione di idee e soluzioni tecniche, essendo stata la ma non avendo dato le prove l'esito sperato, l'unità, costruita come sperimentale, restò l'unica ad essere realizzata e dopo varie trasformazioni assunse nel 1964 la sua configurazione definitiva. Nel 1965 venne ribattezzata "Folgore" mantenendo sempre il distintivo ottico 490.


Storia

La costruzione dell'unità ebbe inizio nel Cantiere di Monfalcone il 1º ottobre 1952 e dopo il varo avvenuto il 21 maggio 1954 l'unità venne completata il 1º agosto 1955.
Madrina del varo fu la poetessa Rosinella Celeste, all'epoca sedicenne, figlia di Giovanni Celeste, sportivo messinese e ufficiale della Regia Marina, scomparso in mare il 28 febbraio 1943, quando il sommergibile di cattura francese FR.111, di cui il Tenente di Vascello Giovanni Celeste era al comando, venne affondato al largo di Capo Murro di Porco mentre rientrava da Lampedusa ad Augusta dopo avere effettuato una missione di trasporto. La città di Messina nel luglio del 1948 aveva intitolato alla memoria di questo sportivo e militare il principale stadio cittadino, che sarebbe stata fino al 2004 la sede delle partite casalinghe del Messina, e la figlia, che all'epoca della morte del padre aveva poco più di quattro anni, venne scelta per onorare la memoria del padre scomparso tragicamente in guerra per la propria Patria.
L'unità all'origine aveva un dislocamento standard di 166 tonnellate e di 190 tonnellate a pieno carico.
La propulsione era di quattro motori diesel su quattro assi dalla potenza totale di 10000 CV che consentivano una velocità di 35 nodi con un'autonomia di 629 miglia. L'armamento era di due cannoni singoli da 40/56mm e quattro tubi lanciasiluri da 450mm di diametro, di cui due fissi ad impulso laterale del tipo B41 e due brandeggiabili.
Le prime prove in mare rivelarono una tendenza marcata a sollevare la prora, con conseguente perdita di velocità a causa dell'eccessivo sforzo, tanto che per aumentare la spinta della zona poppiera venne applicata, nel cantiere di costruzione, una particolare struttura a “bottazzo”, che determinò un prolungamento verso poppa dell'opera viva portando la lunghezza fuori tutto dell'unità da 37,2 m a 39,4 metri.
Successivamente nel 1957, per attutire gli spruzzi d'acqua generati durante la navigazione ad alta velocità e con mare leggermente mosso, presso l'Arsenale di Taranto, la plancia venne dotata di un parabrezza in plexiglas e la prora di un para spruzzi.
La coeva corvetta Sentinella, costruita nello stesso cantiere aveva fatto registrare simili problemi.
Nel 1959/60 vennero aggiunte delle ferroguide per dodici mine.
Nonostante i numerosi interventi di modifica effettuati nel corso degli anni cinquanta l'unità non rispondeva in maniera completa alle caratteristiche nautiche previste in sede di progettazione e nel giugno 1962 entrò in cantiere presso l'Arsenale Militare di Taranto per una radicale ricostruzione. I lavori di trasformazione terminarono alla fine del 1963.
Al termine dei lavori la lunghezza passò da 39 a 43,2 metri, con la poppa che venne allungata, mentre il pescaggio passò da 1,9 a 2,1 metri, con conseguente aumento del dislocamento standard che passò a 191 tonnellate, con il dislocamento a pieno carico che passò a 198 tonnellate. I lavori videro la sostituzione dei motori principali tipo MB 511 da 2.500 hp con motori tipo MB 518 da 3.000 hp per una potenza totale di 12000 hp, che consentivano all'imbarcazione di raggiungere la velocità di 38 nodi con un'autonomia di 700 miglia grazie alla maggiore quantità di combustibile imbarcato, passato da 22 a 30 tonnellate.
L'armamento nella nuova configurazione vide la sostituzione dei cannoni da 40/56mm, con altrettanti da 40/70mm, la modifica delle ferroguide per consentire l'imbarco di quattordici mine da fondo, munite di carrelli a perdere, anziché dodici, mentre vennero mantenuti i lanciasiluri originali.
L'armamento dell'unità non poteva definirsi completamente convertibile, in quanto la diversa predisposizione operativa non contemplava il momentaneo sbarco di armi ed attrezzature, fattore che si rifletteva negativamente in fase d'impiego, sul dislocamento e con l'ingombro del ponte.
La configurazione motocannoniera e motosilurante non contemplava l'imbarco di mine da fondo, mentre nella configurazione motocannoniera e posamine non venivano imbarcati i siluri.
L'unità rientrata in servizio nel 1964, venne ribattezzata Folgore il 1º settembre 1965, quando la Marina Militare abbandonò l'uso di indicare il naviglio silurante con una sigla alfanumerica assegnando ad ogni unità di questo tipo un nome.
L'imbarcazione, assegnata a Brindisi al COMOS, la sezione motocannoniere della III Divisione Navale è andata in disarmo il 1º ottobre 1976 ed è stata radiata il 15 ottobre successivo.
La sigla P 490 è stata assegnata al pattugliatore Comandante Cigala Fulgosi della classe Comandanti.

Nome

Il nome Folgore, con cui l'unità è stata ribattezzata dopo i lavori di ricostruzione è stato ereditato da un cacciatorpediniere della classe omonima costruito negli stabilimenti Bacini e Scali Partenopei di Napoli affondato nella notte tra il 1° e il 2 dicembre 1942 nel corso di un combattimento con unità navali inglesi nei pressi dei banchi di Skerki. Il comandante dell'unità, il Capitano di Corvetta Ener Bettica venne decorato con la Medaglia d'Oro al Valor Militare alla memoria.


Ripensare la guerra, e il suo posto
nella cultura politica europea contemporanea,
è il solo modo per non trovarsi di nuovo davanti
a un disegno spezzato
senza nessuna strategia
per poterlo ricostruire su basi più solide e più universali.
Se c’è una cosa che gli ultimi eventi ci stanno insegnando
è che non bisogna arrendersi mai,
che la difesa della propria libertà
ha un costo
ma è il presupposto per perseguire ogni sogno,
ogni speranza, ogni scopo,
che le cose per cui vale la pena di vivere
sono le stesse per cui vale la pena di morire.
Si può scegliere di vivere da servi su questa terra, ma un popolo esiste in quanto libero, 
in quanto capace di autodeterminarsi,
vive finché è capace di lottare per la propria libertà: 
altrimenti cessa di esistere come popolo.
Qualcuno è convinto che coloro che seguono questo blog sono dei semplici guerrafondai! 
Nulla di più errato. 
Quelli che, come noi, conoscono le immense potenzialità distruttive dei moderni armamenti 
sono i primi assertori della "PACE". 
Quelli come noi mettono in campo le più avanzate competenze e conoscenze 
per assicurare il massimo della protezione dei cittadini e dei territori: 
SEMPRE!
….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace, 
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a darla per scontata:
una sorta di dono divino e non, 
un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…
…Vorrei preservare la mia identità,
difendere la mia cultura,
conservare le mie tradizioni.
L’importante non è che accanto a me
ci sia un tripudio di fari,
ma che io faccia la mia parte,
donando quello che ho ricevuto dai miei AVI,
fiamma modesta ma utile a trasmettere speranza
ai popoli che difendono la propria Patria!
Signore, apri i nostri cuori
affinché siano spezzate le catene
della violenza e dell’odio,
e finalmente il male sia vinto dal bene…

(Fonti: https://svppbellum.blogspot.com/, Web, Google, Wikipedia, You Tube)