giovedì 23 maggio 2019

Le corvette della classe Gabbiano



Le corvette della classe Gabbiano furono costruite durante il secondo conflitto mondiale quando si verificò la necessità di dover scortare numerosi convogli verso la Libia. Dopo aver fatto fronte a questa necessità utilizzando le navi più disparate, dai cacciatorpediniere di squadra alle vecchie torpediniere della prima guerra mondiale, nel 1941 venne decisa la costruzione di sessanta unità delle corvette classe Gabbiano, adatte alla scorta dei convogli e alla caccia dei sommergibili nemici.



Costruzione

La loro costruzione venne commissionata dalla Regia Marina a vari cantieri nazionali: all'Ansaldo nei cantieri di Voltri e Sestri Ponente, alla Navalmeccanica, ai Cantieri Riuniti dell'Adriatico negli stabilimenti di Monfalcone e Trieste nel cantiere navale di Castellammare di Stabia, alla OTO nel cantiere navale di Livorno e alla Breda nel cantiere di Marghera. Navi molto versatili, Queste unità dotate di ecogoniometro e di un potente armamento si rivelarono le migliori e le più moderne tra le navi della Regia Marina.
Lo scafo aveva un castello di prora molto alto e sovrastrutture in posizione arretrata che contribuirono a dotare queste unità di buona tenuta di mare, molto carente nel naviglio di scorta italiano, costruito prima dell'entrata in guerra.
La propulsione, oltre ai motori diesel per la marcia normale, prevedeva due motori elettrici per la marcia silenziosa per consentire alle unità, durante la caccia ai sommergibili, di eseguire la ricerca nella quasi totale assenza di vibrazioni e di sorgenti rumorose rendendo così più facile avvicinarsi all'obbiettivo senza essere scoperti. I motori diesel Fiat M 407 vennero costruiti nel 1942 dalla FIAT Grandi Motori. I motori Fiat M 407 delle unità realizzate a Monfalcone e Trieste vennero costruiti dalla Fabbrica Macchine "Sant'Andrea" di Trieste. Alcune unità sono state equipaggiate con motori Fiat M 407 forniti dall'Ansaldo.
Le corvette Gabbiano furono sottoposte a pitturazione mimetica e il distintivo ottico d'identificazione differiva rispetto a quello adottato da cacciatorpediniere, torpediniere ed avvisi, perché era costituito da un numero progressivo a partire da 11 fino a 70, preceduto dalla lettera “C” e questo metodo era ritenuto più idoneo e più facile da adottare per un numero così consistente di unità.

Unità

Le unità vennero costruite in cinque serie:
  • Serie Gabbiano: Gabbiano, Ardea, Cicogna, Cormorano, Folaga, Gru, Ibis, Marangone, Pellicano, Procellaria, Strolaga, Tuffetto.
  • Serie Ape: Ape, Calabrone, Cavalletta, Cicala, Cocciniglia, Crisalide, Farfalla, Grillo, Libellula, Lucciola, Maggiolino, Vespa.
  • Serie Antilope: Antilope, Alce, Camoscio, Capriolo, Cervo, Daino, Gazzella, Renna, Stambecco.
  • Serie Artemide: Artemide, Berenice, Chimera, Danaide, Driade, Egeria, Euridice, Euterpe, Fenice, Flora, Melpomene, Minerva, Persefone, Pomona, Sfinge, Sibilla, Tersicore, Urania.
  • Serie Scimitarra: Scimitarra, Baionetta, Bombarda, Carabina, Clava, Colubrina, Scure, Spingarda, Zagaglia.

Le unità della serie Gabbiano avevano nomi di uccelli marini, quelle della serie Ape, nomi di insetti, quelle della serie Antilope nomi di mammiferi, quelle della serie Artemide nomi mitologici femminili e quelle della serie Scimitarra nomi di armi.
Delle sessanta unità previste ne entrarono in servizio solo ventinove, tre delle quali furono perdute in guerra e sette catturate dai tedeschi dopo l'armistizio. Altre ventuno vennero catturate ancora in costruzione, completate dai tedeschi e successivamente affondate mentre altre sei unità catturate dai tedeschi non furono ultimate. Altre due unità furono completate nel dopoguerra entrando in servizio nella Marina Militare mentre per due unità la costruzione venne annullata in seguito all'armistizio. Delle sessanta unità ordinate solo ventotto entrarono in servizio negli ultimi dodici mesi di guerra prima dell'armistizio, realizzate oltretutto in un momento difficile per la reperibilità di materiali e componenti, con tre delle unità perdute per cause belliche. Dopo l'armistizio, la costruzione di alcune unità venne annullata, una parte confluì nel regno del Sud collaborando con gli alleati, mentre una parte venne catturata dai tedeschi, molte ancora in costruzione o in allestimento. Per sei delle unità catturate dai tedeschi non fu possibile portare a termine la loro costruzione. Delle unità entrate in servizio con la Kriegsmarine, alcune vennero affondate in scontri navali o in porto in seguito ad attacchi aerei alleati, altre vennero autoaffondate alla fine della guerra dagli stessi tedeschi in ritirata.
Alla fine della guerra sopravvissero le unità che avevano partecipato alla cobelligeranza insieme a quattro recuperate al nord, e ad altre due unità la cui costruzione, sospesa in seguito alle vicende armistiziali, venne ripresa nel dopoguerra, avrebbero continuato la loro vita operativa nella Marina Militare, sottoposte a vari lavori di ammodernamento.

Serie Gabbiano

La serie Gabbiano venne costruita a Genova dall'Ansaldo nei cantieri di Voltri e Sestri Ponente. Cormorano, Gabbiano, Pellicano e Procellaria vennero costruite a Voltri, le altre a Sestri Ponente.
Gabbiano, Procellaria, Folaga, Ibis, vennero equipaggiate con motori FIAT M 407 forniti direttamente dalla FIAT, mentre per Pellicano, Cicogna, Gru, Tuffetto, Marangone, Strolaga e Cicala vennero ordinati motori M 407 costruiti dall'Ansaldo.

Unità costruite a Voltri

L'unità capoclasse Gabbiano (C 11 - GB - F 571) venne impostata il 14 gennaio 1942, venne varata il 23 giugno e consegnata il 3 ottobre. Nel dopoguerra, entrata a far parte della Marina Militare, venne sottoposta ad un primo ciclo di lavori a La Spezia dal 1º gennaio a dicembre 1951 e ad un secondo ciclo di lavori a La Spezia dal 1º dicembre 1954 al 26 maggio 1955. Venne radiata nel 1971.
La corvetta Procellaria (C 12), che venne impostata nel 1942 e nel corso dello stesso anno varata il 4 settembre e consegnata il 29 novembre 1942 14 gennaio 1942, affondò su mine nel Canale di Sicilia il 31 gennaio 1943.
Il Cormorano (C 13 - CO - F 575) impostato nel 1942 e nel corso dello stesso anno varato il 17 novembre venne consegnato alla Regia Marina il 6 marzo 1943. Nel dopoguerra, entrato a far parte della Marina Militare, venne sottoposto ad un primo ciclo di lavori a La Spezia da giugno a dicembre 1952 e ad un secondo ciclo di lavori a Taranto da aprile a settembre del 1954. Venne radiato nel 1966 nei cantieri di La spezia.
Il Pellicano (C 14 - PE - F 574) impostato il 15 settembre 1942 venne varato il 20 febbraio 1943 e consegnato il 15 aprile 1943. Nel dopoguerra, entrato a far parte della Marina Militare, venne sottoposto ad un primo ciclo di lavori a Taranto da settembre 1952 a marzo 1953, ad un secondo ciclo di lavori a La Spezia da gennaio a maggio del 1956, ad un terzo ciclo di lavori a Taranto da aprile a settembre 1960 e ad un quarto ciclo di lavori a La Spezia da ottobre 1961 ad aprile 1962. Venne radiata il 1º gennaio 1970.
Unità costruite a Sestri Ponente
La corvetta Cicogna (C 15) impostata nel 1942, varata il 12 ottobre dello stesso anno ed entrata in servizio l'11 gennaio 1943 venne affondata a Messina durante un bombardamento aereo alleato il 24 luglio 1943 e radiata il 18 ottobre 1946.
La corvetta Marangone (C 52) impostata nel 1943, catturata mentre era in allestimento il 9 settembre 1943, completata dai tedeschi, incorporata nella Kriegsmarine e ribattezzata Uj-2223 venne affondata il 16 aprile 1944durante un bombardamento aereo alleato a Genova e radiata il 20 dicembre 1946.
Ardea, Strolaga e Tuffetto, la cui costruzione era stata avviata nel 1943 vennero catturate in fase di allestimento il 9 settembre 1943 e completate dai tedeschi erano state rinominate Uj-2225 Uj-2224 e Uj-2222 e vennero autoaffondate il 24 aprile 1945 dai tedeschi in ritirata.
La corvetta Folaga (C 16 - FO - F 576) impostata il 15 giugno 1942, varata il 13 novembre dello stesso anno ed entrata in servizio il 16 febbraio 1943 entrata a far parte della Marina Militare è stata sottoposta a un primo ciclo di lavori a La Spezia da gennaio a maggio 1950 e ad un secondo ciclo di lavori a Taranto da maggio ad agosto 1953 andando in disarmo nel 1965 e radiata il 1º agosto dello stesso anno.
La corvetta Gru (C 18 - GU - F 566) impostata il 6 luglio 1942, varata il 23 dicembre dello stesso anno ed entrata in servizio il 29 aprile 1943 entrata a far parte della Marina Militare è stata sottoposta a un primo ciclo di lavori a Taranto tra il 1951 e il 1952 e ad un secondo ciclo di lavori a La Spezia nel 1953 andando in disarmo nel 1970 e radiata il 1º agosto 1971.
Nave Ibis impostata sugli scali nel 1942, varata il 12 dicembre dello stesso anno ed entrata in servizio il 3 aprile 1943, entrata a far parte della Marina Militare è stata sottoposta a un primo ciclo di lavori a La Spezia dal 20 maggio fino ad ottobre del 1950, ad un secondo ciclo di lavori a Taranto dal 16 novembre 1952 al 1º aprile 1953, ad un terzo ciclo di lavori a Taranto dall'8 luglio 1954 al 12 gennaio 1955 andando in disarmo nel 1971 e radiata nel 1972.

Serie Ape

La serie Ape venne costruita negli stabilimenti Navalmeccanica di Castellammare di Stabia.
Ape, Vespa, Lucciola e Grillo vennero equipaggiate con motori FIAT M 407 forniti direttamente dalla FIAT, mentre per Calabrone, Cavalletta, Libellula, Crisalide e Farfalla vennero ordinati motori M 407 però costruiti dall'Ansaldo, ma sembra che a causa delle vicende armistiziali i motori Ansaldo per Crisalide e Farfalla non vennero consegnati.
La costruzione delle corvette Maggiolino e Cocciniglia venne annullata in seguito all'armistizio.
Delle unità completate, Ape dopo la guerra prestò servizio nella Marina Militare fino al 1979, mentre Vespa dopo l'armistizio venne catturata a Pozzuoli l'11 settembre 1943, incorporata nella Kriegsmarine, dove venne rinominata Uj-2221 ed autoaffondata a Genova il 24 aprile 1945.
Le altre unità vennero catturate mentre erano in allestimento o in costruzione. Quando i tedeschi abbandonarono Castellammare di Stabia, le unità in allestimento vennero affondate e quelle in costruzione danneggiate.
Per due di queste, le corvette Crisalide e Farfalla, la costruzione venne portata a termine nel dopoguerra e le due unità entrate a far parte della Marina Militare prestarono servizio fino al 1971.
Per le altre unità che erano Calabrone, Cavalletta, Cicala, Grillo, Libellula e Lucciola, la costruzione non venne ripresa.
Serie Antilope
La serie Antilope venne costruita nei cantieri OTO di Livorno. Tutte le unità realizzate dalla OTO vennero equipaggiate con motori FIAT M 407 forniti direttamente dalla FIAT.
La corvetta Gazzella andò perduta il 5 agosto 1943 saltando su una mina nei pressi dell'isola dell'Asinara.
Antilope e Camoscio vennero catturate dai tedeschi e rinominate Uj-6082 e Uj-6081. La prima venne affondata in un combattimento con le cannoniere inglesi Aphis e Scarab e con il cacciatorpediniere americano Endicott nei pressi di Marsiglia il 17 agosto 1944; il secondo venne affondato insieme all'ex avviso francese Amiral Senes, rinominato SG21, il giorno prima a sud di Tolone dal cacciatorpediniere statunitense USS Somers durante la battaglia di Port Cros per l'occupazione dell'omonima isola, preludio alla operazione Dragoon.
Le altre unità catturate mentre erano in costruzione: Alce, Renna, Daino, Cervo e Capriolo, vennero ultimate dai tedeschi ed entrate nella Kriegsmarine, vennero rinominate rispettivamente Uj-6084, Uj-6085, Uj-6087, Uj-6086 e Uj-6083. Renna e Daino vennero affondate nel corso di bombardamenti alleati, mentre Alce, Cervo e Capriolo vennero autoaffondate il 24 aprile 1945 a Genova.
La costruzione della corvetta Stambecco non venne invece portata a termine.
Serie Artemide
La Serie Artemide venne realizzata negli stabilimenti dei Cantieri Riuniti dell'Adriatico di Monfalcone e Trieste. per tutte le unità realizzate nei cantieri C.R.D.A. di Monfalcone e Trieste i motori Diesel tipo FIAT M 407 vennero costruiti dalla Fabbrica Macchine "Sant'Andrea" di Trieste.
Nel cantiere navale di Monfalcone vennero costruite le corvette Artemide, Berenice, Egeria, Euridice Euterpe, Melpomene, Minerva, Persefone, Tersicore e Urania, mentre al San Marco di Trieste vennero costruite le corvette Chimera, Danaide, Driade, Fenice, Flora, Pomona, Sfinge e Sibilla.
Delle unità complete all'armistizio, le corvette che dopo la guerra fecero parte della Marina Militare, vennero radiate nel 1965 Pomona, nel 1966 Driade, nel 1968 Danaide, nel 1969 Minerva, nel 1970 Flora, nel 1971 Sibilla, Urania e Chimera, nel 1975 Sfinge.
Berenice venne affondata il 9 settembre 1943 da batterie costiere tedesche mentre era in uscita dal porto di Trieste.
Artemide venne catturata mentre eseguiva dei lavori a Livorno e rinominata Uj-2226, Euterpe e Persefone autoaffondate dagli equipaggi italiani, vennero recuperate dai tedeschi e rinominate rispettivamente Uj-2228 e Uj-2227. Queste unità vennero trovate il 25 aprile 1945 affondate, la prima nel porto di Genova, le altre due nel porto della Spezia.
Le corvette Egeria, Melpomene, Tersicore ed Euridice catturate mentre erano in allestimento, furono completate dai tedeschi e rinominate Uj-201, Uj-202, Uj-203 e Uj-204; vennero tutte affondate nel corso di bombardamenti aerei alleati tranne la Egeria, affondata da cacciatorpediniere francesi il 29 febbraio 1944 nella battaglia di Isto, e la Melpomene, affondata in combattimento insieme alla Spingarda ed alla torpediniera TA 20 ex Audace il 1º novembre 1944 dall'azione di due cacciatorpediniere della Royal Navy della Classe Hunt.
Tra le azioni di guerra prima dell'armistizio, il 14 agosto 1943, durante un pattugliamento nei pressi di Bastia, le corvette Minerva e Euterpe avvistarono il sommergibile inglese HMS Saracen e lo attaccarono utilizzando bombe di profondità. Il Saracen danneggiato fu costretto a riemergere e l'equipaggio inglese, nell'abbandonarlo, lo affondò per evitarne la cattura.

Serie Scimitarra

La serie Scimitarra venne costruita nei cantieri Breda di Porto Marghera.
Di questa serie, entrarono il servizio nella Regia Marina solo le corvette Baionetta e Scimitarra che dopo la guerra fecero parte della Marina Militare prestando servizio fino al 1971 così come la Bombarda che, catturata dai tedeschi e rinominata Uj-206, venne poi recuperata e completata nel dopoguerra prestando servizio fino al 1975.
Delle altre Carabina, Colubrina e Spingarda, completate dai tedeschi e rinominate Uj-207, Uj-205 e Uj-208 vennero affondate a causa di azioni alleate, mentre Scure, Clava, Zagaglia vennero catturate ma non furono completate.
Sulla corvetta Baionetta si imbarcarono il re Vittorio Emanuele III, la Famiglia Reale ed i membri del Governo Badoglio, in fuga da Roma dopo la proclamazione dell'armistizio dell'8 settembre 1943, per recarsi a Brindisi sotto la protezione degli Alleati. La nave entrata in servizio nella Regia Marina nell'estate del 1943, il 17 agosto venne trasferita a Pola per un breve periodo di esercitazioni. Il giorno successivo alla proclamazione dell'armistizio ricevette l'ordine di dirigersi verso Malta in ottemperanza alle clausole armistiziali. Dirottata su Pescara imbarcò il capo del governo, il generale Pietro Badoglio ed il capo di stato maggiore della Marina ammiraglio Raffaele De Courten e diresse poi verso Ortona, dove imbarcò il Re con tutto il suo seguito, per poi recarsi a Brindisi.

La classe Gabbiano nella Marina Militare

Nel dopoguerra, le unità superstiti, entrate a far parte della Marina Militare furono sottoposte ad importanti lavori di modifica particolarmente nell'armamento e vennero sbarcati i motori elettrici. Abbandonata la pitturazione mimetica le unità superstiti fino al 1951 circa utilizzarono la pitturazione della cobelligeranza, che prevedeva colorazione grigio scuro per lo scafo e grigio chiaro per le sovrastrutture; in questo periodo il distintivo ottico d'identificazione fu cambiato, ritornando al sistema tradizionale delle due lettere, per poi passare alla colorazione grigio chiaro e a partire da febbraio del 1953 assumere il nuovo sistema d'identificazione ottica NATO che prevedeva per tutte le unità inquadrate come “navi scorta di 2a classe” (fregate, torpediniere e corvette), la lettera “F”, seguita da un numero a tre cifre iniziante con “5” per le unità italiane.
Delle unità rimaste in servizio 16 parteciparono a fine guerra alle complesse operazioni di sminamento dei mari, dopo aver sbarcato tutto l'armamento antisommergibile ed imbarcato l'attrezzatura per il dragaggio meccanico. Nel 1947l'armamento antisom concentrato nella zona poppiera venne sostituito con apparecchiature per il dragaggio, e vennero installate apparecchiature elettroniche relativamente moderne. Nel corso di questo primo ciclo di lavori le unità vennero sottoposte al rifacimento della plancia di comando, le mitragliere binate da 20/65 sostituite con un complesso binato da 40/56, venne estesa la scudatura del cannone da 100/47 per migliorare la protezione del personale. Per quello che riguarda l'elettronica, Ape, Bombarda, Chimera, Crisalide, Driade, Farfalla, Gabbiano, Gru, Ibis, Minerva, Pellicano, Scimitarra e Urania furono dotate di radar a cassetta SO 13, installato sulla testata dell'albero ad eccezione di Ape e Chimera, dove il radar venne sistemato sul tripode; Cormorano, Danaide e Sfinge adottarono il radar di scoperta aerea ASP/SN-6 Westinghouse, installato sul tripode, mentre Baionetta, Fenice, Flora, Folaga, Pomona e Sibilla furono dotate di radar di navigazione SMA tipo NSM 8, sistemato sul tripode, ad eccezione di Folaga e Pomona che lo imbarcarono su una mensola a metà albero.
Ulteriori lavori di ammodernamento vennero fatti successivamente tra il 1952 ed il 1954 e nel corso di questi lavori vennero recuperate e completate anche altre tre corvette della classe: Bombarda, Crisalide e Farfalla, per formare un gruppo omogeneo di ben 22 corvette, che costituirono l'ossatura del naviglio minore della ricostruita Marina Militare Italiana. Dopo questo secondo ciclo di lavori tutte le unità sbarcarono il cannone da 100/47, ad eccezione della corvetta Folaga che lo mantenne per diverso tempo, e vennero divise in due gruppi, di scorta antiaerea ai convogli e di scorta antisommergibile dei convogli.
Le corvette Gabbiano e Bombarda vennero armate per la componente contraerea da due cannoni da 40/56mm e due mitragliere da 20/70mm e per la componente antisommergibile da un porcospino quattro lanciabombe e due scaricabombe.

Le corvette Ape, Chimera, Cormorano, Danaide, Fenice, Flora, Folaga, Pellicano, Pomona, Sibilla e Sfinge vennero armate per la componente contraerea da quattro cannoni da 40/56mm e per la componente antisommergibile da un porcospino quattro lanciabombe e due scaricabombe.

Le corvette Baionetta, Crisalide, Driade, Farfalla, Gru, Ibis, Minerva, Scimitarra e Urania vennero armate per la componente contraerea da tre cannoni da 40/56mm e per la componente antisommergibile da un porcospino quattro lanciabombe e due scaricabombe.
Le corvette della classe Gabbiano vennero utilizzate per l'attività addestrativa di squadra, per compiti di pattugliamento, di vigilanza pesca e per l'addestramento al comando dei TT. VV alla scuola di Augusta. Nella loro attività vennero affiancate dalla corvetta Alabarda un ex dragamine britannico e da tre corvette della classe Antilope, tre ex dragamine di provenienza tedesca che impegnate in vari compiti prima di venire utilizzati come corvette, riprendevano i nomi di tre unità della classe Gabbiano: Antilope, Daino e Gazzella. Successivamente le unità della classe Gabbiano vennero affiancate dalle unità della classe Alcione le prime unità di scorta costruite in Italia nel dopoguerra. Parte delle unità venne posta in disarmo nella seconda metà degli anni sessanta mentre le altre uscirono di scena negli anni settanta con l'entrata in servizio delle corvette della classe De Cristofaro.

Nave Ape venne sottoposta ad estesi lavori di trasformazione, che durarono dal 1963 al 1964 mutandone completamente l'aspetto dell'unità per potere svolgere il compito di nave appoggio per gli incursori del COMSUBIN. 

Nel corso di questi lavori venne realizzata una tuga a prora e il castello di prora venne prolungato; tutta l'area di poppa venne sgombrata dall'armamento antisommergibile per essere utilizzata per la messa in mare dei mezzi speciali degl'incursori e l'unità venne armata solamente con due mitragliere singole da 20/70 sistemate ai lati della tuga. Essendo la nave non più classificata come unità di scorta, ma come nave ausiliaria le venne assegnata l'identificazione ottica A 5328, adottata precedentemente da Montegrappa ed Etna. La nave svolse tali compiti dal 1965 al 1979, anno in cui venne posta in disarmo. Fra le unità della sua classe la corvetta Ape ha avuto la più lunga vita operativa. Dopo la radiazione avvenuta nel 1981, venne affondata nel febbraio 1986, nel corso di una esercitazione, da un missile "Teseo" lanciato della fregata Euro.
Attualmente tutte le unità della classe Minerva portano nomi di unità che avevano fatto parte della classe Gabbiano.

Sigla identificativa e pennant

Le corvette citate erano tutte contrassegnate all'epoca della loro entrata in servizio da un numero preceduto dalla C maiuscola. Il Gabbiano, ad esempio, era contrassegnato C11, Ape C25 e così via. Successivamente dopo la seconda guerra mondiale erano contraddistinte da una sigla identificativa di due lettere. Ad esempio la sigla GB contraddistingueva il Gabbiano. Con l'ingresso dell'Italia nella NATO la Marina Militare ha introdotto l'uso della matricola e corvette e fregate sono state contraddistinte dalla sigla F seguita da un numero.

(Web, Google, Wikipedia, You Tube)
























































mercoledì 22 maggio 2019

IL VARO DEL TRIESTE - L9890.




















E' tutto pronto per la cerimonia di sabato mattina in cui prenderà il mare nave Trieste, la nuova ammiraglia della Marina Militare Italiana.
Via più di ottocento barche dalla zona portuale, isola pedonale nel centro di Castellammare e stop alla vendita di bibite in vetro e plastica per motivi di sicurezza. Due le ordinanze firmate dal sindaco di Castellammare e dal capitano Ivan Savarese per le norme in zona portuale. Al fine di garantire la sicurezza della navigazione in ambito portuale e la pubblica incolumità di cose e persone il Comandante della Capitaneria di porto di Castellammare di Stabia ha emanato un’ordinanza con cui ha ordinato che dalle ore 6 di sabato, e fino al termine delle operazioni di varo e relativo ormeggio della nuova Unità anfibia multiruolo LHD “TRIESTE” alla banchina “Allestimento”, in concessione alla società Fincantieri, è interdetto l’uso dell’intero specchio acqueo portuale, nonché di tutte le banchine e le aree demaniali marittime ricadenti nel porto di Castellammare di Stabia. 
Nello specchio portuale di Castellammare di Stabia sono vietati il transito, l’ormeggio e qualunque movimento di navi, galleggianti e natanti in genere non interessati alle operazioni di varo, non espressamente autorizzati dalla locale Capitaneria di Porto. Inoltre, dalle ore 6.00 del 25, e fino al termine delle operazioni di varo dell’unità, i varchi di accesso al porto di Castellammare di Stabia saranno chiusi con conseguente divieto di accesso ai soggetti non espressamente autorizzati dal personale delle Forze dell’Ordine e di Polizia ivi presenti. Nel medesimo periodo saranno vietati, altresì, il transito e la sosta di persone e di veicoli su tutti i praticabili e le banchine del porto di Castellammare di Stabia. 

Prosegue spedita la costruzione a Castellammare di Stabia presso Fincantieri dell’unità più grande mai costruita in Italia dal dopoguerra.

Sabato 25 maggio 2019 sarà varata la LHD TRIESTE - L9890. Sarà possibile vedere in diretta le operazioni di varo sul sito "FINCANTIERI.COM".

Sarà una nave da guerra multiruolo, tra la portaerei e l’unità d’assalto anfibia. Più grande anche dell’attuale ammiraglia Cavour della quale potrebbe anche prendere il ruolo. 

La nuova unità rientra nel piano di rinnovamento delle linee operative delle unità navali della Marina militare deciso dal governo e dal parlamento e avviato nel maggio 2015. Avrà una lunghezza di circa 200 metri, un dislocamento a pieno carico di oltre 36.000 tonnellate, una velocità massima di 25 nodi.

Il Trieste sarà una Nave d'assalto anfibio della Marina Militare italiana, classificata ufficialmente come Landing Helicopter Dock (LHD).
Il ponte di volo avrà una lunghezza di 245 metri ed una larghezza di 36 metri, con un totale di 9 spot per mezzi aerei. Su di esso saranno posizionati 2 elevatori per aeromobili (15 m x 15 m) per un peso massimo di 42 tonnellate.
Per i dati dichiarati la nave è dotata di un bacino di sbarco allagabile al di sotto dell'hangar che consente di utilizzare mezzi anfibi tipo LCM, battelli semirigidi a scafo gonfiabile (RHIB), L-CAC e i più innovativi L-CAT in dotazione alle Marine NATO ed europee.
A differenza della portaerei Cavour, che ha un unico hangar trasformabile in ponte veicoli non allagabile, la nave avrà al di sotto del ponte di volo due ponti, di cui un hangar di 2300 m² (e 530 metri lineari di corsia per parcheggio mezzi) con paratie rimovibili come nel Cavour (in modo da raggiungere i 2600 m²), collegato ad un ponte inferiore di 2200m², diviso in un garage da 700m² con 253 metri lineari per parcheggio mezzi e un bacino allagabile (55 m x 15 m) dimensionato per l'ingresso di 4 LCM-1E o 1 LCAC.
Il gruppo motore ha due assi con turbine Rolls Royce MT 30 e due timoni con eliche a cinque pale a passo variabile, un doppio bow thruster intubato a prua ed uno stern truster a poppa che garantiscono una maggiore manovrabilità negli spazi ristretti rispetto all'accoppiata timoni/eliche.
La nave entrerà in servizio nel 2022 e sostituirà il Giuseppe Garibaldi (che sarà dismesso di conseguenza) e una delle 3 navi della classe San Giorgio (che saranno dimesse nel 2019, 2020 e 2022).
L'unità, presenta sistemi d'arma offensivi e difensivi di ultima generazione.
Per quanto riguarda il comparto d'artiglieria sono presenti:
3 cannoni multiruolo Otobreda 76/62 (due a prua e uno a poppa) del tipo Super Rapido MF Davide, con munizionamento guidato e predisposizione per il nuovo munizionamento Vulcano;
3 torrette mitragliere a controllo remoto OTO Melara da 25/80 mm;
2 lanciarazzi OTO Melara ODLS-20, per il lancio di ingannatori subacquei ed aerei.
Il comparto missilistico, comprende invece:
predisposizione per 2 lanciatori verticali (VLS Sylver) da 8 celle (uno a prua e uno a poppa) per una capacità totale di 16 missili Aster 15/30 o per 32 missili CAMM ER.
Anche la sezione sensoristica, può vantare tecnologie avanzatissime:
PAR SPN-720, radar di approccio di precisione, radar volumetrico 3D capace di tracciare 300 tracce e 12 bersagli contemporaneamente, portata superiore ai 200 km;
Radar Kronos Power Shield (AESA in banda L), radar di sorveglianza multifunzione, con una portata di 1500-2000 km;
IFF, radar d'identificazione dei bersagli;
Radar Kronos Dual Band (DBR AESA 4FF): banda C (Kronos Quad - Fitted For) e banda X (Kronos StarFire);
TACAN AN-553/N, per avvicinamenti di precisione ed invio di informazioni agli aerei in volo;
Sistema EWS "Zeus", è dotato di un sottosistema di attacco elettronico estremamente potente basato su moduli GaN TRX a stato solido. La duite EW integrata fornisce RESM (Intercettatore di emissioni Radar), RECM (Ingannatori radar) e CESM (Intercettatore di comunicazioni radio) efficaci sia in blue water che in littoral, con una sorveglianza marittima e valutazione della situazione avanzate tramite ELINT e COMINT avanzati caratteristiche, fino ad un innovativo algoritmo SEI.
Sistema di comando e controllo SADOC Mk4;
L'unità presenta un ponte di volo 230m x 32m coprendo così un'area di circa 7400 m² con 9 punti di decollo per elicotteri pesanti o 4 F35B.
Inoltre, il ponte potrà ospitare su di esso, in condizioni di piena operatività circa 14/20 aeromobili in diverse configurazioni (presumibilmente 4/6 F35B a poppa e 8/10 elicotteri a prua). L'aviorimessa di 2600 m², è dimensionato per l'ingresso di massimo 14 aeromobili, anch'essi in diverse configurazioni. Sono infine presenti a poppa due elevatori 15m x 15m per un carico massimo di 42 tonnellate.
Tutte le operazioni di volo sono controllate dall'isola di poppa.
Le capacità anfibie della nave sono molto avanzate, essendo queste la principale arma dell'unità.
Il secondo ponte, sotto l'hangar, con un'area di 2300 m², presenta infatti un bacino allagabile 55m x 15m dimensionato per l'ingresso di 4 LCM, denominati LC23, o 1 LCAC / LCAT.
Gli LCM, saranno in grado di trasportare: 1 Ariete, 2 veicoli d'assalto anfibio AAV7 (o 2 esemplari dei futuri SuperAv 8x8), o 5 Iveco LMV Lince, oppure 1 Centauro, 1 Freccia o 300 soldati.

La nuova unità avrà in dotazione il nuovissimo apparato radar di Leonardo KRONOS Power Shield , un radar di allerta precoce per la difesa contro missili balistici tattici (ATBM) e minacce Aerea (ABT). È stato progettato per applicazioni navali ed è capace di operare in modalità rotante e fissa.
Il KRONOS che sarà imbarcato sulla LHD TRIESTE è un radar multifunzionale, multiruolo, a medio raggio, in banda C, per la sorveglianza dello spazio aereo, realizzato per intercettare, tracciare e identificare obiettivi e fornire al sistema d’arma la precisa collocazione del bersaglio. La famiglia di radar KRONOS include due tipologie di sensori navali e due terrestri. Il KRONOS supporta ruoli operativi sempre più impegnativi grazie alla capacità di passare dalla funzione di rilevamento a quella di monitoraggio e identificazione dei bersagli in tempi brevissimi. Il sensore, basato sulla tecnologia AESA (Active Electronically Scanned Array), è costituito da una antenna rotante a faccia singola phased array attiva, completamente a stato solido. Il KRONOS è basato su una architettura radar modulare, che garantisce la copertura attraverso una scansione di fase in azimuth ed elevazione, grazie a tecniche avanzate per la cancellazione dei falsi allarmi causati da jamming e contromisure elettroniche. L’elevata agilità di frequenza in banda larga garantisce eccellenti contro-contro misure elettroniche e la bassa potenza di picco rende trascurabile la possibilità di essere intercettato. L’unità di tracciamento può gestire più di 300 tracce tridimensionali attraverso l’avvio sia manuale sia automatico e permette un rapido aggiornamento della segnalazione (tracciamento), consentendo massima accuratezza, specialmente contro bersagli ad elevata mobilità. Queste caratteristiche permettono l’utilizzo del radar in ogni tipo di ambiente. Nella versione navale il sistema è offerto in due configurazioni: la prima, ad antenna più piccola, può essere installata su navi a partire da 400 tonnellate, come pattugliatori, corvette e piccole fregate, mentre la seconda, dotata di un’antenna più grande (nota come MFRA), è destinata a fregate e porterei. 

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E' visibile una possibile predisposizione per lo sky jump?!









































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