Secondo Rivista Italiana Difesa, l’Italia ha dato il via libera alla vendita delle fremm EMILIO BIANCHI e SPARTACO SCHERGAT all’Egitto. Il provvedimento era stato preso da tempo.
La commessa ha un valore di 1,1 miliardi di €, e consentirà alla marina militare egiziana di rafforzare la propria flotta in breve tempo per contro-bilanciare le crescenti aspirazioni turche nel Mediterraneo e nel Mar Rosso. L’Egitto è il nostro principale partner economico-strategico nel Mediterraneo, assieme all’Algeria, ed è una pedina fondamentale per la strategia del nostro Paese in un contesto sempre più ostaggio dalle rinnovate ambizioni ottomane e russe. E’ comunque indifferibile compensare la nostra Marina Militare con nuove Fremm e nuovi P.P.A., per far sì che la nostra Patria non perda posizioni nella “gara navale” in atto da tempo nel Mediterraneo.
Le ultime due FREMM costruite tra Riva Trigoso e la Spezia saranno quindi cedute all’Egitto: si tratta della "Spartaco Schergat" e dell'"Emilio Bianchi". La prima arrivata presso il Muggiano nel gennaio 2019 e ormai prossima a prendere il mare nei mesi a venire, la seconda appena terminata per la parte strutturale e in procinto di iniziare i lavori di allestimento nel golfo. Si tratta della nona e decima unità del programma per una fregata europea multi missione sviluppato insieme alla Francia, che a sua volta nel 2015 ha ceduto il suo Normandie al pese nordafricano. La notizia della possibile commessa italiana - si parla di una cifra attorno al 1.2 miliardi di euro - ha presto raggiunto Parigi , definita "uno schiaffo" dal quotidiano La Tribune che sottolinea gli storici rapporti con Il Cairo. Nell'operazione, di cui si starebbero definendo gli aspetti tecnico-finanziari, ci sarebbe il coinvolgimento di Cassa Depositi e Prestiti.
Le fregate in linea nella Marina Militare italiana rimarrebbero dunque otto rispetto alle dieci previste. Non è escluso però che, in caso la cessione alle Forze Marittime Egiziane andasse in porto, da Roma non arrivi il via libera ad un'ulteriore commessa per la marina tricolore per due nuove unità in configurazione antisommergibile. Rimane in ballo infine l'opzione per ulteriori tre Pattugliatori d'altura - sette sono già stati prenotati e in costruzione - e il finanziamento per quattro nuovi sommergibili di nuova generazione U-212 NFS.
Come al solito in Italia, invece di esultare per la vittoria di cantieri e aziende italiane in ambito internazionale (dove è guerra vera per accaparrarsi commesse miliardarie), è polemica.
Come già detto, l’operazione riguarda due fregate di ultima generazione, della classe Fremm, la 'Spartaco Schergat' e la 'Emilio Bianchi’ per un valore di oltre 1,2 miliardi di euro. L’operazione, soggetta a una lunga procedura di autorizzazioni, dovrebbe essere già delineata nella parte finanziaria. Il consiglio di amministrazione della Cassa Depositi e Prestiti, infatti, ha già accolto la richiesta di concedere una garanzia di 500 milioni coinvolgendo Sace, IntesaSanPaolo, Bnp Paribas e Santander.
Le fregate multimissione “Emilio Bianchi” e la “Spartaco Schergat” sono caratterizzate, come le altre, da un’elevata flessibilità d’impiego e avrà la capacità di operare in tutte le situazioni tattiche.
Hanno una lunghezza di 144 metri, una larghezza di 19,7 metri e un dislocamento a pieno carico di circa 6.700 tonnellate. Raggiungono una velocità superiore ai 27 nodi con una capacità massima di personale trasportato pari a 200 persone.
Il programma Fremm rappresenta lo stato dell’arte della difesa italiana ed europea e nasce dall'esigenza di rinnovamento della linea delle unità della Marina Militare della classe Lupo (già radiate) e Maestrale (alcune già in disarmo e le rimanenti prossime al raggiungimento del limite di vita operativo), costruite da Fincantieri negli anni Settanta.
Nel corso del 2013 sono state consegnate “Carlo Bergamini” e “Virginio Fasan”, nel 2014 “Carlo Margottini”, nel 2015 “Carabiniere”, nel 2016 “Alpino”, nel 2017 “Luigi Rizzo”, nel 2018 “Federico Martinengo” e nel 2019 “Antonio Marceglia”. Con l’esercizio dell’opzione, nell’aprile 2015, per la costruzione della nona, “Spartaco Schergat”, e della decima unità, si è data completa attuazione al programma italiano. L’iniziativa vede la partecipazione in qualità di prime contractor per l’Italia di Orizzonte Sistemi Navali (51% Fincantieri, 49% Leonardo) e per la Francia di Armaris (Naval Group + Thales).
Questa cooperazione ha capitalizzato l’esperienza positiva del precedente programma italo-francese Orizzonte che ha portato alla realizzazione di due cacciatorpediniere per la Marina italiana, l’“Andrea Doria” e il “Caio Duilio”, consegnate rispettivamente nel 2007 e nel 2009. Proprio grazie a programmi come Fremm e Orizzonte, Fincantieri "ha raggiunto posizioni di eccellenza e di livello assoluto, e ha dato vita con Naval Group alla joint venture paritaria Naviris, che apre la strada al consolidamento della difesa navale europea in risposta alla crescente pressione dei concorrenti mondiali”.
Inoltre, con il progetto Fremm rimodulato per le esigenze della US NAVY, Fincantieri ha di recente vinto la competizione per la fornitura dei 20 unità “FFG (X)”.
«Fincantieri produce l'1% del prodotto interno lordo italiano e l'indotto è formato da oltre 3.000 aziende di cui il 75% italiane.
Soltanto in Liguria 3.000 maestranze dirette e di queste il 70% nel settore militare». Lo ha detto il presidente di Fincantieri Giampiero Massolo che oggi ha preso la parola in sostituzione dell'ad Giuseppe Bono, per la prima volta assente a un varo per indisposizione: «Il nostro emblema è rappresentato dalla versatilità delle navi, dalla loro flessibilità d'impiego e dalla durata - ha detto Massolo -. Le nuove unità per decenni navigheranno negli scenari militari nel mondo oltre che a supporto della cittadinanza. Ora siamo in attesa per la fine febbraio di concludere il progetto europeo per formare un grande polo cantieristico capace di fronteggiare i competitor asiatici».
Un sommergibile tascabile, o minisommergibile, è un'imbarcazione sommergibile di piccole dimensioni adatta a contenere un equipaggio estremamente ridotto (2-3 persone). I sommergibili tascabili furono una delle armi più efficaci del XX secolo; i primi esempi di imbarcazioni di questo genere possono comunque essere fatti risalire al 1776. All'inizio del XX secolo tutti i sommergibili avevano dimensioni ridotte ma, con l'aumentare del loro dislocamento, emerse la necessità di realizzare anche unità piccole in grado di penetrare le difese del porto e attaccare le navi al suo interno. Questa prima necessità si è poi ampliata in una serie di altri ruoli possibili e l'esperienza con i sommergibili tascabili o minisommergibili ha dimostrato che unità di questo tipo potevano svolgere operazioni di considerevole importanza strategica e dare risultati notevoli, nonostante le loro dimensioni ridotte e il loro costo contenuto.
Storia
Durante la seconda guerra mondiale le principali Marine militari, fatta eccezione per quelle degli USA, della Francia e dell'URSS, hanno fatto uso di sommergibili tascabili oppure di sommozzatori d'assalto appositamente addestrati. L'assenza della Francia in questo settore si spiega facilmente: la sua capitolazione nel giugno 1940 la pose al di fuori del conflitto. Gli Stati Uniti possedevano forze convenzionali in abbondanza e di conseguenza non ebbero bisogno di ricorrere a questa forma di guerra. Sorprende, invece l'assenza dell'Unione Sovietica da questo settore operativo, data l'attività pionieristica degli ingegneri russi nello sviluppo del sommergibile.
Tipo di minisommergibile
Giappone:
Ko-Hyoteki
Kaiten
Kairyu.
Gran Bretagna:
Chariot - Gran Bretagna
Chariot II - Gran Bretagna
Classe X - Gran Bretagna
Welman - Gran Bretagna.
Germania
Tra i minisommergibili tedeschi erano presenti unità speciali di vario tipo, come i Neger, i Marder, il Biber. Quest'ultimo era un mezzo con 240 km di autonomia e 2 siluri, mentre il Neger era una sorta di siluro con un pilota dentro, praticamente al posto della testata, e con un cupolino di visione per il pilota, con sotto un altro siluro, da lanciare a distanza ravvicinata sul bersaglio. In pratica la cosa raramente funzionò, anche perché il minisommergibile doveva viaggiare a pelo d'acqua, non avendo periscopi.
Un mezzo simile era il giapponese Kaiten, con un calibro di 610 mm derivato dal 'Long Lance' giapponese, con una struttura abbastanza grande per ospitare sia l'operatore che la testata davanti:
Neger - Germania
Molch -Germania
Biber - Germania
Seehund - Germania
Seeteufel - Germania.
USA:
Turtle - USA
X1 - USA.
Croazia:
Soca - Croazia.
Italia
I sommergibili speciali italiani erano di vario modello, con dimensioni che variavano dagli SLC (Maiali) ai CM, quasi dei sommergibili. I CB italiani, molto impiegati, ottennero qualche successo sul Mar Nero, ma erano assai lenti e con una struttura talmente minuscola che avevano i due siluri sui fianchi dello scafo, assai tozzo:
siluro a lenta corsa o maiale
siluro San Bartolomeo
Caproni CB
Caproni CA.
I SOMMERGIBILI TASCABILI “CAPRONI “CA”
I Caproni CA erano sommergibili tascabili progettati dalla Caproni il cui primo esemplare venne ultimato nel 1937.
Il loro scopo era quello di tendere agguati in passaggi obbligati, quali gli stretti, creare sbarramenti difensivi costieri o forzare le basi portuali nemiche. Il progetto si rivelò poco idoneo nella pratica, perciò furono apportate numerose migliorie che diedero vita alla successiva Classe CB.
La Caproni di Milano - Taliedo, nel 1937 aveva elaborato un progetto di un mini-sottomarino che attirò l'interesse della Regia Marina Italiana. Era il progetto di un battello con scafo resistente con sezioni ad otto e calotte semi-sferiche estreme, doppi fondi non resistenti esterni, lanciasiluri a gabbia esterni applicati sotto le borse dei doppi fondi. La parte inferiore dello scafo resistente ospitava le batterie che venivano a trovarsi praticamente in un doppio fondo esterno al battello.
La Regia Marina commissionò due prototipi che furono consegnati nell'aprile del 1938 e sottoposti ad una lunga serie di verifiche a Venezia ed a La Spezia dove i due battelli vennero portati per ferrovia nel 1939.
Le prove effettuate a Venezia non misero in evidenza deficienze tecniche di particolare importanza: i piccoli battelli tenevano mediocremente il mare e non riuscivano a mantenere la quota periscopica con mare forza tre; in tali condizioni di mare anche i movimenti di rollio e di beccheggio rendevano la vita a bordo intollerabile per l’equipaggio.
Altre prove confermarono i difetti di progetto emersi a Venezia, anche con un nuovo periscopio e misero in evidenza anche deficienze nelle sistemazioni per il lancio dei siluri. Dopo numerosi tentativi, le due unità vennero messe a secco nel 1939.
Dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale i risultati conseguiti dai mezzi speciali di vario genere, indussero l'Alto comando della Marina ad esaminare la possibilità d'impiegare i due " CA " non più come unità siluranti per la difesa foranea, ma - opportunamente modificati - quali mezzi speciali offensivi, vettori di “incursori subacquei".
Nel 1941 i due battelli furono inviati di nuovo presso la ditta Caproni sul Lago d’Iseo per essere modificati secondo i dettami della Regia Marina. Fu eliminato il motore termico per la navigazione di superficie e sostituito con un potente motore elettrico, unico mezzo di propulsione del battello sia in superficie sia in immersione; fu sbarcato il periscopio, i siluri e le sistemazioni per il lancio: fu ricavato un portello in chiglia per la fuoriuscita degli incursori. Al posto del periscopio fu sistemato un abitacolo con cupolino; i siluri e i lanciasiluri furono sostituiti con otto cariche da 100 Kg.
Il CA 2 fu pronto dai lavori di modifica nel novembre 1941 ed il CA 1 lo seguì nel febbraio 1942; la lunga serie di prove effettuate sul Lago d'Iseo mise in evidenza tutta la delicatezza di queste piccole unità e furono necessari continui lavori per la messa a punto delle varie apparecchiature prima di risultati appena soddisfacenti.
La Regia Marina, nella primavera del 1942, ordinò altri due battelli alla Caproni, battelli che furono costruiti su piani leggermente diversi per quanto riguardava sia le dimensioni dello scafo, sia la sistemazione dei doppi fondi esterni. La principale modifica relativa all'armamento fu quella di portare in alto i contenitori delle otto cariche per rendere più agevole il loro maneggio: furono altresì installati i timoni orizzontali prodieri. Le sistemazioni interne e quelle per la fuoriuscita del sommozzatore rimasero simili a quelle della prima serie.
Dopo un lungo periodo d'inattività dei due battelli dopo la loro conversione in “trasporto subacquei" ed il lunghissimo periodo di prove effettuate sul lago d'Iseo nel corso del 1941, i CA 1 e CA 2 furono pronti per l'impiego.
La Regia pensò d'impiegare i mini-sommergibili " CA " per azioni contro i porti atlantici degli Stati Uniti nei pressi dei quali avrebbero dovuto essere trasportati con un sommergibile atlantico appositamente adattato allo scopo.
Nel luglio 1942 il CA 2 fu inviato a Bordeaux dove il Smg. Avvicinatole da Vinci venne adattato per accogliere in coperta ed a proravia il CA.
Nel settembre furono effettuate alcune prove di distacco e di ricupero del CA 2 dal da Vinci con esito soddisfacente.
La progettata missione del Da Vinci con il CA 2 non venne però realizzata per motivi di guerra al traffico.
Il CA 2 rimase così inutilizzato a Bordeaux fino all'evacuazione della Francia da parte delle truppe tedesche e fu demolito alla fine della guerra.
Il CA 1 e le due unità della seconda serie, CA 3 e CA 4, ebbero un'attività limitata esclusivamente alle prove di collaudo e di accettazione.
All'8 settembre 1943 queste tre unità si trovavano a La Spezia presso la sede della "X^ MAS" e vennero autoaffondate e recuperate successivamente per essere rimesse in efficienza: una di esse fu prelevata dalla Marina Germanica a scopo di studio per la progettazione dei suoi sommergibili tascabili.
Catteristiche generali della classe "CA" 1^ serie (dati dopo la modifica in mezzo d'assalto):
Tipo: Sommergibile tascabile trasportabile per ferrovia
Dislocamento:
in superficie: 13,50 t (12,00 t)
in immersione: 16,40 t (14,00 t)
Dimesioni:
Lunghezza: 10,00 m
Larghezza: 1,96 m
Immersione: 1,60 m
Apparato motore superficie: 1 motore diesel MAN, 1 elica (nessun motore termico dopo la modifica)
Potenza: 60 cv
Velocita max. in superficie: 6,25 nodi (7,0 nodi)
Autonomia in superficie: 700 miglia a 4,0 nodi
Apparato motore immersione: 1 motori elettrico di propulsione Marelli
Potenza: 25 cv (21 kw)
Velocita max: 5,0 nodi (6,0 nodi)
Autonomia in immersione: 57 miglia a 3,0 nodi (70 miglia a 2 nodi)
Armamento:
2 ls AV a gabbia da 450 mm, 2 siluri da 450 mm (8 cariche da 100 kg. + 20 cariche "cimice")
Queste unità non furono iscritte nei Quadri del Naviglio dello Stato sia perchè sperimentali, sia per le loro piccole dimensioni ma, soprattutto, per motivi di segretezza che fu rigorosamente mantenuta dopo la trasformazione per l'impiego in mezzi d'assalto.
Unità della classe " CA " 1^ e 2^ serie :
Regio sommergibile CA 1 - Cantiere: Caproni-Taliedo, Milano - In servizio: 15.04.1938
Regio sommergibile CA 2 - Cantiere: Caproni-Taliedo, Milano - In servizio: ??.04.1938
Regio sommergibile CA 3 - Cantiere: Caproni-Taliedo, Milano - In servizio: ??.01.1943
Regio sommergibile CA 4 - Cantiere: Caproni-Taliedo, Milano - In servizio: ??.01.1943.
I SOMMERGIBILI TASCABILI “CAPRONI “CB”
La classe CB fu una serie di sommergibili tascabili progettati dalla Caproni e costruiti a partire dal 1940 soprattutto allo scopo di difesa dei porti e di lotta antisommergibile.
Costruiti in 22 esemplari, ben si comportarono durante la seconda guerra mondiale operando sia in basi nazionali che nelle basi sul Mar Nero; proprio quelli di stanza in quest'ultima base il 30 agosto 1944 furono requisiti dall'URSS nella cui marina rimasero in servizio fino al 1955. Nel Norditalia intanto l'RSI conferma l'ordine di 50 Caproni CB da utilizzare nell'alto Adriatico. La produzione industriale riuscì a fornire solo dieci battelli. Le perdite di questi mezzi fu elevata soprattutto per l'uso improprio del mezzo, nato per operazioni di commando in ambito costiero, si trovò ad operare come vero e proprio sommergibile.
Una delle unità alla fine del conflitto viene requisita nel porto di Pola dall'esercito iugoslavo e incluso nella propria marina con il nome di P901 Malisan. Questo battello verrà radiato nel 1950 ed è attualmente conservato presso il Museo delle Scienze e delle Tecniche di Zagabria.
Il Caproni CB22 fu catturato dagli Alleati a Trieste alla fine del conflitto, per qualche anno rimase abbandonato sulla banchina del porto, finché nel 1950 fu trasferito nel Museo della Guerra di Trieste, dove è tuttora esposto.
I "CB" della Regia Marina
Nel 1942 con i primi sei minisommergibili della classe CB operativi (CB.1, CB.2, CB.3, CB.4, CB.5 e CB.6) la Regia Marina predispone la Prima Squadriglia CB che avrebbe dovuto avere come base Taranto. Ma nel maggio 1942 i sei CB sono invece trasportati via treno a Jalta sul Mar Nero. Il loro scopo è di contrastare i rifornimenti russi verso la città di Sebastopoli, assediata dai tedeschi.
I sommergibili, sotto il comando della 4ª Flottiglia MAS, evidenziano la loro capacità nella lotta antisom, affondando tra giugno ed agosto 1942 due sommergibili sovietici, lo "Šč-214" di 586 t., e lo "S-32" di 840 t.).
Il battello CB.5, colpito nel porto di Jalta da un siluro lanciato da una motosilurante sovietica, sarà l'unico minisommergibile italiano perduto in quella prima estate di guerra nel Mar Nero.
Dopo la caduta di Sebastopoli, nell'agosto 1942, i cinque CB vennero trasferiti da Jalta a Costanza, dove esisteva una base navale più attrezzata.
Nel 1943 furono quindi assegnati alla Decima Flottiglia MAS. Questi cinque sommergibili dovevano rientrare in Italia ed unirsi alle unità della Seconda Squadriglia CB, "CB.7", "CB.8", "CB.9", "CB.10", "CB.11" e "CB.12") che difendevano il porto di Taranto. Rimangono, comunque, operativi nel Mar Nero e nella notte tra il 25 e il 26 agosto 1943 il "CB.4" coglie l'ultimo successo di un sommergibile italiano nella seconda guerra mondiale, affondando il sommergibile sovietico "Šč-203" di 586 t.
Alla data dell'8 settembre i cinque CB nel Mar Nero sono requisiti dai Tedeschi, mentre i battelli della Seconda Squadriglia CB si consegnano agli alleati a Taranto, ad esclusione del "CB 7" che danneggiato, è bloccato nel porto di Pola. Mentre per i cinque CB passati nelle forze cobelligeranti la strada si divide: alcune fonti dicono che per loro la guerra è terminata l'8 settembre 1943 (secondo queste non saranno mai impegnati dagli Alleati e nel 1948 verranno demoliti), altre testimoniano il loro utilizzo da parte della flotta britannica, e a loro si attribuisce l'affondamento di un U.Boot del tipo XXI in uscita da una base, ma le voci in merito sono discusse. Per i CB della Decima Flottiglia MAS la guerra durerà fino alla prima settimana del maggio 1945.
ENGLISH
A pocket submersible, or minisubmersible, is a small submersible boat suitable to hold an extremely small crew (2-3 people). Pocket submarines were one of the most effective weapons of the 20th century; the first examples of boats of this kind can however be dated back to 1776. At the beginning of the 20th century all submarines were small in size but, as their displacement increased, the need emerged to build even small units capable of penetrating the defences of the port and attacking ships inside. This first need then expanded into a number of other possible roles and experience with pocket or mini-submersible submarines has shown that units of this type could carry out operations of considerable strategic importance and give remarkable results, despite their small size and low cost.
History
During the Second World War the main Marines, with the exception of those of the USA, France and the USSR, made use of pocket submarines or specially trained assault divers. France's absence in this sector is easily explained: its capitulation in June 1940 put it out of the conflict. The United States possessed conventional forces in abundance and consequently did not need to resort to this form of war. What is surprising, however, is the absence of the Soviet Union from this operational sector, given the pioneering activity of Russian engineers in the development of the submarine.
Type of mini-submarine
Japan:
Ko-Hyoteki
Kaiten
Kairyu.
Great Britain:
Chariot - Great Britain
Chariot II - Great Britain
Class X - Great Britain
Welman - Great Britain.
Germany
Among the German mini-submarines there were special units of various types, such as the Neger, the Marder, the Biber. The latter was a vehicle with 240 km of autonomy and 2 torpedoes, while the Neger was a sort of torpedo with a pilot inside, practically in place of the warhead, and with a vision dome for the pilot, with another torpedo underneath, to launch at close range on the target. In practice the thing rarely worked, also because the mini-submarine had to travel at water level, having no periscopes.
A similar vehicle was the Japanese Kaiten, with a 610 mm calibre derived from the Japanese 'Long Lance', with a structure large enough to accommodate both the operator and the warhead in front:
Neger - Germany
Molch -Germany
Biber - Germany
Seehund - Germany
Seeteufel - Germany.
USA:
Turtle - USA
X1 - USA
Croatia:
Soca - Croatia.
Italy
The Italian special submarines were of various models, with dimensions ranging from SLC (Pigs) to CM, almost like submarines. The Italian CBs, very employed, obtained some success on the Black Sea, but they were very slow and with such a tiny structure that they had the two torpedoes on the sides of the hull, very stocky:
slow-running torpedo or pig
torpedo San Bartolomeo
CB goats
CA goats.
The Caproni CA were pocket submarines designed by Caproni, whose first specimen was completed in 1937. Their purpose was to ambush in forced passages, such as straits, create coastal defensive barrages or force enemy port bases. The project proved to be unsuitable in practice, so many improvements were made that gave rise to the next Class CB.
The CB Class was a series of pocket submarines designed by Caproni and built from 1940 onwards mainly for the purpose of defending ports and anti-submarine combat. Built in 22 examples, they behaved well during the Second World War operating both in national bases and in the Black Sea bases; the ones stationed in the latter base on August 30, 1944 were requisitioned by the USSR in whose navy they remained in service until 1955. In Northern Italy, meanwhile, the RSI confirmed the order of 50 CB Caprons to be used in the upper Adriatic Sea. The industrial production managed to supply only ten boats. The losses of these vessels were high, above all due to the improper use of the vessel, born for commando operations in the coastal area, found itself operating as a real submarine.
One of the units at the end of the conflict was requisitioned in the port of Pula by the Yugoslav army and included in its navy under the name P901 Malisan. This boat was disbarred in 1950 and is currently housed in the Museum of Science and Techniques in Zagreb.
The Caproni CB22 was captured by the Allies in Trieste at the end of the conflict, for a few years it was abandoned on the quayside of the port, until 1950 it was transferred to the War Museum in Trieste, where it is still on display today.
The "CB" of the Regia Marina
In 1942 with the first six minisubmersibles of the CB class operating (CB.1, CB.2, CB.3, CB.4, CB.5 and CB.6) the Regia Marina prepared the First CB Squadron that should have had as base Taranto. But in May 1942 the six CBs were instead transported by train to Jalta on the Black Sea. Their purpose was to counter the Russian supplies to the city of Sevastopol, besieged by the Germans. The submarines, under the command of the 4th MAS Flotilla, showed their ability in the anti-Som struggle, sinking between June and August 1942 two Soviet submarines, the "Šč-214" of 586 t., and the "S-32" of 840 t.). The boat CB.5, hit in the port of Jalta by a torpedo launched by a Soviet torpedo boat, will be the only Italian mini-submarine lost in that first summer of war in the Black Sea. After the fall of Sevastopol, in August 1942, the five CBs were transferred from Jalta to Constance, where there was a better equipped naval base. In 1943 they were then assigned to the Tenth MAS Flotilla. These five submarines had to return to Italy and join the units of the Second Squadron CB, "CB.7", "CB.8", "CB.9", "CB.10", "CB.11" and "CB.12") which defended the port of Taranto. They remained, however, operational in the Black Sea and in the night between 25 and 26 August 1943 the "CB.4" captured the last success of an Italian submarine in the Second World War, sinking the Soviet submarine "Šč-203" of 586 tons.
On September 8th the five CBs in the Black Sea were requisitioned by the Germans, while the boats of the Second CB Squadron were handed over to the Allies in Taranto, with the exception of the "CB 7" which was damaged and blocked in the port of Pula. While for the five CB passed in the cobelligerent forces the road splits: some sources say that for them the war ended on September 8, 1943 (according to these they will never be engaged by the Allies and in 1948 they will be demolished), others testify their use by the British fleet, and to them is attributed the sinking of a U.Boot of the type XXI coming out from a base, but the rumors are discussed. For the CBs of the Tenth MAS Flotilla the war will last until the first week of May 1945.