martedì 9 giugno 2020

Il riarmo navale della Marina Militare Egiziana ed il feeling con l'Italia


Secondo Rivista Italiana Difesa, l’Italia ha dato il via libera alla vendita delle fremm EMILIO BIANCHI e SPARTACO SCHERGAT all’Egitto.  Il provvedimento era stato preso da tempo. 



La commessa ha un valore di 1,1 miliardi di €, e consentirà alla marina militare egiziana di rafforzare la propria flotta in breve tempo per contro-bilanciare le crescenti aspirazioni turche nel Mediterraneo e nel Mar Rosso. L’Egitto è il nostro principale partner economico-strategico nel Mediterraneo, assieme all’Algeria, ed è una pedina fondamentale per la strategia del nostro Paese in un contesto sempre più ostaggio dalle rinnovate ambizioni ottomane e russe. E’ comunque indifferibile compensare la nostra Marina Militare con nuove Fremm e nuovi P.P.A., per far sì che la nostra Patria non perda posizioni nella “gara navale” in atto da tempo nel Mediterraneo.



Le ultime due FREMM costruite tra Riva Trigoso e la Spezia saranno quindi cedute all’Egitto: si tratta della "Spartaco Schergat" e dell'"Emilio Bianchi". La prima arrivata presso il Muggiano nel gennaio 2019 e ormai prossima a prendere il mare nei mesi a venire, la seconda appena terminata per la parte strutturale e in procinto di iniziare i lavori di allestimento nel golfo. Si tratta della nona e decima unità del programma per una fregata europea multi missione sviluppato insieme alla Francia, che a sua volta nel 2015 ha ceduto il suo Normandie al pese nordafricano. La notizia della possibile commessa italiana - si parla di una cifra attorno al 1.2 miliardi di euro - ha presto raggiunto Parigi , definita "uno schiaffo" dal quotidiano La Tribune che sottolinea gli storici rapporti con Il Cairo. Nell'operazione, di cui si starebbero definendo gli aspetti tecnico-finanziari, ci sarebbe il coinvolgimento di Cassa Depositi e Prestiti.



Le fregate in linea nella Marina Militare italiana rimarrebbero dunque otto rispetto alle dieci previste. Non è escluso però che, in caso la cessione alle Forze Marittime Egiziane andasse in porto, da Roma non arrivi il via libera ad un'ulteriore commessa per la marina tricolore per due nuove unità in configurazione antisommergibile. Rimane in ballo infine l'opzione per ulteriori tre Pattugliatori d'altura - sette sono già stati prenotati e in costruzione - e il finanziamento per quattro nuovi sommergibili di nuova generazione U-212 NFS.



Come al solito in Italia, invece di esultare per la vittoria di cantieri e aziende italiane in ambito internazionale (dove è guerra vera per accaparrarsi commesse miliardarie), è polemica. 
Come già detto, l’operazione riguarda due fregate di ultima generazione, della classe Fremm, la 'Spartaco Schergat' e la 'Emilio Bianchi’ per un valore di oltre 1,2 miliardi di euro. L’operazione, soggetta a una lunga procedura di autorizzazioni, dovrebbe essere già delineata nella parte finanziaria. Il consiglio di amministrazione della Cassa Depositi e Prestiti, infatti, ha già accolto la richiesta di concedere una garanzia di 500 milioni coinvolgendo Sace, IntesaSanPaolo, Bnp Paribas e Santander.

Le fregate multimissione “Emilio Bianchi” e la “Spartaco Schergat” sono caratterizzate, come le altre, da un’elevata flessibilità d’impiego e avrà la capacità di operare in tutte le situazioni tattiche. 

Hanno una lunghezza di 144 metri, una larghezza di 19,7 metri e un dislocamento a pieno carico di circa 6.700 tonnellate. Raggiungono una velocità superiore ai 27 nodi con una capacità massima di personale trasportato pari a 200 persone.
Il programma Fremm rappresenta lo stato dell’arte della difesa italiana ed europea e nasce dall'esigenza di rinnovamento della linea delle unità della Marina Militare della classe Lupo (già radiate) e Maestrale (alcune già in disarmo e le rimanenti prossime al raggiungimento del limite di vita operativo), costruite da Fincantieri negli anni Settanta.
Nel corso del 2013 sono state consegnate “Carlo Bergamini” e “Virginio Fasan”, nel 2014 “Carlo Margottini”, nel 2015 “Carabiniere”, nel 2016 “Alpino”, nel 2017 “Luigi Rizzo”, nel 2018 “Federico Martinengo” e nel 2019 “Antonio Marceglia”. Con l’esercizio dell’opzione, nell’aprile 2015, per la costruzione della nona, “Spartaco Schergat”, e della decima unità, si è data completa attuazione al programma italiano. L’iniziativa vede la partecipazione in qualità di prime contractor per l’Italia di Orizzonte Sistemi Navali (51% Fincantieri, 49% Leonardo) e per la Francia di Armaris (Naval Group + Thales).
Questa cooperazione ha capitalizzato l’esperienza positiva del precedente programma italo-francese Orizzonte che ha portato alla realizzazione di due cacciatorpediniere per la Marina italiana, l’“Andrea Doria” e il “Caio Duilio”, consegnate rispettivamente nel 2007 e nel 2009. Proprio grazie a programmi come Fremm e Orizzonte, Fincantieri "ha raggiunto posizioni di eccellenza e di livello assoluto, e ha dato vita con Naval Group alla joint venture paritaria Naviris, che apre la strada al consolidamento della difesa navale europea in risposta alla crescente pressione dei concorrenti mondiali”. 
Inoltre, con il progetto Fremm rimodulato per le esigenze della US NAVY, Fincantieri ha di recente vinto la competizione per la fornitura dei 20 unità “FFG (X)”.

«Fincantieri produce l'1% del prodotto interno lordo italiano e l'indotto è formato da oltre 3.000 aziende di cui il 75% italiane. 

Soltanto in Liguria 3.000 maestranze dirette e di queste il 70% nel settore militare». Lo ha detto il presidente di Fincantieri Giampiero Massolo che oggi ha preso la parola in sostituzione dell'ad Giuseppe Bono, per la prima volta assente a un varo per indisposizione: «Il nostro emblema è rappresentato dalla versatilità delle navi, dalla loro flessibilità d'impiego e dalla durata - ha detto Massolo -. Le nuove unità per decenni navigheranno negli scenari militari nel mondo oltre che a supporto della cittadinanza. Ora siamo in attesa per la fine febbraio di concludere il progetto europeo per formare un grande polo cantieristico capace di fronteggiare i competitor asiatici».

(Web, Google, Wikipedia, You Tube)
























































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