venerdì 16 febbraio 2024

CRISI DEL MAR ROSSO: l’abbattimento di sei missili balistici Houthi da parte dei missili Patriot sauditi evidenzia preoccupazioni più ampie in materia di difesa aerea e missilistica. I DDG della US NAVY e della ROYAL NAVY continuano ad abbattere i missili antinave Houthi senza soste.






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Una singola batteria di missili terra-aria Patriot dell’Arabia Saudita ha abbattuto sei missili balistici, che i militanti Houthi sostenuti dall’Iran nello Yemen avevano lanciato, nell’arco di poco meno di 50 secondi durante un incidente nel 2019.








L'incidente evidenzia ancora una volta le preoccupazioni circa l'inadeguatezza dell'attuale forza Patriot statunitense e della sua effettiva capacità di difesa aerea e missilistica terrestre. Gli addetti alla difesa missilistica già affrontano, in generale, sulla terra e in mare, quando rispondono a attacchi missilistici di volume maggiore, come è stato recentemente sottolineato dagli attacchi Houthi contro le navi dentro e intorno al Mar Rosso.
Secondo un rapporto di Aviation Week, funzionari della Royal Saudi Air Force (RSAF) hanno recentemente condiviso i dettagli dell'incidente del 2019. La 290a unità Patriot della RSAF era responsabile dell'intercettazione dei missili balistici Houthi, che erano stati lanciati contro la città saudita di Jazan: "In uno scontro che ormai è diventato leggendario all'interno del servizio, secondo i funzionari, i comandanti della batteria avevano lanciato un numero imprecisato di Patriot per intercettare i missili in arrivo, con un missile lanciato ogni sei secondi”. Non è chiaro quali tipi specifici di intercettori Patriot siano stati utilizzati. Nel corso degli anni l'Arabia Saudita ha acquisito un mix di varianti PAC-2 e le più recenti PAC-3.
Anche l'esatta composizione della 290a Unità Patriot della RSAF al momento dell'incidente è sconosciuta. Una tipica batteria Patriot dell'esercito americano oggi può avere fino a otto lanciatori montati su rimorchio insieme a un radar AESA multifunzione AN/MPQ-65 e le necessarie apparecchiature di controllo del tiro, comunicazioni e altre apparecchiature di supporto. Diverse versioni dei lanciatori basati su rimorchio possono essere caricate con un massimo di quattro intercettori della serie PAC-2, 16 PAC-3 CRI o 12 intercettori PAC-3 MSE, o un mix di questi.
Inoltre, il rapporto non dice quando nel 2019 si sono verificati gli abbattimenti. Tuttavia, gli Houthi affermarono di aver lanciato 10 Badr-1 contro l’aeroporto principale di Jazan il 25 agosto di quell’anno e le autorità saudite in seguito dissero che almeno sei erano stati intercettati.
Vale la pena notare che il Badr-1 da 210 mm di diametro degli Houthi è tipicamente descritto come un razzo di artiglieria pesante, ma la linea di demarcazione tra le armi di quella categoria e i missili balistici a corto raggio è spesso molto labile. I terroristi yemeniti hanno anche annunciato pubblicamente l’introduzione di una versione guidata del Badr-1, nota come Badr-1P, con una gittata massima dichiarata di 93 miglia (150 chilometri) nel 2018, che confonde ulteriormente queste acque. 
L'USAF includeva in particolare due razzi di artiglieria guidati da 122 mm di fabbricazione cinese (il WS-22 e il BRE7) con portate massime dichiarate ridotte rispetto al Badr-1P come esempi dei cosiddetti missili balistici a corto raggio (CRBM) in un programma non classificato del 2021 rapporto sugli sviluppi globali dei missili balistici e da crociera. 
L’US ARMY usa il termine CRBM per riferirsi a missili balistici a corto raggio (SRBM) con portate inferiori a 186 miglia (300 chilometri).
Sebbene non sia chiaro quale tipo di Badr-1 gli Houthi abbiano impiegato nell’attacco a Jazan dell’agosto 2019, le minacce balistiche in generale pongono sfide uniche ai difensori date le alte velocità con cui tipicamente cadono sui loro bersagli rispetto alle minacce aeree.
Gli Houthi avevano già preso di mira Jazan, che si trova all’estremità sud-occidentale del paese, vicino al confine con lo Yemen, ed hanno continuato a farlo anche dopo. I militanti yemeniti hanno preso di mira regolarmente per anni anche altre città saudite, tra cui Riyadh, con missili balistici più grandi, nonché missili da crociera e droni. Gli Houthi hanno in particolare rivendicato la responsabilità di un attacco senza precedenti con droni e missili contro le infrastrutture petrolifere saudite nel settembre 2019. Nel complesso, i combattimenti tra i sauditi (e la loro coalizione nello Yemen) e gli Houthi sono notevolmente diminuiti negli ultimi anni mentre Riyadh ha spinto per districarsi dalla situazione in un conflitto, che dura da quasi un decennio.
Indipendentemente da ciò, i dettagli aggiuntivi su come i missili Patriot sauditi hanno risposto all’attacco del 2019 mostrano il livello di tensione che un numero maggiore di missili balistici, anche di fascia bassa, può esercitare sulle difese aere-missilistiche amiche o alleate. Come nel caso delle forze armate statunitensi e di molte altre forze armate in tutto il mondo, secondo quanto riferito, la procedura operativa standard per le batterie Patriot RSAF prevede di lanciare almeno una salva di 2 missili contro ogni minaccia in arrivo. Quindi, se sei missili Houthi fossero stati abbattuti nel 2019, i sauditi probabilmente avrebbero lanciato almeno 12 Patriot.
Secondo i documenti di bilancio dell’esercito americano, il costo attuale di un singolo missile PAC-3 MSE, l’intercettore attualmente più avanzato in dotazione al sistema Patriot, è di quasi 5,3 milioni di dollari. Il prezzo per la versione precedente del PAC-3 e per i tipi PAC-2 è inferiore, ma resta comunque di milioni di dollari per missile.
Se l’incidente raccontato al World Defense Show è stato l’attacco del 25 agosto 2019, attacco all’aeroporto di Jizan, come sembra probabile, gli Houthi hanno anche affermato di aver lanciato 10 Badr-1 in totale. Ciò solleva la chiara possibilità che la RSAF abbia lanciato ancora più missili Patriot in quel caso specifico. Tale stato di cose mostra anche la reale minaccia che le difese aeree e missilistiche devono affrontare se vengono sopraffatte, anche da minacce di livello inferiore.
Dopo l’attacco a Jazan dell’agosto 2019, le autorità saudite hanno affermato che decine di persone sono state uccise e ferite a seguito dell’attacco nonostante le intercettazioni. Ciò, a sua volta, mostra i potenziali costi per il personale e il materiale che possono essere sostenuti se non si abbattono tali minacce, qualunque sia la differenza di prezzo che potrebbe esserci tra gli intercettori e ciò che colpiscono.
Tutto ciò è certamente in linea con quanto affermato in precedenza dalla Raytheon, casa produttrice dei Patriot, secondo cui operatori "arabi" avrebbero utilizzato questi sistemi per abbattere più di 100 missili balistici "tattici" solo tra il 2015 e il 2017. Più di recente, numerose segnalazioni tra dicembre 2021 e gennaio 2022 hanno avvertito che i sauditi rischiavano di rimanere senza intercettori Patriot entro alcuni mesi a causa dell’enorme volume di attacchi Houthi che coinvolgono missili balistici, missili da crociera e droni.
Sono notevoli le sfide produttive e tecnologiche che questo stato di cose pongono nel contesto della forza limitata di Patriot in dotazione all’US ARMY. 
Nel 2023, il servizio statunitense ha schierato due battaglioni Patriot in Medio Oriente in risposta alla crisi ancora in espansione in tutta la regione. Quelle unità rappresentavano circa il 13% del totale dei battaglioni Patriot dispiegabili e circa il 20% di quelli non già posizionati altrove nel mondo.
L’US ARMY sta cercando da tempo di espandere la sua forza Patriot, ma attualmente ha i fondi solo per un battaglione aggiuntivo. Nel contempo, la situazione in Medio Oriente, così come il conflitto in Ucraina, hanno già generato un’impennata della domanda globale di sistemi Patriot e intercettori allo stato dell’arte come i SAMP/T italo-francesi in particolare, che sembra destinata a creare una frenesia nella produzione. Per l’Ucraina, in particolare, il Patriot è diventata una linea di difesa fondamentale contro i missili balistici russi, compresi quelli che il paese ora acquista dalla Corea del Nord. I missili Patriot  e SAMP/T ucraini vengono utilizzati con ottimi risultati anche contro missili da crociera, droni, aerei ed elicotteri con equipaggio.
















Questi problemi vanno ben oltre il Patriot e anche l’intercettazione dei missili balistici a terra. 

La campagna antinave degli Houthi dentro e intorno al Mar Rosso ha ora portato sotto i riflettori la vera minaccia rappresentata dai missili balistici antinave. Il gruppo ha anche utilizzato queste armi insieme a missili da crociera e droni durante gli attacchi, sottolineando le complessità che i difensori in mare, così come a terra, dovranno affrontare sempre più col passare del tempo. 
Di recente è venuto alla ribalta il caso del numero totale di celle del sistema di lancio verticale VLS e di altri armamenti imbarcati sulle future fregate classe Constellation della US NAVY per esporre in dettaglio come queste sfide stanno già influenzando le forze navali di tutto il mondo.
Nel complesso, una batteria Patriot dell’Arabia Saudita che abbatte sei missili balistici Houthi in un minuto è certamente un’impresa significativa. Allo stesso tempo, sottolinea anche le sfide e le preoccupazioni molto serie in materia di difesa aerea e missilistica che le forze saudite, così come altre in tutto il mondo, si trovano ad affrontare in questo momento e che probabilmente aumenteranno in futuro.

I DDG della US NAVY continuano ad abbattere i missili antinave Houthi senza soste: ecco come la US NAVY elimina i missili antinave nemici.

La guerra missilistica non dichiarata tra i ribelli Houthi dello Yemen (vgs. Iran) e la Marina degli Stati Uniti ha reso inconfutabilmente chiara una cosa: le decine di miliardi di dollari che il servizio ha investito nella protezione delle sue navi da guerra stanno dando i loro frutti.
Gli Stati Uniti sono alleati con la maggior parte dei paesi della regione del Mar Rosso, ma il gruppo terroristico recentemente dichiarato, gli Houthi, stanno creando problemi dirottando navi commerciali e lanciando missili contro di loro mentre attraversano lungo le coste da loro controllate. I ribelli sono sostenuti dalla potenza regionale più grande ed espansionista, l’Iran, che usa gli Houthi come intermediario per attaccare altre potenze regionali, armandole ed equipaggiandole con armi tra cui missili antinave e balistici.
In seguito al grave attacco contro Israele, alleato delle democrazie occidentali, da parte del gruppo terroristico Hamas, i ribelli Houthi sono entrati in guerra lanciando droni e missili di ogni genere contro Israele. Questi droni e missili percorrono il Mar Rosso, il tratto di terreno più pianeggiante della regione, per semplificare il loro percorso e garantire che raggiungano il loro obiettivo. Sul loro cammino si trovano i DDG della Marina statunitense – tre cacciatorpediniere, al 18 dicembre 2023 – che operano attivamente per difendere l'alleato da questi sconsiderati attacchi a lungo raggio.
Dopo che i cacciatorpediniere statunitensi hanno sventato una serie di attacchi Houthi, i ribelli hanno puntato i loro missili contro le navi stesse. Da allora, i DDG della US NAVY, armati con sistemi CIWS e missili guidati a/a e anti-missile, hanno abbattuto numerosi droni e missili utilizzando sistemi radar e missilistici progettati per proteggere le portaerei da sofisticati attacchi di saturazione: e la battaglia non è nemmeno ravvicinata!

Ecco come funzionano i sistemi di difesa aerea imbarcati sui cacciatorpediniere statunitensi.

Nel nostro scenario, siamo su di un cacciatorpediniere lanciamissili guidati classe Arleigh Burke. Il primo accenno di problemi arriva tramite il sistema di combattimento elettronico AN/SLQ-32, comunemente noto come “Slick 32”. La maggior parte dei missili antinave utilizza un radar montato sul muso per rilevare e puntare sulle navi in mare. Slick 32 è progettato per cercare quelle emissioni radar, che potrebbero addirittura diventare rilevabili prima che i radar della nave possano rilevare il missile stesso.
In millisecondi, Slick 32 rileva le emissioni radar, suona l'allarme e le confronta con una libreria digitale di emissioni per identificare il tipo di missile. Il sistema trasmette quindi le informazioni, insieme alla rotta approssimativa del missile, ai suoi operatori umani. Gli operatori concludono che il missile è in rotta di collisione con la nave e che è in corso un attacco ostile.
Mentre il missile colma il divario con la nave, entra nel raggio d'azione del radar SPY-1D del cacciatorpediniere. Il missile Houthi è una tecnologia degli anni ’70 e lo SPY-1D lo riprende subito. Il missile si sta lanciando a 600 miglia all'ora, a soli 30 piedi sopra la superficie dell'oceano. Per quanto avanzato, il radar della nave può rilevare solo bersagli nella sua linea di vista e la bassa quota del missile, insieme alla curvatura della Terra, significa che il missile diventa rilevabile solo a 30 miglia di distanza. La matematica ci dice che, data la velocità del missile e la sua distanza dalla nave, l’equipaggio ha solo tre minuti per abbattere il missile.
L'equipaggio del cacciatorpediniere decide di ingaggiare il missile alla massima portata e seleziona il missile terra-aria medio Standard SM-2. L'SM-2, messo in campo per la prima volta negli anni '80, è un missile per la difesa aerea in grado di ingaggiare un ampio spettro di minacce aeree, dai missili da crociera bassi e lenti agli aerei da combattimento veloci e ad alta quota. L'SM-2 è alimentato da un razzo, corre verso obiettivi a Mach 3+ e li distrugge con una spoletta di prossimità e una testata altamente esplosiva.
La porta di un sistema di lancio verticale Mk 41 si apre e con un boato l'SM-2 emerge dalle viscere della nave su di una colonna di fiamme. In meno di dieci secondi, l'SM-2 ruota di 90 gradi e si allontana a tutta velocità nella direzione del missile in arrivo. Pochi secondi dopo, una seconda porta del silo si apre e un altro SM-2 si stacca, dando al cacciatorpediniere due possibilità di abbatterlo. Nel frattempo, uno dei tre radar di controllo del fuoco AN/SPG-62 del cacciatorpediniere illumina il missile in arrivo con energia elettromagnetica, mostrando agli SM-2 dove dirigersi.
Per come li intendiamo noi, ogni scontro nel mondo reale è iniziato e finito con i missili SM-2 che intercettavano la minaccia. Ma un cacciatorpediniere classe Arleigh Burke ha diversi livelli di difesa, quindi per illustrarli, supponiamo che entrambi gli SM-2 non siano riusciti a trovare il loro bersaglio.
In pochi secondi, l'equipaggio del cacciatorpediniere si rende conto che gli SM-2 non sono riusciti a distruggere la minaccia. Il missile Houthi è ancora in arrivo. L'equipaggio sceglie quindi di impegnarsi con gli Evolved Sea Sparrow Missiles (ESSM), un missile di autodifesa a corto raggio originariamente derivato dal missile aria-aria Sparrow. A differenza di altri missili, gli ESSM più piccoli contengono quattro missili per silo Mk 41. Due ESSM saltano via da un silo aperto, ruggiscono a Mach 4+ e agganciano rapidamente ta traccia del missile in arrivo mentre è immerso nell'energia dell'AN/SPG-62.
Allo stesso tempo, il cacciatorpediniere americano copre la sua scommessa lanciando esche antimissile Nulka. Il sistema Nulka, un sistema congiunto USA-Australia, è progettato per essere lanciato dai ponti delle navi da guerra sotto attacco. Una volta lanciato, il Nulka resta sospeso in aria, presentando un segnale radar alternativo a un missile in arrivo. Questo processo, noto come seduzione, è un cosiddetto “soft kill” che non si basa sulla distruzione attiva del missile, ma semplicemente attirandolo lontano dal bersaglio previsto.
Miracolosamente, gli ESSM non riescono ancora a distruggere il missile nemico. Va bene, perché c'è un terzo livello di difesa integrato nel cacciatorpediniere: il sistema d'arma ravvicinato Phalanx CIWS a 6 canne rotanti. Composto da radar di ricerca e tracciamento collegati a un cannone Gatling da 20 mm a sei canne, il Phalanx è una difesa disperata progettata per intercettare missili a poco più di due miglia dalla nave.
La torretta Phalanx ruota rapidamente per orientarsi contro la minaccia in arrivo, quindi con un ruggito simile a quello di una motosega spara una rapida raffica di proiettili di cannone da 20 mm. Una mezza dozzina di colpi di penetratori al tungsteno penetrano nel missile, facendolo a pezzi a mezz'aria. La testata del missile esplode, creando una palla di fuoco e un'onda d'urto a mezzo miglio dalla nave, troppo lontano per causare danni.
I missili funzionano. Con tutti i soldi che la Marina ha investito nella difesa aerea nell’ultimo mezzo secolo, i missili, i sensori e i sistemi di combattimento funzionano tutti, e funzionano bene. Un cacciatorpediniere lanciamissili della US NAVY, ad oggi, non ha avuto bisogno di ricorrere a nessuno dei sistemi di difesa aerea di riserva.
Anche se il conflitto tra Stati Uniti, l’occidente democratico e gli Houthi sembra sempre più aperto, una cosa è certa: se vola vicino alle nostre unità navali, viene abbattuto senza se e senza ma.








IL SISTEMA PATRIOT

Il Patriot (MIM-104 Patriot) è un missile terra-aria statunitense per la difesa tattica di punto (una base militare, una città o piccola provincia); arma dall'efficacia indiscussa, che ad oggi (2006) rappresenta l'ultima categoria di missili terra-aria dispiegata dagli Stati Uniti. Ha lanciatori orientabili, non verticali, per missili con guida track-via missile, ovvero i missili vengono guidati con un misto di radio ed impulsi radar "phased array".
È diventato famoso per la difesa contro i missili SS-1 Scud lanciati dall'Iraq contro Israele durante la guerra del Golfo del 1991. Sono stati schierati senza essere impiegati anche durante l'operazione Enduring Freedom che consisteva nell'invasione dell'Iraq da parte delle forze anglo-americane. 

Doveva essere adottato anche dall'Italia in ben 1280 esemplari, ma non si reperirono le ingenti risorse necessarie all'acquisto.

Il nome "Patriot" si collega all'acronimo: Phased Array TRacking to Intercept Of Target. Il simbolo del Patriot è un disegno di un miliziano della rivoluzione americana.

Il missile classificato ufficialmente come MIM-104 Patriot è attualmente il principale sistema SAM adoperato dall'esercito americano e da alcuni paesi alleati. Viene costruito nelle officine della società statunitense Raytheon. Il Patriot ha rimpiazzato il Nike Hercules per la difesa a quote basse e medie, ed ha sostituito lo HAWK come piattaforma per la difesa antiaerea tattica. Inoltre, il Patriot ha assunto (secondo molti inefficacemente) il ruolo di principale piattaforma missilistica anti balistica (ABM), che attualmente è la sua missione primaria.
Il sistema Patriot adopera un'antenna ed un radar Phased Array di alte prestazioni (in termini di qualità del tracciamento). Il Patriot è l'unico sistema ABM che abbia distrutto un missile balistico tattico (TBM) in combattimento ed è l'unico sistema SAM capace di fornire a forze corazzate in manovra una qualsiasi protezione contro missili balistici.
Il Patriot è stato sviluppato allo Redstone Arsenal di Huntsville (Alabama), che in precedenza aveva sviluppato il sistema ABM Safeguard e le sue componenti: Spartan ed il missile Sprint.
Il 15 ottobre del 1964 Il Segretario alla Difesa USA emana una direttiva perché il sistema di difesa aria-aria venga rinominato "Surface-to-Air Missile, Development" (SAM-D). Nel 1976, venne rinominato "Sistema di Difesa Aerea PATRIOT", che avrebbe combinato le nuove tecnologie come il radar di tipo phased array e la guida per l'inseguimento dal missile. La sperimentazione su larga scala del sistema comincia nel 1976. Viene dispiegato nel 1984. Il Patriot venne concepito come sistema antiaereo, ma nel 1988 venne aggiornato (alla versione PAC-1, Patriot Advanced Capability-1) per fornire qualche limitata capacità d'intercettazione contro alcuni tipi di missile balistico tattico. Tuttavia alla prova dei fatti l'impiego in Israele e Arabia Saudita nel 1991 contro i vettori Al-Hussein Irakeni fu un totale fallimento, con percentuali di intercettazione al di sotto del dieci per cento. L'ultima versione, la PAC-3, è stata totalmente riprogettata, con in mente lo scopo principale di distruggere missili oltre agli aerei.
Il "Patriot System" ha quattro funzioni operative principali: comunicazione, comando e controllo, sorveglianza radar e guida del missile. Il sistema è modulare e molto mobile. Le componenti del controllo di lancio (radar, sezione di controllo inseguimento, gruppo dell'antenna, generatore elettrico) ed i lanciatori sono montabili su camion o rimorchi, che oggi sono semi-rimorchi M860 trainati da un camion M983 "Dragon Wagon" HEMTT. L'intera batteria di Patriot può smontare e muoversi (dalla posizione di fuoco) in 30 minuti. Il sistema può essere reso di nuovo operativo in 45 minuti.
Il cuore della batteria di missili Patriot è la sezione di controllo di tiro ed i lanciatori, consistente nel "Radar Set" AN/MPQ-53 o -65 Radar, la stazione di puntamento AN/MSQ-104 (nota come la "ECS", simile ad un roulotte), il gruppo delle antenne OE-349, ed il generatore EPP-III. I missili sono trasportati e lanciati dalla stazione di lancio M901, che può portare fino a 4 missili PAC-2 oppure 16 PAC-3. Il battaglione di Patriot dispone di una "Information Coordination Central" (ICC), una ECS modificata, che coordina il fuoco dell'intera unità e lo collega alla rete JTIDS.

I radar di scoperta/inseguimento AN/MPQ-53 (PAC1-2) e AN/MPQ-65 (PAC-3)

Il complesso AN/MPQ-53/65 è un radar Phased Array che supporta anche i sottosistemi di IFF (identificazione automatica di amici e nemici), le contro-contromisure elettroniche (ECM) e l'inseguimento via missile (TVM). Il radar del Patriot lavora sulla Banda G della NATO, tra i 4 e 6 GHz di frequenza.

Il radar AN/MPQ-53 è installato nei sistemi PAC-2, mentre lo AN/MPQ-65 equipaggia le unità PAC-3. La maggiore differenza tra i due è l'aggiunta di un secondo traveling wave tube (TWT), che dà al MPQ-65 maggiori capacità di rilevamento e tracking. La schiera consiste di 5.000 elementi che fanno "brillare" e volteggiare il fascio radar molte volte al secondo. Inoltre l'antenna contiene l'interrogatore IFF, il TVM, ed almeno un "sidelobe canceller" (SLC), una schiera secondaria che cancella le interferenze radar. Questo radar è un sistema "detection-to-kill" (un solo radar fa tutte le funzioni di ricerca, identificazione, inseguimento ed ingaggio), a differenza di altri sistemi SAM, che richiedono diversi radar. Il raggio di scoperta (detection range) del radar del Patriot eccede i 100 km, e può inseguire simultaneamente fino a 100 bersagli.
Caratteristiche del fascio radar "phased array"
Il fascio radar creato da questo "phased array" è molto stretto e piuttosto agile da muovere rispetto ad una tipica antenna mobile. Ciò permette al radar di scoprire e seguire bersagli solitamente difficili da gestire come velivoli stealth o missili cruise, caratterizzati da una piccola sezione radar, oppure oggetti molto veloci come i missili balistici. Il sistema inoltre possiede un'ottima resistenza alle contromisure elettroniche e ai sistemi radar warning receiver, in quanto la trasmissione salta tra varie frequenze di rilevamento nel campo delle microonde.
Il costo del radar del Patriot supera i 40 milioni di dollari.

La stazione di controllo AN/MSQ-104 ECS

La AN/MSQ-104 Engagement Control Station (ECS) è il centro nevralgico della batteria Patriot. La ECS consiste di un rifugio montato sul pianale di un camion M927 da 5 tonnellate oppure su un camion (LMTV). I componenti della ECS sono: il Weapons Control Computer (WCC), il Data Link Terminal (DLT), il sistema di comunicazione UHF, la Routing Logic Radio Interface Unit (RLRIU) e due "workstations" che sono l'interfaccia uomo-macchina. La postazione ECS ha aria condizionata, filtrata e pressurizzata (per resistere ad attacchi NBC), ed è schermata contro l'EMP o altre interferenze elettromagnetiche. La ECS contiene alcune radio SINCGARS per comunicazioni-voce.
Lo WCC è il principale computer nel sistema Patriot. È un computer a calcolo parallelo a 24-bit militarizzato. È disposto in configurazione multiprocessore operante a 6 megahertz. Questo computer calcola gli algoritmi di intercettazione, e fornisce limitate capacità di auto-diagnosi. In confronto ai moderni personal computer ha una potenza di calcolo limitata, anche se è stato aggiornato spesso durante il suo periodo operativo.
Il DLT (Data Link Terminal) è il sistema che collega l'ECS alle stazioni di lancio dei missili Patriot. Utilizza le radio SINCGARS oppure cavi a fibra ottica per trasmettere dati crittati. Attraverso il DLT, gli operatori al lancio possono dispiegare i missili, armarli o disattivarli, eseguire test di funzionalità dei lanciatori o dei missili, ed infine sparare i missili.
Il sistema di comunicazioni UHF consiste di tre ricevitori radio UHF e tutto il loro equipaggiamento en-decrittazione. Sono connesse alle antenne del OE-349 Antenna Mast Group, che creano "lampi" di UHF tra le varie batterie Patriot ed il loro ICC. Questa crea una rete di dati sicura, in tempo reale (la PADIL, Patriot Data Information Link) che permette allo ICC di prendere il controllo delle batterie subordinate.
La "Routing Logic Radio Interface Unit" (RLRIU) funziona come il router primario di tutti i dati che arrivano allo ECS. La RLRIU fornisce ad ogni batteria di fuoco un indirizzo logico nella rete di dati del battaglione, ed invia/riceve dati da tutto il battaglione. "Traduce" anche tutti i dati che vanno dal WCC allo DLT, facilitando la comunicazione con i lanciatori.
Le workstation del Patriot sono chiamate "Manstation 1 e 3" (MS1 e MS3). Sono le postazioni dalle quali gli operatori agiscono col sistema, consistono di uno schermo monocromatico circondato da indicatori ed interruttori. Ogni manstation ha anche una tastiera QWERTY ed un joystick che lavora come il mouse di un PC. 
La ECS costa più di 5 milioni di dollari.

Il gruppo di antenne sul pennone OE-349

Il gruppo OE-349 Antenna Mast Group (AMG) viene montato su di un camion da carico M927 da 5 tons. Include quattro antenne da 4 kW in due paia di pennoni a controllo remoto.

L'impianto elettrico EPP-III

Lo EPP-III (Electric Power Plant) è la principale fonte di elettricità per lo ECS e il radar, che assieme allo EPP ed al AMG, costituiscono la sezione di controllo di fuoco del Patriot. È formato da due motori diesel da 150 kW (a 400 hertz) che sono interconnesse attraverso l'unità di distribuzione di potenza. Questi generatori sono montati su un camioncino M983 HEMTT.

Le stazioni di lancio M901

La M901 (Launching Stations) sono unità operate in remoto, totalmente autocontenute. La Engagement Control Station (ECS AN/MSQ-104) controlla l'operatività dei lanciatori attraverso ogni DLT del lanciatore, sia tramite fibra ottica o con un data-link wireless in frequenza VHF (SINCGARS).
Il sistema di livellamento integrale permette la sistemazione di missili in declivi fino ai 10 gradi. Ogni lanciatore è rimorchiabile in azimuth e può essere elevato ad una posizione di lancio fissa (di 90 gradi rispetto all'orizzonte). Il puntamento preciso del lanciatore prima del lancio non è necessario, dal momento che introdurrebbe un ulteriore tempo di ritardo nel tempo di reazione (e nell'abbattimento del missile incombente). Ogni lanciatore fornisce dati digitalizzati di auto-diagnostica dettagliata allo ECS via data link.

Il missile guidato Patriot

Vi sono attualmente (2006) otto varianti del missile Patriot: Standard, ASOJ/SOJC, PAC-2, PAC-2 GEM, GEM/C, GEM/T (or GEM+), e PAC-3.
La prima versione è stata lo MIM-104A, "Standard", capace soltanto di ingaggiare aerei. La versione MIM-104B "ASOJ" o "anti standoff jammer" è un missile progettato per cercare e distruggere emettitori di ECM. Il MIM-104C PAC-2 è stato il primo missile Patriot ottimizzato per intercettare missili balistici. La serie GEM (MIM-104D/E) consiste in ulteriori migliorie del missile PAC-2. Le prime sette di queste versioni (fino alla PAC-2) sono in configurazione di un singolo missile per tubo di lancio totalizzando quattro per lanciatore.
Il missile PAC-3 è un intercettore totalmente nuovo, con un radar di ricerca attiva in banda Ka ed altre migliorie che aumentano fortemente la sua letalità contro i missili balistici. I tubi di lancio del PAC-3 contengono quattro missili, in questo modo un lanciatore può portare un totale di 16 colpi. Tutti i missili Patriot consistono di un missile (o missili) montati in un tubo di lancio che sembra una grossa scatola in acciaio che è sia il contenitore, che l'involucro di trasporto, che il tubo di lancio. I missili Patriot sono consegnati dalla fabbrica all'esercito come "munizioni certificate" e non è necessario nessun tipo di mantenimento prima che il missile venga sparato.
Il missile PAC-2 è lungo 5,31 metri, pesa 900 kg ed è propulso da un motore razzo a combustibile solido fino a velocità superiori a Mach 5.
I missili Patriot costano tra 1 e 3 milioni di dollari al pezzo dipendendo dalla variante.

Il progetto del missile Patriot

La famiglia dei missili PAC-2 hanno tutti un progetto standard con solo piccole differenze tra i componenti interno. È costituito (dall'avanti all'indietro) dal radome, sezione di guida, testata esplosiva, sezione di propulsione, e sezione di controllo degli attuatori.
Il radome è fatto da silicio pressofuso, spesso circa 16,5 millimetri, con una punta in lega di nichel, ed un anello di attacco alla base protetto da un anello in gomma siliconica. Il radome fornisce, oltre la sagoma aerodinamica, anche la finestra alle microonde e la protezione termica per il cercatore a RF e gli annessi componenti elettronici.
La sezione di guida del Patriot consiste principalmente del sistema di guida modulare digitale aereo (MDAGS). Il MDAGS consiste di un pacchetto di mezza-corsa modulare che esegue tutte le funzioni di guida dal lancio fino a metà tragitto cedendo allora la guida alla sezione di guida terminale. Il sensore track-via-missile è montato sulla sezione di guida e si estende nel radome. Il "seeker" consiste di una antenna montata su una piattaforma inerziale, l'elettronica di controllo dell'antenna, un ricevitore ed un trasmettitore. Il pacchetto Modular Midcourse Package (MMP), che si trova nella parte anteriore della sezione della testata, consiste dell'elettronica di navigazione ed un computer di bordo del missile che esegue gli algoritmi di calcolo della traiettoria di volo e di impatto terminale secondo i programmi predisposti dal programma dell'elaboratore.
La sezione della testata da guerra, giusto dietro alla sezione di guida, contiene il sensore di prossimità la testata esplosiva, i sistemi di sicurezza ed attivazione, i cavi per accendere l'esplosivo, l'elettronica ausiliare, il sensore inerziale.
La sezione di propulsione consiste dello scudo di calore esterno e dal motore a razzo, che include il suo contenitore, ugello, propellente a combustibile solido, fodera e l'isolante, il pirogeno di ignizione, e l'unità per l'attivazione della propulsione.
La sezione di controllo CAS (Control Actuator Section) si trova all'estremo finale del missile, si serve di alette comandate dal computer di guida che sterzano e stabilizzano il missile in volo. Il sistema servo-motore delle alette consiste di attuatori idraulici e valvole oltre ad una fonte di energia elettroidraulica, formata da batteria, pompa motrice, riserva d'olio, pressurizzatore a bottiglia di gas ed un accumulatore.
La natura modulare del sistema Patriot ha reso gli aggiornamenti hardware e software un processo relativamente semplice e continuo. Ogni sottosistema del Patriot è stato aggiornato almeno una volta.

Patriot Advanced Capability - PAC-3

L'upgrade PAC-3 è quello più significativo che i sistemi del Patriot abbia mai ricevuto ed è uno dei più drastici programmi di upgrade mai eseguito in un sistema d'arma americano. Quasi ogni aspetto del sistema ha ricevuto un miglioramento significativo. In complesso l'upgrade PAC-3 si svolge in tre fasi e le unità sono designate "Configuration 1, 2, o 3", basandosi sullo stadi di upgrade in cui si trovano.
Lo stesso sistema vide l'upgrade del computer WCC e del suo software e l'intero insieme di comunicazioni è stato cambiato. Grazie a questo upgrade, gli operatori possono ora vedere le tracce nella rete JTIDS, cosa che aumenta grandemente la visione di battaglia e lasituational awareness degli equipaggi del sistema Patriot. Il software, una volta concepito principalmente per la difesa anti-area, ora può condurre una "ricerca a misura di missile TBM", ottimizzando il fascio e le risorse del radar per la ricerca di aeromobili ostili in un settore particolare noto per la presenza di lanciatori di missili balistici nemici, e può anche raggiungere un'altitudine minima di volo e di ingaggio del missile nemico ("keepout altitude") per assicurare che i missili balistici con testata chimica oppure gli ERS ("early release submunitions") vengano distrutti ad una certa altitudine.

Radar del PAC-3

Anche il radar del Patriot è stato completamente ridesegnato, aggiungendo un TWT addizionale ("Traveling Wave Tube") che aumenta molto le capacità del radar nella ricerca, rilevamento, inseguimento e discriminazione. In effetti, si dice che il radar del PAC-3, possa, tra le altre cose, rilevare se un aeromobile è pilotato da persone e se porti oppure no dell’esplosivo.

Missile Patriot PAC-3

L'upgrade PAC-3 comporta un nuovo progetto di missile, denominato MIM-104F, che viene chiamato PAC-3 dallo U.S. Army. Secondo alcuni osservatori, il PAC-3 missile è l'intercettore antiaereo più avanzato mai sviluppato, pensato quasi interamente alla missione contro missili balistici.
La miniaturizatione lo rende molto più piccolo rispetto ai PAC-2; i vecchi contenitori ("cans") possono portare quattro missili dove una volta era contenuto uno solo. Il missile PAC-3 è molto più manovrabile, grazie a dozzine di piccoli motori a razzo montati nella parte anteriore del missile (noti come ACMs, o "Attitude Control Motors”).

Radar terminale del PAC-3

Comunque, la miglioria più significativa al missile PAC-3 è l'aggiunta di cercatore radar attivo in banda Ka. Questo permettere al missile di interrompere il contatto col radar principale del sistema ed acquisire il suo bersaglio nella fase terminale dell'intercettazione, cosa che migliora il tempo di reazione del missile verso un bersaglio balistico che si muove ad alta velocità; in effetti si sostiene che il PAC-3 abbia la capacità di selezionare il missile bersaglio in arrivo e tracciare una traiettoria d'impatto che lo porta a colpire esattamente la testata da guerra nemica. Questo radar attivo aumenta la capacità del missile di distinguere ed evitare frammenti ed esche radar attorno al missile nemico e fornisce al Patriot una capacità "hit-to-kill" che rende non necessario il detonatore di prossimità tradizionale (magnetico, laser oppure optoelettronico). Questo aumenta la capacità di colpire la testata esplosiva, nucleare o chimica distruggendola invece di colpire il corpo del missile col pieno di carburante (come avveniva con i missili Scud quando colpiti dai PAC-1).
Si dice che il Patriot PAC-3 abbia quintuplicato "l'impronta difensiva", cioè l'area che un'unità Patriot può difendere contro missili balistici di ogni tipo incrementando considerevolmente la letalità del sistema e l'efficacia contro suddetti missili. Ha esteso anche il numero e la qualità dei missili intercettabili dal Patriot che ora include alcuni IRBM e ICBM come il Nodong, il CSS-2 ed il CSS-3.
Queste migliorate capacità anti-balistiche lo hanno reso, però, meno capace nell'intercettazione di aeromobili endo-atmosferici e di ogni tipo di missile aria-terra. Si tratta di un missile più lento, ha un raggio d'azione più corto ed una testata esplosiva più piccola rispetto ai vecchi missili Patriot ed molto meno esplosivo rispetto al missile Arrow (anche se in genere si affida alle sue capacità "hit to kill", dovute alla combinazione esplosivo-energia cinetica).
L'intercettore del Patriot PAC-3 sarà l'intercettore primario per il nuovo sistema MEADS, che si prevede di mettere in servizio assieme al Patriot nel 2012.

Impiego operativo

Il 21 settembre 2017 la difesa aerea dell’Israeli Air Force (IAF) ha abbattuto un UAV (Unmanned aerial vehicle) di fabbricazione iraniana che tentava di violare lo spazio aereo israeliano lungo la linea delle Alture del Golan. Il drone da ricognizione, secondo quanto riportato dai funzionari dell’Israel Defense Forces (IDF), era decollato da una pista di Damasco, in Siria, è stato abbattuto ricorrendo al sistema "Patriot".
L'UAV abbattuto è stato intercettato dopo aver violato quella che è codificata come la linea ‘Bravo’: la linea ‘cuscinetto’ che segna il confine siriano attraverso una zona demilitarizzata. Lo spazio aereo della linea ‘Bravo’ è comunque considerato israeliano e l'IDF "ha deciso di intercettarlo” ed abbatterlo con un singolo missile lanciato da una batteria Patriot posizionata nella zona nord del Paese, vicino alla città di Safad.
L’abbattimento è stato riportato ufficialmente dal portavoce dell’IDF, colonnello Yonatan Conricus. Secondo la fonte israeliana “il volo era operato dalla milizia sciita Hezbollah”.
Di seguito i casi precedenti d'impiego per violazione dello spazio aereo israeliano. Il 31 agosto 2014 una batteria PATRIOT lanciò un missile per abbattere un UAV siriano in volo sulle alture del Golan. Il mese successivo venne impiegato per abbattere Sukhoi Su-24dell’Aeronautica militare siriana che era penetrato nello spazio aereo israeliano. Nel luglio del 2016, l’IAF ha lanciato due Patriot per abbattere una coppia di droni che avevano violato lo spazio aereo israeliano vicino al confine siriano; quello che era stato ipotizzato essere un drone di Hezbollah si dimostrò essere un UAV dell'Aeronautica militare russa penetrato erroneamente nei cieli di Israele.

Per la prima volta, l'intercettore Patriot Advanced Capability – 3 (PAC-3) Missile Segment Enhancement (MSE) di Lockheed Martin ha comunicato con successo con il radar AN/SPY-1, un componente chiave del sistema Aegis della US NAVY.

La famiglia di missili PAC-3 si difende dalle minacce in arrivo utilizzando un contatto diretto corpo-a-corpo che fornisce al bersaglio un'energia cinetica esponenzialmente superiore a quella ottenibile con i meccanismi di frammentazione a scoppio. 
Basandosi sull'iniziativa di riduzione dei costi (CRI) del PAC-3, già sperimentata in combattimento, il PAC-3 Missile Segment Enhancement (MSE) amplia lo spazio di battaglia letale con un motore a razzo solido a due impulsi, che fornisce maggiori prestazioni in termini di altitudine e raggio d’azione.Il sistema sta aiutando gli alleati contro le nuove minacce altamente contestate che devono affrontare e che richiedono comunicazioni sicure e resilienti basate su un’architettura di rete che integri perfettamente tutte le risorse dello spazio di battaglia congiunto che comprende tutti i domini. Si sta ottimizzando gli accoppiamenti arma-bersaglio e gli inventari disponibili per massimizzare l'efficacia della missione.
Nell'ambito del suo ruolo, il PAC-3 ha dimostrato l'integrazione con il sistema d'arma THAAD, il sistema di comando di battaglia di difesa aerea e missilistica integrata (IBCS) dell'esercito americano e l'F-35, il nodo più avanzato nella rete di guerra del 21° secolo ad architettura centrica.
Il PAC-3 MSE / Aegis può fornire una comprovata capacità integrata di difesa aerea e missilistica con capacità crescente e aiutare i clienti marittimi a difendersi da minacce avanzate e manovrabili. 
"Il test effettuato con successo rappresenta un importante passo avanti verso la piena integrazione del PAC-3 MSE nel sistema d'arma Aegis", ha affermato Tom Copeman, vicepresidente, Naval Systems, Lockheed Martin Missiles e Fire Control. “L’integrazione PAC-3 MSE/Aegis fornisce una difesa rafforzata alle flotte marittime in tempi rapidi e convenienti”.
L'integrazione del PAC-3 MSE e del sistema d'arma Aegis richiede innanzitutto la modifica del collegamento dati in radiofrequenza PAC-3 MSE per comunicare con il radar SPY-1. Il radar SPY-1 funziona su di una frequenza in banda S, che ha richiesto a Lockheed Martin di convertire il collegamento dati dual-band esistente del PAC-3 MSE in un collegamento dati tri-band per comunicare in banda S. Questo test di successo convalida l'integrazione iniziale di questa capacità.
Le comprovate capacità Hit-to-Kill del PAC-3 MSE difendono dalle minacce avanzate tra cui missili balistici tattici, missili da crociera e aerei. Attualmente, il programma PAC-3 MSE sta raggiungendo i 550 MSE all'anno, con l'intenzione di continuare a crescere. Nel 2022, Lockheed Martin ha aperto una nuova espansione dell'edificio di 85.000 piedi quadrati presso la struttura di Camden, in Arkansas, per supportare una maggiore capacità di produzione per PAC-3 MSE.
I radar SPY-1 sono imbarcati su oltre 100 incrociatori e cacciatorpediniere Aegis della US NAVY o alleate e, con prestazioni comprovate e capacità crescente, l'integrazione di PAC-3 MSE con Aegis può aiutare i marinai a stare al passo con le minacce in evoluzione.



Ripensare la guerra, e il suo posto
nella cultura politica europea contemporanea,
è il solo modo per non trovarsi di nuovo davanti
a un disegno spezzato
senza nessuna strategia
per poterlo ricostruire su basi più solide e più universali.
Se c’è una cosa che gli ultimi eventi ci stanno insegnando
è che non bisogna arrendersi mai,
che la difesa della propria libertà
ha un costo
ma è il presupposto per perseguire ogni sogno,
ogni speranza, ogni scopo,
che le cose per cui vale la pena di vivere
sono le stesse per cui vale la pena di morire.
Si può scegliere di vivere da servi su questa terra, ma un popolo esiste in quanto libero, 
in quanto capace di autodeterminarsi,
vive finché è capace di lottare per la propria libertà: 
altrimenti cessa di esistere come popolo.
Qualcuno è convinto che coloro che seguono questo blog sono dei semplici guerrafondai! 
Nulla di più errato. 
Quelli che, come noi, conoscono le immense potenzialità distruttive dei moderni armamenti 
sono i primi assertori della "PACE". 
Quelli come noi mettono in campo le più avanzate competenze e conoscenze 
per assicurare il massimo della protezione dei cittadini e dei territori: 
SEMPRE!
….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace, 
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a darla per scontata:
una sorta di dono divino e non, 
un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…
…Vorrei preservare la mia identità,
difendere la mia cultura,
conservare le mie tradizioni.
L’importante non è che accanto a me
ci sia un tripudio di fari,
ma che io faccia la mia parte,
donando quello che ho ricevuto dai miei AVI,
fiamma modesta ma utile a trasmettere speranza
ai popoli che difendono la propria Patria!
Violenza e terrorismo sono il risultato
della mancanza di giustizia tra i popoli.
Per cui l'uomo di pace
si impegna a combattere tutto ciò 
che crea disuguaglianze, divisioni e ingiustizie.
Signore, apri i nostri cuori
affinché siano spezzate le catene
della violenza e dell’odio,
e finalmente il male sia vinto dal bene…

(Fonti: https://svppbellum.blogspot.com/, Web, Google, Thedrive, PopularMechanics, Lockheed Martin, Wikipedia, You Tube)































 

giovedì 15 febbraio 2024

Marine nationale: Naval Group svilupperà il prototipo dell’UCUV; il dimostratore XLUUV di Naval Group, che ha completato le prove in mare alla fine del 2023, sarà una componente chiave del progetto.







https://svppbellum.blogspot.com/

Blog dedicato agli appassionati di DIFESA, storia militare, sicurezza e tecnologia. 





La Marine nationale è un corpo della funzione pubblica di Stato e la forza militare navale (marina militare) della Repubblica francese. 

È la componente marittima delle Forces armées françaises, le altre tre componenti sono l'Armée de terre, l'Armée de l'air, la Gendarmerie nationale, i services de soutien e gli organismes interarmées.
La sua flotta è composta da un centinaio di navi di superficie (comprendendo anche il naviglio secondario come navi cisterna e rimorchiatori), tra cui una portaerei a propulsione nucleare (unica marina europea a possederne una), e da dieci sottomarini nucleari, di cui quattro armati con SLBM.
Nel 2014 essa impiegava 39.300 uomini (36.500 militari e 2.800 civili) reclutati per concorso. I suoi ufficiali sono formati all'École navale a Lanvéoc, dove si accede per concorso dopo due anni di preparazione.
Il motto della Marine nationale, stampato con lettere bianche su fondo blu e presente su tutte le unità della sua flotta, è: « Honneur, Patrie, Valeur, Discipline » (Onore, Patria, Valore, Disciplina) e questo motto non è mai cambiato dai tempi della Marine royale.
È familiarmente chiamata « La Royale », forse perché prima di essere imperiale o nazionale, era reale o ancora perché l'antico Ministero della Marina (dove aveva sede lo Stato maggiore della Marina fino al 2016) era situato al numero 2 di rue Royale a Parigi, o infine per distinguerla da « La Marchande ».


Veicolo sottomarino da combattimento senza pilota “UCUV” (UCUV - Unmanned Combat Underwater Vehicle)

Naval Group si è aggiudicata un contratto con la Direzione Generale dell'Armamento (DGA), l'agenzia francese per gli appalti della difesa, per lo sviluppo di un dimostratore di veicolo sottomarino da combattimento senza pilota (UCUV).





In base a un accordo quadro annunciato da entrambe le parti il 29 gennaio 2024 ma formalizzato il 28 dicembre 2023, Naval Group progetterà, produrrà e testerà un prototipo dell’UCUV di 10 metri di lunghezza.
In data 28 dicembre 2023, la Direzione Generale degli Armamenti francese ha notificato a Naval Group un accordo quadro volto alla produzione di un dimostratore di droni da combattimento subacqueo senza pilota: UCUV - Unmanned Combat Underwater Vehicle.
Questo contratto iniziale consentirà lo sviluppo delle varie tecnologie essenziali per la creazione di un dimostratore UCUV, come l’autonomia energetica e l’integrazione di sensori e capacità di elaborazione autonome. Si conferma l’interesse francese per i grandi droni da combattimento subacquei senza pilota “XL-UUV” nei casi d’utilizzo scelti dalla Marine Nationale francese e dalla DGA.
Con Naval Group si è scelto di capitalizzare il know-how industriale in termini di sottomarini armati, e il lavoro di ricerca e sviluppo: ciò ha dato vita ad un primo dimostratore XL-UUV, la cui qualificazione in mare da parte di Naval Group è stata già completata alla fine dell'estate 2023. Quest'ultimo fungerà da laboratorio sperimentale per i vari sviluppi futuri.
Il primo lavoro riguarderà il miglioramento del drone nella sua autonomia decisionale e nella sua capacità di navigare in completa sicurezza. 
Successivamente, l'obiettivo dichiarato dalla DGA è particolarmente ambizioso con il varo e la valutazione operativa di un grande dimostratore di lunga durata di oltre 10 metri e più di 10 tonnellate di stazza.
La firma di questo accordo quadro è direttamente in linea con gli sforzi specifici del Ministero delle Forze Armate in termini di droni navali, in conformità con la legge di programmazione militare 2024-2030. 
Rifornirà una vasta rete di PMI, ETI e grandi gruppi industriali diffusi in tutta la Francia, tra cui aziende del Var, del Morbihan, della Manica, della Loira Atlantica, dell'Yvelines, delle Bocche del Rodano e persino della Senna.
L'accordo prevede i principali casi d'utilizzo e lo sviluppo delle architetture di sistema per un UCUV.
Il progetto sfrutta il lavoro di ricerca e sviluppo già svolto da Naval Group che ha portato allo sviluppo di un primo dimostratore di veicolo subacqueo senza pilota extra-large (XLUUV) che ha completato le prove in mare durante il terzo trimestre del 2023: sarà utilizzato come piattaforma di sperimentazione e integrazione tecnologica e aiuterà a informare la progettazione del futuro dimostratore UCUV.





Ripensare la guerra, e il suo posto
nella cultura politica europea contemporanea,
è il solo modo per non trovarsi di nuovo davanti
a un disegno spezzato
senza nessuna strategia
per poterlo ricostruire su basi più solide e più universali.
Se c’è una cosa che gli ultimi eventi ci stanno insegnando
è che non bisogna arrendersi mai,
che la difesa della propria libertà
ha un costo
ma è il presupposto per perseguire ogni sogno,
ogni speranza, ogni scopo,
che le cose per cui vale la pena di vivere
sono le stesse per cui vale la pena di morire.
Si può scegliere di vivere da servi su questa terra, ma un popolo esiste in quanto libero, 
in quanto capace di autodeterminarsi,
vive finché è capace di lottare per la propria libertà: 
altrimenti cessa di esistere come popolo.
Qualcuno è convinto che coloro che seguono questo blog sono dei semplici guerrafondai! 
Nulla di più errato. 
Quelli che, come noi, conoscono le immense potenzialità distruttive dei moderni armamenti 
sono i primi assertori della "PACE". 
Quelli come noi mettono in campo le più avanzate competenze e conoscenze 
per assicurare il massimo della protezione dei cittadini e dei territori: 
SEMPRE!
….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace, 
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a darla per scontata:
una sorta di dono divino e non, 
un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…
…Vorrei preservare la mia identità,
difendere la mia cultura,
conservare le mie tradizioni.
L’importante non è che accanto a me
ci sia un tripudio di fari,
ma che io faccia la mia parte,
donando quello che ho ricevuto dai miei AVI,
fiamma modesta ma utile a trasmettere speranza
ai popoli che difendono la propria Patria!
Violenza e terrorismo sono il risultato
della mancanza di giustizia tra i popoli.
Per cui l'uomo di pace
si impegna a combattere tutto ciò 
che crea disuguaglianze, divisioni e ingiustizie.
Signore, apri i nostri cuori
affinché siano spezzate le catene
della violenza e dell’odio,
e finalmente il male sia vinto dal bene…

(Fonti: https://svppbellum.blogspot.com/, Web, Google, Jane’s, Covert Shores, Defense.gouv, Wikipedia, You Tube)