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Blog dedicato agli appassionati di DIFESA, storia militare, sicurezza e tecnologia.
E’ chiaramente un programma urgente in attesa dell'ingresso in servizio dei più prestanti e avanzati UAV super-MALE armati REAPER Block 5: l’ingresso in servizio dei nuovi ”REAPER” arriverà entro la fine del 2025.
L’ASTORE è la variante armata equipaggiata con razzi a guida laser turchi CIRIT del FALCO EVO di Leonardo ed è già in servizio in Turkmenistan, Bangladesh e, probabilmente, anche se in questo caso non ci sono conferme ufficiali, con il Pakistan, storico utilizzatore dell'UAV FALCO. E', dunque, una macchina combat proven.
L'ASTORE potrebbe anche soddisfare l'esigenza dell'Esercito Italiano di sostituire gli UAV SHADOW 200 in servizio con una macchina ben più prestante e complessa.
Come noto agli addetti ai lavori, gli aeromobili a pilotaggio remoto (Medium Altitude Long Endurance) MALE, MQ-1A PREDATOR e MQ-9 REAPER, in dotazione al 32° Stormo di Amendola (FG), sono disarmati. La possibilità di disporre di droni armati era già emersa indirettamente dopo la decisione di acquistare i REAPER.
Nel 2008, l'allora sottosegretario alla Difesa, precisò che dietro la decisione di acquistare i REAPER non c'era alcuna intenzione di dotarli di sistemi d’arma. Questa intenzione è stata ripetuta nel 2009, quando la proposta del governo di acquistare altri due REAPER fu discussa in Parlamento.
La situazione è cambiata radicalmente tra il 2009 e il 2010 sull’esperienza della guerra in Afghanistan: il drone armato è risultato il mezzo più idoneo a garantire la massima sicurezza alle truppe in teatro.
Per armare i REAPER è necessario un software specifico nonché un kit di guida laser e/o GPS per i missili/bombe, prodotto dalla General Atomics che deve preventivamente essere autorizzata dal governo USA.
Nel 2015 l’Italia ha ottenuto il via libera dal governo statunitense. Ottenere il software americano per armare i REAPER, tuttavia, non è l’unico modo per equipaggiare i droni armati. Anche in questo settore, infatti, l’industria nazionale ha fatto notevoli passi avanti negli ultimi anni.
Nel 2017 Leonardo ha sviluppato, a partire dall'UAV FALCO EVO, una versione armata di drone denominata ASTORE che ha un peso al decollo di 650 kg e può trasportare fino a 120 kg di carico bellico e non.
Risulterebbe che l’UAV di Leonardo sarebbe stato testato con il razzo turco a guida laser della ROKETSAN Cirit 70 mm.
Nel settore Aerospazio e Difesa, i sistemi a pilotaggio remoto seguono un percorso di sviluppo e di crescita caratterizzato da diverse dinamiche.
Ecco il caso della famiglia Falco di Leonardo. L’evoluzione degli UAS (Uncrewed Air Systems) è un processo che segue alcuni paradigmi comuni a tutto il settore dell’Aerospazio e Difesa.
Tale processo si sviluppa a partire da un modello iniziale, progettato in base alle tecnologie disponibili e alle caratteristiche operative richieste al momento della progettazione. Il modello è stato migliorato nel corso del tempo, per rispondere a nuove necessità e tenere conto della disponibilità di nuove tecnologie; senza dimenticare il ciclo continuo della risoluzione delle obsolescenze con la possibilità di sfruttare economie di scala grazie alla presenza di componentistica comune al mercato civile e alla connotazione dual use di alcuni sistemi.
DATI DI VENDITA:
- 50 sistemi a pilotaggio remoto della famiglia Falco venduti in tutto il mondo;
- >800 velivoli uncrewed operativi in 27 paesi;
- Leonardo è partner del programma Eurodrone, il sistema uncrewed MALE (Medium Altitude Long Endurance) europeo;
- Leonardo fornisce tecnologica per lo sviluppo di Skydweller, primo drone a energia solare con autonomia illimitata.
LA FAMIGLIA DI SISTEMI “FALCO”
Per Falco si intende una famiglia di sistemi che si è sviluppata, in linea con quanto visto in precedenza, a partire da un modello iniziale, il Falco XN presentato nel 2003, passando per la piattaforma intermedia Falco EVO, presentata nel 2012 e largamente utilizzata in compiti operativi, per arrivare all’ultima versione denominata Falco Xplorer, un sistema molto diverso dal capostipite, che ha compiuto il primo volo nel 2020 e che sta completando il lungo e complesso processo di certificazione in stretta collaborazione con l’Autorità Militare Italiana DAAA (Direzione degli Armamenti Aeronautici e per l’Aeronavigabilità).
La famiglia Falco trae origine dai primi droni per la sorveglianza del campo di battaglia della serie Mirach 20 e Mirach 26. Tali droni, sviluppati da Leonardo (allora Meteor), erano frutto di un nuovo concetto di sorveglianza, concepito in maniera pionieristica dalle Forze Armate di Israele nel corso delle guerre arabo-israeliane degli anni ‘70-’80 e testato a livello operativo durante le operazioni nella valle della Beka’a (Libano) nel 1982. È proprio a partire dal Mirach 26 che si sviluppa il primo sistema Falco, caratterizzato da un ampio design di tutte le componenti associate, dall’installazione di un nuovo motore e di una nuova stazione di controllo a terra, ma, soprattutto, dalla capacità di operare da piste convenzionali, tramite l’adozione di un carrello. Il primo modello era equipaggiato con un sensore elettro-ottico da 10 pollici e aveva un peso massimo al decollo di 450 kg, un’autonomia di 10 ore e un raggio operativo di circa 200 km in linea di vista radio. Con l’emergere di nuovi concetti operativi e tecnologie (legate alla miniaturizzazione dell’elettronica, allo sviluppo di nuovi sistemi radar, radio ed elettro-ottici), la trasformazione del Falco è andata avanti come un percorso di miglioramento continuo.
E così il sistema, nella sua variante denominata Falco EVO, è oggi in grado di esprimere il massimo concetto di sorveglianza, in ambito marittimo e terrestre, grazie a un’ampia suite di sensori: un radar multimodale per la sorveglianza a lungo raggio; torrette EO-IR multi-spettrali da 10-15 e 16 pollici; un sistema ESM per captare e localizzare emissioni elettroniche a lunga distanza, un sistema COMINT, radio aeronautiche, terrestri e marittime per permettere di comunicare direttamente con gli altri assetti nell’area delle operazioni e una connettività satellitare per missioni oltre i 200 km. La possibilità di sfruttare una tale gamma di sensori è dovuta alla versatilità del sistema di missione e alla elevata capacità di carico, avendo incrementato il peso massimo al decollo fino a 650 kg. Tra le modifiche più rilevanti apportate, oltre alla capacità di trasportare un’ampia suite di sensori contemporaneamente, si aggiungono un’apertura alare quasi doppia rispetto al modello originale e un nuovo motore heavy fuel, che garantiscono al sistema una endurance di oltre 24 ore. Il sistema incorpora, inoltre, capacità di volo completamente automatico, incluso le fasi di decollo e di atterraggio, migliorando così la modalità di utilizzo.
IL “FALCO ASTORE”
Dalla necessità di rispondere a questo nuovo concetto operativo, insieme alla disponibilità di nuove tecnologie e funzionalità, è stata concepita l’ultima piattaforma della famiglia Falco: l’Astore.
Il continuo processo di innovazione è proseguito con gli straordinari cambiamenti a livello operativo e dottrinale che hanno caratterizzato gli ultimi anni.
Nei moderni scenari operativi, caratterizzati da un’elevata complessità e da una minaccia ampiamente variegata, è infatti necessario disporre di uno strumento maggiormente flessibile e in grado di fornire una capacità di attacco rispetto a contingenze che possono rapidamente cambiare, mettendo per esempio a rischio la vita delle forze amiche e/o trasformando improvvisamente un teatro a basso rischio in un teatro più convenzionale e “contestato”.
Dalla necessità di rispondere a questo nuovo concetto operativo, insieme alla disponibilità di nuove tecnologie e funzionalità, è stata concepita l’ultima piattaforma della famiglia Falco: l’Astore. La dotazione di un carico bellico di precisione (fino a 70 kg, distribuiti sui due piloni sub alari), unita alla mantenuta capacità di intelligence e sorveglianza (16 ore di endurance e oltre 200 km di raggio operativo), rende l’Astore una piattaforma flessibile e completa, in grado di svolgere missioni complesse, pur mantenendo un costo d’uso coerente ed efficiente per l’utilizzatore.
Per le missioni di attacco l’Astore è dotato di apparati safety critical che gestiscono la catena di sicurezza dell’armamento ridondata, mantenendo sempre il pilota da remoto quale elemento chiave nell’intero ciclo di ingaggio (man in the loop). La piattaforma è inoltre equipaggiata con un sistema di puntamento laser che permette la designazione dei bersagli, sia per i propri effettori sia per altre piattaforme (modalità buddy lasing), e ha la possibilità di effettuare la ricognizione post attacco in maniera automatica, al fine di valutare l’efficacia dell’azione (battle damage assessment).
CAPACITA’ OPERATIVE dell’Astore:
- >120 KG di carico;
- >16 ORE di endurance;
- >200 KM di raggio operativo;
- >7000 M di quota.
Culmine del processo descritto in precedenza, l’Astore si è fatto portatore di importanti innovazioni, dettate dalla disponibilità di nuove tecnologie e dall’emergere di nuove dottrine e concetti operativi, rappresentando perfettamente il continuo miglioramento che dà forza alla leadership di Leonardo nel settore uncrewed.
IL MISSILE ROKETSAN “CIRIT”
Il missile CİRİT a guida laser da 2,75" è una soluzione altamente precisa ed economica per elicotteri armati ed è ottimizzato per l'uso contro bersagli statici o in movimento leggermente corazzati/non corazzati. Il CİRİT di nuova generazione è stato progettato per colmare il divario tattico tra i razzi non guidati da 2,75” e i missili anticarro guidati.
Il Cirit è un sistema missilistico a guida laser da 70 mm in produzione dal produttore turco di armi ROKETSAN. Si tratta di uno dei progetti lanciati dalla Turchia per dotare gli elicotteri d'attacco T-129 Atak, AH-1P Cobra e AH-1W Super Cobra dell'esercito turco con capacità di attacco di precisione a basso costo. È stato selezionato da Eurocopter per l'esecuzione di un programma di test e integrazione per equipaggiare l' Eurocopter EC635. Il nome dell'arma deriva da un tradizionale gioco a cavallo turco, Cirit (pronunciato Jirit ), in cui due squadre di cavalieri combattono una finta battaglia utilizzando giavellotti di legno chiamati cirit.
Cirit è un sistema missilistico guidato da 70 mm (2,75 pollici) dotato di un cercatore di homing laser semiattivo. La sezione di ricerca e guida è collegata a una testata appositamente costruita con una munizione insensibile di classe 5 (IM). La testata multiuso è dotata di munizioni perforanti combinate con effetti antiuomo e incendiari potenziati dietro l'armatura. Il motore sprigiona fumo ridotto, con proprietà IM. È collegato alla sezione posteriore tramite un cuscinetto a rulli che gli permette di ruotare in volo. Ci sono quattro piccole superfici stabilizzanti nella parte posteriore del missile, davanti all'ugello di scarico, che garantiscono un volo stabile. Roketsan ha sviluppato una nuova capsula di lancio e un nuovo contenitore in cui il missile Cirit viene consegnato completo. Il Cirit ha una portata guidata effettiva massima di 8 km con un'alta probabilità di colpire un bersaglio 3×3 m a tale distanza. Il lavoro iniziale sul progetto Cirit è iniziato nel 2004 ed è stato mostrato per la prima volta in pubblico durante l'IDEF 2007. Roketsan aveva scelto di non seguire l'esempio di altri programmi simili di razzi guidati da 70 mm (2,75 pollici) e ha sviluppato il Cirit come un tutt’uno e non come kit di guida aggiuntivo per i razzi non guidati esistenti. Ciò ha visto l'azienda lavorare su diversi nuovi componenti per il razzo, tra cui il cercatore laser semi-attivo, i sistemi di attuazione e controllo, i cuscinetti, l'hardware e il software del computer. Testata multiuso ad alte prestazioni, motore e contenitore specifico sono stati progettati e sviluppati da TUBITAK-SAGE. Il Cirit è progettato per l'uso con i lanciarazzi esistenti da 70 mm come LAU-61, LAU-68, LAU-130, LAU-131, M260 e M261. Roketsan sta inoltre sviluppando una nuova serie di lanciatori digitali, con sette e 19 tubi, per sfruttare le capacità del bus dati MIL-STD-1760 del Cirit. È in produzione dal 2010 e ne sono state consegnate 5000 unità ai clienti.
Il Falco è un aeromobile a pilotaggio remoto (APR) progettato e costruito dall'azienda italiana Selex ES (oggi Leonardo).
L'APR è un UAV da “media altitudine, media autonomia” ed è stato progettato per scopi di sorveglianza; può trasportare diversi tipi di carico, tra cui vari sensori ad alta risoluzione; non è tuttavia in grado di trasportare armamenti. Il cliente di lancio, il Pakistan, ha chiesto che venisse prodotta una versione del Falco armata: tale versione, denominata Falco Evo, è in grado di trasportare missili e bombe guidati.
SVILUPPO:
Il primo volo del Falco è avvenuto nel dicembre 2003 e nell'ottobre 2004 Galileo Avionica ha completato il processo di omologazione dell'APR. Sono state condotte più di 40 ore di volo di prova presso il Poligono sperimentale e di addestramento interforze del Salto di Quirra, in Sardegna. L'omologazione dei controlli di volo è stata completata nel settembre 2004, la prova dei sistemi di bordo è cominciata all'inizio del 2005 e l'integrazione dei sensori elettro-ottici nel luglio 2005; il radar è stato installato nel 2006.
Nel gennaio 2007 Galileo Avionica ha completato le prove in fabbrica e ha cominciato la consegna dei primi Falco al cliente di lancio, il Pakistan.
Nel marzo 2009 è stato annunciato lo sviluppo di una versione modificata dell'APR chiamata Falco Evo. Tra le sue caratteristiche, travi di coda più grandi, apertura alare quasi raddoppiata a 12,5 metri e carico utile aumentato da 70 kg a 100 kg.
Intanto il Pakistan ha ordinato 5 sistemi, composti da 25 aeromobili Falco, unità di scorta e stazioni di terra. Due dei sistemi sono entrati in servizio nel marzo 2009, altri due sono stati consegnati e l'assemblaggio del quinto è avvenuto in Pakistan.
Nell'agosto 2009 il Falco ha completato le prove di lancio usando una catapulta pneumatica Robonic MC2555LLR. Il Pakistan ha cominciato la costruzione del Falco presso il Pakistan Aeronautical Complex a Kamra, nel distretto di Attock.
Nel settembre 2009 è avvenuto il primo volo del Falco con a bordo un radar ad apertura sintetica AESA chiamato PicoSAR.
SELEX Galileo, diventata poi Selex ES, ha annunciato il 23 luglio 2012 che il Falco Evo ha completato con successo il suo primo volo di 40 minuti nella base aerea di Cheshnegirovo in Bulgaria.
Nell'agosto 2013 il Falco è stato selezionato dall'Organizzazione delle Nazioni Unite per essere dispiegato nella Repubblica Democratica del Congo per monitorare i movimenti dei gruppi armati nella regione per meglio proteggere i civili.
IL SISTEMA Falco è composto da:
- stazione di terra (Ground Control Station, GCS);
- ricevitore dati di terra (Ground Data Terminal, GDT);
- equipaggiamento di supporto di terra (Ground Support Equipment, GSE);
- 4 APR Falco con carico utile indicato dall'utilizzatore.
L'APR Falco è lungo 5,2 metri (17 ft), alto 1,8 metri (6 ft), ha un'apertura alare di 7,3 metri (24 ft) e una velocità massima di 216 km/h (134 mph). L'altitudine massima è di 5 000 metri (16 400 ft) e ha un'autonomia di 14 ore. Insieme al velivolo Selex ES fornisce una serie di sensori, tra i quali la torretta elettro-ottica/infrarossa EOST 46, il radar di sorveglianza multimodale Gabbiano 20 e il radar PicoSAR.
Falco EVO
Il Falco EVO è una versione evoluta del Falco, progettata per offrire prestazioni di fascia più alta.
Questa versione è progettata per operare in un'ampia gamma di missioni, integrando ruoli militari come sorveglianza, con missioni di governo/commerciali, come il pattugliamento di frontiera o il monitoraggio ambientale. L'EVO presenta quindi un motore più potente, fornendo una capacità di carico aumentata a 100 kg, oltre a lunghezza incrementata a 6,2 m, apertura alare di 12,5 m, altezza di 2,5 m, peso max al decollo di 650 kg e ad un'autonomia di oltre 20 ore. Tra gli strumenti di cui è equipaggiato bisogna considerare il radar Gabbiano Ultra Light, per missioni diurne e notturne a lungo raggio, il sistema di ottica a infrarossi ad alta definizione e un collegamento dati satellitari oltre la linea di vista.
Nel dicembre 2018 è iniziata una campagna di voli di 300 ore, facente parte del programma europeo Frontex. I voli partono dall'aeroporto di Lampedusa, avvengono nello spazio aereo civile italiano e maltese e sono pianificati dalla Guardia di Finanza, sotto il coordinamento del Ministero dell'Interno. Tra il 19 e il 24 maggio 2019 è stata svolta a Lampedusa una simulazione su vasta scala per testare le potenzialità del Falco EVO in operazioni di emergenza e di salvaguardia delle popolazioni: in particolare è stato impiegato nella simulazione di eventi catastrofici, come in caso di terremoto.
Gli attuali velivoli Falco possono essere convertiti in modelli EVO attraverso un retrofit che aggiunge ali più lunghe e un piano di coda allungato, consentendo al sistema di volare a un’altitudine di 6.000 metri con un raggio operativo di oltre 200 km in linea di vista (LOS – line of sight).
Utilizzatori
Il Falco è l'unico sistema APR tattico sviluppato completamente in Europa ad essere esportato ed utilizzato in operazioni. L'azienda israeliana Elbit Systems ha ordinato a Selex ES il radar Gabbiano per i suoi APR Hermes 450 e Hermes 900 per sorveglianza a lungo raggio su mare e su terra.
Il Falco è stato acquistato dai seguenti paesi:
- Pakistan - Pakistani Fida'iyye - Nel gennaio 2007 il Pakistan è diventato il primo cliente estero del Falco, ordinandone 25 esemplari che risultano tutti in servizio al maggio 2019.
- Libia - Al-Quwwat al-Jawwiyya al-Libiyya - Nel luglio 2009 è stato siglato un accordo per la vendita del Falco alla Libia.
- Giordania - Al-Quwwat al-Jawwiyya al-malikiyya al-Urdunniyya - Nel novembre 2009 le forze armate giordane hanno stretto un accordo con SELEX Galileo per sviluppare in Giordania tecnologie APR e sensori elettro-ottici basati sul sistema Falco per le forze speciali giordane. 4 esemplari consegnati nel 2010 e ritirati all'inizio del 2018, 2 dei quali persi in incidenti.
- Arabia Saudita - Al-Quwwat al-Jawwiyya al-Sa'udiyya - Il 13 luglio 2012 è stato siglato un accordo per la vendita del Falco all'Arabia Saudita. Questo ha portato a più di 50 i velivoli Falco operativi nel mondo.
- Turkmenistan - Turkmenistan Air Force - Nel 2011 il Turkmenistan ha acquistato 3 sistemi Falco XN, per un valore di 8,7 milioni di euro.
- Nazioni Unite - Le forze di peacekeeping dell'ONU utilizzano il Falco nella Repubblica Democratica del Congo. Sono impiegati 5 esemplari di Falco, consegnati nel luglio 2013 con un contratto di $50 milioni.
IMPIEGO OPERATIVO
Dopo aver acquistato 24 Falco, l'aeronautica del Pakistan li ha dispiegati nella valle dello Swat. È stato inoltre siglato un accordo tra SELEX Galileo e il Pakistan Aeronautical Complex, una compagnia statale del settore della difesa, per produrre il Falco in Pakistan. Il Pakistan ha optato per il Falco, un APR privo di armamenti, dopo che gli Stati Uniti hanno rifiutato di vendere al Pakistan i loro APR più avanzati per proteggere le loro tecnologie sensibili. Si ritiene che il Falco sia stato usato durante le operazioni del 2009 nella valle dello Swat per localizzare le infrastrutture utilizzate dai rivoltosi. Uno degli APR costruiti in Pakistan è precipitato in una base militare. Il velivolo ha subito solo lievi danni e non ci sono stati feriti.
Ripensare la guerra, e il suo posto
nella cultura politica europea contemporanea,
è il solo modo per non trovarsi di nuovo davanti
a un disegno spezzato
senza nessuna strategia
per poterlo ricostruire su basi più solide e più universali.
Se c’è una cosa che gli ultimi eventi ci stanno insegnando
è che non bisogna arrendersi mai,
che la difesa della propria libertà
ha un costo
ma è il presupposto per perseguire ogni sogno,
ogni speranza, ogni scopo,
che le cose per cui vale la pena di vivere
sono le stesse per cui vale la pena di morire.
Si può scegliere di vivere da servi su questa terra, ma un popolo esiste in quanto libero,
in quanto capace di autodeterminarsi,
vive finché è capace di lottare per la propria libertà:
altrimenti cessa di esistere come popolo.
Qualcuno è convinto che coloro che seguono questo blog sono dei semplici guerrafondai!
Nulla di più errato.
Quelli che, come noi, conoscono le immense potenzialità distruttive dei moderni armamenti
sono i primi assertori della "PACE".
Quelli come noi mettono in campo le più avanzate competenze e conoscenze
per assicurare il massimo della protezione dei cittadini e dei territori:
SEMPRE!
….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace,
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a darla per scontata:
una sorta di dono divino e non,
un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…
…Vorrei preservare la mia identità,
difendere la mia cultura,
conservare le mie tradizioni.
L’importante non è che accanto a me
ci sia un tripudio di fari,
ma che io faccia la mia parte,
donando quello che ho ricevuto dai miei AVI,
fiamma modesta ma utile a trasmettere speranza
ai popoli che difendono la propria Patria!
Signore, apri i nostri cuori
affinché siano spezzate le catene
della violenza e dell’odio,
e finalmente il male sia vinto dal bene…
(Fonti: https://svppbellum.blogspot.com/, Web, Google, RID, Leonardo, Roketsan, Difesaonline, Defenceub, Wikipedia, You Tube)