sabato 29 dicembre 2018

La portaerei ex USS Enterprise (CVN-65)



La USS Enterprise (CVN-65), in precedenza CVA(N)-65, è stata la prima portaerei a propulsione nucleare della storia e l'ottava unità degli Stati Uniti d'America a utilizzare questo nome. Come la portaerei con lo stesso nome che l'aveva preceduta la nave è soprannominata "Big E" ("grande E" in inglese). Con i suoi 342 m, è la nave da guerra più lunga del mondo, mentre con le sue 94781 tonnellate di dislocamento, si colloca all'undicesimo posto tra le superportaerei, dopo le dieci unità della classe Nimitz. L'Enterprise aveva un equipaggio di 4600 persone.




Unica nave della sua classe, l'Enterprise ha avuto una lunga vita operativa, arrivando a essere la seconda più vecchia nave in servizio della United States Navy, seconda solo al vascello tre alberi in legno USS Constitution. Inizialmente ne era previsto il disarmo nel 2014 o 2015, in funzione della durata dei suoi reattori nucleari e del completamento della sua sostituta, la USS Gerald R. Ford (CVN-78), ma il National Defense Authorization Act per l'anno fiscale 2010 ne ha sancito la cessazione dal servizio nel 2013, facendole quindi raggiungere una vita operativa totale di 51 anni consecutivi, risultato mai raggiunto da altre portaerei statunitensi.




Il porto di origine della Enterprise era la Naval Station Norfolk in Virginia fino al settembre 2012. L'ultima campagna operativa prima del disarmo iniziò il 10 marzo 2012 per terminare il 4 novembre 2012. L'unità è stata messa in disarmo il 1º dicembre 2012 e verrà radiata dopo che i suoi reattori nucleari verranno svuotati dal combustibile nucleare. Il nome è stato adottato dalla futura portaerei Classe Gerald R. Ford che prenderà il nome di USS Enterprise (CVN-80), mandando in pensione la USS Dwight D. Eisenhower (CVN-69).




(Web, Google, Wikipedia)























La portaerei ex USS America (CVA-66)


La USS America (CVA-66) è stata una portaerei statunitense della classe Kitty Hawk, attiva nella U.S. Navy dal 1965 al 1996.


Il 9 maggio 2005 la nave è stata "autoaffondata" con cariche esplosive per valutare gli effetti su una nave di queste dimensioni (319 metri di lunghezza, 84.900 tonnellate) di un attacco sottomarino. È la più grande nave militare finora affondata.
Entrata in servizio in gennaio 1965, dopo alcuni mesi di esercitazioni nell'Atlantico, in dicembre fu assegnata alla Sesta Flotta ed inviata nel Mediterraneo.
In gennaio 1966 visitò i porti di Livorno, Genova, Cannes e Tolone. Dal 28 febbraio al 10 marzo prese parte a manovre militari congiunte con la Marina Militare Francese, denominate "Fairgame IV". In seguito la America visitò i porti di Atene, Istanbul, La Valletta, Taranto e Palma di Maiorca. In luglio tornò negli Stati Uniti alla sua base di appoggio, la Naval Station Norfolk in Virginia.
La USS America ritornò nel Mediterraneo in gennaio 1967 per esercitazioni con la Marina Italiana e la Royal Navy britannica. In giugno il suo gruppo navale fu messo in stato di allerta dopo l'inizio della Guerra dei sei giorni tra Israele ed una coalizione di stati arabi formata da Egitto, Siria e Giordania. In agosto terminò il suo impegno con la Sesta Flotta e passò le consegne alla portaerei della classe Midway USS Franklin D. Roosevelt.
In marzo 1968 la portaerei lasciò la base di Norfolk per raggiungere, attraversando gli oceani Atlantico ed Indiano, il Mar Cinese Meridionale, per partecipare alla guerra del Vietnam. In dicembre terminò la missione e fece ritorno negli Stati Uniti attraverso il Pacifico, doppiando capo Horn e raggiungendo la sua base in Virginia in gennaio 1969. La USS America partecipò in seguito ad altre due missioni operative in Vietnam, nel 1970 e nel 1972.


La portaerei tornò nel Mediterraneo in aprile 1976 ed entrò ancora a far parte della Sesta Flotta della U.S. Navy; nel marzo 1986 prese parte all'operazione Attain Document al largo della costa della Libia, e i suoi velivoli parteciparono agli scontri aeronavali contro le forze libiche nel golfo della Sirte.
Nel 1990 e 1991 la USS America prese parte nel golfo Persico alle operazioni Desert Shield e Desert Storm contro l'Iraq.
La USS America cessò di essere operativa (decommissioned) in agosto 1996, dopo 31 anni di servizio nella U.S. Navy. Fu messa all'ancora nella base di Norfolk e poi nel porto di Filadelfia, in attesa di essere demolita.
Nel 2005 il Pentagono decise di usare la portaerei in disarmo come bersaglio in una esercitazione aero-navale nell'Atlantico. Lo scopo dichiarato era quello di valutare la resistenza dello scafo ad attacchi aerei e sottomarini, usando le conoscenze così acquisite per migliorare i progetti di nuove portaerei.
Vi furono numerose proteste, dovute anche al nome che portava, e fu proposto di trasformarla in un museo galleggiante. Ma i vertici della U.S. Navy dissero che in tal modo la nave sarebbe stata ancora molto utile, seppure indirettamente, alla difesa degli Stati Uniti.
In aprile 2005 la nave fu trainata in un'area dell'oceano Atlantico circa 400 km a est di capo Hatteras. Dopo quattro settimane di esercitazioni la portaerei fu affondata per mezzo di cariche esplosive poste sotto la chiglia, per simulare un attacco sottomarino.
La USS America si inabissò il 9 maggio 2005. Il relitto giace ora sul fondo dell'oceano, a circa 5.140 metri di profondità
Le super portaerei statunitensi sono l'ultima forma di proiezione di potenza americana e rimangono una capacità che nessun'altra Marina del pianeta possiede. 
Sono le navi più costose del pianeta, sia che si tratti delle sole armi. 


Nel prossimo decennio, una singola superportaerei classe Ford, successore della venerabile classe Nimitz, costerà quasi l'intero budget annuale per la difesa del Canada, e questo non include i miliardi di aerei impiegati come parte dell'ala aerea della nave. Ma ciò che è davvero insostituibile sono le quasi 6.000 anime che chiamano la nave a casa durante la navigazione. 
Con tutto questo è difficile immaginare uno di questi tesori affondati in combattimento, anche se Hollywood ha giocato con l'idea molte volte. Comunque, è una possibilità reale, soprattutto ora che la questione è molto più complessa e mortale.
Chi ha il compito di progettare e costruire questi mostri del mare deve tenere conto di questa realtà e fare l’impossibile per migliorare la sopravvivenza della nave e del suo equipaggio, se l’impensabile dovesse diventare realtà. 
Mentre la US NAVY si è posta l'obiettivo di progettare una nuova classe di supercarrier. Ma per renderla più invulnerabile o quasi, aveva bisogno di dati sugli effetti reali di alcuni tipi di armi e sui danni che ne potrebbero derivare su una di queste enormi navi da combattimento. Il problema era che dall'apparizione della USS Forestall (CV-59), per fortuna una superportaerei non è mai stata affondata. I dati sono stati in gran parte simulati e basati sull'affondamento di vecchie e piccole portaerei e navi di superficie che non rappresentavano le caratteristiche uniche di una Aircraft Carrier. 
Dalla fine della guerra fredda, negli anni Novanta e Duemila le navi americane a propulsione convenzionale sono state messe tutte fuori servizio, radiate o poste in naftalina. Sebbene alcune organizzazioni abbiano cercato di acquistare queste navi come musei, alla fine si sono rivelate troppo grandi e costose da trasportare e sostenere e sono state vendute per essere demolite. Solo la USS John F. Kennedy (CV-67), che è in una classe a sé stante, è ancora conservata. Recentemente, la USS Kitty Hawk (CV-63) è stata scelta per la ristrutturazione e della rimessa in servizio per contribuire a raggiungere l'obiettivo di inventario delle 355 navi della Us Navy.
L'USS America (CV-66), è stata risparmiata dalla fiamma ossidrica: aveva terminato la sua vita operativa nel 1996, ed era stata scelta come piattaforma di test distruttivi in modo che la Marina potesse acquisire nuove conoscenze su come un supercarrier avrebbe assorbito diverse e devastanti forme di attacco. Queste lezioni sarebbero poi state applicate direttamente al programma Nimitz. 
L'idea che la nave dal nome USS America sarebbe stata affondata ha fatto inc…are moltissimo alcune decine di migliaia di veterani che hanno servito a bordo della portaerei. La nave aveva fatto parte di tanti momenti importanti della storia americana - partecipando alle guerre del Vietnam e del Golfo Persico, e alle operazioni di combattimento in Libia, insieme a molte altre missioni di rilievo.
Tuttavia, la US NAVY fu irremovibile nell'utilizzare la nave per questo scopo finale. Nel 2005, l'ammiraglio John Nathman, allora vicecapo delle operazioni navali, ha spiegato il ragionamento della Marina:
"L'America darà un contributo finale e vitale alla nostra difesa nazionale, questa volta come piattaforma di prova e valutazione del fuoco vivo. L'eredità dell'America servirà come impronta nella progettazione di future navi da trasporto che proteggeranno i figli, le figlie, i nipoti e i pronipoti dei veterani d'America. Condurremo una serie di test completi sopra e sotto la linea di galleggiamento per raccogliere dati per l'uso da parte di architetti e ingegneri navali nella creazione della futura flotta di vettori della nazione.
E' essenziale rendere tali navi il più possibile altamente resistenti agli attacchi dall’aria, dalla superficie e dal profondo degli abissi. 
Quando la missione sarà completata, l'America scivolerà tranquillamente sotto il mare. So che l'America ha un posto molto speciale nei vostri cuori, non solo per il nome, ma anche per il vostro servizio a bordo. Vi chiedo di capire perché abbiamo scelto questa nave per quest'ultima missione cruciale e di prendere nota della natura critica del suo servizio finale".
Dopo essere stata preparata per un'operazione SINKEX, il 19 aprile 2005, l'ex America degli Stati Uniti è stata rimorchiata a centinaia di miglia dalla costa della Virginia. Poco dopo l'entrata nella zona prescelta, iniziò l'attacco. La nave è stata colpita da esplosioni sia al di sopra che al di sotto della linea di galleggiamento. Dopo quasi quattro settimane di queste attività, il 14 maggio 2005, la poppa della nave è scomparsa sotto la linea di galleggiamento e la nave ha iniziato il suo viaggio verso gli abissi.

(Web, Google, Wikipedia)









La mitragliatrice pesante Breda Modello 37



La Breda Modello 37 era una mitragliatrice pesante prodotta dall'azienda italiana Società Italiana Ernesto Breda per Costruzioni Meccaniche. Entrata in servizio nel 1937, è stata la mitragliatrice pesante standard in dotazione al Regio Esercito durante lo svolgimento della seconda guerra mondiale.


Il Breda Mod. 37 fu una mitragliatrice pesante con funzionamento automatico a recupero di gas e con raffreddamento ad aria. La canna andava sostituita ogni 450 colpi (in condizione di fuoco continuo) per farla raffreddare; la durata della canna era di 20.000 colpi. Usava una munizione appositamente studiata per l'uso con mitragliatrice; la munizione 8 × 59 mm Breda, piuttosto potente e assimilabile nelle prestazioni alla 8x57 IS tedesca.
Il caricatore era del tipo a piastrina da 20 colpi e veniva introdotto sul lato sinistro dell'arma che limitava, come nella mitragliatrice francese Hotchkiss Mle 1914, il fuoco automatico continuo. Per effettuare il fuoco continuo il servente doveva inserire un caricatore dopo l'altro, mentre il mitragliere teneva premuto il pulsante di sparo. Una caratteristica peculiare dell'arma era quella che ogni bossolo, dopo lo sparo, veniva reinserito nel caricatore. Per poter ricaricare le piastrine di alimentazione o caricatori, esisteva un macchina portatile azionata a manovella che provvedeva a togliere i bossoli dalla piastrina ed a introdurre le nuove cartucce; questo dispositivo era dotato di una tramoggia entro la quale venivano introdotte le cartucce sfuse (fonte: Istruzione provvisoria sulla mitragliatrice Breda 37). Si trattava di uno schema unico della Breda 37, e rappresenta una raffinatezza meccanica utile in tempo di pace, dove le munizioni utilizzate nelle esercitazioni si ricaricano regolarmente, ma che diviene una superflua complessità in guerra.
Vale la pena menzionare anche l'affusto a treppiede della Breda, che come l'arma era ben fatto e robusto: aveva regolazione verticale e orizzontale e anche la possibilità di aggiustamento micrometrico, sia verticale che orizzontale, il che contribuiva non poco alla precisione dell'arma. Inoltre, poteva essere trasformato in affusto contraereo smontando la culla, aggiungendo un quarto piede di sostegno e sollevando l'appoggio posteriore sul quale si fissava la culla.

L'arma fu molto apprezzata dalle truppe italiane, che ne apprezzavano la gittata (ben 5000m) e la precisione.
La Breda Mod. 38 è la versione veicolare per installazione contraerea, in torretta o in casamatta.
In servizio, la Breda 37 fu assegnata alle Compagnie Mitraglieri reggimentali, essendo classificata (a giusto titolo) arma pesante di accompagnamento. Combatté su tutti i fronti, e si guadagnò una solida reputazione: era ben fatta e rifinita, e si dimostrò robusta, affidabile e precisa; il suo peso, era però parecchio superiore ad altri tipi di mitragliatrice coevi. La sua produzione proseguì per le forze armate della RSI e per l'esercito tedesco anche dopo il 1943. Il suo utilizzo come arma regolamentare continuò nell'Esercito Italiano anche dopo la guerra, finché non fu sostituita da mitragliatrici più moderne. Durante la seconda guerra mondiale alcune armi catturate agli italiani furono usate in battaglia da unità del Commonwealth.
Dopo l'armistizio di Cassibile e l'occupazione tedesca, le armi cadute nelle mani della Wehrmacht furono immesse in servizio come MG 259.
La Breda 37 fu anche utilizzata dall'esercito portoghese, sotto il nome di Metralhadora pesada 7,92 mm m/938 Breda. Venne impiegata in Africa durante la guerra coloniale portoghese.
La Breda Mod. 38 fu una variante concepita per l'uso su veicoli, ed era alimentata da un caricatore a serbatoio curvilineo, da 24 cartucce, posto sopra l'arma. La Breda Mod. 38 a differenza dal Mod. 37 dopo lo sparo espelleva il bossolo. Il bossolo veniva comunque recuperato in un sacco raccogli bossoli applicato sotto la mitragliatrice. Il Mod. 38 aveva una impugnatura a pistola. Fu montata anche sui carri armati del Regio Esercito.
Nella riattivazione, dopo la seconda guerra mondiale, delle opere del Vallo Alpino, molte furono dotate di questa mitragliatrice, posizionata nelle camere di combattimento.
Oggi può essere, raramente, incontrata in alcune zone di guerra. Ne esiste anche una versione per il paintball ed è stata utilizzata nel film La Battaglia di El Alamein (1962) di Giorgio Ferroni del 1969.

(Web, Google, Wikipedia)