L'Alfa Romeo Matta è un fuoristrada prodotto negli stabilimenti della casa automobilistica milanese Alfa Romeo tra il 1951 e il 1955.
Oltre 65 anni fa, per la precisione nel 1951, il marchio di Arese iniziò a produrre la sua prima fuoristrada in risposta alla Fiat Campagnola. Tutto nacque dal bando del Ministero della Difesa per la realizzazione di un mezzo da ricognizione, in grado di sostituire le fuoristrada lasciate dagli alleati dopo la seconda guerra mondiale e utilizzate dall’Esercito e da Polizia e Carabinieri.
Il prototipo su base Land Rover 80
Il progetto fu affidato al team guidato da Giuseppe Busso, ai tempi giovane ingegnere arrivato dalla Ferrari e destinato ad entrare nei libri di storia dell’Alfa Romeo grazie al motore “V6 Busso”. A causa del poco tempo a disposizione si decise di partire da una Land Rover 80, acquistata tramite un concessionario svizzero, modificarla nella carrozzeria – in particolar modo nel frontale - e montarle il motore “serie 1306” all’epoca dell’Alfa Romeo 1900 Berlina.
Debutto a Monza
Per rientrare nelle specifiche fornite dal Ministero furono fatte diverse modifiche, a partire dai rapporti del cambio più corti, dagli sbalzi contenuti, dalla lubrificazione a carter secco e dal blocco del differenziale. Il debutto davanti al grande pubblico dell’Alfa Romeo 1900 M - questo il nome del mezzo - avvenne sul tracciato di Monza in occasione del Gran Premio di Formula 1; guidata dal Campione in carica Nino Farina, la fuoristrada del Biscione fu fatta sfilare in testa a un corteo di auto sportive.
Il soprannome “Matta”
Dopo una serie di ulteriori prototipi, il primo esemplare tutto Alfa Romeo della 1900 M AR 51 (acronimo di Autovettura da ricognizione 1951) era pronto e stupì per le sue capacità: riuscì a salire la scalinata della Basilica di Assisi o il “Monte Stella” a Milano. Battezzata “Matta” dal direttore generale Alfa dell’epoca dopo averla vista in azione, la 1900 M non vinse la commessa del Ministero ma fu prodotta in oltre 2000 esemplari fino al 1955.
Non solo mezzo militare
La prima serie AR 51, fu destinata prevalentemente ai Ministero della Difesa, all’Arma dei Carabinieri e alla Polizia Stradale, mentre la seconda serie, prodotta dal 1954 e battezzata AR 52, fu realizzata esclusivamente per il mercato privato. Tra i prototipi costruiti, tra cui un’insolita turbina spazzaneve, spiccava la versione Giardinetta con carrozzeria chiusa, vera e propria antesignana del concetto di Suv.
65 CV di potenza, 4 marce
Quanto al motore, sotto al cofano batteva il bialbero con cilindrata di 1884 cc e potenza massima di 65 cavalli a 4400 giri/min, contro i 53 CV a 3700 giri/min. della Fiat Campagnola. La trasmissione era affidata a un cambio a quattro marce con riduttore e frizione monodisco a secco, mentre la trazione era posteriore e in caso di necessità diventata integrale grazie a un comando meccanico. Sul fronte delle sospensioni, era stato scelto uno schema a ruote indipendenti all’anteriore con bracci trasversali e barra di torsione longitudinale, mentre al retrotreno la fuoristrada Alfa Romeo montava un assale rigido con balestre longitudinali e ammortizzatori idraulici a leva. Dotata di freni a tamburo sulle quatto ruote, la Matta era in grado di raggiungere i 103,5 km/h di velocità massima.
Una fuoristrada vera
Lunga soltanto 3,52 metri, la “Matta” - grazie all’altezza minima da terra di 20,5 centimetri e a una serie di accorgimenti meccanici - aveva una capacità di guado di ben 70 centimetri. Il vero dato record arrivava dalla pendenza massima superabile, il 120% contro l’85% della Campagnola; per fare un paragone con un modello attuale, la Jeep Wrangler si ferma al 100%.
Prima nella categoria alla Mille Miglia
Grazie alle ottime doti del motore bialbero 1900, nel 1952 l’Alfa Matta partecipò all’unica edizione della Mille Miglia in cui furono ammessi veicoli militari. Guidata del tenente Antonio Costa e del maresciallo Francesco Verga, tagliò il traguardo a Brescia in meno di 17 ore con un distacco di 40 minuti sulla seconda della sua categoria.
Nel 1949/50, il Ministero della difesa aveva indetto un bando di concorso per la realizzazione di un fuoristrada leggero per sostituire le infaticabili Jeep Willys e Ford recuperate dagli americani; parteciparono la FIAT col modello "Alpina" e l'Alfa Romeo con la "1900M".
Il bando fu vinto dalla FIAT, il cui modello in seguito fu ribattezzato "A.R.51" (autovettura da ricognizione) per non essere troppo legato al reparto degli Alpini; l'Alfa Romeo Matta, infatti costava di più a livello di produzione industriale, mentre alla FIAT avevano attinto a piene mani dalla "Fiat 1100", dalla Fiat 1400 e da altre derivate dalla grande serie per assemblare l'Alpina.
Molti pezzi del progetto "Matta" furono realizzati appositamente per il fuoristrada di Arese con conseguente aggravio dei costi di progettazione e realizzazione. Il telaio era quello del Jeep Willys (a cui si ispirava anche la concorrente FIAT) veniva mosso dal motore bialbero 4 cilindri 1884 cm³ derivato dalla berlina 1900, denominato serie 1307; la principale differenza era il carter secco con serbatoio olio separato, per garantire la lubrificazione anche con il veicolo fortemente inclinato.
Il motore era più potente del "1900" Fiat, ma più "assetato" di carburante e il costo era quasi il triplo per la "Matta" (sfiorava i 2 milioni di lire) rispetto alla Campagnola.
Il ponte posteriore è intercambiabile con quello delle Land Rover coeve, ma, a differenza del modello inglese, è dotato di sistema per il bloccaggio del differenziale.
Ne furono prodotti 6 prototipi (tra cui una Matta giardinetta, una cisterna, una diesel e perfino una versione sgombraneve), e 2059 esemplari costruiti dal 1951 fino al 1955.
A differenza degli altri veicoli prodotti dall'Alfa Romeo, risulta che i numeri di telaio punzonati sul longherone destro non riportino le classiche "stelline" che precedono e seguono il numero progressivo.
Il soprannome "Matta" fu derivato da un'abile campagna pubblicitaria, orchestrata grazie ad alcune dimostrazioni ad effetto: La Matta sale e scende la scalinata della Basilica di Assisi, il "Monte Stella" a Milano.
Giuseppe Busso, Guido Moroni, il colonnello Ferruccio Garbari furono tra i progettisti e collaudatori dei primi prototipi e della campagna pubblicitaria. La "Matta" ebbe anche una carriera sportiva: nel 1952 vinse la sua categoria (Veicoli Militari) alla Mille Miglia.
(Web, Google, Wikipedia, You tube, La Stampa)