sabato 23 marzo 2019

Le motocannoniere convertibili Freccia e Saetta


Le motocannoniere convertibili classe Freccia costruite negli anni sessanta sono state l'evoluzione della precedente classe Lampo. Sono state costruite tra il 1963 ed il 1966 in due esemplari sulle quattro unità previste. Le altre due unità, Dardo e Strale, secondo alcune fonti avrebbero costituito la classe Dardo, evoluzione di questa classe.

Costruzione

Il progetto di queste motocannoniere convertibili venne preparato nel 1963, con lo scopo di eliminare tutte le carenze emerse durante il periodo di valutazione della MC 491 e la costruzione venne affidata ai cantieri navalidi Riva Trigoso e Monfalcone. Le due unità nell'aspetto differivano in maniera evidente da quelle realizzate nell'Arsenale di Taranto, presentando un profilo diverso dello scafo ed una diversa conformazione della sovrastruttura, replicandone nel complesso le caratteristiche, con i necessari miglioramenti apportati in seguito all'esperienza conseguita sulla MC 491.
Le due unità navali la cui costruzione venne annullata avrebbero dovuto essere realizzate nei cantieri Tosi di Taranto. Soltanto il Dardo venne impostato il 10 giugno 1964, ma non venne mai varato. La costruzione delle due unità venne definitivamente annullata nel 1972.

Propulsione

L'apparato motore di queste motocannoniere, su tre assi, comprendeva una turbina a gas e due motori diesel in configurazione CODAG, con eliche a passo variabile; fu il secondo esempio di utilizzo di turbina a gas dopo quello sulla classe Lampo, con i suoi motori diesel Fiat x 1832, uno per ogni linea d'asse laterale, sviluppavano ciascuno una potenza massima di 3600 hp e 2750 CV di potenza continua.
Le unità con i soli motori diesel potevano raggiungere una velocità massima di 27 nodi, mentre con i due motori diesel e la turbina a gas, nello specifico una Metrovick Reggiane che agiva sull'asse centrale, la velocità massima era di 39 nodi con spunti di velocità, con carico normale, di oltre 40 nodi.
I motori diesel agivano sulle eliche mediante l'interposizione di un dispositivo per la variazione del passo delle eliche e permettere di sfruttare al massimo la potenza dei motori diesel in ogni condizione operativa. Le variazioni di velocità e l'inversione di moto venivano ottenute agendo a distanza su un solo organo di regolazione e manovre per ciascun motore. L'autonomia, con sola propulsione Diesel era di 900 miglia a 26 nodi.

Radar

Le unità sono state inizialmente dotate di radar di navigazione e di scoperta di superficie S.M.A. 3N10 sostituito dal radar AN/SP-21 e a partire dagli anni settanta dal radar 3ST-7/250. Solo su Nave Saetta venne imbarcato il radar di scoperta di superficie Selenia RTN 150 per il sistema Nettuno.

Armamento

L'armamento poteva includere cannoni da 40/70 mm e/o tubi lanciasiluri da 533 mm in diverse configurazioni, che potevano essere modificate, passando da una configurazione all'altra, con poche ore di preavviso. In tutte le configurazioni l'armamento principale era costituito da una o più mitragliere 40/70 mm con alimentatori di caricamento automatici, il cui volume di fuoco consentibile era di 270 colpi al minuto per canna, asservite ad una colonnina di punteria generale di tipo giroscopico a punteria ottica e/o radar.

L'armamento di tipo convertibile si basava sulle seguenti versioni:

Motocannoniera
3 cannoni singoli da 40/70 mm
2 cannoni singoli da 40/70 mm; 1 lanciarazzi da 105 mm

Motosilurante
1 cannone singolo da 40/70 mm; 4 tubi lanciasiluri tipo Bargiacchi collocati nella zona di centro-poppa

Motocannoniera/Motosilurante
2 cannoni singoli da 40/70 mm; 2 tubi lanciasiluri

Vedetta antisommergibile

2 cannoni singoli da 40/70 mm; 2 tramogge scarica-bombe antisommergibile

Posamine
1 cannone singolo da 40/70 mm; 8-14 mine da fondo, sistemate su carrelli a perdere e sganciabili a poppa per mezzo di due ferroguide.

Storia

Le unità della classe, compreso quelle la cui costruzione venne annullata, portano i nomi dei quattro cacciatorpediniere della Regia Marina della Classe Dardo, realizzate negli anni trenta ed andate perdute nel corso del secondo conflitto mondiale.

Servizio

Le due unità sono state inquadrate nella sezione motocannoniere della III Divisione Navale di base a Brindisi, rimanendo in servizio fino a metà degli anni ottanta, quando si imposero definitivamente nuovi e più efficaci sistemi d'arma, quali il missile e il cannone a tiro rapido e le motocannoniere vennero sostituite dagli aliscafi della classe Sparviero.

Freccia

La prima unità venne realizzata nel cantiere navale di Riva Trigoso. L'unità impostata il 30 aprile 1963 come MC 590, venne varata il 9 gennaio 1965, entrando in servizio il 6 luglio dello stesso anno e denominata poi Freccia con distintivo ottico P 493, il successivo 1º settembre. Andata in disarmo il 15 settembre 1984 venne radiata il 15 febbraio 1985.
Madrina dell'unità fu la signora Irene Bisagno, madre del Sottotenente di vascello Ettore Bisagno pluridecorato ufficiale della Regia Marina nella seconda guerra mondiale. Il 16 aprile 1941, imbarcato sul cacciatorpediniere Luca Tarigo, nello scontro presso le secche di Kerkennah, unico ufficiale superstite della sua nave in procinto di affondare, riuscì a silurare ed affondare il cacciatorpediniere inglese Mohawk. Per questa azione venne decorato con la Medaglia d'argento al valor militare. Successivamente destinato alla XIX Squadriglia MAS nel Mar Nero, al comando del suo MAS, mentre partecipava all'assedio di Sebastopoli, nel corso di un'azione condotta contro unità nemiche che trasportavano reparti da sbarco dotati di armi automatiche, impegnava un ravvicinato combattimento distruggendo ed affondando il naviglio nemico, venendo però gravemente colpito, spirando il 21 giugno 1942 all'ospedale da campo di Sinferopoli. Per questa azione Ettore Bisagno venne decorato con la medaglia d'oro al valor militare.

Saetta

La seconda unità venne realizzata nei Cantieri Riuniti dell'Adriatico di Monfalcone, venne impostata sugli scali l'11 giugno 1964 inizialmente come MC 591, nel corso del suo allestimento venne poi denominata Saetta con il distintivo ottico P 494. L'unità varata l'11 aprile 1965 è entrata in servizio il 25 aprile 1966 ed è stata radiata il 15 maggio 1986.
L'unità è stata utilizzata per la sperimentazione del sistema missilistico a corto raggio superficie-superficie Nettuno/Sea Killer. Il sistema costituito da un lanciatore quintuplo associato ad una centrale di tiro Sea Hunter 2 prese il posto del cannone centrale da 40mm e venne imbarcato a bordo dell'unità nel 1966
Madrina dell'unità fu la Signora Maria Borella, sorella del Capitano di Corvetta Ugo Botti, Medaglia d'oro al Valor Militare, che il 16 giugno 1940 al comando del sommergibile Provana affrontò nei pressi di Orano un convoglio francese scortato da unità di superficie. Il sommergibile, colpito a seguito della reazione nemica da bombe di profondità che ne rendevano difficile la permanenza in immersione, manovrava per venire in superficie ed affrontare l'avversario col cannone, ma le navi di scorta, insistendo nel contrattacco, lo costrinsero all'immersione, ma mentre si immergeva il battello venne speronato affondando con l'intero equipaggio.

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venerdì 22 marzo 2019

Il missile antinave e contro costa stealth "OTO-BREDA ULISSE"


Tempo fa la italiana OTO-Breda ha pubblicizzato un'alternativa stealth (forse un co-sviluppo con la Matra francese), chiamato TESEO Mk 3. 

Quest'arma soddisfaceva un requisito della Marina Militare Italiana per la sostituzione di TESEO (Otomat) Mk.2. 

Il progetto fu annunciato al Salone dell'aria di Parigi del 1993 e un modello fu esposto per la prima volta al Bourget Euronaval nell'ottobre 1994. 
Una parte della tecnologia stealth derivava dal missile Apache ASM della Matra. 
Il missile a turbogetto era progettato per ottenere un’alta velocità subsonica e doveva avvicinarsi all’obiettivo a velocità transonica. 
La guida a medio percorso era inerziale, con radar terminale e sensori IR. 
La RAM è utilizzata nella cellula mista con naso tipo “squalo”, utilizzava i sensori accoppiati e le ali cruciformi del corpo centrale che si estendevano da quattro prese d’aria.
Le alette posteriori erano cruciformi, con due booster di spinta. La portata massima avrebbe dovuto superare i 300 km, quasi il doppio di quella diell’Otomat Mk.2.

Nel marzo 1996, anche la US Navy stava considerando la possibilità di uno sviluppo congiunto del missile di nuova generazione “Ulisee", basato sulla tecnologia TESEO 3: una decisione era attesa nell'autunno del 1996. 
Fu inoltre firmato un memorandum d'intesa tra Italia e Stati Uniti nel novembre 1995. 
Si era progettata l’entrata in servizio del missile stealth ULISSE intorno al 2003-2005. 
Il nuovo missile doveva essere il successore dello SLAM-ER, e doveva essere trasportato a bordo di aerei militari. 
La versione italiana avrebbe equipaggiato sia le navi che gli aerei, compresi il futuro MPA e il Tornado; avrebbe dovuto anche equipaggiare gli AV-8B, gli Eurofighter e gli AMX. 
La variante avio-lanciata avrebbe avuto una portata di oltre 300 km (160 nm), mentre la variante navale imbarcata di 250 km. La velocità di crociera doveva raggiungere Mach 0,88 e Mach 0,95 in fase di attacco finale. 
Il peso totale dell’arma andava da 700 a 800 kg. 
Il missile antinave e contro-costa Ulisee era un'alternativa all'Harpoon 2000.

Il programma fu cancellato dopo l'uscita dal programma congiunto della US Navy nel 1999, nonostante lo sviluppo stesse procedendo senza intoppi.
Per evidenti problemi finanziari, le aziende italiane non potevano permettersi di continuare il programma da soli.



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La PDW Heckler & Koch MP7



La Heckler & Koch MP7 è una PDW prodotta dall'azienda tedesca Heckler & Koch.

Caratteristiche

L'MP7 è un'arma da difesa personale estremamente compatta e maneggevole, adatta all'uso in ambiente urbano, costruita prevalentemente in materiali polimerici. La progettazione di quest'arma iniziò con il miglioramento dei giubbotti antiproiettile, divenuti troppo resistenti ai proiettili da pistola, con la conseguente perdita di efficacia di queste armi. Per rispondere alla richiesta di armi più efficaci l'H&K progettò l'MP7 (in concomitanza con il progetto dell'UCP che avrebbe dovuto utilizzare lo stesso munizionamento), che doveva essere in grado di penetrare i giubbetti antiproiettile, ma poter essere usata come arma leggera.
L'MP7 ha una meccanica simile all'Heckler & Koch G36. Spara proiettili appositamente disegnati con una velocità di uscita molto vicina a quella del 5.56 x 45 NATO, cartuccia utilizzata in numerosi fucili d'assalto in dotazione agli eserciti di tutto il mondo (ad esempio il G36 o il Colt M16). Il munizionamento caratteristico, che conferisce all'arma un rinculo ridotto, è costruito interamente in acciaio ad alta penetrazione, mentre i normali proiettili sono in piombo. I proiettili hanno inoltre un diametro piccolo (4,6 mm pari a 0,18 once), per garantire grande capacità e caricatori di ridotte dimensioni (al momento la H&K fornisce caricatori da 20 e 40 colpi che hanno dimensioni comparabili a caricatori da 15 e 30 colpi da 9 mm, rispettivamente). L'arma contiene i caricatori all'interno dell'impugnatura e prevede un utilizzo ambidestro grazie al selettore di fuoco presente in entrambi i lati dell'arma. Infine dispone di un calcio estensibile e di una impugnatura frontale, e può essere utilizzato indifferentemente con una o due mani.
L'MP7 è stato progettato come diretto concorrente del FN P90. In base al munizionamento alcuni considerano, però, l'MP7 una pistola automatica e non una mitraglietta. Il P90 è leggermente più ingombrante e pesante, ma compensa tutto ciò con caricatori da 50 colpi e una canna molto più lunga.



Utilizzo

Nel 2005 l'MP7 è stato adottato dal Ministero della Difesa britannico come arma d'ordinanza per le proprie forze di polizia: il peso contenuto, l'alta maneggevolezza e la precisione nel combattimento ravvicinato sono stati i principali fattori a favore della decisione.

Le unità per operazioni speciali tedesche KSK l'hanno invece adottato a partire dal 2002; in seguito, anche l'esercito tedesco ne ha acquisito una grande fornitura, e i soldati tedeschi di pattuglia a Kabul in missione nella guerra in Afghanistan stanno utilizzando l'MP7 come arma d'ordinanza.

Per l'Italia, l'MP7 è in dotazione a scopo di valutazione al 9º Reggimento Paracadutisti d'Assalto "Col Moschin" e ai Carabinieri del GIS; per i carristi dell'Esercito Italiano ed in genere gli equipaggi dei mezzi blindati è allo studio una possibile adozione.



È stata anche adottata dalle unità d'élite della polizia della Corea del Sud.

L'MP7 utilizza un sistema a gas a pistone a corsa corta come quello usato sui fucili d'assalto H36 di G36 e HK416, al posto di un sistema di contraccolpo tradizionalmente visto sui fucili mitragliatori inclusi quelli di H & K.  Le munizioni da 4,6 × 30 mm sono esclusive per la pistola e offrono un basso rinculo. Questa munizione è unica tra i fucili mitragliatori in quanto il proiettile è costituito quasi interamente da un penetratore di acciaio temprato invece che da rame o piombo più tenero.
L'MP7 consente di inserire un caricatore convenzionale da 20, 30 o 40 colpi all'interno della pistola (il caricatore da 20 colpi è paragonabile per dimensioni a un caricatore da 9 × 19 mm a 15 giri, mentre il caricatore da 40 colpi confronta su una rivista di 9 × 19 mm a 30 giri). È dotato di un selettore di fuoco ambidestro, leva di bloccaggio del bullone e rilascio del caricatore. Ha un calcio estensibile e un'impugnatura anteriore pieghevole (varianti MP7 e MP7A1, MP7A2 manca la presa anteriore pieghevole); può essere utilizzato sia con una mano che con due mani. È compatto e leggero, grazie all'uso di polimeri nella sua costruzione.
L'MP7 ha una velocità di fuoco ciclica di 950 colpi al minuto (RPM).




MUNIZIONI

I proiettili ad alta velocità appositamente progettati (MP) dell'MP7 sono costituiti da acciaio solido rivestito in rame (DM11), rivestimento in acciaio placcato in lega (DM21) o proiettili con anima in lega rivestita di rame (Fiocchi FMJ ZP). Il proiettile DM11 (Ultimate Combat) ad alta velocità standard ad alta velocità con un proiettile da 2,0 g (31 gr) ha una velocità della volata di 720 m / s (2362 ft / s) e ha un'energia di 506 J (373 ft-lbf). Il proiettile DM11 penetra nell'obiettivo NATO CRISAT (20 strati di kevlar con supporto in titanio 1,6 mm) a 200 m.  Ha un diametro piccolo, che consente di raddoppiare la capacità di penetrazione e l'elevata capacità in una rivista molto piccola. 
La VBR Belga produce un proiettile frammentato in due parti da 4,6 × 30 mm che aumenta la cavità permanente della ferita e raddoppia la possibilità di colpire un organo vitale. 
La Heckler & Koch afferma che le munizioni CPS Black Tip prodotte dalla Fiocchi italiana hanno un'energia alla canna di circa 525 J, paragonabile a quella di 9 × 19mm Parabellum. 



ACCESSORI:
  • L'MP7 è dotato di una slitta Picatinny a tutta lunghezza che viene fornita di serie con innesti anteriori e posteriori fissi. Quando i punti panoramici sono piegati, assomigliano a quelli aperti in stile Patridge. Piegati, sono dotati di mirini di apertura. 
  • Le mire possono essere facilmente rimosse allentando una sola vite e sollevandole. 
  • Può montare ulteriori binari sui lati della canna, che gli consentono di montare mirini ottici commerciali (mirini telescopici e punti rossi), moduli di puntamento laser (LAM) e torce tattiche. 
  • Può anche accettare un soppressore che non interferisce con la precisione e la velocità di fuoco.

VARIANTI:
  • L'MP7 possiede una slitta superiore sulla quale possono essere montati svariati modelli di sistemi di mira (red dot) oltre che alle tradizionali tacche di mira. Possono essere inoltre montate delle slitte laterali in cui si possono fissare puntatori laser, torce o accessori simili. L'MP7 può anche essere dotato di silenziatore.
  • PDW : Il primo prototipo è stato mostrato nel 1999 ed è stato designato come 'PDW' (Personal Defense Weapon). Aveva una slitta Picatinny sulla parte superiore e una superficie liscia con impugnatura a pistola.
  • MP7 : Nel 2001 è stato designato come "MP7" ed è entrato in produzione. Le modifiche includono una guida Picatinny a tutta lunghezza, uno spesso calcio curvo e una superficie antiscivolo sull'impugnatura a pistola, proprio come l' HK USP. Dispone inoltre di un mirino in ferro pieghevole montato sulla guida Picatinny e il pulsante per piegare l'impugnatura è stato ingrandito per facilitare l'operazione.
  • MP7A1 : Nel 2003 la sua designazione è stata cambiata in "MP7A1" e presentava una presa della pistola ridisegnata con una superficie diversa e una forma curva, un calcio più piccolo con un tassello dritto, rotaie picatinny montate di serie come standard e le mire metalliche pieghevoli erano rese più compatte. L'arma è stata resa leggermente più lunga, ma poiché il calcio è stato ridotto, la lunghezza complessiva non è cambiata. Lo stock può anche essere bloccato in 3 posizioni. I recenti modelli MP7A1 hanno una sicurezza innescata simile a una pistola Glock; la sezione centrale del grilletto deve essere tirata prima che la parte esterna si muova. Questo aiuta a fermare le scariche accidentali se il grilletto è urtato.
  • MP7A2 : una variante senza impugnatura anteriore pieghevole ma dotata di una guida Picatinny per montare varie impugnature in linea con le preferenze dell'utente.
  • MP7-SF : Una variante semiautomatica dell'MP7 attualmente utilizzata dal Ministero della Difesa nel Regno Unito.

(Web, Google, Wikipedia, You Tube)









































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