mercoledì 14 agosto 2019

Patria [pà-tria]




Territorio e popolo che vi risiede, unito da una lingua e dall'uniformità di cultura e tradizioni: lottare, morire per la p. || padre della p., titolo onorifico concesso nell'antica Roma a cittadini che si prodigavano per il bene comune.

Luogo in cui ha origine e si sviluppa un'idea, una filosofia.

La Patria (dal latino = la terra dei padri) è il concetto di nazione e paese, natio interiorizzato e idealizzato.

Pàtria s. f. [dal lat. patria, propr. femm. sostantivato (sottint. terra) dell’agg. patrius«paterno»: v. patrio]. – 1. a. Il territorio abitato da un popolo e al quale ciascuno dei suoi componenti sente di appartenere per nascita, lingua, cultura, storia e tradizioni: 

il suolo, i confini della p.; Non è questa [l’Italia] la p. in ch’io mi fido, Madre benigna e pia, Che copre l’un e l’altro mio parente? (Petrarca); la partenza dalla p., di chi emigra; essere esule dalla p.; il ritorno in p.; avere nostalgia della p. lontana; la p. è dove si sta bene, frase ripetuta spesso proverbialmente, e con vario tono (che può essere cinico, oppure amaro, doloroso), e che risale prob. a Pacuvio, citato da Cicerone (Tusc. 5, 37, 108), patria est ubicumque est bene, ripetuta poi in forma simile anche da altri scrittori, tra cui Seneca. Con sign. più ampio, il complesso degli uomini che abitano tale territorio e che sono accomunati da tutto un insieme di istituzioni, tradizioni, sentimenti, ideali, e sim.: il sentimento di p.; il culto della p.; la gloria, la grandezza della p.; amor di p.; combattere, morire per la p., in difesa della p.; procurare il bene della p.; lottare per una p. unita, libera, indipendente; i caduti per la p.; l’Altare della p. (v. altare); i nemici della p.; addio patria, solo un mare di funzioni, di disfunzioni, di funzionari e di criminali (Guido Ceronetti); tradire, rinnegare la p., ecc. Padre della p., titolo di onore concesso dagli antichi Romani (lat. pater patriae) a cittadini particolarmente benemeriti della patria (e, più specificamente, titolo attribuito ad Augusto nell’anno 2 a. C. e portato poi da tutti gli imperatori, tranne Tiberio), rinnovato talora anche nell’età moderna (fu, per es., dato dai Fiorentini a Cosimo de’ Medici, e dagli Italiani a Vittorio Emanuele II, perché durante il suo regno l’Italia conquistò la sua unità nazionale). b. In senso più ristretto, la città o il paese natale, soprattutto con riferimento a personaggi storici, ma in passato anche con uso più generico: Bonn è la p. di Beethoven; Certaldo, p. del Boccaccio; li parenti miei furon lombardi, Mantovani per patrïa ambedui (Dante, parlando dell’origine di Virgilio); fatemi il piacere di dirmi il vostro nome, cognome e p. (Manzoni, parole dell’oste della «Luna piena» a Renzo). c. Seconda p., o p. d’elezione, o p. adottiva, la terra in cui una persona emigra e si stabilisce definitivamente, soggiornandovi volentieri e amandola come se fosse la sua patria d’origine. 2. fig. a. Luogo in cui determinate cose nascono, vivono, si formano, o in cui abbiano trovato terreno particolarmente adatto per il loro sviluppo, e sim.: Roma è la p. del diritto; Vienna è la p. del valzer. b. Nel linguaggio ascetico, la p. celeste, la p. immortale, la p. eterna, la vera p., e sim., il cielo, il paradiso (in quanto la vita terrena è considerata come un esilio). 3. Storicamente, fu chiamata patria (o Patria) delFriuli, nella Repubblica di Venezia, la regione friulana dopo la sua incorporazione nei dominî di Terraferma (1420); a capo di essa era posto un nobile del Maggior Consiglio, residente a Udine, denominato Luogotenente generale della Patria del Friuli. 
























martedì 13 agosto 2019

Il Saab J29 Tunnan, noto anche come J 29 "BARILE VOLANTE"


Il Saab J29 Tunnan, noto anche come J 29, è stato il primo aereo da caccia equipaggiato con motore a getto (nato fin dall'inizio per questo tipo di propulsore) progettato dalla Saab svedese, nonché il primo europeo dotato di ala a freccia.
Il nome Tunnan (in svedese Barile) gli è dovuto in ragione della forma tozza, causata dall'adozione di un turbogetto a compressore centrifugo. Spesso è stato denominato anche come Flygande tunnan (Barile volante).




Storia

Sviluppo

Inizialmente il progetto prevedeva un'architettura tradizionale con ala dritta motorizzato dal turboreattore de Havilland Goblin (prodotto su licenza e già impiegato sul Saab 21R). L''acquisizione degli studi realizzati in Germania nel corso della guerra sull'ala a freccia e l'acquisto della licenza per la produzione del de Havilland Ghost, fecero apportare sostanziali modifiche al progetto iniziale. In particolare l'ala a freccia di 25° era stata dapprima testata in scala su di un Saab 91 Safir appositamente modificato.
Il primo volo del nuovo velivolo volò quindi il 1º settembre 1948, mentre i primi ordini di produzione giunsero nella primavera del 1951 ed i primi esemplari entrarono in servizio con la Svenska Flygvapnet sul finire dello stesso anno.




Impiego operativo

Il Tunnan entrò in linea a partire dai primi anni cinquanta ed ebbe subito modo di farsi notare strappando il primato di velocità all'F-86 Sabre, e presto divenne il principale intercettore dell'aviazione svedese. Dal 1953 entrò in linea anche il modello da ricognizione, mentre il definitivo "F" divenne operativo nell'anno seguente; la produzione cessò nel 1956 con 656 velivoli prodotti. In servizio si dimostrò molto robusto ed affidabile, riuscendo a superare lo scetticismo iniziale sulle capacità autarchiche dell'industria svedese.
Il Tunnan difese accanitamente la neutralità svedese nel periodo più difficile del confronto Est-Ovest, rimanendo in servizio per oltre 10 anni. Ebbe anche modo di entrare in azione in un contesto diverso, quando la Svezia partecipò agli inizi degli anni sessanta alla repressione della guerra civile in Congo.
Alcuni Tunnan modello "F" usati sono stati acquistati dall'Austria nel 1961 per la Österreichische Luftstreitkräfte.
Un aereo della Svenska Flygvapnet di passaggio in territorio italiano, a causa di un grave guasto all'impianto propulsivo non fu più in grado di ripartire e rimase in Italia donato dal governo svedese. L'esemplare, matricola 29543/19, è stato esposto negli anni ottanta presso il Museo storico dell'Aeronautica Militare di Vigna di Valle, nel Padiglione SKEMA dedicato ai velivoli più recenti della storia aeronautica. Attualmente l'aereo non è più esposto al Museo e risulta restituito alla Svezia.




Descrizione tecnica

L'aereo di per sé era molto compatto, dato che la cellula era stata letteralmente disegnata intorno al propulsore; l'ala a freccia e di corda piuttosto larga (inizialmente ancora priva del caratteristico "dente di cane") unitamente alla potenza del turbogetto garantivano versatilità e prestazioni all'altezza dei migliori velivoli da caccia dell'epoca.
Gli elementi posteriori del carrello erano alloggiati nella fusoliera poiché l'ala era in posizione media. I piani di coda erano raggruppati su di una trave sporgente da una corta fusoliera.
Quattro cannoni erano sistemati nel muso sotto la presa d'aria del motore, mentre l'adozione della presa d'aria frontale impediva l'installazione di radar sofisticati a bordo del velivolo. L'abitacolo era in posizione molto elevata, con un'ottima visuale per il pilota.




Versioni
  • J 29A: il primo modello della serie, intercettore puro (in svedese Jakt) armato dei soli quattro cannoni calibro 20 mm. Furono prodotti 200 esemplari.
  • J 29B: seconda versione di serie (consegnata nei primi mesi del 1953); dotata di serbatoi interni maggiorati.
  • A 29B: versione da attacco, praticamente identica alla J29B.
  • S 29C: ricognitore (in svedese Spaning); aveva sei macchine fotografiche al posto dei cannoni; in un secondo tempo venne dotata del profilo alare introdotto dalla versione "E".
  • J 29D: pochi esemplari prodotti per la sperimentazione del motore fornito di un postbruciatore.
  • J 29E: il caccia Tunnan si evolse in questo modello, il primo dotato sia di postbruciatore che del bordo alare modificato, con l'introduzione del "dente di cane".
  • J 29F: versione da caccia definitiva, incorporava tutte le modifiche delle precedenti versioni; in piloni sub-alari erano alloggiati due missili AIM-9 Sidewinder;
  • A 29F: versione da attacco; l'armamento (in aggiunta a quello della versione da caccia) prevedeva l'utilizzo di una vasta gamma di razzi da 75,150 e 180 mm.



Utilizzatori
  • Austria - Österreichische Luftstreitkräfte
  • Svezia - Svenska Flygvapnet
  • Nazioni Unite - Svenska Flygvapnet.

(Web, Google, Wikipedia, You Tube)


































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