Territorio e popolo che vi risiede, unito da una lingua e dall'uniformità di cultura e tradizioni: lottare, morire per la p. || padre della p., titolo onorifico concesso nell'antica Roma a cittadini che si prodigavano per il bene comune.
Luogo in cui ha origine e si sviluppa un'idea, una filosofia.
La Patria (dal latino = la terra dei padri) è il concetto di nazione e paese, natio interiorizzato e idealizzato.
Pàtria s. f. [dal lat. patria, propr. femm. sostantivato (sottint. terra) dell’agg. patrius«paterno»: v. patrio]. – 1. a. Il territorio abitato da un popolo e al quale ciascuno dei suoi componenti sente di appartenere per nascita, lingua, cultura, storia e tradizioni:
il suolo, i confini della p.; Non è questa [l’Italia] la p. in ch’io mi fido, Madre benigna e pia, Che copre l’un e l’altro mio parente? (Petrarca); la partenza dalla p., di chi emigra; essere esule dalla p.; il ritorno in p.; avere nostalgia della p. lontana; la p. è dove si sta bene, frase ripetuta spesso proverbialmente, e con vario tono (che può essere cinico, oppure amaro, doloroso), e che risale prob. a Pacuvio, citato da Cicerone (Tusc. 5, 37, 108), patria est ubicumque est bene, ripetuta poi in forma simile anche da altri scrittori, tra cui Seneca. Con sign. più ampio, il complesso degli uomini che abitano tale territorio e che sono accomunati da tutto un insieme di istituzioni, tradizioni, sentimenti, ideali, e sim.: il sentimento di p.; il culto della p.; la gloria, la grandezza della p.; amor di p.; combattere, morire per la p., in difesa della p.; procurare il bene della p.; lottare per una p. unita, libera, indipendente; i caduti per la p.; l’Altare della p. (v. altare); i nemici della p.; addio patria, solo un mare di funzioni, di disfunzioni, di funzionari e di criminali (Guido Ceronetti); tradire, rinnegare la p., ecc. Padre della p., titolo di onore concesso dagli antichi Romani (lat. pater patriae) a cittadini particolarmente benemeriti della patria (e, più specificamente, titolo attribuito ad Augusto nell’anno 2 a. C. e portato poi da tutti gli imperatori, tranne Tiberio), rinnovato talora anche nell’età moderna (fu, per es., dato dai Fiorentini a Cosimo de’ Medici, e dagli Italiani a Vittorio Emanuele II, perché durante il suo regno l’Italia conquistò la sua unità nazionale). b. In senso più ristretto, la città o il paese natale, soprattutto con riferimento a personaggi storici, ma in passato anche con uso più generico: Bonn è la p. di Beethoven; Certaldo, p. del Boccaccio; li parenti miei furon lombardi, Mantovani per patrïa ambedui (Dante, parlando dell’origine di Virgilio); fatemi il piacere di dirmi il vostro nome, cognome e p. (Manzoni, parole dell’oste della «Luna piena» a Renzo). c. Seconda p., o p. d’elezione, o p. adottiva, la terra in cui una persona emigra e si stabilisce definitivamente, soggiornandovi volentieri e amandola come se fosse la sua patria d’origine. 2. fig. a. Luogo in cui determinate cose nascono, vivono, si formano, o in cui abbiano trovato terreno particolarmente adatto per il loro sviluppo, e sim.: Roma è la p. del diritto; Vienna è la p. del valzer. b. Nel linguaggio ascetico, la p. celeste, la p. immortale, la p. eterna, la vera p., e sim., il cielo, il paradiso (in quanto la vita terrena è considerata come un esilio). 3. Storicamente, fu chiamata patria (o Patria) delFriuli, nella Repubblica di Venezia, la regione friulana dopo la sua incorporazione nei dominî di Terraferma (1420); a capo di essa era posto un nobile del Maggior Consiglio, residente a Udine, denominato Luogotenente generale della Patria del Friuli.